PAVIA&NON SOLO MAGAZINE - n°6 Settembre 2018

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N°6 Settembre 2018

PAVIA&NON SOLO

NEWS MAGAZINE

INTERVISTA

FABIANO GIORGI Giorgi Wines

OSPITALITÀ

Charme al CASTELLO SAN GAUDENZIO

BARTENDER

Il MOJITO della BASSA di FILIPPO W. MALAGORI


WINTERASS via Franchi, 7 viale Partigiani, 6 - S tel. 0382 15791 - fax


S S.R.L. - PAVIA S. ANGELO LOD. 0382 1579500



EDITORIALE

B

entornati amici lettori e bentornato settembre, mese dei buoni propositi! Si, è vero, riabituarsi al rientro lavorativo, accettare il ripresentarsi della solita routine, non è facile ma l’ottimismo accumulato durante la pausa estiva aiuta. Avete anche voi fatto la lista dei buoni propositi? Noi si! Abbiamo tante novità alle quali abbiamo lavorato e che siamo pronti a presentarvi in questo numero di settembre e tante tradizioni che vogliamo continuare; tra queste, proporvi ottime idee di svago, idee culinarie ed imperdibili eventi. Ecco che in questo numero vi proponiamo due interviste a due uomini creativi, eclettici che hanno saputo fare della propria passione, un lavoro; un lavoro di gran successo: Fabiano Giorgi e Stefano Bressani con la sua Fiat 500.

Isa Maggi, nella sua rubrica sportello donna e sportello salute vi darà tanti consigli tra cui 10 soluzioni per affrontare il post vacanza. Vi consigliamo una visita al Castello di San Gaudenzio, con i suoi colori autunnali a Pavia food and fashion. E ancora… cosa fate durante i prossimi week end? Vi consigliamo gli eventi a Rovescala, Castana, Santa Maria della Versa… Perchè? Ma come?! Vi aspetta l’affascinante mondo della vendemmia, tradizione, colore, gusto e tanta allegria! E le novità che vi abbiamo promesso? Ecco che da questo numero di settembre, potrete seguire la nuova rubrica “Bartender” di Filippo che in questo numero ci spiegherà il mojito; vi daremo qualche suggerimento con le ricette di Micol e… vi presentiamo il nostro evento all’Agriturismo il Guscio! Non ci resta che augurarvi una buona lettura!


SOMMARIO

8 INTERVISTA 8 - GIORGI WINES OSPITALITÀ 18 - Charme al CASTELLO SAN GAUDENZIO BARTENDER 28 - Il MOJITO della bassa ARTE 36 - Tutti pazzi per l'auto di BRESSANI MODA 42 - Dal fashion al food, Pavia si trasforma per l’autunno. RUBRICA SPAZIO DONNA 48 - Una nuova idea di città, verso le elezioni 2019 Perché abbiamo bisogno delle donne per migliorare la vita di tutte/i.

SALUTE E BENESSERE 56 - 10 consigli per tornare in forma dopo le vacanze estive NEWS&EVENTI 58 - ONE DAY TRIP 62 - Primo Evento in collaborazione con l'AGRITURISMO il GUSCIO e TENUTA QUVESTRA REPORTAGE EVENTI 66 - FESTA DLA BUSA - Castana 72 - FESTA DELL'UVA - Broni 78 - FESTA IN VENDEMMIA Santa Maria della Versa 84 - FESTA D'AGOSTO - Rovescala RUBRICA RICETTE 90 - Le ricette di MICOL


P A V I A & N O N S O L O - MAGAZINE

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INTERVISTA

Giorgi Wines eccellenza d’Oltrepo tra tradizione e innovazione a cura di MARCO AGNELLI - AIS LOMBARDIA



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iorgi Wines costituisce una delle realtà più rappresentative e di maggiore storicità dell’Oltrepò Pavese. Situata a Camponoce, frazione di Canneto Pavese, la proprietà attualmente consta di circa 50 ettari coltivati a vigneto, con un totale di 1.300.000 bottiglie prodotte all’anno a fronte di un catalogo complessivo di oltre 30 etichette. Numeri importanti, che fanno di Giorgi una delle aziende trainanti dell’intero movimento enoico oltrepadano. Ultima in ordine cronologico (ma non certo di importanza!) la partnership con Gerry Scotti, che ha portato alla nascita di una linea che porta il nome del notissimo conduttore TV e che attualmente è composta da quattro etichette: “Regiù”, “Pumgranin” e “Mesdì”, nomi decisamente suggestivi ed evocativi, a cui si è recentemente aggiunto il metodo classico “Gerry Scotti”. Tante le tipologie di vini prodotti da Giorgi: dagli spumanti, sia con rifermentazione in bottiglia (metodo classico) sia con rifermentazione in autoclave (metodo Charmat) ai vini bianchi, proseguendo poi con vini rossi, vini dolci e distillati. Un occhio di riguardo per i vini della tradizione (la linea “Le Vigne Storiche”) e per i grandi vini d’invecchiamento (linea “Grandi Cru” e Barricati”). Insomma, una realtà moderna e al passo con i tempi, autentico fiore all’occhiello dell’Oltrepò Pavese. Ne parliamo con Fabiano Giorgi, uno dei fratelli attualmente alla guida dell’Azienda.



Fabiano, ci può ripercorrere la storia della sua Azienda? Le prime tracce scritte relative alla coltivazione di vigneti da parte della famiglia Giorgi risalgono addirittura al 1211. La famiglia già allora coltivava la vite a Vigalone, dove poi storicamente ha sempre avuto sede l’azienda prima di quella attuale a Camponoce. La nascita vera e propria dell’Azienda è da collocare tra il 1878 ed il 1879, sebbene la produzione di vino fosse già iniziata qualche anno prima, tant’è che una delle attuali etichette di Metodo Classico, “1870”, celebra quello che si ritiene sia stato il primo millesimo prodotto. La moderna attuale Azienda Giorgi Wines inizia la propria attività partire dagli anni ’70 del ventesimo secolo, fortemente voluta da papà Antonio e da zio Gianfranco. Nei decenni successivi, gradualmente, c’è stato poi l’inserimento delle nuove generazioni con me, con mia moglie Ileana e con mia sorella Eleonora.

Come è cambiato secondo lei il pubblico degli appassionati di vino negli ultimi decenni? Il consumatore di oggi secondo lei è più consapevole e più informato rispetto a quello di 30-40 anni fa? Il consumatore di oggi è senza dubbio ben informato. Si legge e si parla molto di vino oggi, sicuramente più di qualche anno fa. Ma questo ha anche il rovescio della medaglia. Ci sono i veri intenditori che leggono, si informano, si documentano, magari anche attraverso un percorso formativo, ma c’è anche un pubblico interessato soprattutto a ciò che è moda e immagine. C’è una fascia di consumatori affezionati al brand e che in enoteca chiedono l’etichetta che va per la maggiore. È un discorso probabilmente anche conseguente alla generale spettacolarizzazione dell’enogastronomia di questi ultimi anni. Trenta anni fa il consumatore era più pragmatico. Era probabilmente in grado di capire se quello che stava bevendo era buono oppure no senza subire il condizionamento delle mode, figlie invece dei nostri tempi.


Qual è, a suo avviso, il vino che può essere identificato come simbolo dell’Oltrepò? Senz’altro il pinot nero, vinificato come metodo classico. La nostra Azienda si è fatta conoscere, è cresciuta ed è diventata quello che è adesso grazie al pinot nero frizzante. Una quindicina di anni fa, tuttavia, ho voluto realizzare una svolta puntando fortemente sul Metodo Classico. Questo deve essere il trend da portare avanti per consolidare l’immagine dell’Oltrepò. Ci sono altre tipologie come il Buttafuoco, il Riesling, il Pinot Nero vinificato in rosso che possono sostenere ed aiutare il territorio, ma il Metodo Classico deve essere il punto di partenza per comunicare l’Oltrepò al di fuori dei suoi confini.


Ci può raccontare come è nata la collaborazione con Gerry Scotti? Gerry da molto tempo aveva in cuor suo desiderio di fare vino. Originario di Miradolo Terme, fortemente legato alla terra e all’Oltrepò in particolare, a 60 anni ha voluto coronare il sogno di tornare alle proprie origini contadine. L’incontro con Giorgi Wines avviene tramite il comune amico Rudi Zerbi, collaboratore di Scotti in diverse trasmissioni televisive. La scintilla scoccò definitivamente durante un fine settimana passato in Liguria a casa di Zerbi, insieme alle nostre famiglie. Nacque dunque la collaborazione. Giorgi attualmente produce e vende i vini di Gerry Scotti, ma è quest’ultimo a decidere tutti i passaggi. Gerry assaggia il vino e sceglie la strategia insieme agli enologi, seguendo personalmente tutto l’intero processo dalla vigna alla cantina, compresa la grafica delle etichette. Dunque Gerry Scotti è di fatto conduttore e responsabile diretto della linea che porta il suo nome.



La sua Azienda rappresenta un modello di perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. Come riesce a realizzare questa sintesi? Riteniamo che nel nostro modo di fare vini l’equilibrio tra questi due fattori sia un modello vincente. La tradizione è legata alla lunga e consolidata storia dell’Azienda, non solo a livello di presenza sul territorio ma anche nei rapporti personali con i conferitori di uve e con i dipendenti, molti dei quali sono con noi da sempre. E poi la tradizione sta soprattutto nel modo con cui facciamo il vino. Basti pensare per il Metodo Classico di cui produciamo un numero ragguardevole di bottiglie (lo scorso anno circa 7000) ancora utilizziamo le pupitre ed effettuiamo manualmente il remuage. Di per contro, l’innovazione la portiamo costantemente avanti nel cercare di proporre novità quali ad esempio il “Crudoo”, uno spumante non filtrato e non sottoposto ad illimpidimento per mantenere inalterate tutte le caratteristiche del vino. Le innovazioni, anche in termine di investimenti tecnologici in cantina, sono fondamentali per restare al passo con i tempi, avendo comunque sempre la cura della tradizione alle spalle. Tutto questo si può realizzare solo se c’è dietro la passione.

Tocchiamo un tasto dolente: cosa manca secondo lei all’Oltrepò per essere considerato un grande territorio vinicolo? È un problema di qualità, di comunicazione o altro? È un discorso lungo e complesso. Quello che manca all’Oltrepò non è certo la qualità. Ci sono grandi vini e Aziende ai vertici assoluti qualitativi. Il problema è a mio avviso a livello commerciale. L’Oltrepò fatica a entrare nella carta dei vini dei ristoranti. Ci sono troppe poche aziende che hanno una vera e propria rete vendite, e quindi non si riesce a fare una massa critica. Inoltre, manca al momento un turismo enogastronomico sul nostro territorio. Il concetto dovrebbe essere che il turista va a visitare una regione, ne rimane affascinato, fa la conoscenza del vino locale e poi lo cerca al ristorante quando torna a casa. Da questo punto di vista siamo molto indietro, ci mancano le strutture ricettive per potere rendere tutto questo possibile.

La saluto con un’ultima domanda: come è stata questa annata 2018? Che vini ci dobbiamo aspettare? Sarà una grande annata! Ora stiamo vendemmiando il pinot nero per base spumante. L’uva è sanissima, con una bella acidità. Il discorso comunque vale per tutte le nostre uve, promettono molto bene. E per questo motivo la vendemmia condotta a mano in cassetta avrà quest’anno una parte importante. Il 2018 sarà sicuramente un’annata di grandi Riserve.



OSPITALITÀ

CHARME AL CASTELLO DI SAN GAUDENZIO Cervesina

di VERONICA MARIGO



"Quando ero ragazzo immaginavo per me una carriera diversa, non avrei mai creduto di diventare direttore di un castello. Eppure è il lavoro che continuerei a scegliere."

Maurizio Marcone


Incontriamo Maurizio Marcone all’interno del Castello di San Gaudenzio a Cervesina; uomo distinto, elegante, dai modi gentili e disponibili; mi permetto di dire, di rara professionalità. Noi siamo in anticipo e lui ha avuto un impegno di lavoro imprevisto che lo vede posticipare il nostro incontro di un ora. Per colmare l’attesa ci viene offerto il pranzo. Una piacevolissima pausa pranzo fatta di cortesia ed elevata qualità riservata alla location, al cibo ed al vino abbinato. Terminato il pranzo, Maurizio ci accoglie nella biblioteca del Castello; qui riceve gli ospiti ed è una delle aree del Castello che preferisce. Maurizio racconta che dopo anni di lavoro ripetitivo, a contatto con i clienti ma solo attraverso una cornetta, la proposta di gestire il Castello di San Gaudenzio ha pensato fosse un’occasione da non perdere e l’ha accolta con entusiasmo! Infatti, dopo aver lavorato per il gruppo industriale Piber, della famiglia Bergaglio, ha ricevuto nel 2004, dalla medesima famiglia proprietaria del Castello di San Gaudenzio, la proposta di diventare il capo ricevimento dell’Hotel ristorante di quest’ultimo. “Cambiare radicalmente lavoro ha segnato, per me, l’inizio di una nuova ed entusiasmante avventura. Ho dovuto imparare a relazionarmi in modo professionale con le persone; prima come ho detto, ci parlavo attraverso una cornetta del telefono. Avere un contatto diretto con il pubblico significa mettersi in gioco, significa esporre la propria persona, imparare a comunicare in modo efficace, discreto. La cosa più difficile per un timido come me? Imparare a gestire le emozioni, riservare agli ospiti la parte migliore di me.” Maurizio Marcone sembra nato per ricoprire questo ruolo; parlare con lui risulta facile, ci si sente veramente a proprio agio; cortese, simpatico, discreto, dopo pochi anni di assunzione gli viene proposto il ruolo di ‘Direttore del Castello di San Gaudenzio’. Mi chiedo cosa significa essere direttore di un luogo così suggestivo che catalizza convegni internazionali di lavoro, cene di gala, cerimonie come comunioni, cresime, matrimoni, turismo… insomma, un luogo che richiama un’affluenza di persone varie, che vengono qui per ragioni sempre diverse?” Ride, capiamo che significa tanta fatica; ma i suoi occhi sono pieni di entusiasmo, non sono occhi stufi, al contrario, sono pieni di soddisfazione.


E adesso immaginate di fare un viaggio nel tempo, immaginate di percorrere gli stessi corridoi, sedervi nella medesima sala da pranzo o dormire negli stessi luoghi dove un tempo vi avevano abitato nobili e blasonate famiglie come i Beccaria, i Ferrari, i Bettaglio fino ai Bergaglio, gli attuali proprietari. Immaginate di vivere un’esperienza temporale, romantica, culinaria e rilassante al Castello di San Gaudenzio edificato nel XIV secolo, la cui attuale direzione è affidata, dal 2007, a Maurizio Marcone. “Questa struttura nasce nel 1977 come ristorante à la carte; nel tempo ci siamo specializzati in eventi, banchetti, meeting di lavoro, cene sociali. Location di estremo fascino e storicità è adatta ad ospitare eventi come matrimoni, cresime, comunioni.” Le sale del ristorante sono ospitate nel “rustico”, il cui porticato era anticamente utilizzato per il ricovero delle carrozze. L’opera di restauro degli interni, attenta al rispetto dei materiali esistenti, ha posto in evidenza un suggestivo soffitto con le massicce travi a vista. Va ascritto al merito dei proprietari la ricomposizione, con paziente ricerca dei pezzi dispersi e lasciati in abbandono, dei due grandi camini. Eleganza e tradizione si fondono, dunque, nella bella sala al pian terreno e nell’ampio salone dei banchetti che possono ospitare, rispettivamente, fino a 130 e 150 commensali. I singoli tavoli, da non oltre dieci posti, sono approntati con tovaglie, porcellane e argenti, in perfetta armonia con lo stile del luogo.



La cucina si avvale della competenza di chef qualificati che propongono ricette legate alle stagioni e al territorio, ponendo in primo piano la qualità degli ingredienti. Stefano Zucchella, lavora da ben 12 anni come chef del Castello di San Gaudenzio, da quando era giovane dice, anche se la sua attitude è molto young! E' cresciuto qui, nella sua terra: l'Oltrepò Pavese, seguendo i piatti tradizionali ma dando una ventata di innovazione per poter avvicinare il cittadino pavese ma anche tutti i visitatori alla cucina del Risotrante del Castello, perchè in una locantion del genere si può vivere un sogno ogni giorno. Perchè oltre ad essere un luogo di eventi e cerimonie questo è anche un ristornate che esalta i sapori della tradizione con un pizzico, anzi una manciata di creatività. Yari Dacatra dal 2003 è anche lui chef del Castello, amante dei prodotti del territorio locale, specializzato nei primi piatti, soprattutto il risotto, che dicono sia il suo piatto forte! Yari vuole esaltare i prodotti locali come lumache, rane, pesce di fiume, prodotti semplici della terra, ma usando qualche ingrediente segreto per inebriare l'olfatto ma anche e soprattutto la vista!



La cantina del Castello offre un’ampia scelta tra le migliori etichette di aziende vitivinicole appartenenti all’Oltrepo’ Pavese e di aziende nazionali ed internazionali. Il Castello di San Gaudenzio è anche hotel strutturato in 45 camere eleganti dall'arredamento lussuoso, raffinato, di qualità perfettamente in tema con il tenore del castello. Dodici sono le stanze inserite nella parte antica del castello di cui 2 junior suite e 2 suite; 33 stanze nella parte moderna di cui 3 junior suite ed 1 suite. Tutte le stanze sono dotate di ogni tipo di comfort tra cui wifi gratuito e tv satellitare con piattaforma Sky e Mediaset. Per gli ospiti dell’hotel vi è libero accesso alla piscina coperta riscaldata e, per gli amanti del fitness, alla palestra. Il Castello di San Gaudenzio offre a chiunque lo desideri, visite guidate al suo interno. La sera, inoltre, apre il bar del castello che vi proporrà ottimi drink che potrete gustare nel parco dello stesso.



BARTENDER

IL MOJITO DELLA BASSA di FILIPPO W. MALAGORI


I

n questo volume introduco una nuova rubrica dedicata al mondo della miscelazione ed al suo rapporto con il nostro territorio.

Visto il periodo dell’anno nel quale ci troviamo, ho scelto di dedicare l’inizio di questo percorso alchemico ad un grande classico estivo: il Mojito. Il drink in questione è un trionfo di freschezza in bicchiere highball fatto semplicemente di lime, zucchero di canna raffinato, foglie di menta, ron blanco cubano e soda. Le origini di questo prodotto sono piuttosto controverse: una versione ancestrale del Mojito era stata apprezzata nel XVI secolo dal corsaro inglese Sir Francis Drake, il quale utilizzava Aguardiente de cana al posto del ron. L’impulso commerciale più significativo venne dato nel 1800’ dal produttore Bacardi che ne consacrò il potere rinfrescante, ma sarà nei secoli successivi che il drink diventerà un must. Storicamente, il locale di riferimento, già osannato da Ernest Hemingway, è la bodeguita del medio a l’Avana ; in questo bar ristorante orde di turisti prendono d’assedio il banco per assaporare la più vera declinazione di Mojito che si possa trovare. Se per caso doveste ritrovarvi assetati nell’afa cubana, vi raccomando caldamente di farvi un giro.

Io sono Filippo W. Malagori e Sono nato e cresciuto a Pavia. Qui mi sono laureato in Giurisprudenza, ma nella vita ho scelto di fare quello che preferisco. Negli ultimi anni mi sono dedicato Totalmente alla miscelazione ed ho lavorato in alcuni dei locali più interessanti della città. Mi piace la black Music, l’avventura, la retorica e il Gin”.



Veniamo ora alla ricetta: precisamente prendiamo in considerazione quella prevista dall’Associazione Internazionale dei Barman. La prima componente sensibile per la costruzione di un mojito è lo zucchero: la ricetta classica parla di due cucchiaini da the di zucchero di canna raffinato (bianco). Questi vanno disciolti in una piccola quantità di acqua. La scelta dello zucchero bianco rispetto a quello grezzo è data da due motivi: il primo è che lo zucchero raffinato si scioglie molto più in fretta rispetto al grezzo (e non risulta sempre gradevole bere un drink che sia dolce solo sul fondo del bicchiere). Il secondo è di tipo organolettico: mentre lo zucchero bianco è semplicemente dolce, lo zucchero grezzo è molto più ricco di sapori e profumi. Questo certamente può rendere il drink più interessante, ma anche stravolgerlo completamente. In alternativa allo zucchero granulato, potrete vedere il vostro affezionato bartender utilizzare lo sciroppo di zucchero. Non allarmatevi: 2 cucchiaini di zucchero hanno il potere dolcificante di 1,5 cl di sciroppo. Anche se meno romantico nella gestualità, troverete quindi due prodotti equivalenti e potrete continuare a fidarvi di chi sta dietro al banco. La componente aromatica del Mojito è invece da trovarsi nella menta. Apparentemente banale, questo è l’ingrediente più significativo del nostro drink. La menta utilizzata a Cuba è quella volgarmente identificata come Yerba Buena: tecnicamente identificata come Mentha Nemerosa è un prodotto difficile da reperire dal fruttivendolo sotto casa. Una pianta più interessante e più comune sul nostro territorio è la Mentha Piperita, che, essendo più ricca di mentolo, avrà una carica aromatica assai più rinfrescante. Ma come trattare questa fragile fogliolina? Qualcuno la pesta col pestello. Qualcuno la massaggia dolcemente. Qualcun altro la schiaffeggia. Alcuni addirittura le parlano. Vedete voi se essere più o meno gentili, rimane il fatto che gli olii essenziali della menta si trovano nella parte inferiore della foglia: io vi invito a comportarvi di conseguenza. Quante foglie di menta servono per fare un Mojito? La ricetta IBA parla di sei foglie, ma è giusto che questo sia un invito da misurarsi al caso concreto: più foglie di menta ci saranno, più la bevanda sarà mentolata. Altra sottolineatura dell’International Barman Association.



Il momento acido (fondamentale in moltissimi drink) è determinato dal Lime. Precisamente 3 cl di succo di lime fresco. Il fatto che vi sia una previsione esplicita della quantità di succo in ricetta dovrebbe portare il gaudente bevitore ad una riflessione: diffidare da un Mojito con all’interno pezzi pestati dell’agrume. Anche dentro alla stessa cassetta, non tutti i lime sono uguali: alcuni contengono il doppio del succo rispetto ad altri. Quindi pestare metà frutto tagliato dentro al drink equivale a mettere “un po’”di spremuta. Forse “abbastanza”. Forse “boh”. A rendere il Mojito divertente è quel meraviglioso distillato di melassa che è il Ron. 4,5 di Ron Bianco, cristallino e poco invecchiato, che sia possibilmente cubano per rendere giustizia al retaggio storico e culturale che ha dato natale a questo drink. In mezzo a tutti questi ingredienti, c’è però un dettaglio che assume un’importanza fondamentale per la corretta riuscita di questo drink: il ghiaccio; se dico Mojito, rievoco l’idea di una bevanda fresca, dissetante e frizzantina. Per far sì che il brio si manifesti e si mantenga, è necessario che il ghiaccio sia a cubetti. Questo fatto trova una giustificazione scientifica: l’anidride carbonica disciolta in un liquido si disperde in modo proporzionale rispetto all’estensione della superficie con cui a contatto. Di conseguenza, se utilizzo ghiaccio tritato (pilé) al posto dei canonici cubetti, succede che, a parità di volume, il ghiaccio avrà una superficie assai più estesa a contatto con il liquido. Questo significa una cosa sola: l’ineluttabile e prematura scomparsa delle bollicine. Il mio personalissimo invito è quindi quello di usare ghiaccio a cubi, il più massiccio possibile. Soda a colmare. Molti bartender sostengono di detenere un segreto mistico (naturalmente fuori ricetta) in grado di migliorare il Mojito. E’ giusto ricordarsi che però l’elenco IBA è un ottimo strumento di lavoro che, nel codificare una ricetta, permette ai barman di dovunque di replicarla perfettamente.



t j o Il M

a s s a B a l l e od Definito un Mojito nei canoni e prendendo atto delle considerazioni di cui sopra, andiamo a ricercare assieme un punto di congiunzione tra un drink caraibico e prodotti del nostro territorio. Impossibile? Proviamo innanzitutto a reinterpretare lo spirito di questo drink e sostituiamo il Ron cubano con una grappa dell’Oltrepò. Anch’essa bianca, morbida e leggermente acerba. Proviamo poi a reinventare la componente aromatica rimanendo su uno standard estivo e aggiungiamo alla menta qualche fetta di cetriolo tagliata sottile. Infine stravolgiamo completamente le bollicine:

IL MOJITO DELLA BASSA 2 cucchiaini di zucchero bianco 6 germogli di menta piperita 4 fette di cetriolo pestate 3 cl di Lime spremuto 4 cl di grappa bianca Oltrepò a colmare soda al peperone di Voghera. Sì, al peperone. So che tanti di questi ingredienti non siano semplici da approcciare, ma il prodotto finale è un drink alimentare molto interessante, dai sapori peculiari e perfetto per protrarre le sensazioni d’estate anche nella la stagione successiva.

Bevete responsabilmente, ma soprattutto fatelo bene. Pace



ARTE

TUTTI PAZZI PER L’AUTO BRESSANI STEFANO BRESSANI


A

ncora una volta il Sarto dell’Arte, Artista Internazionale e Padre Fondatore della sua riconosciuta tecnica stupisce i passanti per le strade delle città italiane con il suo colore, le sue forme e le sue interpretazioni stilistiche uniche ed originali. Bressani è riuscito a trasformare in “pezzo unico” anche una vettura, icona dell’italianità Pop nel mondo; è il caso di una Coloratissima Fiat 500 cabrio, frutto della fortunata collaborazione tra il Maestro e una delle realtà di Car restyling più preparate in Italia a cui fa capo Vito Pavone, eclettico imprenditore di quella che oggi è diventata un vero “Centro estetico” per l’auto e non solo.

CEA, acronimo di Centro Estetico Auto appunto, 3 anni fa da Bergamo, aveva contattato l’Artista pavese per l’interesse in una collaborazione artistica e stilistica, spinto dalla curiosità di utilizzare diversi materiali e diverse tecniche, motivato dalla voglia di oltrepassare sempre i limiti attraverso le sfide. Le Auto di lusso che vengono sottoposte ad un Total look sono spesso marchi noti come Lamborghini, Bentley, Ferrari, fino ad arrivare ai mezzi più comuni che, attraverso la tecnica del Wrapping, hanno la possibilità di trasformate interamente le proprie grazie in poco tempo e con effetti sbalorditivi.

Per una clientela di lusso, amante del bello e del concetto di ricercatezza ed unicità, Bressani è subito spiccato, oltre che per il curriculum, per il genio delle sue opere tridimensionali fatte di stoffe, le Sculture Vestite, che in questi anni si sono fatte apprezzare in realtà sempre più importanti, tra Musei e collezioni private di rilievo, sia in Italia che all’estero. La realizzazione pratica delle sue sculture lascia ampi margini di trasferimento tridimensionale sul supporto che in via definitiva, sulle vetture, diventa pellicola ma che mantiene però, pur annullando i volumi della scultura di partenza, le stesse apparenti e bene evidenti tipologie, tra le trame e gli orditi che il Maestro utilizza sapientemente per confezionare i suoi lavori. L’idea dell’Artista è stata quella di proporre una sua vecchia gloria ora appartenente ad un collezionista e utilizzare l’immagine della stessa per essere trasferita sulle sinuose linee di quella che ha segnato nella storia uno degli oggetti di design più conosciuti al mondo: la Fiat 500.




Nel recente passato di Bressani si ricorda, tra le tante cose fatte, una mostra Personale presso Il Museo nazionale dell’Automobile di Torino MAUTO, ospitato dall’allora direttore R.Gaffino, un intervento presso il Museo della Fiat 500 “Dante Giacosa” di Garlenda invitato dal Presidente fondatore Domenico Romano e tante interazioni che lo hanno coinvolto più volte anche con il mondo dei motori sia a due che a quattro ruote. Oggi l’Artista dei tessuti ha mantenuto lo stile, che si è man mano rinnovato attraverso la ricerca in questi anni e affinato con una maturazione artistica incisiva e coerente, ma il gioco, quello che con leggerezza è sempre concesso a chi fa questo Mestiere, è stato ripescare questa sua interpretazione dei Muppets, icona americana degli anni passati e riportarla attraverso il suo operato ad una nuova attualità, uscendo da quello che ha rappresentato negli scorsi anni la staticità della sua scultura per inventarsi in nuovi progetti recenti che hanno accolto la dinamicità delle forme e dei contenuti. Bressani ha così reso dinamica anche una sua vecchia Opera statica facendola non solo viaggiare su un’auto ma rendendo l’auto stessa parte dell’Opera. E’ così che dopo la fortunata serie di pezzi unici legati al mondo delle scarpe Sneakers più famose al mondo che S.B. ha interpretato, la stessa opera trova ancora ampio spazio senza mai stancare la vista, anzi generando meraviglia e stupore negli occhi di chi ha la fortuna di poterla osservare….proprio come in questi giorni. La stessa Autovettura è diventata oggetto di un video, la cui regia è stata affidata a Raffaele Ingegno con il compito di renderlo in perfetto stile “Contemporary Urban Rock Stile” girato nel capoluogo della Moda, del Design e dell’Arte di cui Bressani ne è testimone del nostro tempo. Proprio quella Milano da bere, che oggi vanta molto di più tra contenuti ed architetture, si è resa scenario che riparte proprio con i Muppet, trasformati in “POPPET Show”, questo il titolo dell’opera originale in stoffa, da quegli anni ’60 della “vecchia 500” in un mix di trasformazione e contaminazione degno di una metropoli che ha dimostrato nel tempo di poter sorreggere la lode di essere nuova “Capitale d’Italia” almeno sulla bocca dei milioni di visitatori che ne assaggiano ogni giorno la costante voglia di nuovi futurismi… Ancora una volta l’Arte testimonia con tutta la sua potenza e genuinità che esiste davvero un collante capace di generare sensazioni positive nelle più disparate fasce di età e appartenenze razziali, proprio in un periodo come questo in cui la Politica dovrebbe cercare di rendersi più al servizio di chi, come gli artisti, ha la missione di fare stare bene gli altri attraverso il proprio operato e le proprie idee, sinonimo di quella italianità tanto apprezzata nel Mondo.


MODA

DAL FASHION AL FOOD,

Pavia si trasforma per l’autunno. di VALERIA PORTINARI



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e vacanze sono ormai un lontano ricordo, le scuole sono iniziate e nonostante questi ultimi giorni di caldo estivo, quasi tutti i pavesi sono tornati alla loro quotidiana routine lavorativa. In centro le commesse dei negozi sono intente a spacchettare gli ultimi arrivi autunnali da mettere in mostra nelle vetrine e sugli espositori, mentre noi donne curiose entriamo per sbirciare le anteprime. La nostra città ha avuto una svolta modaiola negli ultimi anni, con l’arrivo di alcuni brand di fama internazionale che hanno diretto lo sguardo, soprattutto dei giovani, sulle ultime tendenze. Parliamo di grandi catene come Zara o Stradivarius, ma anche di franchise più piccoli come Dixie o La Vie En Rose fino ai negozi nostrani che offrono proposte ricercate e sempre stilose.

Dopo la corsa ai saldi di quest’estate è ora il momento di concentrarsi sulle nuove collezioni. 2018 come gli anni ‘70: tornano infatti i pantaloni a zampa, le fasce tra i capelli e i capispalla vintage. Da una vetrina all’altra troviamo poi articoli di ispirazione western, forme geometriche, stampe e grafismi. Via libera allo stile etnico e alle gonne lunghe o midi, specie se plissettate o colorate, maglioni e felpe oversize da abbinare a capi più aderenti. Il denim rimane ancora un grande classico e, per chi vuole osare di più, pelle, inserti di paillettes, lamè e metal.



Tra i colori che vedremo anche prossimamente nei negozi ci sono il rosso, il viola e il verde, nelle loro varie declinazioni e sfumature, ma anche colori vitaminici e sgargianti, dal lime all’arancione, in abbinamento a toni più classici, da sdrammatizzare. Non mancheranno comunque le nuances più tenui: ampio spazio al beige, crema, rosa e alle versioni meno sature di quelli già citati, per un autunno/inverno da vivere con personalità, senza lasciare nulla al caso ma lasciandosi ispirare dalle nuove tendenze. Ma parliamo di scarpe ed accessori: tornano in voga i camperos, i classici stivali decorati da cowboy, e più in generale lunga vita agli stivali. Alti, sotto al ginocchio, colorati o neri, che si abbinano praticamente con tutto, dalla gonna al pantalone, dall’abito lungo al capo street style. Le sneakers continuano ad essere un evergreen, l’importante è che siano comode e trendy, ma per le occasioni più speciali ci vogliono le decolleté luccicanti e chic. Ogni negozio del centro in questi giorni di settembre si sta vestendo di nuova moda e di idee da copiare. Insomma, per la stagione fredda c’è solo l’imbarazzo della scelta. Basta fare un giro per Pavia per trovare qualcosa di appropriato per ognuna, dall’intimo al cappotto passando per scarpe ed accessori. Manca solo il clima adatto e si potrà finalmente sfoggiare con orgoglio qualche nuovo acquisto.


Non solo fashion in città: chi è stato lontano da Pavia per gran parte dell’estate avrà notato al proprio rientro qualche cambiamento tra le attività commerciali. Cioccolati Italiani, il primo concept store italiano del cioccolato declinato in gelateria, caffetteria, pasticceria e design, ha aperto in via Bossolaro al numero 30, angolo Piazza del Duomo. In Strada Nuova invece, dove fino a qualche mese fa c’era Motivi, ora si può gustare un’ottima colazione da “Il Pan D’na Volta”: brioche, ottimo caffè e merende salutari. Sempre in Strada Nuova, ma al numero 5, si trova invece Na’ranita, che propone sfiziosità tipicamente siciliane come granita, cannoli e pezzi di rosticceria. Da leccarsi i baffi. Pavia si trasforma, stagione dopo stagione, con i suoi Corsi e le sue viette storiche, si veste man mano di nuovi colori e di nuove identità, dallo shopping al cibo, dai gioielli al design, cambia la sua pelle e le sue forme ma rimane sempre la stessa affascinante città di sempre.


OTTOMARZOTUTTOL'ANNO EDIZIONE 2018 SPORTELLO DONNA

Stati Generali delle Donne con il Patrocinio della Commissione Europea, dell'Università di Pavia, della Provincia di Pavia

Una nuova idea di città, verso le elezioni 2019

Perché abbiamo bisogno delle

DONNE

per migliorare la vita di tutte/i. DI ISA MAGGI



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a nuova economia è guidata dalla rivoluzione digitale dei modelli di business e dall'innovazione nei processi organizzativi. L'agilità del business richiesta dal mondo globalizzato ha alla base la capacità di creare reti, ma la crisi strutturale in atto dimostra che pochi leader sono capaci di creare innovazione positiva e reti solide ed efficienti capaci di creare nuovo valore. Oltre 100 studi, tra cui quelli del McKinsey Global Institute, dimostrano che “il cervello femminile è progettato per affrontare meglio la complessità”. I cervelli maschili sono in genere progettati per l'efficienza, per le scorciatoie, per la semplicità, la velocità, caratteristiche che possono facilmente portare all'errore nel mondo degli affari. Anche per queste ragioni le aziende devono al meglio utilizzare le risorse di leadership, non ancora pienamente utilizzate, presenti nella componente femminile e cioè l'intelligenza operativa, relazionale ed empatica che, secondo la scienza del cervello, è ideale per “eccellere in ambienti iper-competitivi come quelli attuali e che richiedono costante adeguamento”. Le donne possiedono la capacità di allineare continuamente gli obiettivi a breve termine nel quadro generale a lungo termine e quindi la capacità intuitiva di "vedere" gli effetti interattivi di più decisioni in circostanze complesse. Le donne possiedono la capacità di “pensare olistico”, di prevedere il tempo, il talento e le risorse necessarie per l'esecuzione di un progetto, di migliorare il processo e di sviluppare una soluzione. Le donne possiedono la capacità di migliorare sistematicamente l'intelligenza del gruppo includendo attentamente diversi punti di vista e risolvere priorità concorrenti. Le donne possiedono la capacità di creare innovazione positiva che migliora la vita delle persone, perché hanno immaginazione più vivida rispetto alla maggior parte dei colleghi uomini. E' necessaria una rivoluzione. Non è impossibile cambiare e il cambiamento di mentalità cambia le culture.

Isa Maggi

OTTOMARZOTUTTOL’ANNO EDIZIONE 2018

Sportello Donna

Stati Generali delle Donne con il Patrocinio della Commissione Europea, dell’Università di Pavia, della Provincia di Pavia



I progetti, gli eventi Dal 1° gennaio 2018 i giorni di congedo parentale obbligatorio per i papà lavoratori sono passati da 2 a 4 e sempre da quest’anno il lavoratore dipendente può astenersi dal lavoro per un ulteriore giorno in sostituzione della madre che rinunci a un giorno di congedo obbligatorio a lei spettante. Queste misure contribuiranno a una genitorialità sempre più condivisa, magari anche sul fronte del congedo facoltativo, e di conseguenza aiuteranno le stesse mamme al lavoro?

Cari papà, bisogna che cominciate a prendere i congedi parentali, così se una coppia decide di fare uno o più figli una donna non sarà costretta a stare lontana dal lavoro per tanti anni. Bisogna che organizziate la vostra agenda senza dare per scontato che la cura dei figli è una prerogativa delle donne. Bisogna che concepiate l’ipotesi di un part time e la possibilità di guadagnare meno di vostra moglie e della vostra compagna. Bisogna che iniziate a indignarvi e ad alzare la voce se una donna viene discriminata o molestata,anche se il molestatore è un vostro amico o collega. Bisogna che condividiate la responsabilità genitoriale o la cura della casa senza necessariamente sentirvi degli eroi. Bisogna che crediate che una donna possa essere all’altezza senza doverlo ogni volta dimostrare. Bisogna che mettiate in conto di poter e dover fare un passo indietro per lasciare il posto a una donna. In politica come sul lavoro. Perché è vero, per voi, che un posto in più a una donna, in politica come sul lavoro, è un posto in meno a un uomo ma, per noi, la corsa da fare è una corsa impari, perché spesso noi donne dobbiamo percorrerlo cariche di borse della spesa, coi bambini alle calcagna e il tifo contro. Fare spazio alle donne, non togliere loro la parola, non oscurarle, non è un modo per aiutare le donne, ma per rendere migliore il mondo attraverso le donne. Perché dove stanno bene le donne stanno meglio tutti, uomini e donne.



I progetti, gli eventi PAVIA, AULA FOSCOLO UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA 1 dicembre Ottomarzotuttol'anno2018 STATI GENERALI DELLE DONNE IL MANIFESTO SULLA VIOLENZA MASCHILE DI GENERE CERIMONIA DI PREMIAZIONE “DONNE CHE CE L'HANNO FATTA” E “UOMINI ILLUIMINATI” per iscrizioni su Eventbrite: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-il-manifesto-sulla-violenza-maschile-di-genere-47958849209 In accreditamento presso l'Ordine degli Avvocati


Il nostro metodo di lavoro. Aspettiamo le tue idee e i tuoi suggerimenti per incontrarci, organizzare riunioni, fare progetti insieme. Chiamaci al 366 2554735 o mandaci una mail a isa.maggi.statigeneralidonne@gmail.com FARE RETE e COLLABORARE superando e aggirando logiche burocratiche e di potere consolidate e tipicamente maschili. Coinvolgimento dal basso, cercando di arrivare anche alle tante donne pavesi con difficoltà, disoccupate, non autonome a livello economico. Dare vita ad azioni sistemiche, superando l'occasionalità, la contingenza e dunque replicabili e trasferibili in contesti diversi.

SOLO LE DONNE FORTI AMANO LEALTRE DONNE.NON LE TEMONO NE’ LE INVIDIANO. PERCHE’ LA LORO FORZA E’ NEL RICONOSCERSI”


SI TORNA DALLE VACANZE E SI È GIÀ STRESSATI NEL GIRO DI POCHI GIORNI. COSA FARE? Ecco 10 suggerimenti da mettere in azione subito.

RUBRICA A CURA

DELLO SPORTELLO DI ASCOLTO PAVIA


SALUTE E BENESSERE Mangiare molta frutta e verdura

Dormire bene

Una buona alimentazione è alla base del nostro stare bene. Non caricare il corpo di inutili tossine, evitate il cibo conservato e in scatola. Iniziare la giornata con una buona colazione con fette biscottate e marmellata. La frutta di stagione serve a ripristinare una buona idratazione, mangiate molta uva.

Riposare è importante, consente al nostro corpo di rigenerarsi; inoltre, grazie ai sogni, rielaboriamo i nostri vissuti emozionali. Per un buon sonno: non andare a letto dopo mezzanotte, garantire un numero minimo di 8 ore . In caso di insonnia, potrà aiutare un bagno caldo con essenza di lavanda o una tisana di tiglio. Naturalmente no al computer, tablet o tv in camera da letto.

E' bene scegliere prodotti freschi, se possibile biologici o biodinamici, cruelty free, a km 0. Potete farveli portare a casa direttamente dall'azienda agricola.

Iniziare una buona abitudine Al mattino bevete mezzo bicchiere di aloe: è un antiossidante naturale, ricarica, depura. E' una pianta magica. Per l'acquisto potete chiamarci al 366 2554736

Programmare le prossime vacanze, anche solo con la mente Pensare al prossimo e più vicino, anche breve, periodo di riposo o ad una vacanza anche breve da fare appena possibile, aiuta a sentirsi felici, ad affrontare il ritorno agli ordinari impegni quotidiani

Camminare nella natura Sono oramai tantissimi gli studi che hanno certificato gli effetti positivi per mente, corpo, emozioni e spirito dello stare in mezzo alla natura, osservandone la bellezza e respirandola a pieni polmoni.

Nutritevi di sole Cercare di stare il più possibile all'aria aperta, esposti alla luce naturale soprattutto al mattino. Il sole nutre la mente, lo spirito e il corpo.

Frequentare persone positive Portare maggiore attenzione alla qualità delle vostre relazioni, non si può essere compagni di viaggio di tutti

Pulizia dentro e fuori Il ritorno (a casa e sul lavoro) dopo il periodo di assenza vacanziera ci consente di avere uno sguardo “nuovo” all'ambiente. Possiamo approfittarne per buttare via quello che non serve più, che è ridondante, vecchio, rotto, usato, brutto. E fare così un po' di spazio: farà bene anche all'umore, oltre che alla vita.

Prendersi delle pause, sul lavoro Ogni due ore, almeno 15 minuti di riposo in cui fare due passi per riattivare la circolazione e far riposare gli occhi. Per staccare con la testa e tornare a guardarsi intorno, nel respiro del presente e nel cuore.

Riorganizzare la propria agenda settimanale Introdurre gradualmente gli impegni, dando priorità a quelli più importanti; cominciare a prevedere momenti dedicati a sé (per nutrire le proprie emozioni e spirito) e anche all'impegno sociale Infatti “partecipare”, fare del bene per la comunità e l'ambiente, seguendo da vicino i propri interessi e predisposizioni, fa sentire bene e utili e aumenta il proprio livello di felicità.


pvmagazine


e.it

DI VERONICA MARIGO


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iao a tutti! Noi siamo un team tutto al femminile (per ora), amanti di viaggi, mangiare e bere in compagnia, scoprire nuovi territori, soprattutto sconosciuti al turismo di massa! Siamo alla ricerca di noi stesse, di una professione autonoma e libera, che ci possa seguire nei nostri viaggi… ed è per questo che è nato One Day Trip! Itinerari vissuti da noi, esplorati, assaggiati, inalati ad ogni respiro per poter ritrovare la connessione con le città ai luoghi dove tutto è nato: la storia e le tradizioni. Perchè queste terre non stanno scomparendo, anzi, grazie a tanti giovani, che già abbiamo incontrato ed intervistato, stanno rivoluzionando l’agricoltura, i prodotti locali e l’enogastronomia! Dato che noi non possiamo aspettare il cambiamento globale, iniziamo la nostra ricerca per poterlo comunicare al mondo!

E ONE DAY TRIP COS’E’? Mentre le vostre menti si stanno allontanando sempre di più verso mete esotiche o all’estero… noi continueremo ad esplorare il territorio che ci circonda: l’Italia! Un modo di viaggiare semplice, che va ad esplorare i luoghi della vera tradizione, gustando i cibi locali, conoscendo la storia e la cultura, accompagnati dai nostri itinerari vissuti in prima persona! One Day Trip and more! Scegliete il vostro viaggio, fuggite dalle vostre città per vivere una giornata o un weekend rilassante. Itinerari mistici, del gusto, itinerari per chi ama la natura e la vuole osservare lentamente scorrere prendendo una bicicletta o camminando tra i sentieri di una volta, itinerari tra le vie meno conosciute delle città, soste in vari ristoranti, locali, negozi scelti per voi perchè considerati il meglio che quella città possa offrire! La nostra missione? Portarvi ad ammirare le bellezze dei territori che ci circondano, sia fuori città per una gita di un giorno che lontane e sconosciute, in attesa di essere vissute!




il primo evento in collaborazione con l'agriturismo e la

Il Guscio

Tenuta Quvestra!!!

PINOT NERO 2014

SPUMANTE "GAUDIUM"




EVENTI

“FESTA DLA BÜSA” Castana

di SILVIA CIPRIANO



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astana piccolo comune di circa 700

abitanti, situato sulle colline dell'Oltrepo Pavese tra la Valle Versa e Valle Scuropasso, ha celebrato la fine dell'estate con una “festa giovanile” organizzata da i giovani Castanesi. Il 7 settembre 2018 a Castana si è tenuta la 2^ edizione della “Festa dla Büsa” nel Parco Feste Comunale “la Buca”. Si tratta di una festa organizzata da i “Castanesi” - gruppo volto alla promozione del territorio e organizzazione di eventi – e dalla Pro Loco, con il patrocinato del Comune di Castana.

La festa voluta da i giovani di Castana per i giovani dell'Oltrepo Pavese (e non solo), ha previsto l'intrattenimento iniziale dei “Piracanta”, gruppo dialettale cabarettista composto da Pierluigi Dezza (classe '88), Marco Ricotti (classe '84) e da Dario Torretta (classe '88); questo trio originario dell'Oltrepo Pavese propone un vero spettacolo di cabaret, accompagnato da musiche anni '60 - '70 ispirate ai grandi cantautori popolari milanesi quali Nanni Svampa, Giorgio Gaber, Enzo Iannacci, i Gufi e tanti altri...

Dopo i Piracanta, si sono esibiti i “The Pollywog” una band punk-rock che ha intrattenuto gli amanti del genere proponendo cover dei Nirvana e dei Foo Fighters.



Dalle 23.00 la festa ha cambiato genere con l'intrattenimento musicale di “DJ Frederick Maga & Paolino DJ & Vocalist from Radio 105”; questo duo ha fatto ballare grandi e piccini, proponendo i successi dell'estate 2018 e celebrando la chiusura dell'estate, perchè il fine de la “Festa dla Büsa” è stato proprio quello di celebrare la fine dell'estate! Questa festa è nata con la voglia di fare festa tutti insieme, con bella musica e bella gente, ma soprattutto per valorizzare e rendere sempre più viva Castana. L'evento è stato accompagnato da fiumi di birra e vini delle cantine locali, oltre che da hamburger e salamelle preparati dalla Pro Loco; inoltre hanno contribuito il bar “Le Botti di Castana” con il banchetto degli amari attivo tutta la sera e la pizza a portafoglio più famosa dell'Oltrepo Pavese di “O Scugnizzo”. L'ingresso era ad offerta e parte del ricavato verrà devoluto alla Protezione Civile!



EVENTI

FESTA DELL'UVA Broni

di SILVIA CIPRIANO



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ettembre è un mese “speciale” per l'Oltrepo Pavese, perchè tradizionalmente si festeggia la vendemmia. Tanti sono i comuni che propongono iniziative dedicate a quest'evento...ad esempio Broni ha organizzato un intero week end con la “Festa dell'uva”; l'evento si svolgeva in tre giornate, partendo dalla serata di venerdì 7 settembre con la presentazione della squadra femminile del Basket Elcos Broni 93 – squadra di punta del territorio, alla terza partecipazione consecutiva nel campionato nazionale A1 - e l'intrattenimento musicale di “Marvin & Andrea Prezioso”, che hanno riproposto il meglio della musica anni '90 facendo ballare e scatenare i giovani dell'Oltrepo Pavese in Piazza Vittorio Veneto, il tutto accompagnato dalla Sangria preparata dai ragazzi della Consulta giovani e il buon cibo della Nuova Pro Loco di Broni! La seconda giornata di sabato 8 settembre è iniziata nel pomeriggio con la “Pedalata tra i vigneti” partita da Piazza Vittorio Veneto; questa pedalata prevedeva un percorso di 14 km, con punti ristoro e bellissimi gadget. Il ritrovo finale era sempre in Piazza Vittorio Veneto, dove alle 17.45 è stata presentata anche la squadra “ADS Broni Calcio”.



La serata è stata caratterizzata da “La Notte Bianca” in cui bar, negozi e bancarelle hanno animato il centro di Broni! Il Bar Grande, per esempio, ha organizzato un aperitivo con piccoli finger food preparati da “Ristorante Bazzini” di Canneto Pavese e il “Cruzen”, fantastico aperitivo ideato per l'estate a base di “Crudoo” (Cantine Giorgi), zenzero e ghiaccio. Anche Eclipse American Bar unitamente alla Gastronomia Colombi & Fortunati hanno ideato un “menù notte bianca” proponendo cibi e vini locali, accompagnati da intrattenimento musicale. In Piazza Vittorio Veneto era possibile degustare i vini delle migliori cantine locali, presso il Wine Point dell'Enoteca Regionale; in abbinamento ai vini del territorio, il bistrot di Enoteca ha proposto anche un menù gourmet. La serata in piazza è stata accompagnata dallo spettacolo intrattenimento di “Flavio Oreglio & Staffora Bluzer”.

La terza ed ultima giornata di domenica 9 settembre è iniziata nella mattinata con lo spettacolo del gruppo di musicisti e sbandieratori del Borgo San Marzanotto (Asti) e il Complesso Bandistico Bronese accompagnato dal gruppo Majorette! Il pomeriggio è stato dedicato ai più piccoli, con i giochi della tradizione, a partire dalle ore 16 in Piazza Vittorio Veneto, dove i giovani della Consulta insieme ai volontari Amref hanno portato i bambini alla scoperta della tradizione del vino! Inoltre i bambini hanno avuto la possibilità di cavalcare i pony Briga e Scintilla del Quinto Equestrian Centre. Durante la Festa dell'Uva, la scrittrice Cinzia Montagna ha voluto omaggiare l'evento presentando il suo libro intitolato “La vigna vecchia e la vigna nuova”. La Festa dell'Uva di Broni si è conclusa con l'intrattenimento e i balli proposti da ”Orchestra Katty Piva”, serata dedicata agli amanti del ballo liscio!



EVENTI

“FESTA IN VENDEMMIA" Santa Maria della Versa di SILVIA CIPRIANO



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hiunque senta parlare di Santa Maria della Versa, la prima cosa che balza alla mente è sicuramente il suo legame con il vino, perchè da sempre questa è terra di vigneti e la storica Cantina Sociale La Versa era conosciuta in tutta Italia! Dopo la riapertura del Wine Point (che fino a qualche anno fa era dislocato nel comune di Montescano), Santa Maria della Versa si sta dando da fare per tornare allo “splendore” di una volta...tutti si stanno impegnando, dalle istituzioni ai vignaioli, perchè ci credono davvero. Santa Maria della Versa è un comune che ha ancora tanto da offrire e non vuole “morire”; i giovani della Pro Loco lo stanno dimostrando. Domenica 9 settembre hanno organizzato la tradizionale “Festa in Vendemmia”, giornata interamente dedicata al buon vino, ai prodotti locali, ai giochi di una volta e, soprattutto, alla pigiatura! La giornata è iniziata alle 10.30 nella Piazza Vittorio Emanuele con le bancarelle di artigiani e produttori locali, l'esposizione di antichi trattori del Gatteo Club Stradella e macchine agricole di Vitali, per poi degustare i vini e cibi locali nello stand enogastronomico. La Casa del Raviolo ha contribuito al “Pranzo in Piazza” con la preparazione di ravioli strepitosi; prezioso il supporto del Gruppo Alpini, non solo nel montaggio e smontaggio delle strutture, ma anche nella preparazione di ottimi panini imbottiti con le favolose pancette (con stagionatura di 3 anni) del Sig. Cassinelli. Ovviamente la buona riuscita dell'evento è stato merito di tutte le donne, ragazze e ragazzi che hanno aiutato in cucina e nel servizio, ma anche delle aziende agricole della zona che, in modi differenti, hanno collaborato con la Pro Loco di Santa Maria della Versa.



Il pomeriggio è stato caratterizzato da un ricco intrattenimento, non solo per gli adulti, ma sopratutto per i bambini che, grazie al supporto di animatori, hanno potuto vivere i “Giög d'una vólta” e partecipare alla pigiatura dell'uva; questa è stata sicuramente un'esperienza indimenticabile per i bambini del paese (e non solo): pigiare l'uva con i piedini scalzi, lascerà in loro un ricordo indelebile e probabilmente acquisiranno più consapevolezza verso questo territorio ricco di tradizione! Tuttavia, l'esperienza della pigiatura era rivolta anche agli adulti; chi voleva poteva iscriversi e partecipare, a condizione che formassero una squadra composta massimo di tre persone; vinceva chi pigiava la maggiore quantità di uva in due minuti. L'intera gara è stata accompagnata dall'intrattenimento musicale dei “Piracanta”, gruppo dialettale originario dell'Oltrepo Pavese che ha proposto un vero spettacolo di cabaret, accompagnato da musiche anni '60 - '70 ispirate ai grandi cantautori popolari milanesi quali Nanni Svampa, Giorgio Gaber, Enzo Iannacci, i Gufi e tanti altri... La Festa in Vendemmia ha portato grande soddisfazione agli organizzatori che continueranno ad impegnarsi per il futuro di questo paese!



EVENTI

“FESTA D'AGOSTO" Rovescala di MICOL PIAZZA



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ra le verdi colline che sovrastano il confine tra Lombardia ed Emilia, ammorbidite da filari carichi di uva quasi matura, si è conclusa a Rovescala, piccolo paesino nella provincia di Pavia, l'annuale " Festa d'Agosto" . Come ogni anno la Pro Loco, con l'ausilio del Comune e delle associazioni locali, ha organizzato la festa ormai nota da diversi anni, agli amanti della buona cucina, della buona musica e del divertimento. Come di consueto si è svolta nell'ultimo weekend del mese ma quest'anno una grande novità ha accompagnato l'attesa dell'evento; la Pro Loco ha portato la festa a svolgersi per la prima volta nella piazza principale del paese, creando così un evento più grande abbracciato da tramonti ammalianti e paesaggi suggestivi. La serata giovani del sabato in cui erano sul palco i Dejavu, è stata posticipata al martedì per maltempo, ma ha ottenuto lo stesso il maggior afflusso di persone, la pista da ballo era piena di grandi e piccini fan della band, che ormai da qualche anno fa tappa fissa ad agosto con la Pro Loco. I tanti partecipanti hanno invaso la piazza divertendosi e gustando prodotti locali; si sa infatti che la Pro loco di Rovescala sia conosciuta al pubblico proprio per la buona cucina, per la ricercatezza delle materie prime,per il gusto e per la creatività con cui propongono tutto ciò lo chef Fabio e tutto lo staff della cucina.Il buon cibo viene accompagnato da ottime birre e dall'eccellenza di queste terre: il vino. Che sia Bonarda, Barbera, Pinot o Riesling questo prodotto, così prezioso, dona al pasto quel sapore di tradizione che con il proprio lavoro ci tramandano le tantissime aziende vitivinicole presenti in Paese.



A seguito delle annuali 4 serate, l'agosto Rovescalese ha compreso giovedì 30 con la serata a scopo benefico con l'obiettivo di costruire un nuovo parco giochi, e sabato 1 settembre con la festa per i 10 anni di attività del servizio Auser, un'associazione molto importante per la comunità dato il profuso impegno per sostenerla con differenti servizi gratuiti e infinita disponibilità. La festa è sempre un grande evento in cui la Pro loco lavora ininterrottamente a ritmi serrati tra montaggio e smontaggio di tendoni, tavoli, palco, cucina...insomma si sa che in questi casi chi ha un ruolo attivo in queste feste lavora prima, durante e dopo garantendo un servizio ottimo a tutti coloro che passano, si fermano e danno il loro contributo con la loro presenza. Per questo è doveroso fare i miei complimenti a tutto lo staff e al loro presidente Alessandro Dellafiore che come si dice "se non ci fosse bisognerebbe inventarlo". Quando finiscono queste feste, le giornate iniziano ad accorciarsi, i profumi della vendemmia si respirano ormai nell'aria, si ritorna al lavoro, lo scuolabus giallo ritorna sulle strade e un po' di tristezza rimane tra le dita, ma è bello sapere che posso darvi l'arrivederci dicendovi che presto potremo vivremo insieme un'altra avventura enogastronomica e divertente proprio a Rovescala, con la Festa del Vino Nuovo che si svolgerà nel mese di Novembre.



Le ricette di Micol


Micol, 33 anni, mamma a tempo pieno di Zelda (16 mesi), Milanese con una innata passione per la natura, cresciuta professionamente lavorando in aziende di formazione,nel 2010 mi sono trasferita nell’Oltrepo Pavese nel paesino in cui ho passato le mie vacanze sin da bambina e dove ho trovato le mie persone e i miei posti del cuore. Amo gli animali e se fosse per me mi ritroverei a vivere in uno zoo, ma per ora ci accontentiamo di 3 cagnolone molto coccolone. Adoro il buon vino e la buona cucina, piĂš mangiare che cucinare visto che il mio compagno è un ottimo cuoco, ma mi piace dilettarmi in piatti nuovi e spesso vegetariani. Mi piace la tradizione con uno sguardo alla novitĂ e sono dell'idea che i piaceri della tavola sono tali se condivisi con chi ami.



Flan di fave con asparagi e uova di quaglia INGREDIENTI • • • • • • • • • • • •

150 g di fave scottate e decorticate 1 Cipollotto 2 uova 2 dl di latte 50g di pecorino romano dop grattugiato 4punte di asparagi lessate 2 uova di quaglia 1dl di panna fresca 1 mazzetto di basilico Pinoli q.b. Olio extravergine di oliva Sale e pepe

Dosi per 4 persone Tempo di preparazione 35 min Tempo di cottura 25 min Kcal 268

PREPARAZIONE Rosolate il cipollotto tritato a fiamma bassa in una pentola con 1 cucchiaio d'olio per due minuti, unite le fave e proseguite la cottura per 2-3 minuti, mescolando di tanto in tanto.Regolate di sale e pepe, poi fate intiepidire.Frullate il composto con il latte e 4-5 foglie di basilico, poi incorporate il Pecorino e le uova, uno alla volta. Versate il composto negli stampini precedentemente unti, disponeteli in una teglia, versate acqua bollente fino a metà della loro altezza e cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° C per circa 20 min. Nel frattempo lessate le uova di quaglia per 3 min in acqua bollente, poi passatele sotto acqua fredda e sgusciatele Scaldate la panna, poi frullatela con 10 foglie di basilico e un pizzico di sale e i pinoli. Suddividete la salsa sui piatti, aggiungete i flan, decorate con le uova, le punte di asparagi tagliate a metà e le foglie di basilico i pinoli;spolverate con abbondante pepe e un goccio d'olio prima di servire.

Buon appetito!




COMUNE DI CASTEGGIO 2018


PAVIA&NON SOLO

NEWS MAGAZINE N° 6 - SETTEMBRE 2018 DIRETTORE EDITORIALE: Filippo Quaglini RESPONSABILE: Filippo Quaglini REDATTORI: Marco Agnelli, Silvia Cipriano, Cristina Dinatale, Isa Maggi, Filippo W. MAlagori, Veronica Marigio, Micol Piazza, Valeria Portinari PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Sara Giammona

Tutti i diritti riservati la riproduzione totale o parziale è vietata in qualsiasi forma

CONTATTI Via Francana 19 - 27100 Pavia Telefono: 0382 1543534 - Cell. 320 6990692 Mail: info@pvmagazine.it www.pvmagazine.it


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