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MONDIALI 2021 E OLIMPIADI 2026: GLI AGGIORNAMENTI

Corriere delle Alpi | 11Agosto 2020

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La struttura avrà poteri commissariali per accelerare i tempi della realizzazione Soddisfatto il sindaco Ghedina: «Un segno che si sta andando avanti bene»

CORTINA A settembre nascerà la nuova società con poteri commissariali per portare a termine le opere delle Olimpiadi invernali 2026. Ad assicurarlo è stato ieri il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, intervenendo a Padova. «Abbiamo definito tutte le opere e in questi giorni stiamo raccogliendo tutti i pareri», ha sottolineato infatti l'esponente dell'esecutivo Conte, «per poi firmare il decreto ministeriale per un piano di opere pubbliche integralmente coperto da risorse pubbliche. Asettembre ci sarà poi una integrazione di attività di opere in discussione con la Regione e la Fondazione olimpica e verrà costituita la società Milano Cortina 2026 a cui saranno attribuiti poteri commissariali per poter arrivare per tempo all'inaugurazione». L'annuncio del ministro delle Infrastrutture, arrivato a margine dell'incontro diieri per la firma sull'accordo sull'alta velocità tra Verona e Padova, è stato salutato positivamente dal sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina.«Era quello che ci attendevamo e che era previsto all'interno della Legge olimpica», sottolinea il primo cittadino, «quindi un segnale che si sta andando avanti e che la tempistica è positiva».L'augurio dell'amministrazione di Cortina è quello che le opere possano essere ultimate nei tempi previsti, secondo la programmazione che segna le tappe verso l'appuntamentoolimpico del 2026.Ghedina si dice dunque soddisfatto: «Questo è uno dei tasselli importanti, anzi direi fondamentali, per arrivare preparati all'appuntamento olimpico con la parte infrastrutturale pronta, che per Cortina riguarda in particolare la pista da bob. Proprio per quanto riguarda la pista, siamo in una situazione di analisi progettuale e l'augurio è che a settembre, con la nuova società, questa possa procedere rapidamente».Quello delle tempistiche per la realizzazione delle infrastrutture è infatti uno dei nodi cruciali del percorso che porterà alle Olimpiadi invernali 2027 di Milano -Cortina. «Gli anni che ci separano dalle Olimpiadi sono tanti», chiosa Ghedina, «ma in un certo senso sono anche pochi. L'augurio è quindi quello che i poteri commissariali di cui sarà dotata la nuova società le permettano di lavorare bene nei tempi previsti».E in pista per stringere i tempi sulle infrastrutture viarie legate alle Olimpiadi c'è anche l'Anas. Alla fine di luglio è stato lo stesso presidente della società,Claudio Andrea Gemme, a spiegarlo ai sindaci cadorini radunati in Magnifica a Pieve.Sottolineando che le quattro varianti alla statale Alemagna di Cortina, San Vito, Valle e Tai di Cadore hanno la firma tanto attesa e che quindi si può passare ora alla fase successiva, quella della progettazione esecutiva e dell'appalto dei lavori. Anche se i cantieri veri e propri, però, potranno aprirsi solo il prossimo anno. A chi gli chiedeva se saranno effettivamente pronte per le Olimpiadi del 2026, Gemme ha comunque risposto: «Se vuole la mia opinione direi 2023, ma non lo dico. Il 2024 è un obiettivo che ci siamo dati. Dobbiamo marciare verso quella meta». –

Corriere delle Alpi | 14Agosto 2020

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«Governo in aiuto a Cortina» Garanzia di 14 milioni di euro

CORTINA Una boccata di ossigeno e di speranza per i Mondiali di sci di Cortina.«Con il Decreto Agosto approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri, c'è un'importante novità per quanto riguarda il Campionato Mondiale di Sci del 2021 che si terrà a Cortina: il Governo ha infatti deciso di concedere una contro garanzia alla Fisi, la Federazione italiana sport invernali, in caso di annullamento dell'evento provocato dal Covid-19». A darne notizia è il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, all'indomani dell'approvazione del DL Agosto che, tra le varie misure per il Paese, prevede anche un intervento per il Mondiale di Sci del2021 di Cortina. «La Fisi - prosegue D'Incà -ha infatti prestato garanzia in favore della Fondazione Cortina 2021, che è la responsabile dell'organizzazione dell'evento, in relazione al finanziamento erogato alla stessa Fondazione dall'Istituto per il Credito Sportivo.Con la norma approvata, qualora i Mondiali dovessero essere cancellati per future emergenze legate al Coronavirus, la Fisi potrà chiedere una controgaranzia dello Stato, che ha accantonato 1,4 milioni di euro a fronte dei 14 massimi previsti dalla garanzia. In questo modo lo Stato contribuisce a sostenere la Federazione e, di conseguenza, anche la Fondazione qualora fosse danneggiatadai mancati introiti del Mondiale». Inoltre, prosegue D'Incà, «La Fisi dovrà predisporre, ogni anno e alla conclusione delleattività organizzative dei Mondiali, una relazione sulle attività svolte dal comitato organizzatore denominato e una precisa rendicontazione dei costi per l'organizzazione dell'evento che sarà inviata al Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri». «Abbiamo sempre ribadito che il Governo crede nei Mondiali di Sci e in questa tipologia di eventi che daranno grande visibilità al nostro territorio. È una grande occasione di rilancio per il Bellunese, frutto di una corretta gestione dei soldi pubblici e di una visione delle attività e infrastrutture in ottica sostenibile» conclude il Ministro D'Incà.I tifosi degli sport invernali bellunesi eitaliani in generale restano con il fiato sospeso per la disputa di un evento così importante in provincia. Dopo un annunciato rinvio al marzo 2022, la Fondazione e la Fisi avevano fatto marcia indietro, restando fermi sul calendario iniziale. Una scelta coraggiosa, ma anche rischiosa vista la situazione 21

dell'emergenza legata al Coronavirus.Ma la quasi concomitanza con le Olimpiadi 2022 avrebbe fatto un po' scemare l'interesse per l'evento.I prossimi mesi saranno decisivi. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Approfondimento “Nordest Economia” del Corriere delle Alpi | 13 Agosto 2020

https://nordesteconomia.gelocal.it/economia/2020/08/13/news/cortina-2021-la-sfida-infrastrutturale-e-il-conflitto-tra-economia-eambiente-1.39191217

Cortina 2021, la sfida infrastrutturale e il conflitto tra economia e ambiente

CORTINA D'AMPEZZO L'eterno confronto (o conflitto, a seconda dei casi) tra economia e ambiente, l'eterno e a volte lezioso dibattito sull'utilità delle grandi opere infrastrutturali che ammodernano un territorio (strade, comunicazioni) che fa della sua bellezza naturale il benchmark di riferimento principale: un tema sempre attuale.Belluno è la cenerentola dolomitica rispetto a Bolzano e Trento: ricche, autonome, efficienti. Tutti hanno presenti le immagini simbolo delle strade al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adigecon la strada perfetta su un versante e l'asfalto rattoppato sull'altro. Oppure, il diverso livello di manutenzione, sapendo che le due Province autonome hanno competenza in materia, scippate -assieme ai relativi capitolidi spesa, oneri e onori -alla stessa Anas. La questione, come si dice in questi casi, è lunga complessa e articolata: non sarà certo questo articolo a dirimere lavexata quaestio. Qui vorremmo solo parlare dei progetti che riguardano le cosiddette Terre alte, ovvero la montagna bellunese.Ci sono i mondiali di sci alpino, ovvero: prima rinviati causa Covid -anche il governatore Zaia avrebbe preferito soprassedere -poi clamorosamente confermati, sia pure in condizioni ben differenti da quelle originarie e senza più i diritti televisivi a garantire introiti importanti. Zaia avrebbe preferito rinviare al 2022, ecco perché. Ci sono le opere pubbliche correlate,la Grande Occasione. Perché raggiungere Cortina non è agevole, qualunque sia la direttrice. I lavori dell'Anas sono in ritardo, ma a chi teme il disastro incombente va detto che i mondiali di sci, come eventi sportivo, attirano in loco un numero non enorme di appassionati. Non saremo invasi dai pullman da sud. Questo è noto. Contiamo sull'area tedesca, magari anche un'ulteriore calata dalla Scandinavia, ma folle oceaniche, tali da costituireun vero stress test in rapporto alle Olimpiadi, non se le aspetta nessuno Eccola qui, Cortina:162 km da Venezia, 432 km da Milano, 692 km da Roma, 156 km da Innsbruck, 44 km dal confine con l’Austria, 72 km dall’uscita autostradale A27-Belluno, 87 km dall’uscita autostradale A22-Bressanone. Il web ci informa che la stazione ferroviaria più vicina è a Calalzo, 35 km a sud. Da Venezia ci sono gli autobus; i servizi turistici dall'aeroporto di Tessera, chefatalmente si imbottiglianopoi lungo l'autostrada A27 e non appena ne escono vivi, ripreso il segnale dopo le gallerie del Fadalto, piombano sulla SS51, la famigerata statale dell'Alemagna, dove tra frane e cantieri è meglio calcolare bene i tempi se per caso si ha un appuntamento più a nord. Questo, lungo la direttrice sud-nord. Se si arriva dall'Alta Pusteria, bisogna dimenticarsi il treno (ma la Dobbiaco-Fortezza è collegata a Cortina con un bus navetta) e prendersi il tempo necessario per la spettacolare strada incorniciatadalle Dolomiti, tra Dobbiaco e Cortina via Cimabanche. Certo, in quel caso dovreste trovarvi in Alta Pusteria, altro luogo non proprio accessibilissimo.Infine, i collegamenti più strategici (quelli con Austria e Germania) sono difficoltosi alquanto. Sentite cosa c'è scritto nel sito di Unioncamere Veneto: Il “Passante Alpe Adria –Prolungamento A27”è individuato nel Piano Regionale dei Trasporti della Regione Veneto del 2004 (adottato) e dalla Variante a valenza paesaggistica al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del 2013 (adottata). Il tracciato prevede il prolungamento verso Nord dell’autostrada A27 Venezia-Belluno di 20,7 km, da Pian di Vedoia –comune di Ponte delle Alpi, (Bl) –a Macchietto –comune di Perarolo, (Bl)".Esatto: è dal 2004 che il prolungamento a nord della A27 è carta straccia burocratica, ma se ne parla da molto, molto prima. Tralasciamo per non annoiarvi ulteriormente. Dunque, dicevamo: Cortina lontana,Cortina sco-mo-da. La mobilità delle aree alpine è un tema importante, quasi nodale. Perché da un lato, l'impossibilità di muoversi deprime la risorsa principale (il turismo) e isola ancora di più questi territori già svantaggiati dalla loro orografia (che è madre e matrigna, va detto); dall'altro,la soluzione non può certo essere la cementificazione delle vallate dolomitiche:nessuno la vuole veramente e comunque il territorio non reggerebbe l'onda d'urto causata da un vertiginoso aumento della rete viaria. Non c'è capacità ricettiva, non ci sono le altre infrastrutture. Bisognerebbe ragionare di metriche: quantità o qualità? Vogliamo pochi turisti et danarosi, oppure ne vogliamo tanti ma che frequentino queste terre quattro stagioni all'anno?Altre macro-regionialpine hanno da tempo fatto la loro scelta: località esclusive, prezzi per pochi, mobilità interna ridotta all'osso tramite parcheggi fuori dai paesi con servizi di navette, bus elettrici o trenini. L'idea di fondo è chiara: caro turista, la macchina la metti in garage al tuo arrivo e poi te la dimentichi: ci pensiamo noi a scorazzarti in giro Se vi interessa approfondire il tema, vi segnalo questa relazione sullo stato delle Alpiche è datata ma conserva -purtroppo, verrebbe da dire -molti dei suoi tratti salienti, segno che non sono stati fatti grandi passi avanti, ma soprattutto che non ci sono bacchette magiche: bisogna prendere atto della complessità, in montagna non c'è bianco e nero e lo sa bene chi la abita. Tornando a Cortina 2021, sarà certo un importante banco di prova verso il "pesce grosso", ovverole Olimpiadi Invernali del 2026. Quella sì sarà una sfida importante. Forse addirittura decisiva. E sembra una meta lontana, mentre è già dietro l'angolo, soprattutto se devi recuperare il tempo perduto, a livello di IT e di infrastrutture, oltre che nel settore Horeca con quel corollario cui ormai nessuno più rinuncia:il segmento wellness. Cantieri? I lavori sono incorso,su strada e su pistaverrebbe da dire. I cantieri Anas sono attivi, in ritardo ma attivi; così come a Cortina fervono i lavori sulle piste. Cemento nel primo caso, alberi abbattuti nel secondo. Mountain Wildernessè da sempre protagonista attiva dell'ambientalismo dolomitico. Il suo leader Lugi Casanova, in provincia di Belluno, è un po' considerato come il "foresto" (vale a dire trentino) che farebbe meglio a occuparsi dei guai a casa sua.

Sono decenni che organizza manifestazioni, presenza media 50 persone.E' quasi una battaglia in solitaria fatta con un manipolo di sentinelle dell'ambiente, ha una buona presenza mediatica ma non è mai riuscito a muovere folle. Soprattutto: non lo seguono mai gli abitanti del posto. I quali, se proprio vogliono battagliare, lo fanno senza delegare ad altri: è il caso di quella porzione di Comelico che non vuole il collegamento con l'Alta Pusteria, o meglio il completamento del carosello sciistico, che non sarà oro ma che da quelle parti vale molto. Per informazioni rivolgersi al re dell'Alta Pusteria, quel Franz Senfterche ha visto il vuoto imprenditoriale(o anche solo pecuniario) dall'altra parte del confine e si è messo in testa di completare l'anello. Qui sotto, la manifestazione concui gli abitanti chiedevano a gran voce il collegamento. Se siete in vacanza tra Sesto, San Candido e Dobbiaco, raggiungere il Comelico tra piste e impianti è una esperienza stupenda, ma è come precipitare dalla modernità al dopoguerra a livello logistica. Il Bellunese è meno costruito rispetto al cugino della Hochpustertal, meno "perfettino", più autentico e vivo. Ma tornare indietro con due bus navetta è una grande scocciatura,lo si fa una volta per vedere l'effetto che fa e poi basta. Più facile portare da Padola altri turisti verso l'Alta Pusteria... come se neavessero bisogno.E' proprio qui in Comelico che si misura il conflitto tra economia e ambiente di cui parlavamo all'inizio di questo ragionamento. Valli spopolate che possono vivere o morire, spopolarsi o resistere ("prosperare" proprio no) in funzione di uno sviluppo economico.Quanti a favore?Quanti contro?Non lo misuri con i manifestanti,ci vorrebbe un referendum consultivo, ma poi nel Veneto dei "paroni a casa nostra" chi decide? La Regione, la Provincia, il Comune, il Superski Dolomiti, chi altri?Su questo carosello -scrive qui Francesco Dal Mas-il Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unescoha detto "si può fare", un parere possibilista legato alle modifiche del progetto originario. Un parere consultivo, sia chiaro, perché l'area non rientra tra quelle che ricadono sotto il vincolo Unesco,il tema vero è l'impatto ambientale dei tracciati; in genere, la polpa è sempre lì E comunque, vedasi cartina qui sopra, ricordiamo bene i criteri per la scelta di questi nove sistemi sottoposti a tutela Unesco e le considerazioni rispetto alle antropizzazioni e al livello di "naturalezza" rimasta alle Dolomiti più glamour e frequentate.In verità, la partita dei collegamenti non si gioca sul Comelico ma su Cortina, 2021 o 2026 che sia. E' Cortina che deve poter essere più facilmente raggiungibile, meno tagliata fuori. Cortina collegata ad Arabba (e da lì alla Marmolada) e al Civetta, il sogno del governatore Zaia. Stiamo elaborando un progetto da 64 milioni per collegare Cortina ad Arabba e al Civetta. Creeremo un carosello che vale il doppio del Sellaronda come chilometri di piste da sci. Creare opportunità per il suo sviluppo: il miglior risarcimento per la montagna. Qui la Fondazione Unesco fa più fatica a ingoiare il rospo: niente nuovi impianti sulle aree che fanno parte del compendio tutelato, fa sapere il presidente Mario Toninaaccusato dal fronte ambientalista di avere svenduto la Heimat, come dicono isudtirolesi.Secondo il blog Skiforum "i tre comprensori, che fanno già parte del Dolomiti Superski, sarebbero quindi uniti da nuovi impianti e piste. In una prima fase già approvatasi andrà a collegare le skiaree delle Tofane e delle 5 Torria Cortina d'Ampezzo tramite una cabinovia, progetto di lunga gestazione che vale 18 milioni gran parte dei quali finanziati dai fondi di confine. In progettazione anche una seconda cabinovia che dalla zona sud del paese raggiungerebbe gli impianti di Socrepes, decongestionando il traffico di chi va a sciare e garantendo un accesso diretto dal centro abitato".Nella seconda fase "arriverebbero i collegamenti veri e propri di cui ancora non si conoscono nel dettaglio i possibili tracciati:da Cortina ad Arabba si partirebbe dal Passo Falzarego in direzione del Castello di Andrazcon un impianto di risalita, da qui altri due impianti passerebbero tra il Col di Lana e il Setsas per arrivare nella zona di Malga Crepaz dove partono già le seggiovie La Vizza e Masarei al confine tra i comprensori di Arabba e l'Alta Badia ma in pieno territorio veneto Il secondo tratto Civetta-Cortina, già inserito anni fa nel Piano Neve della regione Veneto, è più complesso-spiega sempre Skiforum - e si svilupperebbe dalla zona del passo Giau, dove è presente la seggiovia Fedare-Nuvolau nella skiarea delle 5 Torri verso Selva di Cadore nella Val Fiorentina grazie ad una cabinovia, da lì un secondo impianto risalirebbe in direzione Cima Fertazza, nelcuore della skiarea del Civetta.Qui si aprirebbero molte parentesi, sotto forma di domande aperte. Ad esempio:Zaia vuole creare un "carosello veneto" perché nel Superski i veneti contano niente?Fondi pubblici a parte, ci sono cordate private pronte a finanziare un simile giocattolino? Lo sci è in fase reclinante, considerando gli anni che ci vorranno ne vale la pena?

Corriere delle Alpi | 20 Agosto 2020

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Mondiali 2021 e rischio pandemia si studiano tutti gli scenari possibili L'annullamento costerebbe 29 milioni

CORTINA Tutti incrociano le dita per i Mondiali di sci del prossimo febbraio. Il trend della pandemia non aiuta chi vuol essere ottimista, ecco, dunque, che la Fondazione Cortina 2021, il Comune, la Provincia, la Regione, il Governo e la Fisi preparano i diversi scenari ipotizzati un mese e mezzo fa. Il Governo ha cominciato a fare la sua parte accantonando un milione e 400 mila euro dei 14 milioni previsti dalla garanzia. «Una scelta solo precauzionale, perché siamo convinti - come ha spiegato ieri il presidente della Provincia, Roberto Padrin, dopo aver telefonato al ministro Federico D'Incà per ringraziale dell'interessamento - che a porte aperte o a porte chiuse i Mondiali si faranno». La garanzia del Governo è data se l'appuntamento saltasse per colpa del virus. Il danno complessivo, nella più grave delle ipotesi, è stato calcolato in poco meno di 29 milioni. La Fis, ha già assicurato alla Fisi che interverrebbe con 10 milioni di franchi svizzeri, all'incirca 9 milioni e mezzo di euro. Il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, e il suo collega, D'Incà, hanno fatto in modo d'inserire nel Decreto Agosto una contro garanzia alla Fisi in caso di annullamento dell'evento. La Federazione italiana, infatti, si è fatta garante in favore della Fondazione Cortina 2021, responsabile dell'organizzazione, in relazione al finanziamento erogato alla stessa Fondazione dall'Istituto per il Credito Sportivo. Grazie alla norma approvata, quindi, qualora i

Mondiali dovessero essere cancellati per future emergenze legate al Coronavirus, la Fisi potrà chiedere una contro garanzia dello Stato che ha accantonato 1,4 milioni di euro a fronte dei 14 massimi previsti dalla garanzia. Dunque, facendo un po' di conti. 9,5 milioni da una parte, 14 dall'altra fanno 23,5 milioni. La Regione si è impegnata - parliamo sempre di controgaranzia - per 3 milioni circa. Gli impiantisti di Cortina sono disponibili ad intervenire con un altro milione. Cortina, il Comune, farebbe la sua parte con circa 700 mila euro, così pure la Provincia, presumibilmente con altri 300 mila euro, attraverso specifici canali. Si arriverebbe a 28 milioni e mezzo. «Ma, attenzione», mette le mani avanti il vicesindaco Luigi Alverà, «non vogliamo dare affatto per scontato questo scenario, anche se ringraziamo i ministri Spadafora e D'Incà d'aver mantenuto l'impegno assunto». Alla Fondazione si segue giorno dopo giorno l'evoluzione della pandemia e quella delle conseguenze sul piano sportivo e su quello economico. L'impegno è di traguardare l'evento come si svolgesse secondo programma. Sta di fatto, però, che le 120 mila presenze ipotizzate prima del covid, oggi vengono dimezzate al 50%. Quindi ai piedi delle Tofane si sta ragionando intorno a cifre ridotte della metà. Anche quelle relative agli introiti da ticket. Con minori incassi, chi paga il rosso? Tutti in parti proporzionali, oppure si comincerà dalla Regione, dagli impiantisti, dagli enti locali? Pare che quest'ultimo sia l'orientamento. Questa, però, è l'ipotesi ancora più realistica. Se poi l'evento dovesse svolgersi a porte chiuse, le cifre del rosso sarebbero ancora diverse. Intanto, anche D'Incà ha messo le mani avanti. Il ministro ha fatto presente che: «La Fisi dovrà predisporre ogni anno e alla conclusione delle attività organizzative dei Mondiali, una relazione sulle attività svolte dal comitato organizzatore e una rendicontazione dei costi per l'organizzazione dell'evento che sarà inviata al Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri». --Francesco Dal Mas

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