25 minute read

MONDIALI 2021 E OLIMPIADI 2026: GLI AGGIORNAMENTI

agosto. Penso che la gente quest'anno, al mare preferisca la montagna, perché l'aria è più pura, si possono fare tante cose anche stando distanziati. Secondo me la gente ha ancora paura: ne stiamo uscendo, ma non ne siamo ancora usciti del tutto". Anche nei suoi alberghi i clienti si comportano benissimo. "Sono tutti molto rispettosi delle regole, vanno al buffet con guanti e mascherina, mantengono le distanze, non si lamentano mai. Come per tutti, anche per noi non è stato facile aprire. Abbiamo lavorato per due settimane per sanificare tutto, dai letti alle sedie agli sdrai. Abbiamo fatto le prove con il personale e ripreso tutto con i video: al check in, al ristorante, nelle zone comuni. Questa non sarà un'estate come tutte le altre, ma penso che sia migliore di quella che temevamo solo un paio di mesi fa». Anche all'Hotel Perla di Corvara, che aprirà venerdì, come al nuovissimo Ladinia, tutto si sta rimettendo in moto. «Tutto è partito una decina di giorni fa - conferma Fabian Laera, sales management assistant dei due alberghi. - Fino ad allora, non eravamo molto ottimisti. Poi, quasi di colpo, sono iniziate le prenotazioni. Non sarà un'estate come le altre, su questo non c'è dubbio, ma non sarà neppure catastrofica come si temeva, Abbiamo molti clienti italiani, e tra gli stranieri soprattutto tedeschi, austriaci, svizzeri, qualche olandese e qualche belga. Purtroppo mancano gli americani che, soprattutto in luglio, erano il numero più consistente. Noi abbiamo ampi spazi quindi non abbiamo avuto problemi ad assicurare i distanziamenti, comunque abbiamo eliminato i buffet. Presumiamo che molti vorranno il servizio in camera e questo causerà un appesantimento del lavoro del personale. Per la stagione prevediamo di avere il 30/40% delle camere occupate, ma molti prenoteranno all'ultimo momento. Bisogna vedere come procede l'epidemia. Dobbiamo tutti solo sperare...».

Corriere delle Alpi | 17 giugno 2020

p. 17, segue dalla prima

Unesco: “Mai coinvolti per le Olimpiadi 2026”

di Francesco Dal Mas BELLUNO «La sostenibilità è un valore imprescindibile, ce l'ha confermato l'emergenza Covid-19. È un valore che va perseguito non solo finalizzandolo alle Olimpiadi del 2026, ma anche per il futuro». È la premessa da cui parte il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, Mario Tonina, che a Trento ha riunito il consiglio di amministrazione. Per la Provincia di Belluno e la Regione Veneto erano presenti rispettivamente il presidente Roberto Padrin e l'assessore Federico Caner. Lei scriverà, nei prossimi giorni, una lettera al Governo, in particolare ai ministri competenti in materia di sport, ambiente ed infrastrutture. Cosa lamenterà? «Non si tratta di un lamento ma di una constatazione. Nella predisposizione della Legge Olimpica non siamo stati coinvolti. Siccome i Giochi Invernali del 2026 coinvolgeranno ben tre territori delle Dolomiti Unesco, riteniamo di avere il diritto di poter dire la nostra, almeno sui temi che ci riguardano. Qui operiamo da 10 anni, conosciamo puntualmente le comunità e i loro ambienti e riteniamo di aver maturato anche politiche e culture tali da poter essere ascoltati in preparazione di eventi così importanti». Temete, appunto, che questi eventi rischino in qualche misura di risultare troppo invasivi? «Nella Legge Olimpica c'è un punto fermo relativo alla sostenibilità. Noi vorremmo, però, che questo concetto - che significa anzitutto protezione del creato - avesse una valenza finalizzata ben oltre la data olimpica. Si parla di infrastrutture? Bene, queste siano pensate e progettate traguardando anche il post-Olimpiadi e cioè il bene-essere delle comunità coinvolte». Presidente dica la verità: teme una seconda Torino 2006? «L'ha detto lei». Avete visto degli "appetiti" che stanno crescendo? «No, ma è saggio mettere le mani avanti per far capire che se si persegue a tutti i costi la sostenibilità, come vogliamo, non possiamo concederci il business. Chiaro, no?». Proviamo a tradurre. Questo significa che non si possono strumentalizzare le Olimpiadi per riempire le nostre valli di impianti? «L'ha detto ancora lei». Quindi, se abbiamo capito bene, Dolomiti Unesco vuole fare da sentinella ambientalista sui Giochi del 2026. «Vogliamo semplicemente portare il nostro contributo, ritenendo di essere stati per 10 anni un laboratorio di sostenibilità. Nei fatti, non a parole. Quanto è accaduto in questi mesi con il Coronavirus ci ammonisce a preservare puntualmente un ambiente che è ancora molto sicuro e che proprio per questo dimostra di essere apprezzato dal turista. Sostenibilità vuol dire compatibilità e compatibilità significa che nelle nostre valli, così incontaminate, non possiamo portare elementi di contaminazione». Significa anche, permetta l'esemplificazione, che il ghiacciaio della Marmolada va preservato da ulteriori sfruttamenti? Con il Veneto vi state mettendo d'accordo? «La Marmolada è un patrimonio da preservare. Con il Veneto condividiamo questa prospettiva e sono sicuro che quanto prima troveremo un accordo». Gli operatori turistici dei passi possono stare tranquilli quest'estate? «Ribadisco che dobbiamo trarre insegnamento dall'emergenza Covid-19, che in termini di sostenibilità della montagna ci ha dato indicazioni precise». All'interno del cda sono tutti d'accordo con questa impostazione? Anche i rappresentanti del Veneto? «Tutti, veramente tutti». Alla riunione di Trento vi siete occupati anche delle regole per i rifugi. Regole che sono ancora diverse tra Province e Regioni. «Uniti nella diversità è il motto che da sempre caratterizza il nostro impegno. Proponendo cinque regole per frequentare quest'estate

i rifugi di montagna, noi vorremmo che gli amanti delle terre alte possano tornare a popolarle in sicurezza. Sono regole condivise da tutte le associazioni che operano sul territorio, che voglio ringraziare per l'impegno e la volontà di collaborare».

Gazzettino | 4 Giugno 2020

p. 2 edizione Belluno

Berton: «Cortina resta irraggiungibile bisogna accelerare»

Finito il periodo di chiusura totale, al primo banco di prova, la viabilità bellunese mostra tutti i propri limiti. Tra sabato e martedì due giugno, code in A27, code in Alemagna. Raggiungere Cortina è una missione impossibile e il prolungamento dell'autostrada, idea mai abbandonata dagli industriali torna d'attualità. La presidente degli industriali di Belluno, Loraine Berton, che delle opere ha fatto la missione del suo mandato batte i pugni sul tavolo: «Le infrastrutture - ha tuonato - ora o mai più». LA CARTOLINA «Le lunghe code sull'Alemagna e in A27 ci dicono che gli interventi risolutivi sono ancora in alto mare - spiega la numero uno di palazzo Doglioni Dalmas - che si procede a rilento, che il nostro gap infrastrutturale rischia di diventare una voragine incolmabile». Il tempo continua a scorrere e neppure la proroga di un anno, chiesta per i mondiali di Cortina 2021 causa coronavirus, potrebbe essere sufficiente a completare le opere. Le quattro attesissime varianti Mondiali (Tai di Cadore, San Vito di Cadore, Valle di Cadore e Cortina) non saranno pronte per la gara iridata. Indipendentemente dallo slittamento al 2022. Anas lo ha chiarito subito, spiegando che le autorizzazioni sono ferme alla commissione Via a Roma. «L'ultimazione potrà prevedersi nel 2024». Il motivo? L'incartamento è ancora sulle scrivanie del Ministero dell'Ambiente a Roma dove giace, indisturbato, da oltre diciotto mesi. Con buona pace di chi ha passato il fine settimana in coda sulle strade bellunesi. SCELTE RADICALI «Se è vero che questo è il momento del coraggio e delle scelte radicali - riprende Berton - allora le infrastrutture sono la priorità in Italia e, a maggior ragione, nei territori montani come quello bellunese. Ricordo le determinazioni che, quasi un anno fa, erano state condivise dal tavolo delle Infrastrutture della Provincia di Belluno, come la necessità di uno sbocco a nord e il miglioramento della viabilità intervalliva. Il mio appello è rivolto a tutti i livelli istituzionali, dal Governo alla Regione, passando per l'Europa, dove si stanno definendo le linee strategiche per i prossimi anni. Si faccia una programmazione seria e si mettano risorse vere, ciascuno per la propria parte. La crisi da pandemia ci ha già enormemente provati, non possiamo rimanere fermi ad aspettare che le cose si risolvano da sole». PARADOSSO Berton poi affronta il tema Mondiali di sci di Cortina, per cui si è chiesto lo slittamento al 2022 causa Covid. «Questa eventuale proroga dovrà spingere tutti gli enti coinvolti ad accelerare sul fronte delle opere programmate già in spaventoso ritardo. Non farlo sarebbe davvero imperdonabile, un pessimo segnale per chi crede nel rilancio di questo territorio». Ma non è solo il turismo a pagare un prezzo elevato, spiega la leader degli industriali: «Collegamenti veloci e sicuri, sostenibili e tecnologici, servono alla nostra economia, manifattura e turismo in primis, ma ancora di più a chi in montagna abita e vorrebbe rimanere». LA POLITICA La politica intanto invita ad avere fiducia, qualcosa nella Capitale si sta muovendo, se gli interventi siano sufficienti a rimettere in moto i fascicoli è presto per dirlo. Anche perché una volta usciti servono i tempi per affidare i lavori e soprattutto per farli. «Dobbiamo avere fiducia nella legge olimpica - spiega il presidente della Provincia, Roberto Padrin - ci auguriamo possa sbloccare la questione infrastrutturale. Il nodo di Longarone, che permetterebbe di evitare almeno in parte le code domenicali che ormai fanno parte della normalità della stagione estiva e invernale da e verso le nostre Dolomiti». IN ATTESA «Il coronavirus - riprende Berton - ci ha insegnato quanto la libertà di movimento sia un bene assoluto, una necessità per le persone e le imprese. Si faccia presto, adesso davvero non ci sono più alibi». Per la provincia di Belluno è l'ultima chiamata sul fronte delle infrastrutture. All'appuntamento olimpico mancano cinque anni e mezzo. Un'inezia rispetto ai grandi sogni del territorio, dal treno delle Dolomiti allo sbocco a nord. Un'inezia che rischia di condannarli a rimanere tali. Andrea Zambenedetti

Corriere delle Alpi | 5 Giugno 2020

p. 31

«Milano-Cortina 2026 ha tracciato la strada»

Belluno «Milano Cortina 2026 ha tracciato una strada nuova nell'organizzazione dei Giochi».Cosi ieri Giovanni Malagò, presidente del Coni, in una chiacchierata a "Corto, ristretto un poco lungo", in live streaming su Facebook e You Tube, proposta dai manager sportivi (con legami familiari in Zoldo e in Cadore) Andrea Vidotti e Andrea Cicini. La rubrica, giunta alla quinta puntata, è dedicata a La rubrica,

che tratta i temi del marketing sportivo e della comunicazione, è ieri è stata dedicata ai Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026 e al binomio Sport&Turismo con la ricaduta sul territorio.Protagonisti sono stati Malagò e Luca Moretti, presidente dell'Apt di Livigno, oltre alla campionessa del nuoto Federica Pellegrini, che di Livigno è testimonial, alla pari di altre atlete di vertice come le biathlete Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi. «Tra pochi giorni, il 24 giugno, sarà un anno che c'è stata l'assegnazione all'Italia delle Olimpiadi e come comitato organizzatore faremo qualcosa per ricordarlo», ha esordito il numero uno del Coni. «Si è trattato di una vittoria di squadra della quale sono davvero molto orgoglioso, un'avventura più unica che rara. L'arrivo dei Giochi sotto ogni punto di vista sarà veicolo di opportunità: in ambito economico, occupazionale, in termini di sinergie. Una parola è fondamentale: fiducia. Milano Cortina ha messo in moto non solo un processo organizzativo importante ma anche delle dinamiche mentali e culturali virtuose: dall'albergatore che finalmente decide di rifare la propria struttura, all'ente locale che sistema la variante, dall'impiantista che rinnova gli impianti agli sponsor che vogliono investire».«Con Milano Cortina 2026 abbiamo stravolto l'impostazione di una candidatura olimpica», ha proseguito Malagò. «Abbiamo tracciato una strada, siamo stati precursori, scegliendo località che hanno una storia alle spalle, cultura sportiva, hanno pubblico, hanno impianti e strutture. Abbiamo stravolto l'impostazione di un luogo olimpico e credo che gli eventi olimpici che seguiranno non potranno tenere conto della nostra esperienza. Ci sarà una estensione territoriale ampia, con benefici a vasto raggio: pensiamo al Veneto, con Cortina protagonista e Venezia che sarà l'hub aeroportuale, ma anche destinazione che gli appassionati che arriveranno sulle Dolomiti non potranno non visitare. Senza dimenticare Verona che ospiterà all'Arena la cerimonia conclusiva». --I. T.

Corriere delle Alpi | 6 Giugno 2020

p. 24

Gli impianti a fune riaprono investendo «Sono confermati lavori per 75 milioni»

CORTINA Operazione ripresa, per ricominciare a pensare, programmare, fare in montagna. Anef, Dolomiti Superski, Movimënt e Comune di Asiago si sono confrontate in un dialogo in diretta all'interno della web tv Canale Europa, appuntamento che ha registrato oltre 13mila spettatori. C'è una stagione estiva che a Cortina ha preso il via il 30 maggio con l'apertura della funivia Lagazuoi. Una stagione che prevede un piano investimenti di 90 milioni sul Dolomiti Superski, il maggiore comprensorio sciistico d'Italia con un'estensione di circa 3000 km.«Siamo in grado», spiega Andy Varallo, vicepresidente del Dolomiti Superski, «di portare gli utenti da un punto a valle ad un punto a monte con una fluida distribuzione del traffico, evitando così file e assembramenti. Tutto il Dolomiti Superski sta lavorando all'incremento degli impianti di risalita e dei collegamenti, e molte società hanno voluto portare a termine gli investimenti iniziati lo scorso anno. Questo mostra la volontà del settore di continuare quel processo di innovazione e di continua ricerca di progresso che ci ha portati a diventare quello che siamo oggi. Il piano investimenti programmato di circa 90 milioni, infatti, ad oggi è stato confermato per ben 75 milioni, segno che la filiera intende investire, e svolge quindi un ruolo di motore trainante per la concorrenzialità dei comprensori sciistici. Per il futuro abbiamo molti progetti, tra cui quello di migliorare i collegamenti con l'Alta Badia da Cortina d'Ampezzo, Plan de Corones, e Val di Fassa. In questo periodo economicamente difficile, inoltre, la categoria è stata in grado di non pesare sulla disoccupazione nazionale perché» conclude Varallo, «solo alcune società hanno utilizzato la Cassa integrazione in deroga e, con la riapertura degli impianti, abbiamo garantito i consueti posti di lavoro stagionali e annuali estivi».«C'è tanta voglia di ricominciare», aggiunge la presidente di Anef, Valeria Ghezzi, «ma una delle prima cose da fare è uscire dall'equivoco del week end burrascoso dell'8 marzo. Noi impiantisti siamo il traino di una filiera importante, spegnere gli impianti significa spegnere la ristorazione, gli alberghi, le scuole di sci. È nostra la responsabilità socio-economica della montagna, ed è nostra la responsabilità di un uso consapevole degli impianti in tutta sicurezza. Ricordiamoci che il trasporto sugli impianti di risalita ha una durata brevissima, e che questa estate tutte le cabine viaggeranno con i finestrini abbassati per consentire una corretta areazione. Il trasporto a fune è sicuro, non è la fonte del contagio, ma lo sono piuttosto i contesti di assembramento del divertimento accessorio allo sci, che lo Stato ha già provveduto a regolamentare. Abbiamo inoltre la fortuna di poterci avvalere di un progresso tecnologico straordinario, che ci è stato d'aiuto anche in un momento drammatico come quello durante e post Covid-19, dai collegamenti online ai moderni dispositivi di sicurezza». Alta o bassa, di roccia o di verde, la montagna si conferma un luogo sicuro, ospitale, accogliente, democratico. La meta perfetta per questa estate, per il prossimo inverno, e per tutte le volte in cui si vuole semplicemente respirare più a fondo la natura. A Cortina, dopo la funivia del Lagazuoi già in funzione, apriranno le Cinque Torri, Auronzo, e Col de Varda (Misurina) il 20 giugno, il Cristallo il 26 giugno, Pié Tofana-Duca d'Aosta e Duca d'Aosta-Pomedes il 27 giugno, Fedare, Socrepes, Tofana-Freccia nel Cielo il 4 luglio, e il Faloria, dove sono in corso lavori, il 25 luglio. Il secondo tratto della Freccia nel Cielo sarà chiuso per lavori per tutta l'estate. Intanto ieri mattina ha fatto la sua comparsa la neve, alle quote sopra i 2500 metri, come era stato previsto dal centro antivalanghe di Arabba. Molti rifugi resteranno chiusi domani proprio per questo motivo. Ma molti saranno aperti oggi per sfruttare una finestra di bel tempo. --a.s.

Gazzettino | 7 Giugno 2020

p. 23 edizione Belluno

Abbattuti gli alberi per far posto alla nuova cabinovia

Il taglio degli alberi precede l'avvio dei lavori della nuova cabinovia da Son dei Prade a Bain de Dones. Il primo abbattimento è stato eseguito a Cianzopé, dove inizia la strada per le Cinque Torri: lì sorgerà la stazione intermedia del lungo impianto, strategico per il futuro del turismo e dell'economia di Cortina, ben oltre lo svolgimento dei Campionati del mondo di sci alpino. Quella cabinovia collegherà infatti il comprensorio sciistico di Socrepes, Tofana e Pocol con l'area di Cinque Torri, Averau, passo Falzarego e Lagazuoi. E' pure iniziato uno scavo di sondaggio del terreno a Son dei Prade, a ridosso dell'arrivo della seggiovia quadriposto Olimpia, dove sorgerà la stazione a valle della nuova cabinovia. L'apertura dei cantieri veri e propri è attesa in questo mese di giugno, forse già la prossima settimana. Per accelerare i tempi si lavorerà contemporaneamente su più fronti: per costruire le stazioni di partenza e di arrivo; per realizzare la stazione intermedia; per gettare le basi dei piloni della lunga linea, che dovrà essere privata degli alberi. Il progetto e la costruzione della nuova cabinovia sono stati affidati al raggruppamento temporaneo costituito dall'azienda Leitner di Vipiteno e dall'impresa Toninelli di Bergamo. Sono gli stessi partner che hanno costruito a tempo di record l'ultimo impianto di Cortina, la cabinovia del Col Druscié, inaugurata lo scorso mese di gennaio, a sostituire il primo tronco della storica funivia Freccia nel Cielo per la Tofana. Il quadro economico complessivo della nuova opera è di 18 milioni di euro; l'importo dei soli lavori supera 14 milioni. La nuova cabinovia sarà un'opera pubblica, finanziata per 15 milioni dai Fondi comuni di confine; per circa 3 milioni da Luigivalerio Sant'Andrea, il commissario di governo per i Mondiali. Una volta realizzata ci sarà un altro bando, per trovare il gestore. L'aggiudicazione dei lavori è stata fatta dalla Provincia di Belluno, come stazione appaltante, lo scorso mese di marzo, quando si stabilì la necessità di un paio di mesi di tempo per presentare la progettazione esecutiva dell'opera, come prevedeva l'appalto integrato. Serviranno altri sei mesi per le parti edili e per la posa in opera dei componenti, preparati in stabilimento da Leitner. L'intento è di completare l'impianto per la fine dell'anno, al massimo per l'inizio del 2021. Tutto ciò senza tener conto della decisione che la Federazione internazionale sci potrà prendere nelle prossime settimane, in merito alla richiesta dell'Italia di rinviare di oltre un anno i Mondiali, dal febbraio 2021 al marzo 2022. Marco Dibona

Corriere del Trentino | 16 giugno 2020

p. 5, segue dalla prima (medesimo articolo anche a pagina 1 e 4 del Corriere dell’Alto Adige)

Dolomiti Unesco, lettera ai ministri: «Olimpiadi, il governo ci coinvolga»

di Marika Giovannini TRENTO La Fondazione Dolomiti Unesco vuole contare di più nel percorso di avvicinamento alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina. «Nel provvedimento varato ad aprile l’ente non è stato preso in considerazione» ammette il presidente della fondazione Mario Tonina, che ieri ha riunito a Trento i rappresentanti delle associazioni della montagna e dei rifugi del Triveneto per fare il punto dell’accoglienza in quota in vista dell’avvio della stagione estiva. Guardando, però, anche all’appuntamento a cinque cerchi del 2026. Le Olimpiadi «L’evento olimpico — sottolinea il vicepresidente della Provincia — è una grande opportunità per i nostri territori». Ma finora, ribadisce, a Roma la fondazione che rappresenta le Dolomiti patrimonio dell’umanità non è stata coinvolta. Almeno, non nella legge olimpica varata ad aprile in pieno lockdown. «Non c’è alcuna volontà di escluderci — precisa Tonina — ma crediamo sia importante che la voce della fondazione sia tenuta in considerazione in un appuntamento olimpico che potrà essere all’insegna della sostenibilità». Per questo, i vertici dell’ente scriveranno ai ministri dello sport, dell’ambiente e delle infrastrutture «per far capire — prosegue l’assessore — l’importanza della fondazione, per ricordarne i risultati di questi dieci anni e per tratteggiare i contributi che può dare in un evento di questo tipo». Un evento, avverte Tonina, «al quale sarà fondamentale arrivare preparati per garantire opportunità ai nostri territori, guardando anche oltre il 2026». La stagione estiva Ma se l’orizzonte temporale dell’appuntamento olimpico è a lungo raggio, quello della stagione estiva è decisamente più stretto. Anzi, imminente. L’apertura dei rifugi è ormai dietro l’angolo (la data è sempre quella tradizionale del 20 giugno). E in un’estate segnata dal Covid le regole di comportamento saranno centrali per convivere anche in alta quota. Di qui la decisione della fondazione e delle associazioni del territorio — Alpenverein, Cai Alto Adige, Cai Friuli Venezia Giulia, Cai Veneto, Sat, Rifugi alpini Südtirol, Associazione rifugi del Trentino e Associazione gestori rifugi alpini del Veneto — di fissare in cinque semplici regole le misure cardine della vita nei 66 rifugi delle Dolomiti Unesco. Nel dettaglio: è obbligatoria la prenotazione nei rifugi per il pernottamento e consigliata per i pasti; è necessario l’uso di mascherine e gel igienizzanti nelle aree comuni, così come il distanziamento «secondo le disposizioni vigenti». Ancora: è necessario portare con sé ciabatte e asciugamano e chiedere al rifugista, prima di mettersi in marcia, cosa serve per il pernottamento (è comunque sempre consigliato portarsi il proprio sacco a pelo). «Sono regole semplici e di buonsenso» assicura la direttrice della fondazione Marcella Morandini. Regole, aggiunge, che nelle prossime settimane saranno diffuse in italiano, tedesco e inglese. E che rappresentano un punto di contatto necessario — è la posizione dei rappresentanti dei rifugi — per cercare di fare ordine in «regole che spesso sono diverse a seconda delle regioni». Ora lo sguardo è ai turisti. E al sole: «Siamo ottimisti — abbozza Ezio Alimonta, gestore dell’omonimo rifugio in Brenta — ma speriamo

Corriere delle Alpi | 18 giugno 2020

p. 32

Ambientalisti di MW contro Dolomiti UNESCO "stia fuori dai cantieri"

Di Francesco Dal Mas BELLUNO La Fondazione Dolomiti Unesco chiede di esserci nella gestione dei cantieri per l'evento. Per controllare se gli interventi saranno davvero sostenibili. Ma gli ambientalisti le consigliano di starsene fuori, anche perché - spiegano - ha già dimostrato di aver fallito con la "Carta di Cortina", di tutela dell'ambiente, che sarebbe stata disattesa. D'altra parte, se dopo 10 anni non sa che consigliare agli alpinisti di portarsi nello zaino ciabatte ed asciugamani, vuol dire - secondo l'associazione Mountain Wilderness - che non ha proprio nulla di costruttivo da proporre. Gli ambientalisti, insomma, manifestano tutta la loro delusione. «Quando Unesco ha sostenuto il patrocinio per la nascita delle Dolomiti patrimonio naturale dell'umanità sicuramente si attendeva ben altro: probabilmente la tutela del patrimonio affidato in gestione alle 5 Province e al Ministero dell'ambiente, l'implemento della biodiversità, la conservazione dei beni naturali e paesaggistici, oltre al sostegno delle attività economiche che attivano il miglioramento qualitativo del vivere in montagna» , ricorda Franco Tessadri, portavoce dell'organizzazione. «Da allora abbiamo collaborato, fin quando ci è stato reso coerentemente possibile, alla costruzione di processi ricchi di ricadute positive in termini di recupero di biodiversità, di ripianamento dei paesaggi immiseriti dall'azione dell'uomo, ma pure di qualità dell'offerta turistica» ricorda Tessadri, che mette in fila, nella memoria, l'impegno nella progettazione dei temi della conservazione e gestione delle aree protette; il censimento degli impianti obsoleti, o da abbattere o da riconvertire; la riduzione dell'impatto del traffico sui passi dolomitici con le previste chiusure ad orario. E ancora le linee guida sui grandi eventi motoristici in quota. Ed uno stimolo continuo teso a portare la Fondazione ad assumere credibilità internazionale attraverso progetti coerenti con la conservazione ambientale. «Ci attendavamo che in una conferenza stampa strutturata dopo la dolorosa pandemia Sars CoV 2 gli attori decisionali della Fondazione affrontassero questi temi visto che buona parte del mondo scientifico sostiene che il consumo di natura, di suolo e l'inquinamento siano concausa primaria del diffondersi di queste malattie. Ci accorgiamo invece» sottolinea Tessadri «che ancora una volta la Fondazione non ha saputo resistere alle pressioni dei forti interessi economici diffusi sui territori tanto da leggere ancora il riconoscimento all'interno di una miope cornice di marketing turistico». Quanto, poi, all'appuntamento olimpico, se i Mondiali di Cortina del 2022 stanno già a dimostrare il fallimento della Carta di Cortina, quanto si aggroviglia nella matassa delle Olimpiadi invernali Cortina - Milano 2026 è ancora più preoccupante. «La Fondazione Dolomiti Unesco» sottolinea il portavoce di MW, «invece di pretendere di essere compartecipe della distruzione della montagna dolomitica, dovrebbe diventare la sentinella della tutela della qualità ambientale e impedire che troppe zone oggi tutelate a parco o inserite nella normativa europea di rete Natura 2000 vengano sconvolte». Tessadri cita tutti i caroselli in programma. «Si va profilando, dalle Tofane fino al Civetta, uno scenario sconvolgente. Suggeriamo - conclude - almeno una attenzione virtuosa alla Fondazione, anche se si tratterebbe di operare fuori dalle zone vincolate: concentrare maggiori sforzi e investimenti alle problematiche della mobilità estiva e invernale nei fondovalle». Chiaro, dunque, ancora una volta, il no di Mw al collegamento tra Cortina ed il Civetta, da una parte, ed Arabba, dall'altra.

Corriere delle Alpi | 19 giugno 2020

p. 30

"Sbancamenti e cemento: così i soldi si trasformano in uno scempio ambientale"

L'INTERVENTO A Cortina è in atto uno scempio ambientale che lascia sconcertati: ruspe, betoniere e motoseghe in azione dal fondovalle ai ghiaioni di alta quota. Nella montagna ampezzana è arrivata una valanga di soldi che si sta trasformando in una colata di cemento che andrà a intaccare irrimediabilmente un paesaggio unico al mondo. Il motivo di questa frenetica attività sono i Mondiali 2021 probabilmente spostati al 2022, in coda alle Olimpiadi invernali di Pechino), seguiti dai Giochi Olimpici 2026; e poi, nelle intenzioni, il "grande carosello", con la costruzione di impianti di collegamento in quota tra tutti i comprensori sciistici delle Dolomiti. Tutti eventi e progetti sbandierati dai promotori come "green" e a "impatto zero". La Fondazione Dolomiti Unesco, che ha tra i soci fondatori la Regione Veneto, è troppo impegnata a fare promozione turistica per accorgersene o per intervenire? In tutto questo lo sport centra poco, e ancor meno lo spopolamento delle terre alte e la necessità di porvi rimedio: quello che interessa è far girare i soldi e porre le basi per un ulteriore sfruttamento della montagna che attiri ulteriore turismo di massa, con tutto quello che gli va dietro, costi quel che costi. "Business as usual", dunque, anche se nessun buon padre di famiglia investirebbe il suo capitale nell'industria dello sci in tempi in cui il riscaldamento globale, in drammatica accelerazione, sta cambiando tutto mettendo a rischio la vita stessa sul pianeta, come stanno ripetendo da anni scienziati di tutto il mondo. Ma la politica è nelle mani di negazionisti il cui sguardo non va oltre i termini del

proprio mandato, tanto dopo il testimone passerà a qualcun altro, con buona pace dei propositi di sbandierata "ecosostenibilità". Ci si riempie infatti la bocca di parole come green, transizione ecologica e sostenibilità ambientale, ma nella pratica si va avanti con la cementificazione e il consumo di suolo come sempre, anzi più di sempre. A tutto questo, con il pretesto di stimolare la ripresa dopo la crisi del Covid-19, la lobby dei progettisti e delle grandi opere torna alla carica per il prolungamento dell'A27, che non si capisce in che modo potrebbe portare vantaggi al territorio bellunese, costituendo chiaramente un banale by pass tra il trevisano e l'Europa centrale. Nell'assistere impotenti al sacco della "perla" delle Dolomiti il pensiero inevitabilmente va alla "Regina" delle stesse Dolomiti e alla "Regina" dell'Adriatico, che da anni vengono umiliate allo stesso modo: povera Cortina, povera Marmolada, povera Venezia, povero Paese.

Corriere delle Alpi | 19 giugno 2020

p. 30

Ghedina: «Sono in corso lavori per 26 milioni»

di Alessandra Segafreddo CORTINA Lavori in corso a Cortina per 26 milioni. «Era dalle Olimpiadi del 1956 che non si vedevano così tanti interventi», dichiara soddisfatto il sindaco Gianpietro Ghedina. Sull'immediato, tra gli altri, 2.700.000 euro per asfaltature e marciapiedi; 5 milioni per il nuovo ponte di Crignes; 18 milioni per l'impianto pubblico di collegamento tra Pocol e Cinque Torri. «Cortina, locomotiva della provincia di Belluno, è tutta un cantiere», sottolinea Ghedina, «grazie alla forte determinazione di questa Amministrazione, che è riuscita a promuovere il suo territorio con una strategia sul medio e lungo periodo, puntando sui grandi eventi e coinvolgendo l'intero paese, attraverso progetti concreti. Siamo un paese unito, che fa sistema e che lavora con le istituzioni provinciali, regionali, nazionali in perfetto ascolto e sintonia. A Cortina, infatti, si investe: qui c'è voglia di rilancio e di futuro. Il Comune si pone come protagonista anche nel settore degli impianti di risalita, con il nuovo impianto di collegamento tra Pocol e Cinque Torri». Si tratta di un intervento da 18 milioni, finanziato per la maggior parte dai Fondi di confine, i cui lavori dopo anni di immobilismo sono partiti proprio in questi giorni. A Natale l'impianto, inserito fra le opere previste per i Mondiali, sarà pronto. «Su un nuovo impianto dal centro verso Socrepes», aggiunge il sindaco, «si sta poi lavorando grazie agli impiantisti e alla Regione che credono fortemente insieme a noi in questa iniziativa. Anche sulla piscina di Guargné si va avanti ed entro l'anno inizieranno i lavori. Tante poi sono le ristrutturazioni da parte di privati: pressoché tutti gli alberghi dismessi stanno ristrutturando o hanno presentato piani di intervento; altri si aggiornano e rinnovano». Ben 5 milioni sono stati stanziati per il nuovo ponte di Crignes: i lavori inizieranno tra pochi giorni. Sul programma opere pubbliche sono stati inoltre inseriti 2.700.000 euro per asfaltature e marciapiedi con interventi a partire dall'autunno. «Viste le lavorazioni che si stanno facendo sulla fibra ottica e sulla rete elettrica con Enel e con Terna», specifica Ghedina, «non è stato ritenuto coerente e razionale sovrapporsi e il lockdown ha poi rallentato e rinviato alcune lavorazioni programmate, essendo molte le ditte da fuori regione. Nello specifico, in merito all'attività di coordinamento e di organizzazione per un upgrade tecnologico del paese, E-distribuzione lavora a 50 Km di rete elettrica per alimentare tutte le cabine al fine di garantire la fornitura anche in caso di guasti. Open Fiber lavora a 80 km di fibra ottica in parte utilizzando le linee interrate dell'illuminazione esistente, in parte con nuovi scavi. Per dicembre prevediamo ne saranno in esercizio il 30-40% sul territorio comunale. Telecom sta invece implementando la sua rete di fibra».

Corriere delle Alpi | 25 giugno 2020

p. 22

Bloccata la marcia degli ambientalisti contro i lavori per i nuovi impianti

di Gianluca De Rosa BELLUNO Una marcia per dire no a Mondiali e Olimpiadi. Nel giorno della ricorrenza del primo anno dall'assegnazione delle olimpiadi di Milano-Cortina gli ambientalisti tornano a far sentire la loro voce, annunciando una marcia per denunciare l'impatto dei lavori progettati, in via di realizzazione o già completati. Ma la protesta non potrà essere svolta, almeno per il momento. La Questura di Belluno, infatti, ha comunicato che, per motivi legati all'emergenza Covid-19, la manifestazione non potrà essere svolta e dovrà essere rimandata a data da destinarsi. La marcia, organizzata dal coordinamento delle associazioni ambientaliste, era stata programmata per domenica, con partenza alle 9.30 dal piazzale dell'Alexander Girardi Hall. Tra strada e sterrato, avrebbe dovuto "toccare" alcuni punti dove sono stati realizzati oppure sono in via di realizzazione i principali interventi pensati per le due manifestazioni sportive, fino a raggiungere località Cianzopé, punto di partenza della strada che raggiunge il rifugio Cinque Torri.

This article is from: