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EDITORIALI E INTERVISTE
una riproduzione fotografica dei Cadini, oltre ad un vademecum "in pillole" che ricorda il comportamento corretto da mantenere nel corso della visita. «L'incremento della frequentazione turistica dei Cadini del Brenton», ha dichiarato il presidente del Parco, Ennio Vigne, «testimonia l'efficacia delle attività di comunicazione e promozione realizzate dal Parco negli ultimi anni. La sua crescente popolarità ci impone anche di organizzare in modo organico e disciplinato la fruizione di un'area di grande valore estetico e naturalistico che rischia altrimenti di essere danneggiata da una frequentazione non regolamentata. Gli introiti dei biglietti di ingresso ci consentiranno di offrire un servizio sempre migliore ai visitatori, in linea con la straordinaria qualità degli ambienti naturali che il Parco offre ai turisti, ormai provenienti da ogni parte del mondo». L'ente Parco, prima ancora dell'apertura, ha messo al bando comportamenti ed atteggiamenti tipici del "turista cafone": no al bagno all'interno delle vasche, divieto di distendersi a prendere il sole sul bordo dei Cadini. Divieto, neanche a dirlo, di abbandonare rifiuti e lasciare i cani liberi di scorrazzare ovunque senza guinzaglio. Non è inoltre consentito uscire dai sentieri tracciati e raccogliere fiori e piante. Insieme ai Cadini del Brenton riaprirà anche il punto informazioni, gestito anche quest'anno dagli operatori della cooperativa Isoipse di Belluno. Questi gli orari dell'apertura al pubblico dell'infopoint: dal 20 giugno al 12 luglio sabato e domenica dalle 10 alle 18; dal 13 luglio al 23 agosto tutti i giorni dalle 1 0 alle 18; dal 29 agosto al 27 settembre sabato e domenica dalle 10 alle 17. Posticipati, a causa del coronavirus, i lavori di adeguamento previsti per l'area di accesso ai Cadini.
Trentino | 10 Giugno 2020
p. 7, segue dalla prima
Il Trentino oltre il COVID: facciamolo diventare una terra di benessere e alta qualità della vita di Mario Tonina*
Prima l'emergenza sanitaria, dalla quale non siamo ancora usciti completamente, ed ora la crisi economica e sociale nella quale siamo entrati e con cui dovremo fare i conti anche per l'inevitabile contrazione delle disponibilità sui bilanci pubblici, hanno cambiato radicalmente le priorità dell'agenda politica. Se, solo tre mesi fa, eravamo molto attenti a sensibilizzare gli abitanti del pianeta. Sui rischi per il nostro domani, oggi invece siamo immersi in un presente di preoccupazioni per l'immediato che sembrano privarci di ogni ambizione di pensiero "alto", di visione di futuro. Condivido le osservazioni del direttore Paolo Mantovan, riportate nel suo editoriale del 31 maggio, dal titolo «Penso positivo (ci provo)», il quale sostiene che per uscire da questa crisi è necessario trovare una nostra via investendo sul turismo inteso come territorio. Proprio in queste ultime settimane assieme al collega Failoni ci siamo fatti promotori in Giunta provinciale, della proposta di aprire una fase nuova nella relazione tra Aree protette e Turismo in un territorio, come quello trentino, che è stato all'avanguardia in Europa nella protezione della natura. La riflessione, fatta innanzitutto con i dirigenti dell'Assessorato, la direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, presidenti e direttori delle nostre aree protette, ha implicazioni per l'immediato -la prossima complicata stagione estiva- ma ha, soprattutto, l'ambizione di guardare oltre la crisi per contribuire a posizionare il Trentino come terra di benessere ed alta qualità della vita. Il Turismo, infatti, settore trainante dell'economia provinciale, è uno dei comparti maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia. Dai primi giorni del lockdown, gli operatori turistici cercano di capire come ripartire, a quali condizioni, attraverso quali strumenti, ma i livelli di indeterminatezza sono elevati e l'orizzonte di pianificazione è incerto, nonostante l'impegno eccezionale delle Istituzioni, volto a creare un contesto favorevole alla ripresa. Gli effetti della pandemia sulla domanda turistica sono molto forti. Se da un lato vengono meno molti elementi che hanno garantito il successo crescente del Trentino nelle ultimi estati, in particolare quelli fondati sull'aggregazione, non verranno, tuttavia meno la voglia di vacanza e la ricerca di evasione e rigenerazione ad essa collegate come dimostrato nello scorso fine settimana. Il Trentino, e qui sta la chiave del ragionamento, potrà fare leva sulla voglia di Natura; vi è, infatti, la necessità di recupero psico-fisico dopo il prolungato isolamento domiciliare e il nostro territorio ha la fortuna di possedere estese aree naturali ed ambienti straordinari anche nei luoghi meno noti ai turisti, particolarmente adatti alla "fruizione estensiva" della montagna, compatibile con la gestione dell'emergenza. Le attività all'aria aperta saranno le più sicure e il turismo sarà fortemente legato alla risposta ad un fondamentale bisogno di sicurezza. Il sistema delle aree protette del Trentino (il settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio, i parchi naturali provinciali Adamello-Brenta e Paneveggio - Pale di San Martino e le Reti di Riserve) che coprono circa un terzo del territorio provinciale, e le Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO costituiscono uno straordinario giacimento di risorse turistiche, di cui è possibile una fruizione sostenibile e rispettosa delle esigenze di conservazione. Gli enti gestori delle aree protette garantiscono tutte le estati un ricco insieme di iniziative di visita ed immersione nella natura, accompagnamento, didattica, cultura, ricreazione, benessere naturale che costituiscono una componente rilevante dell'offerta turistica delle destinazioni trentine nella stagione estiva. I parchi del Trentino oltre ad essere custodi di un grande patrimonio naturalistico, alla cui salvaguardia continueranno a destinare le principali risorse ed energie, hanno anche una dotazione organizzativa idonea a consentire l'offerta di servizi turistici nel rispetto dei requisiti di affidabilità (programmazione di visita, prenotabilità) e sicurezza (distanziamento, sanificazione, ecc.), necessari nell'estate 2020. Ogni periodo di crisi costituisce un fondamentale momento di scelta sul futuro e, com'è stato riconosciuto anche nel
documento della Task force provinciale "Covid-19. Obiettivi e priorità per l'economia e il lavoro", la sostenibilità - economica, sociale, culturale - è la chiave di volta su cui appoggiare la ripresa, la base che permette di motivare le scelte strategiche e le decisioni da prendere. La sostenibilità -compresa quella del turismo- richiede pertanto "l'adozione di modelli di business innovativi" con l'obiettivo di "definire un settore produttivo a maggiore valore aggiunto rispetto al passato". Non è utopistico, a differenza del passato, pensare che queste proposte possano venire dagli stessi territori, dai comuni, dagli operatori turistici. L'esperienza degli ultimi anni, anche nelle nostre valli, dimostra infatti che chi ha avuto il coraggio e le risorse per fare investimenti di qualità, soprattutto ambientale, nel turismo è stato premiato. La grande Natura del Trentino può, in questo senso, contribuire a un nuovo modello del Turismo, sempre più fondato sulla massimizzazione del valore aggiunto, nonché sull'adattamento al cambiamento climatico e sulla tutela della biodiversità. La nostra competitività futura può nascere, quindi, proprio dal patrimonio ambientale e paesaggistico, dall'equilibrio che è stato stabilito e va salvaguardato, alimentato, migliorato, tra ambiente montano e persone che ci vivono stabilmente o temporaneamente, come i turisti. Considerazioni emerse anche dagli Stati Generali della Montagna che hanno proprio messo in evidenza le grandi potenzialità di un territorio come il nostro. Sono sempre più convinto che dobbiamo guardare anche oltre l'emergenza ed identificare delle opportunità per il futuro dei nostri territori. Certo le risorse finanziarie dell'Autonomia sono inferiori rispetto a quelle che hanno avuto alcuni nostri predecessori, ma proprio per questo dobbiamo avere il coraggio di fare scelte selettive e coraggiose, alzando lo sguardo per guardare lontano. *vicepresidente e Assessore all'urbanistica, ambiente e cooperazione della Provincia
Corriere delle Alpi | 5 Giugno 2020
p. 13, segue dalla prima
La pandemia ora può generare la "rivoluzione verde" di Vincenzo Milanesi
Nel 1974 l'ONU ha dichiarato il 5 giugno la Giornata Mondiale dell'Ambiente. Quest'anno non può passare sotto silenzio e restare una vuota ritualità. Per una sorta di ironia del destino, la pandemia da coronavirus offre al mondo un'opportunità unica, rendendo possibile, se lo si vorrà, fare la rivoluzione necessaria: la "rivoluzione verde", cioè una transizione ecologica ad un modello di sostenibilità ambientale delle politiche industriali nei diversi Paesi del mondo. È indispensabile ormai operare per mantenere in equilibrio il "sistema Terra" ed evitare così una inarrestabile corsa verso il baratro di una catastrofe economico-sociale, oltre che umanitaria, derivante dalla perdita di quell'equilibrio. Di questo tema dovrebbero occuparsi le delegittimate élite politiche dell'Occidente, invece di berciare sui limiti della globalizzazione (che pure ci sono, ed enormi, per come è stata non-gestita dalla grandi potenze industriali a livello planetario). Fin dal 1974 l'Onu ha dichiarato il 5 giugno "Giornata dell'ambiente". Quest'anno però non può passare sotto silenzio e restare una vuota ritualità.In ogni paese del mondo, dalla Cina agli Usa, alla zoppicante Unione Europea, si sta provvedendo a far confluire sulla realtà produttiva un fiume mai visto prima di aiuti finanziari per cercare di evitare il tracollo di intere filiere del valore globale, che avrebbe (o forse comunque avrà) effetti sociali devastanti, e pericolosamente destabilizzanti anche per le democrazie più apparentemente solide. Sarebbe davvero una svolta nella storia dell'umanità se la ripartenza dell'economia globale avvenisse sfruttando la ground (quasi) zero in cui ci si verrà a trovare ragionando, finalmente, in termini di economia sostenibile. Abbiamo un'occasione unica per fare la cosa più razionale e sensata, e non solo quella eticamente più giusta: combinare il rilancio delle economie massacrate dall'emergenza imprevista da pandemia con una riconversione delle politiche industriali dei diversi Paesi nel segno della sostenibilità. I segnali di una consapevolezza ben maggiore che nel passato anche recente della necessità di operare quella svolta necessaria ci sono tutti nelle opinioni pubbliche dei Paesi a democrazia liberale, persino negli Usa di Donald Trump. Starebbe alle élite politiche orientare le scelte, ormai ineludibili, nella direzione giusta, quella che guarda ai grandi obiettivi strategici e non alle prossime elezioni. Saranno capaci di una visione "lunga"? Come fa il manifesto "Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l'Italia", sottoscritto da 110 leader delle maggiori imprese ed organizzazioni di imprese italiane. È un segnale di speranza. E non deve restare un caso isolato. Perché la vera sfida è dare una risposta positiva alla domanda di un titolo recente di un articolo del Financial Times: "Can we tackle climate change and build a Covid-19 recovery?" L'Unione Europea pare intenzionata a fare sul serio la sua parte. Sarà capace l'Italia di fare la sua? Con un progetto-Paese serio, non solo con incentivi all'acquisto di monopattini elettrici cinesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere del Trentino | 5 Giugno 2020
p. 2
Mobilità, turismo, lavoro: il futuro post-Covid è green
Erica Ferro TRENTO Mobilità, turismo, rigenerazione urbana. Se è vero che il momento della ricostruzione dopo l’impatto della pandemia può offrire
l’opportunità di dar vita a una ripresa che tenga conto della sostenibilità, è su questi filoni che l’azione si potrebbe orientare in Trentino, ma anche Alto Adige. Ne sono convinti Beppo Toffolon, architetto, presidente della sezione trentina di Italia Nostra, per il quale l’epidemia ha messo in evidenza la necessità di «abbandonare l’idea della città diffusa, diseconomica e insostenibile» e Andreas Riedl, direttore del Dachverband, la Federazione dei protezionisti sudtirolesi, che invita a «ripensare il modello odierno di turismo “mordi e fuggi”». La lotta contro le conseguenze del coronavirus si intreccia dunque a quella contro la crisi climatica. E oggi, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, il Corriere della sera — ma anche il Corriere del Trentino e il Corriere dell’Alto Adige — si colorano di verde. Da più parti si sostiene che un buon punto di partenza per bilanciare la necessità di ricomporre la prosperità nelle nostre società, permettere alle persone di tornare al lavoro e affrontare le questioni ambientali, sia investire nella sostenibilità. Secondo Toffolon questo significa anche riflettere sull’urbanistica: «Sono certamente diversi e molteplici i fattori che hanno influito sulla diffusione del coronavirus, però i dati, non solo trentini ma globali, ci dicono che nei centri con maggiore densità di popolazione il contagio è stato minore — osserva — questo dovrebbe mettere fine ai pregiudizi e alle ostilità più o meno inconsapevoli che circondano la città tradizionale, densa, compatta, fatta di strade, piazze, isolati dove peraltro si circola a piedi più facilmente che nelle periferie: questo, nel momento in cui il trasporto pubblico per ovvie ragioni rischia di entrare in crisi, è un ulteriore elemento su cui riflettere. Uno dei grandi vantaggi della città compatta è che si possono usare i piedi e la bicicletta». Trento invece ha perseguito — «Errore tragico degli anni Sessanta» — la dispersione urbana, la città diffusa: «Un modello che non funziona da molti punti di vista — spiega l’architetto — consumo di suolo, costi, qualità dei servizi e aggiungerei insalubrità in caso di eventi epidemici». Cambiare paradigma è complesso, anche nel lungo periodo, ma «la gerarchia insediativa, la densificazione delle zone residenziali, la concentrazione dei servizi, in particolare di quelli di vasta area, sono le politiche da perseguire». Un ragionamento che coinvolge anche il trasporto pubblico, «strutturalmente inadeguato in un sistema disperso»: «Dovremo cominciare a fare i conti con l’inevitabilità di ripensare il trasporto con il mezzo proprio, con automobili che si spera saranno a minore impatto ambientale di quelle di oggi». Ma «costruire strade», come prevede il Piano di gestione per il 2020 della Provincia (approvato dalla giunta nei giorni scorsi) con gli interventi per traghettare il Trentino fuori dalla pandemia, è secondo Toffolon «il modo meno intelligente di investire risorse. Soprattutto se per opere inutili come la Valdastico». Sulla stessa lunghezza d’onda anche i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, che chiedono di puntare «all’ammodernamento delle infrastrutture in chiave green e a investire sulla medicina del territorio e di prevenzione e su reti telematiche per favorire lo sviluppo della telemedicina». La mobilità, inevitabilmente legata, sul territorio, al turismo, è un tema chiave anche per Andreas Riedl: «Basare la ripartenza sulle stesse idee e logiche pre-crisi sarebbe la cosa più sbagliata da fare — sostiene il direttore del Dachverband — dopo il coronavirus il turismo non sarà più quello che è stato fino a oggi: la pandemia potrebbe essere l’occasione per ripensare il modello “mordi e fuggi”, questo turismo di massa che intasa di traffico le strade delle vallate e dei passi dolomitici». Tema, questo, che da tempo accende gli animi a livello regionale. «La forza dell’Alto Adige non sta negli alberghi con 200 posti letto ma nelle piccole strutture ricettive — aggiunge Riedl — il turismo è una parte fondamentale della nostra economia, è importante che sia solido ma anche sostenibile». Ma non è solo la mobilità connessa al turismo a poter essere ripensata: «Anche quella quotidiana degli altoatesini grazie allo smart working potrebbe migliorare — sostiene Riedl — se un giorno a settimana si lavorasse da casa gli spostamenti necessari si ridurrebbero del 20%, una percentuale molto significativa». Fra l’altro, secondo quanto riportato dalla segreteria regionale della Flp, pur con i dipendenti pubblici di Trento e Bolzano obbligati al lavoro agile da tre mesi «la produttività degli uffici è stata sempre mantenuta alta, senza alcun rallentamento della macchina amministrativa». Anche la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni dunque, come sostengono i sindacati, «evitando ai cittadini code chilometriche davanti agli uffici, con i relativi risparmi di tempo e di costi dovuti a un minor traffico automobilistico garantirebbe un notevole contributo alla salvaguardia dell’ambiente».
Trentino | 8 Giugno 2020
p. 13
Franch: «Con la verità non si scherza, i nostri turisti meritano rispetto»
andrea selva TRENTO «Con la verità non si scherza, soprattutto in un momento come questo». dice Mariangela Franch, responsabile del corso di laurea magistrale "Mast", management della sostenibilità e turismo, intervenendo nel dibattito sulla nuova campagna di Trentino Marketing.Professoressa Franch, che effetto le fa la campagna promozionale che utilizza un'immagine della Serbia, per di più già adottata da altri marchi e in altri contesti in precedenza?Ho letto il suo articolo e l'editoriale del direttore Paolo Mantovan, in cui ci sono le parole chiave affidabilità, sobrietà e verità, che sono sempre molto importanti, ma in questo momento ancora di più.Perché?Perché in questo momento di grandi cambiamenti le relazioni di fiducia sono fondamentali più che mai. Il turismo è uno dei settori più colpiti dall'emergenza Covid, ma anche uno dei più trainanti dell'economia e una ricerca italiana ha evidenziato che partirà quella parte di turismo che saprà fondarsi sui rapporti di fiducia.Cosa vuole dire? Che i turisti sono pronti a tornare in un posto che conoscono, in una struttura che conoscono e di cui si fidano ma vogliono assicurazioni sulla sicurezza. Non è il momento di
giocare con la realtà.Nel campo del marketing il concetto di verità e realtà può essere interpretato?In tutta la mia carriera professionale ho cercato di far capire che il marketing non è essere "marchettari", ma intrattenere una relazione corretta con i clienti con uno scambio di contenuti. Non è la pubblicità, ma comunque anche la pubblicità ha un'etica: il destinatario del messaggio merita rispetto.Cosa intende per rispetto?Che i contenuti devono essere veritieri, verificabili e affidabili.La foto con il lago serbo scelta (e poi modificata) da Trentino Marketing era già stata usata da tanti in precedenza, significa che è un'immagine evocativa?Quella foto è anonima e infatti è stata utilizzata in tanti contesti molto diversi tra loro. È una bella foto, ma non parla del Trentino ed è un peccato visto che abbiamo dedicato tanto tempo e tanti soldi per crearci una reputazione e ora non ci investiamo quando potremmo farlo a pieno titolo, perché veniamo riconosciuti come una terra autentica, seria, dove le cose funzionano. Perché non investiamo in quello che abbiamo creato in tanti anni? Prendiamo il lago di Braies: "Un passo dal cielo" avrebbe avuto lo stesso fascino se fosse stata ambientata in un luogo qualunque? Intanto i turisti vogliono andare esattamente su quel lago e trovare il paesaggio che hanno visto.È così. Accade - in modo diverso - anche per Montalbano.Raccontare il Trentino così com'è, sarebbe interessante per un pubblico globale?Siamo piccoli, a livello mondiale sono più conosciute le Dolomiti anche se poi i turisti più lontani non sanno bene dove siano. Ma per la dimensione che abbiamo dobbiamo puntare su turisti realmente interessati al nostro territorio: un turismo di qualità. L'ente pubblico ha fatto investimenti importanti per recuperare e valorizzare il patrimonio architettonico e culturale e il territorio ma anche per consolidare la reputazione. E ora bisogna essere all'altezza anche nell'emergenza sanitaria.Cosa intende dire?Che sarà un'estate difficile, con ricettività ridotta, ma se sapremo rispettare le regole accresceremo la fiducia e la reputazione e quando l'emergenza sarà finita ripartiremo con un grande vantaggio rispetto a chi non avrà saputo investire in questo senso, in un'alleanza pubblico-privato per il futuro.La riforma del turismo è in rampa di lancio, secondo lei chi dovrà raccontare il Trentino all'esterno? Trentino Marketing? Le Apt?Che lo raccontino pure tutti e due, magari rivolgendosi a un pubblico diverso. L'importante è che il racconto sia vero, armonico e soprattutto coerente: se il medico mi prescrive un farmaco e poi il farmacista me ne consiglia un altro finisce che non so più a chi devo credere.