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COLLEGAMENTO CORTINA – CIVETTA
Natura y Usanzes, Italia Nostra e Nosc Cunfin. L'incontro aveva quale tema di discussione la "calmierazione" del traffico sui passi dolomitici: le associazioni hanno chiesto «soluzioni efficaci e controlli severi sul traffico». Interventi per ridurre il trafficoNel 2005 da Avs, Cai e Sat era partita la richiesta all'allora governatore altoatesino Durnwalder e ai sindaci dei comuni ladini affinché applicassero azioni er la riduzione del traffico sui passi dolomitici, ad esempio istituendo, durante l'estate, un divieto alla circolazione dalle 9 alle 15, valido per tutto il traffico eccetto quello di residenti, pendolari e trasporto pubblico. Nasce la "Low Emission Zone"La Provincia, secondo quanto affermato dall'assessore, ha non solo deciso di aumentare i controlli sulle strade dolomitici, ma anche di istituire una zona ad emissioni ridotte, la "Low Emission Zone". «Le associazioni ambientaliste accolgono con favore l'impegno che l'assessore si è assunto per l'estate del 2022 di intensificare sulle strade dei passi i controlli sulla velocità e sul rumore, accompagnato da una specifica campagna di informazione in Italia e all'estero», il commento degli ambientalisti inserito in una nota ufficiale. Sulla proposta che ha come obiettivo la trasformazione delle Dolomiti in una zona ad emissioni ridotte, le associazioni hanno spiegato di essere favorevoli alla mobilità elettrica. Tuttavia ricordano «che il trasporto pubblico deve essere potenziato maggiormente, perché l'utilizzo di automobili elettriche rimane comunque una modalità di trasporto individuale, al contrario la vera sfida per il futuro è quella di liberare le Dolomiti dal traffico veicolare».Fumata nera, per ora Finché non sarà attuato il progetto "Dolomiti zona ad emissioni ridotte", e il trasporto pubblico non sarà potenziato, per le associazioni ambientaliste «sono necessari i divieti di circolazione temporanei, che sono già stati ripetutamente discussi negli anni scorsi. Questa proposta è stata avanzata più volte, purtroppo finora senza successo, e potrebbe essere attuata su tutti i passi della provincia. Eccetto il progetto pilota al Passo Sella con la chiusura temporanea della strada per 8 mercoledì in luglio e agosto 2017, non sono state intraprese altre azioni concrete».Le critiche alla politicaGli ambientalisti si scagliano contro la politica: «Per anni, la politica locale si è opposta alle misure di riduzione del traffico sulle strade delle dolomiti e purtroppo senza alcun argomento convincente. Le ragioni addotte per la mancata attuazione delle misure sono state la responsabilità dello Stato sulla regolamentazione del traffico stradale, la mancanza di coordinamento tra le province e le regioni e la mancanza di personale per le attività di controllo». Il nuovo codice della strada La legge numero 156 del 9 novembre 2021 introduce importanti modifiche al Codice della Strada. «In particolare il nuovo articolo 1 introduce il concetto che "la sicurezza e la tutela della salute delle persone nonché la protezione dell'ambiente, nella circolazione stradale, rientrano tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato". Inoltre, all'articolo 6 viene introdotta la possibilità di limitare il traffico sulle strade che attraversano i siti inseriti nella lista Uneso. Entrambi i provvedimenti - si legge nella nota degli ambientalisti altoatesini - concretizzano ciò che le associazioni ambientaliste chiedono da tempo: azioni concrete piuttosto che nuove promesse». Le conclusioni Le associazioni, per concludere, chiedono alla politica «di impegnarsi senza ulteriori indugi per ridurre il traffico sulle strade dei passi e di predisporre un calendario di azioni concrete a partire già dalla prossima estate. L'intensità del traffico ha raggiunto livelli oramai insopportabili e inficia sia la qualità della vita dei residenti, che l'esperienza degli ospiti e dei turisti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 20 gennaio 2022
p. 29
Ambientalisti contro Caner, “Studia il Cortina-Civetta”
cortina Il 7 gennaio la Regione ha affidato l'incarico per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica riguardante i possibili collegamenti sciistici intervallivi con fulcro Cortina d'Ampezzo - Comprensori sciistici Cortina - Civetta - Alta Badia allo Studio Plintos dell'ingegner Diego De Carli con sede ad Alano di Piave per un importo di 71.560 euro. Il tutto in vista delle Olimpiadi.Si tratta del collegamento dalle 5 Torri verso il Civetta, il Fertazza, in particolare, e di quello tra Passo Falzarego, il Passo Val Parola (da raggiungere in tunnel) e località Armentarola, vicino a San Cassiano (pista e seggiovia).Le associazioni ambientaliste hanno subito alzato gli scudi ricordando, con "Per altre strade", che «solo pochi mesi fa l'assessore veneto al Turismo Federico Caner, parlando di impianti di risalita, assicurava che la Regione era decisa a investire le risorse disponibili solo "nella riqualificazione delle strutture esistenti, anzi prima di tutto nella loro sicurezza"».No quindi al collegamento impiantistico Cortina - Arabba ma no anche agli altri collegamenti che ogni tanto vengono portati all'attenzione dell'opinione pubblica. «Verificheremo se ci saranno tratti da completare nella rete oggi esistente, ma sarà l'ultimo step che considereremo», dichiarava in quella occasione l'assessore.Le associazioni ambientaliste si stanno, dunque, mobilitando di nuovo. «Nella sostanza, la Regione si sta muovendo nella direzione opposta rispetto a quanto si sta progettando a livello dell'intero pianeta per contrastare il cambiamento climatico in atto», sostiene "Per altre strade". «Riteniamo sia urgente che tutto questo venga portato all'attenzione delle istituzioni internazionali come pure ci attendiamo, da subito, una severa censura da parte della Fondazione Dolomiti Unesco».Immediata la replica dell'assessore Caner che precisa: «Uno studio di fattibilità serve a dare una lettura chiara di come si può investire in un territorio fragile e complesso, affinché possa rimanere competitivo arginando lo spopolamento e garantendo un futuro sostenibile a chi vive anche di turismo».Quindi, precisa Caner, «lo studio affidato nasce, in piena coerenza con il Piano regionale dei trasporti approvato nel 2020 dal consiglio regionale, per valutare la fattibilità di possibili collegamenti intervallivi che potrebbero valorizzare ancor di più la mobilità lenta e sostenibile in questi territori».«Ad
oggi, infatti, non vi sono studi aggiornati che possano effettivamente dimostrare che questi collegamenti siano o meno realizzabili, tenuto conto di un contesto ambientale delicatissimo, di tutti i vincoli paesaggistici esistenti da analizzare e valutare secondo le norme vigenti. Le attività tecniche di tale studio non sono ancora materialmente avviate, e sarà cura della Regione valutare la fattibilità e la sostenibilità di queste iniziative nell'interesse generale del territorio».L'assessore regionale al Turismo rassicura che qualsiasi tipo di investimento o infrastruttura non intende andare assolutamente in contrasto con la tutela della montagna, patrimonio che merita di essere tutelato e rispettato per il valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale che è essenziale a questo stesso obbiettivo.«Lo sviluppo può essere pensato solamente in chiave sostenibile soprattutto se si pensa al futuro di un bene Patrimonio dell'Umanità». -francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere del Veneto | 20 gennaio 2022
p. 10, edizione Treviso - Belluno
Nuovi impianti tra Cortina e Civetta, la Regione accelera Affidato studio di fattibilità tecnico-economica. Ambientalisti sulle barricate
Moreno Gioli Belluno Botta e risposta tra ambientalisti e Regione. Tema, ancora una volta, i progetti futuri (o futuribili) riguardanti l’osteggiato collegamento sciistico tra Cortina, Arabba e l’area del Civetta. Un’idea che la giunta regionale (con in testa il governatore Luca Zaia e l’assessore al Turismo Federico Caner) ha sempre giudicato strategica per il futuro del territorio, anche in ottica di mobilità sostenibile in alternativa all’uso dell’auto. Ma che lo stesso Caner pareva aver messo da parte lo scorso ottobre, quando disse che «in ottica olimpica, e in accordo con le società impiantistiche, abbiamo deciso d’investire le risorse disponibili nella riqualificazione delle strutture esistenti». Aggiungendo che «nessun nuovo impianto attraverserà siti Unesco e aree protette». Ed a queste ultime parole fanno riferimento le sigle ambientaliste raccolte nell’associazione «Peraltrestrade» nell’attaccare frontalmente il referente regionale per il Turismo. Accusandolo, in pratica, di parlare bene e razzolare male. «In totale contraddizione con quanto affermato in quella occasione (un’intervista a un quotidiano locale, Ndr ) - scrivono gli ambientalisti – apprendiamo che nel Bur (Bollettino ufficiale regionale) del 3 gennaio scorso la Regione Veneto ha affidato l’incarico per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica riguardante i possibili collegamenti sciistici intervallivi Cortina-Civetta-Alta Badia allo studio “Plintos-ingegner Diego De Carli” con sede ad Alano di Piave, per un importo totale di 71.560 euro». Il coordinamento delle associazioni ambientaliste attacca ancora. «Non reputiamo accettabile che l’ente pubblico arrivi a finanziare non solo le opere di società private, ma addirittura la loro progettazione e che simili decisioni vengano prese senza avviare un preventivo confronto con i territori interessati — si legge in una nota — Con questa iniziativa, la Regione Veneto vìola apertamente i princìpi della Convenzione delle Alpi nei suoi diversi protocolli e non recepisce alcuna indicazione dall’Agenda Onu 2030. Anzi, si muove in maniera opposta a quanto si sta progettando a livello globale per contrastare il cambiamento climatico. Le emergenze della montagna bellunese sono ben altre, gli investimenti per il rilancio andrebbero fatti sui servizi, sulla salute, sulla formazione scolastica e la manutenzione ambientale». La replica di Caner, affidata anche qui a una nota. «Investire e tutelare non sono due parole in contrapposizione se si riferiscono allo sviluppo sostenibile per rivitalizzare il comprensorio montano — scrive l’assessore — Per essere moderni e attraenti bisogna iniziare ad investire. Questo per cercare di offrire un futuro a chi vive nelle nostre Terre Alte. Uno studio di fattibilità serve proprio a questo: a dare una lettura chiara di come si può investire in un territorio fragile e complesso come quello dolomitico». Per l’assessore regionale «lo studio nasce coerentemente col Piano regionale dei trasporti approvato nel 2020, per valutare la fattibilità di possibili collegamenti intervallivi che potrebbero valorizzare ancor di più la mobilità lenta e sostenibile in questi territori. Ad oggi non vi sono studi aggiornati che possano effettivamente dimostrare se questi collegamenti siano o meno realizzabili». Ma, conclude Caner, «qualsiasi tipo d’investimento o infrastruttura non intende andare assolutamente in contrasto con la tutela della montagna, patrimonio che merita di essere tutelato e rispettato. Lo sviluppo può essere pensato solo in chiave sostenibile».
Gazzettino | 21 gennaio 2022
p. 3, edizione Belluno
Caroselli nel mirino “Investire per il futuro delle terre alte”
BELLUNO No secco degli ambientalisti agli studi di fattibilità riguardo a possibili collegamenti sciistici sulle Dolomiti. Ma la Regione ribatte: «Investire e tutelare non sono due parole in netta contrapposizione se si riferiscono allo sviluppo sostenibile pensato per rivitalizzare il comprensorio montano». È botta e risposta sui caroselli sciistici. Da una parte Peraltrestrade Dolomiti (che coordina le associazioni ambientaliste), dall'altra l'assessore regionale al Turismo Federico Caner. In mezzo: la montagna, quella che soffre, che diventa sempre più vecchia e sempre più vuota. «Guardiamo avanti, anziché al passato spiega Caner perché per essere moderni e attraenti, rispetto a molte altre destinazioni montane e dello sci, bisogna iniziare ad investire. Questo per cercare di offrire un futuro a chi vive nelle nostre terre alte».
GLI AMBIENTALISTI
A provocare l'ira degli ambientalisti è stato lo studio di fattibilità tecnico-economica riguardante i possibili collegamenti sciistici intervallivi con fulcro Cortina d'Ampezzo - Comprensori sciistici Cortina - Civetta - Alta Badia che la Regione ha affidato allo Studio Plintos di Alano di Piave per un importo di 71.560 (iva compresa). «Le emergenze della montagna bellunese sono altre sottolineano gli ambientalisti e ben altri sono gli investimenti che possono darle slancio e futuro, da indirizzare in modo particolare ai settori dei servizi alla persona, della salute sul territorio, delle manutenzioni ambientali, della sicurezza, della mobilità pubblica, della formazione scolastica e del mondo del lavoro». Misure, continua Peraltrestrade Dolomiti, che siano in grado di creare una strategia per evitare il continuo spopolamento della montagna e l'impoverimento culturale dovuto alla fuga dei giovani.
L'ASSESSORE
«Uno studio di fattibilità serve proprio a questo risponde l'assessore regionale Caner a dare una lettura chiara di come si può investire in un territorio fragile e complesso, affinché possa rimanere competitivo arginando lo spopolamento e garantendo un futuro sostenibile a chi vive anche di turismo. Ad oggi non vi sono studi aggiornati che possano effettivamente dimostrare che questi collegamenti siano o meno realizzabili».
LA TUTELA DELLA MONTAGNA
Le attività tecniche di tale studio non sono state ancora materialmente avviate e spetterà alla Regione valutare poi la fattibilità e la sostenibilità di queste iniziative nell'interesse generale del territorio. Secondo gli ambientalisti questo configurerebbe però una violazione dei principi della Convenzione delle Alpi nei suoi diversi protocolli e delle indicazioni previste dall'Agenda Onu 2030 che mirano a bloccare il consumo di suolo, all'investimento nella biodiversità, al risparmio energetico e alla riqualificazione della risorsa idrica. «Nella sostanza aggiunge Peraltrestrade Dolomiti la Regione si sta muovendo nella direzione opposta rispetto a quanto si sta progettando a livello dell'intero pianeta per contrastare il cambiamento climatico in atto. Riteniamo sia urgente che tutto questo venga portato all'attenzione delle istituzioni internazionali come pure ci attendiamo, da subito, una severa censura da parte della Fondazione Dolomiti Unesco». In fondo, l'obiettivo è comune da entrambe le parti. Ciò che cambia è il modo per arrivarci: «Qualsiasi tipo di investimento o infrastruttura conclude Caner non intende andare assolutamente in contrasto con la tutela della montagna, patrimonio che merita di essere tutelato e rispettato per il valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale che è essenziale a questo stesso obbiettivo. Lo sviluppo può essere pensato solamente in chiave sostenibile soprattutto se si pensa al futuro di un bene Patrimonio dell'Umanità». Davide Piol
Corriere delle Alpi | 30 Gennaio 2022
p. 29
«Basta nuovi impianti Caner pensi a realizzare il sistema aree protette»
CORTINA Meglio i collegamenti sciistici da Cortina con il Civetta, da una parte, o con la Val Badia, dall'altra, oppure assecondare il turismo lento, sostenendo parchi e riserve naturali? Le associazioni ambientaliste non hanno dubbi. Meglio promuovere, ad esempio, il parco del Cadore, o consolidare il Parco delle Dolomiti d'Ampezzo, sostengono Ecoistituto Del Veneto "Alex Langer" Gruppo Promotore Parco del Cadore, Italia Nostra Sezione di Belluno, Peraltrestrade Dolomiti, Mountain Wilderness Italia, WWF Terre del Piave Belluno Treviso. In questi termini, infatti, si rivolgono all'assessore Federico Caner, contestandogli il fatto di aver commissionato uno studio di fattibilità tecnico-economica sugli ipotizzati collegamenti intervallivi per relazionare direttamente Cortina e la sckiarea del Civetta con il sistema Superski Dolomiti. «Se veramente l'assessore Caner ha a cuore lo sviluppo sostenibile, invece di finanziare studi di fattibilità dovrebbe dirottare i denari regionali sulla realizzazione del sistema di aree protette che, pur previste dal PTRC del 1992, giacciono ancora sulla carta». Rotondo il no ai nuovi investimenti da un centinaio di milioni. «È sorprendente che una Regione ricca di valori ambientali come il Veneto investa ancora enormi risorse per programmare la distruzione di tali valori in una logica di sviluppo anni Sessanta oggi improponibile, che non tiene conto, tra l'altro, dei rischi e delle conseguenze dell'evoluzione climatica in atto. Investire oggi sull'industria della neve è segno di poca lungimiranza, o peggio. Un buon padre di famiglia non lo farebbe mai», sostengono le associazioni ambientaliste. I giovani, a loro avviso, non possono più accontentarsi di lavori stagionali sulle piste. Sono tanti i lavori da rivalutare e da riportare alla corretta considerazione. «La realtà che l'assessore Caner si ostina a non vedere», concludono le organizzazioni, «è che l'epoca del turismo di massa vorace e rapinoso ha fatto il suo tempo». --f.d.m.© RIPRODUZIONE RISERVATA