Analisi e sviluppo aspetti condizioni socio-sanitarie di Italia, Romania, Peru, Kenya

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CLASSE 1^A ST

A AN NA ALLIIS SII E ES SV VIILLU UP PP PO OD DII A ALLC CU UN NII A AS SP PE ET TT TII D DE ELLLLE E C CO ON ND DIIZ ZIIO ON NII S SO OC CIIO O--S SA AN NIIT TA AR RIIE ED DE EII S SE EG GU UE EN NT TII P PA AE ES SII IIT TA ALLIIA A R OM MA AN NIIA A RO P PE ER RU U’’ K EN NY YA A KE

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INDICE DI SVILUPPO UMANO (ISU)..................................................... 3 CONFRONTO E DATI ................................................................................... 3 CONDIZIONI SANITARIE...................................................................... 4 ITALIA .................................................................................................. 4 ROMANIA............................................................................................... 4 PERÙ ................................................................................................... 5 KENYA .................................................................................................. 5 MORTALITA’ INFANTILE ....................................................................... 6 ITALIA .................................................................................................. 6 ROMANIA............................................................................................... 6 PERÙ ................................................................................................... 6 KENYA .................................................................................................. 6 DIFFUSIONE DELL’AIDS ....................................................................... 7 ITALIA .................................................................................................. 7 ROMANIA............................................................................................... 7 PERÙ ................................................................................................... 8 KENYA .................................................................................................. 8 ACCESSO ALL’ACQUA............................................................................ 9 ITALIA .................................................................................................. 9 ROMANIA............................................................................................... 9 PERÙ ..................................................................................................10 KENYA .................................................................................................10

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INDICE DI SVILUPPO UMANO (ISU) L’ISU è un indicatore molto efficace dal punto di vista didattico e divulgativo sia per la facilità di lettura sia per l’immediatezza del messaggio che trasmette. È divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un Paese ed è usato per dividere gli stati in sviluppati, in via di sviluppo o sotto-sviluppati. Attraverso il confronto dell’indice dei vari anni, è possibile capire se una certa politica economica di una data nazione è riuscita a migliorare la qualità della vita del Paese.

L'Indice di Sviluppo Umano (ISU) misura l'insieme dei risultati raggiunti in un paese in riferimento a tre dimensioni fondamentali della nostra esistenza: l'aspettativa di vita, il livello di istruzione e il reddito procapite. La scala dell’indice è in millesimi decrescente da 1 a 0.

CONFRONTO E DATI La lista di paesi (182) per l’indice di sviluppo umano estrapolata dal “Rapporto sullo sviluppo umano del 2009” compilato dall’ONU riporta i seguenti dati: -

Italia Romania Perù Kenya

I simboli “

-

indice indice indice indice

0,951 0,837 0,806 0,541

-

18° posto 63° posto 78° posto 147° posto

” indicano l’incremento/decremento rispetto all’anno precedente.

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CONDIZIONI SANITARIE

La valutazione dello stato sanitario di un paese si basa sull'utilizzo combinato di alcuni indicatori: possibilità di accesso ad adeguate strutture sanitarie, accesso all'acqua, medicine essenziali, vaccinazioni e terapie contro le malattie endemiche, numero di medici, spesa pubblica e privata per la sanità.

ITALIA Il Servizio Sanitario Nazionale italiano è un sistema pubblico di carattere universalistico che garantisce l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali, derivanti dai ticket sanitari (cioè delle quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e dalle prestazioni a pagamento. Attraverso di esso viene data attuazione all'art. 32 della Costituzione italiana che sancisce il diritto alla salute di tutti gli individui. Secondo una ricerca dell'OMS, risalente al 2007, l'Italia ha il secondo sistema sanitario migliore del mondo in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini, dopo la Francia. Tuttavia, gran parte della popolazione italiana è poco soddisfatta del sistema sanitario a causa soprattutto di lunghe liste d'attesa ed inefficienza del servizio.

ROMANIA La Romania è in una situazione negativa per ciò che riguarda il servizio medico, con una distribuzione regionale delle strutture insoddisfacente, in cui le aree rurali e le comunità più povere che vivono ai margini della società risultano le più svantaggiate. Sono all’ordine del giorno episodi di mala-sanità anche se si continuano a spendere soldi pubblici per mantenere un sistema molto più malato del più malato dei pazienti, e soprattutto non si vede nessuna possibilità di trovare una soluzione.

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I dati che seguono presentano alcuni aspetti delle condizioni sanitarie della Romania: - Vaccinazioni EPI finanziate dal Governo: 100% - Tasso diffusione HIV (stima) : 0,10% - Diffusione contraccettivi: 70% - Diffusione assistenza prenatale: 94% - Assistenza specializzata al parto: 99% - Accesso impianti igienici adeguati (% totale): 57

PERÙ Fonti del settore affermano che la natura discriminatoria dei servizi sanitari in Perù lascia morire ogni anno centinaia di persone che non dispongono di denaro per potersi pagare le necessarie cure mediche. L'organizzazione per i diritti umani denuncia che nonostante il governo abbia sviluppato un sistema di servizi sanitari gratuiti per le comunità emarginate, difficilmente questi sono in grado di soddisfare le esigenze dei più poveri. I dati che seguono presentano alcuni aspetti delle condizioni sanitarie del Perù: - Vaccinazioni EPI finanziate dal Governo: 96% - Tasso diffusione HIV (stima) : 0,60% - Diffusione contraccettivi: 71% - Diffusione assistenza prenatale: 92% - Assistenza specializzata al parto: 73% - Accesso impianti igienici adeguati (% totale): 83

KENYA La mancanza di strutture sanitarie costituisce il problema principale anche se la situazione è in fase di miglioramento. I costi delle cure e degli interventi sono comunque altissimi e difficilmente gli strati sociali più deboli possono accedervi. Tutto ciò contribuisce al diffondersi di epidemie, come ad esempio il colera, che continua a costituire una delle principali cause di morte I dati che seguono presentano alcuni aspetti delle condizioni sanitarie del Kenya: - Vaccinazioni EPI finanziate dal Governo: 80% - Tasso diffusione HIV (stima) : 6,10% - Diffusione contraccettivi: 39% - Diffusione assistenza prenatale: 88% - Assistenza specializzata al parto: 42% - Accesso impianti igienici adeguati (% totale): 61

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MORTALITA’ INFANTILE

Rapporto tra il numero dei bambini morti entro il primo anno di vita e il numero dei bambini nati vivi nel primo anno di vita (x 1000)

ITALIA totale: 5,61 morti/1.000 feti nati vivi; maschi: 6,19 morti/1.000 feti nati vivi; femmine: 5 morti/1.000 feti nati vivi. ROMANIA totale: 23,73 morti/1.000 feti nati vivi; maschi: 26,81 morti/1.000 feti nati vivi; femmine: 20,46 morti/1.000 feti nati vivi. PERĂ™ totale: 29,53 morti/1.000 feti nati vivi; maschi: 32,02 morti/1.000 feti nati vivi; femmine: 26,93 morti/1.000 feti nati vivi. KENYA totale: 56,01 morti/1.000 feti nati vivi; maschi: 58,95 morti/1.000 feti nati vivi; femmine: 53,02 morti/1.000 feti nati vivi.

Questi dati sono da considerarsi la conseguenza delle condizioni socio-sanitarie precedentemente analizzate.

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DIFFUSIONE DELL’AIDS

Stima della percentuale di individui compresi tra i 15 e i 49 anni malati di HIV, in un dato periodo di tempo. Viene calcolato dividendo il numero stimato di individui tra i 15 e i 49 anni malati in un dato periodo e il totale della popolazione tra i 15 e 49 anni nello stesso periodo.

ITALIA In Italia, secondo le stime del Centro Operativo AIDS (COA) del Ministero della Salute, sono circa 60.500 i casi di malattia verificatisi dall'inizio dell'epidemia a tutto il 2008. Il totale dei decessi è di circa 39.000. Risultano in diminuzione l'incidenza della malattia e la mortalità: dai 5653 casi di malattia conclamata del 1995 (anno in cui si è verificato il picco dell'epidemia) si è passati ai circa 1300 casi del 2008. Questa diminuzione è probabilmente dovuta all'efficacia delle terapie adottate. Sono sempre più numerose, però, le persone che scoprono di essere sieropositive solo al momento della diagnosi di AIDS: se nel 1996 costituivano il 21%, nel 2008 tale percentuale è salita al 60%.

ROMANIA Fonti ufficiali, risalenti al 2008, dichiarano che la Romania è il paese con il numero più alto di pazienti affetti da AIDS nell'Europa Sud Orientale. All'inizio degli anni novanta si scoprì che oltre il 50% dei bambini sieropositivi europei vivevano in Romania. Secondo una statistica pubblicata dalla Commissione per la prevenzione dell'AIDS di Bucarest, il 31 dicembre 2007 erano registrati 9825 malati di AIDS dei quali 7263 bambini ed adolescenti. Ora si parla di oltre 11.000 persone colpite.

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In seguito ad indagini effettuate sul territorio risulta che la maggior parte di coloro che sono affetti dal virus, hanno contratto l'infezione alla fine degli anni ottanta attraverso trasfusioni di sangue eseguite negli ospedali della Repubblica Socialista di Romania.

PERÙ In Perù il virus dell’ AIDS colpisce principalmente la popolazione più giovane e povera dell’area urbana di Lima, dove si sommano all'incirca l'80% dei casi rilevati nel paese. Attualmente ciò che preoccupa di più è l’aumento dell’incidenza della malattia fra le giovani donne in età fertile. Se nel 1990 il rapporto tra uomo e donna era di 10 uomini infettati per ogni donna, oggi il rapporto è di tre a uno. Imprescindibile risulta quindi un intervento orientato a ridurre il rischio di trasmissione verticale della malattia da mamma a bimbo durante il parto.

KENYA Secondo un recente studio pubblicato sul “Kenya Aids Indicator Survey” (KAIS), la percentuale delle persone che hanno contratto il virus è aumentata dell’8% mostrando un trend in crescita rispetto al 5,1% registrato precedentemente dal governo. Queste nuove statistiche, costate ben 6 milioni di dollari, sono state a lungo discusse tra i funzionari di governo, i quali si opponevano alla loro pubblicazione, impedendo così di adottare le adeguate contromisure a questo terribile fenomeno, che sempre di più colpisce le donne in età fertile.

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ACCESSO ALL’ACQUA

Percentuale della popolazione urbana che ha libero accesso a fonti di acqua pulita in un dato periodo di tempo.

ITALIA Nonostante l’Italia sia un Paese altamente sviluppato, un rapporto pubblicato dall’Osservatorio della Salute rivela che l’acqua potabile in Italia è sufficiente solo per 2/3 della popolazione. L’emergenza colpisce soprattutto le regioni del Sud, nella cui acqua viene rilevato un alto inquinamento chimico e microbiologico. Dalla lettura del rapporto non emergono comunque elementi per un grave rischio epidemiologico, ma si evince la necessità di migliorare il sistema idrico nazionale. Non sono stati rilevati dati UNICEF in merito.

ROMANIA Le risorse idriche della Romania sono principalmente fornite dai fiumi, che soddisfano l'89% della domanda attuale (48% dal Danubio e il 41% dai fiumi interni), e dalle sorgenti sotterranee, che rappresentano circa il 4%. Nonostante questa abbondanza di risorse, l'acqua potabile inquinata rimane una delle questioni ambientali più urgenti che Bucarest deve affrontare: il governo ha assicurato che entro il 2015 ridurrà alla metà il numero delle persone che non hanno accesso all'acqua potabile sicura. Di seguito sono riportati i dati UNICEF in merito: - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% urbana): 91; - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% rurale): 16; - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% totale): non rilevato.

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PERÙ Uno dei principali problemi del Perù, legato allo sfruttamento delle risorse idriche, riguarda il perdurare di abitudini riferite all’uso e consumo di acqua da parte delle famiglie indigene, che non fanno i conti con le deteriorate condizioni di qualità dell’acqua. Perciò la diffusione di malattie infettive, la persistenza della malaria e l’assenza di misure preventive sono fattori che incidono fortemente sulle condizioni di vita della popolazione, in primis, quella di bambini e neonati. Pertanto si intende lavorare sia sulla soluzione concreta del problema “approvvigionamento idrico con acqua sotterranea” mediante i pozzi, sia con un intenso lavoro di sensibilizzazione (campagne) e formazione (corsi a vario livello), per modificare le abitudini comportamentali legate alla risorsa idrica. Di seguito sono riportati i dati UNICEF in merito: - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% urbana): 89; - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% rurale): 65; - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% totale): 63.

KENYA Le fonti d'acqua, compresi fiumi, dighe e pozzi aperti, sono contaminate e quindi non utilizzabili. Il Paese è soggetto a ricorrenti siccità che provocano la distruzione dei raccolti, la decimazione dei capi di bestiame e quindi la malnutrizione e spesso la morte di migliaia di persone. Le numerose opere di depurazione dei flussi d’acqua hanno permesso alla popolazione del Kenya di accedere a questa importantissima fonte, indispensabile per la vita, secondo i dati UNICEF di seguito riportati: - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% urbana): 83; - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% rurale): 46; - accesso fonti migliorate di acqua potabile (% totale): 43.

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