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NUOVI COLLEGAMENTI SCIISTICI

e collaborativo una proposta concreta per la gestione della mobilità sui passi». Proposta che non prevedeva divieti, «bensì una regolamentazione a fasce orarie, differenziata sulla base del tipo di veicolo (auto, moto, camper e roulotte, bus)». Gli attivisti di Mountain Wilderness ricordano all'assessore che rimangono a disposizione «per collaborare concretamente al miglioramento dell'insostenibile situazione del traffico sulle strade dei passi».

Corriere delle Alpi | 25 Ottobre 2021

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Nuovi collegamenti sciistici addio

CORTINA Collegamenti sciistici? Punto e a capo. «Il progetto originario, quello proposto da un gruppo di investitori privati, è stato superato». Parola di Federico Caner, assessore regionale al turismo. Sì, avete capito bene? Il progetto da 80 milioni di euro, forse 100. Quello tanto discusso, che prevedeva il collegamento tra Cortina ed il Civetta, da una parte. E quello, ancor più contestato, che avrebbe messo in linea Cortina, il Passo Falzarego, ed Arabba. «In vista delle Olimpiadi, ed in accordo con le società impiantistiche, abbiamo deciso di investire le risorse disponibili nella riqualificazione delle strutture esistenti. Anzi, prima di tutto nella loro messa in sicurezza». In sostanza? «Ci sarà un primo bando di 9 milioni per i soggetti che hanno già presentato progetti di questo tenore. Un bando - precisa Caner - che rimpingueremo di anno in anno, quanto meno fino ai Giochi Invernali del 2026».Gli ambientalisti, Cai e altre organizzazioni han sempre detto di non essere contrari al consolidamento dell'impiantistica esistente, passando eventualmente per la sua razionalizzazione. Sì a messa in sicurezza e riqualificazione; come è accaduto per la funivia della Marmolada, con Vascellari che ha condiviso i progetti con i vertici dell'ambientalismo. «Rassicuriamo i nostri amici che si battono per la tutela della nostra montagna, che nessun impianto attraverserà siti Unesco ed aree protette dall'Europa, attraverso i diversi vincoli. Garantisco ancora una volta, anche a nome del presidente Luca Zaia, che nessuna manomissione verrà compiuta nei riguardi dell'ambiente in preparazione delle Olimpiadi», aggiunge Caner. Ma la pista di bob non è un di più, non poteva bastare quella piemontese del 2006, se non quella di Innsbruck? «Che cosa ha anticipato Zaia alla vostra testata? Che l'impianto sarà più piccolo. Cortina non poteva rinunciare, perché proprio questo è il simbolo delle Olimpiadi. E, d'altra parte - aggiunge - la pista, non nuova, ma ristrutturata, avrà un utilizzo non solo invernale, anche nel resto dell'anno. Non sarà quindi una "cattedrale nel deserto" da abbandonare subito dopo i Giochi».De profundis, dunque, per i grandi collegamenti? «Verificheremo, a tempo debito, trattando con l'Alto Adige e con i titolari degli impianti se ci saranno tratti da completare nella rete oggi esistente. Ma sarà l'ultimo step che considereremo. Posso già assicurare che ad Arabba non arriverà nessun nuovo collegamento da Cortina. È evidente che non si possono attraversare territori vincolati. Nessuno ha mai voluto farlo». Con questi presupposti non si farà neppure l'impianto tra Padola e Col Colesei, sopra passo M.Croce Comelico? «Questo è un collegamento voluto dalla popolazione. Ci sono difficoltà. Il Comune sta trattando con la Soprintendenza. Vedremo». -- Francesco Dal Mas © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 25 Ottobre 2021

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Il CAI non si fida. La Regione “deve mostrare i progetti”

L'intervista Basta impianti, più servizi per far rinascere la montagna. Il messaggio è del Cai, il club alpino italiano. Renato Frigo, presidente regionale, lo ha rilanciato davanti agli "scempi", così li chiama, dei Mondiali e delle Olimpiadi. «Se i giovani, ma anche i loro padri e le loro madri, non hanno i servizi indispensabili, dalla sanità alla scuola, passando per le Poste e i negozi di prossimità, continueranno la fuga, ancorché la Regione riempia le valli di funivie, seggiovie, skilift».Piano, piano, la Regione sta dicendo che il progetto dei grandi collegamenti sciistici è stato riposto nel cassetto... «Davvero? C'è da crederci? Se così avvenisse, saremmo i primi ad applaudire. Ma vorremmo vederci chiaro».Caner sostiene la necessità, anzi l'urgenza, di finanziare la riqualificazione degli impianti esistenti, magari aggiornandoli, con nuove portate, e soprattutto investendo sulla sicurezza. «Sottoscriviamo, se così avvenisse. Riqualificazione e sicurezza sono due obiettivi condivisibili. Ma vogliamo saperne di più. Temiamo il trucchetto. Sa com'è?»Caner assicura pure che nessun intervento manometterà ambienti Unesco o con vincoli ambientali.«Ci mancherebbe altro. Sono comunque assicurazioni importanti. E sulla pista di bob?».Conferma quanto ci ha anticipato Zaia: che sarà più piccola. «Piccola o grande proprio non la vogliamo. È uno spreco. Loro prevedono che verrà utilizzata per le attività federali e non solo. Ma con quale passività? L'utilizzo sarà minimale».Zaia afferma che la bonifica di quanto resta della vecchia Eugenio Monti costa 10 milioni di euro e che portare le gare ad

Innsbruk sarebbe un onere troppo pesante, di circa 30 milioni... «Tanto vale spenderne 20 in più ed avere, con 60 milioni, una pista del tutto nuova? Ma per fare che cosa? Intanto i signori di Milano-Cortina, il Comune o la Regione ci mostrino i progetti. Perché li tengono nascosti?».Via la pista di Bob, che cosa resterebbe alla Cortina olimpica? «Ecco il punto. Sui simboli, perché così viene definita la 'nuova' Eugenio Monti non si costruisce il futuro della montagna. Abbiamo detto, anche nel corso della manifestazione, che le terre alte continueranno a morire con un eccesso di turismo e senza provvedere ai servizi almeno essenziali per chi resta e per chi vuol ritornare». I servizi, per la verità, ci sono, certo non dappertutto... «Ma lo sa che nell'ampezzano e nella Val Boite non si trova casa, se non a prezzi astronomici? Lo sa che bisogna scendere fino a Calalzo per trovare ancora qualche appartamento?».Questo dimostra che c'è richiesta. E che la richiesta trova sostegno nei servizi.«No, le case vuote sono tantissime. E purtroppo non sono alla portata degli stipendi medi».Esemplifichi, per favore, Che cosa intende per eccesso di turismo? «Ha un senso, per esempio, tenere aperta la strada delle Tre Cime quando a monte non c'è un rifugio aperto e quindi non ci sono neppure i presupposti della sicurezza?».Ma i turisti, soprattutto stranieri, arrivano, eccome. Non sbagliano i vostri rifugi a chiudere anzitempo? Siete i primi a teorizzare la destagionalizzazione... «Mi scusi, non è vero. La stagione dei rifugi chiude intorno al 20 settembre. Poi, con le temperature che scendono è difficile, se non impossibile gestire una struttura d'alta montagna».Ma qualche vostro rifugio tiene aperto tutto l'anno. «Fa bene, dove è possibile. Ma sia chiaro che la montagna non tollera il turismo di massa. Dicono che vogliono nuovi impianti di risalita come alternativa alle auto sui passi. E' una balla».Perché una balla? «Perché ci sono già passi attrezzati di impianti. Ma il traffico non è stato sospeso».Non ritiene che state esasperando le posizioni? La partecipazione alla marcia non è stata poi così ampia. «È vero. Ma mai partecipazione da parte dell'associazionismo è stata così tanto condivisa. C'erano un po' tutte le espressioni dell'ambientalismo e dell'alpinismo. I partecipanti non erano, in effetti, così numerosi, anche se in numero apprezzabile. Bene, ci siamo lasciati con l'impegno, da parte di ciascuno dei presenti, a fare opera di 'evangelizzazione' dei temi non solo ambientali, ma sociali: la montagna da far vivere».La vita passa attraverso lo sviluppo. Ma voi vi opponete anche ai nuovi insediamenti turistici, dal passo Giau a Cortina. Ancorché gli investitori garantiscano sulla loro compatibilità. «Illuso. Lei ci crede? Questi progetti non tengono conto dei principi di precauzione, cautela e rispetto dei beni comuni materiali e immateriali in luoghi Patrimonio dell'Umanità come le Dolomiti. Alla luce del cambiamento di tendenza delle richieste turistiche, il mercato sciistico negli ultimi anni è in lento ma continuo declino, anche a fronte di un aumento dei costi di manutenzione (innevamento, bacini artificiali). Dati di fatto che devono far riflettere, specialmente nel contesto del cambiamento climatico». --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 26 Ottobre 2021

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Stop nuovi impianti: gli ambientalisti aspettano i fatti

CORTINA Sospiro di sollievo, nel mondo ambientalista, dopo la precisazione dell'assessore Federico Caner che la Regione investirà sulla riqualificazione e sulla messa in sicurezza degli impianti di risalita esistenti e non sui grandi collegamenti.«Finalmente», esclama Gigi Casanova, una delle anime della protesta di domenica a Cortina, con 52 associazioni firmatarie, «ma noi ovviamente continueremo a vigilare; dalle informazioni raccolte anche in altri ambienti, sembra però proprio che si stia prendendo coscienza che il turismo del futuro non può portare ad un'espansione impiantistica». Il sollievo è profondo specie dalle parti di Arabba.«La Regione ha capito che non si possono forzare i vincoli paesaggistici e storici», afferma Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, «mentre sa che c'è tutta la disponibilità a collaborare su altre prospettive».«Ora però», insiste Casanova, «attendiamo altri no: rispetto ai poli turistici del lusso come i due progetti Meister su Auronzo e Cortina, il superalbergo di passo Giau, la pista di bob di Cortina e il trasferimento delle gare ad Innsbruck».La pista, per Cortina e la Regione, è però irrinunciabile. E il presidente Zaia ha annunciato lo studio di un impianto più piccolo, quindi di minore impatto e, soprattutto, di costi più contenuti.«Se così è», interviene ancora Casanova, «ce lo faccia illustrare: noi siamo pronti a valutarlo».In ogni caso, secondo il leader degli ambientalisti, la Regione può fare molto, in vista delle Olimpiadi nei confronti delle Dolomiti patrimonio naturale dell'Unesco.«Rifinanziare da subito la Fondazione per rafforzarla in personale e progettualità. E ancora, iniziare, da subito, ad attuare il piano di gestione Dolomiti 2040 con interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, con la chiusura al traffico privato dei passi dolomitici, bloccando i tir del traffico pesante deviato sulle strade regionali e statali; e poi una immediata legge di regolamentazione severa dell'eliturismo sul modello, o meglio, di Trento e Bolzano, il divieto assoluto di manifestazioni motoristiche in quota. Solo partendo da queste proposte e rendendole concrete le Olimpiadi possono trovare un vestito green e sostenibile».Quanto poi alla manifestazione di domenica, Casanova si rivolge ancora una volta al presidente Zaia: «E' rimasto stupito perché l'abbiamo organizzata anzitempo, senza conoscere i progetti? Bene, renda le progettualità delle strutture olimpioniche e della viabilità trasparenti e le sottoponga, tutte, in un disegno unitario assieme a Lombardia, Trentino e Alto Adige, a procedura di Vas. Solo con questi passaggi», conclude Casanova, « noi ambientalisti potremo avviare un percorso di confronto con gli amministratori veneti e nazionali». --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

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