FOGLIE n.19/2020

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Agricoltura - Agroalimentare - Turismo rurale

Numero 19 - 1 novembre 2020 www.foglie.tv

FOGLIE: QUELLO CHE NON VIENE COMUNICATO NON ESISTE

Comunicazione integrata: rivista, social, web tv Servizi e interattivitĂ a favore del settore

AGRICOLTURA

Risorse anti Covid: 19 milioni di euro invece di 32 Campagna olearia: cali di produzione sino al 75% AGROALIMENTARE

Boom consumi pasta: +29%


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AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

IL MONDO DELL’AGRICOLTURA A PORTATA DI MANO MAGAZINE - WEB TV - WEBINAR

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Il posizionamento dei prodotti è da considerarsi indicativo e soggetto ad adattamenti in funzione delle realtà locali. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto. Si richiama l’attenzione sulle frasi e simboli di pericolo riportati in etichetta. È obbligatorio l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale e di attrezzature di lavoro conformi (D.Lgs 81/2008 e ss.mm.).”



Editoriale

Numero19 18--115 Ottobre 2020 2020 Numero Novembre

QUINDICINALE DI AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE Iscritto all’Albo Cooperative a Manualità Prevalente N.A182952

Editrice

G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore Responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Donatello Fanelli, Rino Pavone, Mara Coppola, Gianvito Gentile, Giuseppe Sciannamblo Pubblicità G.Ed.A. Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61 / 06 del 15 / 11 /2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 904 0264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazioni ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

CENTRO MEDIA REGIONALE

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FOGLIE NON LASCIA MA RADDOPPIA DI DONATO FANELLI EDITORE FOGLIE / FOGLIETV

Ci troviamo purtroppo inseriti in un contesto pandemico con il quale tutta la filiera dell’agricoltura e dell’agroalimentare deve confrontarsi. All’interno di queste filiere c’è la parte inerente l’informazione con Foglie e FoglieTV che da oltre 14 anni seguono questi settori. Abbiamo voluto e continuiamo a dare dei messaggi di supporto per tutto il comparto: nei mesi passati abbiamo lanciato la campagna “Mangia Sano , Mangia Italiano“ in cui abbiamo voluto promuovere le eccellenze territoriali ed italiane dell’agroalimentare ed oggi vogliamo dare un segnale ancora più inequivocabile con il restyling completo alla nostra rivista riprendendo un concetto importante che ha contraddistinto la nostra nascita: “Foglie non si sfoglia ma si legge“ . Con questo concetto si rimarcava l’importanza di quanto fossero ponderate, ricercate, utili le informazioni che abbiamo sempre trasferito all’interno del giornale; il restyling non è quindi solo una nuova facciata ma un progetto nel quale la rivista diventa un unicum con i social (facebook, instagram etc) sempre più importanti all’interno della comunicazione di ogni settore. Interattività totale seguendo il passo dell’agricoltura che sta sempre diventando più digitale. Questo è il primo passaggio che si lega a tutta una serie di servizi che come testata intendiamo sviluppare per una comunicazione integrata ed efficace a 360° gradi che possa raggiungere tutti i target di riferimento. Webinar e focus dedicati alle filiere (cerealicola,ortofrutticola, olivicola, zootecnica etc) e che diventano un momento di confronto fra i vari attori coinvolti: produzione, commercializzazione, distribuzione, mezzi tecnici, finanza. Tutto all’insegna di un maggiore e proficuo dialogo continuando a perseguire un altro concetto fondamentale che ha sempre contraddistinto Foglie e FoglieTV: ciò che non viene comunicato non esiste. L’intenzione è fare in modo che tutte le eccellenze imprenditoriali, tutti i nuovi prodotti e sistemi produttivi , le nuove tecnologie possano essere comunicati al meglio a beneficio dell’intero comparto. Dare voce, immagine, contenuto a questi processi all’interno di questa fase diventa ancora più importante vista la mancanza o minore utilizzazione della socialità e dei momenti di confronto. L’obiettivo è ridare centralità ad un settore definito primario non perchè più importante degli altri ma perchè senza il quale gli altri settori non esistono. Dare voce in tutte le forme possibili ed in modo sincronizzato ad un settore che ne aveva bisogno quando siamo nati e ne ha ancora più bisogno in questo momento storico dell’intera umanità. Foglie e FoglieTV non lasciano ma raddoppiano gli sforzi ed i mezzi per raggiungere e far raggiungere tale obiettivo.



Sommario

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5 Editoriale Foglie non lascia ma raddoppia Mondo Gal Partito il progetto Credit Smart 8 Agricoltura Bene i 19mln euro per i settori colpiti dal Covid 9 Campagna olearia 10 Agricoltura Xylella: 36mln di euro per combattere il virus 11 Agricoltura Incremento sostanza organica e difesa suolo 12 Agricoltura Arrivano le castagne 100% Made in Italy 13 Agricoltura Xylella fastidiosa: abbattuti ulivi a Monopoli 14 Agricoltura 18 Agroalimentare Cibo “Free From” vale 6,9 miliardi 19 Turismo rurale Manuali pratici per vivere di turismo 20 Agroalimentare Ora solare, il menù salva sonno 21 Agroalimentare Pasta day: boom di prodotti mediterranei 22 Agroalimentare Evento finale del progetto Innonets Mele e mirtilli contro l’alzheimer 23 Salute 24 Agroalimentare Giù i calici nel semestre peggiore di sempre Decreto ristori: aiuti anche per l’agricoltura 26 Agricoltura Avversità climatiche 27 Agricoltura 28 Agroalimentare Vino e alcolici: Brexit e nuove etichette 29 Agroalimentare Feel Food italia celebra i prodotti locali 30 Agroalimentare Cirsone nuovo direttore Nasce Apulia Wedding Destination 31 Turismo rurale


Mondo GAL

1 Novembre 2020

PARTITO IL PROGETTO CREDIT SMART CAPOFILA IL GAL PONTE LAMA

Partito il progetto Credi Smart che vede capofila il GAL Ponte Lama (Bisceglie, Molfetta, Trani) e vanta illustri partner quali, Università di Foggia, Confagricoltura Bari, Cia, Confcooperative, Aproli Bari e Tinada. Il progetto, in linea con la legge regionale sulla filiera corta, si pone l’obiettivo di favorire la commercializzazione delle produzioni agricole locali nonché promuoverne il consumo e contrastare, allo stesso tempo, l'utilizzo di "cibi spazzatura". Attraverso il sistema di distribuzione "SMARTCHAINH24", verranno distribuiti esclusivamente prodotti agroalimentari di qualità, tipici, freschi e trasformati provenienti direttamente dagli agricoltori/produttori del territorio della Puglia. I nostri produttori agricoli, sempre più spesso, vedono svalutare i propri prodotti a vantaggio degli altri attori della filiera agroalimentare così come il consumatore, costretto ad uno stile di vita frenetico,

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lascia poco spazio all'acquisto ma ricerca prodotti sani e di qualità. Credi Smart risponde dunque a tre esigenze fondamentali: ridare valore alle produzioni locali, incrementare il reddito dei produttori e promuovere uno stile di vita sano. Il prototipo della SMARTCHAINH24, che sarà collegata con una piattaforma per la prenotazione e l’acquisto del prodotto, favorisce, in maniera innovativa, un rapporto più diretto tra produttore e consumatore. Le attività di sperimentazione coinvolgeranno almeno 150 consumatori e 30 referenze alimentari stagionali. Protagonista del progetto pilota, finanziato dalla Sottomisura 16.2 del PSR Puglia 2014/2020, è anche la cooperazione per l’innovazione tra i partner che hanno dato vita ad un Gruppo Operativo strettamente connesso al PEI AGRI. Il 14 settembre scorso si è tenuto il kick-off meeting in cui è stato presentato il piano di attuazione, dando il via al progetto.


Agricoltura

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“BENE I 19 MLN DI EURO PER I SETTORI COLPITI DALLA CRISI COVID, MA C’ERANO RISORSE PER 32 MLN” CONFAGRICOLTURA E COPAGRI PUGLIA

Confagricoltura Puglia e Copagri Puglia prendono atto che la Regione sulla Misura 21 ha destinato quasi 19 mln di euro per i settori floricolo, vitivinicolo e agrituristico, ma sarebbe stato opportuno inserire i settori zootecnico e olivicolo, visto che erano disponibili 32 mln di euro per la misura in questione. La Regione ha predisposto i bandi previsti per affrontare le difficoltà da parte delle aziende agricole a seguito della crisi economica scatenata dalla pandemia. Per il presidente di Copagri Puglia, Tommaso Battista: “i 19 milioni di euro stanziati per i settori floricolo, vitivinicolo e agrituristico potevano essere 32 mln e poteva essere inserito il settore zootecnico. Il PSR Puglia 2014/2020 continua a non considerare la zootecnia come un settore degno di attenzione. Infatti, nel PSR non era stata indicata alcuna misura in favore del benessere animale, nonostante gli impegni assunti ad inserirla. Tra l’altro la Puglia risulta essere unica regione in tutta Italia a non aver adottato provvedimenti in tal senso. Riscontriamo dunque che la misura 21 “Covid” si dimentica ancora una volta della zootecnia.”

CAMPAGNA

AGRUMICOLA 2020

CONFRONTO DEI PREZZI IN PUGLIA

“I settori dimenticati dalla Regione con questa misura sono più di uno - aggiunge il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro - l’olivicoltura ha subito danni notevoli dalla chiusura del canale HO.RE.CA e, tuttavia, nonostante la disponibilità di risorse, nulla è stato previsto per la filiera olio d’oliva. Capiamo la riluttanza della Regione di fonte ai possibili rilievi dell’UE, ma uno sforzo ed un tentativo andava fatto per superare le resistenze di Bruxelles, come hanno fatto altre regioni”. Anche per la misura 21 la Regione Puglia è stata l’ultima in termini di presentazione dei bandi. Tale situazione ha un motivo preciso; la Relazione Annuale sullo stato del PSR, presentata con ritardo, è stata contestata dalla UE per incompletezza della valutazione. La Commissione europea vuol comprendere il motivo per cui la spesa complessiva è ancora ferma al 40% dopo cinque anni. Senza il covid-19 il 2020 sarebbe l’ultimo anno. “La risposta è semplice, anche in questo caso con una disponibilità di 32 milioni si sceglie di ren-dere disponibili solo 18,8, escludendo comparti economici importanti della regione e perdendo un’altra occasione per fare spesa” concludono Lazzàro e Battista.

In prossimità della campagna agrumicola 2020, Foglie vuole condividere con i suoi lettori e addetti ai lavori uno spazio dedicato al confronto dei prezzi in Puglia sull’andamento di mercato degli agrumi. MODALITÀ PER LA RACCOLTA DEI PREZZI:

- Contatta la pagina Facebook di Foglie, lascia il tuo recapito telefonico per essere aggiunto ad un broadcast Whatsapp - Indica il prezzo di vendita degli agrumi e paese dove sono state conferite - Invia una foto del prodotto e alcuni momenti durante la raccolta

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Contattaci su Facebook o scrivici al 333 1721696


Agricoltura

CAMPAGNA OLEARIA: BUONA LA QUALITÀ MA CALI DI PRODUZIONE SINO AL 75% Iniziata la raccolta in Puglia Con la raccolta del leccino nel Salento è iniziata la scorsa settimana la campagna olivicola in Puglia. Nel complesso sul territorio regionale ci sono preoccupazioni per il calo della produ-zione e le alte giacenze. Circostanze che si sommano a quella che in Puglia è oramai una preoccupazione cronica nel settore olivicolo: i danni provocati dalla Xylella fastidiosa e il suo diffondersi. “Già dai giorni scorsi, alcuni produttori salentini hanno iniziato la raccolta delle olive e in Puglia ci attendiamo un’ottima qualità ma una produzione bassa. Prima di guardare al futuro, tuttavia, occorre guardare le giacenze” dice il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro. Lo stock di olio detenuto in Italia al 30 settembre 2020 ammonta a 260.168 tonnellate. In Puglia è conservato il 31,6% di queste giacenze. Se si guarda alle province pugliesi, quella di Bari da sola detiene il 15% del totale seguita dalla Bat con il 7%.

1 Novembre 2020 “In merito al calo di produzione – rileva Lazzàro – Confagricoltura Puglia ha approntato una stima sulla diminuzione della produzione delle olive nelle province: nella zona di Bari il calo è previsto in circa il 70% in meno rispetto al 2019; Brindisi, circa 40% in meno; Lecce circa il 75%; Taranto, circa il 25% in meno rispetto allo stesso periodo, Foggia circa il 20% in meno”. Per il presidente del settore olivicolo di Confagricoltura Pantaleo Greco “In Puglia c’è una riduzione generalizzata ma non omogenea. Fattori non controllabili come siccità, gelate, grandinate possono provocare cali drastici nella produttività di un’annata, ma possono anche avere ripercussioni più rilevanti, che comprendono un periodo di tempo più ampio. Il 2020 sarà ricordato come annata di scarica. In più a questo si aggiungono i problemi fitosanitari e la mancanza di programmazione e controlli alle frontiere difficili da attuare sulla provenienza dell’olio”. “L’intero settore olivicolo Pugliese nel 2020 rischia di finire stritolato tra la Xylella, il calo di produzione e le eccessive giacenze, situazione estremamente pericolosa anche per i possibili tentativi di truffa che si possono innescare.” Per Confagricoltura Puglia “è necessario che le istituzioni nazionali e regionali mettano a punto misure urgenti di sostegno e soprattutto strategie per il futuro dal momento che in Italia manca da troppo tempo un forte piano olivicolo.” Nell’area infetta sono ripartiti lentamente i reimpianti delle cultivar ad oggi consentite, ma è necessaria la massima prudenza in attesa di nuove cultivar per favorire al massimo la biodiversità e per individuare ulteriori forme di resistenza/tolleranza ancora maggiori di quelle rinvenute e ulteriormente da investigare. “Bisogna privilegiare i veri agricoltori con misure che possano sostenere il loro reddito e favorire l’innovazione e va fatto urgentemente prima che la situazione diventi davvero irreparabile”.

Produzione di olio in un frantoio

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Agricoltura

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XYLELLA: CORSA AD OSTACOLI PER SPENDERE 32MILIONI DI EURO CALAMITA' 2016 COMUNI FACCIANO PRESTO PER NON PERDERE RISORSE

Corsa ad ostacoli per spendere i 32,6 milioni di euro della calamità 2016 da liquidare obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2020, per cui serve una forte accelerata all’iter amministrativo dei 120 Comuni interessati delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. E’ quanto ha chiesto Coldiretti Puglia, in una lettera inviata all’Assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia e al presidente di ANCI (associazione nazionale comuni italiani) Puglia Vitto (sindaco di Polignano a Mare), affinché sollecitino i Comuni a verificare con estrema urgenza DURC, anagrafica tributaria e antimafia delle aziende agricole ricadenti nell’area delimitata a cui è stato riconosciuto lo stato di calamità, per non perdere risorse vitali per la stessa sopravvivenza del tessuto agricolo del Salento. Il Decreto attuativo relativo alle indennità compensative contempla le annualità 2017, 2018 e 2019, ma il provvedimento – dopo ampio pressing di Coldiretti Puglia – ha ricompreso anche l’annualità 2016, per cui è possibile utilizzare il regime di esenzione del 2015, con una dotazione finanziaria di 32.6 milioni di euro, utilizzando parte delle risorse del Piano per le calamità e destinandole agli interventi compensativi. Ma serve di fare in fretta, perché le risorse vanno spese entro il 31 dicembre 2020, sennò andranno perse. Per l’erogazione dei 120 milioni di euro del Piano per le indennità

compensative,la Regione Puglia ha inviato al Ministero delle Politiche Agricole la richiesta di declaratoria di calamità naturale – spiega Coldiretti Puglia - con l’accelerata impressa dal Ministro che sta consentendo la piena attuazione del Piano per la Rigenerazione olivicola nell’area infetta da Xylella fastidiosa in Salento con l’approvazione degli strumenti per il ristoro della calamità. Pertanto, è indispensabile e urgente che i 120 Comuni interessati delle province di Lecce, Brindisi e Taranto considerato che le istruttorie sono state completate, procedano senza indugio alle verifiche di DURC, anagrafica tributaria e antimafia delle aziende ricadenti dell’area delimitata per cui è stato riconosciuto lo stato di calamità. L’importo di 32.6 milioni di euro delle indennità compensative relative all’annualità 2016 deve essere speso necessariamente entro e non oltre il 31 dicembre 2020, pena la perdita delle risorse, rischio che le imprese agricole non possono correre in alcun modo. La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera corale, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

Alberi di ulivi colpiti dalla Xylella

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Agricoltura

1 Novembre 2020

INCREMENTO DI SOSTANZA ORGANICA E DIFESA DEI SUOLI (PSR): COSA HA STABILITO IL TAR CON LA SENTENZA N. 1132 DEL 2020 Con la sentenza n. 1132 del 2020 il TAR Puglia è entrato nel merito della misura 10.01 – operazione 10.1.2 relativa all’incremento di sostanza organica e difesa dei suoli. Con questa misura del PSR Puglia, il Legislatore Comunitario e la Regione Puglia, hanno voluto finanziare la distribuzione delle sostanze organiche sui terreni agricoli, sotto forma di ammendanti. Il ricorso ed i successivi motivi aggiunti si appuntavano essenzialmente sulla violazione dei metodi di analisi del terreno che venivano disciplinati dal D.M. 13 settembre del 1999 e dalla determinazione 31/2018 della Autorità di Gestione della Regione Puglia. In questo procedimento il Tar Puglia, concordando sulla nostra impostazione difensiva, ha espresso due principi importanti :

1) la variabilità dei suoli, pur nel contesto di aree omogenee, che determina per tutta conseguenza che solo un numero adeguato di prelievi di campioni di terreno può produrre un risultato attendibile circa il grado di fertilità di un suolo; 2) la legittimità dell’azione amministrativa, da parte della Regione Puglia, nell’effettuare in un momento successivo la riesecuzione delle analisi in contradditorio con l’azienda che ha richiesto il sostegno. Il secondo principio, esposto nella nostra memoria di costituzione per conto di una azienda ammessa e controinteressata nel procedimento, partiva dal presupposto che l'ente istruttore, cioè la Regione Puglia, dovesse sempre conservare il potere di attuare verifiche postume per saggiare la congruità dei dati dichiarati nella domanda di sostegno iniziale. Verifiche postume che possono essere eseguite anche in un momento successivo all’ammissione delle aziende nella fase istruttoria tecnico-amministrativa. Il TAR Puglia ha sposato questo principio, tra le altre cose rinveniente dalla normativa comunitaria, ed ha rigettato il ricorso introduttivo. A questo punto la speranza è che i produttori possano vedersi pagata la misura sebbene i ricorsi pendenti siano ancora diversi. La riflessione che consegniamo al neo assessore Donato Pentassuglia è di impostare, già da questo momento, una programmazione futura basata su bandi di misura chiari e perfettamente aderenti alla normativa comunitaria. Intanto occorre recuperare i fondi disponibili derivanti dallo sviluppo rurale e giocarsi la partita fino in fondo. I margini esistono ed il Presidente Emiliano, forte del nuovo consenso maturato, deve trovare una soluzione meno dannosa possibile per il sistema agricolo pugliese. Avv.Gabriele Romagnuolo

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Agricoltura

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ARRIVANO LE CASTAGNE 100% MADE IN PUGLIA

PATRIMONIO ANCORA VIVO SUL GARGANO, NEL BASSO SALENTO, TRA OSTUNI E CISTERNINO E SULLA MURGIA Arrivano le prime castagne pugliesi, un patrimonio della biodiversità a rischio di estinzione in Puglia, con i superbi castagneti che campeggiano sul Gargano, tra Vico del Gargano, Carpino, Ischitella e Cagnano, nel basso Salento tra Supersano, Alessano e ai Paduli, sulla Murgia. Si tratta di un ritorno atteso di un prodotto molto gradito dai consumatori che è a rischio di estinzione in Puglia anche per la presenza del cinipide galligeno del castagno proveniente dalla Cina, che provoca nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. E’ proprio questa la storia di Peppe Calabrese, un agricoltore eroico di Vico del Gargano, che si prende cura di un castagneto di 80 anni, strappato al cinipede del castagno (Dryocosmus kuriphilus) attraverso la lotta biologica con la diffusione dell’insetto antagonista naturale Torymus sinensis e dal 29 settembre ha iniziato la raccolta della prelibata varietà di castagne San Michele. “L’umidità del mese di settembre ha provocato un calo del raccolto, ma la qualità è straordinaria – dice Peppe Calabrese – con la castagna dalla buccia lucida che viene via molto facilmente e il frutto è molto dolce”.

le importazioni nel 2019 sono risultate pari a ben 32,8 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città i consumatori devono prestare attenzione alla qua-lità per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Un patrimonio che continua a essere presente nelle tradizioni alimentari autunnali degli italiani da consumare in diversi modi: arrosto (dopo averle incise sul lato bombato metterle in una padella di ferro con il fondo forato e cuocerle o sul fuoco vivo o in forno per circa 30 minuti, dopo la cottura si consiglia di avvolgerle in un canovaccio umido); lesse (dopo averle lavate accuratamente, cuocerle in abbondante acqua salata per circa 40 minuti); cotte in latte e zucchero; usate per particolari ripieni, nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne.

Si resta ancora lontani dai fasti produttivi del passato per quello che Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari. Basti ricordare che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili. Le castagne sono consumate dall’uomo fin da tempi immemorabili, ne parla per primo lo storico greco Senofonte, vissuto tra il 430 e il 355 A. C, che definisce il castagno “l’albero del pane”, poi nel 40 a.c. Marziale. Di castagne parla ancora Virgilio (il quale suggerisce d’innestare il castagno sul faggio) che le ricorda cucinate con il latte e mangiate con il formaggio. Per secoli un vero alimento, o un obbligato surrogato, grazie alle castagne, tante comunità rurali hanno potuto fronteggiare carestie, crisi economiche. Poi un lento abbandono con lo spopolamento delle aree interne della nostra penisola. Il rischio è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprat-tutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che Peppe Calabrese durante la raccolta

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Agricoltura

1 Novembre 2020

XYLELLA FASTIDIOSA: ABBATTUTI GLI ULIVI INFETTATI A MONOPOLI IL COMITATO “NO XYLELLA- SI PRODUTTIVITÀ” INCONTRA L’ASS. PENTASSUGLIA

Un cambio di passo necessario non più derogabile: la tempestiva eradicazione delle piante infette da xylella fastidiosa. Come da prescrizione, gli esemplari risultati positivi al patogeno nella piana uliveta monopolitana, sono stati abbattuti celermente col consenso unanime del mondo produttivo, della politica e della scienza. Il male minore, si spera, per arginare l’inarrestabile epidemia verso le aree indenni del centro-nord pugliese. Al consulente agrario Paolo Leoci, nonché presidente del neonato comitato “No Xylella- Sì Produttività”, abbiamo chiesto: Un Comitato a tutela dell'olivicoltura pugliese e del suo territorio per salvare il salvabile dalla xylella. Come? Gli obiettivi sono nel nome dello stesso, combattere la Xylella mettendo in campo tutte le strategie necessarie, su base scientifica, e garantire la sopravvivenza economica delle attività imprenditoriali correlate alla pianta dell’olivo ed all’intero territorio nella sua diversità colturale e complessità produttiva, dalla Piana degli Ulivi Monumentali a tutta la Puglia. Infatti, hanno aderito importanti realtà olivicole e frantoiane di comuni non interessati al momento dalla problematica, tra cui Castellana Grotte, Conversano, Toritto, Giovinazzo, Ruvo di Puglia e Corato.

Quante piante sono state già eradicate nella piana di Monopoli? Quante erano secolari? Come sono state eseguite le operazioni di espianto? Hanno compromesso come si prevedeva le colture orticole in situ? Nei tempi previsti sono state abbattute le 58 piante individuate infette dalla prima determinazione del 30 settembre u.s. e tutte quelle sane presenti nel raggio dei 50 mt dalle piante infette, ad eccezione di quelle monumentali come previsto dalla determinazione del 12 ottobre u.s. Il 90 % delle piante infette erano monumentali, mentre nel raggio dei 50 mt la situazione è variegata, con terreni su cui hanno eradicato su 13 infette solo 2 sane e terreni in cui la proporzione è inversa. I danni, come già denunciato, sono ingenti e per murature e piante da frutto e da orto diverse dall’olivo, non sono nemmeno previsti dalle somme d’indennizzo, pertanto, si procederà con la stima e richiesta di somme a copertura. Altre situazioni possono essere migliorate già da parte della Regione e dell’Arif, ad esempio ci sono situazioni in cui all’apertura del cantiere le piante da abbattere non erano state ancora segnalate dall’ispettore fitosanitario, il data base dell’ufficio parchi non è aggiornato, quindi ci sono piante con la targhetta non registrate e piante senza targhetta registrate e soprattutto gli ispettori fitosanitari

A partire da sinistra Donato Pentassuglia, Franco Bellino e Paolo Leoci

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Agricoltura dell’osservatorio regionale non sono titolati a riconoscere la monumentalità della pianta; poi abbiamo individuato in mappa piante monumentali non campionate ed analizzate, quindi tra qualche giorno il proprietario del terreno potrebbe vedersi costretto a riaprire il cantiere di abbattimenti con ulteriori costi di base. Quindi, prima di pubblicare una determinazione di eradicazione, tutte queste criticità devono essere già risolte. Quali sono le maggiori preoccupazioni dei proprietari e conduttori degli oliveti e di tutto l’indotto oleario a seguito dell'avanzamento della fitopatia? L’imprenditoria è un lavoro basato sull’ottimismo, in campagna dove gli interessi sono esposti alle intemperie, l’ottimismo deve essere nel DNA dell’imprenditore; poi per come sinora la Xylella è stata gestita, genera apprensione verso la propria sopravvivenza, quindi toglie ogni speranza.

www.foglie.tv Da quanto ci siamo detti, l’Assessore ha dimostrato grande attenzione, determinazione ed operosità nell’affrontare la Xylella con tutte le azioni necessarie che dovranno inevitabilmente coinvolgere gli uffici regionali di più dipartimenti, tutte le istituzioni che governano ed amministrano il territorio, gli stakeholder diretti ed indiretti e finanche i singoli cittadini, nel prevedere congrui indennizzi. Partendo ovviamente dal confronto e dalla comunicazione istituzionale. Paola Dileo

Nel territorio di Monopoli sono stati individuati altri casi di piante infette? Se si quante? Al momento, dalla mappa del Sit Emergenza Xylella si evincono altri due focolai composti da una pianta infetta e relativi 50 mt, però solo per quello di via Alberobello è stata pubblicata la determinazione di abbattimento. Alla luce dei focolai monopolitani, quali istanze sono state avanzate dagli operatori per affrontare l'emergenza? Il Comitato Regionale "No Xylella - Sì Produttività" ha cristallizzato questi punti in un documento, già portato all'attenzione de neo Ass. Regionale Pentassuglia. Come ha esordito? Abbiamo avuto un incontro in Regione e raccolto la massima disponibilità del neo Ass. Pentassuglia, con cui avevo già instaurato un ottimo rapporto con il Coordinamento Vivaisti Pugliesi, quando Lui era presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale nel precedente governo. Come la Regione Puglia intende arrestare l 'avanzata della xylella verso nord? Vi risulta siano stati intensificati i controlli e gli esami molecolari? Ulivi colpiti dalla Xylella

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LINEA DI CONCIMI ORGANICI PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE E BIOLOGICA

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GESTIONE E FERTILIZZAZIONE DEL SUOLO IN AGRICOLTURA BIOLOGICA Ricostituire la fertilità naturale dei suoli, tutelarne la biodiversità, portando in tavola alimenti coltivati assecondando i cicli naturali della terra. L’agricoltura biologica è una realtà in costante crescita, sempre più produttori scelgono di percorrere la strada della sostenibilità, a fronte di un mercato di consumatori che pone maggiore attenzione alla qualità, alla provenienza e agli impatti ambientali degli alimenti che porta in tavola. Ed è proprio l’attenzione alla qualità, alla provenienza e alle tecnologie di lavorazione e trattamento delle matrici organiche rinnovabili di cui si compongono i concimi Fertileva a consentirne l’utilizzo in regime di agricoltura biologica. In materia di fertilizzazione del terreno, l’apporto di sostanza organica riveste un ruolo cruciale, convinzione che si sposa a pieno titolo con la composizione dei concimi Fertileva, regolarmente iscritti nel Registro dei fertilizzanti ad uso

biologico (D.lgs 75/2010), non ottenuti quindi attraverso sintesi chimica, diversificati per composizione al fine di rispondere proficuamente a tutte le esigenze colturali, ma assolutamente allineati per l’alto titolo di sostanza organica humificata in essi contenuta. Sostanza organica che deriva dalla valorizzazione di matrici rinnovabili e di materie prime di origine animale e vegetale derivanti da altri processi produttivi, le uniche non destinate ad esaurirsi e le sole a non provocare danni all’ambiente. I prodotti Fertileva preservano dunque la complessità genetica e metabolica della microflora del suolo e con essa vita, fertilità e produttività dello stesso, in assoluto accordo con quanto sancito dal Regolamento UE in materia di produzione biologica e con quelli che sono limiti imposti dalle direttive europee sullo sversamento al suolo di nitrati e sul contenimento delle emissioni climalteranti.

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Agroalimentare

1 Novembre 2020

IL CIBO «FREE FROM» VALE 6,9 MILIARDI SENZA GRASSI, GLUTINE O ZUCCHERI

Fenomeno di consumo emergente degli ultimi anni nel mercato dei prodotti alimentari è sicuramente il successo del cosiddetto “healthy food”, il cibo sano e salutare, ma anche salutistico, che continua a trovare sempre più posto nel carrello della spesa degli italiani. Largo spazio, quindi, agli alimenti biologici, ai 100% vegetali, agli integratori, al mondo degli ingredienti benefici, ma anche a quelli funzionali ricchi di uno o più nutrienti (“rich-in”), e soprattutto a quelli caratterizzati dall’assenza o dalla minore presenza di un componente (“free from”). Sono compresi in questo mondo, ad esempio, i claim “pochi zuccheri”, “poche calorie”, “senza zucchero”, “senza olio di palma”, “senza grassi idrogenati”, “senza sale”, “senza aspartame”, “senza conservanti”, “senza Ogm”. In particolare, proprio riguardo al mondo del Free From, dall’analisi dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, realizzato in collaborazione con Nielsen, emerge che questo nei dodici mesi terminanti a giugno 2020 ha sviluppato un giro d’affari pari a 6,9 miliardi di euro, in crescita di +2,2% rispetto all’anno precedente. A guidare la crescita del mondo del Free From nel periodo analizzato sono principalmente i prodotti senza antibiotici, con un ridotto contenuto di zuccheri, senza additivi e senza glutammato; si evidenzia invece un trend negativo per i claim che fanno riferimento ad un ridotto contenuto di grassi saturi, sale e calorie. Sempre secondo l’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, negli ultimi quattro anni i

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prodotti Free From sono la macro categoria che nei supermercati e ipermercati ha fatto registrare il giro d’affari più rilevante contribuendo nel 2019 con una quota del 26,6% al sell-out dell’intero paniere food analizzato, potendo contare sul 18,3% dei prodotti. Tra i tanti messaggi che compongono questo universo dei free from, il “senza zuccheri aggiunti” è quello che nello scorso triennio ha evidenziato la maggiore vivacità, con tassi di crescita annui mai inferiori al 5% e con un 2019 in grande progressione (+9,1%), seguito dal “pochi zuccheri” (+7,6%). L’aumento delle vendite di questa tipologia di prodotti è stato determinato dall’espansione dell’offerta, soprattutto nei segmenti delle bevande a base di frutta, delle confetture e degli yogurt. Un’attenzione, quella degli italiani al tema delle calorie che si conferma anche nel mondo dei prodotti adatti a chi soffre di intolleranze alimentari: i best performer sono, infatti, i prodotti “senza lattosio” (+3,6% rispetto l’anno precedente), la cui offerta si espande al 4,5% dei 71mila prodotti alimentari monitorati dall’Osservatorio Immagino, potendo contare su un cospicuo ampliamento dell’offerta e sulle buone performance di segmenti come gli affettati, i panificati e i latti fermentati. Altri due componenti ai quali i consumatori hanno prestato attenzione sono gli additivi e il sale: i prodotti “senza glutammato” sono cresciuti del 4,9% e i “senza additivi” del 2,7%, mentre le referenze “senza sale” hanno mostrato un lieve calo. Tra i principali claim più in difficoltà i “senza grassi idrogenati” (-5,7%), i “senza Ogm” (-4%) e i “senza conservanti” (-2,8%).


Turismo rurale

MANUALI PRATICI PER VIVERE DI TURISMO FORMAZIONE, PROFESSIONISTI: AL VIA LA COLLANA “Self check-in” di Patrizio Donnini Gallo e “I segreti del customer care” di Gwendoline Brieux sono i primi due volumi della collana “BED & BUSINESS” (in uscita il 5 novembre), primo progetto editoriale in Italia interamente dedicato al turismo in cui 40 professionisti condividono strumenti e strategie con host e con chi opera nella ricettività extralberghiera o vuole iniziare a farlo per cambiare vita. “In questa fase difficile in cui necessariamente il turismo è pressochè fermo - fa sapere l’ideatore del progetto Danilo Beltrante formatore salentino specializzato nell’ospitalità alternativa - è necessario un upgrade in termini di competenze personali perché prima o poi le persone torneranno a viaggiare ma con modalità diverse ed esigenze diverse dal pre Covid. Farsi trovare pronti è un imperativo. Il mio obiettivo è sempre stato quello di mettere in campo una formazione accessibile a tutti e per questo, dopo l’evento che tengo ogni anno a novembre e la Business School, durante il lockdown è nata l’idea della collana in cui ho coinvolto gli esperti del settore per una panoramica

www.foglie.tv completa delle competenze che sono necessarie per operare professionalmente e, perché no, cambiare vita”.

Alcuni dei titoli in uscita per i prossimi mesi, con i relativi autori: Paola Gheis, “Posizionare con successo case di lusso nel mercato extra alberghiero” Golia Pezzulla, “Il carisma dell'host nel mercato extralberghiero” Giuseppe Murina, “Come fare Revenue Management nel mercato extralberghiero” Federico Mantuano, “Visual Brand identity nel mercato extralberghiero” Antonella Brugnola e Silvia Ghezzi, “Mettere a reddito la propria casa nel mercato extra alberghiero” Federica Benatti, “Borghi e dimore storiche nel mercato extralberghiero” Carmela Lerede, “Come aprire le tue porte agli Smart Worker” Alessio Venturi, “Prenotazioni dirette nel mercato extralberghiero” Cristina Baldi, “Ingrediente segreto: l'Italianità” Luca Sini, “Servizi ancillari: l'arma segreta dell'host” Gianluca Murgia, “Il manuale degli adempimenti” Davide Scarantino e Marco Celani “L'avventura Italianway” Patrizia Menchiari, “Customer experience per fare innamorare i tuoi ospiti” Alfredo Barbarisi, “La fiscalità nel settore extra alberghiero”

Copertina dei libri presentati

Fosca de Luca, “Home staging per il turismo”

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Agroalimentare

1 Novembre 2020

ORA SOLARE: IL MENU' SALVA SONNO AL TOP PESCE AZZURRO PER COMBATTERE INSONNIA

Con l’avvenuto passaggio all’ora solare è utile alimentarsi con un menù salva sonno, per aiutarsi contro il disagio alimentato dallo stato di ansia generato dalla seconda ondata dell’emergenza Covid. Si consiglia una dieta a base di pesce azzurro che aiuta a dormire meglio e a combattere l’insonnia, come riportato da uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine in merito al consumo di pesce e ai suoi effetti sul sonno, ricerca condotta dai ricercatori dell’università di Bergen in Norvegia. Sono alici, sarde, sgombri, orate e branzini i migliori amici contro l’insonnia – dichiara Coldiretti Puglia – per il contenuto di Omega 3, vitamina D che nell’organismo regola i livelli di melatonina, l’ormone da cui dipende il ritmo sonno – sveglia e la serotonina. Oltre al pesce azzurro, un aiuto importante per affrontare i disturbi causati dal passaggio all’ora solare viene anche dal consumo di pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte caldo e frutta dolce, importanti per favorire il sonno.

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L’alimentazione è in stretto rapporto con il sonno, infatti, ci si addormenta difficilmente a digiuno o comunque non sazi, ma anche nei casi di eccessi alimentari, in particolare con cibi pesanti o con sostanze eccitanti. La Coldiretti ha stilato un vademecum degli alimenti utili per conciliare un buon sonno e quelli da morigerare per battere il jet lag da cuscino come cioccolato, cacao, the e caffè per la presenza della caffeina, oltre ai superalcolici che inducono un sonno di qualità cattiva con risveglio al mattino. Innanzitutto a cena è fondamentale evitare cibi con sodio in eccesso per cui vanno banditi alimenti con curry, pepe, paprika e sale in abbondanza, ma anche salatini e piatti nei quali sia stato utilizzato dado da cucina. Anche gli alimenti in scatola per l’eccesso di sodio e di conservanti sono da tenere lontani. Esistono invece cibi che aiutano a rilassarsi: innanzitutto pasta, riso, orzo, pane e tutti quelli che contengono un aminoacido, il triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina, il neuromediatore del benessere e il neurotrasmettitore cerebrale che stimola il rilassamento. La serotonina aumenta con il consumo di alimenti con zuccheri semplici come la frutta dolce di stagione. Tra le verdure al primo posto la lattuga, seguita da radicchio rosso e aglio, perché le loro spiccate proprietà sedative conciliano il sonno, ma anche zucca, rape e cavoli. Un bicchiere di latte caldo, giusto prima di andare a letto, che oltre a diminuire l’acidità gastrica che può interrompere il sonno, fa entrare in circolo durante la digestione elementi che favoriscono una buona dormita per via di sostanze, presenti anche in formaggi freschi e yogurt, che sono in grado di attenuare insonnia e nervosismo. Infine un buon dolcetto ricco di carboidrati semplici ha un’azione antistress, così come infusi e tisane dolcificati con miele che creano un’atmosfera di relax e di piacere che distende la mente.


Agroalimentare

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PASTA DAY: BOOM CONSUMI PER PRODOTTO SIMBOLO DIETA MEDITERRANEA (+29%) VOLA EXPORT (+26%)

Boom della pasta Made in Italy che utilizza solo grano tricolore con gli acquisti cresciuti in valore del 29% nel 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainati dalla tendenza dei consumatori a cercare prodotti di origine nazionale per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi sei mesi dell’anno diffusa in occasione della Giornata Mondiale della Pasta che si è celebrata lo scorso 25 ottobre in tutto il mondo ed in Puglia. Nei primi 6 mesi del 2020 è aumentato anche l’export di pasta dalla Puglia del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sui dati Istat/Coeweb sul commercio estero, una performance esportativa che testimonia il grande successo della produzione ‘made in’ all’estero. Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca (+12,5%) anch’essa in forte aumento anche dall’effetto dello smart working e del lungo lockdown per combattere l'emergenza covid che ha costretto i cittadini in casa nel periodo considerato. l risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato utilizza esclusivamente grano duro coltivato in Italia, con la

Puglia che ha prodotto nella campagna 2020 un quantitativo di grano in diminuzione fino al 30% rispetto alla media a causa del clima pazzo, ma di qualità ottima. Pasta fatta con grano 100% made in Puglia, con il grano ‘Cappelli’, fino ad arrivare alle modaiole alternative a base di farina di legumi, di ceci, di lenticchie e di piselli, tradizione e innovazione contraddistinguono la Puglia, il Granaio d’Italia, principale produttore italiano di grano duro con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto. Si registra – sottolinea la Coldiretti – uno storico ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa. Una tendenza confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina. L’Italia è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con un raccolto previsto di 4 milioni di tonnellate nel 2019 in calo rispetto all’anno scorso su una superficie coltivata scesa a 1,2 milioni di ettari concentrati nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale.

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Agroalimentare

1 Novembre 2020

EVENTO FINALE DEL PROGETTO INNONETS COOPERAZIONE TERRITORIALE GRECIA-ITALIA

È giunto a conclusione il progetto InnoNets Innovative Networks for the Agrifood sector, finanziato nell’ambito del Programma Interreg Grecia - Italia 2014 -2020. Durante l’evento finale sono stati presentati i risultati ottenuti nei due anni del progetto e dato spazio ad un interessante confronto di esperti sui temi dell’innovazione nell’agroalimentare. L’iniziativa è stata organizzata dalla Regione Puglia – Dipartimento Sviluppo economico, innovazione, istruzione, formazione e lavoro, che è partner del progetto con il supporto di ARTI – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione e InnovaPuglia Spa, e in collaborazione con il partenariato, composto da Regione delle Isole Ionie (capofila), Politecnico di Bari, Camera di Commercio di Corfù, Legacoop Puglia- Lega Regionale delle Cooperative e Mutua di Puglia (nonché dai partner associati Camera di Commercio italo-ellenica di Salonicco e Università della Basilicata). “Grande è stato il coinvolgimento dei territori e di tutti quanti i diversi stakeholders, grazie all’impegno ed alla partecipazione dei quali le attività del progetto sono proseguite nonostante le notevoli difficoltà dovute alla pandemia. - ha detto Gianfranco Gadaleta, coordinatore del Segretariato congiunto del Programma Interreg V-A Grecia-Italia – Merito di un partenariato forte e coeso. Gli aspetti di sviluppo della filiera agroalimentare vengono visti dal Segretariato e dall’Autorità di Gestione con grande interesse, specie per gli output ed i risultati già raggiunti che saranno uno spunto di riflessione prezioso per la nuova programmazione 2021-2027 della cooperazione territoriale tra Grecia ed Italia”.

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L’innovazione e la cooperazione transfrontaliera nel settore dell’agroalimentare sono stati i temi al centro dell’intervento di Konstantinos Kapodistrias, vice governatore per l’egovernment e programmi europei della Regione delle Isole Ionie, capofila del progetto InnoNets: “L'agroalimentare è uno dei principali settori economici non solo per la Regione delle Isole Ionie ma anche per la Regione Puglia. La sua grande importanza per lo sviluppo locale risiede non solo nel contributo alle economie locali, ma anche nel fatto che rappresenta il reddito di centinaia di piccoli produttori e aziende locali che altrimenti non avrebbero spazio nel mercato. Potrebbe, quindi, essere considerato il terreno comune per una stretta cooperazione tra Paesi vicini come Grecia e Italia e Regioni come le Isole Ionie e la Puglia. Ecco perché credo che InnoNets sia un grande contributo per lo sviluppo del Gruppo europeo di cooperazione territoriale, un'organizzazione permanente che sosterrà non solo il settore agroalimentare nelle due regioni, ma costruirà anche politiche comuni e nuovi progetti”. Si sono poi succeduti Valeria Patruno, di ARTI, Carmelo M. Torre, docente del Politecnico di Bari, Pavlos Filippidis, esperto esterno della Camera di Commercio di Corfù, Katia De Luca, di Legacoop Puglia, e Nickolaos Chirdaris, primo vice presidente della Camera di Commercio di Corfù che hanno presentato i risultati delle attività del progetto sui temi del ruolo delle reti locali e degli ecosistemi dell’innovazione nella riduzione dello spreco alimentare, dell’open innovation basata sui luoghi nel settore agroalimentare e politiche alimentari locali, degli esiti dei Living Labs "0-Food Waste" e "Innovative agro-food PMI" . Ulteriori sul progetto: http://interreginnonets.eu/


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Salute

MIRTILLI E MELE HANNO UN EFFETTO PROTETTIVO CONTRO L'ALZHEIMER ALIMENTI RICCHI DI FLAVONOIDI

Gli ultracinquentenni che consumano ridotte quantità di alimenti ricchi di flavonoidi, come mirtilli, mele e tè, hanno probabilità da due a quattro volte maggiori di sviluppare un Alzheimer o una demenza correlata nei 20 anni successivi, rispetto ai coetanei che ne assumono di più. Ecco, in sintesi quanto riporta uno studio epidemiologico pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition e firmato dai ricercatori del Centro di ricerca sull'invecchiamento umano dell'Usda Jean Mayer alla Tufts University. L'articolo ha esaminato la relazione a lungo termine tra consumo di alimenti contenenti flavonoidi e rischio di Alzhaimer (Ad) e Demenza (Adrd) in 2.800 persone di età pari o superiore a 50 anni. E dai risultati è emerso che un basso apporto di flavonoli (mele, pere e tè, ma anche capperi, cipolle, cavolo riccio, broccoli, porri, uva) si associa al doppio del rischio di sviluppare Adrd, mentre una scarsa assunzione di antocianine (mirtilli, fragole e vino rosso) correla con un rischio quadruplo di sviluppare Adrd.

"I risultati sono sovrapponibili per l'Ad" esordisce il coautore Paul Jacques, epidemiologo nutrizionale presso l'Usda Hnrca. E continua: "Lo studio fornisce un quadro di come con il passare del tempo la dieta può essere correlata al declino cognitivo di una persona, dato che siamo stati in grado di esaminare l'assunzione di flavonoidi tra i partecipanti per almeno un ventennio prima delle diagnosi di demenza". Il tè, in particolare il tè verde, e i frutti di bosco sono buone fonti di flavonoidi, precisano gli autori, aggiungendo a trarre il massimo beneficio dal consumo di flavonoidi sono le persone che normalmente ne assumono, e che non ci vuole molto per migliorare la carenza. "Basterebbero una tazza di tè al giorno o una porzione di frutti di bosco due o tre volte alla settimana" afferma il ricercatore, sottolineando che 50 anni, l'età approssimativa in cui i dati dei partecipanti sono stati analizzati per la prima volta, non è troppo tardi per apportare cambiamenti dietetici positivi.

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Agroalimentare

GIÙ I CALICI SOTTO LOCKDOWN NEL SEMESTRE PEGGIORE DI SEMPRE VINO, OSSERVATORIO VINITALY-NOMISMA WINE MONITOR

Il ‘semestre Covid-19’ (Marzo-Agosto) pesa anche sul commercio mondiale di vino, con una contrazione senza precedenti nella storia moderna del settore. Nei Paesi extra-Ue – secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane – gli scambi complessivi di vino nel semestre considerato hanno subito un calo a valore del 15,2%, con una perdita equivalente di circa 1,4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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1 Novembre 2020 Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: «In un altro periodo l’export in calo di quasi il 9% significava crisi, oggi è una mezza vittoria se si guardano i competitor, ma il bicchiere rimane comunque mezzo vuoto e la congiuntura non aiuta. Il nostro osservatorio evidenzia uno scenario sempre più asimmetrico all’interno del comparto, e a pagare sono so-prattutto le piccole e medie imprese di qualità, asse portante del made in Italy. A wine2wine exhibition & forum (22-24 novembre) faremo il punto sul settore e sulle alternative commerciali direttamente con gli attori internazionali del mercato». Stati Uniti e Svizzera, rispettivamente la prima e la terza destinazione per il prodotto tricolore, sono i Paesi che hanno contribuito a rendere meno amaro il calice italiano. Da una parte, negli Usa (-8,1%) la performance è stata meno drammatica di quella francese (-40,1%) stroncata dai dazi aggiuntivi; dall’altra la Svizzera è addirittura andata in terreno positivo (+7,5%). La differenza nel computo finale del semestre tra le 2 superpotenze produttive mondiali sta anche nella Cina, che segna un piano sempre più inclinato (-38%) per entrambe ma i cui pesi, e relative ripercussioni, sono ben differenti. Per l’Italia infatti il deficit si traduce in 26 milioni di euro; per la Francia in 122 milioni di euro. In crisi anche il mercato del Regno Unito, su cui si addensano anche le nubi della Brexit: -9,5% per il Belpaese e -21,6% per i transalpini, con gli sparkling in netta controtendenza sugli ultimi anni, in particolare per Parigi (-41,9%, Roma a -17,4%). Ed è proprio questa tipolo-gia a calare di più anche in termini assoluti, con un crollo del 38,5% delle bollicine francesi e del 12% per gli spumanti italiani. Il decremento più significativo è relativo alle bollicine (-28,8%), che ‘sgasate’ dal lockdown perdono quota in tutti i 10 top importer, che rappresentano il 92% del mercato extra-Ue. In tutto ciò il vino italiano, pur registrando il peggior risultato degli ultimi trent’anni, riesce a contenere le perdite e a chiudere il semestre di emergenza sanitaria a -8,6%, dopo un eccellente avvio di anno. Nel primo bimestre il trend segnava infatti +14,5%.


Agroalimentare Per il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: «Il semestre marzo-agosto ci consegna una pesante diminuzione nelle importazioni di vino dei mercati terzi dove l’Italia sembra soffrire meno rispetto alla Francia alla luce di una distribuzione dei propri vini più equilibrata tra on e off trade, anche se i pessimi segnali che stanno giungendo sulla seconda ondata della diffusione del Covid-19 rischiano di appesantire ulteriormente la perdita, considerando che solitamente l’ultimo trimestre arriva ad incidere per circa il 30% sull’export complessivo dell’anno». Il semestre ha infine inciso notevolmente in termini di quote di mercato nell’extra-Ue tra i 2 market leader, con la Francia che perde 5 punti e scende al 29,3% mentre l’Italia sale al 23,5% È di 7,7 miliardi di euro il valore delle importazioni di vino nei Paesi terzi nel ‘semestre Covid-19’ a fronte di 9,1 miliardi di euro registrati nel pari periodo del 2019. A perdere, 8 tra i 10 top buyer considerati e tutti i primi 5 principali importatori extra-Ue: Usa (-20,7%), Uk (-6,8%), Cina (-35,5%), Canada (-7,9%) e Giappone (-17,5%). A farne maggiormente le spese proprio la tipologia che è cresciuta di più negli ultimi anni: gli sparkling pagano infatti con un -28,8% e trend negativo in tutte le piazze della domanda, con quella statunitense che paga oltre 1/3 delle vendite in valore. Perdono la metà rispetto alle bollicine i fermi imbottigliati (-14,7%), a partire dalla Cina (-35,8%), con cali sopra la media anche da parte di Usa e Australia. In generale, la (vistosa) contrazione del prezzo medio è da addurre a 2 fattori: le grandi difficoltà del canale horeca e di conseguenza dei vini a maggior valore e le condotte speculative lungo la filiera.

In tutto ciò il vino italiano, pur registrando il peggior risultato degli ultimi trent’anni, riesce a contenere le perdite e a chiudere il semestre di emergenza sanitaria a -8,6%, dopo un eccellente avvio di anno.

1 Novembre 2020


Agricoltura

1 Novembre 2020

DECRETO RISTORI: INDENNIZZI ANCHE PER IL SETTORE AGRICOLO Nel Decreto Ristori il Governo ha approvato un pacchetto di misure dalle risorse immediate e a fondo perduto, per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi coinvolti dalle limitazioni del DPCM 24 Ottobre 2020, nonché dal perdurare dello stato di emergenza legato alla crisi Covid. Un significativo sostegno economico, per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro, che riguarda anche il comparto agricolo e il settore Horeca per un totale di 100 milioni di euro. Contributi a fondo perduto Le imprese dei settori penalizzati dalle nuove restrizioni riceveranno contributi a fondo perduto con la stessa procedura dei contributi previsti dal decreto Rilancio. La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato superiore a 5 milioni di euro (ristoro pari al 10% del calo del fatturato). Potranno fare domanda anche le attività che non hanno usufruito di precedenti contributi, mentre l’erogazione è automatica sul conto corrente, entro il 15 novembre, per chi aveva già fatto domanda e ottenuto il contributo. L’importo

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dell’indennizzo varierà dal 100% al 400% di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio. Fondo perduto per agricoltura e pesca Gli indennizzi vengono concessi a tutte quelle imprese della filiera agricola che hanno avviato la propria attività dopo il 1° gennaio 2019 e che hanno subito una flessione sul fatturato superiore al 25% nel novembre 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. Inoltre, per tutto il settore agricolo, è prevista la cancellazione della rata di novembre dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali. Le misure citate vengono illustrate rispettivamente all'articolo 8 e 17 del Decreto Ristori. Fondi per alcuni settori - 400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator; - 100 milioni per editoria, fiere e congressi; - 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale; - 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.


Agricoltura

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AVVERSITÀ CLIMATICHE: UNA LOTTA IMPARI PER GLI AGRICOLTORI Che le produzioni agricole siano sempre state condizionate dagli andamenti climatici è noto fin da che modo è mondo ed è tanto più vero ora in virtù dei cambiamenti climatici in atto che si possono sintetizzare, in estrema sintesi, con l’alternarsi di periodi piovosi con precipitazioni che tendono a intensificarsi (violenti nubifragi) e a distribuirsi su un numero minore di giorni e di lunghi periodi di siccità. Gli effetti più drammatici di queste anomalie climatiche finiscono per aggravare proprio la situazione di quei settori produttivi più in difficoltà come, ad esempio, l’olivicoltura che proprio in questo periodo ci si appresta alla raccolta delle olive, con un certo anticipo rispetto alla tradizione, un po' per scelta per ottenere un prodotto migliore, un po' per la naturale anticipazione della maturazione in seguito ai cambiamenti climatici, appunto. È in corso un dibattito sulla crisi del settore olivicolo e sulle prospettive future ma intanto con gli oliveti in atto siamo giunti ad una nuova raccolta dopo un’estate caratterizzata da un lungo periodo di siccità e la conseguente mancanza di acqua ha drasticamente rallentato la crescita delle olive, poi sono arrivate le piogge abbondanti, se non eccessive, dell’inizio di ottobre. Il risultato è stato che parte delle olive sono rimaste di dimensioni ridotte, con poca polpa quindi, altre invece si sono “rigonfiate” di acqua, per cui, nelle zone più colpite dalla siccità prima e dalle piogge poi, alle prime frangiture si sono avute rese bassissime oscillanti fra 5 e 10 litri di olio per 100 kg di olive quando, in genere, nelle stesse zone la resa oscilla normalmente tra 15 e 20 litri di olio. È ovvio che con rese così basse, anche se l’olio è di ottima qualità, all’agricoltore quasi non conviene procedere alla raccolta. Altro grave problema che si aggiunge al settore agricolo che, a parte qualche rara eccellenza, vede sempre più assottigliarsi il reddito per gli agricoltori. Eppure occorre riflettere anche su situazioni contingenti visto che gli andamenti climatici sono destinati, non solo a continuare, ma ad accentuarsi proprio negli eventi estremi. Nel caso specifico occorrebbe pensare con urgenza a

mettere in atto due azioni: incrementare il contenuto di sostanza organica del suolo e attuare l’irrigazione. Sicuramente gli effetti dei lunghi periodi di siccità sono aggravati dalla progressiva degradazione dei suoli causata in primis da una drastica riduzione del contenuto di sostanza organica, sceso sotto quella soglia del 2% ritenuta indispensabile per assicurare una buona fertilità del suolo. In molti suoli il contenuto di sostanza organica è ormai sotto l’1%. È ampiamente dimostrato che le qualità strutturali dei suoli dipendono fortemente dalle interazioni con la sostanza organica, la quale fra le sue tante azioni ha anche quella di aumentare la ritenzione idrica, sia favorendo buone condizioni strutturali che garantiscono un ottimale sistema dei pori atti, appunto, a trattenere l’acqua (pori di riserva), sia attraverso la sua capacità di assorbimento dell’acqua stessa. Nell’oliveto occorrono quindi pratiche colturali sostenibili, come l’inerbimento, ma anche la somministrazione di materiali organici. A questo proposito è importante sottolineare che, attualmente, l’Italia ricicla il 47% dei residui alimentari, ben superiore alla media dei paesi dell’Unione Europea. Questa leadership europea potrebbe essere da stimolo per incrementare ancora la raccolta differenziata ed avere una rilevante produzione di compost di ottima qualità da usare anche in olivicoltura. Per quanto concerne l’irrigazione è evidente che nel futuro ci troveremo sempre di più a fronteggiare lunghi periodi di siccità perché non piove, o meglio piove male, quindi occorre stimolare e sostenere le aziende a raccogliere e conservare l’acqua che cade con i violenti nubifragi e che, altrimenti, sarebbe interamente perduta, per essere poi utilizzata nei momenti del bisogno per l’irrigazione delle colture, olivo compreso, con impianti irrigui che riducono notevolmente i volumi di adacquamento e massimizzano l’efficienza idrica, come, ad esempio, l’irrigazione a goccia. Autore: Marcello Pagliai Fonte: Accademia dei Georgofili

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1 Novembre 2020

VINI E ALCOLICI: TEMPO SINO AL 30 SETTEMBRE 2022 PER ADEGUARSI ALLA NUOVA ETICHETTATURA L’HELP DESK BREXIT PRESSO L'AGENZIA ICE DI LONDRA COMUNICA Il Ministero per l'Ambiente, l'Alimentazione e le Politiche agricole della Gran Bretagna ha annunciato che entrerà in vigore "il periodo di grazia" e, quindi, vi sarà tempo sino al 30 settembre 2022 per adeguarsi alle nuove regolamentazioni in materia di etichettatura. Questo implica che vino, alcolici e bevande alcoliche attualmente venduti in UK e recanti l’indirizzo di un FBO ( Food Business Operator) non dovranno essere aggiornati sino al 30 settembre 2022. In Europa, invece, non potranno più circolare etichette recanti l’indirizzo di un FBO britannico, a meno che non sarà istituito un periodo transitorio anche in EU. Quindi, quanto esportato in Gran Bretagna potrà recare un indirizzo di un FBO che sia EU, GB o NI sino a settembre 2022. Per l’Irlanda del Nord essi recheranno un indirizzo europeo o locale. Dal 1 ottobre 2022 sarà OBBLIGATORIA la sola indicazione di un FBO o di un importatore con sede in Gran Bretagna. Ribadiamo che le modifiche riguarderanno le etichettature di vino alcolici e superalcolici che dal 1 gennaio 2021 verranno immessi sul mercato UE e che non potranno più recare i dettagli di un FBO britannico. Quanto sopra varrà esclusivamente per il mercato britannico e non per l'Irlanda del Nord.

In Europa, non potranno più circolare etichette recanti l’indirizzo di un FBO britannico, a meno che non sarà istituito un periodo transitorio anche in EU. 28


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DALLA PUGLIA AL MONDO, I FEEL FOOD ITALIA CELEBRA I PRODOTTI LOCALI E IL TERRITORIO PRESENTATA A LESINA (FG) LA NUOVA PIATTAFORMA DI ENOGASTRONOMIA E TURISMO

Da una piattaforma galleggiante, in una location magica, sbarca I Feel Food Italia. La startup è stata presentata al Lake Cafè, il cocktail bar dei tramonti sul lago di Lesina IL PROGETTO | I Feel Food Italia è una innovativa piattaforma digitale che coniuga la promozione e valorizzazione dei prodotti locali e il turismo. Propone degustazioni virtuali interattive: è il digital tasting, formula anticrisi per il mondo del food & wine durante la pandemia e nuova tendenza che rivoluziona l'esperienza gastronomica condizionata dal distanziamento sociale e dalle restrizioni. Il meccanismo è semplice: i partecipanti ricevono un kit con i prodotti e, da remoto, chef e sommelier digitali li guidano nei percorsi didattici e pratici. «Attraverso i prodotti dell'enogastronomia, spediamo a casa un pezzo del nostro territorio spiega Ester Fracasso, esperta in pianificazione turistica - e invoglieremo gli utenti a venire qui a gustarli. Abbiamo l'ambizione di espanderci su tutto il territorio nazionale». I Feel Food Italia abbina ai prodotti le destinazioni turistiche e punta ad innalzare il grado di

consapevolezza del consumatore. «Il marketplace offre visibilità alle aziende e aumenta la brand awareness, la notorietà del marchio - aggiunge Pino Postiglione, esperto in comunicazione e marketing - I consumatori, attraverso i corsi di degustazione online di cibo e di vino, conosceranno anche i territori di riferimento». Ifeelfooditalia.it connette i produttori e gli operatori turistici e favorisce l'incontro con il consumatore finale. A spiegare com'è nato il progetto è l'ideatore e direttore creativo Mario Clarendon: «L'idea è nata durante il lockdown. Siamo partiti da un input: offrire corsi online di avvicinamento per semplici appassionati, wine & food lovers. Poi si è trasformata in una combinazione di territorio, eccellenze, strutture ricettive e servizi, a partire dalla Puglia». Per ricevere informazioni e aggiornamenti basta cliccare su www.ifeelfooditalia.it e, a fondo pagina, inserire il proprio indirizzo e-mail e iscriversi alla piattaforma.

Ester Fracasso, Marika Maggi e Enzo Scivetti

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Agroalimentare

1 Novembre 2020

MOVIMENTO TURISMO VINO PUGLIA: CIRSONE NUOVE DIRETTORE VITTORIA CISONNO PASSA IL TESTIMONE Vittoria Cisonno, dopo vent’anni alla guida del Movimento Turismo del vino Puglia, passa il testimone a Daniele Cirsone, classe ’84 una laurea in Marketing e una lunga esperienza anche all’estero. Cambio al vertice, dunque, alla direzione della più storica organizzazione pugliese nel mondo del vino. Cisonno è stata anima e motore del Movimento in Puglia, di cui è stata fondatrice e presidente fino alla trasformazione in Consorzio, per poi ricoprire il ruolo di direttore generale fino a oggi. Era il 23 ottobre del 1998 quando nacque la realtà associativa fondata proprio da Vittoria Cisonno. Da allora, a distanza di ormai vent’anni, si è costruito un percorso che ha determinato il rilancio e il posizionamento della Puglia con i suoi itinerari enogastronomici e con le sue anime e storie di vino nella mappa nazionale dell’attrattività. Il Movimento oggi consta di settanta soci, si è dato vita ad altre associazioni ad esso legato, quali La Puglia è servita e il Movimento Turismo dell’Olio, per accendere i riflettori sull’offerta gastronomica pugliese e su sua maestà l’oro di Puglia, la grande ricchezza di cultivar autoctone. «Stilare un bilancio che racchiuda tutto il lavoro realizzato sino ad oggi è praticamente impossibile, abbiamo fatto davvero tanto – commenta Vittoria Cisonno – ma sicuramente una traccia è stata segnata, ovvero in venti

Presidenti consorzi

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anni di Movimento ho stimolato importanti sinergie fra pubblico e privato, ideato format e realizzato progetti ed eventi di successo portando il vessillo del brand Puglia in tutto il mondo. Il Movimento che ho avuto nella testa e nel cuore ha dato il suo contributo decisivo alle pubbliche amministrazioni nella individuazione delle politiche e delle strategie per raccontare la Puglia del vino con tutto il suo bagaglio di valori. Ora voglio dedicarmi con la stessa energia al mondo dell’olio partendo proprio dalla mia Puglia». Un lavoro intenso e appassionato che le è valso anche nel 2017 la Medaglia di Cangrande, Premio Angelo Betti Benemerito della Vitivinicoltura Italiana, un riconoscimento prestigioso che ha sancito a livello nazionale il contributo operoso di questa donna del Sud. E proprio il contributo di Vittoria Cisonno è stato decisivo per uno dei più grandi traguardi della Regione negli ultimi anni, ovvero l'inserimento nel 2013 nella Top Ten Wine Destination, una classifica redatta dalla popolare rivista di settore americana. Un’eredità importante quella che Vittoria Cisonno lascia in Puglia e che oggi Daniele Cirsone si impegna a raccogliere nel segno delle nuove sfide che lo scenario contemporaneo impone al mondo del vino. «Si conclude ufficialmente un percorso umano e professionale importante – commenta Maria Teresa Basile Varvaglione, presidente del Movimento Turismo Vino Puglia – ma in piena continuità con il lavoro avviato da Vittoria, sono certa che il nuovo Direttore saprà interpretare il progetto e la visione del nostro sodalizio. Il mio ringraziamento affettuoso a Vittoria, un’amica prima di tutto; e il mio in bocca al lupo più affettuoso a Daniele Cirsone che da oggi ha una grande responsabilità. Non sarà semplice raccogliere l’eredità di una personalità eclettica e dinamica come Vittoria, ma senza timore di smentita ho la certezza che continuerà ad essere una guida preziosa e una amica cara sempre vicina a un progetto che è parte della sua vita».


Turismo rurale

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NASCE APULIA WEDDING DESTINATION ASSOCIAZIONE NO PROFIT CHE PROMUOVE IL TURISMO MATRIMONIALE IN PUGLIA

Prende sostanzialmente vita Apulia Wedding Destination, associazione no profit formata da una squadra di professionisti pugliesi del settore wedding. In un momento storico di comprensibile difficoltà, esiste dunque un gruppo di persone che sceglie di creare una nuova e florida realtà, ponendosi strutturalmente l’obiettivo di ideare, plasmare e realizzare progetti per far conoscere la Puglia in tutte le sue sfumature, partendo da un settore che negli ultimi anni ha sempre più catturato l’attenzione di promessi sposi da tutte le parti del mondo. Quello che segue è il manifesto programmatico dell’associazione. MANIFESTO APULIA WEDDING DESTINATION

Per chi, come noi, lavora nel settore del wedding, del turismo e degli eventi, la Puglia non è soltanto una Regione o un territorio. Per noi la Puglia è lo sfondo di tutto, è in ogni cosa che viviamo, piena protagonista del nostro impegno quotidiano. Siamo profondamente convinti che la nostra terra non sia diventata a caso una delle più ambite e ricercate destinazioni di matrimonio al mondo. Ne eravamo convinti prima di questo periodo, ne siamo convinti a maggior ragione oggi, nonostante la crisi che stiamo vivendo.

Per questo abbiamo deciso di dare vita un’associazione no profit e di darle un nome evocativo: Apulia-weddingdestination. La nostra convinzione è infatti quella che i matrimoni stranieri rappresentino un’inestimabile fonte di ricchezza per la nostra terra, nonché un’ispirazione per migliorare giorno dopo giorno. È questa la scintilla che ha fatto nascere in noi il desiderio di realizzare un video diverso dal solito, che non parlasse banalmente dei matrimoni o del turismo in Puglia, ma raccontasse invece fedelmente ogni singolo dettaglio, ogni singola emozione che aspetta chi sceglie di venire a sposarsi in Puglia. Questo video oggi non è solo utile a far conoscere una volta di più tutte le bellezze che caratterizzano il nostro territorio dal Gargano al Salento, ma è anche e soprattutto un vero e proprio manifesto della nostra associazione, che si pone l’obiettivo di ideare, plasmare e realizzare progetti per far conoscere la nostra terra in tutte le sue sfumature. La Puglia è infatti il gioco di luci colorate che ti entra negli occhi quando atterri e resta lì a mostrarti d’incanto un piccolo angolo di paradiso nel mondo. La Puglia è l’odore del mare che si lascia respirare lungo le strade della sua splendida costa. La Puglia è l’assordante silenzio del suo entroterra, tra orti, pianure e ulivi secolari. La Puglia è la roccia dura della fatica dei nostri avi e il carattere vivo delle sue tradizioni che non smettono mai di sorprendere. La Puglia è l’eccellenza enogastronomica dei suoi prodotti tipici e di una cucina che non ha eguali, da nessun’altra parte. La Puglia è nel coraggio di chi non si è mai arreso alle avversità, di chi è riuscito a rimettersi in piedi dopo ogni caduta, di chi è sempre pronto ad accogliere con un sorriso, senza mai far sentire ospite nessuno. Tutto questo è esattamente quello che noi vogliamo raccontare: una destinazione da sogno, per il giorno dei sogni. Una destinazione reale, per i sogni che diventano realtà.

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