agosto. Penso che la gente quest'anno, al mare preferisca la montagna, perché l'aria è più pura, si possono fare tante cose anche stando distanziati. Secondo me la gente ha ancora paura: ne stiamo uscendo, ma non ne siamo ancora usciti del tutto". Anche nei suoi alberghi i clienti si comportano benissimo. "Sono tutti molto rispettosi delle regole, vanno al buffet con guanti e mascherina, mantengono le distanze, non si lamentano mai. Come per tutti, anche per noi non è stato facile aprire. Abbiamo lavorato per due settimane per sanificare tutto, dai letti alle sedie agli sdrai. Abbiamo fatto le prove con il personale e ripreso tutto con i video: al check in, al ristorante, nelle zone comuni. Questa non sarà un'estate come tutte le altre, ma penso che sia migliore di quella che temevamo solo un paio di mesi fa». Anche all'Hotel Perla di Corvara, che aprirà venerdì, come al nuovissimo Ladinia, tutto si sta rimettendo in moto. «Tutto è partito una decina di giorni fa - conferma Fabian Laera, sales management assistant dei due alberghi. Fino ad allora, non eravamo molto ottimisti. Poi, quasi di colpo, sono iniziate le prenotazioni. Non sarà un'estate come le altre, su questo non c'è dubbio, ma non sarà neppure catastrofica come si temeva, Abbiamo molti clienti italiani, e tra gli stranieri soprattutto tedeschi, austriaci, svizzeri, qualche olandese e qualche belga. Purtroppo mancano gli americani che, soprattutto in luglio, erano il numero più consistente. Noi abbiamo ampi spazi quindi non abbiamo avuto problemi ad assicurare i distanziamenti, comunque abbiamo eliminato i buffet. Presumiamo che molti vorranno il servizio in camera e questo causerà un appesantimento del lavoro del personale. Per la stagione prevediamo di avere il 30/40% delle camere occupate, ma molti prenoteranno all'ultimo momento. Bisogna vedere come procede l'epidemia. Dobbiamo tutti solo sperare...».
MONDIALI 2021 E OLIMPIADI 2026: GLI AGGIORNAMENTI Corriere delle Alpi | 17 giugno 2020 p. 17, segue dalla prima Unesco: “Mai coinvolti per le Olimpiadi 2026” di Francesco Dal Mas BELLUNO «La sostenibilità è un valore imprescindibile, ce l'ha confermato l'emergenza Covid-19. È un valore che va perseguito non solo finalizzandolo alle Olimpiadi del 2026, ma anche per il futuro». È la premessa da cui parte il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco, Mario Tonina, che a Trento ha riunito il consiglio di amministrazione. Per la Provincia di Belluno e la Regione Veneto erano presenti rispettivamente il presidente Roberto Padrin e l'assessore Federico Caner. Lei scriverà, nei prossimi giorni, una lettera al Governo, in particolare ai ministri competenti in materia di sport, ambiente ed infrastrutture. Cosa lamenterà? «Non si tratta di un lamento ma di una constatazione. Nella predisposizione della Legge Olimpica non siamo stati coinvolti. Siccome i Giochi Invernali del 2026 coinvolgeranno ben tre territori delle Dolomiti Unesco, riteniamo di avere il diritto di poter dire la nostra, almeno sui temi che ci riguardano. Qui operiamo da 10 anni, conosciamo puntualmente le comunità e i loro ambienti e riteniamo di aver maturato anche politiche e culture tali da poter essere ascoltati in preparazione di eventi così importanti». Temete, appunto, che questi eventi rischino in qualche misura di risultare troppo invasivi? «Nella Legge Olimpica c'è un punto fermo relativo alla sostenibilità. Noi vorremmo, però, che questo concetto - che significa anzitutto protezione del creato - avesse una valenza finalizzata ben oltre la data olimpica. Si parla di infrastrutture? Bene, queste siano pensate e progettate traguardando anche il post-Olimpiadi e cioè il bene-essere delle comunità coinvolte». Presidente dica la verità: teme una seconda Torino 2006? «L'ha detto lei». Avete visto degli "appetiti" che stanno crescendo? «No, ma è saggio mettere le mani avanti per far capire che se si persegue a tutti i costi la sostenibilità, come vogliamo, non possiamo concederci il business. Chiaro, no?». Proviamo a tradurre. Questo significa che non si possono strumentalizzare le Olimpiadi per riempire le nostre valli di impianti? «L'ha detto ancora lei». Quindi, se abbiamo capito bene, Dolomiti Unesco vuole fare da sentinella ambientalista sui Giochi del 2026. «Vogliamo semplicemente portare il nostro contributo, ritenendo di essere stati per 10 anni un laboratorio di sostenibilità. Nei fatti, non a parole. Quanto è accaduto in questi mesi con il Coronavirus ci ammonisce a preservare puntualmente un ambiente che è ancora molto sicuro e che proprio per questo dimostra di essere apprezzato dal turista. Sostenibilità vuol dire compatibilità e compatibilità significa che nelle nostre valli, così incontaminate, non possiamo portare elementi di contaminazione». Significa anche, permetta l'esemplificazione, che il ghiacciaio della Marmolada va preservato da ulteriori sfruttamenti? Con il Veneto vi state mettendo d'accordo? «La Marmolada è un patrimonio da preservare. Con il Veneto condividiamo questa prospettiva e sono sicuro che quanto prima troveremo un accordo». Gli operatori turistici dei passi possono stare tranquilli quest'estate? «Ribadisco che dobbiamo trarre insegnamento dall'emergenza Covid-19, che in termini di sostenibilità della montagna ci ha dato indicazioni precise». All'interno del cda sono tutti d'accordo con questa impostazione? Anche i rappresentanti del Veneto? «Tutti, veramente tutti». Alla riunione di Trento vi siete occupati anche delle regole per i rifugi. Regole che sono ancora diverse tra Province e Regioni. «Uniti nella diversità è il motto che da sempre caratterizza il nostro impegno. Proponendo cinque regole per frequentare quest'estate
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