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NOTIZIE DAI PARCHI

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NOTIZIE DAI RIFUGI

NOTIZIE DAI RIFUGI

«Creare ulteriore identificazione e consenso nell'Associazione Gestori Rifugi del Trentino, quindi allargare la base associativa, per avere una realtà associativa forte e numerosa. E far vedere che l'Associazione è attiva sia sul fronte dei rifugisti che nei confronti del pubblico degli utenti. Per questo verrà creato un canale Telegram dedicato ai Rifugi, un Whatsapp business, per riuscire a coinvolgere sui territori i gestori dei rifugi. Purtroppo - spiega ancora Silva - in questi due anni di pandemia è stato molto difficile gestire e coinvolgere gli associati. Un'azione di ascolto ed operativa saranno i primi passi concreti». L'Associazione si propone come la rappresentante di tutto il settore della montagna trentina. Quindi una squadra operativa nuova che avrà dei ruoli appena definiti. Jacopo Bernard del Rifugio Vallaccia in Val Monzoni si occuperà della comunicazione insieme a Virna Pierobon. Daniele Rosi, del Rifugio Passo Principe, sarà responsabile dei rapporti con la Provincia di Trento, in coordinamento con la presidente Silva e il vice Alimonta. Lorenzo Battisti del Rifugio Pertini si occuperà infine di curare i rapporti con gli associati con l'obiettivo di accrescere il numero degli stessi. Gli altri componenti del Direttivo sono Francesca Debertol del Rifugio Contrin e Mara Iagher del Rifugio Treviso, riconfermate rispetto al direttivo uscente al quale sono andati i ringraziamenti dei soci per il lavoro svolto in questi anni difficili.Una donna, che gestisce un rifugio, rappresenta dunque una grande novità alla presidenza dell'Associazione Gestori Rifugi del Trentino, che è federata con Asat dal 2008, come associazione dei proprietari e dei gestori di rifugio. «È una carica molto importante, della quale sono molto onorata ha dichiarato Roberta Silva - mi spaventa pur essendo stata per tre anni la vice di Ezio Alimonta che ringrazio ancora per il suo lungo impegno a favore dell'Associazione. La responsabilità ora di essere presidente in prima persona è tanta. Quello che mi preme veramente è che si crei un ottimo lavoro di squadra coinvolgente e proattivo per tutti. Solo così possiamo pensare di realizzare progetti nuovi e vedere l'evidenza dei risultati. Vogliamo essere la squadra di tutti e per tutti i Rifugi del Trentino». Guardando alla storia delle Dolomiti e delle montagne in generale, l'elezione di una presidente donna è il riconoscimento di uno storico impegno femminile nelle attività di ospitalità in alta montagna, con un'offerta di qualità riconosciuta e apprezzata dall'utenza.

Gazzettino | 1 Dicembre 2021

p. 8, edizione Treviso – Belluno

Parco, cantieri per 8 milioni: anche restyling di villa Binotto

L'Ente Parco in piena attività: cantieri in provincia per 8 milioni di euro. Tra i più consistenti, la sistemazione della sede a Feltre, la caserma dei carabinieri di Longarone e il centro Rossi di Belluno. Nel corso della scorsa settimana si è tenuta la comunità del Parco la quale aveva quale punto principale all'ordine del giorno il bilancio. «Il bilancio 2022 spiega il presidente dell'Ente Parco, Ennio Vigne -, si caratterizza per alcuni aspetti. Quello più importante è il fatto che abbiamo circa 8 milioni di opere pubbliche in corso. Una cifra rilevante soprattutto per un Ente che non nasce per questo tipo di attività».

IL LAVORO

Proprio perché le opere non sono la mission primaria del Parco, gestire 8 milioni di cantieri non è per nulla facile, soprattutto se bisogna poi fare i conti con l'assenza del direttore (l'iter per la sua individuazione sta andando avanti) e la mancanza di due dipendenti, in quanto «siamo a 11 rispetto ai 13 previsti; la sostituzione possiamo farla solo con mobilità e non con concorso, e al momento nessuno si è presentato. Chiaramente il Parco è meno appetibile rispetto ad un comune», aggiunge Vigne. I cantieri in corso, come detto, sono tanti: la caserma dei carabinieri di Longarone, il centro Rossi a Belluno, il fabbricato in Valle Imperina, il cantiere in Valle del Mis, il cantiere della sede a Feltre e la ciclabile di Santa Giustina. «Per il prossimo anno stimiamo di avere un avanzo di amministrazione corposo, di 500mila euro, che ci consentirà di portare avanti tutte le altre iniziative» illustra ancora il presidente.

RAPPORTO TRA ENTI

Nel corso della presentazione del bilancio il presidente ha spiegato l'ottima collaborazione che c'è con tutti gli enti che collaborano con il Parco, il primis le sezioni Cai con le quali «apriremo un ragionamento nel 2022 in quanto, oltre alla convenzione già in essere, il prossimo anno avremo a disposizione 400mila euro di contributo ministeriale per la sistemazione della sentieristica. Con loro adesso cercheremo di capire come movimentarli», afferma Vigne. Inoltre, sempre sulla sentieristica, c'è un altro contributo preso nei mesi scorsi sul ripristino dei muretti a secco da gestire. Stretta anche la collaborazione con i comuni. Per quanto riguarda Cesiomaggiore, per esempio, «abbiamo finanziato una giornata ecologica in Val Canzoi che ci ha permesso di mettere in sicurezza La Santina ma anche l'accesso alla struttura Al Frassen; l'obiettivo è quello di dare in gestione la struttura con la prossima stagione estiva». Per quanto riguarda Pedavena «è in essere una progettazione per quanto riguarda tutta l'area di Pian D'Avena, che stiamo portando avanti con il comune e con le realtà del territorio».

LA RICERCA

La mission principale dell'Ente Parco è però la ricerca scientifica. «Abbiamo una convenzione con l'università di Pavia per quanto riguarda la flora spiega Vigne - e stiamo portando avanti l'attività sul lupo. Abbiamo fatto pochi giorni fa una riunione a Longarone,

secondo me molto importante e sentita. C'erano un centinaio di persone e il dibattito è stato interessante, con l'esposizione delle varie posizioni sulla tematica. Visti anche gli ultimi episodi accaduti (Pedavena e Feltre solo per ricordare gli ultimi attacchi), dobbiamo imparare che è importante cambiare le nostre abitudini, però la convivenza è sicuramente possibile. Basta vedere in Abruzzo». Altra mission del parco è quella della promozione del territorio, per questo il Parco sta stringendo collaborazioni sia con le realtà imprenditoriali del territorio sia anche con la Dmo.

REGOLAMENTO DEL PARCO

Nel frattempo sono stati aperti i termini per la presentazione delle osservazioni sul nuovo regolamento del Parco, approvato dal direttivo nell'agosto scorso. Chi volesse presentare delle osservazioni lo potrà fare via posta elettronica certificata all'indirizzo entepndb@postecert.it utilizzando l'apposito modulo entro il 24 gennaio 2022. Le osservazioni potranno essere molto pratiche. Un esempio? I Cai chiederanno di poter prevedere dei piccoli ampliamenti dei rifugi, magari per la realizzazione di servizi igienici anche per le persone con disabilità. Eleonora Scarton

Corriere delle Alpi | 6 Dicembre 2021

p. 14

Il Parco si aggiorna: revisione del piano Pronti ad allargarsi e allentare i vincoli

Irene Aliprandi Belluno Il Piano del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi risale ormai al lontano 2001, ma in realtà il suo iter non si è mai concluso e formalmente non è mai entrato pienamente in vigore. Sembra incredibile e un po' lo è, ma il presidente Ennio Vigne ha deciso di cogliere questo ritardo come un'opportunità. Nasce così la fase di aggiornamento del piano, elaborata e adottata dal consiglio direttivo del Parco lo scorso agosto e ora sottoposta alle osservazioni di tutti i possibili interessati.l'incontro del 13 dicembreIl 25 novembre scorso è stato pubblicato nel sito web del Parco www.dolomitipark.it l'avviso per la consultazione pubblica dell'aggiornamento del Piano per il Parco ed entro il 24 gennaio 2022 chiunque potrà presentare le proprie osservazioni. Per illustrare questo importante passaggio e fornire indicazioni utili alla formulazione di eventuali osservazioni al Piano, l'Ente Parco ha organizzato un incontro pubblico rivolto a singoli e associazioni operanti sul territorio, lunedì 13 dicembre dalle 11 alle 13 nella sala conferenze di Villa Patt a Sedico. da ritardo a opportunità«La pianificazione non è un processo breve e i piani dei Parchi hanno una vita molto lunga», osserva il presidente Vigne. «Il fatto che l'iter formale non si sia chiuso va guardato in ottica positiva, perché prima che succeda possiamo aggiornarlo senza doverlo rifare e questo è un bene. Bisogna guardarla come un'opportunità per riscrivere ciò che non è più attuale. Perché molte cose sono cambiate in questi vent'anni». Giusto per fare un esempio di quanto gli enti superiori siano rilassati nell'analisi dei documenti prodotti dal Parco, basti pensare che il 7 ottobre è stato approvato il regolamento del Parco datato 2009. «Vogliamo inserirci nell'iter per capire se ci sono delle necessità diverse, in tutto il Parco o in alcune sue zone e come conviene aggiustare lo strumento di pianificazione» aggiunge Vigne, che ricorda i due pilastri di un Parco: la tutela e la promozione del territorio, un concetto, quest'ultimo, che è cresciuto nel tempo e oggi i Parchi non sono più delle isole inaccessibili, ma dei luoghi dove il dialogo con le comunità locali è la priorità e gli effetti benefici si possono ben misurare. un parco più grande«In un futuro molto prossimo potrebbero arrivare ulteriori novità importantissime. Si tratta di capire come potrà essere questo territorio tra 10 anni e adeguare ora lo strumento anticipando i tempi», insiste il presidente.Vigne cita, come esempio tra i più rilevanti, l'ipotesi che il corridoio dell'Ardo entri a far parte del Parco. Una strada già tracciata dal Comune di Belluno nel nuovo Pat, ma che diventerà realtà solo se la prossima amministrazione lo deciderà: «Le proposte di modifica dei confini del Parco spettano alle amministrazioni comunali. L'Ardo ha eccezionalità naturalistiche e scientifiche notevoli e meritevoli. Con l'inserimento nel Pat è possibile aprire il percorso affinché quella zona venga tutelata, ora le condizioni ci sono, ma è una scelta politica forte che non può essere presa da un'amministrazione a fine mandato, quindi attendiamo la prossima».un gradimento in crescitaLa discussione sull'ampliamento dei confini, che è già avvenuta anche in passato, potrebbe però non riguardare solo Belluno. Vigne non svela quale, ma sottolinea che perfino una riserva di caccia si è fatta avanti per chiedere di agganciare una porzione del territorio di competenza al Parco: «Con il passare degli anni e una gestione attenta ai bisogni della comunità locale, anche le contrapposizioni con i cacciatori si sono attenuate», osserva Vigne con un comprensibile orgoglio. Eventuali ampliamenti, però, andranno fatti con cura: «Non faremo più l'errore del passato, tracciando confini su mappe in scala 100 mila. In futuro i confini si disegneranno con i mappali».il territorio è cambiatoTra i cambiamenti di questi anni c'è anche il ritorno dei grandi predatori, prima di tutto il lupo che dimostra come il territorio sia cambiato in questi anni. «Con il ritorno del lupo non possiamo più permettere che le greggi stiano al pascolo incustodite. I pastori devono rimanere con le greggi, quindi è necessario dare loro un alloggio all'interno del Parco».il patrimonio immobiliareProprio il tema dell'edilizia nell'area protetta è uno dei più rilevanti nell'aggiornamento in corso. «All'interno del Parco il patrimonio immobiliare è notevole ma ci sono pochissime abitazioni di residenti», ricorda Vigne, «solo qualche decina. Al momento ogni aumento di volumetria è vietato e questo significa che non si può fare nemmeno un cappotto. Chi

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