Salari in crisi - il decennio perduto

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Salari in crisi: il decennio perduto Presentazione ed elaborazione a cura di

Occupazione

Agostino Megale Presidente Lab

Crescita

Salari

Nicola Cicala Collaboratore Lab

ProduttivitĂ Roma, 25 Gennaio 2013 Isrf Lab promosso dalla Fisac Cgil


Crescita del Pil in Italia prima e dopo la crisi: sempre sotto la media europea - 3,0% - 6,5% 2000-2007

2008

2009

2010

2000-2010

2011

2012

2013

Italia

1,5

-1,3

-5,2

1,8

0,6

0,4

-2,3

-0,7

Germania

1,7

0,8

-5,1

3,6

1,2

3,1

0,9

0,9

Francia

2,1

-0,2

-2,6

1,4

1,4

1,7

0,1

0,4

Spagna

3,6

0,9

-3,7

-0,1

2,4

0,7

-1,5

1,3

UK

2,7

-0,1

-4,9

2,1

1,7

0,7

0,4

1,1

Area Euro

2,6

0,7

-4,2

1,9

1,7

1,4

-0,4

0,2

Stati Uniti

2,6

-0,3

-3,5

3

1,8

1,7

2,2

2,1

Cina

10,5

9,6

9,2

10,4

10,3

9,2

7,8

8,2

Dinamica reale del PIL Tassi di crescita medi annui – dal 2013 previsioni del FMI -

In Italia si registra il dato peggiore nella crisi e si prevedono tempi piĂš lunghi per la ripresa Elaborazioni Isrf Lab su dati FMI

2


La bassa crescita del PIL in Italia è un fenomeno che risale agli anni ‘90 DINAMICA REALE DEL PIL (tassi di crescita medi annui)

Italia Germania Francia Spagna Regno Unito Unione europea Stati Uniti Cina

1971-1980 1981-1990 1991-2000 3.8 2.4 1.6 2.9 2.3 2.1 3.7 2.4 2.0 3.6 3.0 2.9 3.3 2.8 2.5 3.1 2.3 2.3 4.5 3.3 3.4 9.3 10.5

2000 – 2010 Elaborazioni Isrf Lab

+ 0,6% 3


Il debito pubblico Debito pubblico in rapporto al PIL (%)

1995

2000

2007

2008

2009

2010 2010* 2012

Italia

121,5

109,2

103,5

105,8

115,8

118,6

Francia

55,5

57,3

63,8

68,1

77,6

84,2

Germania

55,6

59,7

65,1

65,9

73,2

76,7

Regno Unito

47,2

41

44,2

52

68,1

78,2

Spagna

63,3

59,3

36,2

39,5

53,2

66,9

Stati Uniti

70,6

54,4

61,8

70

83,9

92,6

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

Oltre 2000 miliardi Pari a il 126,1% del Pil

4


1 - Debiti e Spread: chi detiene il debito pubblico?

98,8

Debito pubblico 2012 Finanziato da non residenti

44,5

50,4

57,7

64,6

61,9

57,8

71,1

48,2 38,5 27,6

24,1

32,4 17,7

• Si ritiene che un debito pubblico detenuto all’esterno per oltre il 60% possa essere elemento di sfiducia dei mercati internazionali; • L’Italia ha un rapporto migliore di Germania e Francia. Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

5


2 - Debiti e Spread: la ricchezza delle famiglie

• La garanzia che lo stock di debito pubblico interni sia sostenibile è dato dalla ricchezza finanziaria netta privata; • La ricchezza finanziaria netta (al netto delle passività finanziarie) privata in Italia è, pari a 2.500 miliardi Elaborazioni Isrf Lab su dati Banca d’Italia 6


2 - Debiti e Spread: la ricchezza delle famiglie

• Nel 2011 in Italia le attività reali (gli immobili, i macchinari e gli altri beni tangibili) rappresentavano ben il 62% della ricchezza complessiva delle famiglie (al lordo delle passività), superati solo dalla Francia, dove le attività reali pesavano per il 66%. La scomposizione della ricchezza è comunque molto simile rispetto a Francia e Germania accomunati da una preferenza per il “mattone”. Elaborazioni Isrf Lab su dati Banca d’Italia

7


2 - Debiti e Spread: la ricchezza delle famiglie

5.976 miliardi di euro

Elaborazioni Isrf Lab su dati Banca d’Italia

8


2 - Debiti e Spread: la ricchezza delle famiglie

Attività finanziarie 3.500 miliardi di euro; Passività finanziarie 900 miliardi di euro

Elaborazioni Isrf Lab su dati Banca d’Italia

9


2 - Debiti e Spread: la ricchezza delle famiglie Debito pubblico 2012 finanziato da residenti in percentuale della ricchezza finanziaria netta privata

166,5

88,9

84,5 61,9

48,8

44,3 25,6

23,9

21,1

17,8

11,3

33,8

31

8,9

• Anche in questo caso il dato italiano è sotto soglia e comunque nettamente inferiore al dato spagnolo. Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

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3 - Debiti e Spread: i debiti delle famiglie 127,3 112,7 91,3

Debiti delle famiglie

58,8

45,2

56,8

81,1 54,4

54,6

63,1

61,2

95,3 84,4 66,8

• Ancora l’Italia presenta un dato migliore di Germania e Francia; • Il dato italiano e ben al di sotto della soglia limite del 60%.

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

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4 - Debiti e Spread: la posizione finanziaria netta sull’estero Posizione finanziaria netta sull'estero

65,7 54 35,5

32,6

13,1 Italia

-20,6

Germania

Francia

Belgio

Spagna

-15,9

-91,7

Olanda

Austria

-2,3

Finlandia

Grecia

Portogallo

Irlanda

UK

-17,3

-86,1

USA

Giappone

-26,7

-96

-105 • Per la commissione europea (procedura sugli squilibri macroeconomici) l’indebitamento finanziario netto totale verso l’estero non deve ufficialmente superare il 35% del Pil; • Il dato italiano è sotto la soglia massima e quindi in linea con i parametri europei.

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

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Deficit Pubblico – Variazioni cumulate

-2,8

Italia

-0,7 -2,8

2000-2007

2,8

Francia

-6,3 -3,5

Germania

-3,6

Spagna

-5,2 -4,8

2008-2011

-9,6 -9,6

Regno Unito

-6,4 USA -12

-10

-8

-6

-4

-2

0

2

4

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

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Andamento dello Spread Btp – Bund, il peso della politica Lo spread torna a crescere… I mercati sfiduciano l’Italia? Oppure l’Europa?

Il passaggio dal Governo Berlusconi al Governo Monti ha portato in pochi mesi alla riduzione dello Spread di 249 pb e quindi ad un minor peso in termini di interesse sul debito pubblico di 2,5 punti percentuali

L’intervento della BCE comporta una riduzione dello spread

Da 70 miliardi a 100 miliardi di interessi sul debito pubblico italiano. Con Monti diminuisce lo spread ma aumenta il debito.

Elaborazioni Isrf Lab

14


‌ quindi?

Da Berlusconi a Monti: diminuisce lo Spread ma aumenta il debito Elaborazioni Isrf Lab

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La capitalizzazione di borsa delle banche Indice settoriale Banche

102.113 94.285 92.829 2011

84.037

83.397 77.431 61.994

73.089

60.505

Il settore perde la metĂ del proprio capitale

67.603

61.064

55.608

54.944

56.979 56.964

51.430

55.005

Elaborazioni Isrf Lab su dati borsa italiana

49.365 46.754 2012

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La spirale del debito Il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento … imposto da Consiglio europeo, Commissione e Bce. all’art. 4 prescrive: “Quando il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo di una parte contraente supera il valore.. del 60%... tale parte contraente opera una riduzione a un ritmo medio di un ventesimo all’anno”. “Al fine di ripagare un debito a lunga scadenza in rate annuali è essenziale una condizione: che il debitore, al netto di quanto spende per il proprio sostentamento, abbia ogni anno delle entrate, per tutta la durata prevista, che siano almeno pari a ciascuna rata del debito”.

Il Pil supera i 1650 miliardi, per cui il 60 per cento di esso ne vale circa 1000. Il debito accumulato superato i 2000 miliardi di euro. Quindi, al fine di farlo scendere al 60 per cento del Pil come prescrive il Trattato, si dovrebbe ridurre il debito di 50 miliardi l’anno per un ventennio (1000 miliardi). L’interesse sul debito, al tasso medio del 4 per cento, comporta una spesa di 80 miliardi l’anno, la quale si somma ogni anno al debito pregresso. Ora, se riduco il debito di 50 miliardi, avrò sì risparmiato 2 miliardi di interessi però sui restanti 1950 miliardi dovrò pagarne 78. Risultato: il debito è salito a 2028 miliardi (2000-50+78). L’anno dopo taglio il debito di altri 50 miliardi e gli interessi di 2. Però devo pagarne 76, per cui il debito risulterà salito a 2054 (2028-50+76) …

La riduzione del debito pubblico a meno della metà è una richiesta non realizzabile e pericolosamente recessiva. Se fosse modificato l’art. 123 del trattato consentendo all’Italia di prendere in prestito dalla Bce, in forma obbligazionaria o altra, 1000 miliardi al tasso dell’1 per cento, come hanno fatto le banche europee allora potrebbe diventarlo. 17 Elaborazioni Isrf Lab


La politica dell’Austerity e il debito 126,1%

• La variazione tendenziale vede un peggioramento di 23 stati su 27 in termini di rapporto tra Debito e Pil.

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

18


La politica dell’Austerity e il debito

• La variazione tendenziale vede un peggioramento di 23 stati su 27 in termini di rapporto tra Debito e Pil.

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

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Previsioni di crescita: dove ci porta l’Austerità 1.350.000 1.300.000

Il pieno recupero secondo le Stime pre austerity era previsto al 2015

2022

1.250.000 1.200.000 1.150.000

Recessione

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

1.100.000

Si tornerà ai livelli di Pil già insufficienti del 2007 solo nel 2022 Serve un patto tra le parti sane e produttive del paese

Stime post austerity: Pil 2015 ancora inferiore rispetto al 2007

Pil(prezzi 2000)-Previsioni Dicembre2012

Pil(prezzi 2000)-Previsioni Aprile 2011  Le stime effettuate nel mese di Aprile 2011 e largamente condivise dai principali istituti di ricerca indicavano il 2015 come l’anno in cui si sarebbe raggiunto, in termini di PIL, il pieno recupero rispetto al dato ante-crisi;  Le ultime proiezioni che considerano le manovre di Austerity hanno determinato un rallentamento della crescita a tal punto che si ritiene si tornerà ai livelli di PIL del 2007 non prima del 2022.


La perdita occupazionale negli anni duemila Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno 108

106

104

102

100

98

Dall’inizio della crisi a fine 2012 sono stati persi circa 1,4 milioni di posti di lavoro

96

• In termini di giornate lavorative “piene”, l’occupazione è diminuita di oltre 1,4 milioni di unità;

• I livelli delle unità di lavoro sono crollati sotto i valori di dieci anni fa (inizio 2001); 24.027 • Tenendo conto sia della CIG, sia dell’effetto “scoraggiamento”, la Banca d’Italia stima che il tasso reale di disoccupazione sia sopra l’12%. Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

21


Il recupero dei livelli occupazionali pre crisi nel 2021 107

Livello occupazionale Pre crisi

106 105 104 103 102

Nove anni per recuperare l’occupazione perduta

101 100 99 98 97

Ipotizzando una costante crescita del tasso di occupazione giĂ dal 2012 si stima un ritorno ai livelli pre ciri non prima del 2021 Elaborazioni Isrf Lab

22


Il risparmio delle famiglie

-51,6%

Risparmio nazionale lordo in Italia in % al reddito nazionale lordo disponibile

• ll tasso di risparmio lordo delle famiglie italiane è passato dal 21,9% nel 1995 ad un minimo del 12% nel 2011; • Questo trend è stato causato quasi esclusivamente da una diminuzione dei risparmi delle famiglie consumatrici, che sono passate dai €192 miliardi di risparmi lordi del 1995 (rivalutati ai prezzi del 2011) a solo poco più di €93 miliardi del 2011. Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

23


Il risparmio delle famiglie

• A fronte di un’erosione dei redditi disponibili non vi è stata una uguale diminuzione dei consumi, con

l’ovvia conseguenza di una riduzione del risparmio. Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

24


La povertà relativa - Italia 11,5 11,6 11,4 11,2

Oltre 8,2 milioni di poveri

10,6

11 10,8 10,6

10,4 10,2 10 1

2003

2012

• Nel 2012, l'11,5% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 8.573 mila persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3.415 mila). • La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011,03 euro. Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

25


Le diseguaglianze nella distribuzione del reddito Il 10% delle famiglie possiedono quasi la metà ella ricchezza

Dieci percento delle Famiglie 47% della ricchezza

10% Famiglie 90% Famiglie Totale ricchezza

Novanta percento delle Famiglie 53% della ricchezza

Ricchezza netta complessiva paese Italia 100% = 8.600 miliardi di euro 0

1000

2000

3000

4000

5000

La proposta: un’imposta patrimoniale che gravi sulle famiglie che hanno una ricchezza netta complessiva al di sopra degli 800 mila euro, quindi, solo 1.208 mila famiglie (circa la metà del 10% delle famiglie più ricche.

6000

7000

8000

9000

10000

2 milioni 400 mila famiglie possiedono mediamente circa 1.600 mila euro Dati riferiti al patrimonio finanziario e immobiliare

Tale imposta calcoliamo possa portare 15 miliardi di euro di maggiore gettito nelle casse dello stato 26

Elaborazioni Isrf Lab su dati Banca d’Italia


Le disuguaglianze salariali in Italia nella crisi, anno 2012. Salario netto mensile

Lavoratore dipendente standard (2012)

1.333

Lavoratrice

1.173

–12,0%

Lavoratore di piccola impresa (1-19 add.)

1.091

–18,2%

Lavoratore del Mezzogiorno (Calabria)

1.080

Lavoratore immigrato (extra-UE)

1.004

Lavoratore a tempo determinato

984

Lavoratore giovane (15-34 anni)

973

Lavoratore in collaborazione

893 Elaborazioni Isrf Lab su dati Ires - Banca d’Italia

–19,0% –24,7%

–26,2% –27,0% -33,3% 27


Saldo retr./infl.

Retribuzioni contrattuali

19 miliardi di euro non ridistribuiti al mondo del lavoro

3,3

Inflazione

3

2011

2012

1,8 1,2

-1,2

-2,1 2011

2012

• Il mix tra l’andamento dei redditi da lavoro dipendente e l’indice dei prezzi al consumo ha

ridotto il salario reale. • La perdita di potere d’acquisto determina una minire propensione al consumo, generando minore domanda interna, quindi, minor crescita. Elaborazioni Isrf Lab su dai Istat

28


Retribuzioni: 2012 ancora in perdita  Deflatore

dei consumi interni

inflazione effettiva  Retribuzioni

2011

2012

+1,7%

+3,0% +3,3%

+2,1%

+1,8% +1,2%

+2,1%

+2,0% +1,4%

+1,9%

+1,6% +1,0%

contrattuali

stabilite nei CCNL  Retribuzioni

2010

lorde di fatto

con la produttività (esclusi i lavoratori in Cassa Integrazione)

 Retribuzioni

nette di fatto al netto tasse e contributi

Nel 2012 stimiamo una perdita di -2,1% nel rapporto tra inflazione e crescita delle retribuzioni contrattuali nette e di -1,5% di quelle lorde di fatto. In questo contesto si ha +0,4% di maggiori pressione fiscale sul lavoro dipendente. 29 Fonte: elaborazioni Isrf Lab su dati Istat. Dal 2012 stime Lab su dati Istat


Retribuzioni: tre anni di crisi 

2011

2012

Il triennio

+1,7%

+3,0%

+3,3%

+8,0%

+2,1%

+1,8%

+1,2%

+5,1%

+2,1%

+2,0%

+1,4%

+5,5%

al netto tasse e contributi +1,9%

+1,6%

+1,0%

+4,5%

Deflatore dei consumi interni

inflazione effettiva  Retribuzioni

contrattuali

stabilite nei CCNL  Retribuzioni

2010

lorde di fatto

con la produttività (esclusi i lavoratori in Cassa Integrazione)

 Retribuzioni

nette di fatto

Nel triennio l’inflazione è cresciuta dell’8% mentre le retribuzioni poco più del 5%. Nel 2013 si perderanno mediamente 35 euro mensili in termini di potere d’acquisto che se sommati ai 70 euro perduti nel triennio precedente si ha una perdita annua cumulata da 1300 euro 30 Fonte: elaborazioni Isrf Lab su dati Istat. Dal 2013 stime Lab su dati Istat


Retribuzioni: e il 2013? Nei 4 anni della crisi: inflazione all’11% retribuzioni al 5,7% 

Deflatore dei consumi interni

2010

2011

2012

2013

inflazione effettiva

+1,7%

+3,0%

+3,3%

+3,0%

+2,1%

+1,8%

+1,2%

+1,4%

+2,1%

+2,0%

+1,4%

+1,6%

+1,9%

+1,6%

+1,0%

+1,2%

 Retribuzioni

contrattuali

stabilite nei CCNL  Retribuzioni

lorde di fatto

con la produttività (esclusi i lavoratori in Cassa Integrazione)

 Retribuzioni

nette di fatto

al netto tasse e contributi

In condizioni di inflazione simili a quelle degli anni precedenti e data la stima sulla crescita dei salari il 2013 sarà ancora in perdita;

-1,8% da aggiungere al -3,9% accumulato nel triennio precedente. 31 Fonte: elaborazioni Isrf Lab su dati Istat. Dal 2012 stime Lab su dati Istat


Inflazione e retribuzioni: la perdita del potere d’acquisto 140

Inflazione (DEF)

Retr. contr lorde

24.740€

135

130

Numeri indice 1999 = 100 media annua

125 120 115

Nel decennio il salario decresce

110

- Inflazione 2011-2012 +6,3% - Salari 2011-2012 +3%

105 100

25.668 € (a prezzi 2012)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat


Retribuzioni lorde, nette, inflazione e tasse 140

Inflazione (DEF)

Retr. di fatto lorde

Retr. di fatto nette

135

Numeri indice 1999 = 100 130

media annua

125

20.786 €

120

115

110

105

20.877 € (a prezzi 2012)

100

2012

2000 •

Le retribuzioni nette hanno accumulato una perdita nei primi anni Duemila, dovuta anche al fiscal drag per 2.375 euro, che equivale a circa 50 miliardi di maggiori entrate complessivamente sottratte al potere d’acquisto dei salari. Nel 2012 il livello della retribuzione netta è inferiore a quello del 2000 (prezzi correnti). Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

33


… caduta del reddito di quali famiglie? L’impatto della crisi è stato generalizzato e ha colpito tutte le famiglie italiane. Eppure, a differenza delle famiglie con a capo un imprenditore o un libero professionista, le famiglie di lavoratori dipendenti hanno accumulato una perdita di reddito disponibile reale che si è trascinata fino alla crisi, in cui la riduzione dell’occupazione e l’abbattimento delle retribuzioni (soprattutto per effetto della CIG) hanno trascinato ancora più in basso il potere d’acquisto delle famiglie di operai e impiegati. 2000-2012*

 Imprenditori e liberi prof.

+ 3.640 €

 Lavoratori dipendenti

– 8.154 € 34

Elaborazioni Isrf Lab su microdati Banca d’Italia (I bilanci delle famiglie italiane, anni 2000-2011). (*) Stime 2012.


120

Il carico fiscale negli anni Duemila: tutto su lavoro dipendente e pensioni 2000-2011

115 110 105

100 95 90 85 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Entrate totali

Entrate da reddito da lavoro dipendente (*) Gettito deflazionato. Numeri indice 2000 = 100

Elaborazioni Isrf Lab su dati dell’AdE, dal 2012 previsioni Lab

35


Pressione fiscale: confronto tra Italia e media paesi OCSE Single

46,9%

Famiglie

OCSE 2010

51,3% 42,1%

46,8%

36,7%

+12,3%

+10,2%

Singole

29,8% Famiglie

OCSE

Italia

La pressione fiscale già elevatissima è destinata ad aumentare ancora come conseguenza delle manovre d’agosto

Italia

2010

2014

• Il carico fiscale sul lavoro sia esso riferito alle famiglie che ai single, nel 2010 è risultato

essere nettamente superiore al dato della media dei paesi OCSE:

 Single +10,2%  Famiglie + 12,3% • Considerando le conseguenze delle manovre si stima che la pressione fiscale arriverà nel 2014 oltre il 51%.

Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE. Dal 2014 previsioni Lab

36


Pressione fiscale: confronto tra Italia e media paesi OCSE

- 1.380 E tra il salario medio annuo netto italiano e quello della media dei paesi Ocse

Dati in euro

La maggiore pressione fiscale sul lavoro in Italia rispetto alla media dei paesi Ocse si traduce in – 1380 euro di salario netto all’anno Elaborazioni Isrf Lab su dati Ocse

37


Elaborazioni Fisac

38


Drenaggio fiscale 2000

-372,9 -196,7

2001

-272,4 -267,4

2002 2003

-186,2

2004

-98,2

2005

-209,0

2006

-103,9

2007 2008

-362,0 0 0

2009

2010 2011 2012*

-358,8 -388,7

Totale mancata restituzione fiscal drag (d.l. n. 69/1989)

– 2.816 €

• Il drenaggio fiscale determina mediamente un aumento del prelievo per i lavoratori dipendenti di 0,3 punti per chi è senza carichi e di 0,5 punti per chi ha moglie e figli a carico. L’effetto dell’invarianza della pressione fiscale sul lavoro e del fiscal drag sulle retribuzioni nette è di una crescita inferiore rispetto alla retribuzione lorda mediamente di un punto percentuale. Elaborazioni Isrf Lab

39


La perdita dei salari reali: – 8.154 euro Inflazione(a)

            

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012*

(3,2%) (2,7%) (2,9%) (2,9%) (2,6%) (2,3%) (2,7%) (2,3%) (3,2%) (-0,1%) (1,7%) (-3,0%) (-3,3%)

Retribuzioni(b)

(2,3%) (3,2%) (1,8%) (1,3%) (2,5%) (2,8%) (2,7%) (2,5%) (5,7%) (2,1%) (2,1%) (1,8%) (1,2%)

(–0,9%) (+0,5%) (–1,1%) (–1,5%) (–0,1%) (+0,5%) (+0,0%) (+0,2%) (+2,4%) (+2,2%) (+0,4%) (–1,2%) (–2,1%)

Potere d’acquisto cumulato delle retribuzioni 2000-2012

Perdita cumulata con il fiscal drag 2000-2012

– 3.108 € + 1.573 € – 3.009 € – 3.785 € – 273 € + 940 € –7€ + 249 € + 2.169 € + 1.904 € + 228 € - 684 € - 1.197 € – 5.338 €

– 8.154 € 40

Fonte: elaborazioni su dati Istat (a) Deflatore dei consumi (b) Retribuzioni per ULA regolari, Conti nazionali. Dal 2012 stime Isrf Lab su dati Istat


Reddito: una comparazione internazionale

Reddito netto disponibile procapite (Prezzi costanti 2011 – Migliaia di euro)

• Da un confronto internazionale si evince che le famiglie italiane sono state le uniche a registrare un calo del reddito disponibile pro capite nel 2008-2011 rispetto al periodo 2001-07. Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

41


Salario 2011: anche la Spagna supera l’Italia 52.607 44.008

43.933 38.124

Stati Uniti Regno Unito

OCSE

Francia

38.325

Germania

33.900

33.656

32.657

Giappone

Spagna

Italia

Salario medio in dollari

I salari piĂš bassi sono quelli percepiti dai lavoratori italiani Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE

42


Le diseguaglianze in Italia Anno 2010

Italia 36,8

Coefficiente di Gini relativo al reddito pensionistico annuo dei pensionati Inps. L’indice segnala la concentrazione del reddito e quindi le disuguaglianze nella distribuzione. Più alto è l’indice maggiori sono le diseguaglianze. Elaborazioni Isrf Lab su dati Inps

43


Tobin Tax: il Governo Monti avrebbe dovuto tassare le singole transazioni Intende tassare le transazioni

Tobin Tax

finanziarie. Si ritiene abbia un

già ipotizzata da Keynes sponsorizzata da James Tobin è oggi rilanciata dall’Europa

impatto marginale sulle normali operazioni di borsa e rilevante sulla “nuova finanza” (derivati).

311 miliardi per gli investimenti Un tassa pari al 0,05% delle transazioni effettuate (cinque euro ogni mille di importo della transazione) si stima fornirebbe 311 miliardi di euro alle casse europee

Sarebbe un utile strumento per disincentivare la speculazione finanziaria di breve durata a favore degli investimenti nell’economia reale

Si valuta positivamente l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie ma tale misura avrebbe dovuto riguardare le singole operazioni e non il montante giornaliero come, invece, fatto dala Governo Monti Elaborazioni Isrf Lab


Le distribuzione primaria del reddito 40,0

85,0

Quota dei profitti (scala sinistra)

Quota del lavoro dipendente (scala destra)

38,0

80,0

+ 6,5%

75,0 36,0 70,0 34,0

65,0 32,0 60,0

30,0

55,0

- 0,5% 50,0

1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

28,0

Date le diverse propensioni al risparmio di lavoratori e imprenditori, la manovra della distribuzione funzionale del reddito consente di portare i risparmi ad eguagliare gli investimenti necessari per conseguire il pieno impiego o il tasso di crescita del prodotto desiderato. Di qui l’importanza fondamentale della politica dei redditi per la crescita e l’occupazione. Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat

45


90

1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Dove sono andati i profitti?

110

100

Investimenti -42%

80

70

60

50

Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat 46


Confronto tra la crescita delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e dei compensi agli AD - numeri e variazioni percentuali – settore del credito –

2011

2010

3.054

2011

2009

2010

2009

37,1

3.084 36,6

+ 7,4% + 211 mila euro

+ 1,4% 35,9 2.843

Compenso AD

+1.200 euro

Retribuzione media lavoratori dipendenti

Dati riferiti ai maggiori gruppi bancari per numero di dipendenti e margine d’intermediazione. Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat e bilanci societari

Dati in migliaia di euro 47


Confronto retribuzioni lavoratori dipendenti e compensi AD - rapporto uno a n -

Bancari

• Nell’anno 2010 il rapporto tra il compenso percepito da un lavoratore dipendente e un AD è stato di

uno a ottantasei nel settore del credito (con picchi oltre le cento volte) e di uno a centodieci nell’economia nel suo complesso.

Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat e bilanci societari

48


Crescita della produttivitĂ 7

1995-2000 6

5

4

3

2

I T A L I A

1

0

0

2001-2011

-1

Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE E Istat

49


ProduttivitĂ a confronto 1 Numeri indice 1995=100

Valore aggiunto reale per addetto del settore privato 140,0 135,0

Regno Unito

Germania

Francia

Italia

130,0 125,0 120,0 115,0 110,0 105,0 100,0 95,0

Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE

2011

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

90,0

50


L’accordo separato, quale produttività? La produttività nei primi anni 2000 La produttività nella prima fase della crisi Dal 2000 al 2007 la La produttività oggi produttività in Dal 2008 al 2012 la produttività è Italia è cresciuta Nel 1993 la aumentata dello 0,0% dello 0,4%. produttività cresceva

pur in presenza della dell’1,5% annuo senza detassazione del che vi fosse alcuna salario di produttività. detassazione del salario di produttività

Non c’è relazione diretta tra la detassazione del salario di produttività e le dinamiche della produttività stessa. In questo, l’accordo non sottoscritto dalla Cgil si presenta più come un patto neo corporativo di scarsa efficacia e dubbia utilità.

Il dato è frutto della media tra l’andamento della produttività del lavoro e del capitale, la produttività del capitale è stata costantemente negativa. Elaborazioni Isrf Lab

51


Fattori determinanti per la crescita della produttività  Innovazione (continua)

 Crescita dimensionale dell’impresa che vale da sola il 50% dei potenziali             

incrementi di produttività Economie di scala ed Economie di varietà Concorrenza ed Efficienza dei mercati Sostegno del sistema finanziario all’economia reale Propensione all’internazionalizzazione Equilibrio territoriale nella demografia d’impresa Efficienza della Pubblica Amministrazione Regolazione e sostegno all’offerta e alla qualità della conoscenza (Ricerca, Istruzione, Formazione e servizi connessi) Politiche attive per il lavoro efficaci e Mercato del lavoro efficiente Relazioni industriali e Organizzazione del lavoro Capitale sociale, Coesione sociale e Legalità Cultura dell’Imprenditorialità Infrastrutturazione Materiale e Immateriale Sistema fiscale, la detassazione del 2 livello di contrattazione vale il 4% della potenziale 52 crescita di produttività

Elaborazioni Isrf Lab


La dimensione dell’impresa è determinante per investimenti e produttività 250 e oltre

20-249

1-19

La dimensione dell’impresa continua ad essere un elemento fondamentale per la crescita

Produttività

Retribuzione

Ore lavorate

Totale

Maggiore dimensione determina più produttività e più investimenti

Investimenti

CLUP

• La dimensione dell’impresa continua ad essere un elemento fondamentale per la crescita; • Più grande è l’impresa maggiore è la produttività e maggiori sono gli investimenti. Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

53


l’effetto dimensione sulla competitività 250 e oltre 20-249 1-19 Totale (media) = 100

Produttività 200

150

100

CLUP

50

Retribuzione

0

Limite maggiore: più sei piccolo e meno investi! Investimenti

Ore lavorate 54

Anno 2010

Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat.


La produttività pro-capite Negli anni passati, il nostro PIL pro-capite era solo l’8,2% sopra la media dei paesi europei. PIL pro-capite media 2000-2010 (scostamento dalla media UE-27 del periodo). 70,5

55,0

39,2 40,2 30,2

8,2

10,4

Italia

Area euro (15)

21,6 12,7 13,6

15,4 16,0

24,1

32,2

26,0 27,3

18,0

-41,8 -50,6 -49,3 -52,7 -61,5 -66,2 -66,1

-49,3

-21,5

Norvegia

Stati Uniti

Irlanda

Svizzera

Olanda

Islanda

Austria

Danimarca

Svezia

Belgio

Finlandia

Germania

Giappone

Francia

Spagna

-7,0

UE27

Grecia

Cipro

Slovenia -15,7

-9,0

Regno Unito

-24,8 -24,1

Malta

Portogallo

Rep. ceca

Ungaria

Slovacchia

Estonia

Lituania

Polonia

Croazia

Lettonia

Turchia

Romania

Bulgaria

Macedonia

2,1

-40,7 -37,9

Siamo gli ultimi tra i primi. Dove saremo dopo la crisi?

-72,8

55 Elaborazioni Isrf Lab su dati Eurostat.


La dinamica della produttivitĂ in Italia Valore aggiunto per ora lavorata

Valore aggiunto / ULA totali

ProduttivitĂ totale dei fattori (TPF) 7,0

Media 2000-2010 = Ă˜

5,0

3,0

1,0

-1,0

-3,0

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

-5,0

56 Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat.


La produttività totale dei fattori (TPF) in Italia Media annua 1995-2010  LAVORO = 0,5 / CAPITALE = 0,3 Produttività del lavoro più alta di quella del capitale

2,0

1,5

1,0

0,5

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

-

-0,5

-1,0

Contributo delle ore lavorate alla crescita del valore aggiunto Contributo dell'input di capitale non-ICT alla crescita del valore aggiunto Contributo dell'input di capitale ICT alla crescita del valore aggiunto

57 Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat.


I lavoratori italiani lavorano piĂš della media 2000 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0

1778

1778

1749

1733

1714

1663

1647

1554

1551

1409

1377

• Mediamente nel 2011 un lavoratore italiano ha lavorato piÚ ore rispetto ad un lavoratore degli altri maggiori paesi europei. Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE

58


L’Italia ultima in Ricerca & sviluppo Spese per Ricerca & Sviluppo in percentuale del PIL – Anno 2009

2,82

2,77 2,21 2,01

1,87 1,38 1,18

Germania

Stati Uniti

Francia

UE-27

Regno Unito

Spagna

Italia

• Negli anni il dato sulla spese in R&S dell’Italia è stato costantemente inferiore agli altri principali paesi europei. • L’ultimo dato disponibile conferma tale tendenza Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE

59


L’Italia ultima in Ricerca & sviluppo 2,77 2,60

Totale

Imprese

2,02

1,88 1,79 1,35 1,18

2,01

1,83

1,27

1,21

1,15 0,74

Stati Uniti

Germania

Francia

Regno Unito

Elaborazioni Isrf Lab su dati OCSE

UE-27

Spagna

0,6 Italia

60


Serve un patto sociale vero

Crescita

Buona occupazione

Uguaglianza

Elaborazioni Isrf Lab

61


La disoccupazione giovanile è tra le più elevate d’Europa (dati relativi a dicembre 2012)

44,4

34% 30,1

14,2 15,7

18,7 18,9 20,0 18,0 17,3 16,2

22,1 22,9

46,4

30,3

25,8

8,0 8,3 8,5 8,6

2012

Il dato italiano è superiore di 18 punti percentuali alla media Ocse; escluse le economie exsovietiche, è inferiore solamente alla Spagna, al Portogallo Irlanda e Grecia. Secondo i dati Istat, oltre due milioni di giovani non lavora e non frequenta nessun corso di studi. Elaborazioni Isrf Lab su dati Ocse

62


Giovani: neanche il Nord è un porto sicuro In termini di disoccupazione giovanile è presente la solita diversificazione tra regioni. Però, ad oggi, anche il Nord del paese è in difficoltà

42

41,9

39

41,3 38,8

34,6 31,1

29,5 30,2

26,6 19,8

19,1 18

16,7

15,1

20,3

22,4 23,1

21 15,7

10,1 6,4

Anno 2012

Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

63


Percentuale di laureati per 100 persone di 25 anni (tutte le lauree escluso il biennio specialistico – Anno 2011)

48,7 41,0 40,8 40,5

38,3 38,0 37,7 37,5

35,6

34,3 34,1 33,8

32,6 32,5 32,1 31,6 31,5 30,9

29,7 29,3

24,3

Elaborazioni Isrf Lab su dati Istat

64


Giovani: retribuzioni le retribuzioni stagnanti Soggetti ad un anno dalla laurea

1.050 1.036

993 981

1.004

998

997

984

981 969

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

(Dati in migliaia di Euro)

Dal 2003 al 2012* la retribuzione media percepita da un neo laureato che abbia conseguito il diploma di laurea si attesta attorno a 1.000,00 euro mensili.

Elaborazioni Fisac su dati Almalaurea e previsioni Lab su dati semestrali Istat

65


Per l’uguaglianza Patrimoniale,

una imposta sulle grandi ricchezze che possa produrre entrate strutturali tra i 15 e 20 miliardi.

Tracciabilità,

il solo avvicinamento ai parametri

europei nell’uso della moneta elettronica farebbe crescere le entrate fiscali tra i 30 e i 40 miliardi. Con un piano di tracciabilità in una legislatura i 120 di evasione potrebbero essere dimezzati arrivando a coprire buona parte del costo annuo del debito pubblico (70 miliardi destinati a crescere)

Riduzione imposte: - 3% sul reddito da lavoro: meno 100 euro di tasse sul lavoro al mese.

- 2% sul reddito d’impresa


Per la crescita Obiettivo crescita 2,5 – 3,5 percento annuo +1% per maggiori Investimenti nella scuola e rilancio degli Investimenti per le infrastrutture e mezzogiorno

+0,5% liberalizzazioni +1% ripresa dei consumi conseguente al maggior potere d’acquisto delle famiglie

+1% maggiore occupazione donne e giovani Si devono prevedere premi per la crescita dimensionale d’impresa e conseguentemente della produttività affinché arrivi ai livelli della Francia e della Germania


Per i giovani: piano straordinario per la buona occupazione Finanziamento totale nel triennio 8,4 miliardi che potrebbe produrre un premio alla stabilitĂ dei giovani pari a un terzo del costo del lavoro

2) Contributo straordinario dello 0,2% sulle imprese e pari a 4 euro per ogni lavoratore impiegato

Fondo

Con questo piano si potrebbero finanziare incentivi alla stabilitĂ del lavoro per circa

500 mila giovani

1) Contributo straordinario dei lavoratori per un triennio dello 0,2% della retribuzione pari a 4 euro al mese, circa 50 euro l’anno

Occupazione

3) Contributo straordinario dello stato pari allo 0,2% pari a 4 euro per ogni lavoratore attivo finanziato dallo stato


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