FOGLIE n.11/2016

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

AUMENTI BESTIALI

In 15 anni in Puglia rincarate del 34% Le spese per gli animali (mangimi in primis)

agrICOLTURA

Il Commissario Arif Ragno chiarisce su “avviso pubblico per xylella” La Giornata Nazionale del Vivaismo Mediterraneo turismo rurale

Emiliano: “Incrementeremo turismo ospitando grandi eventi sportivi”

N° 11 • 15 GIUGNO 2016





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ditoriale

15 giugno 2016 - n. 11 - Anno 11

Nuove misure di sostegno per embargo Russia ed esclusione Irap già da quest’anno

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

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G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Nica Ruospo, Rino Pavone, Maria Fortino Pubblicità G.Ed.A Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazione ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

stato rilasciato il Regolamento Delegato (UE) 2016/921 della Commissione del 10 giugno 2016, che istituisce ulteriori misure di sostegno eccezionali a carattere temporaneo per i produttori di alcuni ortofrutticoli. Il regolamento entrerà in vigore dal 1 luglio. Tali misure di sostegno a carattere temporaneo riguardano operazioni di ritiro, mancata raccolta e raccolta prima della maturazione. I prodotti compresi sono quelli che facevano parte del precedente Regolamento di sostegno 2015/1369 che terminerà il 30 di giugno: pere, mele, prugne, uva da tavola, kiwi, frutti rossi, pomodori, cavoli, carote, cavolfiori, broccoli, peperoni, cetrioli, funghi, arance, clementine, mandarini e limoni, pesche e nettarine. Si aggiungeranno due prodotti: ciliegie dolci e cachi. Ad ogni stato membro viene assegnata una quota di prodotti da ritirare. Il regolamento 2016/921 stabilisce che per l’Italia il tonnellaggio massimo di prodotti assegnati è il seguente: mele e pere: 5.300 ton, prugne, uva da tavola e kiwi: 4.600 ton, pomodori, carote, peperoni, cetrioli e cetriolini: 200 ton, arance, clementine, mandarini e limoni: 1.000 ton, pesche e nettarine: 2.800 ton. Dopo l’entrata in vigore dell’embargo russo il 7 agosto 2014, la Commissione Europea ha approvato le prime misure eccezionali nello stesso anno per compensare le perdite del settore ortofrutticolo. L’ultimo regolamento 2015/1369 è entrato in vigore il 7 agosto 2015 e terminerà il 30 giugno di quest’anno.

Il primo luglio 2016 entrerà in vigore il nuovo regolamento. In ogni caso, non si tratta di aiuti diretti, ma i ritiri contribuiranno a equilibrare i mercati e, secondo le analisi di FEPEX, il prezzo stabilito è molto più basso del costo di produzione Art. 1, commi 70 – 72 - A partire dal periodo d’imposta 2016, è stata introdotta l’esclusione generalizzata dall’IRAP per i soggetti che esercitano le attività agricole ex art. 32 del TUIR, nonché nei confronti delle cooperative della piccola pesca e loro consorzi di cui all’art. 10 del D.PR n. 601/1973, e di quelle che forniscono servizi nel settore selvicolturale. L’esclusione dall’IRAP riguarda le attività per le quali in precedenza si applicava l’aliquota dell’1,9 per cento. L’efficacia delle nuove disposizioni, a valere dal corrente anno, esclude che sia dovuto il versamento degli acconti per il 2016, già in sede di presentazione della dichiarazione IRAP per l’anno 2015 (ovviamente limitatamente alle attività esentate). L’imposta, invece, continua ad applicarsi con l’aliquota ordinaria per le attività di agriturismo, di allevamento con terreno insufficiente a produrre almeno un quarto dei mangimi necessari e per le altre attività connesse rientranti nell’art. 56bis del TUIR, come pure per le attività di produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche per la parte eccedente i limiti di cui al novellato art. 1, c. 423, della legge n. 266/2005, pari 2.400.000 kWh, per le produzioni da biogas, e a 260.000 kWh per quelle da fotovoltaico.



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ommario

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editoriale

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EMBARGO RUSSO Nuove Misure di sostegno

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agroalimentare

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capoRAlato Progetto contro lo sfruttamento

OGM VINO Promozione per cmpagna 2016/2017

25 SPIN OFF NWG

Premiato dalla commissione europea

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Inizia la vendita di frutta e verdura

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turismo rurale AGRICOLTURA

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CILIEGIE Il Mercato resta il vero giudice

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FICHI FIORONI Partita la campagna a Molfetta INSALATE Puglia prima per produzione ISTAT settore agricolo In 15 anni +34% costo dei mangimi

turismo sportivo Emiliano vuole rilanciare il comparto

riceviamo e ...

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arif Il commissario chiarisce su Xylella

VIVAISMO

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vivaismo mediterraneo Giornata nazionale il colore in giardino La mostra mercato


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gricoltura

Unico giudice delle varietà

Ciliegie: ora il mercato le vuole grosse, buone e consistenti

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n 30 anni il mondo delle ciliegie si è rivoluzionato”, dichiara Valter Monari, direttore del mercato ortofrutticolo di Vignola (MO). La riprova delle parole di Monari viene anche solo guardando i ceraseti, dove sono sparite quelle piante ad alto fusto che contraddistinguevano la coltivazione; ma viene anche dal mercato e dalla sua richiesta: “In prospettiva – dice - il mercato vuole un prodotto grosso, buono e consistente. Abbiamo perso l’estero perché non pagano la qualità, ma pure perché avevamo varietà poco consistenti”. Ora, però, le cose sono cambiate lasciando sperare anche per le destinazioni fuori dall’Italia. “Ci sono mercati emergenti su cui dovremo lavorare anche politicamente e dove gli ‘amici’ che ci vanno, guadagnano. Un esempio è la Cina, un mercato che paga bene e che ha potenzialità enormi, ma servono varietà buone e sode”. Insomma, nel settore la ricerca varietale si è praticamente ribaltata. “Se con le varietà Star* (partivamo da genotipi canadesi, con Sweet® abbiamo usato varietà locali, duroni,

incrociandole con varietà californiane, per unire l’organolettica e la consistenza del prodotto locale con le caratteristiche estetiche di quello americano”, spiega Stefano Lugli, del dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna, il papà delle ciliegie Sweet®. Il risultato di quella ricerca sono state 5 varietà commerciali, le Sweet® appunto, che sono consistenti, colorate, dall’alta tenuta sulla pianta e dall’elevato grado zuccherino, tra i 18 e i 20 gradi Brix. Con le 5 varietà della serie Sweet® è possibile coprire la stagione cerasicola, o quantomeno una gran parte. Le varietà della famiglia Sweet® sono ormai note e comprendono: • Sweet Arianna®: precoce, ma dopo Burlat, autofertile, produce tra le 13 e le 15 ton per ettaro, ha un 60% di frutti di calibro 28 o più; • Sweet Lorenz®: produce tra le 10 e le 12 ton/ha e si adatta bene sia su un portinnesto che dà vigoria che sul nanizzante; • Sweet Gabriel®: di epoca Grace Star, di cui è migliorativa in termini di tenuta sulla pianta, consistenza, colore scuro e rapporto tra zuccheri e acidi. “Nel lungo periodo – sostiene Lugli – Sweet Gabriel prenderà il posto di Grace Star”. • Sweet Saretta® e Sweet Stephany®, entrambe tardive e molto richieste soprattutto sui mercati del Nord proprio perché tardive. Tra le altre varietà iemergenti ci sono anche molte francesi, cioè: • Royal Tioga e Royal Bailey: del periodo di Bigarreau, “sono piccole, ma vengono da 4 giorni di piogge e non hanno segni di cracking”, spiega il direttore del mercato all’ingrosso vignolese; • Rocket*, che matura 6/7 giorni dopo Bigarreau. Ha un calibro medio di 34/36. Su portinnesti forti produce poco, ma su quelli deboli è una varietà produttiva; • Red Pacific*: soda e consistente, matura 4/5 giorni dopo Bigarreau; • Sabrina®: siamo a +10/12 giorni da Bigarreau, non molto soda ma buona da mangiare; • Frisco*: matura 12 giorni dopo Bigarreau.

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Disponibilità anche per l’export con la varietà “Domenico Tauro”

Molfetta: partita la campagna dei fichi Fioroni

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elle zone di Molfetta, Terlizzi, Ruvo di Puglia è iniziata la campagna di commercializzazione dei Fioroni verdi, chiamati a livello locale i “Sant’Antonio”. Si registra una resa leggermente inferiore rispetto allo scorso anno per via della grandine caduta circa un mese fa, a macchia di leopardo, e che ha colpito diverse aree. Inoltre, per quanto riguarda i Fioroni neri Domenico Tauro lo scarto è stato fatto direttamente dalle piante, con la cascola di parecchi

frutti. Certamente la pezzatura sarà più grande e la qualità buona. I Fioroni verdi vengono consumati a livello locale, in quanto il frutto si conserva per un periodo di tempo molto ristretto; si registra solitamente un discreto consumo e il prodotto (per ora) è quotato da 1,20 euro/kg a 1 euro/kg. Per quanto riguarda invece la varietà Domenico Tauro, la richiesta dall’estero è molto forte. Il Nord Europa - Germania, Francia, Danimarcain primis ha scoperto il prodotto da pochi anni;

i Fioroni neri mostrano una maggiore conservabilità e questa caratteristica viene apprezzata. Dal punto di vista del gusto però è molto più buono il Fiorone verde, che però è più delicato e non ha la giusta shelf life per raggiungere destinazioni più lontane di Roma. Nelle zone di Molfetta, Terlizzi, Ruvo di Puglia la campagna del Fiorone verde durerà fino più o meno al 20 di giugno; la varietà Domenico Tauro invece sarà disponibile al massimo fino al 15 luglio.

Lo annuncia Carmelo Danzi’, presidente del Consorzio di tutela

Fico d’India, in Sicilia alleanza fra i 4 poli produttivi di Rino PAVONE

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nificazione in rete dei quattro principali poli produttivi ficodindicoli siciliani. E’ Carmelo Danzì, presidente del Consorzio per la valorizzazione e la tutela del ficodindia Dop dell’Etna, ad annunciare l’unione in rete dei quattro principali poli produttivi ficodindicoli siciliani in materia di biomassa e impatto ambientale. Carmelo Danzì dichiara “La mia avventura inizia nel 2011 quando sono stato nominato presidente del Consorzio di Tutela in un comparto che, dagli anni ‘90, hanno visto l’ascesa merceologica del prodotto con più di 15mila tonnellate commercializzate nel solo areale Etneo. Ma il ficodindia in Sicilia - principale regione produttrice dell’Europa - non è solo Etna: poli produttivi importanti sono anche San Cono, Santa Margherita del Belice e Roccapalumba”. A oggi si stima, da fonte Agea, che la sola superficie specializzata isolana conti più di 3000 ettari di ficodindieto, senza trascurare i tanti impianti promiscui presenti alle pendici dell’Etna che fanno lievitare il dato

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sino a circa 5000 Ha, proiettando la coltura del ficodindia tra i comparti trainanti dell’ortofrutticolo siciliano anche dei prossimi decenni. Numerosi studi nel campo della nutraceutica si orientano a valorizzare i sottoprodotti dell’industria agroalimentare, ciò allo scopo di individuare ingredienti attivi utili al settore scientifico, come per esempio nel campo del “functional food”, del “medical” e della cosmetica. Dalle diverse parti della pianta si possono estrarre i principi attivi, studiarli e poi farne degli estratti da utilizzare nella produzione di farmaci e cosmetici. Ma ancora le proprietà cicatrizzanti e antiulcera dei cladodi, già note ai tempi alla medicina popolare, e ancora l’effetto protettivo nei confronti delle patologie articolari, per non parlare delle proprietà antiinfiammatorie e di regolarizzazione del metabolismo glucidico e lipidico. L’idea è di conferire alle filiere virtuose che aderiranno al progetto, in collaborazione con alcune iniziative della commissione

ambiente della UE, un “bollino energetico” che spieghi e certifichi al consumatore come la produzione del ficodindia che sta acquistando non solo non abbia inciso sull’ambiente, ma abbia contribuito a all’autosufficienza energetica dell’azienda produttrice. Tutto questo all’interno di una visione aziendale non più individualista e che ha visto, in primo luogo, unirsi le sei filiere a marchio Dop, Doc e Igp dell’Etna in una rete di consorzi di tutela e, in ultimo, l’unificazione in rete dei quattro principali poli produttivi ficodindicoli siciliani..

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gricoltura

Puglia prima regione italiana per produzione: 8.000 ettari

Insalate: il trend delle superfici e il commercio estero italiano

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el 2015 la coltivazione delle insalate (lattuga ed invidia riccia e scarola) in Italia, ha coperto una superficie di circa 27.700 ettari totali tra pieno campo e serra, il 3% in meno rispetto all’anno scorso, l’ampiezza minore investita negli ultimi anni. Il calo risulta evidente sia in serra sia a pieno campo; in coltura protetta gli ettari investiti scendono a poco più di 4.100, il 9% in meno rispetto al 2014 mentre in campo aperto, con circa 23.600 ettari, il potenziale risulta inferiore di 2 punti percentuali rispetto alla pre-

di Rino PAVONE

cedente annualità. Il trend delle produzioni denota una contrazione, seguendo l’andamento delle superfici, e complessivamente nel 2015 ha ammontato a 690.000 tonnellate, il 3% in meno sul 2014. In serra le produzioni sono state di oltre 130.000 tonnellate, -14% rispetto ai quantitativi del 2014 ma in media se consideriamo la produzione dal 2008 al 2013; in campo aperto, la produzione è più costante denotando un livello simile alla campagna precedente, tra i quantitativi più bassi nel periodo indagato.

Le lattughe tra serra e pieno campo coprono, nel 2015, una superficie a livello nazionale di quasi 18.600 ettari con una produzione di 438.000 tonnellate, concentrate in Puglia, Lazio e Campania. Le superfici dedicate a indivia, sia riccia sia scarola, interessano nel complesso poco più di 9.000 ettari per una produzione di 215.000 tonnellate. Le principali regioni di riferimento sono Puglia, Abruzzo e Campania. Nell’aggregato insalate relativo al 2015, ben l’85% delle superfici è coltivata in pieno campo e il restante 15% in serra. I quantitativi risultano simili alle annate precedenti, ma appare in lieve calo la coltivazione in campo aperto a vantaggio di quella in serra. Le prime cinque regioni italiane,

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in ordine di importanza per la produzione di insalate rappresentano quasi il 70% delle superfici investite nel 2015; prevale la Puglia con 8.000 ettari (il 29% degli investimenti totali), mentre a seguire troviamo la Campania con quasi 3.700 ettari (13% del totale), il Lazio che nell’ultima campagna ha superato di poco i 3.000 ettari con l’11% del totale, Abruzzo e Sicilia rispettivamente quasi 2.400 e 2.000 ettari (9% e 7% rispetto al totale Italia). Nel 2015, i quantitativi di insalate destinati all’estero sono stati poco più di 130.000 tonnellate, ben il 32% in meno rispetto ai volumi elevati registrati l’anno precedente e inferiori anche alla media storica. Il valore si attesta su quasi 246 milioni di euro, in calo del 15% rispetto al 2014. Il prezzo medio di

esportazione, invece, aumenta di 25 punti percentuali e, con 1,87 €/ kg, risulta sul valore più elevato del recente passato. Le insalate italiane sono destinate per la quasi totalità (96% del complesso) a Paesi facenti parte dell’Unione Europea 28 e una quota minima (il rimanente 4%) a Paesi europei extra-UE28. Il principale mercato di riferimento si conferma essere la Germania, con un volume che attualmente è

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del 36% ma una rappresentatività in lieve calo rispetto al 2014. L’Italia nel 2015 ha importato solamente 52.000 tonnellate di lattughe, segnando un calo del 45% rispetto alla stagione precedente, il quantitativo più basso dal 2010. Il prezzo medio appare particolarmente elevato, se confrontato alle quotazioni degli anni precedenti, e con 1,02 €/Kg incrementa del 32% rispetto a quello più contenuto del

2014. Il valore, al contrario, è risultato in diminuzione, -27% rispetto alla scorsa stagione, con poco meno di 53 milioni di euro complessivi. Vicini alla totalità dei volumi i quantitativi in arrivo in Italia dai principali fornitori facenti parte dell’Unione Europea (28). La merce di provenienza spagnola rappresenta nel 2015 il 45% del totale, in calo rispetto al 2014.

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iceviamo e...

Xylella, avviso pubblico ARIF, il Commissario chiarisce

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e polemiche relative alla creazione di una long list di professionisti per il monitoraggio della Xylella in Puglia, riconducibili sostanzialmente all’accusa di aver creato un bando su misura per il reclutamento di un ben definito gruppo di persone da parte dell’Arif, meritano un chiarimento su tutto il processo seguito dall’Agenzia sull’argomento. In primo luogo riguardo i compiti dell’Arif, che consistono nella realizzazione del monitoraggio secondo le indicazioni tecniche dell’Osservatorio fitopatologico della Regione Puglia (D.G.R. n. 266 dell’08/03/2016 e relativa Convenzione).A proposito del personale da impiegare, l’Osservatorio ha evidenziato la necessità, anche alla luce dell’urgenza di rispondere alle pressanti richieste della Commissione Europea, di utilizzare con la massima urgenza tutto personale che avesse già esperienza o specifica preparazione in materia. Secondariamente, riguardo il tipo di lavoro che sarà svolto, che consiste in un rilievo sistematico su un territorio di oltre 170.000 ettari (con ulivi o meno) per la verifica della presenza della Xylella, secondo le indicazioni della Commissione europea e del Ministero, anche mediante il prelievo di campioni di piante suscettibili di infezione da esaminare in laboratori autorizzati. Di fondamentale importanza per un esito positivo del monitoraggio è il rispetto dei protocolli di rilevamento riguardo l’identificazione del campione e le sue modalità di prelievo e conservazione fino al conferimento dello stesso al laboratorio. L’oggetto della prestazione professionale richiesta agli incaricati non verte, quindi, su particolari analisi o studi relativi alla Xylella, bensì è quella di realizzare correttamente la ricognizione delle aree assegnate e prelevare i relativi campioni. Altro fattore che si è tenuto in considerazione nell’organizzare la selezione dei professionisti da contrattualizzare è relativo alle figure professionali da utilizzare. Queste sono quelle previste dalla d.g.r. n.1578 del 03/09/2013, suscettibili di ottenere la qualifica di agente

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fitosanitario, attribuendo loro un punteggio progressivamente decrescente a seconda del titolo di studio posseduto (laurea magistrale, laurea breve, diploma). A parità di punteggio, si è definito di dare la precedenza al/alla professionista di età inferiore. Per quanto concerne ulteriori competenze, quelle individuate sono l’esperienza e/o le conoscenze riguardo la materia oggetto dell’avviso (l’attività di monitoraggio). Per cui è stato attribuito un punteggio (elevato, per consentire il loro immediato utilizzo) a coloro che avevano già svolto negli scorsi anni attività di monitoraggio della Xylella e uno, più ridotto, a coloro che, pur avendo seguito il corso organizzato ad hoc dall’Osservatorio fitopatologico della Regione, non erano stati utilizzati nell’attività vera e propria dei rilievi. A prescindere dalle opinioni personali che si possono avere sull’attività del monitoraggio effettuato in passato e sulla validità dei corsi, questi costituiscono ad oggi gli unici elementi di valutazione oggettiva e certificabile da un Ente pubblico riguardo l’oggetto del bando. A proposito del problema legato all’esperienza, va detto che a livello nazionale l’attività di monitoraggio della Xylella è prerogativa quasi solo della Puglia, avendo le altre Regioni svolto con i propri Ispettori fitosanitari campionamenti in misura molto ridotta rispetto quelli effettuati a livello pugliese. Un capitale comunque da utilizzare. Infine, dopo aver scartato l’ipotesi del ricorso ad un’Agenzia interinale per la selezione del personale da utilizzare per il monitoraggio (probabilmente cosa gradita ai più per vari motivi) o l’affidamento dello stesso a strutture esterne all’Arif, la scelta effettuata è stata quella di realizzare in proprio il lavoro, avvalendosi di personale iscritto agli Ordini o Albi competenti. Questo al fine di professionalizzare al massimo l’attività di rilevamento e, contestualmente, fornire l’Ente di una base tecnico-legale solida riguardo le operazioni effettuate. Le procedure, ispirate alla massima trasparenza anche in virtù della semplicità e oggettività dei requisiti e delle priorità scelte, sono quelle

consentite dal Decreto legislativo 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, che prevede, tra l’altro, per le collaborazioni come quelle in questione, l’invio d’ufficio di tutta la documentazione relativa alla Corte dei Conti. Cosa puntualmente prevista sia nel Regolamento che nel documento di approvazione dell’avviso pubblico. Due riflessioni, infine, sugli attacchi all’Agenzia apparsi sui giornali, che appaiono, francamente poco motivati. Sicuramente, se non fosse stata data priorità al personale già utilizzato o formato, le polemiche sarebbero, giustamente, sorte ugualmente, sia pure di segno opposto. La materia del contendere riguarderebbe, tra l’altro, solo l’eventuale attività di pochissime decine di persone (qualora tutte facessero domanda e fossero iscritte ad Ordini ed Albi); solo una piccola parte su un totale di circa 250 unità che si possono arrivare a utilizzare. L’Agenzia, chiusi i termini per le domande, darà comunicazione sul loro effettivo numero. Per cui agronomi, biologi, periti agrari e agrotecnici con la voglia di lavorare tutta l’estate si facciano avanti, le possibilità di lavoro ci sono e, fatto non secondario, uguali per tutti (se si fa eccezione del piccolo gruppo di cui sopra). Forse sarebbe il momento di cominciare a segnare qualche punto a favore della Puglia, effettuando bene e in fretta con le nostre ragazze e ragazzi l’attività di monitoraggio richiesta dalla Commissione europea, riservando polemiche e attacchi per argomenti più importanti. In ogni caso l’Arif, che istituirà sul proprio sito (www.arifpuglia.it) un’apposita voce legata all’attività di monitoraggio della Xylella, è aperta ad ogni suggerimento e valutazione sull’attività da svolgere nella prossima estate, al fine di rendere partecipe l’intera comunità regionale di quanto si sta realizzando. Domenico Ragno Commissario straordinario Arif

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gricoltura

ISTAT: NEL 2015 AUMENTA VALORE AGGIUNTO SETTORE AGRICOLO +13,7%

PUGLIA: IN 15 ANNI +34% COSTO MANGIMI E SPESE PER ANIMALI

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’ agricoltura in Puglia guida la risalita dell’economia con una crescita del valore aggiunto del settore agricolo regionale del +13,97% rispetto all’anno precedente, fortunatamente una ripresa robusta dopo le perdite registrate negli anni, tanto che il valore aggiunto nel 2015 segna comunque un – 2,44% rispetto al 2000, secondo i dati sull’andamento dell’economia agricola diffusi dall’ISTAT. Schizzati in 15 anni i consumi intermedi, in sintesi prodotti, beni e servizi di cui necessitano le aziende agricole che sono aumentati del 43,55% e i costi per i mangimi e le spese per gli animali del +33,98%. “Nel 2015 incessanti le nostre battaglie tese a tutelare il patrimonio del ‘made in Italy’ agroalimentare e a bloccare – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – lo scippo di identità e di valore che il nostro territorio quotidianamente subisce ad opera dei famigerati agropirati nazionali ed internazionali e che trovano ragion d’essere nel valore delle principali filiere agroalimentari pugliesi, pari a 542.000.000 euro per la pasta e i prodotti da forno, 576.000.000 euro per quella olearia e 462.000.000 euro per la filiera vinicola e il pomodoro da industria, con una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi

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190.000.000 euro”. Indiscussi i primati produttivi dell’agricoltura pugliese rispetto ai quantitativi nazionali: uva da tavola 68%, pomodoro 35%, ciliegie 30%, mandorle 35%, olive 35%, grano duro 21%, carciofo 31%, mandorle 30% e uva da vino 14%. “Con un + 8,59% della PLV che torna a superare nuovamente i 3 miliardi di valore – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - l’agroalimentare pugliese si è rivelato il traino dell’economia regionale nel 2015. Eccezion fatta per i cereali e i legumi che segnano un calo di produzione e valore, tutti i comparti produttivi registrano un aumento in termini percentuali. Ancora in crescita il dato delle esportazioni del vino che nel periodo gennaio – settembre 2015 conta un +6%. La PLV del comparto olivicolooleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%.”. Oltre ai numeri soddisfacenti di produzione e valore aggiunto, di pari passo vanno etica e corretti rapporti di lavoro, per cui sono benvenute le norme come la confisca per sconfiggere il caporalato che va combattuto senza tregua perché umilia gli uomini ed il loro lavoro. E su questo sta lavorando l’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare guidato da Giancarlo

Caselli che la Coldiretti ha promosso e sostenuto, una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute ed il lavoro, con una equa distribuzione del valore. E questo non è possibile se i pomodori nei campi sono sottopagati a 8 centesimi al chilo e le arance ancora di meno. Secondo una analisi della Coldiretti su dati Eurispes al primo gennaio 2014 erano 355 i caporali arrestati o denunciati dall’entrata in vigore del reato con la legge 14 settembre 2011, n. 148.

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gricoltura

IN PUGLIA IL VILLAGGIO SOLIDALE DI COLDIRETTI E FOCSIV

CAPORALATO: PROGETTO CONCRETO CONTRO LO SFRUTTAMENTO

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eclinare l’intesa siglata a livello nazionale sul territorio pugliese con un protocollo stringente, a cui lavorerà un tavolo tecnico sulle singole voci sanità, trasporti, acqua, sicurezza, contratti di lavoro è l’accordo definito su proposta del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per un programma di lavoro concreto ed effettivamente rispondente alle problematiche denunciate dai lavoratori e dagli stessi imprenditori agricoli. “Collaboreremo e daremo sostanza al protocollo contro il caporalato con progettualità concrete, a partire dal villaggio solidale che sarà realizzato in Puglia, grazie ai fondi raccolti con la campagna di Coldiretti e Focsiv, per dare ospitalità agli immigrati, sottraendoli allo sfruttamento del caporalato con un regolare

contratto di lavoro per la raccolta stagionale del pomodoro. Occorre combattere senza tregua il becero sfruttamento che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli, ma serve una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stra-

nieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore che non è possibile se le arance nei campi sono sottopagate a 7 centesimi al chilo e i pomodori poco di più”. Lo annnuncia Coldiretti Puglia, in occasione della riunione operativa convocata dal Governatore Emiliano a seguito della firma

del protocollo sperimentale contro il caporalato, sottoscritto il 27 maggio scorso presso il Ministero dell’interno. L’intero ammontare delle donazioni raccolte attraverso la campagna di Focsiv e Coldiretti ‘Abbiamo Riso per una cosa seria’ sarà utilizzato per realizzare in Puglia, di concerto con la Regione, un villaggio degno di accogliere i lavoratori dei campi.

LO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO IN AGRICOLTURA

ACLI TERRA FIRMA IL PROTOCOLLO SPERIMENTALE CONTRO IL CAPORALATO

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iamo orgogliosi di far parte delle Associazioni di categoria che hanno firmato il protocollo per la lotta al Caporalato, uno strumento importantissimo e necessario per restituire dignità ai lavoratori e al comparto agricolo italiano» – è quanto affermato dal Vice Presidente di Acli Terra, Francesco Sderlenga, a Roma per la firma dell’accordo tra Ministero del Lavoro, Ministero dell’Interno, Ministero delle Politiche Agricole, Ispettorato del Lavoro, Regioni, Associazioni e Sindacati, uniti tutti nell’obiettivo di fare fronte comune contro la piaga dello sfruttamento del lavoro. Nello specifico, il protocollo sperimentale riguarderà numerosi interventi sul territorio per contrastare schiavitù e metodi

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mafiosi di gestione delle risorse umane in agricoltura. Acli Terra aveva già partecipato agli incontri sul caporalato convocati dal Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, promotore del Protocollo e firmatario del testo insieme al Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Condividiamo, con gli altri firmatari, l’obiettivo primario di fare rete per promuovere sicurezza e legalità nel mondo del lavoro in agricoltura – ha commentato il Presidente di Acli Terra, Giuseppe Cecere – per assicurare ai lavoratori un trattamento dignitoso e ai consumatori il rispetto di un’etica umana in tutta la filiera agroalimentare. L’auspicio è che si proceda con celerità verso un DDL contro il Caporalato». www.foglie.tv



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ivaismo

L’8^ edizione

Giornata nazionale del vivaismo mediterraneo di Paola DILEO

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l futuro produttivo e commerciale del florovivaismo: nuovi scenari di sviluppo determinati dalle normative europee”. Il tema cardine dell’8^ giornata nazionale del vivaismo mediterraneo celebrata il 4 giugno scorso ai Vivai Capitanio Stefano di Monopoli, contestualmente alla tre giorni dedicata alla mostra mercato florovivaistica (giunta alla VI edizione). Al convegno patrocinato dal MIPAAF, dalla Regione Puglia, dal Comune di Monopoli in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Bari, sono intervenuti il dott. Gianluca Nardone (Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura Regione Puglia), il presidente ANVE Marco Cappellini, l’on. Nicola Caputo (membro Commissione Agricoltura della Commissione Europea), il dott. Didier Ousset (ricercatore biomolecolare e coordinatore del Consorzio Lubixyl), il dott. Silvio Schito (Osservatorio Fitosanitario Regione Puglia), il dott. Mario Monopoli (portavoce dell’on. Paolo De Castro). I relatori sono stati moderati dal caporedattore TG 5 Giuseppe De Filippi. Il dibattito è stato aperto dal dott. Nardone che ha posto l’accento sulla batteriosi da xylella fastidiosa “un problema che la Regione Puglia non intende trascurare, sebbene in questi anni una comunicazione approssimata e non coordinata del fenomeno, ha generato una cattiva reputazione nel sistema

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paese con ripercussioni a vasto raggio sulla nostra economia” – ha premesso -. “Di qui l’esigenza di un piano di comunicazione ad hoc e di un portale regionale sulla emergenza xylella”, un’interfaccia con l’Unione Europea e un riferimento costante per i cittadini, turisti, operatori, uffici sanitari di altri paesi, grazie a bollettini costantemente aggiornati. “Il monitoraggio continuo per accertare la presenza o no del patogeno , produrrà dei dati che verranno pubblicati sul sito entro settembre. Un servizio che costerà ai contribuenti pugliesi 3 milioni e mezzo di euro. Vogliamo accrescere la fiducia nelle istituzioni e avviare rapporti commerciali in sicurezza”- concluso Nardone -. A seguire l’introduzione del presidente ANVE Cappellini che ha illustrato lo stato di salute del settore: 2.6 miliardi di euro il fatturato annuo complessivo (tra piante e fiori) corrispondente al 5% dell’intero fatturato della produzione agricola nazionale; circa 20.000 sono le aziende addette e 100.000 gli operatori. “Un quadro che conferisce all’Italia una posizione di rilievo nel panorama europeo, nonostante i problemi degli ultimi anni, xylella fastidiosa inclusa, che ha determinato normative nazionali restrittive per l’esportazione verso il Montenegro, l’ Albania, il Libano, la Giordania, l’ Algeria – ha riferito il predente Cappellini che ha aggiunto “incomprensibile in verità anche l’atteggiamento

degli stati membri come Francia, Inghilterra, Olanda che hanno alimentato sospetti sulla sicurezza delle nostre piante”. Sempre a sostegno della categoria e per fronteggiare l’emergenza xylella e le conseguenti restrizioni sulle esportazioni, l’ANVE ha istituito e consolidato un network per condividere informazioni aggiornate con i soci. Confidando nella ricerca scientifica ha anche aderito a partenariati nazionali e internazionali sostenendo progetti che perseguono un metodo di lotta basato sulla biologia molecolare e quindi sostenibile. Il saluto del presidente Capppellini si è concluso con il rituale invito “fare squadra per ampliare i propri orizzonti di mercato. Più lontano si va e più è importante presentarsi in modo efficace”. Quell’unione d’intenti in cui ha sempre creduto il socio fondatore Stefano Capitanio, padre di Leonardo, lungimirante imprenditore nonché fautore dell’unica associazione nazionale dei vivaisti. Il futuro produttivo e commerciale del comparto non può che prescindere evidentemente, da una revisione del quadro normativo di riferimento europeo per l’ambito fitosanitario e in particolare della direttiva 2009/29/CE. Una nota dell’On. Caputo ha assicurato che un nuovo regolamento è previsto entro la fine del 2016. Sul fronte della ricerca una novità di approccio alla xylella fastidiosa è rappresentata dal Consorzio Luwww.foglie.tv


bixyl che persegue un modello d’intervento globale, multi fattore, integrato, che possa far ritrovare equilibrio. “Perché – ha spiegato il dott. Ousset , ricercatore e coordinatore del consorzio – la xylella fastidiosa colpisce 359 varietà vegetali in tutto il mondo, tra mandorli, viti, agrumi,albicocchi, ulivi ecc. La distruzione di piante infette, l’estirpazione degli ulivi in Puglia o delle viti in California, nonché il bombardamento con pesticidi per combattere il vettore , non si sono rivelati efficaci nella lotta al patogeno”. Il consorzio Lubixyl opera su scala mondiale avvalendosi della collaborazione di 32 università, 15 organizzazioni tecniche professionali, 15 paesi dal Brasile all’Iran, 500 ricercatori a fronte di 250.000 ore di ricerca, 50 aziende fra coop agricole, associazioni professionali come COOP de France, Copagri,ENA, ANVE, 10 regioni euro-

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pee, 3 zone colpite da xylella, Puglia,Corsica, Provence Alpe Costa Azzurra.“Lo scopo è quello di conoscere meglio il batterio e produrre protocolli terapeutici ecologici. Abbiamo già pubblicato i primi risultati, siamo solo all’inizio del processo”ha aggiunto Ousset. Trattasi dell’azione in vitro della lattoperossidasi su xylella, ovvero di un enzima naturale secreto da tutti i mammiferi, la prima barriera antibatterica del corpo. In questo caso l’enzima viene estratto dal latte di mucca. L’azione della lattoperossidasi produce acqua ionizzata in grado di distruggere i batteri. Si pensa di bagnare le piante d’ulivo con quest’acqua senza danni per l’ambiente. La giornata ANVE come di rito si è chiusa con l’assegnazione dei premi ai vincitori del concorso “Stefano Capitanio” (indetta annualmente per ricordare il socio fondatore). Premi rivolti a giovani

laureati in tutte le Facoltà di Agraria italiane. Per la migliore tesi di laurea triennale si è aggiudicato il premio (di 1000 euro) la dott.ssa Lucrezia Lopez (Università di Firenze – Corso di Laurea in scienze vivaistiche, ambiente e gestione del verde) ; il premio della migliore tesi magistrale ( di 2000 euro) invece è andato alla dott.ssa Chiara Aglietti e il dott. Nicolò Pagliani – giunti ex aequo -. La prima dell’Università di Perugia – Corso di Laurea in scienze e tecnologie dei sistemi forestali – con il lavoro”Messa a punto della tecnica LAMP per la diagnosi di phitophora ramorum e xylella fastidiosa; il secondo dell’Università di Bologna – Corso in Scienze e tecnologie agrarie – con il lavoro “Logistica e competitività nel comparto vivaistico ornamentale: il posizionamento degli operatori”.

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ivaismo

Boom di presenze

La mostra mercato “Il colore in giardino” dei Vivai “Stefano Capitanio”

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ONOPOLI - Il giardino botanico “Lama degli ulivi” e l’ormai nota mostra mercato “Il colore in giardino”, giunta alla 6^ edizione , si conferma meta pugliese irresistibile per florovivaisti professionisti e amatoriali. Il sinuoso percorso green, un labirinto nel labirinto, che si snoda su 3 ettari con tanto di cavità rupestri e 2500 essenze mediterranee, è d’altronde il miglior biglietto da visita di un evento che si candida a crescere ancora. La semplice sincronia di colori, profumi, sapori e suoni è riuscita ad attrarre flotte di visitatori, 5000 circa, invogliati da un ricchissimo programma pensato per tutte le età. Nella tre giorni (3-4-5 giugno ) mostre d’arte, workshop, visite guidate, corsi , degustazioni e laboratori creativi , hanno permesso di approfondire la conoscenza del verde, della storia locale, e dei prodotti tipici monopolitani e pugliesi. Attrattiva di punta di questa edizione è stata “

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Farfalia”, una vera casa di farfalle costruita nel cuore del giardino botanico, dove è stato accuratamente creato l’habitat ideale per la riproduzione e la vita di decina di specie. “Il filo conduttore di questa iniziativa è quello di coltivare il seme del verde in quanti hanno già questa passione ma anche in chi non l’ha ancora scoperta” Questo il messaggio scelto da Leonardo Capitanio (amministratore unico dell’azienda vivaistica) per promuovere il fortunato evento scandito anche da vivaci show cooking , come quello promosso dell’Azienda Agricola “Il Rustico del Casale – Olio denocciolato Mavilio” dal tema “Nel nome dell’olio e della gastronomia tipica di qualità”, dove si è ridato smalto a un piatto povero della tradizione monopolitana e pugliese “la ciallédde”. Attraverso la preparazione della stuzzicante pietanza, squisitamente estiva, ci si è soffermati sugli aspetti agronomici e salutistici degli ingredienti, in testa

l’olio evo, il barattiere (coltivato tra Monopoli e Fasano) e i suoi fratelli, lo scopatizzo barese e il carosello di Massafra, poi il pomodoro regina (anche detto pomodoro a filo), la cipolla rossa d’Aquaviva, il diavolicchio (peperone piccante) e il diavolicchioddo (peperone dolce) di Carovigno, quindi origano, pane raffermo o friselle. A riferire sulle caratteristiche agronomiche degli ecotipi, è stato Paolo Leoci (coordinatore regionale Club Città dell’olio, cultore della cucina tipica nonché appassionato gourmand prestatosi all’invitante show cooking ), invece sulle numerose proprietà salutistiche dei prodotti ha relazionato la dott.ssa Laura dell’Erba ( specialista in endocrinologia, malattie del ricambio, medicina nucleare e perito agrario). Il tutto scandito dalle poesie in vernacolo monopolitano di Gigi Rizzo, recitate ad arte da Cosimo Loperfido

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gricoltura

Approvato l’Avviso per la presentazione delle domande di aiuto relative a progetti

OCM Vino: Avviso “Promozione sui mercati dei Paesi Terzi” - Campagna 2016/2017

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“NON APRIRE – PROPOSTA PROGETTO PROMOZIONE DEL VINO SUI MERCATI DEI PAESI TERZI – REGOLAMENTO (CE) N. 1308/13 DEL CONSIGLIO – ANNUALITA’ 2016/2017”. Il plico deve essere indirizzato alla: REGIONE PUGLIA - Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale - SEZIONE AGRICOLTURA - Servizio

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l Servizio Produzioni arboree ed erbacee comunica che con Determinazione del Dirigente della Sezione Agricoltura n. 223 del 31/05/2016 è stato approvato l’Avviso per la presentazione delle domande di aiuto relative a progetti regionali e multiregionali relative alla Misura “Promozione sui mercati dei Paesi Terzi” - OCM Vino - Campagna 2016/2017. Possono essere presentati le seguenti tipologie di progetti: a) Progetti regionali, che riguardano i beneficiari che hanno la sede legale e/o operativa nella Regione Puglia; tali progetti devono essere presentati alla Regione Puglia e sono ammissibili a finanziamento a valere sui fondi di quota regionale. b) Progetti multiregionali, che devono essere presentati alla Regione in cui il beneficiario ha la sede legale, coin-

volgono beneficiari che hanno sede operativa in almeno 2 Regioni. Sono ammissibili a finanziamento a valere su fondi di quota regionale e su una riserva dei fondi della quota nazionale pari a quattro milioni di euro. La quota di finanziamento pro capite da parte di Ministero e Regioni non supera il 25% dell’importo del progetto presentato. I progetti possono avere una durata minima di un anno e massima di tre anni per beneficiario e mercato del Paese terzo. Il progetto, corredato di tutta la documentazione elencata nel DM n. 32072 del 18 aprile 2016 in originale, deve essere presentato, a pena esclusione, in plico chiuso, sigillato, timbrato e firmato dal legale rappresentante su tutti i lembi di chiusura, sul quale deve essere apposta, oltre all’indicazione del mittente, la seguente dicitura:

Produzioni arboree ed erbacee Lungomare Nazario Sauro 45/4770121 Bari e deve pervenire al protocollo della Sezione Agricoltura, entro e non oltre le ore 15,00 del 30 giugno 2016, a pena esclusione. In caso di invio del plico tramite posta o corriere espresso lo stesso deve pervenire al protocollo della Sezione

Agricoltura entro e non oltre il termine innanzi stabilito, a pena l’esclusione, precisando che a tal fine il recapito del plico è ad esclusivo rischio del mittente. Il provvedimento, unitamente all’avviso pubblico, è stato pubblicato nel Bollettino ufficiale regionale.

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groalimentare

Rivoluzionaria tecnologia per detossificare le proteine del glutine

Lo spin off NWG premiato dalla Commissione europea

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a ricerca firmata dallo spin-off New Gluten World (NGW) è stata premiata per la sua innovatività dalla Commissione europea nell’ambito di Horizon 2020, il programma che finanzia i progetti imprenditoriali per l’innovazione in Europa sino al 2020. Il canale attraverso il quale la Commissione ha deciso di inserire l’iniziativa pugliese finalizzata alla detossificazione delle proteine del glutine nell’elite delle ricerche europee e, conseguentemente, di concedere un finanziamento per proseguirla e ottimizzarla è rappresentato dalla ‘SME Instrument - phase 2’. Questa misura è strutturata per fornire il supporto utile a sviluppare progetti di innovazione che affrontano grandi sfide per l’Europa e dimostrano un elevato potenziale in termine di crescita economica e aumentata competitività industriale, sulla base di business plan credibile e difendibile proprietà intellettuale. Per lo spin-off NGW, costituito per iniziativa della professoressa Carmen Lamacchia, con l’Università di Foggia e il Molino Casillo SpA, si tratta di un

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importantissimo riconoscimento perché lo strumento utilizza un approccio bottom up e promuove soltanto le proposte eccellenti: in media circa il 3% tra tutti quelli che si candidano per ottenere un finanziamento (oltre 1.000 nell’ultima cut-off date). L’estrema selettività della misura è data dal fatto che la stessa è aperta a tutte le Pmi dei Paesi europei, mette a disposizione tanti soldi a fondo perduto (condizione particolarmente interessante per le imprese in start-up) e privilegia l’innovazione “disruptive”, cioè prodotti, tecnologie, servizi in grado di cambiare radicalmente i settori di riferimento. In estrema sintesi, l’Europa utilizza lo SME Instrument come fosse un venture capital, senza, però, richiedere la partecipazione al capitale. ‘Siamo molto orgogliosi - dichiara Carmen Lamacchia, Ceo e presidente di NGW - di aver superato questa difficilissima selezione in ambito europeo. Questo risultato si registra in un contesto che per la sua selettività, generalmente, penalizza le Pmi e le innovazioni made in Italy e in particolare quelle del Mezzogior-

no. Giunge – continua Carmen Lamacchia - in una fase dello sviluppo molto delicata, ovvero mentre la sperimentazione in vivo all’Università di Roehampton di Londra sta entrando nella fase cruciale e, senza ombra di dubbio, favorirà i processi di sviluppo dei nostri studi e la conseguente industrializzazione sui mercati, non solo europei delle farine contenenti glutine atossico per i celiaci e, più in generale, per tutti coloro, bambini e adulti, che soffrono di infiammazioni croniche intestinali’. Per NGW questo prestigioso riconoscimento giunge dopo quelli ottenuti nel giugno 2015 nell’ambito del ‘NutriAwards’ di Lille in Francia (primo posto) e nel dicembre 2015 nell’ambito del Premio Nazionale dell’Innovazione promosso da PNI (primo posto assoluto e primo posto nella categoria Life Sciences – miglioramento della salute delle persone). L’idea imprenditoriale di NGW è basata sulla diffusione della metodologia gluten friendly con un licensing program a livello mondiale, grazie a una protezione brevettuale che copre, attualmente, più di 100 Paesi.

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T R urismo

urale

Emiliano: “L’obiettivo è di realizzare più eventi a carattere turistico sportivo”

Rilanciare e consolidare in Puglia il turismo sportivo

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stato siglato in Presidenza un protocollo di intesa per la realizzazione di attività a carattere turistico sportivo tra Regione Puglia, in particolare i due assessorati, allo Sport e all’Industria Turistica e culturale, Coni e Pugliapromozione. Un network a tre dunque, che consentirà di mettere in rete tutta la filiera dell’organizzazione del grande evento sportivo, dalle associazioni ai gruppi sportivi alle grandi squadre, con l’obiettivo di programmare le attività sportive in modo tale da rendere la Puglia sempre più accogliente e attrattiva anche nei periodi di destagionalizzazione. Nell’occasione, è stato presentato anche il primo concreto esempio di come il protocollo può funzionare. Due mesi cioè, giugno e luglio, di eventi legati al grande Volley, dall’internazionale a quello giovanile, eventi che si svolgeranno in tutta la Puglia (sei i comuni coinvolti, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Galatina, Maglie, Ostuni e Bari). “Sono molto contento della grande intuizione che abbiamo avuto – ha detto il presidente Emiliano - nel collegare lo sport e i grandi eventi sportivi, come questo del Volley, con il turismo. Mettere a sistema lo sport e il turismo, intrecciare tra loro luoghi e eventi, far diventare la Puglia meta di eccellenza non solo per il sole e il mare, bellissimi, ma anche per i grandi eventi sportivi, offrire accoglienza non solo agli sportivi, ma anche alle loro famiglie. Tutti questi sono gli obiettivi che noi ci proponia-

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mo di raggiungere con questo protocollo”. “Da una parte abbiamo la fortuna di vivere in una regione che offre, per come è composta da un punto di vista naturalistico e paesaggistico, una ottima base per poter praticare moltissimi sport, attirando anche turisti dall’estero - ha spiegato l’assessore allo Sport Raffaele Piemontese – e dall’altra c’è un’ampia fascia di turisti che si muove per le opportunità sportive. Bene, è proprio a loro che intendiamo rivolgerci sottoscrivendo oggi questo protocollo. Vogliamo ampliare e destagionalizzare l’offerta turistica nella nostra regione, vogliamo provare a creare una sinergia tra i due mondi per fare in modo che il numero dei turisti possa aumentare, sviluppando il turismo sportivo”. Per Elio Sannicandro (Coni) “la sinergia tra Regione, Coni e Pugliapromozione, consiste nel fatto che anziché attendere che qualcosa accada, saremo noi a proporre eventuali candidature, anche legate ad eventi internazionali, seguendo quello che la Regione ci indica- Abbiamo due possibilità, candidarci ad eventi che portano grandi presenze oppure collegare il nome della Puglia ad eventi mediatici sportivi molto importanti con visibilità internazionale”. Sannicandro ha poi presentato i tre eventi che faranno della Puglia per i prossimi due mesi, la capitale del grande Volley: il Campionato italiano under 16 che si è svolto nel leccese (dal 31 maggio), il Grand Prix di pallavolo femminile che si terrà a Bari

(17/19 giugno) e infine il Campionato europeo under 19 che si svolgerà ad Ostuni (dal 26 al 31 luglio). Il protocollo d’intesa siglato fra Regione, Pugliapromozione e Coni Puglia punta allo sviluppo del turismo sportivo, in particolare legato ai grandi eventi, in un’ottica di co-promotion e co-branding. I tre organismi lavoreranno di fatto in network, ciascuno secondo compiti specifici. La Regione, definendo gli indirizzi generali di programmazione per gli aspetti turistici, culturali e sportivi per promuovere le manifestazioni sportive di livello regionale, nazionale e internazionale organizzate sul territorio e l’annesso uso del marchio “Puglia”, affiancando inoltre i due partner nella predisposizione di candidature per grandi eventi sportivi. Pugliapromozione, promovendo e sostenendo finanziariamente il programma condiviso di manifestazioni, anche tramite convenzioni agevolate con l’associazione degli albergatori, incentivando le attività turistiche e ricettive, opportunamente destagionalizzate. Il Coni Puglia, infine, programmando annualmente i maggiori eventi in accordo con la Regione - in particolare quelli che incentivino il turismo in bassa stagione -, effettuando inoltre una mappatura di luoghi in cui svolgere sport ambientali collegati al turismo sportivo, e collaborando alla candidatura per grandi eventi. L’intesa ha durata quinquennale (2016-2020).

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groalimentare

Il servizio è attivo a Milano: previsto l’ampiamento alle maggiori città italiane

Amazon porta la vendita di frutta e verdura nel nuovo millennio

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’ ortofrutta del nuovo millennio non può parlare ai consumatori con le modalità e le soluzioni del passato, o comunque non può farlo pensando solo alle categorie di acquirenti per i quali ancora funzionano il linguaggio e gli strumenti di 20 anni fa. Dallo scorso mese di novembre 2015 Amazon, il portale per la vendita online più importante al mondo (107 miliardi di dollari di fatturato nel 2015) ha attivato un canale per la vendita al dettaglio di frutta e verdura fresca, trasformata, surgelata (Amazon Prime Now). Alcune aziende hanno già allestito il proprio scaffale virtuale, seguendo le direttive del colosso dell’ecommerce. Pochi giorni fa, a Milano, si è svolto un incontro fra Amazon e alcune aziende interessate al servizio. Con 230mila dipendenti, 304 milioni di clienti attivi in tutto il mondo, 109 centri di distribuzione di cui 29 in Europa non si può dire che Amazon non abbia le idee chiare sulla vendita online. E se ha scommesso sul fresco, un

motivo ci sarà. Al momento, il servizio è attivo a Milano con la previsione di ampliamento alla principali città italiane. Scaricando sullo smartphone la app Amazon Prime Now si può verificare in che modo il sito è organizzato. In pratica si accede a scaffali virtualiche ogni azienda fornitrice si gestisce in maniera autonoma. In pratica si tratta della concretizzazione del desiderio di ogni impresa, oggi costretta - per ragioni di spazio o di “politica” - a offrire sugli scaffali reali della Gdo solo alcune referenze e con non pochi vincoli. Questi i consigli di Amazon per le imprese che vogliano approcciarsi all’e-commerce: rendere disponibile l’intero assortimento; fornire un contenuto digitale accurato e completo; assicurare un packagingadeguato; creare il catalogo in anticipo rispetto al lancio; evitare di offrire condizioni di canale sfavorevoli; rivedere i minimi d’ordineper ottimizzare il nuovo flusso; dare un ampio assortimento; offrire i diritti di reso per prodot-

ti danneggiati e scaduti. Tutti questi consigli servono ad adattare la strategia di ogni azienda alle dinamiche online.

LETTERA DI UN BUYER PENTITO AL “CORRIERE ORTOFRUTTICOLO”

“PRIMA COMPLICE, POI VITTIMA “DI LOGICHE COMMERCIAL-ESTORTIVE”

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hi le scrive è oggi un modesto operatore inserito in un’altrettanta modesta azienda che cerca di sopravvivere allo stato delle cose. Voglio aggiungere per amore della correttezza, che il sottoscritto è stato un buyer della Gdo estraniato dal sistema, di cui sono stato prima complice e poi in qualche maniera vittima. Complice per aver goduto, non lo nego, dei privilegi occulti di cui il sistema ortofrutta è permeato, vittima dal momento in cui un moto di coscienza mi ha imposto di provare a cambiare le cose. Ma come si usa dire: “chi è causa del suo mal pianga se stesso” e io l’ho accettato. Oggi dalla mia posizione posso serenamente chiedere a lei, quanto sia logico pensare di mascherare un sistema, che vive di tangenti più o meno occulte. Che ormai si illude di continuare a trarre ricavi e di conseguenza basa i propri conti economici su sconti di fine anno, contributi promozionali, contri-

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buti centralizzazione e mille altre gabelle spacciate con giustificativi che farebbero invidia al miglior Macchiavelli? Come può – chi ancora produce con passione conoscenza e coscienza – essere percepito come tale se, in ultima analisi la discriminante assoluta è inderogabilmente il prezzo più basso? Dove, badi bene, il prezzo più basso è stabilito da personaggi (buyer) che nel tempo sono stati svuotati di professionalità ed esperienza (doti non più discriminanti) in luogo di una sterile teoria figlia di logiche commercial-estortive? Io – come credo lei – sappiamo che oggi lavorare con la gdo costa caro (3%-7%-10% -14% e più, art.62 sconosciuto). Adeguarsi a queste condizioni è una scelta, ma cosa se ne riceve in cambio? Nulla. Purtroppo l’impoverimento professionale ha coinvolto gli addetti a tutti i livelli, e basta visitare i punti vendita per rendersene conto. Parlare di qualità credo richieda coerenza, e la coerenza dovrebbe

essere espressa in qualità percepita, e magari mi chiedo, non sarà, che in barba alle dotte statistiche che incrociano regressione demografica con incremento di immigrati dividendo il risultato con la tendenza della popolazione a diventare vegetariana, per giustificare la diminuzione dei consumi di ortofrutta, altro non è che una logica conseguenza di un sistema ortofrutticolo che forse, ha più bisogno di “contadini evoluti” e un poco meno di dotti affabulatori da talk-show?”

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