Filmdoc99

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FILMDOC NUMERO

99

Anno XXI • settembre | ottobre 2012

TARIFFA REGIME LIBERO: “POSTE ITALIANE S.P.A.• SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB GENOVA”

DISTRIBUZIONE REGIONALE GRATUITA

PERIODICO DI INFORMAZIONE CINEMATOGRAFICA

Venezia 2012 03

Nel segno dei maestri

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Reality

Intervista a Toni Servillo

Cinema &Scuole 2012-13


IN QUESTO NUMERO

PERIODICO DI INFORMAZIONE CINEMATOGRAFICA

NUOVA SERIE • ANNO XXI • N° 99 SETTEMBRE OTTOBRE 2012 REDAZIONE c/o A.G.I.S. LIGURIA via S.Zita 1/1 16129 Genova tel. 010 565073 - 542266 fax 010 5452658 www.agisliguria.it e-mail: agisge@tin.it DIRETTORE RESPONSABILE Renato Venturelli COORDINAMENTO EDITORIALE Daniele Biello Vittorio Di Cerbo Gianfranco Ricci Riccardo Speciale Coordinamento redazionale Giancarlo Giraud Registrazione stampa N. 30/93 (1/10/1993) del Tribunale di Genova Progetto grafico, ricerca immagini e impaginazione B&G Comunicazione via Colombo 15/2 - 16121 Genova info@begcom.it Stampa Ditta Giuseppe Lang srl Via Romairone, 66 - 16163 Genova (Bolzaneto) Questa pubblicazione, ideata nel quadro della collaborazione tra Regione Liguria - Settore Spettacolo e la Delegazione Regionale Ligure dell’AGIS, contiene i programmi delle sale del Circuito Ligure Cinema d’Essai e viene distribuita gratuitamente, oltre che in dette sale, anche nei circoli culturali e in altri luoghi d’incontro e di spettacolo

© A.G.I.S. Liguria - Regione Liguria

I cinema del Circuito Ligure Cinema d’Essai aderiscono a:

FILMDOC

Per salvare Filmdoc IL NUMERO DI FILMDOC CHE STATE SFOGLIANDO POTREBBE ESSERE L'ULTIMO. Dopo vent'anni di pubblicazione, e alle soglie del numero 100, la rivista si trova infatti in un momento di grave difficoltà economica, dovuta alla mancanza del contributo dell'Assessorato alla Cultura della Regione Liguria, che ne aveva permesso la nascita e che in tutti questi anni l'aveva sostenuta. Per tale motivo, questo numero 99 esce in edizione ridotta, a 16 pagine e in sole 5000 copie. Tutti vi hanno lavorato a titolo assolutamente gratuito, dalla redazione ai grafici ai collaboratori, mentre i costi vivi di stampa sono stati sostenuti direttamente dalle sale in cui Filmdoc viene distribuito. Una mobilitazione per impedire che la rivista si interrompa, proprio nel momento in cui la sua diffusione sta incontrando un grande consenso tra spettatori e addetti ai lavori di tutta Italia. Nato come forma di sostegno all'attività dei cinéclub, Filmdoc non si è limitato in tutti questi anni a pubblicare i programmi delle sale, ma è diventato una vera e propria rivista per discutere del cinema che si sta facendo, ha lanciato molti giovani che adesso lavorano stabilmente nella professione giornalistica, ha assunto una dimensione sempre più nazionale (in questi ultimi mesi, tra l’altro, Bruno Fornara è diventato selezionatore della Mostra di Venezia, Giona A.Nazzaro del festival di Roma, Roberto Pisoni direttore di Sky Arte, e così via) ma al tempo stesso ha continuato numero dopo numero ad approfondire la storia e l'attualità del cinema in Liguria. In questi vent'anni, Filmdoc non è mai stata una rivista di semplice promozione dei film, come altre che già esistono in Italia, ma un luogo di discussione, di informazione e di riflessione: una rivista di cultura cinematografica, insomma. L'unica esistente in Liguria. Il rischio, adesso, è che dal prossimo mese non troviate più Filmdoc nei cinema che frequentate. Nella migliore delle ipotesi proseguirebbe le sue pubblicazioni in rete, concentrandosi sul sito internet già esistente (www.filmdoc.it), ma abbandonando l’indispensabile rapporto diretto con gli spettatori nelle sale. Se volete ancora trovare Filmdoc nei vostri cinema, fatevi vivi: basta inviare una mail all'indirizzo dell'editore agisge@tin.it . Per evitare che un altro pezzetto di cultura ligure vada distrutto. La redazione di Filmdoc

F.I.C. F.E.D.I.C. C.G.S. A.N.C.C.I. La rivista è anche visibile on-line sul nuovo sito www.filmdoc.it . Ogni numero è anche scaricabile in formato pdf.

03> Nel segno dei maestri Intervista a Spike Lee

04> Nuovo cinema Reality

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05> Intervista a Toni Servillo 06 - 07> Le recensioni doc FilmDoc ragazzi

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Colonne sonore Cinema e cucina

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09> La posta Doc Forza Italia

10> Festival di Cannes Festival di Bologna

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11> Cinema per le scuole Occhio ai film doc

12-15> Programmi sale d’essai

www.filmdoc.it

In copertina Marco Bellocchio ha partecipato a Venezia con Bella Addormentata

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Leggi la rivista, guarda i programmi e commenta gli articoli sul nuovo sito on line


FESTIVAL DOC

69 Edizione della Mostra d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia 2012

Nel segno dei maestri Anderson, Bellocchio e Malick riaffermano il primato dell’immagine. Ma a vincere è Pietà di Kim Ki-duk

PIETÀ di Kim Ki Duc

Kim Ki Duc

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LLA FINE L’HA SPUNTATA IL “COREANO”, con buona pace degli sciovinisti nostrani dell’ultima ora. Pietà, il cupo dramma anti-capitalista del redivivo Kim Kiduk, ha accontentato tutti, dalla critica al pubblico in Sala Grande, compattando la giuria guidata dal bizzoso Michael Mann. Un verdetto piuttosto prevedibile, che ha fatto però inviperire chi avrebbe voluto sul gradino più alto l’eterno enfant prodige Olivier Assayas - suo l’applaudito bildungsroman post-sessantottino Après Mai - o Bella addormentata di Marco Bellocchio. La lotta, perciò, era tra grandi nomi. Se qualcosa si può rimproverare a Venezia 69, è forse proprio il non aver portato alla ribalta nuove personalità registiche, rimaste quasi tutte inchiodate sulla carta insieme alle rispettive bandierine nazionali. Sono mancati i Fedorchenko, i Larraìn o i Lanthimos di turno, e a farla da padroni, oltre a Kim Ki-duk, è toccato a cineasti già affermati, penalizzati sì dal confronto col recente passato, ma comunque capaci di assicurare un buon livello medio al primo atto del Barbera bis. Poche sorprese, dunque: qualche bluff (La cinquième saison di Brosens e Woodworth, Spring Breakers di Harmony Ko-

Olivier Assayas

Terrence Malick

[ di Massimo Lechi ] rine), oggetti misteriosi (Fill the Void di Rama Burshtein), esotismi (Thy Womb di Brillante Mendoza), certezze festivaliere (il temibile Ulrich Seidl, Premio Speciale della Giuria con Paradise: Faith) e un solo motivo di vero imbarazzo (Passion di Brian De Palma). Le vette? Su tutti, due titoli americani, accolti purtroppo da perplessità e molta miopia. Solo applausi rispettosi, infatti, per The Master di Paul Thomas Anderson, premiato con Leone d’argento e Coppa Volpi maschile ex aequo a Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix: un impressionante romanzo di non-formazione, incentrato sull’ambiguo legame tra uno spiantato e il carismatico fondatore di una setta religiosa. Un’opera ambiziosa e spiazzante che, con immagini potenti e dissonanze sonore, conferma un talento votato alla ricerca dell’animalità nelle gabbie sociali. Fischi e ululati, invece, per il latitante Terrence Malick, grande favorito della vigilia. Suo il film più temerario della Mostra, estremizzazione radicale del precedente The Tree of Life. Poema per immagini e flussi di coscienza con la volteg-

Paul Thomas Anderson

Marco Bellocchio

giante Olga Kurylenko protagonista assoluta, To the Wonder racconta l’Amore (maiuscolo) come condizione esistenziale. Nascita e fine dei sentimenti, fluttuazioni della passione, solitudine e intimità: l’uomo è solo nella Natura e Malick è l’unico ormai ad avere l’incoscienza di filmare l’infilmabile. Un capolavoro “suicida”, clamorosamente incompreso. Discorso a parte infine merita la delegazione italiana, per una volta ammirevole. Interlocutorio Un giorno speciale di Francesca Comencini, ma davvero brillanti le prove di Daniele Ciprì e Bellocchio, attualmente nelle sale. Il primo, all’esordio senza il sodale Maresco, con E’ stato il figlio ha abbandonato il cinismo di sempre in favore di un grottesco immaginifico sospeso tra la sceneggiata, il pop neomelodico e lo studio antropologico, strappando ben due premi (miglior fotografia e il Mastroianni per Fabrizio Falco). Il secondo, in Bella addormentata, ha dato vita ad un affresco notturno sui tormenti dell’Italia dilaniata dal caso Englaro, un complesso mosaico di destini alla deriva in un paese smarritosi di fronte al dilemma etico. Cinema di suggestione visiva, in grado di interrogarsi sul reale con forza lancinante. Cinema che resta, nonostante i Leoni mancati.

Venezia 2012 - Presentato “Bad 25” su Michael Jackson

Spike Lee, lettera d’amore [ di Maria Francesca Genovese ]

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on Bad 25 Spike Lee ha fatto a Michael Jackson il regalo più bello. Perché il documentario, che celebra i 25 anni dell’album Bad, lascia da parte tutta la spazzatura che ha ricoperto la vita privata del folletto di Neverland per concentrarsi sul suo genio musicale senza pari e sulla sua straordinaria etica del lavoro. Con una classe, un ritmo interno e una forza emotiva che confermano Lee come uno dei più interessanti documentaristi contemporanei. Il film, Fuori Concorso a Venezia, si snoda attraverso le diverse canzoni che compongono l’album, con immagini rare, dettagli tecnici inediti e interviste ai collaboratori del cantante e agli artisti che ne sono stati più influenzati. “Bad 25 è la mia lettera d’amore a Mi-

chael”, ha spiegato Lee a Venezia. “Sono cresciuto ascoltando la sua musica, da ragazzo copiavo il suo taglio di capelli per assomigliargli”. Durante la lavorazione del film ha scoperto qualcosa di nuovo su di lui? Ho accettato subito di realizzare questo documentario perché la Sony voleva che mi concentrassi solo sulla musica, sul suo geniale processo creativo. Qui si vedono il sangue, il sudore e le lacrime che stanno dietro a ogni capolavoro. Bad veniva dopo Thriller, l’album più venduto al mondo, e Michael ha lavorato moltissimo per replicare quel successo. Nel film dà molto spazio al ballo. Michael viveva per ballare, ed era eclettico:

prendeva spunto dai balli di strada così come dai grandi ballerini del passato. Per esempio la coreografia di Smooth Criminal è un omaggio al Fred Astaire del film The Band Wagon di Vincent Minnelli. Il film si conclude con la performance di Man in the Mirror allo stadio di Wembley. Quando è morto la cantavano tutti, come alla morte di Lennon cantavano Imagine. Ogni volta che Michael interpretava quella canzone sembrava quasi attraversato dalla musica, non faceva già più parte di questo mondo SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

FILM DOC

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PRIME DOC

Matteo Garrone reinventa la commedia all’italiana nel film che ha vinto il Gran Premio della Giuria a Cannes

Nuovo cinema

© Filmauro – Romolo Eucalitto

REALITY

[ di Bruno Fornara ]

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N PRINCIPIO C’È LA CAOTICA PERIFERIA napoletana con una carrozza dorata dalle poltrone rossofuoco, cavalli bianchi, pennacchi e bardature, valletti in pompa magna. La macchina da presa viene giù dal cielo e segue la carrozza fino a uno di quei megaristoranti fiabeschi, dove si tengono feste e ricevimenti. Reality di Matteo Garrone inizia con uno sfarzoso matrimonio, prepotente esibizione di sperpero di denaro. Intorno, ci sono la Napoli disastrata, il traffico imbottigliato, l’inquinamento, i quartieri popolari: nel castello, per un giorno, c’è la carnevalesca carrozza, una pioggia di confetti, la foto di gruppo davanti a una finta cascata, ci sono gli sposi, i familiari, gli invitati, tutti lì a negare ogni evidenza. E, quel che più conta, alla festa nuziale partecipa una star della televisione, uno che è arrivato alla finale del Grande Fratello, pagato per dispensare baci e autografi. Eccoci qua. Dentro una resuscitata commedia all’italiana. Genere glorioso, scomparso verso gli anni Settanta. Genere che ha insegnato agli italiani quale sia stata la loro storia e che si è chiesto quali fossero e continuino a essere i nostri caratteri nazionali, le sempiterne inclinazioni, gli usi, i costumi, i comportamenti dell’italiano medio e mediocre di fronte agli sbandamenti delle nostre vicende negli anni dall’Unità fino al boom economico e adesso, con Reality, fino alla desiderata irrealtà del Grande Fratello. Perché questo è Reality: una commedia all’italiana, classica e attuale, comica, triste e consapevole, che racconta gli ultimi decenni quando si è creduto in una felicità a portata di mano e in una gloria a disposizione di chiunque, soprattutto di chi, per quanto infelice e disperata fosse la sua esistenza, ce l’avesse fatta a entrare nel mondo dell’illusione televisiva. Come in uno dei più bei film e delle più profonde commedie italiane, Una vita difficile di Dino Risi, anche Reality racconta la vita troppo difficile di un italiano qualunque, il pescivendolo napoletano Luciano Ciotola: e già questo nome e 4

FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

cognome è all’altezza dei nomi e cognomi dei (Sordi) e Giovanni Busacca (Gassman), infingardi personaggi della nostra commedia, come il Silvio eroi nelle trincee della grande guerra. La comMagnozzi di Alberto Sordi nel film di Risi. Ciotola media italiana mette in scena i nostri vizi capitali, e Magnozzi: piccoli italiani alle prese con pronon perdona i suoi protagonisti senza gloria che blemi e sogni, con il magnà, con una ciotola da passano dalla sottomissione servile alla ribelriempire, con i soldi, il lavoro. Basta una manciata lione insensata, che vorrebbero sfuggire alle di film dolceamari e cent’anni di storia ci passano trappole della storia e invece ci cascano sempre davanti. Dalle lotte operaie della Torino di fine Otdentro. Eppure ogni regista di commedie sta al tocento de I compagni alla prima guerra monfianco del suo personaggio, lo vuole capire. Quediale di La grande guerra, al fascismo di La sto fa Garrone con il pescivendolo Ciotola: la sua marcia su Roma, a Una vita difficile che dalla Reinfatuazione imbecille per la gloria televisiva è sistenza arriva al boom economico e alle illusioni un’altra delle tante fregature all’italiana, quando dei primi Sessanta. Reality aggiunge orgogliosasi perde di vista la realtà e si finisce in un reality inconsistente e perdente. Ciotola è testardo, simmente a questa storia qualche altro decennio, patico, allegro, tatuato, è un piccolo truffatore (i quelli dell’addormentamento televisivo. robot domestici a forma di pinguino!) ed è povero, Verso la fine dei Settanta la commedia all’italui e la sua corte familiare di donnone e bambini liana era svanita nel nulla, nessuno era più riuscito a raccontare (salvo rari casi, tra gli ultimi il Non pensarci di Za… Questo è Reality: una commedia all’itanasi) la nostra storia insieme alla liana, classica e attuale, comica, triste e storia di un italiano come tanti. consapevole, che racconta gli ultimi deNegli anni Ottanta sono venuti sul proscenio i cosiddetti nuovi comici, cenni quando si è creduto in una felicità a che non guardavano (e continuano portata di mano e in una gloria a disposia non guardare) al di là di se stessi, che pensano che loro stessi bazione di chiunque… " stino a fare un film, che credono di non avere bisogno di un buon regista che vivono in un palazzo cadente. Da lì, Ciotola e di bravi sceneggiatori, che fanno piccoli film vuole scalare la piramide del successo e per sadove la nostra storia non c’è o è accucciata sullo lire in alto perde se stesso, si costruisce come il sfondo. Reality sta invece dentro gli ultimi venpersonaggio che la televisione vuole che sia. L’att’anni e ne racconta l’epilogo, segue un Luciano tore principale e bravissimo, Aniello Arena, ha un Ciotola che non si accorge neppure che il sogno perfetto nome da commedia all’italiana, un napotelevisivo è tramontato. Reality è la fine dei sogni letanissimo Aniello pronto a buttarsi nell’arena e il suo protagonista non lo sa. televisiva. Che Aniello Arena sia un carcerato, C’è un'altra ragione che fa di Reality una vera commedia all’italiana ed è che Garrone ama prochiuso da anni e per altri anni ancora a Volterra, dà a Reality un sapore crudele. Anche in questa fondamente Luciano Ciotola. Il Garrone narratore commedia all’italiana, l’italiano inteso come some regista sa bene che Ciotola sbaglia tutto, da matoria di tutti gli italiani è condannato a sconquel matrimonio pacchiano fino all’imponente via tare la pena nel suo carcere di storte abitudini, crucis romana e all’ingresso (sognato?) nel sansogni bislacchi, infatuazioni grottesche, patetiche cta sanctorum televisivo, nel paradiso terrestre fantasticherie. Sogni del tutto sbiaditi: neppure il del Grande Fratello. Sa che sbaglia tutto eppure Grande Fratello fa più gli ascolti di una volta. gli vuole bene, come Risi voleva bene al suo Magnozzi e Monicelli ai suoi soldati Oreste Iacovacci


INTERVISTE DOC

Intervista a Toni Servillo, nelle sale con E’ stato il figlio e Bella addormentata

È stato il figlio

L'Italia in guerra: contro la cultura

Gorbaciof

Il divo

[ di Alberto Castellano ]

E’

il protagonista di E’ stato il figlio di Daniele Ciprì, per la prima volta senza Maresco. E' uno degli interpreti di Bella addormentata di Marco Bellocchio, ispirato alla storia di Eluana Englaro e accompagnato prima e durante le riprese da accese polemiche. Sta girando La grande bellezza, il nuovo film di Paolo Sorrentino, che comprende nel cast anche Carlo Verdone e Sabrina Ferilli. Tutti dati che ribadiscono inequivocabilmente come Toni Servillo sia oggi l’attore italiano più richiesto dal cinema d’autore. Com’è stata l’esperienza di E’ stato il figlio? E’ il primo film diretto da Daniele Ciprì da solo, cioè senza Maresco. Protagonista della storia tratta dal romanzo dello scrittore palermitano Roberto Alajmo, è la famiglia Ciraulo, la classica famiglia allargata di poveri cristi che vivono in condizioni di grande disagio. Il capofamiglia Nicola, interpretato da me, ha due figli di 8 e 20 anni e si arrangia raccogliendo e vendendo ferro vecchio abbandonato in fabbriche dismesse. Un giorno in seguito a un incidente con un tram nelle strade del centro, la sua bambina resta uccisa e dopo qualche tempo l’uomo scopre che lo stato risarcisce con ingenti somme le famiglie vittime di omicidi anche colposi e così la famiglia si trova improvvisamente a vivere una condizione di benessere. Da questo momento il film racconta la metamorfosi di questo nucleo e in particolare mette a fuoco la ‘miseria della ricchezza’. Da Morte di un matematico napoletano del 1992 a Il gioiellino, hai girato poco meno di 20 film in un arco di 20 anni. Una bella media considerando la tua intensa attività teatrale. In questo periodo ti dividi freneticamente tra set, palcoscenici e postazioni per letture poetiche. Si, negli ultimi anni ho lavorato molto nel cinema, nel 2010 sono usciti addirittura quattro film dei quali sono protagonista. Per ora riesco a dividermi tra cinema e teatro senza penalizzare nessuna delle due forme espressive. Quest’inverno, ad esempio, ho portato ancora in giro Sconcerto e dopo il debutto a Napoli il recital

poetico Toni Servillo legge Napoli nel quale leggo brani di poeti e scrittori di ieri e di oggi (Viviani, Eduardo, Russo, Di Giacomo, Moscato, Borrelli, De Giovanni, Montesano). E dopo il film di Ciprì ho avuto il piacere e l’onore di girare un film con un grande maestro come Anghelopulos, ma è durato poco perché come si sa il regista greco è rimasto vittima di un tragico incidente durante le riprese. E’ stata una grande perdita che ha scioccato tutta la troupe. Il film è rimasto incompiuto e non sarà facile trovare un regista in grado di portarlo a termine con armonia formale e compattezza stilistica. Anghelopulos dopo aver visto Il Divo, mi ha cercato per propormi il ruolo del protagonista nel suo nuovo film ambientato in Grecia. Lui, si sa, ha sempre avuto un buon rapporto con il cinema italiano sia in termini di coproduzioni che per la scelta di alcuni attori come Mastroianni e Volontè. Ci siamo incontrati sul set di Ciprì in Puglia e ci siamo subito intesi per un rapporto professionale. Al centro della storia ambientata nel porto del Pireo di Atene, c’è il conflittuale rapporto tra un uomo che vive con l’immigrazione clandestina e sua figlia appassionata di teatro che frequenta una compagnia della città che sta provando L’opera da tre soldi di Brecht. C’è insomma un conflitto culturale e generazionale che naturalmente è anche uno spaccato del dramma economico che la Grecia sta vivendo, ci sono anche molte scene di massa. A parte Martone con il quale hai lavorato molto nei primi anni ’90 per poi farti dirigere di nuovo in Noi credevamo, l’autore al quale devi sicuramente molto è Paolo Sorrentino, anche perché grazie ai suoi film sei diventato uno dei volti più popolari del cinema italiano. Non c’è dubbio. I film che ho fatto con lui, L’uomo in più, Le conseguenze dell’amore e Il Divo, hanno auto un grande successo di pubblico e di critica e sono stati accolti con entusiasmo nelle sale e nei Festival di mezzo mondo. Con Paolo si è creato subito un rapporto speciale, una

sintonia intellettuale e artistica particolare, un alchimia sul set che vantano solo alcuni binomi registaattore storici nel cinema. Quando lavoro con Paolo sento come principio sottile il fatto che il regista quasi mi mandi avanti, a testimoniare zone che lui non riesce ad esprimere proprio per il ruolo che ricopre, che è quello di essere e rimanere nascosto. Quando mi è stato proposto di portare in televisione Sabato, domenica e lunedì del quale sono stato interprete e regista a teatro, ho voluto che fosse diretto da Sorrentino che ha fatto un lavoro egregio. Quali sono i tuoi autori e attori preferiti?

Noi credevamo

Le conseguenze dell’amore

L’uomo in più

Amo molto alcuni maestri dell’Est come TarkovIl gioiellino skij, Kieślowski, Sokurov e poi Rossellini, De Sica, Truffaut. Come attori ce ne sono tanti ma su tutti De Niro e Al Pacino.allo stesso modo. L’Italia di oggi è messa abbastanza male. Nel campo dello spettacolo e della cultura poi la situazione è drammatica. Lo scorso anno sono stato a Sarajevo dove ho fatto Sconcerto con l’orchestra sinfonica locale. Mi hanno raccontato che durante i quattro anni di assedio gli orchestrali non hanno mai saltato una prova, non hanno mai chiuso i teatri e la Biblioteca centrale. Il nostro paese non è in guerra ma lo scenario culturale è peggiore: si continuano ad aprire centri commerciali e multiplex e a chiudere le vecchie sale, i piccoli teatri e i luoghi della cultura. SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

FILM DOC

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LE RECENSIONI DOC

L’INTERVALLO

Una generazione sperduta

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ERONICA (15 anni) e Salvatore (pochi di più) si trovano a convivere per una intera giornata in un fatiscente edificio con giardino alla periferia di Napoli. Forse, quella grande costruzione abbandonata era stata una scuola o un collegio femminile dove si consumò anche il suicidio di una coetanea; ma ora è solo la prigione entro la quale Veronica è stata richiusa per uno sgarro alla camorra locale, mentre Salvatore è stato costretto a farle da custode, in attesa dell’arrivo del boss offeso e delle sue decisioni. Da quanto sembra di capire, come Giulietta, Veronica è colpevole di aver avuto un rapporto (amoroso?) con un ragazzo della banda rivale, però non è questo ciò che il film di Leonardo Di Costanzo racconta. Infatti, L’intervallo non è, né vuole essere, una tragedia scespiriana più di quanto sia un dramma a sfondo sociale in stile Gomorra. Come suggerisce il titolo, e anticipa il prologo letterario in cui si parla di un uccellino in gabbia, Di

Costanzo si propone “solo” di raccontare una generazione colta nell’“intervallo” tra la “colpa” e la “punizione”. E lo fa con lo stile che gli è più congeniale e che gli ha già dato notorietà internazionale: cioè, quello del documentario. Interpretato da “perfetti” attori non professionisti (preparati alla recitazione in uno “stage” di tipo teatrale), L’intervallo è di fatto un film realistico, il quale documenta più che narrare. Le azioni vi sono ridotte al minimo e la storia di quella lunga attesa può essere riassunta in poche righe, senza che l’arrivo finale del boss e il suo dialogo con la ragazza vi aggiunga qualche sostanziale sorpresa. Ma il pregio di Di Costanzo è quello di saper raccontare, senza retorica e senza volontà di lanciare dei messaggi, una generazione sperduta: colta nel rapporto con una società contemporanea, anche se appena accennata; ma soprattutto alle prese con la difficile ricerca di se stessa e del proprio futuro. E, in questo senso, in un film di poche parole, diventa fondamentale il dialogo, squisitamente cinematogra-

BELLA ADDORMENTATA

Buonanotte, Italia

È stato scritto che Bella addormentata è un’opera complessa. Verissimo. Per questo, il maggiore torto che si può fare (ed è stato fatto) a Bellocchio sta nell’appiattire il suo film sul fatto di cronaca cui fa riferimento, il “caso Englaro”, magari per accusarlo (anche questo è stato fatto) di non essere stato abbastanza esplicito (o di esserlo stato troppo) nel condannare le persone, la mentalità o le istituzioni che, su quel “caso” presero posizioni ideologiche, spendendo improvvide parole e mettendoci la faccia. In realtà, quelle parole e quelle facce ci sono tutti (o quasi) in Bella addormentata, solo che rimangono sullo sfondo, relegati come fantasmi 6

inquietanti sui monitor televisivi onnipresenti e sempre accesi, che tutti guardano e molti commentano; ma non sono loro i protagonisti del film di Bellocchio, che come al solito è molto più interessato a raccontare gli esseri umani in rapporto con la realtà, piuttosto che preoccupato di lanciare messaggi pro e contro questo o quella interpretazione della realtà stessa. Certo Bellocchio non rinuncia alle proprie idee (ci mancherebbe!), ma da vero laico e da vero artista tende a dar loro vita nell’uso artistico e autonomo del linguaggio, sortendone un’opera, appunto, complessa. Quattro sono le vicende umane che s’intrecciano sullo sfondo di un “caso” ormai storico, e in modo specifico intorno al tema della “giusta morte”. C’è il deputato PdL, interpretato da Toni Servillo (Bellocchio assicura di aver preso spunto da un caso reale), che, facendo appello alla propria coscienza vorrebbe votare contro la legge liberticida proposta in Senato dal proprio partito e subito dopo dare le dimissioni, ma viene reso impotente dal precipitare dei fatti (la bagarre dopo l’annuncio della morte della Englaro) e riportato ad abbrac-

FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

fico, tra il comportamento dei due giovani protagonisti e il labirinto nel quale questi si trovano a convivere. Prendendosi i propri tempi ed evitando accuratamente di cadere nello psicologismo o nel pedagogico, la cinepresa di Di Costanzo accarezza con amore e curiosità i personaggi, usando lo spazio scenografico come luogo e prolungamento della loro condizione esistenziale. Non giudica, ma descrive. Fa vivere sullo schermo, in tutta la sua silenziosa ottusità, la profonda (anche perché mai consapevole) solitudine di quel ragazzo, Salvatore, prigioniero di un corpo sgraziato e troppo grande, di quel venditore di granite che al mattino scoperchia con il padre i due miseri carretti del loro lavoro e alla sera torna a coprirli senza bisogno di raccontare nulla di ciò che gli è accaduto. Soprattutto pedina Veronica, lasciandola vivere in tutta la sua complessità di teen-ager ribelle, ma non troppo; certo più matura del suo guardiano, ma capace anche di essere ancora bambina tra la vegetazione selvaggia del giardino, così come saprà rivelarsi più adulta dello stesso boss quando in-

ciare la figlia Maria (Alba Rohrwacher), la quale, animata da ideologia ultra-cattolica, rifiutava di parlargli a causa delle sue posizione laiche; ma ora, dopo di aver disertato le manifestazioni davanti all’ospedale di Udine per correre tra le braccia di un ragazzo del partito avverso (con tanto di fratellino fanatico, sino al punto di risultare disturbato di mente), sembra aver scoperto per esperienza esistenziale il divario esistente tra vita e ideologia. Poi, Bellocchio chiama in causa una grande attrice francese (Isabelle Huppert) che, un po’ Medea e un po’ Lady Macbeth, sacrifica la propria carriera per accudire la figlia in coma, aspirando alla santità, ma ignorando le richieste d’aiuto professionale del figlio (Brenno Placido), aspirante attore; e, ancora, investe direttamente su suo figlio Pier Giorgio, chiamandolo a interpretare il ruolo “positivo” di un medico che con tenacia assiste per un’intera notte una tossicodipendente (Maya Sansa) con vocazioni autolesioniste e suicide. L’argomento di Bella addormentata, in cui qualcuno ha voluto leggere anche la metafora dell’Italia, cessa così di essere solo il “caso Englaro” e si allarga sino a investire direttamente il rapporto degli esseri umani con la morte e con la vita. Quello che ne sortisce è un film grande e ambizioso. Solo in piccola parte appesan-

fine si adegua al suo mondo di ottusa violenza. È questa capacità di guardare con lo specifico linguaggio del cinema due esseri umani in formazione, che fa di L’intervallo un film assolutamente da vedere. Purché lo si faccia senza alcuna attesa romanzesca, ma assecondando la sua vera natura stilistica che sta tutta nella capacità di osservare in modo concreto la realtà, sapientemente organizzata come tale, lasciando che sia solo questa a rivelare la propria componente metaforica. Proprio come accade nei migliori documentari.

L’INTERVALLO (Italia, 2012) Regia : Leonardo Di Costanzo – Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Mariangela Barbanente, Leonardo Di Costanzo - Fotografia: Luca Bigazzi - Scenografia: Luca Servino - Costumi: Kay Devanthey – Musica: Marco Cappelli - Montaggio: Carlotta Cristiani.. Interpreti: Francesca Riso (Veronica), Alessio Gallo (Salvatore), Carmine Paternoster (Bernardino), Salvatore Ruocco (Mimmo), Antonio Buil, Jean Yves Morard. Distribuzione: Cinecittà Luce - Durata: un’ora e 30 minuti

tito in fase di sceneggiatura da una certa programmaticità data dall’intrecciarsi delle storie e dei loro contenuti (ideologia, amore, fanatismo, etica professionale), perché, ancora una volta, anche proprio in virtù di questi schemi narrativi, dei quali però sembra aver bisogno, Bellocchio manifesta appieno le proprie migliori qualità nel lavoro di regista: mai riconciliato, sempre alla ricerca di uno sguardo autentico sulla realtà; comunque, autore di un’opera sincera, personale, che non lascia mai indifferenti.

BELLA ADDORMENTATA (Italia, 2012) Regia: : Marco Bellocchio - Soggetto e sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli - Fotografia: Daniele Ciprì - Scenografia: Marco Dentici Costumi: Sergio Ballo – Musica: Carlo Crivelli - Montaggio: Francesca Calvelli. Interpreti: Toni Servillo (Uliano Beffardi), Isabelle Huppert (Divina Madre), Alba Rohrwacher (Maria Beffardi), Michele Riondino (Roberto), Maya Sansa (Rossa), Pier Giorgio Bellocchio (Pallido), Brenno Placido (Federico), Fabrizio Falco (Pipino), Gianmarco Tognazzi (marito Divina Madre), Roberto Herlitzka (lo psichiatra), Gigio Morra (il persuasore), Federica Fracassi (madre di Roberto e Pipino). Distribuzione: : 01 Distribution - Durata: un’ora e 50 minuti


[ di Aldo Viganò ]

È STATO IL FIGLIO

Grottesco d’autore

L

A COMMEDIA ALL’ITALIANA è lontana dal nuovo film di Daniele Ciprì: il primo da lui girato senza la complicità di Franco Maresco. Ciò che differenzia radicalmente È stato il figlio dalle opere di quel glorioso “genere” non è solo il tono esasperatamente grottesco, spinto sino al crinale con il ridicolo, ma soprattutto è lo stile. Ciprì usa immagini esplicitamente antinaturalistiche, fa ricorso a inquadrature e a movimenti della cinepresa decisamente eccentrici, guida la recitazione di tutti gli attori verso modalità molto lontane dal realismo. Esattamente l’opposto di quello che facevano i registi della commedia all’italiana. In questo senso, È stato il figlio si colloca ancora, con legittima coerenza, su un terreno molto più vicino all’astrattezza sperimentale di Cinico Tv di quanto lo sia a I mostri di Risi o al tanto a sproposito citato Brutti, sporchi e cattivi, o anche ai film siciliani di Pietro Germi. Il processo di allontanamento dall’osservazione diretta della realtà, del resto, è dato dalla stessa struttura narrativa del film, che Ciprì incentra sull’evocazione del passato e sul tema della memoria. Nella sala d’aspetto di un ufficio postale, infatti, un uomo racconta agli astanti la storia di una famiglia palermitana (che il film mette in scena

FILM DOC RAGAZZI

sullo sfondo di paesaggi pugliesi) ambientata ai tempi in cui c’era ancora la lira e che, solo alla fine, si rivelerà essere la propria. Una famiglia composta da un padre che si arrangia, da una madre casalinga che fa da mangiare anche per i due genitori di lui, da un figlio ventenne con poca voglia di lavorare e da una figlia adolescente che in cortile esclude dai propri giochi chi chiede con gentilezza di partecipare. L’azione si svolge nell’estrema periferia popolare e mafiosa di Palermo, dove i giovani portano e usano con disinvolta imperizia la pistola. Due colpi mal indirizzati e la figlia stramazza nel proprio sangue. La famiglia piange, ma si getta a capofitto nelle pratiche per il risarcimento ai morti di mafia. La legge fissa in duecentoventi milioni di lire il dovuto dallo Stato. Ci sono, però, i tempi burocratici. Per un po’ i negozianti fanno credito, poi si deve ricorrere agli strozzini; quindi, quando finalmente i soldi arrivano, riunione di famiglia per decidere il loro uso. Ha la meglio, ovviamente, il capofamiglia, che con i soldi rimasti compera una Mercedes nera, nuova fiammante. Il morbo del consumismo è entrato nelle coscienze, anche se la televisione, pur sempre accesa, non funziona più da tempo. Una figlia per un’automobile. Una macchina da

amare, accudire e difendere più della figlia stessa: un feticcio per il quale si può dare la vita e uccidere. È stato il figlio è un racconto che ha per oggetto la società nella quale viviamo, ma con i cui personaggi è impossibile identificarsi, pur in negativo. Al limite lo sguardo dello spettatore può identificarsi solo con quello del vecchio e della bambina che nel cortile assistono silenziosi ai fatti. La commedia all’italiana è davvero lontana: questa assomiglia caso mai a una storia di pupi. Una vicenda vera e metaforica insieme: fredda come un film di Sergio Citti e aperta al sarcasmo spettacolare come uno di Roberta Torre. Ma anche una storia raccontata con coerenza stilistica e inedito respiro narrativo da Daniele Ciprì, il quale mette in scena un film eccentrico, sopra le righe, sempre eccessivamente colorato, ma anche personale, ben recitato, insieme astratto e concreto, dalla frequentazione del quale è difficile uscire in-

differenti, perché in ogni suo passaggio, in ogni fotogramma, c’è chiaramente impresso il segno di un autore di cinema.

È STATO IL FIGLIO (Italia – Francia, 2012) Regia e fotografia: Daniele Ciprì - Soggetto: dal romanzo omonimo di Roberto Alajmo - sceneggiatura: Daniele Ciprì e Massimo Gaudioso - Scenografia: Marco Dentici - Costumi: Grazia Colombini – Montaggio: Francesca Calvelli. Interpreti: Toni Servillo (Nicola Ciraulo), Giselda Volodi (Loredana Ciraulo), Fabrizio Falco (Tancredi Ciraulo), Aurora Quattrocchi (nonna Rosa), Benedetto Ranelli (nonno Fonzio), Mauro Spitaleri (avvocato Modica), Piero Misuraca (Masino), Alfredo Castro (Busu, il narratore), Alessia Zammitti (Serenella). Distribuzione: Fandango - Durata: un’ora e 30 minuti.

[ di Maria Francesca Genovese ]

RIBELLE – THE BRAVE

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rave rappresenta una novità per la Pixar sotto diversi aspetti: prima eroina femminile protagonista, prima sceneggiatura ispirata alle fiabe

(leggende gaeliche e Fratelli Grimm), primo lungometraggio diretto da una regista donna (Brenda Chapman, sostituita in corsa, per divergenze artistiche, da Mark Andrews). Tante novità non hanno però propiziato un risultato pari a quello ottenuto da pellicole superbamente originali come Toy Story, Nemo o WALL-E. Pescare nel repertorio così caro alla partner/padrona Disney ha reso la Pixar forse meno “ribelle”, sicuramente più convenzionale: sulla scia di Mulan, Tiana e Rapunzel ecco un’altra principessa coraggiosa e pronta a costruire il proprio destino senza aspettare l’aiuto del principe azzurro di turno. Anzi, rispetto alle altre Merida si spinge un po’ oltre: lei il principe azzurro lo allontana a colpi di freccia e fugge sul suo cavallo più veloce di Julia Roberts in Se scappi ti sposo. Figlia di Elinor e Fergus, sovrani di un piccolo regno durante il medioevo scozzese, Merida cresce come un maschiaccio, nonostante la madre cerchi di impartirle un’educazione principesca.

Spettinata, disordinata, svogliata tranne quando si tratta di tirare con l’arco, disciplina in cui eccelle, e cavalcare nella foresta. Uno spirito libero, che si trasforma in ribelle quando viene a sapere che i genitori hanno organizzato per lei un torneo cui parteciperanno i figli dei Lord del regno: il vincitore avrà la sua mano. Merida respinge con fierezza l’idea di un matrimonio imposto dalla “ragion di stato” e, dopo aver offeso i Lord con il suo comportamento, litiga furiosamente con la madre. Poiché Elinor non intende cambiare idea, Merida chiede un piccolo aiuto magico ad una strega, ma l’incantesimo praticato sulla povera regina ha effetti del tutto inaspettati … Per salvare madre e regno Merida dovrà usare tutto il coraggio di cui è capace. Sontuoso a livello visivo, sia che la macchina da presa si soffermi sui riccioli rossi e vaporosi di Merida sia che abbracci generosamente la campagna scozzese, il film piacerà ai più giovani, che possono

facilmente identificarsi nel desiderio di affermazione di sé della protagonista preadolescente. Lo splendide vedute delle Highlands possono offrire l’occasione per approfondire la conoscenza, a casa o a scuola, di una delle regioni più belle d’Europa. Ed il torneo per conquistare la mano di Merida è un sunto delle più antiche tradizioni scozzesi, dall’uso del kilt per gli uomini all’accompagnamento delle cornamuse a quelle pratiche sportive che ancora oggi rivivono durante i celebri “Highland Games”. Ottimi anche gli spunti di riflessione offerti dal rapporto, spesso molto teso, tra Merida e sua madre: di fatto le due parlano, ma non comunicano. La relazione migliora solo quando entrambe trovano il tempo di ascoltare davvero ciò che l’una vuole comunicare all’altra.

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FILM DOC

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Biancaneve e il Cacciatore

PERCORSI SONORI • Musiche da Film

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na strega cattiva (ma bellissima), una principessa bellissima (ma bellicosa) e un cacciatore (bello e torbido) che, per la prima volta, non ha un viso e un ruolo insulso, ma diviene centro della storia. Questi gli ingredienti di Biancaneve e il Cacciatore, film di Rupert Sanders che rilegge in chiave gotica la favola resa nota da Walt Disney nel 1937. Accompagna le gesta parecchio eroiche della pulzella la partitura realizzata da James Newton Howard dai toni, ça va sans dire, epici e bellicosi che ricordano, sino allo sfinimento, le arie della trilogia Il Signore degli Anelli (scritte da Howard Shore) e riecheggiano lo stile di Hans Zimmer (d’altronde il compositore ha lavorato proprio con Hans Zimmer per le musiche di Batman Begins e de Il Cavaliere Oscuro). Ma il romanticismo dov’è andato a finire? Verrebbe da dire che è scomparso, così come sono scomparsi alcuni passi salienti della storia, assorbita da ben più proficui effetti speciali. Durante il film, l’unica canzone che si può udire è “Gone”, cantata da Ionna Gika,

Ribelle - The Brave

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uale musica, se non una impavida alla Braveheart, potrebbe accompagnare le gesta di una principessa ribelle che vive nelle Highlands scozzesi del decimo secolo? Al timone musicale di questo riuscito film d’animazione troviamo Patrick Doyle, compositore scozzese nominato all’Oscar per Hamlet e Ragione e Sentimento (diretti entrambi da Kenneth Branagh) e recentemente specializzatosi nel tradurre in note la magia e gli incantesimi (Harry Potter e il Calice di Fuoco Nanny McPhee – Tata Matilda, Eragon e Thor). Doyle, nella sua partitura di Brave, coltiva un tono e uno stile rigorosamente Scottish. Per rendere verosimile l’ambiente musicale, il compositore utilizza molti ritmi presi a prestito dalle danze della tradizione scozzese e celtiche come il strathspey, il reel e il jig, nonché dalla musica popolare irlandese. Ma per suonare ritmi ‘antichi’ e necessario avere strumenti dell’epoca, così Doyle va a ripescare tutti gli strumenti tipici scozzesi: cornamuse, violini solista, arpe celtiche, flauti e il bodhrán (un tamburo a cornice irlandese). Il risultato è sorprendente, se non altro per lo sforzo! Nella colonna sonora sono presenti due brani vocali “Touch the Sky” e “Into the Open Air”, interpretati rispettivamente dalla cantante scozzese Julie Fowlis e dall’inglese Birdy (nella versione italiana corrispondono alle

La guerra dei cuochi

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hef è il titolo dell’ultimo film di Daniel Cohen e diventare uno chef è il grande sogno di Jacky/Michael Youn, il protagonista del film. Jacky ha un talento naturale per la cucina, avendo preparato il suo primo pollo alla basca a quattro anni e il primo soufflé a cinque, lo chiamano “il Mozart del piano. Di cucina, naturalmente”, ma a causa dell’ intransigenza verso i clienti incapaci di cogliere le implicazioni fondamentali dei suoi suggerimenti, nessun ristorante lo vuole assumere. La storia di Jacky ricorda un po’ quella di Rémy, il 8

Prometheus

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orse, uno degli sviluppi più interessanti di Prometheus, nuovo capitolo di Ridley Scott dedicato ad Alien, è proprio la colonna sonora. Motivo? La scelta di rendere omaggio ad alcuni dei temi delle colonne sonore che hanno accompagnato i precedenti capitoli dedicati al mostro spaziale. Marc Streitenfeld (alla sua quinta collaborazione con Ridley Scott dopo A Good Year, American Gangster, Body of Lies e Robin Hood), è l’autore chiamato a siglare la maggior parte della musica scritta per il film. A Streitenfeld è stato affiancato Harry Gregson-Williams, che ha scritto solo i temi "Life" e "We Were Right". Per fortuna il materiale prodotto da Gregson-Williams ha un suono abbastanza simile alla musica composta da Streitenfeld, così non si sente nessuna discrepanza a livello di continuità stilistica, anzi, i due compositori sono persino riusciti a creare un nucleo musicale sorprendentemente coerente. Chi ha amato le musiche dei capitoli precedenti amerà anche queste venticinque composizioni originali. A questo proposito, vale la pena accennare al passato ‘musicale’ di Alien, nello specifico come tutto ha avuto inizio con il primo film.

Alien (1979) è caratterizzato da un approccio musicale particolare, frutto della genialità del compositore americano Jerry Goldsmith, veterano delle colonne sonore, nome spesso collegato al cinema di genere fantascientifico e horror (ha curato gli score per Il pianeta delle scimmie, Il presagio, Atmosfera zero, Capricorn One, La fuga di Logan e Star Trek - il film). Goldsmith, per Alien, elabora una partitura mista, con il proposito di unire episodi musicali di sapore tardo romantico (in uno stile che si colloca idealmente a metà strada tra Debussy e Mahler), a pagine decisamente più avanguardistiche, sperimentali ed atonali. Questa seconda parte più innovativa è caratterizzata da una sofisticata ricerca timbrica: all'orchestra sinfonica di tipo classico si aggiungono strumenti inusuali, come il dispositivo elettronico chiamato echoplex (che consente di far echeggiare a lungo singoli suoni ed evoca così l'idea di ambienti enormi e dai confini indistinguibili), o rari strumenti acustici provenienti dal folclore orientale. Questo approccio musicale suggerisce con efficacia l'idea di un freddo e spaesante ambiente, un ambiente, appunto, alieno ed ostile. Per questo ed altri punti di forza, la colonna sonora di Alien è divenuta punto di riferimento di svariate partiture del genere fantascienza e horror, non venendo meno a questo ruolo nelle successive puntate della serie.

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topolino creato dalla Pixar per Ratatouille. Come lui è capace di abbinamenti inconsueti ma sublimi ed hanno entrambi il medesimo sogno: poter lavorare nel più grande ristorante di Parigi, con il cuoco più famoso di Francia che, in questa commedia enogastronomica, non è Auguste Gusteau ma Alexandre Lagarde/Jean Reno del Cargo Lagarde. Lo staff al seguito di Jacky proviene da realtà lontane da quelle della ristorazione, sottintendendo quindi che “tutti possono cucinare”, anche se il talento creativo appartiene a pochi; i critici gastronomici, come il terribile Ego, hanno il potere di decidere il destino e la felicità dei grandi cuochi e come già in Ratatouille, si suggerisce l’idea che lo Cheval Blanc sia uno dei più grandi vini di Francia e quindi del mondo, “un vino meraviglioso che commuove fino alle lacrime”. Pare che l’annata migliore sia stata il 1961, oltre a quella del ’47, naturalmente! Il nemico da combattere è sempre l’avidità ma, diversamente da Ratatouille, la crociata in difesa della grande cucina francese non è contro i cibi precucinati ma contro un nemico ben più raffinato e quindi più insidioso: la cucina molecolare, ovvero, “cubetti di ghiaccio al pollo atomizzato”, “omelette fosforescente”, “calamaro virtuale: mangi ma non mangi” e “vino senza uva e senza alcool (sigh!)”. Jacky non combatte da solo perché, diversamente da Gusteau, Lagarde è vivo e lotta insieme a lui in difesa dello stufato di manzo e del Navarin. La

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mentre sui titoli di coda scorre "Breath of Life" di Florence + The Machine (è lo stesso brano utilizzato nel trailer del film). Molta, forse troppa parte di questa partitura pare farcita con materiale di riempimento leggero… ma un leggero furbetto, che sa premere i tasti giusti per intrattenere e, occasionalmente, affascinare. Non fa per voi se pensate di venir avvolti da quel senso di magia che Biancaneve dovrebbe rammentare. Se invece all’abito lungo preferite l’armatura, allora questo è il sottofondo ideale prima della battaglia.

canzoni “Il cielo toccherò” e “Tra vento e aria” cantate da Noemi). Melodicamente è tutto pervaso dal travolgente gusto scozzese. Doyle è abile nel raggiungere il tono giusto, il mix tra strumenti ‘antichi’ e orchestra è ben gestito. Se al suono di una cornamusa andate in visibilio, questo è il vostro CD.

QUANDO IL CINEMA SPOSA LA CUCINA  Chef di Daniel Cohen

[ di Barbara Zorzoli ]

polemica è aspra e non è un caso se nel film di Cohen, come nella realtà, il miglior esperto di cucina molecolare sia un cuoco spagnolo, ma trattandosi di una commedia divertente ed equilibrata, la vittoria della cucina tradizionale avviene senza spargimento di sangue. Il nemico non va combattuto ma integrato, imparando ed assimilando le cose buone che, per quanto sia difficile crederlo, si possono nascondere ovunque. Jacky, come tutti coloro che cucinano dovrebbero essere, è attento alle materie prime, acquista i prodotti nei mercati ma, in caso di necessità, non disdegna il negozietto all’angolo, è “l’uomo che sussurra alle verdure”, sa che “la melanzana è suscettibile” e occorre trattarla con molta cura soprattutto quando deve essere grigliata. La cucina è la passione che nutre la vita e quando prende tra le braccia la sua bambina appena nata il primo pensiero di affetto e devozione nei suoi confronti è: “quando potrò cucinarle il Boeuf Bourguignon?”. In omaggio alla figlia di Jacky ed a questa commedia francese, divertente eppure delicata, proviamo a cucinare un grande classico: lo stufato di manzo, ovvero, il Boeuf Bourguignon. Nel farlo, ci ispireremo alla ricetta di una delle più grandi esperte di cucina d’Oltralpe, l’americana Julia Child. Per sei persone. Cuocete in acqua bollente per dieci minuti 150 g. di pancetta tagliata a cubetti e fatela poi rosolare in un tegame con un cucchiaio di olio. Togliete la pancetta e nello stesso

[ di Antonella Pina ] olio mettete 1,5 kg di carne di manzo tagliata a dadini rosolandola da tutti i lati. Togliete anche la carne e fate soffriggere una cipolla ed una carota tagliate a fette. Togliete tutto e ripulite il tegame dal grasso. Riunite gli ingredienti nel tegame, aggiungete sale e pepe, cospargeteli di farina e mettete nel forno a 200 gradi per 5 minuti. Mescolate e fate cuocere per altri 5 minuti. Versate brodo di carne e vino rosso in pari quantità sulla carne fino a ricoprirla. I vini consigliati sono: Chianti, Beaujolais, Côtes du Rhône, Bordeaux, ma potete utilizzare quello che avete, purché abbia una buona struttura. Aggiungete due agli schiacciati, un cucchiaio di concentrato di pomodoro, una foglia di alloro e un rametto di timo. Coprite con un coperchio e fate cuocere in forno a 180° per circa 3 ore. Nel frattempo mettete in una padella con olio e burro 25 cipolline bianche, fatele rosolare e aggiungete 120 ml di brodo di carne, timo, prezzemolo, una foglia di alloro e cuocete per circa 30 minuti, finché le cipolline non sono tenere e dorate. In un’altra padella friggete in olio e burro 450 g. di funghi champignon tagliati a fette di circa 1 cm, pochi per volta altrimenti non diventano croccanti. A cottura ultimata togliete la carne dal tegame, fate addensare il brodo, mettete in un piatto carne, funghi e cipolline e versate sopra al tutto il brodo addensato. Abbinate una bottiglia del vino usato per la cottura e, come direbbe Julia Child: bon appetit!


DISEGNO DI ELENA PONGIGLIONE

LA POSTA DI DOC HOLLIDAY

Ridoppiare stanca

Salve, sig. Fava! Gent.mo dott. Fava, sono un cinefilo incallito da oltre trent'anni e appassionato sul doppiaggio italiano degli anni'30/'50 (…). Ho sempre seguito i suoi cicli televisivi sul cinema quando lei era in RAI, una volta la incontrai al Cinema Alfieri di Firenze dove lei aveva partecipato ad un incontro dei Sindacato Critici Cinematografici. (…) Le chiedo un parere sullo scempio che stanno facendo nel ridoppiare i vecchi classici hollywoodiani nelle edizioni in dvd. Per fortuna talvolta si riesce a recuperare le vecchie colonne del doppiato, personalmente ho pescato il doppiaggio originale del dopoguerra di "Maria Walewska" con la Garbo doppiata da Tina Lattanzi . Essendo un cinefilo ho collezionato molto materiale nel corso degli anni, materiale fotografico d'epoca (foto buste, locandine ecc.) ed anche pellicole in 16 e 35 mm oltre a centinaia di videocassette e adesso dvd. Concludo (…) dicendole, come lei già saprà, che hanno addirittura ridoppiato film "recenti" come "Lo squalo", "E.T", "Occhi di Laura Mars". Che assurdità...! Cordialmente, Lorenzo Gobbi Caro Gobbi, la ringrazio di avermi ricordato il cinema Alfieri. Per molto tempo ho avuto l’abitudine (finché la benemerita manifestazione ideata e diretta da Aldo Tassone non venne incomprensibilmente abolita) di andare ogni anno a Firenze in occasione della preziosa rassegna “France Cinéma”. Vengo subito al tema da lei affrontato, e cioè il problema del doppiaggio e del ridoppiag-

Forza Italia

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gio di molti film del passato, anche (a volte soprattutto) famosi. Credo di essere largamente autorizzato a parlarne. Da un lato sono sempre stato un coerente sostenitore della necessità di disporre di anche copie originali sottotitolate di film stranieri doppiati. Dall’altro sono, da circa 15 anni, il Direttore Artistico di “Voci nell’Ombra”, ormai il più antico fra i festival nostrani riguardanti il doppiaggio. I miei lunghi anni di esperienza Rai mi hanno insegnato che molto spesso si è costretti a ridoppiare un film perché il doppiaggio originario non si trova più. Sembra una stupidaggine o una follia, ma è proprio così. Mi è capitato spesso di dover fare ridoppiare dei film (così, a memoria, me ne vengono in mente due, ma in realtà sono moltissimi: uno è “Angoscia” di Cukor, l’altro è “Il grande sonno” di Hawks). Non ho mai saputo con sicurezza se dietro alle improvvise risposte negative delle Case di distribuzione e di quelle di doppiaggio ci fosse un minimo di malafede o no. Ma in realtà l’esperienza mi insegna che quasi sempre si tratta di disordine nella catalogazione. Una serie di “pizze” (allora i film si conservavano così) venivano messe in un armadio sbagliato, nessuno le cercava per molti anni e di fronte ad una subitanea necessità risultavano ovviamente introvabili. Le racconto un episodio vero e assolutamente incredibile. Ero, mi pare, ancora a RaiUno quando decisi di allestire un ciclo su un’attrice canterina che era stata popolarissima anche da noi prima della guerra e che ormai completamente dimenticata: Deanna Durbin. Il film che le aveva dato una subitanea notorietà è “Tre ragazze in gamba” (Three Smart Girls, 1936) di Henry Koster poi seguìto da “Tre ragazze in gamba crescono” (Tree Smart Girls Grow Up, 1939) dello stesso Koster. Riuscii a trovare e a far comprare il primo film, che era quello che giusti-

Tre ragazze in gamba

ficava l’intero ciclo. Ne acquisii altri, misi insieme un numero accettabile di titoli e varai il ciclo. Poco prima di andare in onda mi telefonò un ottimo montatore della Rai, si chiamava Baldi. Era disperato perché il doppiaggio italiano che gli era stato messo a disposizione non si adattava assolutamente al film della Durbin, tanto più che veniva menzionata, in un film di anteguerra, Elsa Martinelli! Per farla breve, da decenni veniva conservato al posto di “Tre ragazze in gamba” il doppiaggio di un film di Jack Sher intitolato “Quattro ragazze in gamba”. Fui costretto ad andare in onda ugualmente, facendo una figura da stupidotto, e ne ricavai una bella lezione per il futuro.

Per scrivere a Claudio G.Fava: claudio.g.fava@village.it

[ di Giovanni Robbiano ]

Dagli spot al noir Tutti i rumori del mare di Federico Brugia

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EDERICO BRUGIA È FORSE OGGI il più conosciuto regista pubblicitario nazionale, uno dei pochi le cui “campagne” (per Mercedes, per Bmw, per assicurazioni generali…) superano i confini e diventano internazionali, uno con un suo stile, che riconosci, nella scelta delle facce, delle atmosfere, del ritmo, uno, insomma che porta la pubblicità ad essere arte e il pubblicitario ad essere legittimamente un autore. Dentro il pubblicitario Federico, però, lotta per uscire fuori il cinefilo. Il sogno suo, come di tanti sodali, è il cinema. Facile dire che la maggior parte dei colleghi, quando hanno varcato la soglia hanno deluso, spesso pri-

gionieri della loro raffinatezza e dei loro ghirigori espressivi, perfino dei mezzi notevoli che la pubblicità mette a disposizione peri pochi secondi di prodotto. Due secondo me le aree di sofferenza più frequenti, pur se non ineluttabili, della categoria, quando si confronta con il moloch di un film: il rapporto con la narrazione e quello con l’attore inteso come principale veicolo della precedente. Federico si è concesso un regalo: ha investito parte dei guadagni della professione, che sono buoni ma non permettono di acquistare squadre di calcio, anche perché come direbbe Corrado Guzzanti: “C’è grossa crisi” ed ha prodotto e diretto un suo film: “Tutti i rumori del mare”, facendosi aiutare dall’amico e regista di successo (ed ex pubblicitario) Luca Lucini, e da una solida compagnia di produzione Ungherese, Laokoon, che ha collaborato con molte produzioni internazionali che spesso sono approdate a Budapest e dintorni. Ne è venuto fuori un film nobile ed elegante, rarefatto, del tutto anomalo per le no-

stre contrade, la storia di un corriere di anime, che trasporta ragazze dall’est all’Italia per portarle allo sfruttamento e che sente crescere dopo l’incontro con un’ultima “vittima” il peso dei ricordi, dei rimorsi ed il nulla insostenibile di cui si è circondato. E’ un racconto di perdizione e riscatto ammantato di noir che tralascia, per amore o per forza il plot e le sue simmetrie e indaga un piccolo nucleo di anime perdute, riuscendo secondo me a penetrarle e a trasmetterne la crescente, intollerabile sofferenza, il vuoto, infine il dolore. Thriller esistenziale come è stato definito, che pure lascia spazio ad un finale aperto e speranzoso in cui il mare finalmente, dato che il film si svolge in una Ungheria fredda e nuvolosa, copre tutto con i suoi (dolci) rumori. Il film è uscito a fine agosto, poche copie e buone recensioni, cercate di recuperarlo. C’è un cast di sconosciuti o quasi tra cui emerge il volto Pirandelliano di Sebastiano

Filocamo, qualche cameo, Malika Ayane, che è da poco la signora Brugia e che ha pure regalato al film alcuni pezzi musicali davvero belli, il fantastico Mimmo Craig, ancora in forma, una apparizione ironica di Rocco Siffredi che a Budapest vive (e lavora…) In più alcuni straordinari professionisti del posto, tra cui merita menzione Orsola Toth già vista in film da festival spesso meritevoli. Tutte facce giuste in una sceneggiatura piena di suggestioni che, dimenticavo, assieme al buon Federico, ho scritto io.

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FILM DOC

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FESTIVAL DOC

Guida ai film del festival che usciranno in sala

Cannes, mon Amour L’austriaco Haneke vince un’ edizione non memorabile. Tra gli eventi, una saga criminale indiana di sei ore. [ di Renato Venturelli ] Dopo l'ottima edizione 2011, la legge del contrappasso. Cannes 2012 è stata povera di grandi film, i titoli più attesi hanno avuto accoglienze contrastate, ma c'era comunque un pugno di autori in grado di soddisfare il culto cinefilo: da Cronenberg a Bertolucci, dal vecchio Resnais all'ex-giovane Carax. Qualche film è già uscito nelle sale, molti arriveranno nelle prossime settimane. Cominciamo da loro. HANEKE - Ha vinto la Palma d'oro con Amour, gelida e calcolatissima cronaca della morte al lavoro attraverso i corpi di due miti della stagione Nouvelle Vague: Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant. Perfida metafora? Grandi consensi: per qualcuno astutamente inseguiti. VINTENBERG - In The Hunt - La caccia, il nipotino del Dogma racconta l'incubo di un maestro incastrato da un'accusa di pedofilia: un micidiale marchingegno narrativo attorno all'idea di manipolazione e di conformismo, costruito per intrappolare lo spettatore come la cavia di un laboratorio. CHRISTIAN MUNGIU - Il regista che vinse la Palma d'oro con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni prova con Oltre le colline ad uscire dai cliché del nuovo-cinema-romeno, attraverso una storia d'amour fou tra due ragazze in un monastero. KIAROSTAMI - Trasferta giapponese con Qualcuno da amare: un vecchio professore, una escort, un fidanzato geloso... Lontano dall'Iran, Kiarostami rischia le trappole

del turismo d'autore, ma sa sempre teorizzare con leggerezza. KEN LOACH - Truffe e sberleffi al whisky scozzese per Lo spirito degli angeli, favola sociale sui reietti del mondo. Tutto molto leggero, ma Ken Loach si diverte e il pubblico pure. AUDIARD - Il regista del Profeta tenta con Un sapore di ruggine ed ossa la carta del melò, raccontando il rapporto tra un uomo senza legami e una ragazza senza gambe. Il corpo, l'etica, i sentimenti... Bollente sulla carta, più tiepido sullo schermo; con Marion Cotillard. PABLO LARRAIN - Il regista cileno conclude la trilogia cominciata con Tony Manero e Post Mortem: stavolta il titolo è No, ed il protagonista è un giovane pubblicitario impegnato nel referendum del 1988 sulla riconferma di Pinochet. LAWLESS - Avventure di bootleggers nell'America degli anni '20, coi fabbricanti clandestini di alcolici in lotta quotidiana contro sceriffi e poliziotti. Da John Hillcoat (The Road), con personaggi da antico cinema bigger than life. JEFF NICHOLS - E’ il nuovo (o quasi) regista americano del momento, l’autore di Take Shelter che in Mud ci racconta la storia di formazione di un ragazzino: alle prese con un assassino in fuga, con problemi in famiglia, con le prime ragazze, e insomma con l’ingresso nel mondo degli adulti. Molto alla Mark Twain, s’è detto: snobbato dalla giuria, venerato (per ora) dai festivalieri. RESNAIS - A novant'anni, torna con Vous n'avez en-

core rien vu ai suoi temi prediletti: un gruppo di attori si riunisce per una versione dell'Euridice, le varie interpretazioni si intrecciano, e il film riflette su cinema e teatro, vita e morte, amore e tempo. Raffinatissimo, manco a dirlo. GANGS OF WASSEYPOUR - Uno dei pochi eventi di Cannes 2012: un'immersione di sei ore in una delirante epopea gangsteristica indiana, una sorta di Padrino condotto a ritmo vorticoso, tra sangue, passioni, musica, azione. Incandescente. PARADISE: LIEBE - Donna austriaca sovrappeso va in Africa per turismo sessuale, tra asprezze e moralismi: dal regista viennese Ulrich Seidl, abbonato ai festival, quasi sconosciuto in Italia. IN THE FOG - Sergej Loniztsa ci racconta una cupa storia di guerra partigiana ambientata tra monti e neve: il regista ucraino si conferma uno degli autori in crescita del momento, ma fatica ad uscire nelle nostre sale. DOPO LA BATTAGLIA - Poteva mancare un film sulle "primavere" arabe? Da Yousri Nasrallah, ex-collaboratore di Chahine, un film su piazza Tahrir. Tra idealismi e contraddizioni: arriverà in Italia? Per la cronaca. Il referendum tra critici internazionali (Screen International) ha visto al primo posto Amour, al secondo Oltre le colline, al terzo The Hunt, In the Fog, Killing Them Softly, Un sapore di ruggine e ossa. Per il referendum di Le film français, primo Amour, secondo Un sapore di ruggine e ossa, terzo Vous n'avez encore rien vu.

Da Walsh a Boorman, da Grémillon a Demy sempre ricchissimo il Festival del Cinema Ritrovato

Bologna, senza un attimo di tregua Dopo Ford e Hawks la XXVI edizione de Il Cinema Ritrovato di Bologna ha reso omaggio a Raoul Walsh, rendendo accessibile al pubblico gran parte della sua filmografia. Tra i film muti presentati ricordiamo: il primo lungometraggio del 1915, Regeneration (La rigenerazione), perduto e poi ritrovato nel 1976; il melodramma del ‘22, Kindred of the Dust (Come polvere), dal grande pathos griffithiano e What Price Glory (Gloria) del ‘26, un film pacifista con una bellissima e audace Dolores del Rio che firma una delle didascalie: “Ci deve essere qualcosa che non va in un mondo che ogni trent’anni deve bagnarsi con il sangue di giovani soldati” e interpreta Charmaine de la Cognac, una “ragazza spaventata dalla guerra ma affascinata dagli uomini che si fermano davanti al suo sorriso prima di andare a morire”, innamorata, seppur temporaneamente, di uno strepitoso Victor McLaglen. Molti anche i film sonori, tra questi: The Yellow Ticket (Il passa10

porto giallo) del ’31, sulla repressione del popolo russo durante il regime zarista, con un giovanissimo Laurence Olivier al suo debutto nel cinema americano e l’esuberante Lionel Barrymore; Wild Girl (Ragazza selvaggia) del 32 con Joan Bennett, girato in California tra gli alberi secolari del Sequoia National Park; Me and My Gal (Io e la mia ragazza) del ’32 con Spencer Tracy e Joan Bennett e Pursued (Notte senza fine) del ’47, melodramma noir travestito da western interpretato da un grande Robert Mitchum. Anche questa edizione ha avuto un programma ricco di eventi. Ricordiamo, tra le molte emozioni: la proiezione di Lola, il film che Jacques Demy girò a Nantes nel 1961 presentato da Agnés Varda; la retrospettiva dedicata a Jean Grémillon, curata da Paul Vecchiali, che ha consentito di riscoprire il grande e pressoché sconosciuto regista francese attraverso i suoi film più belli, tra questi: L’ètrange monsieur Victor del’38, Remorques del

FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

’39 -41, Le ciel est à vous del’43 e Gueule d’amour del’37 dove Jean Gabin mostra un’insospettata fragilità abbandonandosi in lacrime - nel finale del film - tra le braccia dell’amico René (Lefèvre) in un gesto così intenso da lasciare nel pubblico, abituato all’amicizia virile di Hawks, un certo imbarazzo. Ricordiamo infine, tralasciando molto altro, l’omaggio a John Boorman con la proiezione di Point Blank (Senza un attimo di tregua) e la presentazione del film documentario Me and Me Dad, realizzato da Katrine Boorman, una delle figlie di John: un affettuoso e ironico ritratto del padre. Durante l’incontro con i due Boorman, padre e figlia, decisamente emozionante per i fans di Un tranquillo weekend di paura, abbiamo appreso ciò che il regista inglese pensa di se stesso e del cinema: ”Durante la guerra la mia famiglia si era trasferita lungo il Tamigi ed è lì che per la prima volta vidi una troupe. Pensai che era proprio una bella idea

Raoul Walsh rifare il mondo anziché accettarlo così com’è. E quello è stato l’inizio. Sono una persona chiusa che tiene per sé i suoi segreti. Ho fatto i miei film e mi ci sono nascosto dietro. Ho lavorato con grandi attori, uomini veri, duri e belli e gli ho fatto vivere le avventure che io avrei voluto vivere. Sono diventato Merlino: ho creato la magia grazie alla macchina da presa. Sulla mia tomba dovrebbero scrivere: Ecco, il film è finito. Stop”.

(Antonella Pina)


LIGURIA D’ESSAI

L’offerta didattica di Circuito Cinema Genova

Il cinema per le scuole M

ARTEDI’ 25 SETTEMBRE si è svolta presso il Cinema Sivori di Genova la Quinta Edizione della Giornata Cinema & Scuole.

Da diversi anni la società Circuito Cinema Genova che gestisce le multisale Ariston, City, Corallo, Odeon, Sivori e il Nuovo Cinema Italia di Arenzano organizza presso la storica sala Sivori un momento di incontro con il mondo scolastico. L’iniziativa si rivolge ai dirigenti e docenti delle diverse fasce scolari degli istituti genovesi e della Provincia con l’intento di presentare l’ampia proposta didattica per i mesi a venire. Il Cinema può infatti rappresentare un utile strumento integrativo al percorso intrapreso in classe aiutando lo studente a comprendere e ad approfondire le complesse problematiche della vita grazie alla sua forza e alla sua immediatezza. Numerosi i progetti presentati: tra questi Cinemando Corso Introduttivo al linguaggio cinematografico, Educare alla Legalità e Giustizia in collaborazione con “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” che prevede, su richiesta del docente, la proiezione di uno o più film sul tema. Cinea Scuole un percorso in collaborazione con il Comune di Genova che, attraverso la visione di documentari proveniente dal Festival Cinemambiente di Torino, intende sensibilizzare i ragazzi a favore di uno stile di vita più sostenibile. E ancora Diritti al cinema in collaborazione con Amnesty International che affronta, attraverso il media cinematografico, il delicato tema della diversità.

Alla presentazione dei progetti ha fatto seguito la proiezione di alcuni trailer di film di prossima uscita adatti a visioni scolastiche e la proiezione speciale del film Il Rosso e il Blu alla straordinaria presenza del regista Giuseppe Piccioni. Il lungometraggio presentato, tratto dall’omonimo libro di Marco Lodoli, è una commedia corale che affronta proprio le complessità del mondo scolastico. La scuola – come sostiene lo stesso regista ha l’obiettivo di insegnare, o di arginare le pericolose deviazioni correggendo la rotta del destino di molti, aiutando a scoprire vocazioni e interessi. Dove tutto ciò che è al di fuori sembra essere infinitamente più forte nella capacità di creare condizionamenti negativi, rispetto alla quotidiana fatica di tutti i migliori insegnanti. La pubblicazione con l’offerta didattica di Circuito Cinema Genova è disponibile su richiesta degli insegnanti presso le casse dei cinema aderenti. Per ulteriori informazioni tel. 010 583261 – scuole@circuitocinemagenova.com

OCCHIO AI FILMDOC

TUTTI I SANTI GIORNI DI PAOLO VIRZÌ, CON LUCA MARINELLI, THONY

Lui è un portiere di notte coltissimo, appassionato di lingue antiche e di santi. Lei è permalosa, lavora in un autonoleggio e spera di diventare cantante. Si incontrano solo la mattina presto, quando uno torna dal lavoro e l'altra si sveglia per far colazione. Vanno avanti così tutti i santi giorni: finché l'idea di avere un bambino rivoluziona il loro rapporto. Da Paolo Virzì, un'altra commedia intimista, divertente e ricca di umanità.

IL COMANDANTE E LA CICOGNA DI SILVIO SOLDINI, CON CON ALBA ROHRWACHER, VALERIO MASTANDREA

Un idraulico e una giovane artista s'incontrano nello studio di un avvocato imbroglione e megalomane: la loro storia e quella degli altri personaggi si svolgerà sotto lo sguardo delle statue di una grande città. Dal regista di "Giorni e nuvole", un film che mescola realtà e fantasia: con un grande cast che va da Alba Rohrwacher a Claudia Gerini, da Valerio Mastandrea a Luca Zingaretti e il solito Giuseppe Battiston, presenza fissa nei film di Soldini.

IO E TE DI BERNARDO BERTOLUCCI, CON CON JACOPO OLMO ANTINORI E TEA FALCO

Nove anni dopo The Dreamers, Bernardo Bertolucci

torna con un altro film di giovani rinchiusi in un luogo isolato: stavolta si tratta di un ragazzino, che invece di partire per le vacanze si nasconde in cantina con bibite e lattine, ma deve fare i conti con la sorellastra ex-tossica decisa a tirarlo fuori dal suo isolamento.

vita: a quel punto, arriva in città il killer Brad Pitt, ingaggiato per eliminarli... Il tutto mentre si svolge la campagna elettorale tra Bush e Obama, e ogni ideale viene fatto a pezzi dalla coscienza di quello che è in realtà l'America. Dialoghi sferzanti e un ottimo Brad Pitt: dal regista neozelandese Andrew Dominik, impostosi con L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford.

ON THE ROAD DI WALTER SALLES, CON SAM RILEY, GARRETT HEDLUND

LE BELVE DI OLIVER STONE, CON BLAKE LIVELY, AARON JOHNSON, TAYLOR KITSCH

Due tranquilli californiani vivono producendo marijuana nella loro impresa casalinga, quando all'improvviso si ritrovano a fare i conti con un micidiale cartello messicano della droga: ma renderanno la vita dura ai trafficanti. Oliver Stone ritorna con un thriller potente, tratto dal romanzo di Don Winslow: con John Travolta, Selma Hayek, Benicio Del Toro...

COGAN, KILLING THEM SOFTLY DI ANDREW DOMINIK CON BRAD PITT, RAY LIOTTA

Due disperati accettano di rapinare su commissione una bisca clandestina, scatenando la reazione della mala-

Due amici viaggiano attraverso l'America del dopoguerra: senza soldi, senza meta, in cerca della libertà della Beat Generation... E' il film che porta finalmente sullo schermo il libro leggendario di Jack Kerouac: a dirigerlo, il regista brasiliano di celebri on the road come "Central do Brasil" e soprattutto "I diari della motocicletta", sul viaggio di Ernesto Che Guevara e Alberto Granado.

KILLER JOE DI WILLIAM FRIEDKIN CON MATTHEW MCCONAUGHEY, EMILE HIRSCH, GINA GERSHON

Brutti, sporchi e cattivi. Il grande vecchio William Friedkin torna in azione con un "white trash noir" che mescola violenza e commedia grottesca a partire da un testo "alla Jim Thompson". Protagonista, un poliziotto killer ingaggiato da una famiglia di redneck per uccidere l'ex-moglie (e madre) e riscuotere il premio dell'assicurazione... Dalla pièce di Tracy Letts. SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

FILM DOC

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I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA

GENOVA e PROVINCIA CLUB AMICI DEL CINEMA - Tel. 010. 413838 c/o Cinema Don Bosco - Via C.Rolando, 15 16151 Genova - Sampierdarena www.clubamicidelcinema.it - amicicinema@gmail.com Orari:

feriali: Unico spett. sabato: domenica e festivi:

da gio 27 sett a mar 2 ottobre

di Leonardo Di Costanzo con Alessio Gallo, Francesca Riso, Salvatore Ruocco, Italia 2012, 90’. Veronica è una “tosta” di quindici anni, segregata dalla camorra per uno sgarro; Salvatore, timido e goffo, ne ha diciassette e gli è stato imposto di farle da carceriere nell’edificio fatiscente di un ex manicomio. In un clima sospeso di intimidazione, tra confidenze di sogni e paure, sboccia un sentimento delicato di fiducia e complicità. Premio CGS Lanterna Magica Venezia 2012

da gio 11 a mar 16 ottobre

mer 3 – gio 4 ottobre

da ven 5 a mer 10 ottobre RASSEGNA “A SCUOLA” IN COLLABORAZIONE CON AGISCUOLA LIGURIA MONSIEUR LAZHAR di Philippe Falardeau con Mohamed Fellag, Sophie Nélisse, Emilien Néron, Brigitte Poupart. Canada 2011, 94’ Una classe traumatizzata per il suicidio della maestra viene affidata ad un sostituto, un rifugiato algerino che ha alle spalle un dramma personale dolorosissimo. La sua empatia riesce ad accom-

differenza e dalla disperazione, dove il contatto con i problemi degli studenti e dei colleghi trasforma il suo lavoro in una missione.

Da ven 19 a mar 23 ottobre

PIETA’ di Kim Ki-duk con Jung-Jin Lee, Cho Min-soo, Corea del Sud 2012, 104’. La misteriosa relazione tra un giovane spietato, pronto a mutilare o uccidere pur di riscuotere i debiti per conto di uno strozzino, e una donna che dice di essere sua madre. In un mondo dove il denaro è l’inizio e la fine di tutto –amore, violenza, pietà, speranza – l’uomo sembra cedere al desiderio di essere amato. Una storia forte, intensa e originale. Leone d’Oro alla Mostra di Venezia 2012.

ore 21,00 ore 15,30 - 21,00 ore 18,30 - 21,00

RASSEGNA “A SCUOLA” IN COLLABORAZIONE CON AGISCUOLA LIGURIA A SCUOLA di Leonardo Di Costanzo, Italia 2003, 60’ La vita nella scuola media Nino Cortese del rione Pazzigno a Napoli ripresa per un intero anno scolastico. Non l’ennesimo documentario sui bambini di Napoli, ma uno spaccato sul lavoro quotidiano degli insegnanti, sul loro sforzo durissimo e faticoso, disperato e pieno d’amore, per tenere i ragazzi dentro la scuola ed affermare i valori della convivenza civile.

L’INTERVALLO

pagnare i bambini al di là del silenzio e del tabu della morte in un simmetrico processo di guarigione.

E’ STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì con Toni Servillo, Giselda Volodi, Alfredo Castro, Italia 2012, 90’ La tragedia colpisce la famiglia dei Ciraulo quando la figlia viene uccisa dalla mafia. Il risarcimento di duecento milioni previsto per questi casi (siamo negli anni ’70) nelle speranze del padre potrebbe risolvere i problemi finanziari della famiglia,in realtà mette in moto una spirale impazzita di desideri. I soldi arriveranno, ma la famiglia sarà già pesantemente indebitata con commercianti e strozzini.

da gio 25 a mar 30 ottobre

GLI EQUILIBRISTI di Ivano De Matteo con Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Maurizio Casagrande, Rolando Ravello, Italia 2012, 100’

mer 17 – gio 18 ottobre RASSEGNA “A SCUOLA” IN COLLABORAZIONE CON AGISCUOLA LIGURIA DETACHMENT - IL DISTACCO di Tony Kaye con Adrien Brody, James Caan, Christina Hendricks, Lucy Liu, USA 2012, 90’ Il distacco emotivo è la soluzione scelta da un supplente di letteratura per evitare qualunque coinvolgimento con gli altri. L’ultimo incarico lo porta in una degradata scuola di periferia dominata dall’in-

IN COLLABORAZIONE CON LA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO “Il divorzio è per i ricchi”: la discesa dal benessere alla povertà per un quarantenne che dopo la separazione non vuole privare di nulla moglie e due figli. Per mantenere se stesso e la famiglia accetta qualunque rinuncia e compromesso. Dall’ironia al tragico, sul confine sempre più labile tra dignità e miseria.

PROSSIMAMENTE

PRIME VISIONI

GIANNI AMELIO e MATTEO GARRONE - IERI e OGGI COLPIRE AL CUORE

di Gianni Amelio con Jean-Louis Trintignant, Laura Morante, Fausto Rossi, Italia 1982, 103’ Gli anni di piombo in una dimensione privata e schiva che tralascia la cronaca e punta sul conflitto generazionale, quello di un adolescente con un padre troppo coinvolto con il terrorismo, mai giustificato e visto come un veleno che impregna la vita civile. A seguito delle polemiche scoppiate alla Mostra di Venezia, fu messo in onda dalla RAI solo nel 1987 in seconda serata.

I GIORNI DELLA VENDEMMIA di Marco Righi con Marco D’Agostin, Lavinia Longhi, Gian Marco Tavani, Italia 2010, 80’ L’educazione sentimentale di Elia, sedicenne cresciuto in una famiglia intrisa di cattolicesimo e di comunismo, subisce una brusca accelerata con l’arrivo di Emilia, arrogante e spregiudicata universitaria ingaggiata per la vendemmia. Un’opera prima lontana dai cliché sugli adolescenti, capace di raccontare turbamenti, emozioni e sensualità.

L’ESTATE DI GIACOMO di Alessandro Comodin con Giacomo Zulian, Stefania Comodin, Barbara Colombo. Italia/Francia/Belgio 2011, 78’

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IL PRIMO UOMO

di Gianni Amelio con Jacques Gambin, Maya Sansa, Catherine Sola, Italia/Francia/Algeria 2011, 98’ Dal libro autobiografico incompiuto di Albert Camus, il viaggio a ritroso nel tempo di uno scrittore che torna in Algeria negli anni ’50. Alla memoria personale della magia di una infanzia povera si affianca il dramma collettivo della sanguinosa lotta per la liberazione. Un film politico intenso ed emozionante; la fotografia- impeccabile- è di Luca Bigazzi. Premio Fipresci al Festival di Toronto 2012.

TERRA DI MEZZO

di Matteo Garrone, Italia 1996, 78’ Tre storie di emarginazione ambientate nella cintura periferica di Roma: prostitute nigeriane in attesa di clienti, giovani albanesi a caccia di un lavoro qualsiasi, un egiziano che la notte diventa benzinaio abusivo. Toccante viaggio in una realtà che sfioriamo ogni giorno, a cavallo tra documentario e finzione.

REALITY

di Matteo Garrone con Aniello Arena, Loredana Simioli, Claudia Gerini, Italia 2012, 115’ La grande illusione, quella della TV vista come un Eldorado da raggiungere a qualunque costo, stravolge la vita serena e dignitosa di un pescivendolo napoletano che si presenta alle selezioni per Il Grande Fratello. Si convince di essere stato scelto e di essere sempre sotto esame da parte di “quelli della TV”, scivolando nell’ossessione e poi nella follia. Grand Prix della Giuria a Cannes 2012.

RASSEGNA

“A scuola” in collaborazione con

AGISCUOLA LIGURIA TUTTI PER UNO

di Romain Goupil con Valeria Bruni Tedeschi, Louna Klanit, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Francia 2010, 90’ L’amicizia e la complicità che legano una banda di ragazzini sono più forti del razzismo e della xenofobia dei grandi. Uno di loro, Youssef, è stato espulso con i genitori sans papier; quando la stessa sorte sembra toccare anche a Milana, i suoi compagni decidono di mettere in atto un piano per salvarla.

IL ROSSO E IL BLU di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka, Italia 2012, 98’

Omaggio a Woody Allen e a David Cronenberg WOODY di Robert B. Weide, USA 2012, 113’ Tutto quello che avreste voluto sapere su Woody Allen ma non avete mai osato chiedere. La vita privata e pubblica del regista, dall’infanzia a Brooklyn agli esordi nella stand-up comedy fino all’approdo alla regia. I ricordi, le passioni, le manie di una leggenda del cinema, anche nelle interviste di molti attori e amici.

FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

COSMOPOLIS

di David Cronenberg con Robert Pattinson, Juliette Binoche, Paul Giamatti, Matthieu Amalric, Sarah Gadon, Canada/Francia 2012, 105’ Ai tempi di Occupy Wall Street, “l’estensione logica del business è l’omicidio”. All’interno della lussuosa limousine che attraversa la città, un giovane multimiliardario ai vertici del capitalismo finanziario assiste al crollo del suo impero e cerca di sfuggire allo stalker che potrebbe ucciderlo.

MEDIATECA DI SAMPIERDARENA

LEZIONI DI CINEMA

OMAGGIO A PIETRO GERMI


≥ Cinema CORALLO - Tel. 010 586419 Via Innocenzo IV, 13 - 16128 GENOVA www.circuitocinema.it Tutti i martedi alle 15.30 - 18.00 - 20.30

THE STORY OF FILM - AN ODYSSEY di Mark Cousins The Story of Film è la storia in 15 episodi del cinema internazionale raccontata attraverso le varie tappe dell'innovazione cinematografica. Il film visita i luoghi chiave della storia del cinema - da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock al villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit Ray - e propone interviste con registi e attori leggendari tra cui Stanley Donen, Kyoko Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier, Claire Denis, Bernardo Bertolucci, Robert Towne, Jane Campion e Claudia Cardinale. Il Cinema CORALLO propone ogni settimana due episodi di The Story of Film, a partire da martedì 25 settembre. Il costo è di Euro 6, Abbonamento 7 ingressi a 21 Euro. E’ possibile, su richiesta del docente, organizzare proiezioni mattutine degli episodi di The Story of Film al costo di 4.50 euro a studente. Per informazioni: www.circuitocinemagenova.com – tel. 010 583261

MAR 25 settembre 1895-1918- Il mondo scopre una nuova forma d'arte 1903-1918- Il brivido diventa racconto Thomas Edison - George Eastman - i fratelli Lumière

1918-1928- Il trionfo del cinema americano e suoi primi ribelli Nascita di Hollywood e primi grandi cineasti: Charlie Chaplin, Buster Keaton, Robert Flaherty ed Eric Von Stroheim.

MAR 02 ottobre 1918-1932- I grandi registi ribelli nel mondo) Gli anni Venti: da Parigi a Berlino, da Mosca a Shanghai e Tokyo, artisti “ribelli” si cimentano con la nuova forma d'arte, facendo del cinema un laboratorio di sperimentazione.

Gli Anni '30. I grandi film americani di genere e la brillantezza dei film europei L'avvento del sonoro rivoluziona l'industria cinematografica, mutandone le forme e i contenuti. Commedie, western, musical, horror: gli spettatori sognano con “Via col vento” e Alfred Hitchcock affolla i loro incubi.

MAR 09 ottobre 1939-1952- La devastazione della guerra e un nuovo linguaggio filmico Paul Schrader, Robert Towne e Stanley Donen ri-

I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA

flettono sulle trasformazioni degli anni Quaranta, da “Quarto potere” a “Cantando sotto la pioggia”.

1953-1957- Il racconto enfatico. Il cinema mondiale sul punto di esplodere Nuovi sex symbol dominano la scena, da James Dean e Marlon Brando: la passione diventa l'elemento centrale nelle pellicole di tutto il mondo, mentre l'oriente esprime registi come Satyajit Ray e Akira Kurosawa.

MAR 16 ottobre 1957-1964- La scossa del Nuovo. Forme moderne di cinema nell'Europa occidentale Da Bergman al cinema francese, il meglio dell'arte europea a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Con Claudia Cardinale che celebra Fellini e Bernardo Bertolucci che rievoca la collaborazione con Pasolini.

1965-1969- Le “Nouvelles Vagues”. Nuove ondate si propagano nel mondo “Easy Rider” e “2001: Odissea nello spazio” spalancano le porte ad una nuova era cinematografica, mentre nel mondo si impongono figure come quelle di Roman Polanski, Andreji Tarkovskij, Nagisa Oshima, e si affacciano nuovi registi dall'Africa e dall'India.

MAR 23 ottobre

MAR 30 ottobre Gli anni '70 e oltre. Nuovi linguaggi nel cinema popolare Le grandi sperimentazioni tra industria e autori anni '70: da “Star Wars”, “Lo Squalo” e “L'esorcista” all'avvento di Bollywood e di Bruce Lee.

Gli anni '80. Cinema e protesta in giro per il mondo John Sayles rivela come le insurrezioni di Piazza Tienanmen, il crollo dell'Unione Sovietica e le rivoluzioni dell'Europa dell'Est abbiano cambiato per sempre il volto del cinema.

MAR 06 novembre 1990-1998- Gli ultimi giorni della celluloide prima dell'arrivo del digitale Gli anni '90 sono un decennio spettacolare e di grandi trasformazioni nel cinema mondiale: da Abbas Kiarostami a Shinji Tsukamoto e il cinema horror, passando per Lars Von Trier e la violenza visiva di Takashi Miike,

Gli anni '90. I primi giorni del digitale. La realtà perde la concretezza in America e in Australia I magnifici anni '90 sono dominati da Tarantino, dai fratelli Coen e dall'emergente cinema australiano di Baz Luhrmann. Mentre si annuncia un'altra rivoluzione: quella del digitale.

1967-1979- Il Nuovo Cinema Americano

Gli anni 2000 e oltre. Il cinema completa il giro: il futuro dei film.

Buck Henry, autore de “Il laureato”, ci racconta la genesi del film, Paul Schrader ci traghetta all'interno di “Taxi Driver” e Robert Towne ci rivela il lato oscuro di “Chinatown”, mentre negli Stati Uniti nasce il Black American Cinema.

Una riflessione sul presente e sul percorso che il cinema intraprenderà nell'imminente futuro: a partire da David Lynch, Christopher Nolan e dalle cinematografie sempre più innovative dell'Oriente.

1969-1979- I registi radicali negli Anni '70 raccontano lo stato della Nazione Dalla Germania di Wenders all'Inghilterra di Loach, un viaggio nell'Europa anni '70, con una panoramica sul cinema nascente in Africa e Sud America

CINEMA MIGNON - Tel. 0185309694

CINECLUB NICKELODEON - Tel. 010 589640

Via Martiri della Liberazione, 131 – CHIAVARI (GE) e-mail: cinemamignon@msn.com Orari: ore 16,00 – 21,15

Via Consolazione, 1 - 16121 Genova e-mail: info@cineclubnickelodeon.it Orari: ven e dom ore 16,00 e 21,15; sab e feriali: ore 21,15

Rassegna " Stanno tutti bene”

Ven 28- Sab 29- Dom 30 settembre Mer 03- Gio 04 ottobre

Mer 03 ottobre

MARILYN di Simon Curtis

con Michelle Williams, Eddie Redmayne, Julia Ormond, Kenneth Branagh GB-USA, 2011 – 99’

IL PESCATORE DI SOGNI

di Lasse Hallström con Ewan McGregor, Emily Bunt, Kristin Scott-Thomas GB, 2012 112’

Ven 05 - Sab 06 - Dom 07 - Mer 10 Gio 11 ottobre

Mer 10 ottobre

Mer 24 ottobre

POLLO ALLE PRUGNE

LA GUERRA E’ DICHIARATA

di Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi con Mathieu Amalric, Maria de Medeiros, Francia-Germania, 2011 - 91’

di Valérie Donzelli con V. Donzelli, Jérémie Elkaim, César Desseix Francia, 2011 – 100’

Mer 17 ottobre

FUORI DAL GIOCO

ROBA DA MATTI

di Enrico Pitzianti

Italia, 2012 – 80’ - Sarà presente il regista

Mer 07 novembre di Marco Brambini Italia, 2011 -

CENA TRA AMICI

di Alexandre de

A Novembre ritorna il CINEFORUM GENOVESE al CINEMA AMERICA di via Colombo

Sarà presente il regista

La Patellière, Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, F. Fabian, Francia-Belgio, 2012 - 109’

Ven 12 - Sab 13 - Dom 14 - Mer 17 Gio 18 ottobre

MONSIEUR LAZHAR

di Philippe Falardeau con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx Canada, 2011 -94’

con i migliori film dell’ annata per tutte le informazioni

www.cineforumgenovese.it

IMPERIA e PROVINCIA CINEMA OLIMPIA

- Tel. 0184 26.19.55

Via Luigi Cadorna, 3 - 18012 Bordighera (SV) Unico Spettacolo: ore 21,00 Promozione films d’ Essai: Euro 3,00

Lun 29 - mar 30 ottobre

Niels Arestrup Francia 2010 - 111’

POLLO ALLE PRUGNE di Marjane

Lun 15 - mar 16 ottobre

IL PRIMO UOMO di Gianni Amelio con Jacques Gamblin, Maya Sansa,Catherine Sola Italia Francia Algeria 2011 - 98’

Satrapi, Vincent Paronnaud con Mathieu Amalric, Maria De Medeiros, Edouard Baer, Chiara Mastroianni Francia Germania 2011 - 91’

Lun 22 - mar 23 ottobre Lun 01 - mar 02 ottobre

BELLA ADDORMENTATA Marco Bellocchio con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino

Italia 2012 - 110’

Lun 08 - mar 09 ottobre

LA CHIAVE DI SARA di Gilles Paquet - Brenner con Kristin Scott Thomas,

CENA FRA AMICI di

Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Françoise Fabian, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec Francia-Belgio, 2012 - 109’ SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

FILM DOC

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I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA

SAVONA e PROVINCIA Nuovo FILMSTUDIO - Tel./fax 019 813357

mar 16 ottobre mer 17 ottobre

15.30 - 21.15 21.15

IL CASTELLO NEL CIELO

vivono di espedienti. Simon deruba i ricchi turisti del posto, vendendo poi la refurtiva ai coetanei. È lui a prendersi cura di Louise che, sbandata, si trova spesso senza lavoro....

Piazza Diaz, 46r - SAVONA

(Tenku no shiro Rapyuta) di Hayao Miyazaki Giappone 1986, 124'

Film vincitore dell'Orso d'Argento al Festival di Berlino 2012.

www.nuovofilmstudio.it - info@nuovofilmstudio.it

Un giovane orfano di nome Pazu scopre una misteriosa ragazza che sembra discendere dal cielo. La ragazza, svenuta, porta al collo uno strano meda-

da ven 26 ottobre a lun 29 ottobre

VUOTI A RENDERE

100' con Zdenek Sverak, Tatiana Vilhelmová,

mar 30 ottobre mer 31 ottobre

Daniela Kolarova

Tre uomini e una pecora

di Jan Sverak Rep. Ceca/Gran Bretagna 2007,

da ven 28 sett a lun 01 ottobre

Film in prima visione mar 02 ottobre mer 03 ottobre

15.30 - 21.15 21.15

MARLEY di Kevin Macdonald Usa/Gran Bretagna 2012, 144' con Bob Marley. La vita, le dichiarazioni, la musica, le donne, i figli, l’impegno e le contraddizioni del più famoso interprete del reggae giamaicano. Attraverso le dichiarazioni di quelle che, di momento in momento, sono state le persone a lui più vicine, Bob Marley viene descritto e raccontato da chi lo conosceva...

gio 04 ott - Ingresso libero ore 16.00 Auser Savona e Nuovofilmstudio presentano:

Film in prima visione

(Vratné lahve)

Praga. Josef Tkaloun è un anziano insegnante di letteratura che, essendosi convinto di non essere più in grado di interagire con i suoi studenti, decide di abbandonare l’insegnamento. Tuttavia, il professore non ha intenzione di chiudersi in casa. Si mette quindi alla ricerca di una nuova occupazione...

da ven 05 a lun 08 ottobre

Film in prima visione Mar 09 ottobre mer 10 ottobre

15.30 - 21.15 21.15

COSMOPOLIS di David Cronenberg con Robert Pattinson, Juliette Binoche, Paul Giamatti Canada/Francia 2012, 105' New York è una città in subbuglio, l'era del capitalismo si avvicina alla conclusione. Mentre una visita del Presidente degli Stati Uniti paralizza Manhattan, il giovane multimiliardario Eric Packer ha un'unica ossessione: farsi tagliare i capelli dal suo barbiere, che si trova dall'altra parte della città...

da ven 12 ottobre a lun 15 ottobre

Film in prima visione

15.30 - 21.15 21.15

(A few best men) di Stephan Elliott Australia/Gran Bretagna 2012, 97' con Xavier Samuel, Kris Marshall, Kevin Bishop, Tim Draxl, Olivia Newton-John glione. Presto Pazu scoprirà che tanto l'esercito quanto i pirati sono sulle tracce della giovane Sheeta, la quale sembra avere la chiave d'accesso per la leggendaria città di Laputa...

da ven 19 ottobre a lun 22 ottobre

Film in prima visione mar 23 ottobre mer 24 ottobre

15.30 - 21.15 21.15

Sister

(L'enfant d'en haut) di Ursula Meier Francia/Svizzera 2012, 100' con Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux, Gillian Anderson

L'inglese David e l'australiana Mia s'incontrano su una spiaggia paradisiaca, s'innamorano e decidono di sposarsi. Il matrimonio è previsto nel cuore delle Blue Mountains, dove lo sposo si recherà soltanto alla vigilia del gran giorno, insieme con i suoi più cari amici, tre allegri ragazzacci, dementi e con il fiuto per i guai...

Programmazione cinematografica a cura di Corrado e Damiano Meraviglia. Programma realizzato da Damiano Meraviglia e Andrea Tessitore, con la collaborazione di Francesco Chignola.

Svizzera. In una vallata industriale, ai piedi di una stazione sciistica di lusso immersa tra le nevi delle Alpi, il dodicenne Simon e la sorella maggiore Louise

CINEMA-TEATRO D.N. LEONE Tel. 019 4002188 -

CINEMA DON BOSCO - Tel. 348 7760791 -

Via Colombo, 42 - 17011 Albisola Superiore (Sv)

Orari spettacoli: ven e sab: ore 21:15 - dom: ore 16:00 e 21:15

Via Don Giovanni Paseri, 5 - 17011 Varazze (Sv)

Orari spettacoli: lun e sab: ore 21:15 - dom: ore 17:30 Norton USA, 2012 – 135’

Sab 29 - Dom 30 sett - Lun 01 ottobre

Sab 20 - Dom 21 - Lun 22 ottobre

RIBELLE – THE BRAVE

L’INTERVALLO

di Mark Andrews USA, 2012 - 93’

Sab 06 - Dom 07 - Lun 08 ottobre

Ven 19 - sab 20 - dom 21 ottobre

di Leonardo Di Costanzo con Francesca Riso, Alessio Gallo, Antonio Buil Puejo Italia-Svizzera-Germania, 2012 – 90’

RIBELLE – THE BRAVE di Mark Andrews USA, 2012 - 93’

Ven 26 - sab 27 - dom 28 ottobre

MONSIEUR LAZHAR

di Philippe Falardeau con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx Canada 2011 – 94’

Ven 05 - sab 06 - dom 07 ottobre

Sab 13 - Dom 14 - Lun 15 ottobre

L’ERA GLACIALE 4 - Continenti alla deriva di Steve Martino USA,

BELLA ADDORMENTATA

2012 – 94’

di Marco Bellocchio con Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Toni Servillo, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio Italia-Francia, 2012 110’

Ven 12 - sab 13 - dom 14 ottobre

THE BOURNE LEGACY di Tony Gilroy con Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward

CINEMA-TEATRO COMUNALE - Tel 019 618095 - 3343117089 -

Via IV novembre/ Piazza Castello 17027 Pietra Ligure (Sv) Orari spettacoli: ven e sab: ore 21:15 - dom: ore 16:00 e 21:15

Castro, Aurora Quattrocchi, Pier Giorgio Bellocchio Italia, 2012 – 90’’

Seguiranno:

C’ERA UNA VOLTA IN ANATOLYA di Nuri Bilge Ceylan

MONSIEUR LAZHAR di Philippe Falardeau

Ven 28 - sab 29 - dom 30 settembre

L’ERA GLACIALE 4 - Continenti alla deriva di Steve Martino USA,

GLI EQUILIBRISTI di Ivano De Matteo

2012 – 94’

Ven 05- sab 06 - dom 07 ottobre

E’ STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì con Toni Servillo, Giselda Vodoli, Alfredo 14

PROMETHEUS di Ridley Scott con Noomi Rapace, Michael Fassbender e Guy Pearce USA-GB 2012 - 124’ - vm 14

FILM DOC SETTEMBRE - OTTOBRE 2012

CHEF

di Daniel Cohen

IL ROSSO E IL BLU di Giuseppe Piccioni

MOLTO FORTE INCREDIBILMENTE VICINO di Stephen Daldry DETACHMENT- IL DISTACCO di Tony Kaye


I PROGRAMMI DEI CINEMA DOC in LIGURIA

LA SPEZIA e PROVINCIA Cineforum Film Club PIETRO GERMI c/o Cinema teatro Il Nuovo - Tel. 0187 24422 Via Colombo, 99 - 19100 LA SPEZIA e-mail: ilnuovocinema@tin.it - www.cinemailnuovolaspezia.it

terapia matrimoniale nella cittadina di Great Hope Springs, dove vive un famoso consulente matrimoniale (Steve Carell). Nessuno dei due, però, sembra sapere cosa li aspetta: all’inizio superare le inibizioni e gli imbarazzi non sarà affatto semplice ma sarà l’unico modo per riaccendere quella scintilla di quando si erano innamorati. “QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”

Una «principessa arrogante», costretta dalla brutalità della vita a scendere dal piedistallo, precipitare nel più buio degli incubi, iniziare faticosamente a rinascere. Intensa, maledetta, fragile, dolce, fortissima, Marion Cotillard, la diva di Francia più applaudita del momento, monopolizza la scena di questo splendido film grazie al personaggio di Stéphanie, tratto dai racconti di Craig Davidson, Dal regista “Il Profeta”, il film più applaudito al Festival di Cannes. “QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”

Da ven 28 settembre

IL ROSSO E IL BLU

Mar 09 e merc 10 ottobre ore 17.30-21.15

di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka, durata 100 min - Italia La storia di un insegnante e dei suoi studenti, ambientato in una scuola superiore di Roma. Qui vi è un anziano professore di storia dell'arte molto cinico che ha perso il senso del suo lavoro. Prendono parte anche un giovane supplente alla sua prima volta da insegnante, una preside impeccabile e rigorosa e dei ragazzi che sfidano la sorte per dimostrare di essere adulti. Il rosso e il blu è tratto dall'omonimo libro di Marco Lodoli, pubblicato da Einaudi. La sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme a Francesca Manieri.

di Tony Kaye con Christina Hendricks, Adrien Brody, James Caan, Lucy Liu, durata 97 min. – USA. L'ambientazione scolastica non deve fuorviare, perchè Detachment non è un film di genere scolastico, non solo. E' un'analisi dell'esperienza umana, un caleidoscopio di emozioni, un viaggio nei fallimenti e nelle speranze più sincere; un magistrale Adrien Brody, trattenuto, intenso e sofferente, è un supplente. Non un insegnante di ruolo, quindi, ma un eterno irrisolto, migrante da una scuola all'altra. Detachment un film solido, emozionante, toccante.

“QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”

“QUEL CHE RIMANE DELL’ESTATE ”

Mar 02 e merc 03 ottobre ore 17.00-21.30

Mar 16 e merc 17 ottobre ore 17.30-21.15

C’ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA

SINGOLARITA’ DI UNA RAGAZZA BIONDA di Manoel de Oliveira con

di Nuri Bilge Ceylan con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel durata 150 min. – Turchia Gran Premio della giuria al Festival di Cannes 2011, costituisce un'autentica sorpresa nel panorama cinematografico mondiale. Il regista turco riesce a dare vita ad un poliziesco assolutamente impeccabile nello svolgersi della vicenda. Grande prova soprattutto dell'attore turco Taner Birsel, del direttore della fotografia, che compie un lavoro veramente importante sugli effetti luminosi, rendendoli sofisticati e quasi surreali, sullo sfondo delle colline anatoliche che si snodano davanti allo sguardo durante il tragitto notturno. Solo per palati fini.

Gio 04 ottobre - Anteprimaore 17.30-19,30 -21.30

UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA di Jacques Audiard con Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, durata 120 min. Belgio, Francia

DETACHMENT - IL DISTACCO

Ricardo Trepa, Catarina Wallenstein, durata 64 min. - Portogallo, Spagna, Francia. Il cinema non finisce mai di stupire, giovani registi e vecchi riescono ad ammagliare. De Oliveira a soli 104 anni, dimostra di essere un vecchio giovane. Quella fiches che sparisce e non arriva mai a terra. Uno zio che ha vissuto forse lo stesso dramma d'amore e non vuole che ciò avvenga al nipote. Un film che non ha epoca, solo gli euro ci fanno sentire ai giorni d'oggi. Grazie, maestro Oliveira per averci ancora fatto sognare.

Da Gio 18 ottobre

IL MATRIMONIO CHE VORREI di Mike Nichols con Meryl Streep, Steve Carell, Elisabeth Shue, Tommy Lee Jones, durata 100 min. – USA. May (Meryl Streep) e Arnold (Tommy Lee Jones) sono la classica coppia annoiata da tanti anni di matrimonio. Stanca della routine e con tanta voglia di riaccendere la passione, Kay sconvolge suo marito con una proposta “folle”: una settimana di

CONTROLUCE - CINEMA DON BOSCO Tel.: 0187 714955 - Via Roma, 128 - 19100 LA SPEZIA www.cgscontroluce.it - e-mail: info@cgscontroluce.it Prezzi: Euro 7,00; ridotto Euro 5,00; ridotto C.G.S. Controluce Euro 3,50; anziani Euro 4,00 Da ven 28 sett a mer 03 ottobre

Da gio 04 a mer 10 ottobre

IL ROSSO E IL BLU

MONSIEUR LAZHAR di Philippe Fa-

di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka Italia, 2012 98’

lardeau con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx, Jules Philip, Canada, 2012 94’

Mar 23 e merc 24 ottobre ore 17.30-21.15

MONSIEUR LAZHAR

di Philippe Falardeau con Fellag, durata 94 min. – Canada. Delicato, toccante, intelligente, mai pietoso, questo film vede oltre a monsieur Lazhar grandi protagonisti i bambini, bravissimi tutti nell'interpretare i loro personaggi. Ci viene offerta anche l'immagine progredita di una scuola nel moderno e democratico Canada, ma anche l'ingerenza esagerata o la totale assenza dei genitori, caratteristica della società moderna. Ben recitato, ottima musica, belle le inquadrature dei bambini e alcuni passaggi che si fanno ricordare.

EVENTI Mar 25 settembre -ANTEPRIMA ore 21.30

SENZA TRUCCO LE DONNE DEL VINO NATURALE Il ritratto di donne intense e coraggiose, diverse tra loro ma accomunate da una stessa passione e da un legame profondo con il territorio. “Senza Trucco” perché queste donne si presentano alla telecamera così come sono, al naturale, immerse nella campagna e nel proprio lavoro. Ma soprattutto perché i vini che fanno assomigliano loro in maniera sorprendente: diretti ed energici, prodotti soltanto con uva non trattata e senza interventi chimici in vigna e in cantina. la serata e’ organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier (AIS) che offre degustazione di vini. Presente in sala la regista Giulia Graglia.

lemme. Naïm ha 20 anni, è palestinese, e vive a Gaza. Tal e Naïm si ritrovano a dover vivere, senza averla scelta, una situazione esplosiva, a un’età in cui dovrebbero pensare a innamorarsi e a disegnare il loro avvenire, il loro posto nel mondo. La tenue speranza che la loro relazione possa donar loro la forza di sopportare questa dura realtà, di affrontarla, e magari di cambiarla, è nutrita da una bottiglia gettata in mare e da una corrispondenza via e-mail

Ven 28 settembre - ore 18 APERICINEMA CON L’ANTEPRIMA

DEL FILM

THIS IS MY LAND..HEBRON Il film racconta quello che in molti preferiscono non vedere, "This is my Land... Hebron" è un implacabile viaggio alla scoperta degli aspetti più nobili, mostruosi e contraddittori dell'animo umano. Un folgorante ritratto di una terra santa e maledetta, promessa e contesa da troppi. Presenti in sala i registi Giulia Amati e Stephan Natanson. Al termine della proiezione aperitivo palestinese offerto al pubblico.

CINEMA MIGRANTE Matinèe per le scuole Dal 15 al 23 ottobre MARE CHIUSO di Andrea Segre

IL SANGUE VERDE

Gio 27 e ven 28 settembre

di Andrea Segre

ASPETTANDO ESTELLE… AL CINEMA

I MAGLIARI

In occasione dell’arrivo alla Spezia della goletta Estelle e delle giornate di solidarietà palestinese, con il Coordinamento Freedom Flotilla, Il cinema Il Nuovo aderisce all’iniziativa

“LA SPEZIA RESTA UMANA” Gio 27 settembre - ANTEPRIMA del Film

A BOTTLE IN THE GAZA SEA Tal ha 17 anni, è israeliana, e vive a Gerusa-

Da gio 11 a mer 17 ottobre

REALITY

di Matteo Garrone con Aniello Arena, Loredana Simioli Italia, 2012 - 115’

Da gio 18 a mer 24 ottobre

TUTTI I SANTI GIORNI

di Paolo Virzì con Thony, Luca Marinelli, Franco Gargia Italia, 2012 -102’

Da gio 25 ottobre

IO E TE

di Bernardo Bertolucci con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar Italia, 2012 - 97’ SETTEM-

di Francesco Rosi

IL CAMMINO DELLA SPERANZA di Pietro Germi

IL ROSSO E IL BLU di Giuseppe Piccioni

MARCINELLE di Antonio Frazzi


PER SALVARE FILM DOC IL NUMERO DI FILMDOC CHE STATE SFOGLIANDO POTREBBE ESSERE L'ULTIMO. Dopo vent'anni di pubblicazione, e alle soglie del numero 100, la rivista si trova in un momento di grave difficoltà economica per cui esce in edizione ridotta, a 16 pagine e in sole 5000 copie.

Questo numero  lo trovate solo qui Il numero 99 è disponibile esclusivamente nelle seguenti sale, che hanno contribuito alla sua realizzazione: OLIMPIA - Bordighera ARISTON - Sanremo CENTRALE - Sanremo CENTRALE - Imperia IMPERIA - Imperia POLITEAMA - Diano Marina FILMSTUDIO - Savona AMERICA - Genova ARISTON - Genova CITY - Genova CINEFORUM GENOVESE (c/o America) - Genova CORALLO - Genova ODEON - Genova NICKELODEON - Genova RITZ - Genova SAN SIRO – Genova SIVORI - Genova CLUB AMICI DEL CINEMA - Ge -Sampierdarena COLUMBIA – Ronco Scrivia MIGNON - Chiavari CONTROLUCE - La Spezia IL NUOVO – La Spezia ITALIA - Sarzana MODERNO - Sarzana


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