Tempo Libero
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settembre - ottobre 2011 anno 11째 n. 69
cultura, sport, turismo, servizi
I vincitori del XIII Festival del Teatro Sociale Firenze, Fitel e Cral alla BITAC Il corto Fitel al RomaFictionFest 2011 Welfare aziendale, Welfare sociale La Fitel al Bitac Turismo Low Cost A Padova, il simbolismo in Italia
Lady Gaga
A Roma, Caravaggio, i 40 anni che sconvolsero la storia dell'arte
Iscrizione al Tribunale di Roma nel Registro della stampa n. 76/2008
Euro 2.07
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Sommario Editoriale di Luigi Pallotta
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ATTUALITÀ
D. L. 4 dicembre 2011, proposte di modifica di CGIL, CISL e UIL
BITAC 2011a Firenze di Aldo Albano
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OITS, concluso il Forum Europeo del Turismo Sociale
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Welfare aziendale, welfare sociale,
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a Malta di A.A.
riflessioni e considerazioni di Rossella Ronconi
FITeL insieme al FAI - Fondo Ambiente Italiano
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FITeL - FAI accordo di collaborazione
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Unione Europea, dodici priorità
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Adeguare i buoni pasto a livello europeo di Carlo Pileri per creare crescita e occupazione di Silvana Paruolo
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TURISMO
Turismo low cost di C. P.
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SPORT E BENESSERE
Immersioni sotto i ghiacci
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AMBIENTE E NATURA
Dopo le alluvioni (ma perché non prima?) di Andrea Costi
Maltempo: Fitel aderisce all’iniziativa
CGIL, CISL e UIL pro alluvionati di Genova di R.R.
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CINEMA
Un cuento chino di Sebastian Borensztein di Antonietta Di Vizia
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Midnight in Paris di Woody Allen di R.T.
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Una separazione di Asghar Farhadi di Rita Tomassini
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Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi di Loretta Masotti 33 MUSICA
Radiohead, tour europeo 2012 di Fabiana Pampanini Lady Gaga trionfa a European Music Awards
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di Fabiana Pampanini.
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CULTURA
Bracciano e il suo Rinascimento
con “Dicembre alla Corte degli Orsini” di A. A.
La tomba della quadriga infernale di Augusto Gallo
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VOLONTARIATO E ASSOCIAZIONISMO Medfilm festival 2011 di A.D.V.
Il forum del terzo settore a favore del servizio civile
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Non tagliate il futuro
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CRAL E TERRITORIO
Il CRAL dei servizi di A.A
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FORMAZIONE
“Radicare la FITeL sul territorio, costruire il bilancio sociale”
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“La FITeL: nuove attività per crescere e consolidarsi”
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ENOGASTRONOMIA
Sapori del passato di R.R.
Le tradizioni della cucina siciliana
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di Sebastiano Bafumi
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LIBRERIA
Cortissima storiaditalia di A.A.
Tempo Libero
Dal bisogno al desiderio di A.A.
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Il signor Cevdet e i suoi figli di R.T.
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Senza Paura di R.T.
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Elogio del moralismo di F.P.
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Turismo responsabile di F.P.
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cultura, sport, turismo, servizi
Direttore Luigi Pallotta Direttore Responsabile Rossella Ronconi Capi Redattori Aldo Albano, Rita Tomassini Segretaria di redazione Monia Citarella Redazione Giovanni Ciarlone, Adalberto Farina, Luigi Maiello, Pasquale Ruzza, Ferruccio Valletti, Dario Zambelli.
Anno 11° n. 69 settembre - ottobre 2011 A questo numero hanno collaborato
Carla Albarello, Sebastiano Bafumi, Loretta Casotti, Andrea Costi, Antonietta Di Vizia, Augusto Gallo, Fabiana Pampanini, Silvana Paruolo, Carlo Pileri, Aldo Savini. Direzione e redazione C/o FITEL - Via Salaria, 80 - 00198 Roma tel. 06 85353869 - 06 8411063 fax 06 8546541 E-mail: nazionale@fitel.it - www.fitel.it Fotocomposizione e stampa studiografica@alice.it Tempo Libero è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti, delle illustrazioni e dei brani riprodotti. Bozzetti e manoscritti, anche se non utilizzati non verranno restituiti. Qualunque contributo è a titolo gratuito.
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Fitel
Editoriale di Luigi Pallotta
Nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti L’acutezza della crisi economica, la necessità di trovare una via di fuga dalla preoccupante turbolenza nella zona euro, hanno convinto la quasi totalità dei protagonisti della politica ad accettare la soluzione indicata dal Presidente della Repubblica, il governo tecnico di “salvezza nazionale” guidato dal Senatore a vita Mario Monti. Durante una fase estremamente delicata e difficile che l’Italia sta attraversando, il Senatore ha sciolto la riserva accettando l’incarico di Presidente del Consiglio, dando così il via al governo tecnico post berlusconiano. Nessun politico nell’esecutivo bensì 17 Ministri tecnici, numero inferiore rispetto ai 23 del governo Berlusconi, che davanti al Capo dello Stato hanno promesso fedeltà alla Repubblica. Successivamente è avvenuta la nomina di un nuovo ministro, Filippo Patroni Griffi che sarà responsabile della Funzione pubblica, portando così a 18 i ministeri del Governo Monti. Dopo giorni di attesa la squadra è arrivata al completo, attraverso la nomina di 25 Sottosegretari e 3 Viceministri. Spicca inevitabilmente che, rispetto agli altri paesi, l’età degli attuali ministri italiani è avanzata: l’età media raggiunge i 64 anni circa. Emerge inoltre che i Ministri
donne sono 3 ed occupano dei posti chiave: Anna Maria Cancellieri all’Interno, Paola Severino alla Giustizia, Elsa Fornero a Lavoro e Politiche sociali. La scelta da parte di Monti di far ricoprire dei ruoli significativi a tre donne è chiaro e conciso, affidare, in questo periodo altamente critico, delle missioni di chiara importanza e delicatezza a delle donne altamente preparate. Adesso viene la parte più difficile, gli interventi concreti che Il presidente del governo tecnico intende adoperare per salvare dal baratro il nostro paese, contribuendo così fortemente a riparare l’Europa dalla difficile crisi che sta attraversando. Sul tavolo di lavoro sono state poste misure forti: il ritorno dell’Ici sulla prima casa per 5 miliardi che andrà allo Stato e ai Comuni; una patrimoniale sugli immobili; un intervento sulle pensioni attraverso l’aumento dell’età pensionabile; lo sblocco delle opere pubbliche già cantierabili. Informazioni specifiche sulle misure appena elencate, che tutti aspettano impazientemente, ancora non sono disponibili ma i tempi sono stretti e se ne verrà presto a conoscenza. Cosa certa è il ritorno dell’imposta sulla casa che il governo Berlusconi cancellò. L’Ici sulla prima casa sarà fusa con Imu federale costituendo il
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cosiddetto Super Imu che porterà con sé un aumento non indifferente delle rendite catastali. A quanto pare la patrimoniale, altro punto inserito nella manovra, pare sarà temporanea e riguarderà patrimoni sopra un milione di euro. Purtroppo appare chiaro che la manovra economica presentata dal Governo Monti va a discapito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e questo non risponde certamente ai criteri fondamentali di equità e crescita. CGIL, CISL e UIL hanno deciso insieme di scioperare contro la manovra iniqua del Governo Monti che, sostengono compatti i sindacati, colpisce i redditi più bassi, contrae i consumi, accentua la disoccupazione e la recessione. La FITeL auspica che il governo tecnico dia realmente un segno di discontinuità rispetto alle politiche passate per far uscire il nostro paese dalla crisi concentrando particolare attenzione al lavoro, alla crescita e alla cultura nel nostro paese.
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attualità
D. L. 4 DICEMBRE 2011, PROPOSTE DI MODIFICA DI CGIL, CISL E UIL
Misure di Carattere Previdenziale
CGIL, CISL e UIL ritengono che la manovra economica presentata dal Governo non risponda ai criteri di equità e crescita che, insieme al rigore, sono stati enunciati dallo stesso Presidente del Consiglio. Sul versante dell’equità, a pagare sono sempre gli stessi, lavoratori, pensionati ed i ceti medi. Su questi ricade il blocco della rivalutazione delle pensioni, l’aumento della tassazione sulla prima casa, dell’addizionale regionale Irpef, dell’Iva, delle accise sui carburanti. Sul versante della crescita, le politiche sono poche e scarsamente selettive ed in particolare l’assenza di un intervento fiscale a favore dei redditi di lavoratori, pensionati e delle famiglie rischia di accentuare la dinamica recessiva dell’economia. Sull’occupazione dei giovani e delle donne le misure previste sono esclusivamente simboliche. Sulle pensioni si continua a fare cassa nonostante l’equilibrio finanziario del sistema previdenziale. Si penalizzano pesantemente le pensioni, i lavoratori e le lavoratrici con un’eccessiva accelerazione sulle anzianità di pensionamento, si colpiscono i lavoratori già coinvolti nelle crisi aziendali o che hanno perso il lavoro. Mancano invece misure tese a far pagare chi non ha mai pagato e chi ha di più. Bisogna perseguire con convinzione una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale e prevedere una tassazione sui grandi patrimoni mobiliari ed immobiliari. CGIL, CISL e UIL, nel presentare alcune proposte di modifica alla Commissione Bilancio, chiedono a tutti i gruppi parlamentari di sostenere i cambiamenti proposti. Nel merito CGIL, CISL e UIL ritengono necessario apportare le seguenti modifiche al testo del Decreto Legge in corso di conversione:
Indicizzazione dei trattamenti pensionistici al costo della vita Ripristinare il sistema di indicizzazione attualmente in vigore.
Pensione di anzianità (pensione anticipata) Riconoscere ai fini del diritto a pensione una maggiore gradualità nell’abolizione delle cosiddette “quote” – somma di età anagrafica ed età contributiva - per l’accesso al pensionamento di anzianità rispetto ai requisiti previsti per la pensione di vecchiaia. Equiparare il requisito contributivo richiesto per l’accesso al pensionamento a prescindere dall’età anagrafica a 41 anni e 1 mese dal 2012 sia per gli uomini che per le donne. Eliminare, ai fini dell’accesso al pensionamento a prescindere dall’età anagrafica (41 anni e 1 mese), la penalizzazione (2%) attualmente prevista per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni; eliminazione dell’aggancio del requisito contributivo – a prescindere dall’età anagrafica – all’aumento dell’aspettativa di vita.
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attualità
Pensione di Vecchiaia Introdurre una maggiore gradualità nell’accesso al pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici. Modifica al testo All’articolo 24, comma 6, lettera a) riformulare il periodo da “62 anni per le lavoratrici” fino a “1° gennaio 2018” nel modo seguente “61 anni e 6 mesi per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’AGO e delle forme sostitutive della medesima. Tale requisito anagrafico è fissato a 62 anni e 6 mesi a decorrere dal 1°gennaio 2014, a 63 anni e 6 mesi a decorrere dal primo gennaio 2016, a 65 anni a decorrere dal 1°gennaio 2018 e a 66 anni a decorrere dal 1°gennaio 2020.”
Misure di Carattere Fiscale
Imu Innalzare la soglia di detrazione prevista sull’abitazione principale dai 200 euro previsti dal decreto a 500 euro. Rendere progressiva l’imposta, introducendo aliquote differenziate a partire dalla seconda casa.
Lotta all’evasione Le proposte avanzate trovano copertura attraverso: misure concrete di lotta all’evasione fiscale che va accompagnata con una specifica strumentazione, a partire dalla riduzione del limite per la tracciabilità dei pagamenti a 500 euro a fronte dei 1.000 previsti e dal recupero di risorse sfuggite a causa dell’evasione fiscale; meccanismi di contrasto di interessi “compratore – fornitore di beni o servizi”, che renda “sconveniente” anche per il compratore la mancata emissione della ricevuta fiscale o della fattura. Con il riconoscimento di detrazioni fiscali sulle spese per servizi e famiglie.
Esenzioni Eliminazione del limite di 50.000 unità ai fini delle esenzioni dalle nuove disposizioni in materia di requisiti di accesso al pensionamento per i lavoratori collocati in mobilità, mobilità lunga, in esodo e titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore, autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione e in esonero ex art. 72 c.1 D.L n. 112/2008. Prevedere, per tutti i lavoratori disoccupati che hanno già concluso il periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali, strumenti di sostegno al reddito che possano accompagnare gli interessati fino all’accesso al pensionamento. Lavori Usuranti Conservare la possibilità di anticipo fino a tre anni dei requisiti di accesso al pensionamento rispetto all’attuale sistema delle “quote” date dalla somma di età anagrafica ed età contributiva. Prevedere un aggiornamento della normativa sui lavori particolarmente faticosi e pesanti – d.lgs. n. 67/2011 – ampliando la platea dei potenziali beneficiari.
Aumento delle aliquote per i lavoratori autonomi Aumento di almeno 4 punti percentuali delle aliquote di contribuzione previste per i lavoratori autonomi, commercianti ed artigiani, iscritti alle gestioni INPS e per coltivatori diretti, coloni e mezzadri iscritti alla relativa gestione INPS.
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attualità
BITAC 2011 a Firenze di Aldo Albano Il 5 e 6 dicembre a Firenze, presso il Teatro Obihall (ex teatro Saschall) in via Fabrizio De Andrè, si è tenuta la Borsa del Turismo cooperativo e associativo. Uno degli appuntamenti più significativi organizzato da Associazione Generale Cooperative Italiane, Agi Culturalia, FederCultura Turismo Sport, Confcooperative e Legacoop Turismo, le componenti turistiche delle tre principali centrali cooperative italiane per aggiornarsi sul trend del settore, promuovere la conoscenza, la collaborazione tra gli addetti di strutture società di servizi, favorire la promozione dell’offerta turistica cooperativa e associativa, intrattenere rapporti sociali, interloquire e pianificare eventuali assunzioni di responsabilità ed impegni.
La presenza della Fitel nel capoluogo toscano anche quest’anno è stata significativa “in termini di adesione e di partecipazione, merito della costante attenzione che i Cral, ma anche la Fitel, hanno dimostrato nei confronti del turismo sociale”, dice Luigi Pallotta, Presidente nazionale della Fitel,
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che aggiunge poi: “in occasione della Borsa presteremo attenzione all’esposizione e alle proposte di differenti operatori del settore, ovvero di quelle strutture e di quei servizi che rappresentano le principali destinazioni turistiche: agenzie e consorzi turistici, associazioni di albergatori, Apt, agriturismi, villaggi vacanze che maggiormente dimostrano sensibilità e comprensione nell’offerta di condizioni accessibili soprattutto per i meno abbienti, in un periodo in cui la crisi riduce sempre più il potere d’acquisto. Non dimentichiamo che il turismo sociale e sostenibile è l’attività più praticata nell’ambito dei Cral. Per questo è importante essere presenti e rappresentare il corpo sociale della FITeL “.
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OITS, concluso il FORUM EUROPEO DEL TURISMO SOCIALE a Malta
di A. A.
Nella spettacolare isola di Malta, nel cuore del Mare Mediterraneo, dal 23 al 25 novembre u.s. si è tenuto il Forum Europeo del turismo sociale organizzato dall’OITS (Organisation internationale du tourisme social) al quale hanno partecipato quasi 200 delegati provenienti da diversi paesi. Il Forum ha rappresentato un momento importante per la vita dell’Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale. Le sessioni plenarie e i vari workshop sulla tematica del settore turistico hanno permesso di presentare una panoramica mondiale sulle leggi, sulle politiche sociali e sui programmi dei vari paesi; di interrogare gli attori della società civile provenienti da ambienti diversi – sindacale, universitario, ambientalisti,dell’economia sociale e dell’industria – riguardo il ruolo e l’importanza del turismo sociale anche in rapporto ad altre attività; di misurare l’influenza del turismo sociale sulle politiche pubbliche, di mettere in luce le esigenze dei gruppi più deboli – giovani, famiglie, anziani e disabili – e di interrogarsi sulle priorità in materia di finanziamenti, di sostegno e di sviluppo durevole per le regioni. Significativo, fra i tanti interventi che si sono succeduti durante il Forum, quello del
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attualità
Presidente della Fitel, Luigi Pallotta, che nel corso workshop ha sostenuto che “L’Azione dei sindacati per il turismo sociale e la gestione del tempo libero dei lavoratori’, ha evidenziato il ruolo positivo dei CRAL nell’azione di contrasto alla pesante crisi economica. Con la loro azione i circoli ricreativi consentono a centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie, di andare in vacanza a prezzi sostenibili costituendo così, con i loro contributi, un supporto economico che si concretizza in quote di salario differito, ossia un contributo tangibile collocato nel welfare aziendale e sociale”. Dagli interventi dei partecipanti è emersa essenzialmente l’urgente necessità di maggiore attenzione al turismo sociale da parte delle autorità politiche a livello nazionale, regionale e locale ed adozione di politiche sociali per il settore che riconoscano fra i loro obiettivi: accesso al turismo per tutti; sviluppo del turismo interno per la valorizzazione del territorio; azioni concrete che favoriscano la mobilitazione di tutti gli attori del turismo sociale, sia del settore pubblico che di quello privato, ricerca e proposta di soluzioni concrete e innovative, con la collaborazione dell’ associazionismo impegnato nel settore e dei sindacati.
Da sinistra: Aldo Albano, Jean Marc Mignon, Norberto Tonini, Luigi Pallotta, Rosella Ronconi, Giorgio Sartimi, M. Ada Quartulli, Bruno Moliea, Francesco Favia, Giovanni Ciarlone.
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attualitĂ
Da sinistra: Luigi Pallotta, Aldo Albano, Giovanni Ciarlone.
Da sinistra: Norberto Tonini, Bruno Molea
Da sinistra: Vietor Caracni, Karol Spiteri, Robert Borg, Luigi Pallotta Da sinistra: Robert Borg, Luigi Pallotta, Sophie Mercier
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attualità
Welfare aziendale, Welfare sociale
Aziende, sindacato e Cral a supporto dei lavoratori e delle famiglie in tempo di crisi di Rossella Ronconi
Il Welfare aziendale è uno strumento integrativo rispetto ai tradizionali interventi di retribuzione ed incentivazione, crea valore non solo nel breve ma nel medio e lungo periodo, aumenta il benessere, in molti casi migliora il clima aziendale consolidando anche il senso di appartenenza al sindacato e la condivisione di obiettivi, agevola la contrattazione collettiva ponendo le basi per migliori relazioni industriali. Servizi e tutele garantite in molti casi anche da quei corpi intermedi come i Cral che generano consenso, fidelizzazione al sindacato e accrescono il soddisfacimento dei bisogni sempre più eterogenei in una società in cui i mutati rapporti tra generazioni e le limitate disponibilità della finanza pubblica sono destinati ad assegnare alla persona, alla famiglia e ad altri la responsabilità della tutela delle fasce più deboli. La mondializzazione, la flessibilità della domanda e del-
E’ sempre più diffusa la tendenza delle grandi e medie aziende a predisporre direttamente sussidi e supporti ai lavoratori dipendenti, sia in termini economici che di servizi, finalizzati a migliorare le relazioni interne e le condizioni di vita dei propri collaboratori. Si tratta del così detto welfare aziendale e/o welfare sociale, (come si voglia chiamare, a seconda se è l’azienda e/o il cral ad erogarlo dentro o fuori il luogo di lavoro), già consolidato in varie aziende multinazionali, vedi ad esempio il Gruppo Nestlè (offre vacanze estive a sostegno delle famiglie). Anche in Italia, soprattutto nell’ambito di alcune grandi aziende, forme analoghe di supporto affermate sin dal secolo scorso, vengono ancora erogate tramite i circoli dei lavoratori , e se in alcuni casi sono stati riconvertiti anche servizi ai dipendenti di matrice dopolavoristica in moderni strumenti di tutela condivisi pure dai lavoratori, in altri ancora, vedi il Cral Poste Italiane, sono in fase di trasformazione. Conciliazione tra tempo di lavoro e tempo di non lavoro, benefici integrativi rivolti alla persona e alla famiglia sono presenti tra i contenuti del cosiddetto welfare aziendale, ma come dimostrano anche i risultati di un’indagine, condotta da AstraRicerche per Edenred (l’azienda dei Ticket Restaurant, ndr), intitolata «Welfare aziendale: cosa pensano i lavoratori italiani», mentre emerge un’enorme crescita della domanda di welfare aziendale (59%), allo stesso tempo cresce pure una profonda insoddisfazione (48,7%) di quanto attualmente offerto dalle aziende. Attraverso l’offerta di servizi e strumenti aggiuntivi, di natura non monetaria, l’azienda o il cral può garantire ai dipendenti ed alle loro famiglie non solo la conservazione degli attuali livelli retributivi nominali ma anche l’aumento del potere d’acquisto effettivo. Accrescere il benessere dei lavoratori, salvaguardare il loro potere d’acquisto, per il sindacato, i Cral e la Fitel è sempre stato l’obiettivo principale, e oggi, in tempo di crisi, individuare strumenti e servizi che possano gratificare concretamente i lavoratori e rappresentare un’alternativa al mercato è maggiormente rafforzato.
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attualità
l’offerta, le nuove forme di produzione del lavoro e le stesse tecnologie della comunicazione hanno cambiato radicalmente lo scenario lavorativo e le abitudini delle persone. In epoca di Flexicurity (la nuova parola d’ordine europea per indicare Flessibilità + sicurezza) si stanno diffondendo nuove sensibilità anche da parte delle aziende e politiche di gestione del personale nuove, ossia, in altri termini, emerge un’idea di welfare diversa e più flessibile di fronte alla quale il sindacato, i Cral e anche la Fitel sono chiamati a riflettere.
Molte le aziende in cui si pratica il welfare aziendale condiviso tra azienda, sindacato e cral
L’esperienza della Fitel e di tanti Cral/Associazioni dice che è possibile attivare piani di Welfare condivisi tra gli stessi e l’azienda, differenziati per le diverse categorie di lavoratori, pianificando ed erogando servizi mirati a seconda delle esigenze dentro e fuori i luoghi di lavoro. Buone pratiche continuano a realizzarsi con la conseguente attuazione di progetti di “welfare aziendale” presso diversi Cral, ma altrettante si stanno diffondendo e moltiplicando in realtà aziendali con l’esclusione degli stessi. In qualche caso, vedi le recenti vicende del Cral Poste, sembrano portare alla chiusura dello stesso Cral. Da fonti sindacali e da notizie apparse sulla stampa
come l’articolo su La Repubblica del 18 ottobre 2011, l’articolo sul Corriere della Sera del 13 novembre u.s. e altri ancora sul web, in aziende come Luxottica, che oltretutto ha fatto da apri pista, Ferrero, Barilla, il gruppo farmaceutico Bracco, l’Ansaldo di Genova, Gruppo ENEL Poste, Telecom, l’Ansaldo di Genova, Air Liquide, multinazionale della chimica e tante altre ancora, si applicano programmi di Welfare aziendale. L’ARCA (Associazione che organizza attività ricreative, culturali e sportive dei dipendenti del Gruppo ENEL e degli altri suoi Soci delle aziende collegate), oltre a offrire buoni libri e vacanze studio per gli studenti e tanti servizi al tempo libero, eroga tra l’altro, un contributo per le spese sostenute dalle famiglie dei soci ordinari per le rette di frequenza dei bambini iscritti ad un Asilo nido. L’attività si rivolge ai soci con figli in età compresa tra 0 e 3 anni non compiuti all’inizio dell’anno educativo dall’anno di riferimento del Bando. E’ previsto un contributo fino alla copertura del 50% del costo sostenuto fino ad un massimo di ¤ 150,00 mensili erogato in due diverse soluzioni. Nel caso Luxottica si fa riferimento all’accordo sottoscritto con il sindacato. Tra le altre opportunità l’azienda istituisce la Banca delle ore. Non vengono pagati gli straordinari ma tramutate in ore di permesso da utilizzare in caso di maternità o paternità. Inoltre rimborso delle spese mediche specialistiche, contributo libri scolastici, sconti sulla spesa e sulle bollette, azioni della società.
Asilo aziendale dlla Perugina in Umbria
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attualità
La Ferrero – rimborsa spese pediatriche, soggiorni estivi per i figli e contributi alle spese universitarie.
Kraft Italia – Sostegno alle famiglie con figli con congedi retribuiti, asilo nido, aiuti allo studio, check up gratuito e cure termali.
Barilla – L’azienda ha creato con suoi fondi una cassa malattia gestita assieme ai sindacati e un’assicurazione sulla vita per i dipendenti.
Tetra Pak – L’azienda contribuisce a spese ospedaliere, al costo di una polizza infortuni, alle spese per l’istruzione e alle attività socio-culturali. In altri casi si attivano convenzioni commerciali anche con banche e studi medici, agenzie di viaggio, ecc. Tutte queste aziende hanno attivato programmi articolati a sostegno dei propri dipendenti: un insieme di interventi per supportare il loro potere d’acquisto, per migliorare il loro rapporto tra tempi di lavoro e tempi di vita, per contribuire al loro benessere complessivo.
Welfare aziendale , alcune modalità e caratteristiche
Nella maggior parte dei programmi in questione, le aziende offrono ai dipendenti una base comune di agevolazioni per poi diventare, a seconda delle esigenze di ciascuno, qualcosa di più specifico. I lavoratori possono disporre di supporti: distribuzione di libri scolastici, con-
tributi per asili nido, assistenza medica, contributi per soggiorni estivi per i ragazzi, servizio di assistenza socio-sanitaria, buoni per la spesa da spendere in negozi convenzionati, servizi alla formazione, o a quelli per il tempo libero. In molti casi ogni dipendente (incluso il suo nucleo familiare) ottiene un rimborso parziale delle spese sostenute nella busta paga del mese in cui sono state consegnate le quietanze di pagamento o i giustificativi di spesa.
Welfare territoriale
Tanti servizi e tutele di cui sopra come modo per supportare i lavoratori, che rientrano nel «welfare aziendale» ma che potrebbe diventare anche Welfare territoriale», se ad adottarlo fossero più imprese nella stessa zona o nello stesso settore. Prestazioni ai lavoratori che un tempo assicuravano i Cral Aziendali o Cral Territoriali e adesso, ad eccezione di alcuni grandi Cral/Associazioni come ad esempio Arca - Enel, Telecom e Dopo Lavoro Ferroviario, tendono a garantire direttamente le aziende pensando, in alcuni casi, pure al territorio. Obiettivo a cui sembrano puntare insieme industria e sindacati. Un’alleanza, come riportato in «Nuovi veneti», il mensile dedicato dal Corriere del Veneto alla «società in movimento», emersa il 9 novembre nel corso del convegno «Imprese e lavoro, alleati per competere», a Treviso, in cui il ragionamento di fondo è emerso chiaramente: “il bene o servizio a integrazione dello stipendio vale più dei soldi equivalenti in busta paga e all’azienda costa
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attualità
meno della cifra in più da consegnare al lavoratore per acquistarlo. Effetto di leggi recenti che prevedono defiscalizzazione e decontribuzione per alcuni benefit. Con un meccanismo, semplificando, non lontano dai buoni pasto”. In una società complessa in cui i bisogni sono sempre più variegati e il welfare è sempre più ridotto e in cui il disagio dei lavoratori che perdono il posto di lavoro, con le famiglie in difficoltà che sono costrette a cambiare lo stile di vita e dei consumi, anche i servizi promossi dai CRAL rappresentano certamente un pezzo di salario differito importante e come tale da attualizzare e non considerare operazione di scambio con altri pezzi di welfare: ci deve essere equilibrio tra le forme di bilateralità del tempo libero e/o welfare sociale e altri pezzi del così detto “welfare aziendale”, tendente ad escludere i servizi erogati dai Cral. Detto questo, comunque, non possiamo scartare l’idea che una maggiore responsabilità aziendale in direzione del welfare, sia nel luogo di lavoro che nel territorio, possa essere un’opportunità con o senza circoli ricreativi.
e diritti in direzione del lavoro e del non lavoro anche la Fitel non si può esimere dal fare un’attenta valutazione del fenomeno. Si tratta di capire (come già sta facendo la FITeL dell’Emilia Romagna con l’attivazione di un forum sul sito internet per il dibattito sul tema), se ci può essere un modello di welfare aziendale e/o sociale positivo e quali conseguenze abbia per il Sindacato e per i Cral, senza dimenticare che: il Cral è sempre stato, ed ancora oggi in molte realtà continua ad esserlo, un centro permanente di vita associativa che promuove ed organizza nel tempo libero attività culturali, sociali, turistiche, sportive e ricreative al fine di migliorare la qualità della vita dei lavoratori, pensionati e dei cittadini, specialmente nei momenti più difficili, e per questo sarebbe un grave errore trascurarne il valore.
Per rispondere alla crisi e alle difficoltà che si prospettano nell’immediato futuro, necessita anche un’etica nuova e forme associate estese pure alla rete territoriale. Una sfida per far sì che questa rete possa comprendere i lavoratori flessibili. Esperienze aziendali dalle piccole alle grandi, tradizionalmente intese e orientate alla socializzazione, all’integrazione, inserite nella rete territoriale, possono oggi rappresentare una sfida anche all’ interculturalità e allo sviluppo del nuovo welfare, passando per una nuova politica del tempo libero, le politiche sociali nel territorio, strumenti alternativi al mercato come i gruppi d’acquisto e altri strumenti come i buoni vacanza per i soggetti a basso reddito, purché nella trasparenza della modalità d’accesso alla fruizione degli stessi. In poche parole sta sempre più consolidandosi il welfare aziendale e/o sociale gestito direttamente dall’azienda e sempre meno dal sindacato attraverso il Cral che da sempre è stato deputato a tale compito. Uno scenario, quindi, che rispetto al passato sta mutando e in parte è già mutato, ma data la crisi e la necessità di rafforzare tutele
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FITEL insieme al FAI – Fondo Ambiente Italiano - per la promozione del turismo e delle bellezze storico-artistiche
L’ Accordo concluso tra la Fitel e il FAI vedrà i Cral e le Associazioni iscritti alla Fitel impegnati nella promozione delle proprietà del FAI Fondo Ambiente Italiano. Il Mondo Associativo della Fitel diventa “ambasciatore” del Fai. Visitare l’Italia con il FAI significa scoprire alcune delle meraviglie del nostro Paese: luoghi di rara bellezza, spesso nascosti e poco noti, salvati dal degrado, dalle ingiurie del tempo e dell’uomo. Antiche dimore, castelli, ville, parchi storici, giardini e aree naturali: i Beni gestiti dal FAI, oggi regolarmente aperti al pubblico, si propongono come nuove e interessanti mete per gli amanti del turismo culturale. L’accordo tra la Fitel e Il Fai si basa su un rapporto di partnership per definire alcuni benefici reciproci, da un lato la promozione dei Beni FAI e delle proposte turistiche collegate, dall’altro le condizioni economiche riservate a tutti i CRAL e alle Associazioni iscritte alla Federazione Italiana Tempo Libero. L’obiettivo dell’intesa - secondo Giovanni Ciarlone, responsabile del dipartimento Servizi e Convenzioni Fitel nazionale e Antonino Percario consulente per lo sviluppo turistico del FAI - è quello di creare una solida sinergia tra i due firmatari, con vantaggi reciproci per tutti gli attori e un valore aggiunto collettivo per la FITEL. In concreto i Cral e le Associazioni iscritti alla Fitel impegnati nella pro-
mozione delle proprietà del FAI Fondo Ambiente Italiano avranno la possibilità di diventare “promotori” del FAI, spiega Elena Monti, della promozione e dei progetti turistici del Fai, attraverso l’acquisto di biglietti di ingresso alle proprietà della Fondazione con i quali omaggiare i loro aderenti per fidelizzarli e, nel contempo, arricchire e rendere ancora più interessante il loro servizio. L’azione del FAI, ribadisce Antonio Percario, vuole infatti concretizzarsi nella creazione di una strategia di rete che metta a disposizione dell’utente e dei fornitori-partner tutti gli elementi complementari alla proposta FAI. Il FAI e la sua missione. A tutela dell’arte, della natura e del paesaggio italiano. FAI, non solo una sigla, ma anche voce del verbo fare. Il FAI - Fondo Ambiente Italiano nasce dalla determinazione di uomini e donne che hanno deciso di
FARE qualcosa di concreto per il loro Paese. Fondazione nazionale senza scopo di lucro, il FAI dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano grazie al generoso aiuto di moltissimi cittadini e aziende che sostengono il suo lavoro. Oggi il FAI gestisce e mantiene vivi - per sempre e per tutti - castelli, ville, parchi storici, aree naturali e paesaggi di incontaminata bellezza. Questa è la missione del FAI: promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. Un compito infinito che non ammette soste e nel futuro la nostra determinazione è fare ancora di più: per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Anche del tuo.
FAI ANCHE TU!
Per informazioni:
FAI – Fondo Ambiente Italiano Dott.ssa Elena Monti, Promozione e Progetti Turistici Tel. 02 467615227 Fax 02 467615269
e.monti@fondoambiente.it Oppure
http://www.fondoambiente.it/visit-fai-speciale-gruppi.asp.
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Adeguare i buoni pasto a livello europeo di Carlo Pileri*
Aumentare la soglia d’esenzione fiscale dei buoni pasto, ferma da ormai 15 anni a 5,29 euro, adeguandola al costo della vita. Per Adoc questa misura potrebbe favorire il rilancio dei consumi, fondamentale per il superamento della crisi. L’Associazione si augura che il Sen. Monti, tra i primi interventi di risanamento dell’economia italiana, inserisca anche l’innalzamento della soglia dell’esenzione fiscale e contributive dei buoni pasto, adeguandola al costo della vita, dato che ad oggi non permette più ai consumatori di consumare un pasto completo, bastano appena per un tramezzino a Milano mentre a Roma per un panino e un succo di frutta ma il caffè è escluso. Al contrario, con questa semplice soluzione la capacità di spesa dei cittadini aumenterebbe e i consumi ne risentirebbero positivamente, concorrendo al rilancio della domanda interna, uno degli obiettivi primari per il superamento della crisi. Negli altri Paesi europei l’adeguamento è già stato realizzato: in Spagna il valore defiscalizzato è di 9 euro, circa il 70% in più dell’Italia, in Francia 7 euro, in Portogallo 6,70 euro. Considerato che gli utenti giornalieri in Italia sono circa 2 milioni, e 100 mila i ristoranti convenzionati, aumentare il valore dei buoni aiuterebbe i consumatori in un momento di gravi difficoltà economiche, rispondendo non solo ad esigenze economiche ma anche sociali. I buoni pasto, inoltre, rientrano nella linea di ridurre la circolazione del contante, che per essere attuata e trovarci partecipi deve offrire ai consumatori degli strumenti adeguati. L’Adoc chiede che venga abolita la scadenza dei buoni pasto, che comportano una perdita econo-
mica per il lavoratore e un guadagno ingiusto per i gestori, pari a 150 milioni di euro l’anno. I buoni pasto non sono degli yogurt, che vanno in scadenza, ma sono soldi dei lavoratori. La scadenza al 31 dicembre dell’anno di emissione andrebbe eliminata. Secondo le stime dell’Associazione circa il 10% dei buoni pasto in circolazione non viene utilizzato perché scaduto, comportando la perdita per il possessore del buono del 15% del suo valore, pari a circa 200 euro e un guadagno, ingiusto, per i gestori, pari a circa 150 milioni di euro com-
plessivi. Per questo si propone l’eliminazione della scadenza, come già fatto per le carte telefoniche prepagate. Infine, per l’Associazione, si dovrebbe prevedere l’abolizione dell’asta al ribasso per l’aggiudicazione e il pagamento entro 30 giorni all’esercente. Altrimenti i ristoratori scaricano sui consumatori, attraverso l’aumento dei prezzi al dettaglio, il rischio di impresa, determinando un aumento inflattivo significativo che va a danneggiare gravemente anche chi non possiede il buono.
MERCATO BUONI PASTO
Numero aziende operanti nel settore: 25 Volume d’affari annuo stimato: 2,5 miliardi di euro (60% fatturato detenuto da sole 3 aziende) Utenti giornalieri: 2 milioni Ristoranti convenzionati: 100 mila Percentuale buoni scaduti (anno): 10% Perdita valore per possessore: 15% Guadagno per società emettitrici: 250 milioni di euro
*Presidente ADOC
VALORE DEFISCALIZZATO – Confronto Italia - UE Paese Valore Buono (€) Italia 5,29 Spagna 9,00 Francia 7,00 Portogallo 6,70
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UNIONE EUROPEA dodici priorità per creare crescita e occupazione
di Silvana Paruolo* Il Consiglio europeo del 23 ottobre 2011, ha preso importanti decisioni in materia di governance economica dell’Unione. Ma - oltre che affrontare le sfide immediate poste dalla crisi finanziaria - ha individuato anche “una serie di priorità cui riservare una corsia preferenziale”: -
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mercato unico europeo; mercato unico digitale; attuazione di Europa 2020 e della nuova governance economica europea i negoziati di Doha nel quadro dell’OMC; le priorità dell’Unione europea per il G20 di Cannes (riforma del sistema monetario internazionale; rafforzamento e vigilanza del settore finanziario; il problema del-
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l’eccessiva volatilità dei prezzi dei prodotti di base; promozione di una crescita sostenibile e inclusiva... anche tramite un rafforzamento della “dimensione sociale della globalizzazione”; resistenza al protezionismo; lotta ai cambiamenti climatici (ricerca di un risultato ambizioso ed equilibrato a Durban, conferma dell’apertura Ue a un secondo periodo di adempimento ai sensi del protocollo di Kyoto, ecc.); politica estera (sostegno alla trasformazione democratica del vicinato Ue meridionale; transizione politica in Siria,problemi attinenti l’Iran, tabella di marcia del partenariato orientale).
Il mercato unico è chiamato a svol-
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gere “un ruolo chiave per la creazione di crescita e occupazione”. In effetti, la creazione di un grande mercato interno europeo in cui merci servizi e fattori produttivi potessero circolare, a condizioni analoghe a quelle esistenti fra due regioni di uno stesso paese, era l’obiettivo fondamentale della Comunità economica europea. In termini concreti, ciò significa abolire gli ostacoli che alla libera circolazione vengono da legislazioni e regolamentazioni nazionali. La politica della concorrenza e la disciplina comunitaria dei vari regimi nazionali di sovvenzioni pubbliche, completano quest’obiettivo quando gli ostacoli provengono da prassi aziendali o sovvenzioni statali suscettibili di falsare la concorrenza e le condizioni degli scambi fra i paesi membri.
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Agli inizi degli anni ‘80, ci si è reso conto che la libera circolazione restava in larga parte incompleta. Importanti rapporti dell’epoca – il Rapporto Padoa-Schioppa (Stabilità, efficienza e equità) e il Rapporto Cecchini - rilevarono i “costi della non Europa” che ne derivavano. Da qui, il famoso libro bianco di Jacques Delors che fece nascere il famoso “obiettivo ‘92”. Tuttavia – tuttora - non mancano lacune - e anelli mancanti - che ostacolano il funzionamento del mercato interno. Se l’Atto unico europeo ha inserito il
mercato comune in una logica strutturale comportante anche coesione economica e sociale, il Trattato modificativo di Lisbona ha recepito (concetto ben diverso da quello di economia di mercato aperta) il concetto di “economia sociale di mercato”. La sua prima teorizzazione risale alla scuola di Friburgo che - ha operato un connubio tra le teorie del liberalismo classico e le teorie sociali di regolazione pubblica. Tuttavia benché l’economia sociale di mercato enfatizzi il ruolo delle regole del gioco - sentenze recenti della Corte di giustizia europea (casi Laval. Viking, Raffert e Commissione V
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Lussemburgo ecc.) si sono manifestate sbilanciate, a discapito dei lavoratori, facilitando la strada a una concorrenza sleale anche tra gli stessi Paesi membri dell’Unione; e ostacolando una vera pari dignità per mercato e sviluppo sociale. Cosa questa - di certo - non sfuggita al mondo sindacale!; e - in parte controbilanciata da altre sentenze della Corte di giustizia del Consiglio d’Europa. Il mercato di riferimento non è solo quello interno. Ciò detto - tentando di rilanciare anche il mercato unico il Presidente Barroso ,di recente, ha chiesto a Mario Monti un rapporto
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sul mercato unico. E’ nato “Una nuova strategia per il mercato unico – Al servizio dell’economia e della società europea” in cui Monti - ponendosi in un’ottica di economia sociale di mercato - precisa che serve un approccio politico di natura straordinaria, in cui vi siano, nello stesso tempo, iniziative per un mercato interno più forte, e posto per consultazione delle parti sociali, diritti dei salariati, servizi sociali, coordinamento fiscale, politica industriale, crescita verde ecc. Successivamente, la Commissione europea ha pubblicato la Comunicazione “Verso un Atto per il mercato unico – per un’economia sociale di mercato altamente competitiva” e – dopo una sua consultazione pubblica - una sua seconda Comunicazione «L’ Atto per il mercato unico – Dodici leve per stimolare la crescita e rafforzare la fiducia”. Quali sono le 12 leve? Queste sono le seguenti:
Per l’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese (oltre 20 milioni), un quadro comune per Fondi di capitale di rischio. Per facilitare la mobilità dei lavoratori in seno al mercato unico (nel 2009, 5,8 milioni di europei lavoravano in un altro Stato membro) modernizzare le regole di riconoscimento delle qualifiche professionali. Per eliminare gli ostacoli giuridici che ancora impediscono agli europei di lavorare dove desiderano, si intende semplificare le procedure, riesaminare l’ambito delle professioni regolamentate e rafforzare la fiducia e la cooperazione tra gli Stati membri, in particolare attraverso una carta professionale europea.
I diritti di proprietà intellettuale importanti quanto materie prime o base industriale- e cioè, stabilire una protezione unitaria delle invenzioni tramite brevetto per il maggior numero possibile di Stati membri Garantire i diritti dei consumatori, in particolare sviluppando sistemi alternativi di risoluzione delle controversie e prevedendo mezzi di ricorso diversi da quelli giudiziari. Una maggiore fiducia dei consumatori nel commercio elettronico transfrontaliero – è stato calcolato - produrrebbe vantaggi economici valutati a 2,5 miliardi di euro. I servizi: rafforzare la standardizzazione. Reti europee di trasporti, energia e comunicazioni elettroniche (colonna vertebrale del mercato unico) - e infrastrutture - più efficienti. La Commissione europea ha adottato dei progetti strategici di interesse europeo. Il mercato unico digitale, in particolare, una legislazione che garantisca il mutuo riconoscimento dell’identificazione elettronica e dell’autenticazione elettronica nell’UE e di una revisione della direttiva sulla firma elettronica, per consentire un’interazione per via elettronica sicura e senza ostacoli. Per l’imprenditoria sociale - che persegue anche obiettivi di interesse generale, di sviluppo sociale, etico o ambientale - un quadro europeo per i fondi di investimento solidale,. La fiscalità, in particolare, una revisione della direttiva sulla fiscalità dell’energia per assicurare un trattamento coerente delle diverse fonti di energia per tenere conto maggiormente del contenuto energetico dei prodotti nonché delle loro emissioni di CO2 .
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Rafforzare la coesione sociale nel mercato unico. A tal fine sono previste: una proposta legislativa destinata a rafforzare l’applicazione della direttiva sul distacco dei lavoratori, per prevenire e sanzionare qualunque abuso o elusione delle norme. un chiarimento dell’esercizio dei diritti sociali fondamentali nel quadro dell’esercizio delle libertà economiche. Il quadro normativo per le imprese: ridurre i vincoli normativi e amministrativi. Per riuscirci la Commissione propone una semplificazione delle direttive sui principi contabili - per quanto concerne gli obblighi in materia di informativa finanziaria e riduzione degli oneri amministrativi - in particolare per le piccole e medie imprese Gli appalti pubblici - Gli enti pubblici spendono circa il 18% del PIL dell’UE in beni, servizi e lavori. La Commissione propone di modernizzare la legislazione europea e le legislazioni nazionali - che hanno aperto gli appalti pubblici ad una concorrenza leale, offrendo ai cittadini qualità migliore a un prezzo più basso - per giungere ad una politica equilibrata, che sostenga una domanda di beni e servizi rispettosi dell’ambiente, socialmente responsabili e innovativi, per offrire procedure più semplici e flessibili alle amministrazioni aggiudicatrici e agevolare l’accesso alle PMI. Le conclusioni del vertice del 23 ottobre 2011 auspicano che sia fatto il possibile per assicurare il raggiungimento, entro la fine del 2012, di un accordo su queste 12 proposte prioritarie.
*Cgil-Segretariato Europa
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Turismo
TURISMO LOW COST
di C. P.* Con i portafogli svuotati dalla crisi la vacanza è diventata una chimera per la maggior parte degli italiani, soprattutto per i giovani under 30 e le famiglie con figli piccoli a carico. E se andare in vacanza è un diritto, ecco che la soluzione a portata di “tasche” è il low cost, che negli ultimi anni ha visto aumentare vertiginosamente la sua quota di mercato. Basti pensare nell’ultimo anno ben il 39% degli italiani partenti ha viaggiato secondo la filosofia low cost, prenotando aerei e strutture a basso costo, ovviamente attenendosi alla “regole” di questo mercato in continua evoluzione, prima fra tutte prenotare in anticipo, anche semestrale, per pagare di meno. Secondo i dati dell’Adoc il 17% dei viaggiatori, sempre nell’ultimo anno, ha scelto di prenotare la vacanza aspettando le occasioni dell’ultimo minuto, mentre il 25% ha scelto di organizzarsi da
solo tutta la vacanza. Viaggiare low cost sta diventando ormai non più una scelta ma un obbligo, se si pensa che oltre la metà degli italiani ha come budget massimo a disposizione per la vacanza 700 euro mentre il 34% ha il tetto fissato a 400 euro. Da qui la necessità di affidarsi a compagnie aeree a basso prezzo, di preferire ostelli, bed&breakfast e campeggi (scelti complessivamente dal 32% dei partenti) al classico albergo, di optare per destinazioni estere che, paradossalmente, costano meno di un viaggio in Italia. O magari il viaggio si fa in camper. Ogni anno vengono acquistati circa 14 mila camper, per un totale complessivo di circa 700 mila utenti. Segno di un ritorno della voglia di viaggiare in libertà e con la possibilità di risparmiare sulle spese per il pernotto. Tra le estremizzazioni del low cost possiamo annoverare il “Couch-Surfing”, letteralmente “saltare da un divano all’altro”. E’ un pro-
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gramma che permette di mettere in contatto persone da ogni parte del mondo. C’è chi mette a disposizione una stanza o il divano della sua casa e c’è chi parte e cerca un posto in cui poter sostare per qualche giorno. E’ un sistema che offre la possibilità di viaggiare a costi molto bassi, una sorta di tour operator fai-da-te. Solo in Italia sono oltre 33mila i “praticanti”, che crescono alla media del 2% l’anno. L’età media è molto bassa, intorno ai 28 anni ma ci sono casi in cui viaggiare in questo modo sono persone ultra sessantenni. E se la filosofia low cost nasce con il turismo va detto che ormai si è estesa a numerosi settori. Un esempio eclatante è il boom dei gruppi d’acquisto online (con cui è possibile, tra l’altro, anche “acquistare” un viaggio o un biglietto aereo). Nell’ultimo anno il 33% degli italiani, secondo una stima dell’Adoc, ha effettuato almeno un acquisto tramite i gruppi d’acquisto online, risparmiando fino al
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90%. I gruppi d’acquisto online nell’ultimo anno hanno vissuto un vero e proprio boom, tanto che circa il 29% dei consumatori italiani fa acquisti regolari mentre il 33% ha comprato almeno una volta un coupon da utilizzare presso i partner che collaborano con i gruppi d’acquisto. Le offerte spaziano dai trattamenti benessere alle cene di coppia, dai viaggi alle cure dentali, dai corsi di lingua ai prodotti tecnologici. Una grande varietà di offerta dove si può risparmiare fino al 90%, con uno
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sconto medio del 30-40% sui prodotti o servizi acquistati. Una nuova soluzione low cost per milioni di consumatori italiani che, in questo modo, possono evitare di rinunciare ad una cena fuori o ad un weekend di relax, due attività che l’attuale crisi ha trasformato in “lusso”. Un altro fenomeno di costume che sta lentamente aprendosi al low cost è il matrimonio (e, in parte, il divorzio). Puntando sul fai-da-te e su soluzione economiche ma non meno originali si può spendere il 55% in meno
rispetto al matrimonio tradizionale, che costa oggi quasi 27mila euro, adottando soluzioni low cost per ogni voce si possono risparmiare oltre 14mila euro. Il matrimonio richiede un grande sforzo economico, non ci sorprende che, nella condizione economica in cui ci troviamo, circa il 15% delle coppie scelga di fare un matrimonio low cost o fai-date. E riteniamo che la percentuale nei prossimi anni aumenterà mediamente del 3-5% l’anno. * Presidente ADOC
VADEMECUM PER RISPARMIO VACANZE
Budget: opportuno fissare un tetto di spesa per la vacanza, in modo da valutare attentamente i costi di ogni singola voce, senza sprechi di denaro Last minute: ricorrere ad offerte dell’ultimo minuto, sia per voli e alberghi, può portare a risparmi nell’ordine del 30% in meno; Prenotazione volo: meglio prenotare con largo anticipo . Si può risparmiare dal 25 al 35% in meno sul prezzo del biglietto e nello stesso momento ci permetterà di organizzare al meglio il nostro viaggio; Vacanza “fai da te”: diventare il tour operator di sé stessi permette di risparmiare fino al 20%; Low cost: per le tratte più battute si può usufruire dei voli low cost, ormai le offerte sono numerose e vantaggiose rispetto ai voli di linea; Viaggiare in gruppo: spesso ci sono offerte apposite per vacanze in comitiva, si può risparmiare il 25-30%; inoltre c’è l’ulteriore risparmio della spesa divisa per i componenti del gruppo; Benzina: se si decide viaggiare con la propria macchina si consiglia di fare il pieno di benzina presso le cosiddette “Pompe Bianche” distributori indipendenti, dove si può risparmiare in media 5/7 centesimi di euro al litro; Spesa alimentare: meglio effettuarla prima di partire presso i supermercati della propria residenza si può risparmiare addirittura il 40% in meno rispetto ai luoghi turistici; Lista: spesso ci si dimentica di mettere in valigia prodotti indispensabili, la cui assenza ci costringerà a ricomprarli nella località turistica, con un aggravio di spesa; Sicurezza del proprio appartamento: controllare sempre il livello di sicurezza della casa lasciata ma soprattutto, non lasciate gli apparecchi elettrici accesi in “stand- by”.
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Ambiente e natura
Dopo le alluvioni (ma perché non prima?) Come salvare vite, città e territori d’Italia. Le proposte del sindacato di Andrea Costi* Quella che stiamo vivendo oggi, nel mondo, è una crisi sistemica e globale dalle cause multiple e contemporanee. Assistiamo infatti ad una grave crisi finanziaria, sociale, ambientale e alimentare sulla quale pesano diverse incognite: la mancanza di controllo dei mercati finanziari, l’ingerenza dei sistemi bancari-ombra, l’aumento della disoccupazione, le imprese in difficoltà, la perdita di biodiversità, il progressivo esaurimento delle risorse, l’aumento dei livelli degli inquinamenti e delle emissioni. Si tratta di questioni alle quali il Sindacato dei lavoratori, a livello globale (CSI) ed europeo (CES), rivendica – per
via negoziale e contrattuale - che, soprattutto da parte della politica e delle istituzioni, si contribuisca a dare soluzioni concrete e fattive, declinando le soluzioni in chiave di una sempre maggiore sostenibilità sociale ed ambientale: per il Sindacato, insomma, la green economy è ormai una realtà concreta, in grado di creare-confermare-migliorare posti di lavoro, definire un percorso di sviluppo a impatto zero, e, perfino in un momento di crisi economica internazionale come l’attuale, favorire le condizioni per una transizione equa e sostenibile alla ripresa. Della green economy è parte essenziale, e strategica, la politica del territorio. Ad esempio, progettare città ecologiche significa interessarsi del benessere e della salute della metà della popo-
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Ambiente e natura lazione mondiale; pensare la città come bene comune, tutelare i beni storici e artistici, gli spazi pubblici e il paesaggio, conservare il territorio agricolo, significa mantenere l’orizzonte di appartenenza che fonda l’identità individuale e collettiva di un popolo e garantisce la coesione sociale; bloccare l’ipertrofia urbana e lo spreco di territorio significa ridurre i costi di gestione per strade, reti tecnologiche, impianti di pubblica illuminazione, servizi, ecc. Ed è così che, oggi, in molte parti d’ Europa, si attuano – con il confronto ed il consenso del Sindacato politiche di contenimento del consumo di suolo e si realizzano sistemi di trasporto collettivo su ferro, integrati con percorsi pedonali e ciclabili, le città e i complessi edilizi che le costituiscono vengono riqualificati con l’obiettivo del risparmio energetico, per accrescere la qualità della vita anche di bambini e anziani, e per favorire ricerca e innovazione industriale. E in Italia? Purtroppo, l’Italia – nonostante eccezioni di grande valore e prese di posizione forti e incessanti (di varie istituzioni, sindacati, associazioni, mondo accademico e della ricerca,ecc.) – insiste ad andare verso modelli insostenibili. Le città senza regole continuano ad espandersi senza fine e una sempre più spessa crosta cementizia ricopre ormai enormi zone del paese, dalla pianura padana alle falde del Vesuvio, alle Cinqueterre liguri…Un’infinita villettopoli divora gli spazi aperti, aggrediti da capannoni usa-e-getta, mentre i Comuni interni, montani e appenninici e le loro campagne, subiscono un inarrestabile processo di abbandono. Abbandono e assenza di manutenzione, di controlli, di regole, insieme ad una sciagurata e ricorrente politica dei condoni, mista a interessi mafiosi e ad altri miserabili intrallazzi, producono, spesso e inevitabilmente, anche il dissesto idrogeologico, causa di morti e distruzione, oltre che perdita, irrecuperabile, della qualità del paesaggio rurale, che è valore aggiunto non riproducibile del prodotto italiano, fonte di biodiversità e garante dell’identità culturale. Che fare, dunque? Il Sindacato italiano lo chiede da molto tempo, e in modo particolarmente incisivo (e unitario) fin dalla metà degli anni ‘80: mettere un freno all’espansione urbana, ricondurre le città e i territori entro limiti di crescita sostenibili, proteggere sia il territorio agricolo che la città storica, recuperare spazi e bellezza urbana, favorire l’innovazione tecnologica per accrescere la vivibilità urbana e ridurre lo spreco energetico, garantire la tutela dei luoghi e del paesaggio dei piccoli centri, delle comunità di montagna o di campagna, sostenendo la presenza degli abitanti e quindi del loro lavoro…In un paese come l’Italia, sottoposto ad un così diffuso rischio idrogeologico e a rischio sismico, è prioritario, insomma, lo stanziamento di fondi economici adeguati per la prevenzione, e, insieme, l’avvio di una seria e capillare azione di manutenzione del territorio per la sua messa in sicurezza, che sia indispensabile corollario almeno a: 1) politiche agricole di sostegno nazionali e di nuova fiscalità, per la conservazione e
riqualificazione dei luoghi, da coniugarsi con il recupero del paesaggio agrario storico, delle tradizioni agrarie e per la creazione di nuove realtà di produzione agricola biologica e a filiera corta, 2) politiche di promozione dell’utilizzo sostenibile delle superfici forestali, di diversificazione dell’economia rurale, dell’utilizzo (rispettoso dei vincoli e del paesaggio) del suolo per la produzione di energia elettrica rinnovabile, per lo smaltimento dei rifiuti, per il ciclo integrato delle acque, per le azioni di bonifica e reindustrializzazione, ecc., 3) politiche di gestione coordinata e condivisa, oltre che di effettivo controllo tecnico e amministrativo, del territorio, a cominciare da un rilancio e potenziamento – non solo economico – dei bacini idrografici, delle Arpa, dell’ Ispra, degli Ato, ecc. Libro dei sogni? Inevitabile conteggio di morti e distruzioni, tanto nei bilanci in attivo dell’ecomafia, quanto in quelli sempre più disastrati del pur ottimo (ma solo ‘riparatore’) sistema della Protezione civile ? Frammentazione iniqua (vedi, ad esempio, il trasferimento alle Regioni del demanio fluviale) e sovrapposizione inutile delle responsabilità, con conseguenze più che evidenti, in termini di costi che lievitano, di trasparenze che mancano, di sfiducia e rassegnazione che si diffondono, e così via ? Purtroppo, suonano come risposta – certo, non esaustiva, però chiara – i condoni facili e relative ‘tentazioni’ ricorrenti, così come i provvedimenti di alienazione e dismissione del patrimonio pubblico e demaniale, destinati a fare aumentare i rischi, con il prevalere degli egoismi locali al posto dell’interesse generale: si tratti di interventi di carattere eccezionale (come il taglio di argini), oppure della minaccia della costruzione lungo tutte le coste italiane di un’unica barriera fisica e rigida di cemento, oppure la crescita esponenziale della speculazione edilizia in mancanza di norme di salvaguardia sull’uso agricolo dei terreni ceduti dallo Stato, ecc. Il Sindacato italiano, che ha oggi – ciascuna Organizzazione per proprio conto – unitariamente assunto la green economy come obiettivo strategico irrinunciabile, e che non crede affatto nel libro dei sogni, è già da molti anni impegnato, in modo serio e a tutti i livelli, in una difficile battaglia perché si affermi, anche nel nostro paese, una vera politica di prevenzione del rischio ambientale: che eviti tragedie inutili e costose, che investa grandi risorse nei settori della sostenibilità territoriale, che – soprattutto – possa e sappia coniugare la salvaguardia del patrimonio naturale esistente con nuove occasioni di sviluppo socio-economico. Risultati finora troppo modesti e contraddittori, con risorse a disposizione (economiche, umane, culturali, ecc ) assai insufficienti, o deludenti. Ma per UIL, CISL e CGIL – che hanno contribuito a concordare linee d’azione ed obiettivi strategici di CES e CSI in tema di green economy e di sostenibilità ambientale nei singoli territori – la battaglia si rinnova ogni giorno.
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* Responsabile Ambiente Uil Nazionale
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Maltempo: Fitel aderisce all’iniziativa CGIL, CISL e UIL pro alluvionati di Genova Devastati anche alcuni Cral
di R.R. La Fitel esprime il proprio cordoglio alle famiglie colpite dalla tragedia che a causa del maltempo si è abbattuta in Toscana e in Liguria e in particolare nella città di Genova lo scorso venerdì 4 novembre 2011 e solidarietà ai tanti cittadini che hanno subito danni alle proprie case, attività economiche e anche ai Circoli ricreativi aziendali (CRAL) e associazioni ricreative. Il mondo del lavoro, hanno reso noto i sindacati, “ha manifestato da subito
e concretamente la propria solidarietà con molte realtà produttive genovesi e singoli lavoratori schierati in prima fila a spalare fango e per portare un minimo di conforto ai quartieri maggiormente colpiti dal grave fatto alluvionale”. La Federazione del tempo libero invita tutti i propri affiliati alla collaborazione attiva per la ripresa della vita sociale ed economica delle realtà colpite dal sisma e ad aderire all’iniziativa promossa da CGIL, CISL e UIL provinciali di Genova che hanno deciso di attivare un conto corrente
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bancario presso la sede di Genova di Banca Carige le cui coordinate sono le seguenti:
IBAN IT59Z0617501400000006927380 intestato a CGIL CISL UIL pro alluvionati Genova 2011 In particolare la Fitel Nazionale si unisce alla FITeL Liguria nel fare l’appello a tutte le realtà alla stessa affiliate per il sostegno ai circoli (come da immagini) che a seguito dei danni riportati dall’alluvione si trovano in grosse difficoltà.
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Danni al circolo Alessandro Floris e al Sharpshooter Hi-tec a Genova
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Un cuento chino
di Sebastian Bore
di Antonietta Di Vizia Una giuria internazionale presieduta da Ennio Morricone e composta da Susanne Bier, Roberto Bolle, Carmen Chaplin, David Puttnam, Pierre Thoretton, Debra Winger ha giudicato i film in concorso nella Selezione Ufficiale e ha assegnato il Premio Marc’Aurelio della Giuria al miglior film:“Un cuento chino”di Sebastián Borensztein. Roberto (Ricardo Darín, già interprete del film Premio Oscar “Il segreto dei suoi occhi”), introverso negoziante di ferramenta, vive da un ventennio quasi completamente isolato dopo un dramma che l’ha intimamente segnato. Per caso conosce Jun (Huang Sheng Huang), un cinese appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, in cerca dell’unico parente ancora vivo, uno zio. Incapace di abbandonarlo, Roberto lo accoglie in casa: attraverso la loro singolare convivenza, troverà il modo per risolvere la sua profonda solitudine, non senza aver svelato all’impassibile, eppure tenerissimo Jun, che le strade del destino hanno tali e tanti incroci in grado di svelare anche la surreale sequenza d’apertura, la mucca pezzata che piomba dal cielo.
Sebastián Borensztein (Argentina, 1963) è regista e sceneggiatore. Agli inizi degli anni ’80 ha avviato la sua carriera lavorando come creativo pubblicitario, regista di spot e autore dei testi del padre, il celebre comico argentino Tato Bores. Ancora prima di dedicarsi al cinema è stato produttore, regista e sceneggiatore di serie tv di grande successo in Argentina come El garante (1997), che gli ha fruttato quattro premi Martin Fierro (gli Emmy argentini), e Tiempofinal (2000). Il suo primo film, La suerte está echada (2005), è stato premiato ai Festival del Cinema Latino Americano di Tolosa e Trieste. Successivamente ha scritto e diretto Sin memoria (2010). Un cuento chino (2011) è il suo terzo lungometraggio.
Una separazione di Asghar Farhadi di Rita Tomassini
Al Festival di Berlino ha vinto, senza partita con gli altri film concorrenti, l’Orso d’oro come miglior film e due Orsi d’argento collettivi per le interpretazioni maschili e femminili. Magnifico film, esempio perfetto di grande cinema, “Una separazione” è semplicemente un capolavoro. La storia: una giovane coppia della classe media con una figlia undicenne ha finalmente ottenuto dopo una lunga attesa i visti per poter espatriare. Il marito però si rifiuta perché sente il dovere di accudire suo padre gravemente malato di Alzheimer. La moglie se vuole può andarsene. I due chiedono perciò la separazione lasciando alla figlia il compito di decidere quale dei due genitori seguire e, intanto, la moglie torna a vivere dai suoi genitori. L’uscita da casa della moglie impone al marito di trovare una persona che possa accudire il padre durante il suo orario di lavoro. Viene perciò assunta una donna con una figlia di cinque anni e incinta. La donna però lavora di nascosto del marito e un giorno, assentatasi dopo aver legato al letto il vecchio malato, viene scoperta. Da questo momento ha inizio una serie di incidenti e complicazioni anche burocratiche, legati alle bugie, alle doppie verità, al diverso modo di uomini e donne di affrontare le difficoltà della vita, alla differente estrazione sociale (emblematico è l’episodio della
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Cinema badante che fa una telefonata all’ufficio preposto ai comportamenti conformi alla religione per sapere se possa o meno cambiare i pantaloni del pigiama al vecchio malato che si è orinato addosso). Uno spaccato della vita quotidiana che è universale ma che per svolgersi in Iran fa anche intravedere una situazione sociale bloccata, condizionata dai pregiudizi religiosi, dal peso della tradizione, dall’asfissia della condizione femminile in una società maschilista e teocratica. Il film si vale di un ritmo serrato, che non concede scampo, frutto di un testo perfetto, in cui la dimensione del piccolo banale quotidiano scivola in un attimo in una rappresentazione sociale opprimente e persecutoria. Il tutto sotto gli occhi di una infanzia pura e smarrita che fino all’ultimo lascerà incerta la risposta al quesito iniziale: è meglio per un bambino, soprattutto se di sesso femminile, cogliere l’opportunità dell’espatrio in occidente, oppure rimare a vivere in patria pur con i diritti mutilati? Il film è esemplare nel mostrare come, in un sistema che restringe duramente la libertà d’espressione e in cui registi e intellettuali come il grande Jafar Panahi sono condannati agli arresti domiciliari e al divieto di continuare il loro lavoro, la censura possa essere aggirata attraverso una storia di normale quotidianità, e al tempo stesso come la censura si imponga mostrando le protagoniste femminili a capo coperto anche in casa quando l’obbligo del velo vale solo all’esterno delle mura domestiche. Ma un film è visto da tutti, soprattutto da tanti uomini, e dunque obbligo del velo anche nelle scene dell’intimità familiare con il paradosso di aggravare ulteriormente, nella finzione scenica, la limitazione reale, già così grave, della libertà delle donne in Iran.
Midnight in Paris di R.T.
La prima carrellata di scene è un autentico atto d’amore per Parigi, così come l’inizio di Manhattan. Il divertimento è a livello di Scoop, per rimanere ad anni più recenti, o addirittura di Pallottole su Broadway o di Prendi i soldi e scappa. Lo straniamento e il messaggio evocano la Rosa purpurea del Cairo. Ma Woody Allen non si ripete, rielabora i suoi motivi ispiratori in una dimensione di strepitosa comicità. Il protagonista è sempre uno scrittore americano, Gil, sceneggiatore di successo ma insoddisfatto, che si cimenta nella scrittura del suo primo romanzo. Affascinato da sempre da Parigi e dalla sua cultura, vi approda con la sua fidanzata al seguito dei genitori di lei in viaggio di lavoro. Pesce fuor d’acqua tra una famiglia reazionaria e che non condivide le sue aspirazioni e una coppia di amici americani che lo trascinano in un tour turistico
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di Woody Allen
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Cinema ovvio e superficiale, comincia a passeggiare da solo di notte alla ricerca della “sua” Parigi, quella dei suoi miti culturali degli anni Venti in cui tra l’altro ambienta il suo primo romanzo. Una notte dopo la mezzanotte, una comitiva di sconosciuti in una vecchia automobile lo invita a seguirli. Viene così catapultato in una festa dove trova tutto ciò che ama, la Parigi degli années folles. Incontra così Francis Scott e Zelda Fitgerald, Salvator Dalì, Ernest Hemingway, Pablo Picasso e Henry Matisse, Cole Porter, T.S. Eliot, Luis Bunuel a cui suggerisce senza che lui la capisca la trama dell’Angelo Sterminatore, Man Ray, il torero Juan Belmonte e Gertrude Stein che gli dà consigli da lui scrupolosamente seguiti per la stesura del romanzo. Nelle sue notti incontra anche Adriana, che è stata l’amante di Modigliani e di Picasso, e se ne innamora. Ma Adriana non è felice del suoi tempo e sogna di vivere nell’Ottocento e, con lo stesso incantesimo, si ritrovano da Maxim’s nella Belle Epoque dove incontrano Toulouse-Lautrec, Edgar Degas e Paul Gauguin. Finalmente Gil capisce che il rifugio nel passato è un’aspirazione comune di fronte alla banalità del presente e soprattutto alla paura del futuro. Lascia dunque Adriana nell’età dell’oro, lascia anche la fidanzata e, deciso a rimanere a vivere a Parigi, torna a passeggiare di notte nel suo tempo, magari sotto la pioggia, in compagnia di una ragazza incontrata al mercatino delle pulci che finalmente condivide con lui questo piacere. Dunque un Woody Allen in stato di grazia, aiutato da una batteria di attori straordinari tra cui, oltre al protagonista Owen Wilson, vero alter ego di Allen, un’affascinante Marion Cotillard nella parte di Adriana, uno strabiliante Adrien Brody nella parte di Salvator Dalì e Kate Bates in quella di un’autoritaria Gertrude Stein. E mentre si ride e si gode di questo straordinario gioco intellettuale, ci si prepara con gioiosa attesa al prossimo appuntamento, il film su Roma con Roberto Benigni.
Il villaggio di cartone di Loretta Masotti
di Ermanno Olmi
E’ girato in Puglia l’ultimo film di Ermanno Olmi, “Il villaggio di cartone”. Dopo “Terraferma” di Crialese troviamo un’altra opera a Venezia, fuori concorso, sul tema dell’immigrazione e dei respingimenti. In una chiesa dismessa, infatti, si rifugiano clandestini africani in transito verso la Francia. Qui, con panche e cartoni, installano un piccolo villaggio, metafora della precarietà della condizione umana. Nel potente inizio del film un’impresa di traslochi stacca dalle pareti quadri, paramenti e soprattutto un grande crocefisso, come a significare allegoricamente la perdita del sacro nell’opulenta società occidentale. Figura centrale è il vecchio parroco, interpretato dal bravissimo Michael Lonsdale, già premiato come migliore attore non protagonista in “Uomini di Dio”. Inizialmente disperato per la distruzione della sua chiesa, attraverso gli immigrati scopre una nuova sacralità, tutta laica, che si fonda sulla solidarietà umana nei confronti dei derelitti, l’annullamento delle differenze e il confronto tra pari. Alle certezze esibite si sostituisce il dubbio come messa in discussione di sé e dei tradizionali valori acquisiti. Per cui è evidente che, se d’immigrazione si parla, il nucleo centrale del film è proprio questo. Dice Olmi: “Non credo più alle chiese religiose, laiche, culturali. In questa solitudine ho capito il valore della libertà”. L’apologo morale descrive un mondo variegato che propone una molteplicità di punti di vista: dall’ingegnere africano che sente il dovere morale dell’impegno umanitario, alla coppia di giovani terroristi che pensa alla violenza come unica alternativa, al medico ebreo ateo reduce, da bambino, da un campo di concentramento. Proprio questo confronto con la diversità diventa motivo di arricchimento e porta il vecchio prete alla consapevolezza che “Il Bene è più grande della Fede”. Da persona ormai fragile e profondamente in crisi il parroco si trasforma in un uomo forte, capace anche di disobbedire e mentire alle forze dell’ordine, qui rappresentate soprattutto da un rigido rappresentante della legge interpretato da Alessandro Haber. Con forte impianto teatrale, ambientato esclusivamente dentro la chiesa e la canonica, privo di esterni, in un’atmosfera claustrofobica che accentua il senso di solitudine, il film appare come un sermone allegorico sulla solitudine dell’uomo contemporaneo nell’età della globalizzazione e delle porte chiuse. C’è un’insistenza sul tema delle porte (sbarrate, aperte), che è fortemente simbolica. Il futuro è tutto consegnato alla nostra responsabilità, perché “ha inizio un tempo in cui il mondo ha bisogno di uomini nuovi”. Ermanno Olmi, “Il villaggio di cartone”, 2011.
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Musica
Radiohead, Tour europeo 2012 Roma, Firenze, Bologna, Udine le tappe italiane
di Fabiana Pampanini* Radiohead, un gruppo proveniente da Oxford protagonista del rinnovamento del rock britannico tra gli anni novanta e il duemila. Attraverso la fusione di rock alternativo, elettronica, punk, pop e psichedelica hanno dato vita alla loro coinvolgente musica, apprezzata in tutto il mondo. Come non ricordare ‘Ok Computer’, l’album visionario e psichedelico ricco di un forte impatto emotivo che ha accompagnato l’ascesa della band. Uscito nel 1997 è stato annoverato tra i capolavori degli anni novanta. I ritmi elettronici che accompagnano le parole espresse dalla splendida voce di Thom Yorke, rappresentano il forte disagio esistenziale e l’alienazione che ha caratterizzato il fine millennio. I testi delle canzoni dei Radiohead possono essere considerati la colonna sonora di una società contemporanea che, con le sue convenzioni e le sue tecnologie, porta con sé anche il desiderio di fuga, la spersonalizzazione e l’alienazione nelle nuove generazioni e non solo. Proprio per questo si percepisce da alcuni testi lo schieramento personale ed aperto del gruppo a non rimanere inermi bensì a schierarsi con i protestatori che intendono migliorare le cose pacificamente. I Radiohead sono così amati dal pubblico anche perché sono la prima band che ha rivoluzionato il modo di ven-
dere la musica infatti nel loro sito è stato distribuito in download l’album ‘In rainbows’ attraverso un’offerta libera. Sono anche una della band più ecologiche che esiste preferendo sempre nei loro concerti location raggiungibili con i mezzi pubblici. Sanno bene che lo spostamento dei fan producono migliaia di tonnellate di anidride carbonica che 50 alberi non smaltirebbero in 100 anni. I Radiohead, dopo 4 anni dall’ultimo concerto a Milano, fanno un regalo ai loro numerosi fan tornando in concerto in Italia e scegliendola come prima meta del loro tour europeo 2012. L’Italia sarà anche il paese con il maggior numero di tappe. Ecco le quattro date del 2012 che succederanno i concerti in alcune delle città più belle del nostro paese:
ROMA – sabato 30 giugno 2012 Ippodromo delle Capannelle (via Appia Nuova, 1255) FIRENZE – domenica 1 luglio 2012 Parco delle Cascine (viale dell’aeronautica, 8) BOLOGNA – martedì 3 luglio 2012 Piazza maggiore
CODROIPO (Udine) – mercoledì 4 luglio 2012 Villa Manin (Piazza Manin, 10)
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* Sociologa
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Musica
Lady Gaga
trionfa a European Music Awards di F.P.
Lady Gaga trionfante. E’ ancora lei la protagonista degli European Music Awards di Belfast con quattro premi vinti. Dopo il successo dell’anno scorso a Madrid in cui era apparsa in collegamento, la diva questa volta era presente in carne e ossa e non è passata inosservata. A ricevere il premio come miglior artista femminile si è presentata con un abito strepitoso: una ruota argentata e un cappello circolare nero che le copriva completamente il volto. Poi, con un abito simile, si è esibita nella sua “Marry The Night” sopra ad una luna gigante, dando vita ad un mezzo spogliarello: prima via la maschera, poi la ruota e nel finale su la minigonna fino alla vita. Infine è ricomparsa lasciandosi andare in un finto pianto di commozione ricevendo il premio per la miglior canzone. In quest’ultima categoria e in quella per la miglior artista, Lady Gaga ha battuto la concorrenza di Adele, grande sconfitta della serata. Oltre ad imporsi con il miglior video e nel nuovo riconoscimento per l’artista con fan più numerosi. Uno “spettacolo spumeggiante” aveva promesso la presentatrice Selena Gomez ed a contribuire allo show ci ha pensato anche uno spettatore che è riuscito a beffare la sicurezza presentandosi nudo sul palco davanti ad un’attonita Hayden Panettiere, che non ha potuto far altro che concedergli il microfono. La Gomez, ha fatto la sua apparizione davanti agli otto mila della Odissey Arena, circondata da un cerchio di fuoco e ha poi cambiato abito ogni volta che tornava sul palco e in un video si è anche presa il lusso di prendere in giro Lady Gaga per la sua smania di stupire con look sempre più strani. E’ andata bene anche al suo fidanzato, l’idolo delle teenager Justin Bieber, che ha portato a casa i premi come miglior artista maschile e miglior cantante pop. Un’ovazione ha accolto la giovane pop star che si è esibito con i suoi ballerini e non ha dedicato la vittoria alla sua Selena, né l’ha incrociata nella serata, tradendo le aspettative di molti. Due premi anche ai Thirty Seconds To Mars (Best Alternative e Best World Stage) e a Bruno Mars (Best Push e Best New categories).
pop prima di consegnare il Global Icon Award alla band orfana di Freddie Mercury, a quarant’anni dalla sua nascita. Brian May e Roger Taylor, accompagnati dalla voce di Adam Lambert di American Idol, hanno interpretato nel gran finale ‘The Show Must Go On’, ‘We Will Rock You’ e ‘We Are The Champions’. Ad aprire la serata il rock dei Coldplay con ‘Every Teardrop Is A Waterfall’, mentre i Red Hot Chili Peppers hanno suonato dalla Ulster Hall e gli Snow Patrol da un palco allestito davanti alla City Hall. La Odyssey Arena si è trasformata in una dance hall psichedelica tra i laser verdi del dj David Guetta, che nel suo medley si è mosso su una console umana composta dai ballerini in tute color carne. Jessie J è invece uscita da una cassaforte dorata prima di scaldare la platea con la sua ‘Price tag’ e di lanciare un video tributo a Emy Winehouse.
La boy band coreana Bigbang ha conquistato a sorpresa il ‘Best Worldwide’, mentre Eminem ha bissato il successo dell’anno scorso come miglior cantante hip hop. I Linkin Park sono stati consacrati miglior band rock, mentre Katy Perry ha fatto suo il Best Live, presentantosi con una capigliatura fucsia anni ‘50. ‘’Ho capito quale era la mia strada ascoltando i Queen”, ha detto la regina del
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Cultura
Bracciano e il suo Rinascimento con “Dicembre alla Corte degli Orsini”
Tra Paolo Giordano I e Isabella de’ Medici fu vero amore:
i carteggi dell’epoca lo confermano. Spettacoli,
conferenze e concerti
per fare nuova luce sui rapporti
della celebre coppia di A.A. Dal 1-18 dicembre a Bracciano la manifestazione “Dicembre alla corte degli Orsini”, ideata ed organizzata dal locale Museo Civico, che prevede conferenze, spettacoli e laboratori che illustreranno la vita e l’arte del Cinquecento tra Bracciano, Roma e Firenze. La manifestazione ruota attorno alle figure di Paolo Giordano I
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Cultura
Orsini, duca di Bracciano, e di sua moglie Isabella de’ Medici, figlia del granduca di Firenze Cosimo I, vissuti nella seconda metà del XVI secolo. La storia ufficiale vuole che Paolo, violento barone romano, abbia ucciso Isabella a causa dei suoi molti amanti, ma le centinaia di lettere che i due si sono scambiati, conservate nell’Archivio Storico Capitolino di Roma, raccontano un’altra storia e testimoniano il loro profondo amore, nato nonostante gli interessi politici alla base del loro matrimonio e durato tutta la vita. Il museo propone un modo nuovo e diverso di vivere la storia: tutte le attività e gli spettacoli che costruiscono “Dicembre alla corte degli Orsini” sono basati sulla ricerca storica e vogliono contribuire a dare una lettura più aderente alla realtà dei due importanti personaggi e della vita del loro tempo. L’evento, voluto e promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Bracciano, è in parte finanziato dalla Provincia di Roma con fondi regionali ed ha ottenuto il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale, il cui archivio conserva le lettere di Paolo e Isabella poste alla base della ricerca storica. All’evento parteciperanno le associazioni Slow Food e Forum Clodi di Bracciano ed alcuni esercizi pubblici locali, che per tutta la durata della manifestazione proporranno ai turisti piatti e dolci rinascimentali.
Il Programma della manifestazione è consultabile sul sito
www.comune.bracciano.rm.it
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Cultura
La Tomba della quadriga infernale Per gli archeologi, gli studiosi e gli appassionati è una vera fonte di informazioni poiché al momento del suo ritrovamento nessun “tombarolo” l’aveva ancora visitata. di Augusto Gallo*
La scoperta è del 2003, la sua datazione è del IV secolo a.c. Fino a qualche tempo fa la visita del pubblico era limitata a causa della delicatezza del luogo, adesso si può visitare una riproduzione – scala 1 ad 1 – presso il Museo Civico di Sartiano (SI) - . La tomba, scavata nel travertino per circa cinque metri è decorata con colori vivacissimi che risaltano sull’intonacatura bianca. Il tempo chi ha conservato unicamente le decorazioni della parete
sinistra e parte di quelle che erano presenti sulla parete di fondo. La decorazione più celebre è quella del demone che guida un carro tirato da due leoni e due grifi. Davanti la quadriglia è rappresentata una figura alata non ben definita. Altra scena è quella di un banchetto dove si vedono due uomini e un servitore. Qualcuno sostiene che la coppia rappresentata potrebbe essere di due amanti o di un padre e di un figlio. Parte della bellezza della tomba è andata persa a causa di un improprio uso dei locali durante il
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medioevo. Nonostante la distruzione de parte delle pitture la visita al Museo Civico è d’obbligo, da segnalare la maestosità del sarcofago in travertino grigio, l’ippocampo sul frontone ha dimensioni notevoli, la delicatezza del dipinto del serpente a tre testo è eccezionale. L’opera di restauro sono state coordinate dai tecnici del Centro Restauro di Firenze con la supervisione della Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana.
* Sociologo
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Volontariato e associazionismo
MEDFILM FESTIVAL 2011 la XVII edizione del Cinema del Mediterraneo a Roma di A. DVZ. Il 2011 è un anno importante per il mondo del volontariato e del terzo settore: a vent’anni dalla legge 266/91, che disegnò i tratti del volontariato italiano, quest’anno è stato anche designato dalla Commissione Europea, Anno Europeo del Volontariato che promuove la cittadinanza attiva. All’Auditorium della Conciliazione di Roma dal 19/27 novembre si è svolta la XVII edizione del MedFilm Festival, il più antico Festival Internazionale di Cinema della Capitale, dedicato alle cinematografie del Mediterraneo e al dialogo tra Europa, Maghreb e Medioriente.
rato il Premio alla Carriera 2011, Danielle Arbid (Libano), Shlomi Elkabetz (Israele), Adrian Paduraru (Romania), Serra Yılmaz (Turchia) ed Ahmed Hafiene (Tunisia). A raccontare i momenti vivi della Rivoluzione dei Gelsomini, la regista di Dowaha Raja Amari, insieme a Mourad Ben Cheikh, con il suo documentario No More Fear e Nadia El Fani con il controverso documentario Laicité, Inch’Allah. Un intenso viaggio nel Mediterraneo in 9 giorni di proiezioni, tanti ospiti internazionali, 40 anteprime, 10 sezioni ed eventi speciali.
L’edizione speciale, di MedFilm Festival 2011, nell’anno del volontariato e del terzo settore: a vent’anni dalla legge 266/91, che disegnò i tratti del volontariato italiano, quest’anno è stato anche designato dalla Commissione Europea, Anno Europeo del Volontariato che promuove la cittadinanza attiva, ha voluto raccontare quello straordinario movimento di portata storica che va sotto il nome di Primavera Araba trasformando la manifestazione in un luogo libero e partecipato di accoglienza, diffusione e comunicazione. Egitto e Tunisia i paesi ospiti d’onore per la Sponda Sud con numerosi film ed invitati per raccontare attraverso le immagini la storia e le storie di oggi. A rappresentare l’Europa è stata la Romania con una cinematografia in forte crescita, che per qualità ed intensità dei contenuti, sta conquistando importanti riconoscimenti nei principali festival internazionali. Numerosi gli ospiti internazionali, tra cui Omar Sharif, che ha riti-
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Volontariato e associazionismo
Il Forum del terzo settore a favore del servizio civile “Non tagliate il futuro dell’Italia”
La Legge di Stabilità 2012 taglia ulteriormente le già poche risorse destinate al servizio civile. I fondi stanziati subiscono una riduzione del 400% in 4 anni, passando dai 299 milioni di euro per il 2008 ai 68 milioni previsti per il 2012. Una cifra che non consente nemmeno di coprire i costi per tutti i giovani che dovrebbero partire. “Togliere fondi al servizio civile dichiara Andrea Olivero, portavoce del Forum - significa metterne a repentaglio l’esistenza stessa, facendo venir meno un’importante esperienza di cittadinanza attiva e di investimento positivo sui circa 100.000 giovani che ogni anno chiedono di prestare servizio civile.” Il Forum sostiene la Cnesc (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) nella sue richieste: al governo di difendere questo istituto, confermando per il 2012 almeno i 113 milioni di euro già previsti (stanziamenti per almeno 40.000 giovani su base annua); alle Regioni e Province autonome perché prevedano propri
E’ possibile aderire alla petizione lanciata dalla Cnesc per fermare i tagli al servizio civile anche tramite il sito www.forumterzosettore.it
stanziamenti aggiuntivi, utili ad incrementare ulteriormente il numero di giovani coinvolti. Chiede infine che le finalità dell’istituto del servizio civile nazionale vengano finalmente stabilite per legge. Appello del volontariato
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia vogliamo ricordare a noi e a tutti i cittadini che il Volontariato è stato parte attiva nella costruzione della coscienza della comunità nazionale e delle comunità locali ed ha contribuito, con il proprio apporto originale, alla realizzazione di una solidarietà diffusa e partecipata, elemento imprescindibile di una buona democrazia. La nostra storia è storia di solidarietà, sussidiarietà e parte-
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cipazione civica. Oggi il volontariato e il terzo settore sono un soggetto strutturato che opera con quasi 6 milioni di volontari e gode della fiducia della stragrande maggioranza degli italiani. Questo ci rende particolarmente consapevoli delle responsabilità della nostra azione e della necessità di continuare a dare risposte, insieme agli altri soggetti della società civile e della politica, alle sempre più pressanti richieste di aiuto che si levano da chi ancora è escluso dai diritti fondamentali e vive situazioni di grave difficoltà e di emarginazione sia dai diritti fondamentali della persona che dalla cittadinanza. Operiamo in tutti i campi, nelle emergenze e nella quotidianità, per dare senso alla nostra vita e speranza a quella degli altri, lavorando concretamente e ponendo istanze di cambiamento al Paese. Il nostro presente si chiama solidarietà, sussidiarietà e partecipazione civica. Ci impegniamo, consci della complessità in cui viviamo , a continuare la nostra collaborazione con tutte le forze sociali e le istituzioni mettendo a disposizione le nostre competenze e la gratuità della nostra azione sociale. Ci impegniamo a sensibilizzare tutti i cittadini anche attraverso nuovi stili di vita a costruire un nuovo modello di sviluppo, sociale, culturale ed economico. Il nostro appello si rivolge a tutti perché insieme ci si impegni concretamente per costruire una cultura del volontariato, e sperimentare solidarietà, fratellanza ed uguaglianza, in modo che il dono e la gratuità ed i valori ad essa connessi divengano bene comune e fondamento della nostra vita sociale. Anche il nostro futuro ci vedrà artefici di solidarietà, sussidiarietà e partecipazione civica.
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cral e territorio
IL CRAL DEI SERVIZI di A. A.
“Ruolo e competenze dei circoli aziendali in rapporto ai mutati quadri socio-economici la scelta degli obiettivi e dei partners”, questo il tema del Convegno del Cral INPDAP, che si è svolto al Campus Universitario di Tor Vergata a Roma dal 15 al 18 dicembre 2012. Il Presidente Sergio Sarrocco nella sua introduzione ha esposto una serie di riflessioni di cui riportiamo i passaggi più significativi. “Avevamo tanto atteso questa nostra Assemblea perché abbiamo la necessità operativa di una ristrutturazione interna al Cral dell’Inpdap, per dare maggiore autonomia alle sezioni provinciali ed equilibrare così in modo diverso il rapporto, i compiti e le competenze dell’organizzazione centrale e di quella locale. Avremmo voluto fare tutto questo a mente sgombra, concentrati unicamente su questi aspetti, senza le ombre, i dubbi, le incertezze che ci hanno improvvisamente investito per effetto del decreto di soppressione del nostro Istituto, recentemente licenziato dall’attuale Governo. Non possiamo quindi iniziare questa relazione senza pronunciare un appello a tutti coloro di parte politica e sindacale, che hanno possibilità di intervento nel percorso che amministrativamente, professionalmente e da un punto di vista organizzativo, dovremo intraprendere affinché, nelle more del raggiungimento degli obiettivi di preteso risparmio, non si proceda con un avventurismo esasperato, ma si tenga conto delle persone che sono coinvolte dal provvedimento e delle famiglie che sono dietro ad ogni
addetto. Richiediamo per questo la difesa di tutte le posizioni e di tutte le figure professionali dell’Istituto”. Affrontando il problema del ruolo possibile che il Cral INPDAP dovrà svolgere, la relazione sottolinea come “dobbiamo interrogarci sulle aspettative e sui riconoscimenti che vengono dalle componenti sociali con cui dialoghiamo o comunque siamo in rapporto: gli associati, l’azienda, l’ambito sindacale”. La relazione sottolinea il particolare momento economico che il Paese attraversa, le trasformazioni aziendali, con le ricadute sul mondo del lavoro e nel rapporto azienda lavoratore, sapendo che tutto ciò implica una ricaduta sui Circoli, con la consapevolezza che tali questioni non sono prioritarie per il Paese. Opportune alcune considerazioni quali la necessità di uno stretto rapporto con i lavoratori, a partire da un sistema più moderno della comunicazione e la necessità di “realizzare una rete di rapporti, accordi, intese commerciali che, generando benefit ed agevolazioni, producano un reale risparmio di spesa che va a costituire una importante quota del salario differito o salario sociale.” La relazione inoltre pone una serie di questioni quali la necessità di uscire dall’isolamento ed affrontare con altri “compagni di strada“ le problematiche emergenti e comuni a tutti i circoli aziendali, ricercandone le sinergie e miscelando le esperienze acquisite, come il Progetto della Protezione Civile, la messa in opera dei Gas, ed altre importanti convenzioni”. “Se portiamo la competenza, lo studio, il progetto ad unirsi all’esperien-
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za che i Circoli possiedono, potremmo essere a pieno titolo inseriti nel contesto del Welfare del Paese e per questo dialogare con le Istituzioni; pensiamo all’ambito della cultura, al rapporto che dovremmo avere con gli Enti locali, che politicamente ed amministrativamente si occupano di eventi, mostre, esposizioni, che spesso finanziano progetti a soggetti disparati, che allo stesso modo potrebbero essere sensibili alle nostre proposte. Pensiamo allo sport amatoriale, a come siamo rimasti in pochi ad alimentare le passioni per tante discipline sportive al di fuori dei privati, che hanno però solo un fine di lucro; con le nostre tante sezioni di calcio, tennis, atletica, scacchi, ecc.. dovremmo avviare un rapporto privilegiato con le amministrazioni locali, con il CONI, con le sedi di lega Navale, ecc...” Parliamo di altri settori, che possono abbracciare il turismo, la natura, l’ambiente, il dopo il lavoro e finalizzandolo al sostegno agli altri soprattutto se in difficoltà. Nelle conclusioni, la relazione mette in risalto la necessità “di trovare insieme alle Organizzazioni Sindacali una pianificazione comune, dobbiamo cercare di difendere i lavoratori ed il loro salario seppure con compiti diversi, mi auguro quindi di ritrovare per le nostre materie uno spazio nella contrattazione di Ente”. Tra i tanti esponenti politici, sindacali e delle istituzioni ha partecipato anche la Fitel Nazionale e Regionale del Lazio, portando il saluto e la solidarietà dell’organizzazione ai problemi posti nell’ambito del Convegno.
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“RADICARE LA FITEL SUL TERRITORIO, COSTRUIRE IL BILANCIO SOCIALE” Formazione
Iniziativa finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi della lett. d) della L. 383/2000 – Direttiva annualità 2010 Il giorno 18 ottobre 2011 alle ore 11 si è svolto il Convegno Iniziale presso la CGIL Nazionale, sala Guido Rossa Corso d’Italia, 25 Roma. Le esigenze rilevate La volontarietà delle cariche dirigenziali nelle associazioni produce un ricambio continuo della dirigenza, di conseguenza la formazione permanente riveste un’importanza vitale per una corretta tenuta dei libri contabili e sociali. Ancora di più, questa diventa un’esigenza dopo la promulgazione delle leggi 460/1977 e della legge 2/2009 e per molte associazioni anche della legge 383/2000. Importante anche la conoscenza della L. 398/1991. Si rileva anche la esigenza di fornire conoscenze e strumenti per la redazione del Bilancio sociale strumento indispensabile per valutare la coerenza fra scopi sociali statutari e attività quotidiana.
Corsi di formazione diretta con presenza in aula
Materia
Numero di destinatari
N. ore di insegnamento
n. 20 membri di associazioni
8 seminari da 8 ore ciascuno
Contabilità nelle associazioni Utilizzo del software contabile comprensivo dei moduli relativi ai nuovi adempimenti richiesti dalla legge 2/2009
n. 20 membri associazioni
8 seminari da 8 ore ciascuno
Il Portale FITeL è i servizi telematici Utilizzo del portale FITeL; utilizzo dei servizi telematici.
n. 10 membri associazioni
6 seminari da 8 ore ciascuno
Gestione Associativa e Bilancio Sociale Gestione amministrativa e fiscale delle associazioni finalizzata ai dirigenti
Sede centrale FITeL Nazionale
Corsi di formazione a distanza Materia
Gestione Associativa e Bilancio Sociale Contabilità nelle associazioni Adempimenti previsti dalla L.2/2009
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Sedi territoriali Numero di destinatari
n. 2 sedi territoriali – 20 destinatari - dirigenti
Piattaforma fad Caratteristiche
Utilizzo di una piattaforma di audio e video conferenza
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Corso formazione Cral UniversitĂ di Novara
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RADICARE LA FITEL SUL TERRITORIO, COSTRUIRE IL BILANCIO SOCIALE Formazione
Iniziativa Finanziata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi della lett. d) della L. 383/2000 – Direttiva annualità 2010
L’esigenza della rete FITeL di approfondire i temi riguardanti il Bilancio sociale nasce
dalla volontà di realizzare un bilancio dei principali risultati raggiunti con la sua attività e con quella realizzata dai CRAL ad essa associati, utilizzando questo strumento per rendere noti gli obiettivi raggiunti.
Il Bilancio sociale è infatti uno strumento attraverso il quale si rende conto in forma
comprensibile a tutti gli interlocutori interni ed esterni della FITeL di quali siano la missione, la strategia, le attività svolte, gli obiettivi raggiunti, gli effetti prodotti dalla FITeL stessa. E’ per questi motivi che la FITeL intende allargare la propria proposta formati-
va oltre a quella riguardante gli adempimenti fiscali ed amministrativi, con particolare
attenzione alle novità riguardanti la disciplina prevista dalla Legge n.2/2009, e alla gestione di strumenti informatici per la comunicazione interna ed esterna, anche a
quella riguardante la formazione dei propri dirigenti per la realizzazione del bilancio sociale.
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Di seguito vengono elencate le regioni coinvolte nei seminari formativi e la tipologia dell’intervento previsto Regione
Gestione Associativa e Bilancio Sociale
Piemonte Lombardia Veneto Friuli Liguria Emilia Romagna Marche Toscana Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nazionale
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Contabilità nelle Associazioni
Il portale Internet e i Servizi Telematici
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La vera innovazione di questa iniziativa è la costruzione del Bilancio Sociale per la quale le nostre articolazioni territoriali necessitano di una formazione mirata. Il Bilancio sociale è lo strumento più indicato per dare visibilità alle domande ed alla necessità di informazione e trasparenza del proprio pubblico di riferimento. Si vuole utilizzare “un modello di rendicontazione sulla quantità e sulla qualità di relazioni tra l’associazione ed i gruppi di riferimento rappresentativi dell’intera collettività, mirante
a delineare un quadro omogeneo, puntuale, completo e trasparente della complessa interdipendenza tra i fattori economici e quelli socio-politici connaturati e conseguenti alle scelte fatte”. Esso è uno strumento potenzialmente straordinario. Rappresenta infatti la certificazione di un profilo etico, l’elemento che legittima il ruolo di un soggetto non solo in termini strutturali ma soprattutto morali agli occhi della comunità di riferimento, il momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio, l’occasione per affermare il con-
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Formazione
cetto di azione come “buon cittadino”, cioe’ il soggetto economico che perseguendo il proprio interesse prevalente contribuisce a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserito. Il Bilancio Sociale sta a quello tradizionale come gli indicatori di qualità della vita stanno al Prodotto Interno Lordo di un Paese. E’ necessario che gli enti, sia profit che non profit, percepiscano chiaramente la valenza etica del loro prodotto-progetto come
elemento di valore aggiunto che garantisce competitività. Il concetto di eticità deve poter essere speso in termini di marketing e di reputazione. Il Bilancio Sociale ha la funzione di descrivere il più analiticamente possibile le ragioni per cui si sostengono o si sono sostenuti determinati costi, più lontani rispetto all’attività caratteristica, ma anch’essi produttori di vantaggi per alcune categorie di stakeholders. Non esiste infatti un’utilità globale ma una serie di utilità, ognuna per ciascun pubblico di riferimento. Il Bilancio Sociale diviene pertanto la
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somma di una serie di bilanci, unificati dal fatto che l’impresa è una ed è l’unico soggetto in grado di compierne una sintesi. E’ ovvio che il Bilancio Sociale non potrà mai essere totalmente neutrale come può esserlo il bilancio d’esercizio, ma è chiaro che deve essere quanto più possibile verificabile ed oggettivo. In caso contrario assai scarso potrebbe essere l’interesse degli stakeholders più avveduti, che potrebbero considerare tali informazioni incomplete, non significative o, cosa più grave, inattendibili.
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Enogastronomia
Sapori del passato
Filastrocca della tradizione: La castagna in acqua cotta prende il nome di ballotta se la macini è farina deliziosa e sopraffina se l’impasto, cosa faccio? un gustoso castagnaccio!
di R.R.
Castagne bollite Arriva l’autunno, si organizzano passeggiate nei boschi con amici e familiari per andare a raccogliere le castagne e quale migliore occasione per gustare, come si dice in Toscana, le “ballotte”, ovvero le castagne bollite con la buccia nell’acqua profumata con semi di finocchio, insieme ad un bicchiere di buon vino novello, appena prodotto nelle aziende vinicole locali, è un piacere a cui non dovremo rinunciare. Preparazione Mettere le castagne in una pentola, ricoprirle di acqua fredda, aggiungere un pizzico di sale e aromatizzarle con semi di finocchio o con foglie di alloro; calcolare un cucchiaino o una foglia di alloro per ogni Kg di castagne. Farle bollire da un’ora ad un’ora e mezzo, secondo la grossezza. Scolarle, sbucciarle molto delicatamente e servirle calde, oppure possono essere mangiate anche alcuni giorni dopo, al naturale o impiegandole nella preparazione di speciali ricette autunnali.
Caldarroste
Altra delizia del periodo autunnale, dal gusto, per molti, irresistibile e dal profumo inebriante, sono le caldarroste dette anche dette castagne arrosto, castagne arrostite o come in Toscana “bruciate”, ovvero le castagne con il guscio cotte sulla brace nella padella forata o in forno. Utilizzi A differenza di quelle bollite, le caldarroste, sono buone mangiate al naturale “lì per lì” cioè sul momento, quando sono ancora calde, oppure con del burro, meglio alle
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Enogastronomia
erbe, sciolto a bagnomaria. Inoltre, una volta arrostite, sgusciate, e private della pellicina possono essere utilizzate intere o sbriciolate, anche come ripieno per un pollo o un tacchino arrosto o una volta sbucciate si possono immergere in una tazza di vino novello, per poi caramellarle nel miele liquido. Ingredienti Per 4 persone: 600 g di marroni o castagne. Procedimento Prima di cuocerle è necessario castrare le castagne, cioè, fare un taglio sulla parte bombata della buccia dura (2 cm circa) in senso orizzontale con un coltellino molto appuntito cercando di non intaccarne la polpa. Questa operazione è indispensabile, nel fare le caldarroste, per evitare che le castagne scoppino durante la cottura.
Esistono anche delle pinze per castrare le castagne, fatte a cucchiaio in cui da un lato si appoggia il frutto e dall’altro si trova una lama che chiudendo l’attrezzo produce il taglio. Potete cuocerle nella classica padella forata sul fornello o, meglio ancora, sul fuoco a legna. In questo caso copritela con un coperchio pesante e scuotetela spesso perché le castagne o marroni non brucino solo da una parte. Ci vorrà una mezz’ora. Se volete cuocere le castagne al forno, scuotete sempre spesso la teglia, ci vorrà poco più di mezz’ora. Per evitare che secchino troppo in forno impostate una temperatura di 220 gradi per 15-25 minuti a seconda della pezzatura. Le castagne sono pronte quando la buccia appare bruciacchiata.
Costo Dipende dal costo delle castagne.
Tempo di preparazione 45 minuti circa compresa la cottura.
Ricette consigliate Tortelli, arrosti e pollo alle castagne.
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Suggerimenti Servitele bollenti, accompagnate da riccioli di burro, ancora più gustose con burro alle erbe. Conservazione Arrostite e sgusciate possono essere congelate e conservate anche per 6 mesi. Dopo averle fatte scongelare lentamente le si può mangiare scaldate un po’ al forno o addirittura a temperatura ambiente. Nei dialetti italiani Braschée, braschèjr (Lombardia), mondà (Piemonte), pastiji, ruselle, valori (Calabria), veròle (Campania). Da www.dialettando.com.
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Enogastronomia
Le tradizioni della cucina siciliana
di Sebastiano Bafumi* La gastronomia siciliana deve molto alla sua posizione geografica e all’impiego degli aromi locali. I più diffusi sono il basilico e l’origano, seguiti da alloro, rosmarino, salvia, timo, zafferano e ruchetta. Anche se l’aglio e la cipolla, sono assoluti protagonisti della cucina siciliana, e dell’immancabile prezzemolo, presente in tutti i piatti; da cui nasce anche il detto: “Si peggiu ‘ro puddisinu” ( se peggio del prezzemolo ); riferito a chi s’intromette in ogni situazione. L’uso dell’olio d’oliva è preferito ad ogni altro grasso, ma la sugna è destinata alla preparazione di speciali impasti per focacce o dolciumi. Si preferisce il sale marino al salgemma; anche perche nell’isola vi sono le saline di Trapani o di Vendicari. Gli antipasti non fanno parte della tradizione, e quelli proposti nei ristoranti altro non sono che il companatico o il secondo piatto, se non l’unico, della cucina povera: frittatine, pomodori secchi, olive condite, melanzane, verdure domestiche e selvatiche. Senza pane in Sicilia non si va a tavola, sarebbe quasi un peccato. Ogni paese, ogni città vanta decine di qualità di pane, diverse per l’impasto, la forma, il tempo di lievitazione o di cottura: ed infiniti sono i nomi che si danno ai pani per distinguerli gli uni dagli altri. Altrettanto numerosi sono i pani “votivi” o festivi, preparati appositamente per certe feste patronali, con preciso intento di simbologia protettiva. Il siciliano nutre per il pane un profondo rispetto: se ne cade un pezzettino a terra, lo raccoglie e reverentemente lo bacia. Inoltre il pane non viene mai buttato ma modificato in mollica o utilizzato da raffermo per preparazioni di altre pietanze. Gli spaghetti furono creati per la prima volta in Sicilia; persino il termine “Macarones”, che originerà quella di “maccheroni” è stato coniato nell’isola. Le prime due date certe nella storia della pasta in Italia sono: 1154, quando in una sorta di guida turistica ante litteram il geo-
grafo arabo Al-Idrin menziona “un cibo di farina a forma di fili”, chiamato Triyah (dall’arabo itrija, che sopravvive nella lingua moderna e deriva dalla radice tari = umido, fresco), che si confezionava a Palermo e si esportava in botti in tutta la penisola (in Sicilia oggi si trovano ancora la Tria bastarda e i Vermiceddi ‘ri tria. Fino alla seconda metà del XVIII secolo l’impasto della semola con l’acqua veniva effettuato con i piedi. Questo metodo fu utilizzato fino a quando Ferdinando II, re delle Due Sicilie dal 1830 al 1859, incaricò lo scienziato Cesare Spadaccini di inventare un processo meccanico. Unica regione italiana lambita da tre mari, la Sicilia è ricchissima di pesce, amato da tutti gli isolani: ne vengono consumate non solo le specie più pregiate, ma tutte e ed in ogni stagione, con una spiccata preferenza per sarde, alici, tonni, polipi, triglie e ricci di mare. Le preparazioni variano dal ripieno al forno dall’umido all’essiccato dall’affumicato al sotto sale. La carne preferita in assoluto è invece quella suina; seguono i bovini, gli ovini, il pollame e la cacciagione. Quasi del tutto ignorata la carne equina, anche se, nell’ultimo decennio tra i giovani è nata “ la moda” del panino con carne di cavallo. Poiché i bovini venivano utilizzati da prima nei campi e poi per la macellazione; la carne nonostante la frollatura restava sempre dura; da qui l’esigenza d’ inventare il tritacarne per farne polpette e polpettoni. Tra le preparazioni risultano più numerose quelle che utilizzano le parti meno costose, come le interiora: sono nate così alcune specialità estremamente gustose, come il fegato nella rete, il cuore ripieno, la gelatina di maiale, la gamma di piatti a base di trippa, e le animelle. Le verdure e i legumi hanno in percentuale surclassato tutti gli altri alimenti nella dieta isolana, vuoi per gusto ma più spesso per necessità: due soli ma straordinari esempi di piatti, la caponata e il maccu di favi. Ce da dire che la caponata che oggi arriva nelle nostre tavole un tempo non aveva nessun ortaggio ma si presentava con
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Enogastronomia pane raffermo, lische di pesce, brodino salato, olio e aceto. Il dizionario del Palazzi alla voce caponata dice:”cibo marinaresco, galletta inzuppata nell’acqua salata, condita con olio e aceto”. La produzione di caci e ricotte in tutta l’isola è antichissima: sono stati il classico companatico per colazioni, pranzi e cene di intere generazioni. In Sicilia si produce anche splendida frutta, da quella più comune - ossia reperibile ovunque nell’isola - a quella più rara come le nespole d’inverno (simili a castagne), i lazzeruoli (una varietà di biancospini), i melograni, i corbezzoli, i bagolari o spacca - sassi e persino banane, l’uva zibibbo (che prese questo nome da Capo Zebib nell’Africa settentrionale), il limone lunario (è invece chiamato così perché ad ogni luna si formano le zagare, e dunque l’albero ha tutto l’anno fiori e frutti), il fico ed il fico d’india chiamato cosi ma originario del Messico. Il dolce nasce all’origine come “pane speciale”, diverso da quello giornaliero. Molti dei dolci siciliani hanno forme geometriche che vengono tradizionalmente rispettate: la cubbaita, ad esempio, ed i mustazzola di vinu cuotto vanno tagliati in forma di rombo; i ravioli dolci e le ‘mpanatigghi a mezzaluna; i bucciddati a forma di corona circolare; cannola e gravizzate cilindrici; cassata e altri dolciumi a forma di disco; quadrate le caramelli di carrua. Vi sono poi torte e cassate a forma di cuore; biscotteria che riproduce piante e fiori, come i rami di meli, le olivette di Sant’Agata e la pignulata, oppure imitanti parti umane come le ossa di mortu e i cannaruzzeddi di Sammilasi o che riproducono figure di Santi, come i pupiddi nanau (Santi Cosma e Damiano). In Sicilia non si usa bere vino fuori tavola: taverne ed osterie si sono sempre contate sulle dita di una mano nelle grandi città e sono quasi inesistenti nelle piccole comunità. Una volta in Sicilia non esistevano pubblici luoghi di ristoro: ne è una testimonianza anche la pagina del Gattopardo in cui i nobili, sulla strada per la fattoria di Rampinzéri a Donnafugata (dietro Donnafugata, che era solo un castello cinquecentesco, Tomasi di Lampedusa nasconde in realtà il suo paese, Palma Di Montechiaro in provincia Agrigento), organizzano un picnic. I carretti trainati da animali da soma si fermavano nei punti di sosta dove si poteva ristorare soprattutto l’animale. Dal 1820 in poi, i Borboni iniziano a sviluppare la viabilità trasformando le trazzere in carrarecce. Nelle grandi città però esisteva una cucina di strada che, dal termine francese “buffet” viene chiamata dei buffittieri. Si trattava di pietanze povere vendute per strada, come ad esempio foglie di broccolo cotto o patate intere bollite. Pochissime le bevande analcoliche, peraltro riservate ai ceti abbienti: la ormai scomparsa cabbasisata piccoli tuberi ovali da habbhaziz dall’arabo mandorla buona (ottenuta schiacciando i “cabbasissi”
ed immergendoli in acqua), la minnulata o latti di mennula (acqua impregnata dell’umore delle mandorle spremute), la granatina (ottenuta spremendo i chicchi della melagrana), la siminzata, ricavata dai semi del popone, ed infine il semplicissimo latte zuccherato ma freddissimo chiamato carapigna e sciala-cori. Diffusissima invece la consuetudine del caffè, forte, scuro ed aromatico. Tra i liquori del passato c’è da ricordare l’uso dei rosoli casalinghi, ottenuti dalle essenze di agrumi, dalla cedronella o altri aromi vegetali. Particolare lo zammù o zambù, originariamente ottenuto dalla distillazione di fiori e semi di sambuco, poi sopravvissuto con lo stesso nome ma adoperando i semi d’anice. Esistono in Sicilia delle tecniche di cottura molto originali. Una è la cottura nella cenere: in genere uova che si mettono tra la cenere calda, o rocchi di salsiccia avvolti nella carta paglia da macellaio preventivamente bagnata con vino. C’è poi la cottura nel sale, oggi di moda ma da sempre praticata in Sicilia dal momento che l’isola è stata grande produttrice di sale fin dall’antichità: fino agli anni cinquanta era sconosciuta al di là dello Stretto. Altra specialità è la cottura delle anguille con la sabbia: le anguille vengono ricoperte con sabbia di fiume o di mare e poi arrostite sulla brace. Il grasso che cola, insieme alla sabbia via via aggiunta, creano una crosta esterna che a fine cottura viene rimossa e che lascia la carne bianca e ben cotta. Altra tecnica infine, oggi del tutto scomparsa, era quella della balata di zolfo. Gli zolfatai del Nisseno facevano liquefare il minerale per separarlo dalle scorie; ancora liquido e caldissimo lo zolfo veniva colato in apposite vasche, dette balate, dalle quali poi venivano ricavati i pani di zolfo. Un pollo veniva messo dentro la balata, cuoceva all’intenso calore e veniva estratto cotto a puntino, spaccando il pane di zolfo ormai indurito.
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Cortissima STORIADITALIA Gianguido Palumbo di R.R.
Una piccola pubblicazione libro e uno stimolante Dvd per i nuovi italiani, gli stranieri-immigrati, ed anche per tutti i cittadini (adulti, giovani, adolescenti, anziani) che vogliono imparare o ricordare i passaggi principali della nostra storia unitaria: da soli, nelle scuole, nel sindacato, nelle associazioni, nei partiti, nelle università della terza età, nelle aziende. In particolare libro e Dvd si propongono come piacevole strumento di formazione e informazione di base per i milioni di uomini e donne provenienti da altri paesi che vivono e lavorano e studiano in Italia, che hanno bisogno e piacere di conoscere meglio sia la lingua italiana sia la storia dell’Italia unita. Nei prossimi mesi ed anni in tutta Italia aumenteranno per legge i corsi di italiano abbinati a momenti di informazione civica sulla storia e sulla Costituzione: Cortissima STORIADITALIA sarà un possibile supporto didattico a queste attività. I 10 capitoli illustrati nel libro e raccontati nel Dvd non riguardano solamente la «politica» ma i fatti più importanti e significativi di ordine sociale, culturale, economico, artistico, sportivo. Sono svolti inoltre con un linguaggio misto di parole, immagini, disegni, fotografie, legati da un testo base scritto in un italiano semplice, essenziale, comprensibile dal maggior numero di persone di ogni età e conoscenza minima della lingua. Ai 10 capitoli si aggiunge nel libro un’utile appendice con la riproduzione della Costituzione italiana. Ediesse - Euro 10
Dal bisogno... al desiderio Maurizio Olivieri di A.A.
“Ciò che un bambino vive nell’età dell’innocenza “è come qualcosa che gli resta “incollato”, addosso per tutta la vita: Partendo da questa considerazione e da altre che riguardano la vita familiare e soprattutto lo sviluppo della sessualità e dei rapporti con gli altri. Maurizio Olivieri Abbozza la storia di un personaggio idealtipico di nome Massimo, e lo segue nella sua parabola di conoscenza di se stesso e dell’importanza dell’eros, “dal bisogno al desiderio”. Questi ultimi sono infatti i due termini, oltre che i titoli dei due capitoli entro cui si trovano rappresentate tutte le problematiche che mette in luce l’autore. Massimo, frustrato nella sua spasmodica ricerca del godimento sessuale, farà prima un’esperienza con una “escort”, poi capirà il senso del passaggio dal bisogno fisico alla costruzione del desiderio.
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Un testo dunque sulla sessualità, con molte riflessioni che traggono spunto anche da film, e infatti al genio di Stanley Kubrick viene dedicato un omaggio, per la sua saggezza nel rappresentare un aspetto profondo della sessualità, intuizione che Olivieri cerca di raccogliere e di manifestare con questa storia . Maurizio Olivieri, è nato a Roma nel 1964. lavora presso la Pubblica Amministrazione: Dal 2006 è anche “Counselor“ – operatore nella relazione d’aiuto, dopo un Master triennale in Gestalt-counseling. Nel 2008 ha pubblicato “Viaggio a Ischia”. Il Filo - Euro 12,50
Elogio del moralismo Stefano Rodotà di F.P.
Il libro “Elogio del moralismo”, edizione Laterza, contiene riflessioni sull’etica pubblica e sulla riflessione morale. Parte dalla descrizione di un periodo difficile per il nostro paese, quello di Mani Pulite, per arrivare ad un presente altrettanto complesso che, con un costruttivo senso critico, viene analizzato profondamente. Sottolinea che negli ultimi anni il deterioramento politico e civile sta accelerando ad una velocità sconvolgente. L’accettazione della devianza in quanto tale, che si concretizzaenza morale, un’azione convinta di cittadini che non abbiano il timore d’essere definiti moralisti, che ricordino in ogni momento che la vita pubblica esige rigore e correttezza”. Appare evidentemente il desiderio di trasmettere al lettore l’importanza della moralità delle regole che trova il suo primo fondamento in una politica ‘costituzionale’, esattamente quella mancata in questi anni. La reazione a questo sistema malato è anche quella che parte dal singolo individuo nelle azioni giornaliere. Rodotà a tal proposito sottolinea la facoltà di ognuno a reagire perché è anche dal piccolo contesto che si comincia a pensare al bene comune.
Stefano Rodotà, professore emerito dell’Università di Roma La Sapienza e uno degli autori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, è sempre stato un osservatore particolarmente attento alle vicende che caratterizzano il nostro paese. Editori Laterza - euro 9
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Il signor Cevdet e i suoi figli Orhan Pamuk di R.T.
Per chi ama Orhan Pamuk, premio Nobel turco 2006, e ha amato la sua città con “Istanbul”, ha rivisitato il glorioso passato del suo paese con “Il mio nome è Rosso”, ha palpitato per la rappresentazione della complessità del fondamentalismo islamico con lo splendido “Neve”, non potrà che rallegrarsi della pubblicazione in Italia, finalmente, del suo primo libro “Il Signor Cevdet e i suoi figli”. Sorta di Buddenbrook turco, in cui Pamuk, attraverso la storia di tre generazioni di una famiglia di Istanbul, ripercorre un secolo di storia turca, dalla fine dell’impero ottomano alla rivoluzione kemalista di Ataturk, dalla nascita della Repubblica fino alla serie dei colpi di stato militari degli anni ’80. Il fili conduttore è sempre quello della ricerca dell’identità e del difficile equilibrio tra la forza delle tradizioni e il richiamo dell’occidente, desiderato ma al tempo stesso rifiutato perché imposto dall’alto. Il capostipite, il signor Cevdet, tenta con fortuna la strada dell’ascesa sociale lavorando in un settore, quello commerciale, fino a quel momento precluso ad ogni minoranza etnica e religiosa e dunque a lui, fervente musulmano. I suoi figli e la cerchia dei loro amici cercano faticosamente la loro strada e uno scopo nella vita sempre sospesi tra conservazione e desiderio di progresso. L’ultimo rappresentante della famiglia, il nipote Ahmet, negli anni settanta partecipa, ma senza troppa convinzione, ai movimenti studenteschi. L’esito della ricerca di ognuno non si libera mai totalmente ma rimane in qualche modo nell’ambiguità. Lo stretto rapporto con l’Occidente, che è tanta parte della storia turca e che è stato alla base della richiesta di ingresso della Turchia in Europa, sta incontrando difficoltà nell’una e nell’altra parte. Pamuk ha rappresentato molto bene il problema in una intervista da lui concessa dopo il Nobel, di cui riportiamo un estratto. Cresciuto in una famiglia “occidentalizzata” e nutrita da sempre della cultura europea, così si esprime: “Per me è qualcosa di naturale pensare all’ingresso della Turchia nell’Unione europea, ma a parte questo aspetto sentimentale, dal punto di vista utilitaristico sarebbe positivo che la Turchia entrasse in Europa perché garantirebbe uno stato di diritto decente, un’economia decente, il rispetto dei diritti umani, l’assenza di intervento dell’esercito negli affari politici, una società civile e libera. Dal punto di vista degli Europei sono fermamente convinto che l’Europa dovrebbe essere basata sui concetti di ‘eguaglianza, fraternità, libertà’ più che sulla sua storia cristiana. Se l’Europa è un luogo esclusivamente cristiano, allo no, la Turchia non ha nulla a che vedere con l’Europa, ma se l’Europa è invece frutto del suo Rinascimento, del suo Illuminismo, della sua modernità, della libertà di cui gode adesso, allora sì che la Turchia deve entrare in Europa”. “Il signor Cevdet e i suoi figli” è da questo punto di vista esemplare, vero atto d’amore nei confronti della cultura europea del romanzo – da Balzac a Zola, a Dostoevskij, a Tolstoj, a Holderlin, a Thomas Mann – ma nello stesso tempo assolutamente originale e perfetta sintesi tra Oriente e Occidente. Ohran Pamuk Il signor Cevdet e i suoi figli Einaudi - euro 24
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Turismo responsabile
Maurizio Davolio e Chiara Meriani di F.P.
In questo manuale, curato dall’Associazione Italiana Turismo responsabile, è possibile trovare le informazioni su come e dove praticare il turismo responsabile in Italia e nel mondo. Una forma di turismo che rispetta l’ambiente e le culture dei popoli, il patrimonio storico e artistico delle comunità locali. Essere ospiti, non turisti: turismo responsabile significa entrare in contatto con la gente del posto, scoprirne tradizioni e cultura, usi e costumi, permette di riscoprire il lato più vero del viaggio. Assaggiare la cucina locale, ballare le danze tradizionali o semplicemente osservarle, sapendo che non sono una triste parodia per turisti annoiati. Viene inoltre sottolineato che viaggiare responsabile è divertente, coinvolgente, affascinante: significa viaggiare davvero. Tourig club italiano - euro 9
Senza Paura Luca Reteuna di R.T.
“Senza paura” è un libro sicuramente adatto a questi tempi, incerti e un po’ tristi, soprattutto turbati dal timore di un futuro non più radioso e progressivo come avevamo imparato a pensarlo negli ultimi decenni. Il sottotitolo “Come difenderci dai profeti di sventura” vuole convincerci che abbiamo la possibilità di non essere totalmente in balia degli eventi, e che molto possiamo fare, se lo vogliamo. Per esempio, recuperare nella nostra vita quotidiana valori che abbiamo messo in secondo piano, sommersi come siamo stati in nome di una discutibile “modernità” da stimoli effimeri quanto vuoti e comunque inutili e fuorvianti rispetto a ciò che ci fa veramente crescere come persone e come cittadini, per prendere in mano, noi, il nostro destino. Dunque un libro da leggere subito, e da tenere poi sul comodino per riattingere forza quando l’ennesima notizia catastrofica verrà a turbare la serenità e la voglia di impegno che è possibile sempre coltivare in noi, e che rappresenta la nostra unica e vera difesa dai molti, troppi, “profeti di sventura”.
Dall’autore: Anche questo libro nasce come un’inchiesta giornalistica e, quindi, ha bisogno di uno strumenti o per potersi aggiornare ed accogliere i vostri commenti; come per i precedenti Bioequamente, alla scoperta del cibo biologico, E dopo? Energie rinnovabili per tutti, Cure dolci cure, le medicine naturali in Italia e Soldi puliti, viaggio nell’economia a misura d’uomo il sito internet è: htpp://www.webalice.it/flag.reteuna Per inviare scritti, l’e-mail è: flag.reteuna@alice.it Mi trovate anche su Facebook e il profilo è semplicemente Luca Reteuna. Effatà editrice, euro 8,00
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Convenzione FITeL - Unipol
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Convenzione FITeL - Unipol