Speciale Sam Peckinpah

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[SAM PECKINPAH 30 ANNI DOPO ] 28 DICEMBRE 1984 MORIVA

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SAM PECKINPAH. A TRENT’ANNI DA QUEL GIORNO, RIPERCORRIAMO LA CARRIERA DI UN CINEASTA CAPACE DI ROMPERE LE GRIGLIE DEL WESTERN CON BUONA PACE DI PRODUTTORI E BENPENSANTI, IMPEGNATI INVANO A DEMOLIRNE IL MITO DI CLAUDIO BARTOLINI Sopra e sotto, Sam Peckinpah (Fresno, Usa, 21 febbraio 1925 - Inglewood, Usa, 28 dicembre 1984). In basso, Getaway! ; a destra, con Hoffman sul set di Cane di paglia

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Un mucchio di

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i sono autori che, a partire dal paradigmatico genere western, hanno raccontato la storia del mito americano. Ce ne sono altri, molti meno, che ne hanno narrato la controstoria, le disfunzioni, le meccaniche sfuggenti tenute volutamente in ombra da un establishment da sempre molto attento all’immagine del Sogno che si è proposta al cinema. Di questi hanno fatto parte Don Siegel, mirabile cineasta scomodo e ideologicamente controverso, e il suo allievo prediletto, alcolizzato e ancora più imbarazzante per quell’industria che aveva scelto John Ford come padre fondatore. Di nome Peckinpah fa Sam - come lo Zio - ma di fatto è il parente reietto, quello da tenere distante ed etichettare il prima possibile come fascista, reazionario, misogino e quant’altro possa servire a minarne carisma e presupposti teorici. Niente da fare: nei 14 titoli della sua carriera, questo californiano atipico ha perseguito ostinatamente la sua estetica ultraviolenta e i suoi sottotesti scabrosi, scegliendo proprio il western come territorio privilegiato e ribaltandone assunti visivi e contenutistici come nessun altro aveva osato fare prima, conducendolo a una maggiore età forse nemmeno auspicabile ai tempi di Ombre rosse. Fin dal suo trittico d’esordio, Peckinpah rovescia addosso a produttori e spettatori un bel carico di gatte da pelare, decostruendo il genere delle grandi vallate e degli eroi senza macchia, della retorica e delle illusioni. Dopo un campo totale classico su cavalieri in “sfilata” di fronte a una macchina da presa compiacente, l’opera prima La morte cavalca a Rio Bravo mostra un uomo impiccato di fronte a un saloon: la morte gratuita, brutale e ansiogena apre la carriera del cattivo zio Sam, e nulla - nel genere come nell’immaginario filmico Usa - potrà più essere come prima. I produttori rispondono imbracciando le armi del potere e privando l’autore del diritto al final cut sulle sue opere, vuoi per ragioni squisitamente personali (l’irlandese Charles B.

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Fitzsimons, che in La morte cavalca a Rio Bravo si preoccupa soltanto dei primi piani sulla sorella Maureen O’Hara), vuoi per motivazioni ben più politiche e pericolose per la libertà creativa (a Sfida nell’Alta Sierra mancano poco meno di trenta minuti). Ma il capolavoro censoreo viene realizzato all’alba del terzo film di Peckinpah, quel Sierra Charriba cui il protagonista Charlton Heston dona 300 mila dollari pur di vederlo concluso e distribuito. Ciononostante, il produttore Jerry Bresler compie, a lavoro termina-

to, una minuziosa e scandalosa opera di mutilazione atta a limitarne l’impatto eversivo, dato da quella lirica antiretorica della sconfitta che, passando attraverso l’exemplum del singolo contestualizzato nella Guerra civile americana, diviene categoria esistenziale di una nazione. Il pervicace autore e la conservatrice industria non si piacciono, e continuano a combattere una battaglia che vede il primo scarnificare corpi e anime dei propri personaggi - alla ricerca di un’essenza che troverà, compiuta, nelle carnefici-

a cura di Mauro Gervasini

[ LO ZIO SAM dalla A alla Z ] A COME AMORE «Oltre a girare film non so fare altro. Amo questo lavoro. Pur di continuare a farlo ho rovinato i miei matrimoni. Non perché stavo troppo tempo lontano da casa. Il motivo è sempre stato un altro, e cioè il fatto di amare unicamente una macchina da presa da 35 millimetri». Peckinpah è stato sposato con Marie Selland, Begoña Palacios e Joey Gould.

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B COME BLOODY SAM La critica Usa, spesso severa con Peckinpah, lo rinomina “Sam il sanguinario”, con riferimento al tema della violenza dominante nei suoi film. Bloody Sam è anche il titolo di una canzone dei Go to Blazes a lui dedicata.

C COME COBURN James Coburn attore straordinario, Pat Garrett per l’eternità. Si noti d’ogni gesto l’essenzialità: rende epico anche solo bere un whisky, figurarsi quando spara. È regista della seconda unità di Convoy Trincea d’asfalto. Tra lui e Sam, pugni e sbronze.

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D COME DONNE Peckinpah è stato spesso accusato di misoginia. Non gli vengono perdonate la scene di violenza sessuale “favorite” da Amy ed Elita, rispettivamente in Cane di paglia e Voglio la testa di Garcia. Hildy, amata da Cable Hogue, è però figura femminile di formidabile e complessa definizione.

E COME EVANS Primo dei quattro “pard” di Sam. Max Evans e Peckinpah si incontrarono ai tempi di Sfida nell’Alta Sierra e non si mollarono più, anche se il grande romanzo di Max, The Hi-Lo Country, sceneggiato da Walon Green (il quarto pard), venne alla fine girato da un registucolo inglese.

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[ LO ZIO SAM dalla A alla Z ]

ne di Il mucchio selvaggio e Cane di paglia - e la seconda ribattere colpo su colpo a suon di censure ed espropriazioni indebite come nel caso di Cincinnati Kid, già affidatogli e strappatogli di mano a riprese ampiamente iniziate. Peckinpah fa calare una notte di piombo sul genere della speranza, iniziandolo al filone crepuscolare inquadrando i corpi crivellati con inaudita ferocia e abbattendo ogni consuetudine persino nel western esangue La ballata di Cable Hogue, nel quale si trova l’acqua al posto dell’oro, e in quell’affettuosamente romantico (e per lui atipico) manifesto antimoderno e anticapitalista che è L’ultimo buscadero (vedi da pagina 49). Se nel 1973, con l’immenso Pat Garrett e Billy the Kid, si congeda dal genere prediletto uccidendo Slim Pickens e, con lui, un mondo da

sempre sognato, il suo cinema continua a scandalizzare coloro che ragionano per gabbie e credono che sinistra e destra siano compartimenti stagni. Voglio la testa di Garcia riflette lo spirito anarchico (di destra? di sinistra? non ha importanza) e strafottente di un autore refrattario a ogni omologazione, ne è il testamento grottesco e surreale, il memento lasciato in un sacchetto pieno di ghiaccio come, appunto, la testa di Garcia, che potrebbe essere quella di un produttore qualunque o di ognuno di noi, ancora impegnati ad affibbiare etichette a colui che è stato inclassificabile. Sempre in prima linea, come i protagonisti di quell’altro capolavoro che è La croce di ferro, Peckinpah se n’è andato dalla stessa porta da cui era entrato, bottiglia in mano e sigaretta in bocca Tv

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F COME FELLINI «Sono un ammiratore del Maestro. Il suo La strada è senz’altro uno dei migliori film di tutti i tempi». Intervistato da Olivier Assayas, Peckinpah si dirà fan anche di Alain Resnais.

G COME GUNSMOKE Don Siegel consiglia Peckinpah come sceneggiatore a Charles Warren, produttore della serie tv western Gunsmoke. Messo alla prova, Sam scrive il primo episodio, molto apprezzato, al quale ne seguono altri dodici («un paio di storie le scrissi in otto ore!»). Gunsmoke avrà un successo enorme in Usa.

I COME INGERENZA Celebri i problemi di Sam con i produttori, che spesso gli hanno tolto progetti già avviati (come Cincinnati Kid) o maciullato film interferendo in ogni fase.

J COME JUNIOR (BONNER) «L’ultimo buscadero non fu un successo ma piacque alla critica e lo ricordo con piacere. Ebbi l’occasione di lavorare con Ida Lupino. Lei non si ricordava di me, ma c’eravamo conosciuti sul set di Dollari che scottano di Don Siegel, nel 1954». Grazie a McQueen i produttori, per una volta, interferirono meno...

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K COME KID Perfetto contraltare di Coburn/Garrett, il countryman Kris Kristofferson. «Quando proponevo alla MGM qualche nome per il Kid, me lo bocciavano. Poi vidi Kristofferson in Per 100 chili di droga e dissi: “Questo è il tipo giusto”. Ci trovammo tutti d’accordo». M COME MUCCHIO Se non il più bello, Il mucchio selvaggio è certamente il film più mitico di Peckinpah. «Volevo raccontare la storia di alcuni banditi che si ritrovano vittime del tempo che passa». Pike doveva essere inizialmente Charlton Heston, mentre Thornton sarebbe stato Glenn Ford.

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Sam H COME HOGUE (CABLE) Peckinpah considera La ballata di Cable Hogue il suo film migliore («una vera storia d’amore»), anche per questo è bruciante l’insuccesso cui lo condanna la distribuzione frettolosa della Warner. Rivisto al TFF32, appare per quel che è: un film magnifico.

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L COME LIQUORI Sam Peckinpah era alcolizzato fin dagli anni 60. Max Evans ricorda come lo si potesse incontrare già sbronzo di prima mattina. L’abuso di alcol fu anche tra le cause dei suoi pessimi rapporti con l’establishment di Hollywood. Smise di bere nel 1983, un anno prima di morire, quando ormai era troppo tardi.

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N COME NATIVO (AMERICANO) Sam stesso mise in giro la voce di avere sangue paiute nelle vene, essendo la nonna nativa americana. Una bufala alla quale ancora oggi credono molti “biografi”. Da parte di padre, invece, Peckinpah aveva antenati tedeschi.


OPQR S U V T X W Y Z

O COME OATES (WARREN) Il secondo pard, compagno di sbronze, partite di caccia, tossicodipendenze varie. Un alter ego di Peckinpah sullo schermo, anche se Sam decise di negargli la parte di Cable Hogue, da Oates reclamata. S COME SUCCESSI Due soli trionfi al botteghino, per Sam: Cane di paglia («Accettai di girarlo per la quantità di soldi che mi diedero») e Getaway!. Anche Il mucchio selvaggio, alla sua uscita in sala, fu un flop.

P COME PICKENS (SLIM) Il terzo pard. Al centro della più bella scena di morte mai girata. Anzi no: d’amore. Quando Katy Jurado lo guarda negli occhi mentre muore, e Bob Dylan canta quella roba lì («It’s gettin’ dark, too dark for me to see»), è già eternità.

Q COME QUOTE Date le ingerenze dei produttori, i film di Peckinpah si possono valutare in quote percentuali. «Un regista fa un buon film se gli appartiene al 70%. Sfida nell’Alta Sierra è mio al 60%, Il mucchio al 96%».

R COME RIMPIANTI Tanti i progetti strappati a Sam, uno il più rimpianto. «Pur di dirigere L’imperatore del nord ero pronto a sacrificare il mio compenso, una storia formidabile». Robert Evans della Paramount, però, alla fine scelse Robert Aldrich.

U COME ULTRACORPI Don Siegel è il mentore di Sam Peckinpah. Come Cimabue per Giotto. Con Don, Sam fa un po’ di tutto: casting director (Rivolta al blocco 11), assistente e direttore dei dialoghi (Dollari che scottano) ma anche stuntman e attore in L’invasione degli ultracorpi (l’operaio che legge il contatore).

T COME THOMPSON Jim Thompson è autore del racconto da cui è tratto Getaway!. Ne scrisse anche una prima sceneggiatura, ma Sam e Steve McQueen alla fine preferirono il copione di un giovane sceneggiatore: Walter Hill.

W COME WESTERN «Non ho mai girato western. I miei film sono commedie morali». Così Peckinpah, intervistato sul set di Convoy - Trincea d’asfalto. Il contrario della classica frase fordiana («mi chiamo John Ford, e faccio western») provocatoria anch’essa.

X COME XXX Censure preventive parecchie per lo zio Sam. Ad esempio, viene allontanato dalla lavorazione di Cincinnati Kid per una scena erotica con Ann Margret nuda (non l’unico motivo).

Y COME YOUNG (GIG) Il male assoluto per lo zio Sam è il capitalista interpretato da Gig Young in Voglio la testa di Garcia («un film mio al 100%»). Grande caratterista, anche in Killer Elite.

V COME VIOLENZA «Credo nelle emozioni violente di una vita lanciata a 200 km orari contro nemici e difficoltà. Credo nella vittoria dell’uomo sulla società. Se riuscite a vedere attraverso la crudezza delle mie immagini, troverete speranza».

Z COME ZOO (DI VETRO) La prima cosa scritta da Sam è l’adattamento di Lo zoo di vetro di Tennesse Williams («il più grande commediografo americano; ma la mia Bibbia rimane Hemingway») per una recita scolastica. FILMTV 15


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