FIND OUT Team - WEIRD ANIMALS Encyclopedia

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SIAMO PROPRIO BIZZARRI! Nulla è inventato! Tutto ciò che leggerete è opera di Madre Natura! In questi tre bellissimi volumi vengono descritti e illustrati i comportamenti reali ma davvero bizzarri che alcuni animali adottano per procurarsi cibo, acqua, per costruirsi un rifugio o proteggersi dagli attacchi dei nemici. Da sempre ai bambini piacciono gli animali, e questa è un’occasione unica per conoscerne di nuovi, di strani non solo nella forma e nel nome ma soprattutto nei comportamenti di vita!

MAMMIFERI

PESCI, ANFIBI, RETTILI INSETTI

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Illustrazioni di Ivan Lodi

Testi di Alessandro Mortarino

SIAMO PROPRIO BIZZARRI!

Comportamenti singolari di animali più o meno noti

MAMMIFERI


Vatti a lavare prima di cena! Immaginate di essere un sub che nuota immerso nella barriera corallina. State osservando il fondo del mare e intorno a voi, è un vortice di pesci di ogni forma, colore e dimensione. Ma ecco avvicinarsi un pericoloso squalo! Nuota sinuoso, elegante come un ballerino classico ma attento a ogni cosa che lo circonda.

Improvvisamente, di fronte alla sua bocca piena di denti acuminati (ci vorrebbe un bell’apparecchio per raddrizzarne parecchi), si fanno avanti tre pesci striati dalla forma allungata. Poveri pazzi! Sono stanchi di vivere! E infatti lo squalo li vede; rallenta come se volesse prendere la mira, spalanca la bocca e..... I nostri coraggiosissimi amici non sono altro che “pesci pulitori” un particolare tipo di pesce che, per così dire, mangiano togliendo il cibo di bocca ai grandi pesci carnivori della barriera. Ma i loro servizi non si limitano alle fauci: sono autorizzati a mordicchiare anche le pinne e la pelle dei loro clienti ricavandone cibo ed liberandoli dai parassiti. Di solito hanno colorazioni evidenti, in modo che si riconoscano subito e non corrano il rischio di far la fine di tutte le altre prede.


Pensate che bello se, durante la nostra passeggiata pomeridiana, arrivasse uno gnomo e si mettesse a coccolarci come fanno i pulitori con squali, cernie e mante ‌magari senza mordicchiarci però!


Chi non beve in compagnia...

Il deserto, si sa, non è certo il luogo ideale dove trovare facilmente acqua. Eppure proprio l’acqua è alla base della vita e senza di essa, prima poi, qualsiasi essere vivente è destinato a morire. Ecco come se la procurano certi animali che hanno davvero una fantasia esagerata! Siamo in uno dei deserti più strani del pianeta: il Deserto Namib, che si trova in Africa Meridionale sulla costa dell’Oceano Atlantico. Immaginate che incredibile contrasto: le onde del mare e le dune altissime del deserto che vi si tuffano. È notte: ad un certo punto, sulla cima di una di queste dune ecco far capolino il signor Tenebrionide:

è sbucato da sotto la sabbia dove ha passato le torride ore del giorno. Pare che ci dica:“Hei belli! Ho la gola un po’ secchina e l’acqua del mare non si può bere! Guarda che ti combino!”


Il nostro protagonista è un piccolo coleottero che esce dalla tana solo di notte, infatti il suo nome, Tenebrionide, serve a ricordare che questi animali escono solo con le tenebre appunto, di notte. E dunque ecco l’amico coleottero pronto a… farsi un goccetto. Guardatelo! Si porta in cima alle ultime dune proprio prima della spiaggia e attende che il vento umido che arriva dal mare lo investa col suo carico di nebbie gonfie di piccole goccioline di acqua dolce. Appena lo percepisce, si posiziona come una piccola vela, a pancia all’aria e a testa in giù! Ma che fa? È davvero un campione di furbizia: facendo così, l’umidità che gli si condensa sul corpo e lungo le zampe, essendo con la testa in basso gli scende verso la bocca permettendogli di bere! Ah, è così che passa parecchie ore della notte, se ne sta zitto zitto al suo personalissimo Bar delle Dune, e solo molto più tardi farà ritorno alla tana “brillo” di rugiada!


Il grande viaggio delle Farfalle Monarca

Provate a pensare a un grande viaggio, un’impresa. Cosa vi viene in mente? Marco Polo? Nossignore! Le protagoniste della nostra storia si chiamano Farfalle Monarca. È autunno nella regione dei Grandi Laghi, al confine tra Stati Uniti e Canada. Qui le farfalle hanno trascorso l’estate nutrendosi di nettare nei prati e nei boschi. Misteriosamente però e quasi all’improvviso milioni di loro si raggruppano. Questo è il segnale: il loro grande viaggio sta per cominciare. Ogni anno infatti, quando termina la bella stagione, cominciano un viaggio che le porterà a più di 3000 chilometri di distanza verso sud fino in Messico. È una distanza enorme da percorrere senza auto, aerei o treni. E pensate che impegno per un animale grande appena come un farfalla! Il trasferimento dura alcune settimane e il loro viaggio finisce sempre nello stesso posto, in un paio di valli ben precise, già sempre le stesse.


Queste valli si trovano nel nord del Messico. Giunte lì le nostre farfalle si posano sugli alberi. Ricoprono i rami che sembrano avvolti da un tappeto vivente. La ragione del loro viaggio sta nel passare l’inverno in un luogo più caldo, è in Messico infatti che attendendo il ritorno della bella stagione. Ai primi tepori della primavera cominceranno infatti il viaggio di ritorno. I primi caldi sono il segnale che possono tornare nell’altro loro posto del cuore.

Come potrete immaginare solo poche di loro giungeranno alla meta, ma tutta questa fatica non sarà stata fatta invano: lungo il percorso avranno deposto milioni di uova che, schiudendosi, daranno vita ad altrettante farfalle. Ciò che lascia davvero sorpresi è che alle nuove farfalle nessuno avrà spiegato nulla, eppure, istintivamente, raggiungeranno anch’esse la regione dei Grandi Laghi, pronte a organizzare, la stagione successiva, il nuovo grande viaggio di gruppo!


Mi piacerebbe avere un lago a casa!

Ma sapete anche perchè il castoro si dedica a questo strano hobby? Non è un gioco come quello che molti di voi avranno fatto in riva al fiume con sassi e sabbia.

Questa potrebbe essere davvero una richiesta che la signora castoro potrebbe fare a suo marito. E lui sarebbe in grado e ben felice di accontentarla! Di certo, bambini, conoscete la capacitĂ che possiede il castoro di tagliare alberi rodendone il tronco e di trasportarli lungo i fiumi fino ad accatastarli a formare una diga.

Il lago del signor castoro è invece un ingegnoso sistema di difesa. Tutto quel lavoro serve infatti a proteggere la sua tana dai molti predatori che amerebbero banchettare con il nostro amico peloso.


Eccolo il boscaiolo d’acqua dolce che cerca gli alberelli migliori e, dopo averli tagliati coi robusti denti, li accatasta in un punto stretto scelto lungo il ruscello.

Bisogna subito costruire la sua tana in mezzo al lago, accatastando ancora una volta tronchi e sassi fino a creare una specie di igloo di rami e fango contenente una comoda stanza centrale.

Ben presto la diga, irrobustita da sassi e fango, fa alzare il livello dell’acqua fino a creare un lago. Il castoro vorrebbe godersi il frutto della sua fatica, magari prendendo un po’ di sole sulla spiaggetta che lui stesso a creato, ma non c’è tempo!

“Ehi, ti sei dimenticato la porta!” vorremmo potergli gridare, ma non è così. L’ingresso, grazie al lago artificiale, è sotto il pelo dell’acqua ed è irraggiungibile da lupi, volpi e orsi, i nemici più pericolosi del simpatico roditore. Ecco spiegato perchè tutte le case dei castori sono sempre dotate di....piscina!


L’incredibile mira del pesce arciere Le paludi costiere tropicali sono ambienti che ospitano animali e piante molto strani. Ci sono pesci che respirano aria e piante, come le mangrovie, che crescono in acqua con le radici fuori dal terreno. In questo mondo sottosopra vive il protagonista della nostra storia: eccolo che arriva, è il Pesce Arciere. Nuota a scatti appena sotto il pelo dell’acqua e, a prima vista, sembra un pesciolino come tanti altri. Ma ecco che improvvisamente si immobilizza. Come fosse un cane da caccia si blocca alla vista di qualcosa. Che succede? Proprio perché questo sembra un mondo al contrario, il pesciolino sta puntando per la caccia una preda che…non fa parte del suo mondo!Già non sta cercando di mangiare un pesciolino più piccolo di lui.

Ecco che vuol fare. Il Pesce Arciere ha individuato, posata su un ramoscello sospeso sull’acqua, una piccola libellula. A cosa starà pensando lì sott’acqua? Forse sta esagerando? Non ha calcolato che la libellula oltre a vivere nell’aria, può volare? Cosa pensa lui, di sbattere le pinne e volare cercando di rincorrerla?!? Eppure è sempre fermo in posa. Qualcosa in mente l’ha di sicuro. Con grande cura, lo vediamo inclinarsi verso l’alto e mantenere la posizione nonostante la corrente e le increspature dell’acqua! È proprio deciso, ma a fare che? Sembra un vero arciere che prende la mira pronto a scoccare la freccia dall’arco!


Nessuno lo immagina, ma il suo piccolo cervello in questo momento sta facendo grandi conteggi. Sta calcolando direzione e angolo di tiro per …colpire la libellula! Guardate! Ecco che comprime i muscoli della bocca e poi SFFUUHH....ha sputato! Proprio così, ha scagliato una gocciolina d’acqua ad alta velocità verso il povero insetto che, colto alla sprovvista, cade nella palude e diventa così una preda indifesa a portata di…bocca. In men che non si dica infatti, il pesce “matematico” se lo mangia soddisfatto. E, credete, quello che ha fatto ha dell’incredibile perché la libellula nella realtà non era esattamente dove il pesciolino la vedeva!

Tra acqua e aria infatti c’è quello che a scuola vi spiegheranno un giorno come il fenomeno della rifrazione. Cioè se guardate una cosa in superficie, stando sott’acqua, avete l’impressione di vederla in un punto ma nella realtà è leggermente spostata. Be’ l’arciere ha questa dote: senza neppure rendersene conto, è in grado di aggiustare la mira tenendo conto anche di ciò! Sempre utile aguzzare l’ingegno! Vero?


Il lofiro del pino Nella grande foresta del nord troneggia un vecchio pino. Tra i suoi ruvidi rami vivono moltissimi animaletti di ogni tipo e il protagonista della nostra storia è uno di loro. Eccolo! Ora è intento a mangiare voracemente aghi di pino, ne va ghiotto! Si chiama Lofiro ed è un piccolo bruco, di quelli che a fine primavera diventano farfalle. Durante la sua breve vita si nutre di aghi di pino che sono ricchi di resina, una specie di colla naturale.

Be’, il lofiro conserva la resina degli aghi in una sacca che ha nella pancia. Ma a cosa gli servirà mai?! Attenti! Neppure il lofiro se ne è accorto ma sul tronco, nascosta dalle screpolature della corteccia, si sta muovendo veloce la sua peggiore nemica: Formica Rossa è il suo nome e ha le idee chiare. Ha individuato il bruco, e insieme alle compagne, vuole tentare di catturarlo per portarlo nel formicaio. Vorrebbero fare una cenetta a base di lofiro.


Lofiro, lofiro! Non continuare a mangiare, guardati intorno! Ma forse siamo più preoccupati noi di lui. E infatti, appena la formica gli si avvicina, il Lofiro si volta di scatto e SPRRRRT!!! Spruzza sulla testa della formica quella gelatina appiccicosa che aveva accumulato nella sacca dopo aver masticato le foglie. Ecco a cosa serviva quella bizzarra divisione. La resina masticata è la sua arma di difesa.

Ma come sta la formica? Non sembra più tanto agguerrita. Oi-oi-oi. La spruzzata inattesa ha confuso la formica, ma non è l’unico problema! Quella specie di colla infatti ha un odore particolare, è quello che, nel mondo delle formiche, significa: PERICOLO! La malcapitata formica infatti, non solo ha perso la preda, ma l’odore che ha addosso ora porterà le sue compagne a confonderla per un nemico, e ad attaccarla. Meglio lasciare in pace il lofiro del pino!


L’asilo nido delle rane tropicali Già da alcune ore una piccola rana variopinta si sposta da un ramo all’altro. Sembra in cerca di qualcosa. Eilà! Cerchi qualcuno? Ti serve qualcosa? Che ti prende? Verrebbe da chiederle. È intenta in un compito particolare, come particolare è il suo nome: Dendrobates, per gli amici Denni. Sentite un po’ cosa le tocca fare. Vive nella foresta tropicale del Sudamerica.

È un ambiente splendido ma ci sono anche dei pericoli ed è proprio per questo che la nostra amica rana preferisce vivere sui rami dei grandi alberi piuttosto che a terra dove sarebbe una facile preda. Furba non trovate? In questo momento ha una faccenda importantissima da sbrigare! Guardate un po’. Sul dorso trasporta i piccoli, i suoi girini! Sono nati poche ore prima da uova deposte su foglie umide di pioggia. Appena usciti, i girini, si sono spinti verso la mamma e in modo un po’ goffo le sono saliti sopra prendendo posto come se fossero sullo scuolabus.


La rana Denni sta cercando il luogo giusto per far crescere i suoi piccoli. Un compito davvero importante. Forse qualcuno di voi storcerà il naso: ma come? I girini non vivono nell’acqua? Forse la rana Denni ha sbagliato strada? Deve cercare un laghetto, come potrà trovarlo in cima a un albero? Ebbene sì, avete ragione voi e anche la rana: la nostra amica infatti è proprio in cerca di uno stagno...in cima agli alberi però! Impossibile! -penserà qualcuno- e invece ecco apparire, dietro a un grande tronco, il posto perfetto: una pianta davvero particolare e anche lei ha un nome difficile: Bromeliacea, che vuol dire pianta dalle foglie rosse.

La cosa importante è che queste foglie riescono a riunirsi a formare una piccola rosa, come fosse una coppetta, una piccola vasca, dove al centro può ristagnare sempre un po’ d’acqua. Ecco fatto il laghetto che serviva. Un incredibile lago sospeso! Quando la rana lo raggiunge, SGUISSSHHH, vi fa scivolare i girini che, subito felici della scelta di mamma, cominceranno a nuotare. E alla pappa nessuno ci pensa?! Non preoccupatevi, Madre Natura è sempre generosa e previdente. Alcuni insetti che gironzolano a quell’altezza depositano molte uova proprio in quel laghetto sospeso. Neppure sospettano, è probabile, che hanno contribuito a offrire la colazione, fresca di giornata, ai giovani girini affamati! E allora buona nuotata e buon appetito!


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