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BOND FINANZIARI, L’OASI DEI RENDIMENTI

Gli esperti puntano sul debito bancario subordinato, e in particolare sui titoli AT1, oggi ancora piuttosto trascurati, ma sostenuti da solidi fondamentali del settore e spread più ampi rispetto ad altre obbligazioni con lo stesso rating

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Gaia Giorgio Fedi

Per la caccia ai rendimenti, in una fase complessa come quella attuale, è il momento di osare, spostandosi sui segmenti più rischiosi del reddito fisso. Sui bond finanziari, per esempio, e in particolare sui subordinati, che in questo momento appaiono interessanti per una serie di ragioni. Secondo François Lavier, analista e gestore di Lazard, in un contesto di tassi bassi, il debito finanziario subordinato (bond Tier 2, AT1 e CoCos) è un’ottima opzione per gli investitori disponibili ad assumersi un maggiore rischio. Un’opportunità resa più interessante dal fatto che i bilanci bancari si sono rafforzati negli ultimi anni e che, dopo lo scoppio della pandemia, la qualità dei crediti si è deteriorata meno del previsto. “Dopo il picco di marzo 2020, gli spread si sono fortemente ristretti e i titoli finanziari non hanno fatto eccezione – argomenta Lavier – Sui titoli senior, i premi al rischio sono ormai tornati ai livelli precrisi, anche grazie alla solidità dei bilanci bancari. Sui bond subordinati AT1 e Tier 2, invece, non si è ancora tornati ai livelli precedenti alla crisi e i margini di compressione degli spread restano ancora significativi, in particolare per i titoli AT1”. Il gestore di

> François Lavier

analista e gestore di Lazard

> Thibaut Douard

gestore di Tikehau Capital

CHART

CET1 delle prime 10 big europee nel 2020

Royal Bank of Scotland Credit Agricole Group Lloyds Banking Group Groupe BPCE Unicredit S.p.A. HSBC Holdings ING Group Barclays PLC Intesa Sanpaolo UBS AG

18,5% 17,2% 16,2% 16,0% 15,96% 15,9% 15,5% 15,1% 14,0% 13,8%

Lazard punta anche sui cosiddetti bond legacy, “strumenti di vecchia generazione, pre-2008”, perché “da ottobre 2020 l’Eba incoraggia le banche a ripulire i bilanci da questi bond Legacy, a rimborsarli e rimpiazzarli con nuovi strumenti. Questo si traduce in call o offerte di riacquisto o di scambio. È un fenomeno molto positivo per gli investitori che possiedono questi titoli, le cui valutazioni spesso integrano una sorta di premio di incertezza sulle loro sorti future e sulle date di rimborso – aggiunge – Ci attendiamo un aumento della frequenza di queste operazioni nei mesi e nei trimestri a venire”. Di analogo avvisto anche Thibault Douard, gestore di Tikehau SubFin Fund: “al momento guardiamo con favore a due sotto-segmenti dell’universo dei subordinati finanziari, in particolare le obbligazioni AT1, che a nostro avviso potrebbero assistere a una compressione degli spread in eccesso rispetto sia agli spread corporate sia alle altre obbligazioni finanziarie, e le legacy T1, dove le autorità di regolamentazione stanno spingendo i rimborsi anticipati”. L’esperto ha invece un approccio più cauto verso i bond Tier 2 e Senior, “dal momento che attualmente gli spread sono al di sotto dei livelli pre-covid, mentre una maggiore sensibilità ai tassi di interesse potrebbe incidere sulla performance, data la recente volatilità dei tassi privi di rischio”. Tikehau ha una view positiva sulle obbligazioni finanziarie, basata sulla convinzione che nel medio termine possano registrare delle sovraperformance rispetto al resto del mercato del credito. Tra i vantaggi di queste emissioni, Douard cita gli spread più ampi rispetto alle obbligazioni corporate con rating simile, solidi fondamentali sottostanti, i rendimenti più generosi e il fatto che la redditività delle banche migliora con l’innalzamento dei tassi. Tra i fattori negativi, invece, un elevato beta di mercato, che non rende immune il segmento a una correzione più ampia, e l’incertezza sull’impatto a lungo termine del Covid sull’economia.

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