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FUNIVIA SAN CIPRIANO DI TIRES – MALGA FROMMER
Alto Adige | 8 gennaio 2022
p. 23
«Con la nuova funivia più sciatori a Carezza, meno letti vuoti a Tires»
davide pasquali Tires/carezza «Noi, qui a Tires, in inverno abbiamo i letti vuoti, a Carezza invece mancano gli sciatori. Finanziare la nuova funivia è stata una scelta politicamente azzeccata: genera doppio valore aggiunto, sostiene l'intero territorio».Parliamo della nuova funivia a va e vieni da San Cipriano di Tires a malga Frommer, un investimento complessivo di 15,8 milioni di euro, 11,3 dei quali, pari al 75%, finanziati dalla Provincia autonoma di Bolzano. L'apertura dell'impianto slitterà di un paio di settimane: prevista per il 15 gennaio, verrà posticipata a fine mese, al massimo a inizio febbraio. Già effettuati i primi viaggi di prova delle cabine, ancora avvolte dall'imballaggio in cellophane, da lunedì iniziano le operazioni di collaudo vere e proprie. Due cabine a due piani da 60 posti ciascuna, portata di 400 persone l'ora, si sale da 1.124 a 1.752 metri di quota, ad una velocità di 9 metri al secondo. Il viaggio durerà poco meno di 7 minuti. Realizzata dalla Doppelmayr è la prima funivia «cabrio» a livello italiano. Un impianto aspramente criticato dalle associazioni alpinistiche e ambientaliste altoatesine, ma difeso a spada tratta dal presidente della Tierser Seilbahn Ag, Martin Damian, proprietario del lussuoso cinque stelle Cyprianerhof Dolomit Resort, esattamente di fronte alla stazione a valle della nuova funivia.Damian, finalmente anche Tires avrà il suo impianto per lo sci...«Tutti parlano solo dell'inverno, quando discutono della funivia, e io non capisco. L'inverno è un periodo relativamente breve. Certo, ora la valle di Tires diventa interessante anche per uno sciatore. Ben venga, perché i letti d'inverno sono vuoti. Ma noi ragioniamo sull'arco di tutto l'anno. Quello che disturba la gran parte di noi, in paese, è la strada per il passo Nigra. Stiamo discutendo; si sa benissimo che non è così facile, ma noi vogliamo non dico chiudere, ma almeno limitare il traffico. Passano tutti: moto, oldtimer, Ferrari e Porsche club che girano... Si parla tanto di natura, di eco-sostenibilità e io quello che non capisco è perché non si possa discutere seriamente su questo: il vantaggio di realizzare una funivia. Chi è dalla parte della salvaguardia della natura dovrebbe rendersene conto. Certo, bello è qualcos'altro, non una fune e un pilone qua davanti al mio albergo, ma se stai qui e guardi su non disturba tanto. Il Catinaccio è su a sinistra, la funivia è nel bosco, a destra. Dal punto di vista estetico non è il massimo, ma oggigiorno un impianto fa parte della montagna».Cai e Avs lo considerano un impatto estremamente negativo.«Questo è il punto negativo, ma se guardiamo il tutto non è così. Partiamo dall'energia: mettiamo a confronto auto e bus che salgono e scendono. Quanto consumano, quanto inquinano? Se consideriamo la funivia a trazione elettrica non c'è paragone, è indifferente come venga prodotta l'energia, e sappiamo che in futuro la si produrrà in maniera sempre più green. Usare la corrente elettrica per tirare su la cabina lungo una fune significa compiere uno sforzo molto minore. Le auto restano in valle e vanno su solo le persone. In val di Tires teniamo molto alla natura, i due terzi del territorio comunale sono ricompresi nel parco naturale Sciliar Catinaccio. Gli escursionisti camminano solo sui sentieri, li abbiamo canalizzati, salvaguardando così l'ambiente selvaggio circostante. Di questo si dovrebbe discutere, non solo di piloni nel bosco».In molte località alpine si punta a destagionalizzare: allungare la stagione, anche per coprire i pesanti costi fissi degli impianti. Più stanno aperti, meglio è.«La funivia rimarrà in funzione 180-190 giorni l'anno, aprirà a ridosso di Natale, fino a metà marzo, dipende da come cade la Pasqua il tal anno. Poi riapriremo a inizio maggio per chiudere ai Santi. Oggi in inverno a Tires gli alberghi aprono solo due settimane a Natale e poi riaprono altre due o tre settimane a febbraio. Poi riaprono a fine aprile-inizio maggio. In futuro ci sarà anche la stagione invernale: ti aiuta a dare lavoro, chi è del posto può scegliere di lavorare nel turismo, perché ha la sicurezza di dieci o undici mesi, non solo i sei o sette d'estate».Un progetto, dunque, non solo di un paio di imprenditori.«È il progetto di tutto un paese, anzi, di più. Si pensi a Carezza com'era vent'anni fa: in fallimento, ferri vecchi, clienti che andavano su e tornavano giù arrabbiati per le piste che trovavano. Anche per questo noi nel 1996 avevamo cominciato con le ciaspole, creando per il nostro hotel questa nicchia di mercato. La manterremo, questa filosofia dell'escursionismo. A Carezza e a Nova Levante però non si lavorava. Poi è arrivato un imprenditore che ha investito 30 milioni di euro, lassù. Qualche anno dopo che avevano ricominciato avevo parlato con loro, su: come vi trovate? Lo chiamavano "santo Eisath", perché prima erano a terra. Lui ha rimodernato l'intero comprensorio. Certo, gli altri attorno, nel Dolomiti Superski, nel frattempo avevano sempre investito. Non è semplice riportare Carezza non dico al top ma a livello normale; pian pianino ci si è riusciti. Ma la stazione non è ancora dove dovrebbe essere per lavorare bene: mancano gli sciatori. Allora, se loro vogliono fare questo impianto e noi abbiamo i letti vuoti, gli diamo una mano: abbiamo coinvolto 150 azionisti, 100 di Tires, più altri 50 di altri paesi: Nova Levante, Nova Ponente, Fié, Castelrotto».Avete agito solo per motivi economici?«Come detto, l'obiettivo è anche calmierare il traffico. Cammini su in montagna e tutto il giorno senti questo caos terribile».La politica provinciale è dalla vostra parte.«C'è accordo sul concetto. Dal punto di vista politico hai un comprensorio sciistico che è là, si tiene a galla ma ha problemi. Qui c'è un paese che ha i letti vuoti. Dai un aiuto per realizzare un impianto che rinforza qui e là. Si crea valore su e giù. In ballo c'è il futuro di molti imprenditori. È un investimento intelligente dal punto di vista politico, perché non dai un aiuto a un imprenditore, aiuti un territorio, più comunità».I Comuni contribuiscono?«No, non hanno partecipato. A investire sono stati gli azionisti, più finanziamento dalle banche e contributo della Provincia». Il parcheggio a valle basterà?«Il nostro concetto non è studiato