FOGLIE n. 17/2015

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

N° 17 • 1 OTTOBRE 2015

DRONI in agricoltura tutte le possibilità per uno strumento non più per ricchi agrICOLTURA

Coldiretti: le possibili soluzioni contro il lavoro nero agroalimentare

Agrofarma: confermata massima sicurezza alimentare in Italia Da scarto ad alimento: la foglia di vite diventa pesto





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ditoriale

Op Arca Fruit, i numeri della buona agricoltura 1 ottobre 2015 - n. 17 - Anno 10

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

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Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

ssemblea annuale dell’OP Arca Fruit che raggruppa oltre 200 aziende agricole in Puglia tra Bisceglie, Trani, Conversano, Rutigliano e Putignano, con 1000 ettari coltivati a Uva da tavola, ciliegie, albicocche, pesche e nettarine, oltre che verdure ed ortaggi e da poco anche IV gamma con l’ingresso del socio Agronomia. L’assemblea è servita ad approvare un bilancio che, con i 25 milioni di fatturato aggregato, porta l’Op Arca Fruit a diventare la prima OP in Puglia e tra le maggiori da Roma in giù, oltre che per fare il punto sull’appena concluso progetto Frutta nelle scuole 2014/2015 a cui l’OP ha preso parte per la prima volta risultando prima per qualità del servizio svolto. Si sono affrontati anche i temi della commercializzazione, in primis dell’uva da tavola in pieno corso, per cui secondo i dati dell’ufficio Qualità interno dell’OP, si stima una riduzione di prodotto attestabile tra il 30-40% rispetto al già magro 2014. Momento saliente dell’assemblea è stato poi l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione in cui

è stato riconfermato alla guida dell’Organizzazione di Produttori Sergio Curci che, pur bistrattato ed allontanato dalla sua organizzazione di categoria (la Confederazione Italiana Agricoltori), ha invece riscosso un ampio consenso all’interno dell’Organizzazione di Produttori, tanto da essere rieletto all’unanimità così come tutto il Consiglio d’Amministrazione . Vice presidente è stato confermato Donato Fanelli, attualmente membro dell’Accademia dei Georgofili e già Presidente nazionale dei Giovani della Coldiretti; nel consiglio inoltre fanno parte Sergio Giuseppe De Cillis (Coop. Dolmen), Guglielmo Alessio(Agronomia Scarl), Vincenzo Patruno (Coop. Agrosud), Gianfranco Favuzzi (Sempreverde), Giuseppe Genco (Az. Agricola Genco). Al termine dell’assemblea, il Presidente Curci, assieme al responsabile tecnico Gianni Porcelli ed alla presenza degli associati, ha illustrato il nuovo Psr Puglia e quindi le probabili iniziative che saranno messe in atto con, in primis, la partecipazione dell’Op alla prossima Fiera di Madrid.



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ommario

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11 AGROALIMENTARE

editoriale

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op arca fruit I numeri della buona agricoltura

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PESCA

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Allarme consorzi di bonifica È impossibile pagare i debiti coldiretti e lavoro nero Le proposte per possibili soluzioni progetto lilt Coltivare l’orto aiuta a guarire dal tumore ulivi monumentali puglia Un App per censirli frutta esotica I Big del mercato mondiale

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gruppi di azione costiera Progetto Medit.Cul.T.

dieta “nichel-low” Per controllare e prevenire

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alimentazione

AGRICOLTURA

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DRONI IN AGRICOLTURA Tutte le possibilità i nuovi sapori dell’ortofrutta Erbe aromatiche e peperoncino

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14 MONDO GAL

EVENTI

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stati generali Della cultura e del turismo

MinistEro della salute Confermata sicurezza alimentare Presentato da giovani imprenditori Il pesto dalle foglie di Vite seminario in fera del levante Dal vigneto alla bottiglia eccedenze alimentari Startup Cibiamoci evocare puglia tutto sull’Olio Extravergine etichettatura Obbligo indicazione produzione

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PUGLIA RURAle Ad Expo la Puglia “Sposa il Mondo”


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limentazione

VERDURA, LEGUMI E FRUTTA: MOLTI ALIMENTI CONTENGONO NICHEL

UNA DIETA “NICHEL-LOW” PER CONTROLLARE E PREVENIRE

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‘ Allergia al Nichel (metallo ubiquitario contenuto in molti alimenti) colpisce una quota della popolazione sempre crescente, manifestandosi attraverso risposte infiammatorie e immunologiche complesse, la dermatite allergica da contatto (DAC) e la sindrome sistemica da allergia al Nichel (SNAS). Quest’ultima è caratterizzata da sintomi generalizzati a carico di organi e apparati differenti: apparato gastrointestinale (meteorismo, addominalgie, turbe dell’alvo), cute (orticaria, prurito, dermatiti diffuse), mucose (aftosi orale), apparato neurologico (cefalea), apparato respiratorio (rinite, asma), sistema immunitario (infezioni ricorrenti). Il Nichel è presente, oltre che in oggetti di uso comune quali cinture, monete, anche negli alimenti, soprattutto in quelli di origine vegetale La diagnosi di allergia al nichel si basa sul PATCH-TEST che consiste nel porre a contatto con la cute per 48 ore una piccola quantità di nichel solfato in vasellina. Esiste anche un PATCH TEST MUCOSALE al nichel che si esegue applicando un singolo dischetto sulla mucosa orale per 2 ore: le reazioni dirette (di tipo ritardato) sulla mucosa orale sono indicative,

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di Giuseppe Marzulli

indirettamente, delle reazioni gastrointestinali, come afferma il lavoro del Prof. Picarelli, Università Sapienza (Roma). Il Nichel e’ un elemento essenziale per l’uomo (favorisce la sintesi di emoglobina nel midollo osseo), anche se non e’ mai stata dimostrata una sindrome da deficienza specifica dal momento che la sua assunzione generalmente eccede la richiesta. Circa il 10-15% delle donne e l’1 – 3% degli uomini che vivono in paesi industrializzati mostrano ipersensibilita’ al nichel. Fonti di questo metallo sono le monete, la gioielleria, gli accessori di abbigliamento (bottoni, cerniere), l’aria respirata, gli alimenti (vegetali, cereali) e le acque; e’ frequente inoltre l’esposizione lavorativa. I soggetti Ni-sensibili possono soffrire di dermatiti allergiche o manifestare, a seguito della ingestione di alimenti a alto contenuto in Ni, eczema e/o orticaria associati o meno a disordini addominali ma anche sintomi di natura neurologica e respiratoria. Il riscontro di gengivite, intesa come aumento di volume della gengiva marginale, e’ un dato clinico estremamente frequente in soggetti portatori di dispositivo ortodontico. La gengivite e’, in questi casi, per

lo più dovuta all’accumulo di placca batterica nella zona compresa tra limite gengivale del dispositivo e gengiva marginale nonché nello spazio soprapapillare. Esistono tuttavia condizioni in cui la presenza di placca non giustifica l’aumento di volume ed è forse più corretto sospettare una gengivite marginale allergica che la clinica ha evidenziato più volte in pazienti ortodontici. Il sospetto diviene quasi certezza allorché e’ verificata la triade sintomatologica: aumento di volume gengivale, assenza di placca e Patch test positivo al Nichel. Il potenziale allergico dell’acciaio inossidabile di cui sono costituiti i dispositivi ortodontici, deriva proprio dal rilascio di Nichel a seguito di fenomeni di corrosione: questi viene liberato in una quantità pari al 10% dell’apporto dello stesso ione con la dieta. Il Nichel rilasciato potrebbe determinare quindi una ipersensibilità da contatto con la manifestazione clinica locale di gengivite (o mucosite) simile per modalità di comparsa ad una dermatite da contatto. Il fenomeno è dose-indipendente a sensibilizzazione avvenuta e compare anche a distanza di 48 – 96 ore dalla applicazione dello stesso e senza il

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rilievo obiettivo di accumuli di placca batterica. La sensibilizzazione si ottiene con dosi relativamente alte di antigene e aumentando la dose si riesce a sensibilizzare qualsiasi individuo; ma alcuni soggetti possono sensibilizzarsi con dosi più basse di altri e ciò dipenderebbe dalla diversa capacità del sistema immunitario a formulare una risposta. A differenza della cute nelle mucose orali esiste una sorta di barriera rappresentata dal lavaggio salivare, dal film glicoproteico che riveste le mucose riducendone la permeabilità, dal ruolo esercitato dalle albumine salivari nella captazione dello ione, dai differenti meccanismi di reazione cellulare. E’ più facile che la sensibilizzazione avvenga perciò per contatto cutaneo (la cute e’ molto più permeabile allo ione della mucosa) o per ingestione (la quantità di nickel assunta con la dieta e’ 10 volte più grande della quota liberata da un apparecchio fis-

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so e ingerita). Un trattamento iposensibilizzante nei confronti del Nichel coadiuvante il trattamento con il dispositivo odontoiatrico sarebbe auspicabile. Si tratta di seguire per tutto il periodo di trattamento, una dieta lownichel che, a lungo termine, risulta difficilmente attuabile poiché socialmente discriminante e fortemente penalizzante sotto il profilo nutrizionale. Tra gli alimenti da escludere abbiamo alimenti in scatola, ananas, arachide, aringa marinata, asparago, avena, avocado, bevande in barattolo, cacao/cioccolata, carciofo, castagna, cavolo/cavolfiore, ceci, ciliegia, dattero, fagioli/fagiolini, farina integrale, funghi, gamberoni, kiwi, lenticchia, lievito in polvere liquirizia, mais, mandorla, margarina, marmellate di frutta, melone/anguria, miele, mitili, nocciole, noce, ostrica, patata, pera, pesca, pisello, platessa/merluzzo, pomodoro, pompelmo, porro, prugna, rabarbaro, rapa, riso, sedano, soia, spinacio, the, uva passa, vino rosso.

Il secondo contatto, cioè l’esposizione successiva alla sensibilizzazione, che si verifica a livello delle mucose orali avviene solo se lo ione supera questa sorta di primo livello di protezione a livello della bocca, ma e’ anche necessario che si verifichino alcune condizioni, indicate in dermatologia come macerazione, trauma e esposizione prolungata. In conclusione, per evitare la sensibilizzazione o, nel caso si è già sensibilizzati, la riacutizzazione, cronicizzazione e peggioramento dei sintomi iniziali, un’infiammazione dei tessuti e probabilmente il “rigetto” delle protesi stesse, è estremamente importante da parte del medico eseguire una buona anamnesi del paziente, allo scopo di evitare questi spiacevoli inconvenienti ed eventualmente consigliare una consulenza nutrizionale per eventualmente ridurre, attraverso una dieta Nichel-Low, da rispettare durante tutta la durata del trattamento con il dispositivo odontoiatrico.

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Il sito internet di BASF Crop Protection

Online la versione mobile di Agroportal Italia

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nline la versione mobile di Agroportal Italia: il sito internet di BASF Crop Protection • Veste grafica coerente • Navigazione semplificata • Sempre più vicino agli agricoltori Da oggi, Agroportal Italia vanta una nuova versione online disponibile e ottimizzata per smartphone e tablet! “La nuova versione mobile vuole portare la di BASF ancora più vicina agli Agricoltori offrendo loro un rapido accesso alle informazioni salienti riguardanti i prodotti, le soluzioni, le avversità e il meteo.” afferma Antonella Licheri, Marketing Manager BASF Italia Crop Protection. La navigazione semplificata permette ai visitatori un accesso

intuitivo alle informazioni utili alle attività quotidiane come il Meteo e il Catalogo Prodotti rendendo accessibili in modo facile informazioni come dosi, modalità di azione e colture registrate. Avversità e Contatti sono le altre due sezioni grazie alle quali sarà possibile trovare la soluzione BASF più efficace per fronteggiare l’avversità individuata nel proprio campo, o contattare il funzionario BASF più vicino. La funzione My Crop permette inoltre di selezionare le colture e le avversità di interesse rendendo visibili solo le soluzioni e le informazioni relative alle colture selezionate, rendendo così la navigabilità e la ricerca ancora più rapida.

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groalimentare

Agrofarma su rapporto Ministero della Salute

Confermata massima sicurezza alimentare in Italia

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n occasione della pubblicazione da parte del Ministero della Salute dei risultati del Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti, relativi all’anno 2013, Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica – sottolinea la positività dei dati che confermano quanto i prodotti alimentari italiani siano sicuri per il consumatore, anche a confronto con il resto d’Europa. Dall’analisi effettuata su oltre 5.500 campioni ortofrutticoli emerge, infatti, che nel 99,2% dei casi sono stati rispettati i limiti sui residui previsti dalla legge. Tale dato è ancora più significativo se si considera che la percentuale di campioni risultati non regolamentari è notevolmente diminuita nel corso degli ultimi 20 anni, passando dal 5,6% del 1993 allo 0,8% del 2013. Sono ancora più soddisfacenti, inoltre, i risultati del-

le analisi effettuati su cereali, olio e vino: sui 1.441 campioni analizzati, uno soltanto di essi è risultato non regolamentare. Risultati positivi, infine, se si guarda anche al baby food, i cui campioni presi in esame sono tutti regolamentari e senza residui. “I dati del rapporto confermano sempre più l’impegno di tutta la filiera agricola per un’agricoltura sostenibile a tutela della salute del consumatore – ha dichiarato Andrea Barella, Presidente di Agrofarma – ciò grazie anche al costante impegno nella ricerca scientifica da parte delle aziende produttrici di agrofarmaci, finalizzato a mettere a disposizione degli agricoltori agrofarmaci sempre più mirati e sicuri per i consumatori e l’ambiente”. Infine, come evidenziato anche dallo stesso Rapporto del Ministero della Salute, è opportuno ricordare che il superamento occasionale di un limite legale non comporta necessariamente un peri-

colo per la salute. Gli eventuali residui di fitofarmaci rilevati, infatti, rappresentano una percentuale molto inferiore rispetto al livello di guardia preso come riferimento per assicurare la qualità igienico-sanitaria degli alimenti.

All’insegna dell’innovazione dei giovani imprenditori

“PESTO DALLE FOGLIE DI VITE”, LA PRESENTAZIONE

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ell’ambito della ‘Settimana del Consumatore’, iniziativa organizzata dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia in collaborazione con Campagna Amica e Istituto Pugliese per il Consumo, si è tenuta presso la sala workshop del padiglione 170, la presentazione del progetto di ricerca ’Il pesto dalle foglie di vite’ di un giovane imprenditore agroalimentare pugliese. E’ stato spiegato come da uno “scarto alimentare” si possa realizzare un ‘alimento’ buono e dagli innegabili ef-

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fetti salutistici. Se si analizza l’elenco delle sostanze contenute nelle foglie di vite si scopre che comprende quasi una farmacopea : solo 90 calorie per 100 grammi, solo 6 grammi di zuccheri e 2 grammi di grassi, per il 50% polinsaturi (con il linolenico in rapporto 4:1 con il linoleico ed i saturi, addirittura), 11 grammi di fibre, in più calcio, magnesio, potassio (272mg rispetto a solo 9mg di sodio) , vitamina C, vitamine del gruppo B, vitamina A, carotenoidi, luteina, vitamina K (altra vitamina anticancro), e piccole quantità di fitosteroli.

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gricoltura

Da “La Gazzetta del Mezzogiorno

Allarme Consorzi DI BONIFICA: ”È impossibile pagare i debiti”

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n 4 anni di emergenza la situazione debitoria è leggermente migliorata, ma per i Consorzi di bonifica non ci potrà essere alcuna soluzione definitiva senza un intervento finanziario ancora più massiccio (e deciso) da parte della Regione. Il commissario straordinario Giuseppantonio Stanco lo ha scritto chiaro, depositando la relazione con cui a luglio ha rassegnato le dimissioni irrevocabili: non solo i tanto decantati piani industriali - che dei Consorzi avrebbero dovuto consentire il rilancio - sono «di difficile attuazione», ma la Regione non rivedrà mai indietro i 124 milioni di «anticipazioni»

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concesse tra 2007 e 2011. Una relazione, quella di Stanco, che il governatore Michele Emiliano si è visto planare sul tavolo a pochi giorni dall’insediamento. Un documento che svela una situazione ancora più grave di quanto si pensasse. Non solo i quattro consorzi commissariati non hanno alcuna capacità di autosostenersi senza i soldi della Regione, ma la mancata riscossione dei contributi di bonifica, alla quale si sono opposti gli stessi consiglieri regionali che poi si strappano i capelli quando si tratta di votare il contributo straordinario, rischia di paralizzare definitivamente una macchina già disastrata.

Al 30 giugno 2015, i debiti dei consorzi ammontavano a 109 milioni, cui sommare i 124 milioni di anticipazioni regionali: il totale fa 233 milioni. Questo significa che da dicembre 2011, fermo restando l’importo delle anticipazioni, il debito - grazie al lavoro di Stanco - si è ridotto di 40 milioni di euro. Ma, dice ora il commissario, negli ultimi 4 anni il Consiglio regionale si è dimenticato di «normare sulla debitoria pregressa»: il disegno di legge che prevedeva una rateizzazione dei debiti, con garanzia regionale e previa rinuncia agli interessi, «è presumibile che non sia neppure pervenuto alla cognizione della giunta rewww.foglie.tv


gionale». Invece sono stati redatti i piani industriali dei consorzi commissariati in cui, nota divertito Stanco, si ipotizzava di chiudere la partita pagando il 30% del dovuto alle banche, il 50% ai privati e zero alle pubbliche amministrazioni. «Non si comprende in dipendenza di quale potestà persuasiva e/o costrittiva - scriveva il commissario - i Consorzi possono indurre i creditori a ridimensionare in maniera drastica i propri crediti e, per quanto riguarda gli enti istituzionali, ad abbandonarli del tutto». Il nodo centrale è che i consorzi, che

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gestiscono sia le bonifiche che l’irrigazione, ad oggi incassano pochi spiccioli e solo per la seconda voce. Stipendi e spese di funzionamento (tra cui alcuni sprechi, tipo le dighe mai entrate in funzione per le quali si pagano vigilanza e spese elettriche) vengono garantiti dai contributi della Regione, spesso erosi dai decreti ingiuntivi dei creditori. Nonostante la guerriglia dei Comuni, specie salentini, e dell’«altolà» lanciato all’epoca dal gruppo regionale del Pd, Stanco ha portato a termine la redazione dei piani di classifica, che stabiliscono chi

deve pagare il contributo di bonifica e quanto. Ma nel 2014 la prima emissione dei ruoli «si imbattè in un percorso a ostacoli»: l’assessorato all’Agricoltura, su input delle organizzazioni di settore, ne ha chiesto una rimodulazione al ribasso per la quale è stato necessario un altro anno di lavoro. E anche quest’anno tutto ciò che i consorzi hanno potuto fare è una richiesta bonaria agli agricoltori, per lettera, del contributo, contro cui in Consiglio regionale si è assistito a una levata di scudi. Niente cartelle esattoriali, e dunque niente soldi.

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M G ondo

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La Grande Orchestra di Fiati di Conversano e prodotti tipici per il banchetto nuziale

PUGLIA RURALE “SPOSA IL MONDO” AD EXPO

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n panorama di saperi e sapori di grande pregio, un progetto promozionale che ha coniugato gustose prelibatezze in un unico affascinante programma che è andato a valorizzare cultura, arte, storia, percorsi naturalistici, borghi antichi, paesaggi rurali, la musica e i canti popolari di un territorio multiforme nelle sue immense e suggestive ricchezze: la Puglia. Nell’ambito del Progetto di Cooperazione Interterritoriale “Puglia rurale: la Puglia sposa il mondo”, i GAL: Sud Est Barese, Terre di Murgia, Conca Barese, Terra d’Arneo, Capo S. Maria di Leuca e Luoghi del Mito sono stati protagonisti a EXPO Milano. Sette giorni per raccontare e presentare le eccellenze, un viaggio nella tradizione per ritrovare scoprire antichi sapori dimenticati e saperi da scoprire e valorizzare. Senza dimenticare le prelibatezze del Mediterraneo, grazie al Progetto di Cooperazione Transnazionale “TEI.NET”, di cui è partner anche il GAL Luoghi del Mito, che punta alla creazione e promozione di una offerta turistica rurale basata sulla valorizzazione integrata di percorsi enogastronomici a carattere internazionale. Durante la settimana si sono svolte una serie di degustazioni dedicate ai 6 territori: “Le tipicità della Concabarese” a cura del GAL Concabarese.“Sapori e saperi a sud di Bari”, a cura del GAL SEB - Sud Est Barese. “I fragranti prodotti da forno di Altamura”, a cura del GAL Terre di Murgia. “Il dolce nettare della Terra d’Arneo”, a cura del GAL Terra d’Arneo. “L’oro giallo del Tacco d’Italia”, a cura del GAL Capo S. Maria di Leuca, “Le prelibatezze rurali del tarantino”, a cura del GAL Luoghi del Mito. Sabato 26 Settembre è stata invece la giornata che è andata a valorizzare l’enogastronomia attraverso l’individuazione di prodotti identitari, dove l’eccellenza dell’agroalimentare si è coniugato con il territorio pugliese e la sua memoria storica. La Grande Orchestra

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di Maria Fortino

di Fiati “G. Ligonzo - Città di Conversano” diretta dal Maestro Angelo Schirinzi, si è esibita intorno all’Alessandro Rosso Corporate Pavilion, allietando i visitatori come nell’antica tradizione delle feste patronali della Puglia. Si è proseguito lungo i viali con “Matrimonio Alla Pugliese” la Celebrazione delle nozze tra “Puglia Rurale” e “Gozo - Malta”, con un Corteo Nuziale accompagnato dalla EuroBand - Murgia’s Street Band, in uno spettacolo musico-coreografico. A seguire, in altri tre momenti: presso l’Auditorium dell’ Alessandro Rosso Corporate Pavilion, musica e banchetto nuziale, con la tradizione e le bontà rurali pugliesi nel giorno più bello della vita, con la “guest star” Michele Mirabella, pu-

gliese d’origine e volto storico di “Elisir”, storica testata di salute e benessere di Rai Tre, con le degustazioni e gli Show Cooking degli chef: Rocco Violante e Luigi Ignazzi e le proposte enologiche del sommelier, Rosario Calcagnile, un “matrimonio di prodotti”, dove gli chef hanno creato un menù combinando i diversi prodotti dei 6 Gal, rimanendo nel solco della tradizione culinaria tipica pugliese. Infine in serata, sulla terrazza, al Beach Bar dell’Alessandro Rosso Corporate Pavilion, si è svolto l’“Apulian Food And Music Under The Stars”, gustosi aperitivi rurali, accompagnati dalle canzoni e note musicali dei “Terraross”, gruppo di musica popolare pugliese.

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gricoltura

Durante Fiera del Levante

Lavoro nero, Coldiretti propone le possibili soluzioni

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bbiamo in Puglia una legge sul lavoro nero in agricoltura molto incisiva, anche se corriamo il rischio che la pratica degli indici di congruità che dalla prossima programmazione divengono discriminanti per l’utilizzo dei fondi comunitari possa essere un problema. Quindi, la norma va rivista. La Regione si deve impegnare su questo ragionamento senza incidere sul progetto generale, ma attualizzandolo. Bidona, inoltre, rivedere il meccanismo dei ghetti. Gli agricoltori e una organizzazione come la vostra non possono subire il senso di colpa a causa delle logiche di chi vuole indicarvi come responsabili del lavoro nero. Voi siete i primi danneggiati. Apprezzo il vostro stile e il vostro punto di vista perché non avete fatto una elencazione di problemi, ma avete portato progettualità”. Così il neo Assessore regionale all’ Agricoltura, Leo Di Gioia, che ha indicato la strada per una straordinaria inversione di tendenza proprio sugli indici di congruità avverso i quali Coldiretti Puglia ha presentato ricorso al TAR. E’ l’agricoltura del Mezzogiorno a far segnare il maggior tasso di crescita nelle assunzioni nel 2015 con un aumento record del 11 per cento dei lavoratori dipendenti che sale addirittura al 31 per cento se si considerano le sole donne e la Puglia segna un +2% di occupati dipendenti in campagna. Si parla di un balzo in avanti dell’11 per cento, anche grazie all’aumento delle lavoratrici nei campi, considerato l’incremento del 10 per cento delle assunzioni di donne in agricoltura registrato nello spazio di dodici mesi, contro una crescita del 3 per cento dei lavoratori maschi. “Una grande responsabilità è affidata alla Cabina di regia della “Rete del lavoro agricolo di qualità”, tenuto conto che non esiste, e non può esistere, in nessun archivio a disposizione della pubblica amministrazione un dato che misuri o attesti il livello di legali-

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tà di un’impresa – dice Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia - ovvero che identifichi o distingua un’impresa regolare da una irregolare, e che forte sarà la pressione delle aziende non regolari per “infilarsi”, mascherandosi da regolari, in questo sistema di certificazione della legalità. Si pensi ad esempio all’ormai conosciuta dinamica che correla lo sfruttamento del lavoro nero (nella maggior parte stranieri) con la pratica del lavoro fittizio (amici, parenti, compaesani). Per paradosso queste imprese potrebbero chiedere, e magari anche ottenere, l’accesso alla rete nel caso alle stesse non siano ascrivibili negli ultimi tre anni condanne penali o sanzioni amministrative definitive

(elemento questo ottenibile anche solo con un cambio di intestazione dell’impresa)”. “Non possiamo più parlare –ha detto l’ Assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone - di agricoltura, agroalimentare, agroindustria, enogastronomia, come ne parlavamo un tempo. Abbiamo bisogno di innovare il nostro approccio perché solo così diventeremo più forti. E questo vale anche per la lotta al caporalato sui cui tanti, e per tanti anni, si sono cimentati senza, purtroppo, riuscire a porre fine a questo terribile fenomeno criminale. Credo, infatti, che per sconfiggerlo sia indispensabile rendere più forti gli imprenditori agricoli, incidere sula

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loro capacità di fare prodotti di qualità competitivi nel mercato globale, il loro legame con i lavoratori. Se riusciamo a conquistare questi tre punti di forza non ci sarà caporale che tenga perché nell’azienda non entreranno più. Possiamo fare ciò solo attraverso la formazione, un valido supporto alla produzione di prodotti di qualità che è anche tutela del territorio e promozione del turismo. Quindi, l’investimento non può essere solo a carico degli agricoltori, ma vanno sostenuti anche attraverso i fondi FESR per innovarsi. La strategia la costruiremo insieme”. Un secondo obiettivo è quello di introdurre norme che precludano, almeno per cinque anni, l’erogazione di finanziamenti regionali del PSR e comunitari della PAC a quei soggetti che attuano forme di concorrenza sleale attraverso l’utilizzo del caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero. Le risorse eventualmente richieste da queste imprese, e non erogate per i motivi di cui sopra, non dovranno essere reintroitate dagli enti erogatori, ma dirottate in un fondo appositamente destinato alle misure

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di premialità per le imprese della “buona agricoltura e del buon cibo”. Il fondo utilizzerebbe tali risorse impiegandole per sostenere il costo degli incentivi economici alle imprese della “buona agricoltura e del buon cibo”, ovvero a finanziare: uno sgravio contributivo totale per le giornate aggiuntive di occupazione denunciate rispetto all’anno precedente, qualora mantenute per almeno i tre anni consecutivi (ferme restando le estensioni e le colture praticate) uno sgravio almeno del 20% nei premi assicurativi in caso di assenza di infortuni denunciati. “Un maggior coinvolgimento diretto degli Enti Locali territoriali – dichiara il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - in quelle aree che maggiormente divengono protagoniste delle cronache sul lavoro nero e sul caporalato, è altro elemento centrale di un sistema coordinato di contrasto. In via sperimentale le Regioni potrebbero farsi carico degli oneri e della logistica per il trasporto dei lavoratori, durante le grandi campagne di raccolta, dai centri urbani alle aree rurali nelle qua-

li sono dislocate aziende della “buona agricoltura e del buon cibo”, cosi conferendo a queste ultime anche un valore aggiunto dall’essere parte della “Rete del lavoro agricolo di qualità”. A queste stesse imprese potrebbe inoltre essere consentito ai fini dell’alloggio, di ospitare i lavoratori stagionali in complessi ricettivi all’aperto secondo modalità ed obblighi semplificati, purché risultino attrezzati con i servizi essenziali previsti dalle norme igienico-sanitarie”.

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groalimentare

Bari in Fiera del Levante

SEMINARIO: DAL VIGNETO ALLA BOTTIGLIA, TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE

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n occasione della 79° Fiera del Levante si è tenuto a Bari, nel padiglione di AGRIMED, un interessante seminario dal titolo: “DAL VIGNETO ALLA BOTTIGLIA, TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE”. Sono intervenuti l’Assessore regionale, dott. Leonardo Di Gioia, la prof.ssa Laura de Palma, docente dell’Università degli Studi di Foggia, il dott. Domenico Campanile, dirigente regionale dell’Ufficio Produzioni arboree ed erbacee e il dott. Michele Alessi, dirigente del Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. A seguire, interventi esperienziali di tre imprenditori vitivinicoli pugliesi: Luigi Rubino, Bartolomeo Lanzolla e Sebastiano de Corato. L’Assessore ha salutato i presenti precisando che il comparto vitivinicolo pugliese è fortemente attenzionato, non solo a livello regionale, ma anche nazionale ed europeo. Nel Padiglione di Vinitaly ad Expo 2015, la Puglia è presente con il maggior numero di etichette rispetto alle altre regioni ed è visitata da circa 1.500 visitatori al giorno. Expo, inoltre, è stata l’occasione per presentare, da promotrice, la quarta edizione del Concorso nazionale dei Vini Rosati. Ha concluso l’intervento ringraziando l’Ufficio regionale per l’organizzazione del seminario.

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I vitigni autoctoni pugliesi sono stati sapientemente illustrati dalla prof.ssa De Palma che ha evidenziato le caratteristiche peculiari che si riverberano nelle produzioni di qualità di vini quali primitivo, negroamaro, bombino nero, uva di troia. Si è soffermata su tecniche enologiche adottate, su tecniche di coltivazione ed in particolare su quelle di precisione, legate alla riflettanza multispettrale. Il dott. Campanile, invece, ha illustrato le politiche regionali poste in essere negli ultimi anni in campo vitivinicolo con particolare riferimento alle misure attuative dell’OCM Vino; la misura “Ristrutturazione e riconversione vigneti” ha permesso di finanziare modelli produttivi e sistemi di gestione vitivinicola finalizzati a conseguire importanti risultati sia in termini di qualità di vini che di valorizzazione del territorio. La misura “Investimenti”, invece, ha consentito la realizzazione di punti vendita, sale degustazione, show room ma anche logistica post imbottigliamento e commercializzazione elettronica del vino (e commerce). In tutto questo è stato riservata priorità di finanziamento ai giovani, alle imprese femminili, allo IAP e/ CD, ai vitigni autoctoni. Il dott. Alessi, infine, ha sottolineato le novità normative vigenti a decorrere dal 1 gennaio 2016, data nella quale cesserà

il regime dei diritti di reimpianto e inizierà il sistema delle autorizzazioni viticole, ma anche della fase ultima di trasferimento dei diritti di reimpianto vigneti fuori regione, il ruolo delle riserve regionali e l’assegnazione di autorizzazioni gratuite a seguito di bando nazionale. Gli interventi degli imprenditori pugliesi hanno evidenziato l’importanza delle politiche regionali a supporto delle scelte aziendali, partendo dai diritti concessi a titolo gratuito, a giovani produttori al di sotto di 40 anni di età, per arrivare alla promozione dei vini pugliesi nei paesi oltre i confini europei, grazie agli aiuti della Misura “Promozione vini Paesi terzi”, passando per il rinnovamento dei vigneti aziendali con forme di allevamento verticali. Questo seminario, ha dichiarato il dott. Campanile - ha ribadito con forza quanto sia importate il comparto vitivinicolo per l’economia regionale e soprattutto per il territorio pugliese; l’importanza di promuovere la tradizione e l’innovazione in viticoltura significa basarsi su strumenti innovativi come l’e commerce, l’incaming, la promozione ma anche sulla valorizzazione dell’autoctono e di antiche forme di allevamento del vigneto come l’alberello pugliese.

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groalimentare

Per distribuire in modo efficiente le eccedenze alimentari

La soluzione della startup CibiAMOci

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idistribuire in modo efficiente le eccedenze alimentari a chi ne ha più bisogno, combattendo così lo spreco alimentare e snellendo il processo di smaltimento dei rifiuti: se ne è parlato in occasione del convegno “Distribuzione efficiente delle eccedenze alimentari: la soluzione della start up pugliese CibiAMOci”. L’evento è stato organizzato dalla onlus pugliese CibiAMOci, che ha progettato una piattaforma on line e una app per agevolare l’incontro fra domanda e offerta di cibo in eccedenza, migliorando il processo di recupero e distribuzione delle eccedenze a livello di comunicazione, tempistiche e logistica. All’evento hanno partecipato Ugo Patroni Griffi (Presidente della Fiera del Levante), Salvatore Negro (Assessore regionale al Welfare), Ruggiero Mennea (Consigliere regionale), Carmen Craca e Andrea Passaro (fondatori di CibiAMOci), Tiziana Sforza e Costantino Volpe di Altran Italia (branch italiana del gruppo multinazionale Altran, consulenza in ingegneria high tech e innovazione). Durante il convegno è stata lanciata la beta version del sito di CibiAMOci, ottimiz-

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zato per smartphone e tablet, che costituirà presto la piattaforma virtuale di incontro fra domanda e offerta di eccedenza di cibo. Nell’occasione è stata presentata in anteprima da parte del consigliere regionale Ruggiero Mennea la proposta di legge regionale per regolamentare la ridistribuzione delle eccedenze di cibo a chi ne ha bisogno, attraverso un sistema di incentivi che premino chi è conforme agli standard fissati dalla normativa, che intervenga sulle strategie di responsabilità sociale di impresa, che metta a sistema tutte le azioni volte a combattere lo spreco alimentare e, al contempo, limiti la produzione di rifiuti. “Ritengo che intervenire sulla materia sia indispensabile a fronte non solo delle cosiddette nuove povertà emergenti – ha commentato l’assessore Salvatore Negro – ma anche per limitare il malessere che affligge una parte sempre più ampia della popolazione”. Il consigliere regionale Ruggiero Mennea ha aggiunto “La Regione Puglia in questo momento presenta un alto tasso di attrattività per gli investitori nazionali e internazionali, ma non bisogna dimenticare di intervenire sul disagio sociale con

strategie intelligenti e multidisciplinari che includano svariati settori, dalla sanità al welfare, dall’agricoltura all’innovazione tecnologica, passando per lo sviluppo produttivo. La creazione di valore condiviso si sposa con scelte etiche rivolte allo sviluppo del territorio”. Il convegno ha offerto l’occasione per esaminare il contesto nazionale, che vede l’emergere delle cosiddette “nuove povertà” e la risposta che possono dare la sharing economy e la tecnologia per risolvere questa situazione di crescente disagio sociale, che ha impatto non solo sulle fasce più svantaggiate delle popolazione, ma anche sul ceto medio. CibiAMOci, che già due anni fa aveva lanciato la sua idea progettuale proprio alla Fiera Campionaria, si presenta oggi come una start-up pronta a rilanciare sul mercato il suo modello di social business di impatto positivo sulla collettività. CibiAMOci nasce dalla collaborazione fra Carmen Craca, avvocato di Barletta (BAT) specializzata in Gender Equality and Diversity Management e di Andrea Passaro, commercialista di Bari impegnato nel sociale e molto attento all’impatto economico derivante dall’emergere delle cosiddette “nuove povertà”. www.foglie.tv


Al Salone dell’Agroalimentare, laboratori, degustazione e analisi sensoriale

EVOcare Puglia, tutti i segreti dell’olio extravergine d’oliva

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’ Evo bar, con la degustazione e l’analisi sensoriale dell’olio extravergine di oliva, i laboratori per riconoscere la purezza del prodotto, l’angolo della bellezza per utilizzare al meglio i cosmetici a base di olio. Sono alcune delle iniziative di EVOcare Puglia, la prima edizione di una manifestazione nata per valorizzare uno dei prodotti chiave della tradizione culinaria pugliese e mediterranea: l’olio. EVOcare Puglia è stato l’evento conclusivo del “Corto Circuito dei Contadini” (Misura 421 - Psr Regione Puglia 2007/2013), un progetto di cooperazione interterritoriale che coinvolge dieci agenzie di sviluppo locale pugliesi, guidate dal Gal Terre di Murgia. “EVOcare – spiega il consulente aziendale Manlio Cassandro - propone anche momenti di riflessione, come il convegno sull’innovazione nei processi di trasformazione olearia. Per la prima volta in Fiera i migliori produttori italiani d’impianti e tecnologie per la produzione di olio di

oliva hanno illustrato agli operatori locali l’utilizzo di nuove attrezzature, volte a potenziare i parametri di tracciabilità, sicurezza e garanzia del prodotto, con notevoli benefici per i consumatori”. “Evo”, abbreviazione di extra virgin olive, e “care”, ovvero protezione, tutela: sono queste le componenti, derivate dalla lingua inglese, della parola EVOcare, che gioca in assonanza con la lingua italiana. La Puglia è la prima regione olivicola italiana con una superficie che supera i 377.000 ettari coltivati ad olivo (pari a circa il 32% del totale nazionale), 190 mila imprese dedicate 12 milioni di quintali di olive (il 35% della produzione nazionale), cinque dop già riconosciute dall’Unione europea ad altrettanti olii pugliesi, che si impongono sui mercati nazionali ed esteri come prodotti di alta qualità. Questi alcuni degli appuntamenti “andati in scena”: il laboratorio dell’angolo della bellezza con l’utilizzo di prodotti naturali a base di olio d’oliva, a cura di esperti del

settore cosmetico, il laboratorio “Impariamo a riconoscere l’olio extravergine di oliva: attività di Masseria didattica con alunni delle scuole primarie”, due brevi lezioni sul corretto consumo dell’olio d’oliva e sul suo riconoscimento, in abbinamento con il pane di Altamura dop, l’Evo bar con degustazione a cura del capo panel Nicola Perrucci. Nel corso delle degustazioni i consumatori hanno eletto l’olio “più buono” tra quelli proposti, formulando il proprio giudizio su una scheda anonima.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo e rurale a portata di click.

Speciale Fiera del Levante I prodotti di Qualità garantiti dalla Regione

Coldiretti a expo 2015 Giornata nazionale dell’Agricoltura

Gestione spazi verdi

“Landscape and green urban planning”

183 prodotti di qualità facenti parte delle 9 filiere agroalimentari (cerealicola/prodotti da forno, lattiero casearia, zootecnia da carne, ortofrutticola fresca, ortofrutticoli trasformati, prodotti a base di carne, florovivaistica, ittica, olio), da oggi sono tutelati con garanzie sulla qualità, sulle caratteristiche del prodotto e del processo di produzione..

Oltre all’abolizione dal 2016 dell’IMU e IRAP agricola (sono risorse che si liberano e liquidità per le aziende) il Governo Nazionale ha espresso chiaramente una determinazione: il paese può consolidare la crescita puntando su asset naturali quali agricoltura e agroalimentare 100% made in Italy.

“Landscape and green urban planning” è il corso di formazione in pianificazione e gestione degli spazi verdi e del paesaggio organizzato da A.R.P.T.R.A. Le “aree verdi” non devono essere considerate solo come elemento urbanistico ed estetico delle nostre città, ma come un vero e proprio servizio ai cittadini..

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gricoltura

Partito il primo progetto di “ortoterapia” promosso dalla Lilt

Se coltivare l’orto aiuta a guarire dal tumore

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oltivare la terra per combattere il tumore. Innaffiarla per imparare a prendersi cura del proprio corpo. E’ partito a Bologna un progetto pilota di “ortoterapia” promosso dalla Lilt. Per ora una sperimentazione di un anno, alla quale potranno partecipare una ventina di persone, suddivise in due gruppi, che coltiveranno un orto di 40 metri quadrati. “Il quartiere ha messo a disposizione un orto nell’area di via Salgari, che ne contiene in tutto 420 – spiega il presidente Simone Borsari – perché crediamo molto in questo progetto. L’idea è quella di fornire un percorso completo di riabilitazione del paziente oncologico attraverso la coltivazione, corsi di alimentazione e anche pratiche di yoga e discipline orientali”. Nell’orto i pazienti saranno seguiti da Patrizia Preti, che oltre ad essere presidente dell’area ortiva di via Salgari è anche due volte medico, pediatra e infettivologa, ed ex paziente oncologica. “Io ho avuto un cancro, non ho problemi a parlarne – sorride- e l’or-

to mi ha dato molto, in quel periodo. Mi ha fatto tornare la voglia di lottare, mi ha fatto capire che la vita continua, che esistono le radici, le stagioni, il tempo. E mi ha fatto conoscere altre persone. L’orto mette in contatto con la natura, libera energia. La terra è una forza molto importante, non bisogna dimenticarselo mai”. Ne è convinta anche dal punto di vista professionale. “L’ortoterapia è una scienza che si sta diffondendo molto rapidamente, perché facilita il movimento, la socializzazione e la riabilitazione. Al Meyer di Firenze la utilizzano già come strumento di riabilitazione nei bambini e penso che qui a Bologna, dove abbiamo ventidue aree ortive, potrebbe avere una buona espansione, magari sviluppando un progetto organico con le aziende sanitarie”. Sottoscrive il presidente della Lilt, Domenico Francesco Rivelli. La terra, dice, garantisce ai malati di cancro il ritorno a uno stile di vita sano: “In un fazzoletto di terra, vedono nascere fiori e frutti e capiscono che la vita continua. C’è forse un sostegno migliore?”.

Un dispositivo utile ad addetti ai lavori e semplici appassionati

AppOLEA: l’applicazione per autocensire gli ulivi monumentali di Puglia di Paola Dileo

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rosegue l’attività di tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali di Puglia .Sempre nell’ottica della loro funzione produttiva , di difesa ecologica e idrogeologica ,nonché in qualità di elementi peculiari caratterizzanti della storia, della cultura del paesaggio regionale, il Servizio Ecologia della regione Puglia ha predisposto una App in attuazione della L. R. 14 del 2007, che consente di conoscere il patrimonio ulivetato ad oggi censito. Un dispositivo utile a servizio degli addetti ai lavori ma anche di semplici cultori dei patriarchi pugliesi. AppOLEA è di facile consultazione: permette di visualizzare la mappa con rivelazione della posizione attuale, in cui sono riportate gli alberi censiti con relative schede anagra-

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fiche. Inoltre è possibile segnalare alberi d’ulivo monumentali scattando una foto dal proprio smartphone. L’applicazione individuerà la geolocalizzazione della pianta e all’utente spetterà inserire altezza e diametro del tronco. I dati saranno analizzati dallo staff tecnico del Servizio Ecologia della Regione Puglia. Se l’albero risponde ai requisiti previsti dalle legge, potrà essere inserito nel catalogo . Una segnalazione finalizzata all’autocensimento degli esemplari di ulivo monumentali. Al momento le piante censite nella nostra regione sono appena 350 000, appena il 5% di quei 6 milioni totali stimati. AppOLEA è scaricabile gratuitamente negli store IOS, ANDROID,WINDOWS MOBILE. Dopo il Login occorrerà registrarsi sul sito www. sit.puglia.it www.foglie.tv


Il primo roadshow internazionale per promuovere la soluzione

Valagro presenta “Kendal Nem in Tour”

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alagro, azienda leader nella produzione e commercializzazione di biostimolanti e specialità nutrizionali, presenta il primo roadshow internazionale “Kendal Nem in Tour”, un’iniziativa inedita che ha fatto tappa inPuglia, presso Di. Pr. A. Service s.r.l., a Canosa di Puglia (BT). Il Kendal Nem in Tour ospiterà incontri formativi, attività nei punti vendita, meeting e field days, aperti a distributori e agricoltori, opinion leaders e tecnici di settore, con il fine di illustrare le potenzialità e i benefici di Kendal Nem, una soluzione unica per la sua capacità distintiva di assicurare alle colture una nutrizione completa anche in presenza di nematodi. Frutto dell’esclusiva tecnologia GEA099, Kendal® Nem è un biostimolante specifico che, in presenza di suoli affetti da nematodi, parassiti dannosi per le piante, lavora direttamente sull’apparato radicale della pianta accrescendo lo sviluppo vegetativo e il vigore delle radici; il risul-

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tato per gli agricoltori è un aumento della produzione sia in termini qualitativi che quantitativi, anche in condizioni ostili di crescita. “È stato stimato – spiega il Farm Product Manager Alfredo Sgrignuoli – che la perdita globale dei raccolti causata dai nematodi ammonta a 100 miliardi di dollari l’anno (fonte: APS – American Phytopatological Society). Si tratta di effetti molto spesso sottovalutati dagli operatori del settore. Per questo, con il Kendal Nem in Tour, Valagro intende promuovere maggiore consapevolezza su questa problematica e offrire una soluzione innovativa ed efficace, adatta a tutte le colture, quale è appunto Kendal Nem”. Dopo la tappa di Canosa (BT), il roadshow Kendal Nem in Tour proseguirà in Basilicata e Sicilia. In concomitanza con le date italiane, il roadshow è approdato anche in Spagna e Brasile, e si concluderà in Turchia il 23 Ottobre.

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gricoltura

Banane, noci di cocco, mango, platani e ananas

I Big 5 del mercato mondiale della frutta esotica

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anane, noci di cocco, mango, platani e ananas: sono i Big 5 del mercato mondiale della frutta esotica di cui coprono quasi l’80% della produzione complessiva (265 milioni di tonnellate su un totale di 332,7 calcolato su 23 frutti). Lo segnala il database della Fao. Nella selezione sono stati inclusi i Paesi che rientrano nella Top-10 produttiva di almeno due dei cinque frutti tropicali piÚ impor tanti. Le analisi sul fronte delle corporation si concentrano in par ticolare sul compar to delle banane dove le prime 5 imprese pesano ancora in modo significativo seppur con una quota decisamente ridotta rispetto all’inizio del secolo.

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Non è più uno strumento per ricchi

Droni in agricoltura: tutte le possibilità

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i è svolto a Milano lo scorso 25 settembre il convegno dal titolo “Contoterzismo e applicazione dei droni in agricoltura”. Si è così fatto il il punto sulle applicazioni dei droni in agricoltura. Tra i temi affrontati, la concimazione e i trattamenti differenziali resi possibili dai droni; la possibilità di distinguere e valutare il mais da indirizzare al digestore anaerobico o alla zootecnia come trinciato. L’importanza che ricoprono in viticultura, frutticoltura e risicoltura, ma anche nella lotta alla piralide del mais. Si è discusso inoltre, dei vantaggi portati dai droni nel lavoro dei forestali, che possono stimare il valore di macchiatico (la quantità di legno in un bosco) dall’alto, senza martellare le singole piante. Infine, i droni rappresentano un nuovo modo per affrontare il dissesto idrogeologico, potendo sorvolare da vicino e valutare le aree a rischio, spesso impervie, come si trattasse della facciata di una cattedrale N° 17 - 1 OTTOBRE 2015

medievale. “Il drone non è più uno strumento per ricchi, incomincia a costar poco - spiega il Tommaso Maggiore dell’Università degli Studi di Milano -. Ciò che conta è che il terzista lo introduca tra i servizi in grado di fare la differenza sul piano della qualità, sempre in collaborazione con un agronomo. Contoterzisti e agronomi costituiscono, infatti, un’accoppiata inscindibile per poter introdurre l’agricoltura di precisione e prospettare alle aziende agricole un futuro sostenibile”. “Il rapporto che lega dottori agronomi, agricoltori e agromeccanici è delicato perché solo sulla loro alleanza si potrà costruire l’agricoltura del futuro - spiega il presidente di Uncai Aproniano Tassinari -. Le dimensioni medie dell’azienda italiana non permettono all’agricoltore di essere autonomo, di acquistare tutte le macchine e assumere tutte le persone di cui avrebbe bisogno, senza compromettere la sua impresa. Qui entrano in gioco

gli agromeccanici, gli unici a poter fare un’economia di scala, e i dottori agronomi, professionisti esperti nelle tecnologie agronomiche più sofisticate e moderne”. Quando l’alleanza manca, può presentarsi un problema politico: “Nel caso dei PSR - spiega Giuliano Oldani - gli amministratori locali sbagliano a premiare gli agricoltori in termini di aiuti per l’acquisto di macchinari. I soldi devono andare all’agricoltura, sia chiaro, ma il PSR dovrebbe premiare gli agricoltori che decidono di seguire protocolli agronomici virtuosi, come per esempio l’iniezione del refluo, che potrà poi esternalizzare. Incoraggiare invece l’acquisto di macchinari costosi non solo è sbagliato perché l’esperienza insegna che spesso l’agricoltore fa un uso sbagliato, credendo di ottimizzarne l’utilizzo. Incoraggiarli all’acquisto significa soprattutto mettere una croce sulle sue spalle che avrà sempre grossi difficoltà nell’ammortizzare l’acquisito”.

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La chiusura il 23 novembre a Bari

Gli Stati Generali della Cultura e del turismo presentati dall’assessore Liviano

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l primo appuntamento c’è stato il 28 settembre a Taranto. L’ultimo il 23 novembre all’Università di Bari con un libro bianco che raccoglierà le proposte e le aspettative dei territori. Gli Stati Generali della Cultura e del turismo, otto tappe in tutto il territorio pugliese (da Lecce a Brindisi, da Foggia ad Andria) sono stati presentati in Fiera, nel padiglione della Regione, in un incontro al quale hanno partecipato l’assessore regionale all’Industria turistica e culturale, Gianni Liviano, il presidente della Fiera del Levante, Ugo Patroni Griffi, e Titti De Simone, consigliere del presidente della Regione, Michele Emiliano, per l’attuazione del programma di governo. “Sappiamo che nel campo turistico – ha detto Patroni Griffi- si può fare ancora molto in termini di ampliamento dell’offerta e destagionalizzazione. Fiera e Regione Puglia possono continuare a lavorare insieme per creare nuovi eventi, sull’esempio della Notte della Taranta, a partire da simboli della città come San Nicola”. “Grazie ad alcune misure del Por 2014-2020 – ha sottoline-

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ato Liviano - adesso abbiamo complessivamente 545 milioni di euro a disposizione per la cultura e il turismo. Per questo avvieremo percorsi di monitoraggio della qualità della spesa. Con l’impegno e la passione di tutti fra cinque anni potremo raccontare ancora altri successi”. Comunità, felicità e lavoro sono le parole chiave e gli obiettivi della nuova strategia regionale per la cultura e il turismo che verrà costruita con operatori, associazioni e imprese. Gli incontri degli Stati Generali si svolgeranno con il metodo Ost (Open space technology): all’inizio degli appuntamenti verrà consegnata ai partecipanti una scheda sui punti di forza e di debolezza dei territori. Con alcune parole chiave verranno organizzati i tavoli di lavoro seguiti da un facilitatore. Nel pomeriggio le proposte verranno presentate all’assemblea e poi organizzate per l’epilogo in programma all’Università di Bari il 23 novembre. “Proviamo a iniziare questa esperienza degli Stati Generali - ha detto ancora Liviano - per diventare compagni di un percorso strategico condiviso nel quale tutti noi siamo

costruttori di comunità. Vogliamo camminare insieme e, pur rispettando le diverse idee, esigenze e interessi specifici di cui i vari territori della Puglia sono portatori, vogliamo costruire una comunità bella e felice. Felicità, altra parola importante. Per costruire una comunità bella e felice è importante inserire fra gli obiettivi occupazione e sviluppo delle imprese. Il percorso della cultura e turismo che faremo insieme dovrà servire a creare imprese, a economia e occupazione. Per fare questo occorre un piano strategico e non finanziamenti a pioggia per i singoli eventi. Occorre una comunità e non battitori liberi”.

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Promosso dai Gruppi di Azione Costiera (Gac) della regione Puglia

Progetto Medit.Cul.T. , come aderire

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vviso pubblico, previsto nel progetto Medit.Cul.T., riportante le modalità per aderire all’inserimento dati delle attività degli operatori turistico - ricettivi e degli operatori commerciali del settore ittico, nelle attività di caratterizzazione dell’intero territorio costiero dei GAC della regione Puglia, finalizzate alla creazione di un unico database. MEDIT.CUL.T è un progetto di cooperazione che ha lo scopo di attuare una strategia interterritoriale di caratterizzazione del territorio e di valorizzazione dei prodotti ittici del Mediterraneo, finalizzata a promuovere l’eredità storica del mondo della pesca oltre alle culture e le tradizioni connesse

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alla fascia costiera. Il Gac Mare degli Ulivi invita ad aderire, compilando l’apposito modulo, tutti gli operatori aventi sede nei territori costieri di Mola di Bari, Polignano a Mare, Monopoli e Fasano, rispondenti alle seguenti categorie: hotels, villaggi turistici, ristoranti, lidi balneari, agenzie viaggi, tour operator, punti di vendita diretta, commercio al dettaglio di prodotti ittici, commercio all’ingrosso di prodotti ittici, barche da pesca che esercitano il pesca turismo, ittiturismo. Con l’adesione al database si autorizza ad inserire il nominativo della ditta e i suoi marchi su i siti internet e sul materiale pubblicitario che potranno far parte di iniziative promozionali nazionali ed interna-

zionali del progetto Medit.Cul.T., quali: - inserimento nel portale www.meditcult.com, che avrà lo scopo di rendere liberamente e facilmente fruibili, agli utenti del web, tutte le informazioni fornite dalle strutture aderenti, diventando un importante strumento promozionale a costo zero per le aziende coinvolte; - inserimento nella “Rete Blu”, consistente nella realizzazione di: “La Mappa della Rete Blu” (pieghevole che riassumerà i principi, le regole e la distribuzione degli operatori aderenti); “A spasso per i GAC” (pacchetti turistici realizzati con il coinvolgimento di tour operator specializzati per il turismo “responsabile”).

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Dopo una lunga battaglia parlamentare

ETICHETTA: RITORNA L’OBBLIGO DI INDICAZIONE DELLO STABILIMENTO DI PRODUZIONE

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opo una lunga battaglia parlamentare e numerosi cittadini che hanno fatto sentire la propria voce attraverso petizioni online e mailbombing al ministero dell’Agricoltura, il Consiglio dei Ministri ha reso di nuovo obbligatoria l’indicazione della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari. La dicitura, un elemento fondamentale per la tracciabilità del made in Italy e per il rispetto dei consumatori, era scomparsa in concomitanza con l’entrata in vigore, nel dicembre 2014, del Regolamento europeo 1169/2011 in materia di etichettatura degli alimenti. Ora la palla passa all’Ue che dovrà dare la definitiva approvazione alla decisione italiana. “E pensare che se il Governo avesse accolto, sin dallo scorso dicembre, la nostra proposta di legge – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – ci saremmo tenuti stretti l’etichetta, così come la conoscono da tempo i consumatori italiani, già nove mesi fa. Allora accogliemmo l’appello delle associazioni e del sito www. ioleggoletichetta.it nonché invitammo i cittadini a far sentire la propria voce in nome di una etichetta trasparente e in grado di fornire l’indicazione dello stabilimento di produzione e trasformazione del prodotto acquistato. Cittadini che in maniera massiccia inviarono mail al Ministero dell’Agricoltura. Allora sarebbe bastata una mera comunicazione, per tempo, all’Unione europea per far sì che il nostro Paese potesse mantenere questa informazione nell’etichettatura dei propri prodotti ma – continua L’Abbate (M5S) – il Governo ha preferito far orecchie da mercante e arrivare in ritardo, mettendo a rischio le eccellenze agroalimentari italiane. In questi anni abbiamo presentato numerosi atti parlamentari per spingere l’Esecutivo renziano ad una presa di posizione in difesa del made in Italy: raccogliamo con piacere questa piccola grande vittoria ma continueremo con il fiato sul collo finché la norma non verrà ripristinata”.

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Erbe aromatiche e peperoncino

I nuovi sapori dell’ortofrutta secondo CoPraVal

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l consorzio CO.PR.A.V.A.L. (Consorzio Produttori Aromatiche in Vaso Alimentari del Lazio) è la prima OP ortofrutticola italiana che propone aromatiche alimentari in vaso. Aderente all’unione nazionale UNAPROA, è nata dalla volontà di aggregazione di cinque aziende con una consolidata storia ortofloricola e che, nel 2013, hanno prodotto circa 2 milioni di piante collocate principalmente presso la Gdo italiana. A capo del Consorzio c’è Remo Di Meo un esperto agricoltore, il quale con la sua lungimiranza ha dato il via a questo nuovo business per il settore orticolo professionale; oggi infatti proprio grazie agli sforzi congiunti del Consorzio, di Unaproa e del Mipaaf - la produzione di aromatiche per uso alimentare è stata equiparata a una vera e propria produzione orticola ed è dunque ricompresa all’interno dell’OCM-Organizzazione comune di mercato per l’ortofrutta. Un grande successo per il segmento delle erbe aromatiche alimentari in vaso, che oggi Copraval cerca di replicare anche per una produzione che sta incontrando sempre maggiori consensi: quella del peperoncino. Il peperoncino: tante opportunità an-

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cora in nuce Come sottolineato dall’agronomo Enrico Barcella, tra gli organizzatori dell’incontro svoltosi lo scorso 18 settembre presso l’azienda Di Meo Remo, dal titolo “Peperoncini & aromatiche alimentari in vaso: i nuovi sapori dell’ortofrutta”, il peperoncino vanta millenni di storia ed è giunto in Spagna per la prima volta grazie a Cristoforo Colombo nel 1493... eppure ancora oggi non si sa quale sia il suo corretto codice doganale come pianta alimentare in vaso (cioè non ornamentale)! Tra i relatori intervenuti all’incontro, il dott. Alberto Manzo del Mipaaf (Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare) ha sottolineato come la produzione italiana di peperoncini (proveniente principalmente da Calabria, Basilicata, Puglia e Abruzzo) benché rinomata, sia del tutto insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale; si pensi, a tal proposito, che circa il 70% dei peperoncini che finiscono sulle nostre tavole è importato dai Paesi asiatici. “Il problema del riconoscimento di una filiera italiana - ha detto Manzo - non è dunque solo una questione nominale, ma anche di tutela della salute del consumatore”.

Per favorire la filiera del peperoncino, il Ministero delle Politiche agricole ha messo in atto, fin dal 2013, tutta una serie di azioni, tra le quali: favorire il livello di organizzazione tra produttori, definire percorsi di qualità, lavorare alla creazione di un rapporto integrato di filiera, sostenere la competitività delle produzioni italiane (per es. investendo nella meccanizzazione della raccolta, oggi quasi inesistente) e introdurre innovazioni varietali. Tutte queste azioni sono confluite anche nel progetto di ricerca Pepic, coordinato da Teodoro Cardi del CREA-ORT. “L’Italia avrebbe tutte le caratteristiche per imporsi come uno dei maggiori produttori a livello mondiale”, ha sottolineato Manzo. Il problema, a monte di tutto, è che la legge italiana sulla coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali” risale nientemeno che al 6 gennaio del 1931!”Abbiamo urgente bisogno di revisionare e rinnovare la normativa in materia, ormai talmente datata da contemplare ancora un controllo diretto da parte dell’erborista sulla produzione delle erbe officinali!”, ha notato il funzionario del Mipaaf.

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