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NOTIZIE DAI CLUB ALPINI ITALIANI
Passo Pordoi: venduto il Centro Crepaz del Cai nazionale. Ad acquistarlo è stata la società edilizia Vulcano Re di Predazzo, in Val di Fassa, che lo trasformerà in un hotel di lusso. In fase di archiviazione, quindi, il periodo di degrado e di abbandono di un'area di uno dei valichi dolomitici più belli. E avanti tutta con la sua riqualificazione e valorizzazione. «Il sito in questione - afferma il sindaco di Livinallongo Leandro Grones - è a metà tra Comuni di Livinallongo e Canazei ma l'intesa amministrativa c'è tutta affinché il privato possa realizzare il suo progetto con la maggior comprensione possibile. Se c'è l'unità d'intenti, finalizzata alla riqualificazione della zona, i problemi si superano».
LA STORIA
Dedicato alla memoria dell'alpinista triestino Bruno Crepaz, il Centro si trova a 2.239 metri di altitudine, distante 9 km da Arabba e 12 da Canazei, proprio sul confine tra le regioni Veneto e Trentino Alto Adige. Le traversie sembrano essere nel dna della struttura: insieme al dirimpettaio albergo Savoia e ad alcuni terreni del valico, essa venne data in dote al Cai come risarcimento per i danni della Prima guerra mondiale. Poi venne venduto l'hotel e il Cai mantenne la proprietà di quella che era la dependance con i terreni annessi. Dopo una serie di inghippi burocratici - non ultimo il fatto che il confine tra Livinallongo e Canazei divide la proprietà, con due diversi catasti di riferimento - il Centro di formazione e la Casa alpina vennero inaugurati nel 2002. E chiusi nel 2016.
VENDITA TRAVAGLIATA
È del 2017 il tentativo del Cai di conservare la proprietà ma di esternalizzare la gestione di questo sito avente una superficie lorda commerciale di 1.897 metri quadri suddivisa in 4 piani e un volume di circa 5.300 metri cubi. Ma niente, nessuno si è fatto avanti. Da qui la decisione del Club di vendere. Inizialmente, nell'ottobre del 2019, con una base d'asta di 2 milioni di euro. E poi, nel febbraio 2020, di 1 milione 200 mila euro. Infine nel 2021, dopo le due fumate nere, il Cai di Milano ci ha riprovato partendo da 497.659.000 euro. Questa proposta è stata accolta dalla Vulcano Re di Predazzo che ha offerto 516mila euro e che quindi si è aggiudicata l'immobile.
IL FUTURO
La struttura in questione, acquistata dalla srl trentina, verrà completamente demolita. Dopodiché verranno gettate le fondamenta per un hotel lusso che si propone al potenziale cliente come accogliente base di partenza per giornate di sci dalla porta di casa. «In quel punto - spiega il sindaco di Livinallongo Leandro Grones - il futuro albergo offrirà il via alla sciata a pochi metri di distanza. Da una parte i clienti riceveranno confort e comodità; dall'altra il valico dolomitico ne beneficerà in riqualificazione. Per quanto ci riguarda, come Comune di Livinallongo, massima disponibilità di dialogo con il vicino Comune di Canazei e altrettanta comprensione verso l'impresa privata che ci metterà del suo, e non poco, per dare nuova vita all'immobile in disuso in questione».
IL CAI
«Certo siamo felici della conclusione positiva della vendita del sito del passo Pordoi - sottolinea Renato Frigo, presidente del Cai Veneto - Questa novità regalerà una nuova vita a una struttura che purtroppo, negli anni, si è scontrata con più di una difficoltà. Si pensi, ad esempio, alla rottura dei tubi della conduzione idrica che ha causato al Cai un danno non da poco. Per la ristrutturazione ci erano stati proposti 2 milioni di euro di investimenti: una cifra impensabile per il nostro Club. Da qua la decisione di vendere. E se da un lato sono felice che la pratica si sia conclusa al meglio, dall'altro non nascondo un po' di malinconia: ogni volta che il Cai cede un suo pezzo, e con esso tanti ricordi ed esperienze, un po' dispiace». Raffaella Gabrieli
Corriere del Trentino | 16 gennaio 2022
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«Meno alpinisti e più escursionisti Così è cambiato il turismo in quota»
TRENTO Confermata l’anno scorso, Anna Facchini è nel pieno del suo secondo mandato da presidente Sat. In questi anni la montagna trentina ha subito gli effetti di Vaia, del Covid ma anche del calo delle risorse pubbliche e di quello del volontariato. Svolte epocali affrontate dalla Sat aprendosi anche a nuove strade. Le più vistose: la nascita di Spazio Alpino Srl, società autonoma ma con Sat unico azionista; l’apertura a nuove forme di comunicazione orientate soprattutto ai giovani; l’ammodernamento anche concettuale dei rifugi. Presidente, partiamo dal basso: come è cambiato il frequentatore della montagna in questi ultimi anni? «Tanto. Il cambiamento era già avviato prima della pandemia, che lo ha poi accelerato e reso vistoso. Cambia completamente l’approccio mentale: mentre la montagna era la meta di alpinisti e appassionati che vedevano nel rifugio la base in quota per raggiungere vette o affrontare ghiacciai, adesso il rifugio è visto dalla gran parte di coloro che lo raggiungono come la meta. Magari in trekking organizzati che toccano più di una struttura. Dal montanaro classico, a un turista attratto dalla montagna come esperienza.