Enti ecclesiastici e riforma del Terzo Settore

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Gianluca Belfiore (a cura di)

Enti ecclesiastici e riforma del Terzo Settore

Atti della giornata di Studi dell’Osservatorio giuridico diocesano di Siracusa • 3 maggio 2024

G. Belfiore • Chiesa e Terzo Settore

Sebastiano AMENTA • Gianluca BELFIORE • Lucia Antonella BONGIORNO •

Nicola CITARDA • Giovanni DI ROSA • Mariano FIORETTO •

Andrea LOMANTO • Francesco MARCELLINO • Marco PROCIDA • Gabriele SORACE • Andrea TURCHINI • Giuseppe VECCHIO • Veronica ZOCCO

a cura di Gianluca BELFIORE 1 Belfiore • Chiesa e Terzo Settore

Sebastiano AMENTA • Gianluca BELFIORE • Lucia Antonella BONGIORNO •

Nicola CITARDA • Giovanni DI ROSA • Mariano FIORETTO • Andrea LOMANTO • Francesco MARCELLINO • Marco PROCIDA • Gabriele SORACE • Andrea TURCHINI • Giuseppe VECCHIO • Veronica ZOCCO

Enti ecclesiastici e riforma

Enti ecclesiastici

e riforma

del Terzo Settore

del Terzo Settore

Atti della giornata di Studi dell’Osservatorio giuridico diocesano di Siracusa • 3 maggio 2024

Atti della giornata di Studi dell’Osservatorio giuridico diocesano di Siracusa • 3 maggio 2024

a cura di Gianluca BELFIORE

Prima edizione: Fiordaliso, agosto 2024

Consigliere delegato all’editoria: Angela Lauretta

Progetto grafico e impaginazione: Studio Marabotto Roberto Frusteri

Coordinamento editoriale: Francesco Casale

In redazione: Sara Milana

Illustrazione di copertina: © Chanakarn/stock.adobe.com/it/ ISBN 978-88-8054-956-7

© 2024 Fiordaliso S.r.l. SB viale delle Province, 2 00162 Roma www.fiordaliso.it

ragioni e le opportunità della riforma del Terzo Settore

Enti ecclesiastici e Terzo Settore: aspetti giuridici, contabili e fiscali

La co-programmazione: un’occasione per riflettere sul rapporto fra partecipazione e democrazia alla luce delle

La gestione dei volontari negli Enti del Terzo Settore

Il regime della responsabilità nell’amministrazione degli Enti del Terzo Settore

Il caso dell’AGESCI: una grande associazione cattolica che entra nel regime ETS

fra gli ETS: opportunità e problematiche della nuova configurazione

Prefazione

Da qualche anno la nostra Associazione ha riscoperto il gusto di camminare al passo dei discepoli di Emmaus che, accompagnati da Gesù, possono rileggere il loro vissuto alla luce della Parola di Dio per riconoscere la strada su cui il Signore li chiama a seguirlo, illuminati dalla luce della Pasqua e consapevoli della risurrezione di Gesù.

Qualcuno si potrebbe chiedere cosa c’entri tutto questo con il Terzo Settore, ma mi sembra utile provare a rileggere in questa prospettiva anche quanto la nostra Associazione sta vivendo, a partire dalla scelta del Consiglio generale (CG) del 2019, di aderire al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e aggiornare il proprio Statuto alle esigenze conseguenti a questa scelta.

Io non ero presente al CG 2019 e, pur essendo già molto impegnato in AGESCI, ricordo quell’evento soprattutto per il documento “La scelta di accogliere”. Oggi, a distanza di cinque anni, mi rendo conto che, durante quel Consiglio generale, l’AGESCI ha compiuto una scelta importante, ritenuta da molte e molti dei presenti necessaria e adeguata a ciò che l’Associazione desiderava essere nel contesto associativo del nostro Paese; una scelta che attualmente sta affaticando molti a causa delle incombenze burocratiche che molte capo e molti capi considerano estranee e distraenti rispetto al servizio educativo che dovrebbe impegnare le nostre energie.

Per dirla in un modo molto più semplice, si potrebbe affermare che non sono poche le capo e i capi che si chiedono: «Chi ce l’ha fatto fare?!».

Ascoltando tali lamentazioni mi tornano alla mente quelle del popolo d’Israele in cammino nel deserto verso la Terra promessa. Anche in quel caso era stato condiviso e annunciato “un sogno” che aveva motivato tutte e tutti alla partenza: la promessa di una terra propria, bella e feconda; il dono di Dio per il suo popolo, segno di libertà e riscatto da quattrocento anni di schiavitù in Egitto.

Il sogno però si è presto infranto con le esigenze del cammino nel deserto: i pericoli, la fame, la sete… tutte difficoltà di fronte alle quali il popolo d’Israele si è trovato impreparato, impaurito e in grande

difficoltà. La reazione alla paura e alla fatica estrema è stata la mormorazione contro Mosè e contro Dio, contro coloro che avevano destato nel popolo il sogno della libertà: «Stavamo meglio in Egitto! Eravamo schiavi, ma avevamo ogni giorno il necessario per mangiare!». Stranamente, la terribile condizione di schiavitù che aveva portato i discendenti di Israele ad alzare al Dio dei padri il loro grido di aiuto, di fronte alle difficoltà del cammino è stata presto dimenticata e la terra d’Egitto, nella memoria deformata dalla fatica, diviene il luogo in cui la vita era più facile e ogni bene era disponibile e godibile.

Rispetto alle lamentazioni del popolo che vorrebbe ritornare in Egitto, c’è un’altra strada che Mosè percorre per custodire il sogno di libertà d’Israele e impedire loro di perdersi in una nostalgia illusoria e falsata: chiede aiuto a Dio che si mostra provvidente e pronto a rispondere alle esigenze del suo popolo donando l’acqua per la sete, la manna e le quaglie per la fame, la difesa contro i pericoli del deserto. Il Signore, attraverso questi aiuti, si mostra presente, capace di farsi carico delle difficoltà che emergono, invitando a sollevare lo sguardo per accogliere un aiuto che viene dall’alto.

Il parallelismo può sembrare azzardato e un po’ forzato, ma vi troviamo molti elementi utili per la nostra riflessione; anche noi come Associazione abbiamo condiviso un sogno che ci chiedeva di uscire dalla nostra zona di comfort per andare ad “abitare una terra a noi estranea”, in cui tanti altri abitavano; abbiamo deciso di uscire dal “nostro piccolo” per confrontarci con una realtà più grande e partecipare ad un processo di trasformazione del mondo associativo in corso nel nostro Paese, dal quale ci sentivamo interpellati.

Nonostante le buone intenzioni espresse nel momento della scelta, quando è arrivata la partenza anche noi ci siamo trovati impreparati e travolti dalle esigenze burocratiche di un sistema che sembrava incapace di riconoscere la nostra peculiarità e rispetto al quale non sapevamo bene come cavarcela. I sentimenti condivisi da molte capo e molti capi sono stati quelli dell’insofferenza, del rifiuto, dell’inadeguatezza, e la domanda ricorrente era: «Perché non siamo rimasti tranquilli nel nostro sistema autogestito, più adatto al volontariato che viviamo, senza il bisogno di perdere tempo in tante questioni formali?».

Sebbene molte cose siano migliorate grazie anche al supporto ricevuto da persone competenti, ancora oggi molti di noi rischiano di rimanere prigionieri di questa nostalgia; è allora importante che anche

in AGESCI compiamo le stesse due azioni che ha compiuto Mosè: rinnovare l’adesione al sogno che ci ha portato a vivere la scelta di entrare tra gli Enti del Terzo Settore e imparare a chiedere aiuto a chi è capace di sostenere il nostro cammino in un territorio impervio e per noi sconosciuto… fino a quando arriveremo ad abitare quella “terra feconda” che ci ha motivato nella scelta e nella partenza. In questo senso va interpretata la scelta di Fiordaliso di pubblicare gli atti della Giornata di Studio dell’Osservatorio giuridico dell’Arcidiocesi di Siracusa, che ha visto confrontarsi esperti sul tema del TS ed ha accolto la prima prassi applicativa della normativa, anche attingendo alla testimonianza degli IRO di AGESCI Sicilia.

Sento che in AGESCI abbiamo ancora bisogno di aiutarci vicendevolmente a guardare avanti, a non perdere di vista la méta del nostro percorso, a non farci schiacciare dalle difficoltà, che sono reali e che condividiamo con tante realtà associative che hanno compiuto la medesima scelta. Credo che anche il Signore, sebbene normalmente non si occupi di burocrazia, saprà aiutarci nel superare questo passaggio difficile per corrispondere a quel sogno che – crediamo – lui abbia posto nel nostro cuore per essere fedeli alla vocazione di rendere il mondo un luogo migliore grazie all’impegno nel servizio educativo.

don Andrea Turchini

Assistente ecclesiastico generale dell’AGESCI

Enti ecclesiastici e riforma del Terzo Settore

Presentazione

Gli studiosi del Diritto costituzionale insegnano che la “forma di Stato” definisce il rapporto fra governanti e governati, o, detto in altri termini, fra potere pubblico e popolo, o, ancora, fra autorità e libertà. Indicano gli stessi che si sta progressivamente passando dal Welfare State (sovente con impostazione assistenzialistica) alla Welfare Community, maggiormente coerente con l’articolazione sussidiaria1 che il principio costituzionale di solidarietà comporta2. Ciò implica che l’interesse generale, spogliato dalla sua originaria monoliticità, diviene obiettivo non soltanto del pubblico attore, ma, piuttosto, della Comunità nella sua complessa integrità. Si tratta di una evoluzione storica che ha visto dapprima lo Stato unitario pubblicizzare e accentrare tutta l’assistenza e beneficenza, esautorando tutti quei soggetti privati – e in particolar modo ecclesiali – che fino ad allora, prima che prestare un servizio sociale, si erano fatti obbedienti al comandamento evangelico della carità fraterna e che oggi vede, invece, la Repubblica delle Autonomie riconoscere la necessità dell’assolvimento di attività di interesse generale da parte dei privati, senza il cui intervento il sistema sociale nazionale tracollerebbe miseramente.

Questo argomento è stato oggetto di attenzione dell’Osservatorio giuridico della Diocesi di Siracusa lo scorso anno, nella giornata di studi svoltasi il 21 ottobre 2022 e i cui atti sono stati pubblicati, grazie alla collaborazione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, nel numero monografico della rivista Phôs 2/2022.

Quest’anno, invece, l’Osservatorio ha ritenuto confrontarsi con un ambito normativo che si propone di offrire applicazione ai principi trattati nella precedente giornata di studi3 e che apre un nuovo corso dei rapporti fra soggetti pubblici e privati nel perseguimento delle finalità d’interesse pubblico.

1. Cf. L. VioLini, La sussidiarietà nell’Ordinamento costituzionale, in Phôs 14 (2022/2) 79-84.

2. Cf. F. GiuFFré, Il principio costituzionale di solidarietà come istanza di integrazione politica, economica e sociale, in Phôs 14 (2022/2) 12-78.

3. Cf. F. Sanchini, Profili costituzionali del terzo settore, Milano 2019.

In particolare, grazie alla collaborazione con l’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Siracusa, si è ritenuto di prendere in esame l’ampia tematica della riforma del Terzo Settore4, nelle sue varie implicazioni (dal dato normativo alla prima prassi applicativa), con particolare riferimento agli Enti ecclesiastici.

Il tema, in un certo senso, pone non pochi elementi di novità. Infatti, sebbene il Codice del Terzo Settore (D.lgs. 3 luglio 2017, n. 117)5 abbia già compiuto sette anni, a seguito di una serie di ritardi nella normativa d’attuazione, ci troviamo solo adesso a registrare la sua prima prassi applicativa.

Se già il TS, di per sé, intercetta l’ambito d’interesse del Diritto costituzionale, amministrativo, privato, commerciale, del lavoro, tributario, penale ecc., l’intersezione dell’ambito degli Enti ecclesiastici con la normativa del TS si apre a implicazioni concernenti anche il Diritto canonico e il Diritto ecclesiastico. Questi ultimi rappresentano il punto angolare privilegiato d’osservazione della normativa da parte degli esperti che, nella giornata di studi, hanno offerto i contributi qui pubblicati, in ragione delle peculiari funzioni dell’Osservatorio giuridico diocesano6.

Nella prima sessione dei lavori, con la moderazione della Dott.ssa Lucia Antonella Bongiorno, dopo l’inquadramento generale della questione degli Enti ecclesiastici e delle possibili implicazioni nell’ambito del TS, operata dal Direttore dell’Osservatorio, don Gianluca Belfiore, il prof. Giovanni Di Rosa, ordinario di Diritto privato nell’Università degli Studi di Catania, ha trattato delle ragioni e opportunità della riforma del Terzo Settore, a seguire, l’Avv. Francesco Marcellino si è occupato dell’Ente Ecclesiastico nella riforma del TS, infine il Dott. Marco Procida, ha trattato gli aspetti giuridici, contabili e fiscali della questione. Nella seconda sessione, con la moderazione di don Gianluca Belfiore, il Prof. Giuseppe Vecchio, già Ordinario di Diritto privato nell’Università di Catania, si è occupato della coprogrammazione, quale occasione per riflettere sul rapporto fra partecipazione e democrazia, il Dott. Mariano Fioretto, Consulente del lavoro, ha delineato il regime

4. D’ora in avanti “TS”.

5. D’ora in avanti “CTS”.

6. Cf. F. Lomanto, Decreto di erezione dell’Osservatorio Giuridico Diocesano prot. 29/21 AA, 14 aprile 2021.

del volontariato negli ETS, la Dott.ssa Lucia Antonella Bongiorno, Magistrato presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha illustrato il regime della responsabilità nell’amministrazione degli ETS. Da ultimo, si è esaminato il caso di una grande associazione cattolica che entra nel regime ETS, ossia l’AGESCI. La tematica è stata affrontata a livello normativo dall’Avv. Gabriele Sorace e, dal punto di vista della corrente prassi attuativa dagli Incaricati Regionali all’Organizzazione dell’AGESCI Sicilia, Veronica Zocco e Nicola Citarda.

Gli atti della giornata vengono pubblicati per i tipi della casa editrice Fiordaliso, nell’Ottantesimo dalla sua fondazione, tenuto conto dell’importanza, sul piano dell’organizzazione della vita dei Gruppi AGESCI, dell’accesso al TS ma, principalmente, a motivo del riconosciuto interesse generale dell’educazione dei giovani attraverso il metodo che l’AGESCI adotta. Il presente volume è arricchito dalla prefazione redatta da don Andrea Turchini, Assistente ecclesiastico generale dell’AGESCI, che ha prontamente accolto l’invito rivoltogli, conferendo uno sguardo sapienziale all’accesso dell’Associazione al TS. Un particolare ringraziamento all’Arcivescovo di Siracusa, S.E.R. Mons. Francesco Lomanto, che, benché impegnato nella visita ad limina Apostolorum, non ha mancato di far pervenire un messaggio di vicinanza e incoraggiamento; al suo Vicario Generale, Mons. Sebastiano Amenta, che ha fornito il necessario inquadramento storico agli argomenti; al Presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Siracusa, Dott. Gaetano Ambrogio, che ha coinvolto gli iscritti e, in particolare, la Commissione ETS costituita in seno all’Ordine; alla Fondazione Sant’Angela Merici e al suo Presidente, don Alfio Li Noce, che ha offerto squisita ospitalità all’evento e alla Società Coop. Arcolaio per lo straordinario lavoro con i detenuti che, da anni, concorre «a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa»7

don Gianluca Belfiore Direttore dell’Osservatorio giuridico dell’Arcidiocesi di Siracusa

7. Art. 1 CTS.

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