presenta
obiettivotre
TERZO OBIETTIVO DI SVILUPPO DEL MILLENNIO Promuovere la parità tra uomo e donna
Facciamo la differenza 왘
magari leggendo tra le righe dell’articolo si tando la presenza delle donne nel lavoro, si le donne. Lo diceva tempo fa mio fi- cerca un ipotetico flirt che avrebbe giustifi- accrescerebbe il Pil procapite italiano di un glio che oggi ha otto anni. E pensare cato l’ira e la gelosia del femminicida; punto all’anno. Il tasso d’occupazione delle che non gli ho mai dato adito di pensare che quando dietro a tragedie di questo genere italiane è al 48 per cento, tra i più bassi della mamma fosse debole, neanche fisica- bisognerebbe andare a guardare le difficoltà l’Ocse, nonostante siano in media più istruimente. Eppure questo modo di pensare, insite nella coppia o nella famiglia, biso- te: il 70 per cento infatti ha un titolo di stuquesta mentalità era insita nei suoi pensieri. gnerebbe sostenere la rete di vicinanza... ma dio secondario, contro il 60 dei maschi. Essere donna, libera, poter fare la mamquesta è un’altra storia. Il maschio è più forte fisicaE se di differenze vogliamo ma e la lavoratrice è un sacrosanto diritto di mente, ha più soldi, lavora Il rapporto Ocse parlare, come è giusto, andia- tutte le persone e a rivendicarlo dovrebbero per la famiglia. La femmina lavora molto, è vero, ma tutto ri- “Closing the gender gap” mo a scoprire le differenze essere uomini e donne senza distinzione. A mane nel silenzio e comunque dice che aumentando “naturali” e quelle “del fare”. sancirlo è anche la costituzione italiana, dodi fatto è più debole e piange. la presenza delle donne Perché certo una donna può di- ve si parla di medesimo trattamento per uoÈ da qui che vuole partire la al lavoro, il Pil procapite ventare mamma e l’uomo no, mini e donne, in particolare nel mondo del così come una donna può esse- lavoro, pari dignità sociale e uguaglianza mia riflessione di mamma, italiano crescerebbe re più portata a fare un deter- davanti alla legge per tutti i cittadini, uguadonna e giornalista sulla parità di un punto all’anno minato lavoro piuttosto che un glianza morale e giuridica dei coniugi altra uomo e donna, parità effetaltro. Eppure anche nel mondo l’interno del matrimonio (art. 29), parità di tiva a partire dalla vita di tutti i del lavoro le differenze sono fatte a partire accesso agli uffici pubblici e alle cariche giorni. E allora se cominciano a essere molte le dal genere. Non sono pochi i datori di lavo- elettive in condizioni di eguaglianza (art. 51) che viene poi modificato voci e le iniziative anche a Padova a favore ro che, soprattutto in questo nel 2002 con l’adozione di apdella parità di genere, se addirittura esiste momento di crisi, scelgono un una consigliera di parità a livello regionale uomo piuttosto che una donna Da una ricerca della Kelly positi provvedimenti finalizzati e l’università patavina ha istituto un forum proprio per il fatto che “malau- service, multinazionale all’attuazione delle pari oppordi ateneo per le politiche e gli studi di gene- guratamente” la stessa può di- americana, è emerso che tunità fra uomini e donne nella re, dall’altra parte ai convegni è difficile ventare mamma e creare “disa- la produttività aziendale rappresentanza. Uno di questi è trovare una donna tra i relatori soprattutto gi” e ricadute economiche sul- cresce del 20 per cento la doppia preferenza affidata agli elettori alle prossime elese si parla di economia. E non mancano oc- l’azienda. Peccato che proprio grazie alle mamme zioni amministrative, ossia la casioni di sentire chiamare dottore un uomo guardando ai dati emerga che che lavorano facoltà di esprimere due prefeche magari una laurea non ce l’ha e chiama- le donne-mamme abbiano una renze ma di sesso diverso alre signora una donna con laurea e master. maggiore produttività in ambiEppure la colpa, se di colpa possiamo parla- to lavorativo. Da una ricerca della multina- l’interno della stessa lista, pena l’annullare, dobbiamo imputarla anche ai mass me- zionale americana specializzata in risorse mento della seconda preferenza. Piccoli segnali di risveglio delle codia che dovrebbero anche in questo aiutare umane Kelly services è emerso che la produttività aziendale cresce del 20 per cento scienze, come lo è la notizia dei sette minia formare le coscienze delle persone. Proprio nei fatti di cronaca, quelli alla grazie all’apporto delle mamme che lavora- stri donna tra i 21 nominati dal presidente ribalta dell’opinione pubblica, quelli relativi no in azienda. Eppure in Italia dopo la ma- del consiglio Letta; così come lo è la nascita al femminicidio, anche la stampa pecca ternità una su quattro lascia il lavoro perché anche nella nostra regione di una legge conperché magari in prima pagina c’è una foto non ha servizi di sostegno a sufficienza. E tro la violenza sulle donne che mette in rete della bellissima di turno che viene ammaz- pensare che lo stesso Ocse nel rapporto le strutture di supporto. zata dal fidanzato o marito geloso, perché “Closing the gender gap” dice che aumen왘 Micaela Faggiani giornalista
왘 Il terzo obiettivo
3il 2015,Garantire, non solo entro il diritto alla differenza
Mamma, gli uomini sono più forti del-
왘 Nelle scuole
5gli studenti La parità di genere secondo di Padova e provincia
왘 Campagna fotografica
8sullaDueparitàscattitraperuomodireeladonna propria
II
왘 WorldSocialAgenda
왘 fare cultura Opera di Sabrina Bruzzo, 4E del liceo artistico Modigliani.
LA DIFESA DEL POPOLO 19 MAGGIO 2013
UNA BATTAGLIA CULTURALE Interviene Milvia Boselli della commissione pari opportunità del comune di Padova
Per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità
왘
Nonostante il lungo cam-
mino delle donne per una piena cittadinanza politica, economica e sociale e le molte conquiste del passato, rimangono ancora diffusi e radicati nella nostra società discriminazioni e stereotipi di genere. Stereotipi che costringono l’immagine delle donne in modelli segreganti, basti pensare a quello, insistentemente proposto dai media, di giovani donne che puntano per affermarsi sull’avvenenza fisica e non sulla competenza, sull’abilità, sul talento. Stereotipi che tendono a persistere e a essere trasmessi da una generazione all’altra e che non appartengono alla realtà, al
valore dello studio, della fatica, del lavoro delle donne. Le donne italiane sono ancora fortemente sottorappresentate nel lavoro, nelle posizioni di vertice, nei luoghi delle decisioni. Pur raggiungendo livelli di istruzione più elevati rispetto ai maschi, esistono ancora, nel nostro sistema educativo, segregazioni formative per cui, in mancanza di un orientamento adeguato, le ragazze scelgono in prevalenza percorsi di studio che ricalcano i ruoli tradizionali (indirizzi socio-pedagogici, artistici, molto meno quelli scientifici). Discriminazioni di genere che agiscono fortemente anche nel mondo della politica, quello in cui la disparità è forse più clamorosa e resistente. Il termine “soffitto di cristallo” ben riflette il rapporto tra le donne e le istituzioni. Un soffitto che permette alle donne di vedere i luoghi delle decisioni, ma non di farne parte. Tra le cause principali di questa sottorappresentazione politica delle donne si possono individuare i sistemi elettorali, la scarsa presenza delle donne negli organismi dirigenti dei partiti, i tempi e le forme della politica organizzati su modelli maschili, che rendono difficile
per le donne conciliare partecipazione politica, lavoro, oneri familiari e lavoro di cura. La partecipazione paritaria delle donne nei processi decisionali è una questione di giustizia e democrazia, ma, soprattutto, una condizione indispensabile perché il punto di vista delle donne sia assunto in ogni scelta politica, in ogni programmazione, in ogni azione di governo locale e nazionale. È necessario, quindi, che la differenza di genere sia assunta in termini di differente progettualità politica, presupposto dal quale partire per costruire pari opportunità. Questo significa mettere al centro delle politiche la reale condizione di vita degli uomini
e delle donne che sono esperienze tra loro diverse. Significa educare alle differenze di genere, all’uguaglianza dei diritti e delle opportunità, al riconoscimento del valore dell’altro e dell’altra, valorizzare i saperi, le abilità, i talenti, la libertà delle donne e degli uomini, cancellare ogni forma di discriminazione tra uomini e donne. Una grande battaglia culturale, a partire dalle scuole, per costruire un paese solidale, accogliente, aperto, che consideri le diversità come valore, ricchezza, opportunità per tutte e tutti. 왘 Milvia Boselli commissione pari opportunità del comune di Padova
Nella foto, qui sopra Milvia Boselli che ha posato per la campagna “Facciamo la differenza”; in basso, don Gabriele Pipinato, presidente di Fondazione Fontana, insieme alla danzatrice e pittrice Simona Atzori.
WSA 2013-2013 Numerosi i soggetti coinvolti FONDAZIONE FONTANA Nata nel 1998, persegue finalità di solidarietà sociale
Grazie soprattutto a zagazze, ragazzi e insegnanti
2012-2013 왘 L’edizione della World Social Agenda (Wsa) è stata possibile grazie a numerose collaborazioni, secondo le indicazioni dello statuto della Fondazione Fontana onlus, in cui si stabilisce che ogni attività sia realizzata in rete. La Wsa è coordinata da Francesca Benciolini e Lucia Gennaro, che hanno anche curato questo inserto insieme a Martina Secchi. Quest’anno hanno collaborato anche Sara Bin e Nadia Tempesta nella realizzazione del progetto. Questa edizione della Wsa è stata sostenuta dal comune di Padova, in particolare dalla Commissione pari opportunità e dall’Assessorato alle politiche giovanili, dai comuni di Limena, Cadoneghe e Rubano, dalla regione Veneto, dall’Ufficio scolastico territoriale di Padova. Per i percorsi nelle scuole si ringraziano: associazione Amici dei popoli; Caritas diocesana di Padova; cooperativa ConTatto Cemea Veneto; cooperativa Fare Il Mappamondo; Giulio Mozzi; Marta Bettuolo, Stefano Eros Macchi, Andrea Righi (Teatro de
Linutile); Daniela Boresi; Yurji Pevere (Elis); Marco Zuin (Videozuma); Anna Berton; Luca Ferraris (Punto video Toselli-Progetto giovani di Padova); Gathoni Njenga (Saint Martin Csa, Kenya). Per la formazione ringraziamo Maria Letizia Tanturri, Eva Boev, Elena Sisti, Alisa del Re. Un ringraziamento va a Milvia Boselli, Michela Piva, Michele Frasson, Matteo Dittadi, la signora Luisa dell’istituto Ruzza per la preziosa collaborazione; a Filippo Tognazzo, Giorgio Gobbo e tutti coloro che hanno reso possibile lo spettacolo Malamore. Per ultimo ma non meno importante, un grazie speciale a Luca Ramigni, Massimo Nacchi, Pierino Martinelli, Marica Bruno della Fondazione Fontana onlus di Padova e allo staff dell’ufficio di Trento per il loro lavoro (anche) nell’ambito della Wsa. Un ringraziamento particolare a bambine/i, ragazze/i, insegnanti di tutte le scuole che “hanno fatto la differenza”, partecipando con entusiasmo al progetto. 왘 Lucia Gennaro
Il punto di partenza è la comunità
왘Fondazione Fontana onlus nasce nel gennaio del 1998 per perseguire finalità di solidarietà sociale. Opera a servizio della crescita globale della donna e dell’uomo, con un approccio dal basso che parte dalla comunità. Crediamo in un mondo più giusto e solidale, dove ogni persona possa contribuire a un futuro di dignità e libertà per tutti nell’uguaglianza, nel dialogo e nella pace. Operiamo attraverso il coinvolgimento della comunità sin dall’ideazione dei progetti con l’obiettivo di valorizzare
le risorse del territorio e la promozione di reti e collaborazioni tra diversi attori locali. Dal 1998, siamo in Trentino e nel Veneto e realizziamo progetti di pace, cooperazione, solidarietà internazionale ed educazione alla mondialità. Sosteniamo progetti di solidarietà internazionale basati sulla comunità in Kenya, Ecuador, Bosnia e Israele. Investiamo per statuto un terzo del patrimonio in programmi di microcredito presso associazioni terze. Gli ambiti operativi sono: ◆ cooperazione internazionale at-
traverso il sostegno ai progetti in Kenya, Ecuador, Bosnia e il coinvolgimento strategico dei partner; ◆ educazione in Italia sviluppata nelle tre dimensioni dell’educazione allo sviluppo, della didattica e della formazione con i progetti World Social Agenda, Atlante e Partecipazione e territori; ◆ informazione con il portale Unimondo: www.unimondo.org ◆ microcredito e microfinanza accompagnando l’impiego del capitale in istituzioni di microfinanza con il diretto coinvolgimento dei beneficiari.
FondazioneFontana 왗
LA DIFESA DEL POPOLO 19 MAGGIO 2013
III
OBIETTIVI DEL MILLENNIO La realizzazione, prevista entro il 2015, è lontana
Una nuova rotta per l’umanità
왘
왘 gli obiettivi
All’alba del terzo millennio,
durante la 50a sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 2000, i 189 stati membri sottoscrissero un documento di indirizzo, denominato Dichiarazione del millennio. Estremamente interessante il piano ideale riconosciuto nella dichiarazione. Libertà, uguaglianza, solidarietà, tolleranza, sviluppo sostenibile e responsabilità multilaterale furono considerati dall’assemblea i valori essenziali della comunità mondiale del terzo millennio, che dunque si impegnò a tradurli in azioni politiche concrete entro la data limite del 2015. Furono delineate 8 linee, ossia gli ormai noti 8 Obiettivi di sviluppo del millennio, per dare un equilibrio sostenibile alla libertà, all’economia, allo sviluppo di ciascun paese del mondo. L’ambiziosa nuova rotta per l’umanità allora definita, evidenziava la necessità che gli stati collabo-
LEGISLAZIONE Internazionale
E i passi italiani 1949 convenzione Onu per la soppressione del traffico delle persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui; 1951 convenzione Ilo sull’eguale remunerazione fra mano d’opera maschile e femminile per un lavoro di valore uguale; 1952 convenzione Ilo sulla protezione della maternità; convenzione sui diritti politici delle donne; 1958 convenzione Onu sulla discriminazione in materia di impiego; 1962 convenzione sul consenso al matrimonio, l’età minima e la registrazione dei matrimoni; 1960 eliminazione dai contratti collettivi nazionali di lavoro delle tabelle remunerative differenti per uomini e donne; 1963 cancellazione del diritto del marito a picchiare la moglie che commetteva errore; approvazione della legge che vieta il licenziamento delle lavoratrici a causa del matrimonio; 1968 l’adulterio non è più considerato reato; 1970 legge sul divorzio; 1971 divieto di licenziamento delle madri nel periodo di gestazione e fino al primo anno del bambino; legalizzazione della pillola anticoncezionale; 1975 nuovo diritto di famiglia che stabilisce la parità tra i coniugi; 1977 legge sulla parità tra uomini e donne sul lavoro; 1978 legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza; 1979 convenzione Onu sull’eliminazione delle discriminazione nei confronti della donna; 1981 abolizione del delitto d’onore; 1984 nasce la commissione per le pari opportunità; 1989 proposta di riconoscimento delle coppie di fatto; 1996 riconoscimento della violenza sessuale come reato contro la persona e non più contro la morale; 2003 protocollo aggiuntivo alla Carta africana sui diritti dell’uomo e dei popoli, sui diritti delle donne; 2005 convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani.
rino per estendere i vantaggi dello sviluppo così come della tutela dei diritti umani all’insieme dei loro cittadini. Senza questo sforzo comune, miliardi di persone rimarrebbero in condizioni di povertà estrema, privi delle forme di tutela della loro dignità e probabilmente esposti al rischio di una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali (8° obiettivo: potenziare le alleanze globali per lo sviluppo). Ancora più evidente è il dovere di preservare le risorse naturali, in modo da non lasciare alle future generazioni una terra in buona parte inabitabile o non in grado di sostenere la vita dell’uomo (7° obiettivo: assicurare la sostenibilità ambientale). A tali impegni si affianca un piano globale volto a combattere la diffusione e a curare gravi malattie infettive, quali l’Hiv/Aids, la tubercolosi e la malaria (6° obiettivo). La salute, intesa non solo come semplice assenza di malattia ma come benessere dell’individuo in senso ampio, si ottiene proprio attraverso un potenziamento dei sistemi sanitari locali e la creazione di una rete di assistenza e cooperazione globale. Essi si rivolgono soprattutto alle gestanti e ai bambini, nel tentativo di ridurre sostanzialmente le morti delle mamme e dei loro figli nei primi anni di vita (5° obiettivo: migliorare la salute materna; 4° obiettivo: ridurre la mortalità infantile). Il patto
multilaterale si rivolge anche alla 2015, la loro piena realizzazione promozione dell’uguaglianza uo- appare ancora lontana. Nonostante mo-donna, dando a quest’ultima si segnalino alcuni significativi proanaloghi diritti e doveri. Un ruolo gressi nell’ambito della scolarizzache la donna può ottenere attraverso zione e dei piani di vaccinazione, un pari accesso all’educazione, al così come miglioramenti sensibili mondo lavorativo e alle strutture nella riduzione del numero di perpolitiche, senza alcuna preclusione sone che vivono con meno di un (3° obiettivo: promuovere l’egua- dollaro al giorno, la discontinuità glianza di genere e l’empowerment nell’attuazione degli impegni e la delle donne). Proprio la garanzia di mancanza di politiche internazionauna educazione primaria universale li adeguate mettono a rischio il rag(2° obiettivo), in particolare per le giungimento degli 8 Obiettivi in bambine alle quali spesso è negata molte aree del pianeta. La ragione non sta tanto nelalcuna forma di l’irrealizzabilità istruzione, costidegli Obiettivi tuisce uno dei ma nella manprincipali tracanza di un’effetguardi della Ditiva volontà polichiarazione del tica. millennio che soEcco perché no stati già ragsi fa ancora più giunti. Ben più pressante l’esiambizioso l’imgenza che enti pegno planetario locali, associaa dimezzare la zioni della sociepercentuale di tà civile e singoli persone che viOpera di Alessandro Crivellaro, cittadini di paesi vono in condi4E del liceo artistico Modigliani. di tutto il mondo zioni di povertà estrema e che soffrono la fame (1° esercitino profonde pressioni sui propri governanti, affinché tengano obiettivo). È evidente che l’avvio di tale conto degli impegni presi nel vertiprogramma sottende un vero e pro- ce del millennio. La voce e l’appelprio patto globale tra paesi del Nord lo di ciascun cittadino è vitale per il e del Sud del pianeta, uniti nel desi- raggiungimento degli 8 Obiettivi di derio di costruire un mondo miglio- sviluppo del millennio. re. Purtroppo, a meno di tre anni dal 왘 Miriam Rossi
TERZO OBIETTIVO Promuovere la parità tra uomo e donna: una riflessione critica
Garantire il diritto alla differenza
terzo Obiettivo di sviluppo del 왘 Ilmillennio mira al raggiungimento dell’uguaglianza e della parità tra uomini e donne sollevando una questione di difficile trattazione che va oltre i confini geografici, le frontiere culturali e religiose, le appartenenze identitarie e gli stati sociali. Il suo perseguimento si inerpica in sentieri scomodi, talvolta imbarazzanti perché la posta in gioco presuppone il rovesciamento di una logica sedimentata di dominio del pensiero maschile su quello femminile che regge sistemi sociali e relazioni su scala globale. La proposta della World Social Agenda per l’anno scolastico in corso – centrata sul terzo obiettivo – ha voluto cogliere l’idea lanciata dall’Onu sulla parità, per focalizzare però sul concetto di differenza di genere ritenuto più idoneo a rappresentare la complessità della problematica in questione. Secondo chi scrive, dietro i concetti di uguaglianza e di parità si possono celare dei rischi. Uno di questi è legato al presupposto che se donne e uomini fossero uguali, non sarebbe necessario insistere sul riconoscimento delle differenze. È nostra
convinzione, invece, che donne e uomini non siano uguali, che “donna” sia un genere, come “uomo”. Inoltre, si rischierebbe di sminuire le violenze, le ingiustizie e le discriminazioni. Un altro rischio è che la donna, nel rivendicare l’uguaglianza con l’uomo, raddoppi la propria esclusione dalla società e dalla cultura al prezzo di conformarsi a norme e a valori che non le sono propri. Luce Irigaray, filosofa, psicoanalista e linguista di origine belga, ci ricorda che In tutto il mondo siamo sempre in due (Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano, 2006). Anche Marina Terragni, giornalista italiana, in un libro provocatorio La scomparsa delle donne. Maschile, femminile e altre cose del genere (Mondadori, 2007), afferma che la differenza femminile è sul punto di estinguersi. «[...] Non c’è quasi più nessuna che voglia prendersi la briga di essere una donna. Tutte veri uomini senza nemmeno avere saputo come sarebbe stato essere “vere donne”. È il più imponente tra tutti i fenomeni della globalizzazione, la definitiva riduzione del due all’uno, all’unico conveniente tra i due sessi».
La scomparsa della differenza comporterebbe una perdita di umanità, dell’Altro qualunque sia il suo genere. È compito di ogni donna e di ogni uomo riconoscere, onorare la propria differenza per stare nel tempo del due e non dell’uno. La ricerca della parità acquista invece maggiore significato se letta nell’ottica di un accesso egualitario ai diritti fondamentali: istruzione, partecipazione alla vita economica e politica e a ogni altra opportunità di sviluppo. Con essi, anche il diritto alla differenza diventa un presupposto per il riconoscimento dell’unicità di ciascuna e di ciascuno che si esprime attraverso nuove regole condivise e la costruzione di una cornice politica e istituzionale in grado di favorire questo cambiamento. Riprendendo ancora Marina Terragni, viene da pensare che «forse è venuto il momento di diventare grandi. Forse questo è il prezzo da pagare, per levarci da questo pantano di infelicità: crescere e imparare tutti, donne e uomini, a convivere con il differente, accettando che l’altro non sia solo una nostra immagine deformata, ma
Loghi degli Obiettivi di sviluppo del millennio rielaborati da Matteo Dittadi per Fondazione Fontana.
una possibilità di essere che è fuori di noi, che non capiremo mai del tutto e non potremmo mai possedere [...]. È ora che l’infanzia del genere umano finisca, che diventiamo tutti adulti e che smettiamo di voler ridurre tutto a uno, che facciamo diventare adulto il mondo, che ne facciamo finalmente un mondo del due. È il terzo atto, il tempo delle nozze, l’ora di ammirarci senza possederci. E di desiderarci nella nostra differenza» (pp 17-18). Prima iniziamo, donne e uomini insieme, prima impariamo a “fare la differenza”, prima potremmo auspicare un recupero di «virtù sociali che dovrebbero essere semplicemente umane: l’attenzione e la sensibilità verso il prossimo, l’empatia e la capacità di identificarsi nell’altro, saper ascoltare, consolare, accudire, curare», come ci ricorda Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice, in Ancora dalla parte della bambine (Feltrinelli, 2007). 왘 Sara Bin
IV
왘 WorldSocialAgenda
LA DIFESA DEL POPOLO 19 MAGGIO 2013
PROGETTO WSA Le attività nelle primarie e secondarie di primo e secondo grado FORMAZIONE INSEGNANTI Tre appuntamenti
Confronto su come fare la differenza
왘 progetto Wsa
왘
Il terzo Obiettivo di
sviluppo del millennio – promuovere la parità tra uomo e donna – a cui è stata dedicata l’edizione di quest’anno della Wsa, ha rappresentato sicuramente una sfida: si tratta di un obiettivo che affronta un tema astratto, che non si raggiunge esclusivamente adottando soluzioni pratiche ma attraverso un lento e difficile cambiamento culturale. La parità di genere è un tema che impegna tutti noi in un lavoro sui nostri stessi pregiudizi, su schemi mentali e su orientamenti culturali che sono profondamente perva-
Il Terzo Obiettivo di Sviluppo del Millennio
FACCIAMO LA DIFFERENZA!
sivi e radicati. Per questo lavorare nel mondo della scuola, con studenti, studentesse e insegnanti è stato ancora più difficile e allo stesso tempo stimolante rispetto alle altre edizioni: la scuola, come istituzione deputata alla formazione delle persone, diventa il luogo privilegiato in cui agire su questi temi. I docenti hanno risposto in maniera estremamente positiva e diversificata: molti hanno lavorato nelle loro discipline con un’attenzione particolare alle figure femminili – per esempio nella storia e nella letteratura; altri hanno considerato la parità di genere non tanto come un argomento a sé stante, ma come un tema che dovrebbe coinvolgere l’insegnamento in maniera trasversale a tutte le materie; vi è stato un grande impegno ad assumere un linguaggio più sensibile alle sfumature di genere, e a riflettere con i ragazzi e le ragazze sulle loro scelte scolastiche, che ancora oggi sono molto orientate rispetto all’essere “maschio” o “femmina”. Per portare il terzo obiettivo nella scuola si è scelto
왘
Promuovere la parità tra uomo e donna 왘
Dossier informativo per insegnanti e studenti a cura di Sara Bin (Fondazione Fontana Onlus)
Dossier Obiettivo 3 Il terzo obiettivo secondo l’ONU Anno 2012: stato dell’arte dell’obiettivo
왘
Genesi della questione di genere
왘
Il Terzo Obiettivo in Italia
왘
Oltre il terzo Obiettivo...
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Facciamo la differenza!
왘
Approfondimenti per i più piccoli
왘
Approfondimenti per i più grandi Per una didattica di genere
왘
Glossario
왘
Informazioni, spunti e strumenti quest’anno la 왘 Anche World Social Agenda ha previsto un ciclo di incontri di formazione riservati agli oltre cento docenti – dalle scuole primarie alle secondarie di secondo grado – che hanno partecipato al percorso con le loro classi. Tali incontri, che costituiscono un elemento fondamentale della Wsa, hanno l’obiettivo di fornire agli insegnanti informazioni, spunti di riflessione e alcuni strumenti per permettere loro di approfondire ulteriormente con gli studenti e le studentesse i temi della World social agenda al di là delle attività previste dal progetto. Gli incontri di quest’anno hanno riguardato gli ambiti che il terzo Obiettivo di sviluppo del millennio, “promuovere la parità di genere”, pone come prioritari: l’istruzione, l’economia, la politica.
Il primo incontro, tenuto da Eva Boev, formatrice di grande esperienza, ha coinvolto i docenti in varie attività per riflettere sul tema della parità tra uomo e donna nel mondo della scuola, che proprio in quanto luogo dove si formano i giovani cittadini è lo spazio giusto per promuovere una visione nuova. La seconda proposta formativa, condotta da Elena Sisti, economista, autrice insieme a Beatrice Costa di Le donne reggono il mondo, ha affrontato il tema della parità di genere nell’economia. Nell’ultimo seminario, aperto da un saluto di Milvia Boselli della Commissione pari opportunità del comune di Padova, Alisa Del Re (docente all’università di Padova, direttrice del Centro interdipartimentale di ricerca sulle politiche di genere) ha approfondito il tema parità di genere e politica. 왘 L. G.
DOSSIER SUL TERZO OBIETTIVO Sul sito www.worldsocialagenda.org
Indice dossier Ob.3 왘
da una parte di rimanere aderenti ai tre target proposti dall’Onu che investono gli ambiti dell’istruzione, dell’economia e della politica, e dall’altra di affrontare il discorso della parità di genere in maniera più estesa, aprendo delle finestre di approfondimento su altri temi per noi importanti quali la violenza sulle donne, l’immagine della donna nei media, la tratta e così via. Nel lungo percorso di preparazione dello staff della Fondazione Fontana e di tutti i collaboratori e i soggetti coinvolti nei percorsi scolastici della Wsa, si è quindi riflettuto su molteplici ambiti, da cui poi si è andati ad attingere, individuando i temi più adatti e più interessanti per le varie fasce di età con cui lavoriamo. Le attività proposte alle classi (descritte in queste pagine) sono state una traduzione pratica di queste riflessioni, con l’intenzione di confrontarsi insieme a studenti, studentesse e docenti sulla parità di genere e di individuare quei modi in cui possiamo “fare la differenza”. 왘 Lucia Gennaro
Si ringrazia il Progetto cofinanziato dal Servizio Europa - Fondo Sociale Europeo “OLTRE IL CONFINE” per il contributo sui temi della tratta
Dagli indicatori dell’Onu alla situazione in Italia 왘Il riquadro a sinistra contiene la copertina del dossier informativo sul terzo obiettivo, disponibile su www.world socialagenda.org liberamente e gratuitamente consultabile. In esso viene presentato l’obiettivo attraverso gli indicatori delle Nazioni Unite, cioè quegli aspetti critici da monitorare per verificare lo stato di avanzamento in ambito educativo, economico e politico su scala mondiale (Il terzo obiettivo secondo l’Onu). Una premessa storica illustra come dai movimenti femministi internazionali si sia giunti a parlare di questione di genere e quindi dell’obiettivo
sulla parità tra uomo e donna (Genesi della questione di genere). Un lungo spazio viene dedicato alla situazione italiana, dalle conquiste in campo sociale, economico e politico alle attuali e non risolte questioni come le disparità nel mondo del lavoro (retribuzioni, dimissioni in bianco, ecc.) e la conciliazione dei tempi del lavoro di cura con quelli del lavoro formale (Il terzo obiettivo in Italia). Lo zoom torna ad allargarsi con una panoramica che conduce il lettore e la lettrice all’interno di questioni globali come la violenza sulle donne, la tratta per sesso o altre forme
di sfruttamento, gli abusi dell’immagine del corpo femminile, ad esempio nei media (Oltre il terzo obiettivo). Vengono inoltre consegnati una ricca bibliografia, proposte cinematografiche, televisive e musicali con l’invito a leggere, guardare e ascoltare in un’ottica di genere ogni situazione quotidiana (Approfondimenti per i più grandi e per i più piccoli), alcuni suggerimenti didattici e un glossario con i termini più specifici. L’auspicio è che facendo nostra la differenza, quello di genere sia sempre più un linguaggio condiviso e familiare.
LAVORARE IN RETE Coinvolti diversi partner per realizzare i laboratori nelle scuole
Valorizzare le differenze è una ricchezza per tutti lavoro in rete con altre realtà del ter왘 Ilritorio, fa parte del Dna di Fondazione Fontana che, da sempre, promuove la valorizzazione delle differenze nella convinzione che in esse stia la vera ricchezza per tutti. Per questo le educatrici e gli educatori che collaborano alla realizzazione dei percorsi per le scuole primarie e secondarie di primo grado nell’ambito del progetto Wsa, provengono da diverse esperienze e organizzazioni. Non solo, nel corso degli anni si è privilegiato un metodo di lavoro basato sulla condivisione, che ha permesso di arricchire la comune riflessione del contributo di tutti. I laboratori che Fondazione Fontana propone nelle scuole insieme alle diverse realtà partner sono, pertanto, il frutto di un lungo percorso di equipe. La preparazione inizia già durante l’estate con una serie di momenti di formazione sui temi che si affronteranno in classe. In un se-
condo momento si avvia la preparazione dei percorsi che dovranno semplificare, senza banalizzare, le complesse tematiche degli Obiettivi di sviluppo del millennio, attraverso una metodologia partecipativa e coinvolgente. Il continuo confronto all’interno del gruppo di lavoro favorisce la progettazione di attività diversificate per ciascuna fascia d’età, ma allo stesso tempo condivise e coerenti rispetto alla riflessione maturata insieme. Nell’anno dedicato alla parità di genere, hanno partecipato al lavoro Carolina Guzmann dell’associazione Amici del Popoli, che ha progettato il percorso per la prima e la seconda della scuola primaria; Chiara Barbieri e Giorgio Pusceddu di Caritas diocesana, per il percorso delle terze e delle quarte; Sabrina Silvestri e Vania Parolin della cooperativa ConTatto-Cemea Veneto per la quinta e la prima della scuola secondaria di primo gra-
do; Giorgia Bettio della cooperativa Fare il Mappamondo che, insieme a Laura Zordan di Amici dei Popoli, ha progettato e realizzato i percorsi per la seconda e la terza della scuola secondaria di primo grado. Un grazie particolare va a Maria Letizia Tanturri dell’università di Padova per l’approfondimento e i dati statistici, che hanno aperto la strada sul tema della parità di genere e hanno costituito il fondamentale input iniziale per ogni successiva riflessione. Per informazioni ed approfondimenti: Associazione Amici dei Popoli www.amicideipopoli.org Caritas Diocesana www.caritaspadova.it Cooperativa ConTatto-Cemea Veneto www.cemea.it Cooperativa Fare il Mappamondo www.fareilmappamondo.org 왘 Francesca Benciolini
Nelle foto, in alto a sinistra l’opera di Lara Nardon, 5E del liceo artistico Modigliani; a destra, il gruppo di insegnanti durante l'incontro di formazione con Eva Boev; qui sopra, i loghi dei partner coinvolti da Fondazione Fontana nei laboratori del progetto della World social agenda.
FondazioneFontana 왗
LA DIFESA DEL POPOLO 19 MAGGIO 2013
왘 percorsi scuole Laboratorio condotto da Chiara Barbieri della Caritas diocesana di Padova.
V
ELEMENTARI La parità di genere secondo i ragazzi che hanno partecipato alla World social agenda
«Dobbiamo rispettarci, siamo tutti uguali» 왘
Ma è proprio vero che i
maschi sono più forti delle femmine? Che solo le femmine possono vestirsi di rosa e che una donna meccanico non si è mai vista? Domande che a prima vista possono sembrare banali, ma se affrontate con serietà permettono un’analisi profonda dei rapporti e delle immagini stereotipati che fin da piccoli si hanno in merito al genere maschile e femminile. È il lavoro che Fondazione Fontana ha portato avanti in questi mesi in cento classi elementari e medie di Padova e provincia, sottoponendo all’attenzione di insegnanti e alunni il terzo Obiettivo di sviluppo del millennio attraverso il progetto Wsa: “Facciamo la differenza. Promuovere la parità tra uomo e donna”. Piccoli e grandi sono stati coinvolti in attività che partendo da situazioni concrete li hanno portati a prendere coscienza che siamo tutti uguali, con uguali diritti e opportunità. «Non esistono cose solo da maschi o solo da femmine – spiega Anna, 9 anni, della primaria San Camillo a Padova – Siamo liberi di scegliere come vestirci, quali colori utilizzare, come tagliarci i capelli e soprattutto quale lavoro svolgere». Bikini a parte, riconosciuto
da tutti come abbigliamento femminile, i ragazzi si sono confrontati su quale immagine di maschi e femmine dia la società e come invece ciascuno di loro abbia una propria identità che non sempre collima con quella passata come “normale” dai più. «Abbiamo analizzato i nostri sentimenti – sottolinea Giulia, 9 anni, anche lei alla San Camillo – e non è vero che un maschio per forza dev’essere forte e senza paura e una femmina, invece, timida e calma. Ognuno ha il proprio carattere e non deve aver paura di dimostrare ciò che prova. Nessuno deve prendere in giro un maschio perché piange o una femmina perché ha i muscoli. Dobbiamo poi liberarci delle idee che vengono dal passato, dove solo gli uomini andavano a lavorare e le donne stavano in casa a faticare. Uomini e donne devono essere rispettati e non trattati in modo diverso». Pur nella difficoltà di mettere in pratica quanto scoperto («I maschi alla fine vogliono sempre aver ragione!» affermano le bambine), c’è una volontà di riscrivere le regole dello stare insieme. «Dobbiamo essere più rispettosi l’uno dell’altro – sottolinea Anna – Non prenderci in giro, perdonarci e superare le
differenze, anzi farle diventare una ricchezza!». E la prospettiva di un impegno futuro è davvero già presente anche nei più piccoli. «Il mondo sarà migliore – afferma Camilla, 6 anni, della scuola San Camillo – se sappiamo che siamo liberi di scegliere. Maschi e femmine vanno trattati bene allo stesso modo! Siamo uguali». Non è proprio sempre così, in particolare dal punto di vista del lavoro. E i bambini della prima elementare della scuola Don Bosco di Vigodarzere ne hanno coscienza. «Abbiamo visto, durante un’attività, che la mamma va al lavoro e fa molte cose – spiega Hiba – poi va a casa e continua a lavorare: aiuta
nei compiti i figli, fa da mangiare, pulisce. La mamma si stanca molto e guadagna meno del papa, non è giusto! Come mai le mamme fanno così tante cose e non prendono soldi?». È un interrogativo grande che chiede di guardare con impegno anche al futuro. «Dobbiamo fare in modo che il lavoro della mamma a casa sia diviso con il papà – aggiunge Daniele – Io da grande voglio essere un bravo maschio: non mi piace che qualcuno soffra, voglio che mia moglie sia felice e così sono sicuro che le darò una mano». «D’altronde siamo tutti pari – non riesce a frenarsi Daniele – Non piangiamo allo stesso modo quando nasciamo?». 왘 pagina di Claudia Belleffi
Nelle foto, qui sopra la classe 2A della scuola media Buonarroti di Rubano; in basso, il poster prodotto dalla sezione C della scuola Falconetto di Padova: “Smascheriamo gli stereotipi. Liberiamo ciò che rende noi e gli altri unici!”.
EDUCATORI L’esperienza di chi ha accompagnato ragazzi e insegnanti ad approfondire il terzo obiettivo
Tema che s’intreccia con il quotidiano di tutti proposto dal왘 Illa percorso Fondazione Fontana quest’anno ha “fatto la differenza” anche per gli educatori coinvolti nel progetto. L’estate 2012, infatti, è stata densa di incontri, approfondimenti personali e confronti in équipe per maturare un itinerario che sviluppandosi su scopi comuni potesse tradursi a misura di età diverse, ma soprattutto per far proprio l’obiettivo del millennio. «Da sei anni – racconta Giorgia Bettio, educatrice della cooperativa sociale Fare il mappamondo e membro dell’équipe – lavoro nelle scuole, di diverso
ordine e grado con svariati progetti, ma il tema di quest’anno mi ha messo sicuramente in discussione». 왘 In che senso? «Il tema della parità dei diritti tra uomo e donna è molto vicino alla realtà quotidiana di ciascuno, in ogni età. Non è qualcosa di lontano che tocca alcuni: penso alla mortalità materno-infantile in Africa o alla povertà estrema di specifici paesi. È una questione in cui ogni giorno, coscientemente o no, ci imbattiamo». 왘 Come si è strutturato il lavoro preparatorio?
«Come équipe ci siamo incontrati all’inizio dell’estate scorsa e, partendo da contributi e spunti che ci ha offerto la Fondazione Fontana, ci siamo confrontati su cosa per noi significasse l’Obiettivo del millennio e quali fossero le parole, i verbi, i temi collegati. Abbiamo quindi creato i contesti su cui si sono costruiti i laboratori. Io mi sono sentita davvero messa in discussione». 왘 Su cosa in particolare? «Come donna, proprio sul fatto del poter essere mamma e lavoratrice insieme. Se e come è possibile conciliare lavoro e fa-
miglia, quando ancora per tante di noi si pone la necessità ineluttabile di scegliere tra l’uno o l’altra. Sento anche forte la fatica dell’emergere delle donne nella situazione politica. Alcune cose però stanno cambiando. Nella rete ho trovato, ad esempio, un sito di un gruppo di uomini ( www.noino.org ) che appunto è contro la violenza sulle donne. È stata una scoperta positiva». 왘 Cosa significa per lei “fare la differenza”? «Impegnarmi perché ciascuno abbia la possibilità paritaria di accesso a economia, politica,
istruzione. Voglio essere una persona che offre la possibilità a se stessa e agli altri di fare la differenza, cioè di esprimere i propri talenti e competenze e che questi siano valorizzati, indipendentemente se uomo o donna. E impegnarmi per questo. A partire dal fare formazione». 왘 Quanti insegnanti e ragazzi ha coinvolto? «Ho lavorato con 32 classi secondarie di primo grado e ho incontrato una trentina di insegnanti. Tutti si sono messi in gioco, indistintamente, e hanno sperimentato, e spero continuino ancora, una forma di cittadinan-
INSEGNANTI Dal percorso in classe è nato, a Rubano, uno spettacolo
Perché gli stereotipi si possono abbattere Stefania Biasiolo, insegnante di italiano 왘 Per nella scuola secondaria di primo grado del-
Laboratorio condotto da Vania Parolin e Sabrina Silvestri della Cooperativa ConTatto-Cemea Veneto.
l’istituto comprensivo Buonarroti di Rubano, questo è il secondo anno di lavoro con la Fondazione Fontana sugli Obiettivi del millennio. Un’esperienza che l’ha vista, prima di tutto, formarsi, attraverso un percorso di tre incontri con esperti, e poi agire direttamente in classe con i propri studenti. «Quest’anno abbiamo coinvolto le seconde e le terze – racconta – e tutti gli insegnanti hanno risposto con entusiasmo. La parte formativa è stata fondamentale: mettendoci in gioco, abbiamo fatto cadere tutti gli stereotipi. Ogni persona è unica e come tale va trattata». Anche dal punto di vista didattico. «Come insegnanti dobbiamo toglierci delle aspettative stereotipate, che possono essere gabbie, e lasciare spazio e margine perché i ragazzi possano esprimersi per ciò che sono in profondità e verità». Il lavoro fatto in classe sugli stereotipi, creati dal mondo della pubblicità e dei media, e la lettura
dei casi di cronaca ha dato i suoi frutti. «I ragazzi – sottolinea l’insegnante – si sentono davvero punti nel vivo e la risposta è quella unanime di diventare cittadini attivi di questa società: denunciando comportamenti ingiusti e favorendo la parità». Quanto emerso e maturato verrà proposto a genitori, insegnanti, altri alunni della scuola e territorio nella serata di giovedì 30 maggio, dalle 18 alle 20 nella sede dell’istituto Buonarroti. «I ragazzi stanno terminando la preparazione dello spettacolo che li vedrà coinvolti in diversi sketch: dal balletto e proposta musicale rap con le liste delle emozioni, alla presentazione di donne che hanno abbattuto i muri e stereotipi del passato, in tutti campi, sociale, economico e politico, come la prima che ha preso la patente o la prima che ha potuto votare». Vi sarà inoltre uno spazio gestito direttamente da Fondazione Fontana con la presentazione dell’obiettivo dell’anno.
za attiva». 왘 Su cosa in particolare avete lavorato? «Sugli stereotipi. Per gli insegnanti ha voluto dire ripensare il proprio modo di insegnare, analizzare come si pongono nei confronti degli alunni, che linguaggio usano... Li ho trovati tutti partecipi. Il fatto poi che insegnanti e ragazzi abbiano fatto un percorso formativo parallelo è stato fondamentale: in classe c’è stato un continuo scambio anche a partire dagli episodi di cronaca». 왘 Cosa hanno rivelato i ragazzi? «Gli alunni di terza si sono confrontati sulla possibilità di un futuro paritario. Se sta cambiando lentamente la mentalità – e lo si vede dai racconti da cui scaturisce che papà e mamma lavorano tutti e due ed entrambi aiutano in casa – è ancora vero che la donna lavora di più e che le discriminazioni sul tipo di occupazione riguardano entrambi i sessi: dal ragazzo che vuol fare l’infermiere in pediatria e gli viene preferita una donna, alle dimissioni in bianco fatte firmare a ragazze appena sposate... È una realtà che non va taciuta».
왘 WorldSocialAgenda
LA DIFESA DEL POPOLO 19 MAGGIO 2013
SUPERIORI Riflessioni personali e discussioni tra compagni sul terzo obiettivo di sviluppo
Tema caldo, anche in classe 왘
왘 percorsi scuole
Incontri in classe, un blog dedicato,
una mattinata di reading e, per finire, un video o un’opera artistica da realizzare. Tante proposte, per i ragazzi delle secondarie di secondo grado, intorno al tema di quest’anno della World social agenda: promuovere la parità tra uomo e donna. «Il lavoro del blog mi ha particolarmente appassionato – spiega Sofia della 2AB del liceo Cornaro di Padova – I temi erano tanti: politica e donne, disparità tra maschi e femmine, stereotipi, donne e media… Per approfondire avevamo a disposizione dossier, video, immagini: ci è stato chiesto di lasciarci provocare da un tema e, utilizzando lo spazio del blog, dire la nostra». Sofia si è concentrata inizialmente sugli stereotipi ed è giunta ad alcune conclusioni: «Io sono per la parità di genere, anche se mi accorgo che la “diversità di trattamento” tra maschi e femmine è qualcosa che abbiamo dentro. Penso a quando nasce un bambino: se è maschio, lo si veste di azzurro e se è femmina di rosa. Nessuno si sogna di fare il contrario. Alla mia età, però, le ragazze si vestono senza problemi di azzurro. E i maschi? Ne vedo pochi in rosa. Mi accorgo, inoltre, ascoltando mia nonna, che da sempre il figlio maschio viene al primo posto. Anche le figlie femmine sono importanti, ma lui spicca. Tutto questo è fortemente radicato in noi, anche nella mia classe in cui siamo in 6 ragazze e 22 ragazzi. Abbiamo dibattuto sulle possibili preferenze dei professori verso noi ragazze, che siamo poche. I maschi dicevano che erano più che evidenti, mentre noi sostenevamo che ci davano un 4 anche se eravamo femmine».
Ha provocato Sofia anche il tema “donne e politica nel mondo”, tanto che ha deciso di aderire alla proposta di compiere un’indagine al Cornaro e pubblicarla sul blog. «Dovevo sondare la presenza di maschi e femmine in classe, tra i rappresentanti di classe e tra i rappresentanti d’istituto. I risultati: in classe ci sono 22 maschi, i 2 rappresentanti di classe sono maschi così come i 4 d’istituto. Non mi sono fermata qui: ho scoperto che nel consiglio comunale di Padova le donne sono in minoranza, così come in parlamento. Dove però, dopo le ultime elezioni politiche, c’è stato un incremento del 31 per cento». La classe di Sofia, accompagnata dalla professoressa Nicoletta Gallo, si è poi cimentata nella realizzazione di un video dal titolo Vuoi essere te stessa o ciò che gli altri vogliono? «Raccontiamo di una ragazza bella, che non si vede come tale e decide di truccarsi esageratamente per trasformarsi. Ce n’è poi una, che si guarda allo specchio ed è contenta di ciò che vede. Certe volte tendiamo a vestirci, truccarci, pettinarci come vogliono gli altri. Se non lo facciamo, abbiamo paura di essere criticati. La televisione non aiuta in questo senso: le donne spesso sono truccate e vestite come vuole il “copione”; certo, sono pagate per apparire in un certo modo, ma non emerge ciò che sono realmente». L’esperienza della Wsa di quest’anno ha permesso a Sofia di ragionare sulla condizione della donna anche attraverso la lettura di Mille splendidi soli di Khaled Hosseini e la visione dei film We want sex e The help. 왘 Patrizia Parodi
MANIFESTO Di Filippo Gui del Modigliani
8 marzo “ad armi pari” Gui, studente della classe VE del liceo artistico 왘 Filippo Modigliani, è l’autore dell’opera scelta dalla Commis-
왘pariopportunità
VI
sione pari opportunità del comune di Padova per il manifesto dell’8 marzo di quest’anno, affisso in vari luoghi della città. «Ho voluto innanzitutto realizzare un’opera che comprendesse tutti e quattro gli ambiti della vita nella nostra società, nei quali ritengo che la parità di genere sia fondamentale: la famiglia, la carriera lavorativa, lo studio e la formazione personale, l’impegno politico. Per far questo ho usato la metafora del gioco: il gioco della vita che dovrebbe essere sempre giocato “ad armi pari”, con le stesse regole e le stesse opportunità per tutti, uomini e donne. Riflettendo sull’idea del gioco e ricercando un’immagine che fosse sintesi di tutti i temi che volevo mettere in luce, sono giunto a immaginare un vero e proprio giocattolo, pensato per bambini e quindi immediato e facile da capire per tutti. Sapendo poi che il lavoro scelto sarebbe divenuto un poster affisso per la città, ho cercato di renderlo il più possibile semplice e intuitivo, capace di esprimere il concetto a colpo d’occhio. Per rendere ancora più chiaro il messaggio ho elaborato uno slogan che richiamasse sia il gioco – metafora e immagine usata – sia la parità di genere, per renderne esplicito il significato. Dunque: Giochiamola alla pari. Ho scelto infine di posizionarlo su uno sfondo arancio che oltre ad attirare l’attenzione e rendere più vivace la composizione è anche il colore ufficiale usato nel logo del terzo Obiettivo del millennio».
READING A cura del Teatro de Linutile VIDEO Realizzate in classe brevi opere in stop motion con la supervisione di Marco Zuin
L’agire grottesco dei due sessi
La parità di genere si è fatta immagine
stati contattati dalla Fondazione Fon왘 Siamo tana per strutturare uno spettacolo sulla parità
quest’anno gli studenti delle scuo왘 Anche le superiori partecipanti al percorso della
di genere. Io e mio marito, co-direttori del Teatro de Linutile, ci siamo interrogati per primi su cosa significasse per noi questo slogan. Figli di genitori della generazione della contestazione femminile, abbiamo respirato l’aria rivoluzionaria delle donne che non si accontentavano di restare a casa ad accudire la prole e allo stesso tempo abbiamo subito il modello della donna “con il pisello” degli anni Ottanta, che doveva essere del tutto simile a un uomo e dimenticare la propria natura in favore del successo e del denaro. Come comportarci dunque? Il nostro obiettivo era di colpire la sensibilità dei ragazzi facendo vedere il lato grottesco dei comportamenti comuni tra i due sessi: da un lato il radicato maschilismo che affonda le radici nella più antica tradizione popolare (decine di proverbi a criticare le donne, nemmeno uno che critichi gli uomini) dall’altro quanto la letteratura teatrale e la poesia già nell’antica Grecia spingeva temi come la parità dei diritti nel campo della politica (le donne dell’assemblea di Aristofane), fino ad arrivare a testi come Sabato, domenica e lunedì del nostro Eduardo de Filippo, dove la protagonista rivendica apertamente l’importanza fondamentale del suo lavoro come madre, come moglie e donna di casa che in quanto tale non ha però voce in capitolo nelle decisioni economiche della famiglia. Seguendo il nostro stile non ci siamo dimenticati che la responsabilità della mancanza di parità di genere non può essere attribuita al solo mondo maschile; e così ci siamo affidati, tra i tanti, alle forti parole di Concita de Gregorio che scrive: «Come mai queste donne sono disposte a sopportare? Perché consentono che si eserciti su di loro la violenza, sottile o radicale? Perché subiscono, perché non si ribellano?». Come dice Caparezza in un suo pezzo rap: «Non si va avanti con la forza ma con la forza degli argomenti. Non ascoltare questi mentecatti. Un vero uomo si dovrebbe alzare per lavare i piatti. Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti». 왘 Marta Bettuolo e Stefano Eros Macchi
World Social Agenda hanno realizzato dei piccoli video per raccontare la parità di genere attraverso suoni e immagini. Il risultato sono dodici opere su diversi temi, legati al percorso del terzo Obiettivo del millennio – promuovere la parità tra uomo e donna – che sono gli stessi proposti anche nel blog: violenza sulle donne, donne e politica nel mondo, donne e mondo del lavoro, orientamento scolastico e questione di genere, donne e diritti nel mondo, identità di genere e stereotipi, donne e accesso all’istruzione nel mondo, donne e media, tratta delle donne e sfruttamento sessuale. I ragazzi sono stati seguiti da Marco Zuin, videomaker che collabora ormai da diversi anni con Fondazione Fontana e con il progetto World
Social Agenda. Marco ha coinvolto i ragazzi e la loro creatività nell’intero processo di lavorazione del video utilizzando la tecnica dello stop motion: questa tecnica, basata sull’animazione di scene o personaggi “frame by frame”, permette di dar vita a oggetti e immagini creando brevi storie animate. Alcuni ragazzi e ragazze hanno dato vita a disegni, altri hanno utilizzato se stessi e i compagni di classe, altri ancora hanno utilizzato personaggi dei Lego o pupazzi come Ken e Barbie per rappresentare violenze, ingiustizie e discriminazioni nell’accesso all’istruzione, al lavoro e alla vita politica delle donne. I video, assieme alle opere del liceo artistico Modigliani, comporranno la mostra dei lavori prodotti dagli studenti delle scuole superiori e saranno visibili su www.worldsocialagen da.org/terzoobiettivopd
LABORATORIO Anna Berton e gli studenti del Modigliani
Riflessione e lavoro grafico-artistico laboratoriale con le 왘 L’esperienza classi del liceo artistico Modigliani nell’ambito della World Social Agenda è stata anche quest’anno molto interessante e spunto di numerose riflessioni. Il tema della parità di genere si è rivelato molto più vicino alla realtà dei ragazzi e delle ragazze rispetto all’esperienza dell’anno precedente, quindi gli alunni e le alunne si sono fatti coinvolgere senza indugio. Con il supporto di Fondazione Fontana, ci si è concentrati in modo appropriato sullo studio della tematica, per trasformare le emozioni, i dati oggettivi e gli obiettivi comunicativi in un lavoro graficoartistico di qualità. Per elaborare la propria opera d’arte, ogni studente ha scelto quell’aspetto della tematica dal quale si è sentito più attratto. Qualcuno si è concentrato sul-
l’aspetto estetico ed emozionale, qualcun altro ha proposto, attraverso le proprie immagini, soluzioni per il raggiungimento della parità di genere, altri ancora hanno messo in evidenza l’aspetto storico. Un gruppo di ragazzi e ragazze ha creato l’immagine per il manifesto relativo alla festa della donna. La Commissione pari opportunità del comune di Padova ha scelto uno di questi elaborati per l’8 marzo di quest’anno. Un altro gruppo ha realizzato soluzioni grafiche e artistiche che diventeranno, assieme ai lavori realizzati per il poster dell’8 marzo, oggetto di una mostra allestita nel corso della serata finale della Wsa e che diventerà itinerante. Tra questi elaborati ne sono stati scelti alcuni per realizzare piccole spillette. 왘 Anna Berton illustratrice
Nelle foto, in alto l’opera di Eleonora Bilato, 3C del liceo artistico Modigliani; a metà pagina, un’immagine del video in stop motion realizzato dalla classe 2H del Duca D’Aosta; qui sopra, Anna Berton durante uno dei laboratori al Modigliani.
FondazioneFontana 왗 VII
LA DIFESA DEL POPOLO 19 MAGGIO 2013
왘 percorsi scuole Due opere realizzate dagli studenti del liceo artistico Modigliani: di Giulia Scarabel, 4E (in alto); di Beatrice Scanferla, 3C (qui sotto).
PARTECIPAZIONE E TERRITORI Al liceo scientifico Curiel
Un allenamento a collaborare 왘
Una scuola, due proposte. Al liceo scientifico Curiel di Padova, alcune classi hanno vissuto l’esperienza della World Social Agenda e altre di Partecipazione e territori, progetto di educazione allo sviluppo portato avanti da Fondazione Fontana insieme al Saint Martin Csa, realtà di Nyahururu, Kenya. Entrambi i progetti si sono concentrati, a differenza degli anni scorsi, sullo stesso tema – il terzo Obiettivo di sviluppo del millennio, cioè promuovere la parità tra uomo e donna – ma con diverse modalità. A entrambe le proposte ha partecipato Giovanni Petrina, insegnante di italiano e latino. «È il quarto anno che vivo insieme agli studenti l’esperienza di Partecipazione e territori. Mi accorgo ogni volta della grande valenza educativa di questo progetto. Fondamentale per i ragazzi
è la modalità con cui viene proposto, che poi è quella alla base del Saint Martin: l’approccio comunitario. Ogni singola attività ha l’obiettivo di far crescere la dimensione del lavorare insieme. E i frutti si sono visti: la 4G, che era alla seconda esperienza, ha fatto passi in avanti. Questa classe si è sempre dimostrata piena di potenzialità, ma aveva bisogno di lavorare sulla collaborazione. Partecipazione e territori ha aiutato in questo senso. È un progetto che va oltre il tema scelto». Per Petrina è sicuramente un punto di forza il fatto che tra gli educatori ce ne sia uno che viene dal Kenya. «Gathoni Njenga, del Saint Martin, ha aiutato gli studenti a ragionare sugli stereotipi rispetto alla parità tra uomo e donna, ma non l’ha fatto necessariamente raccontando del suo paese. Certo, ha portato degli esempi personali, ma soprattutto si è concentrata sul tema. La modalità formativa del progetto, inoltre, “spezza” la didattica tradizionale ed è una provocazione interessante anche per noi insegnanti». Qualche perplessità, inizialmente, l’ha destata l’uso della lingua inglese per gli incontri formativi. «Parlare di parità di genere in una lingua che non è la propria non è semplice, ma si è rivelato anche questo un banco di prova per gli studenti». Al Curiel, lo spirito del progetto ha provocato anche altre attivi-
tà: un’esperienza in carcere a cui è seguita la visita dei detenuti in classe e uno scambio con una scuola di Budapest, «Dove i ragazzi si sono resi conto, ancora di più, quanto sia importante la lingua inglese per poter comunicare». Rispetto alla World Social Agenda, il liceo Curiel ha fatto una scelta: l’ha inserita nel Pof, il piano dell’offerta formativa. «Partecipiamo da cinque anni e posso dire certamente va che gli studenti reagissero, attrache è una formula interessante per verso un blog, a una serie di temi leprovocare i ragazzi su alcuni temi gati al terzo Obiettivo di sviluppo. chiave. E questo è possibile grazie Caterina, della 1G, si è concentrata alla documentazione prodotta da su “donne e media”. «Dopo aver viFondazione Fontana e alla metodo- sto un video – che mi ha molto imlogia utilizzata in classe, che, come pressionato – che parlava di come nel caso di Partecipazione e territori, la donna nei media venga presentata solo come “oggetto”, integra e arricchisce la mentre l’uomo è una fididattica consueta». Aveva qualche dub- Uno dei punti di forza gura più “attiva”, ho del progetto scritto tre commenti bio, Giovanni Petrina, molto critici. Mi sono nel proporre agli stuPartecipazione denti di prima il tema e territori è la presenza chiesta come mai, per pubblicizzare un oggetdella parità di genere. di un formatore Temeva fosse troppo del Saint Martin, realtà to, spesso non legato al mondo femminile, serve complesso. «Invece la di Nyahururu, Kenya una donna bella, magra risposta è stata convine in abiti succinti. Anche cente. È stato interessante vedere come i maschi si scon- nella mia classe si sente il problema trino con gli stereotipi su uomini e dell’inferiorità femminile, eppure mi donne che propongono i media. Co- pare che il tema della parità di genesì come sentir parlare di femminici- re emerga spesso oggi. Ma gli stedio, nel percorso di formazione per reotipi restano. Un mio compagno gli insegnanti, e ritrovarlo nei classi- diceva che è colpa della donna se si pensa inferiore. Ci ho litigato». ci letti in classe». La proposta della Wsa prevede왘 P. P.
IL PROGETTO Percorso formativo rivolto al triennio delle superiori e promosso con il Saint Martin di Nyahururu, Kenya
Studenti chiamati a mettersi in gioco... anche con l’inglese Fondazione Fontana onlus è presente 왘 La nelle scuole del Padovano non solo con la World Social Agenda, ma anche con Partecipazione e territori. Si tratta di un altro percorso formativo, rivolto alle classi del triennio superiore delle scuole secondarie di secondo grado, che la fondazione promuove insieme al Saint Martin Csa (Kenya), il suo maggiore partner internazionale. Il progetto è nato nel 2005 come collegamento tra le attività di cooperazione allo sviluppo e i percorsi formativi della Fondazione Fontana. Nel corso degli anni, il percorso si è progressivamente sviluppato e approfondito, allo scopo di superare alcuni limiti che si incontravano con gli studenti e le studentesse: in particolare il fatto che a un altissimo livello di interesse, di curiosità e di empatia per le storie, le vite e le persone del Kenya corrispondeva un’elevata sensazione di distanza e di im-
potenza. Il percorso si è quindi evoluto, fino ad assumere la forma attuale: un vero e proprio percorso formativo progettato e realizzato insieme dagli operatori del Saint Martin e della Fondazione Fontana. In classe vengono utilizzate metodologie partecipative, giochi di ruolo, lavori di gruppo, discussioni. Durante tutti gli incontri si comunica esclusivamente in inglese. Gli educatori, italiani e kenyani, conducono insieme le attività, mettendo in moto in particolare la sfera emotiva dei ragazzi e delle ragazze. Dal punto di vista contenutistico, nel corso degli anni si sono affrontati temi quali la comunità, la diversità, il pregiudizio, la discriminazione, la gestione non violenta dei conflitti, la partecipazione. Il solo fatto di entrare in classe con un’educatrice kenyana (negli ultimi anni Gathoni Njenga per il Saint Martin) che non ricopre il
ruolo di testimone ma che porta la sua professionalità di formatrice e le sue esperienze, di comunicare in inglese, di lavorare in modo partecipativo, contribuisce a far cadere pregiudizi e rigidità, permettendo ai ragazzi di mettersi in gioco completamente. Ecco quindi che le metodologie utilizzate e i contenuti si integrano e si rafforzano a vicenda. Quest’anno la Fondazione Fontana onlus ha deciso di far coincidere i contenuti della Wsa con quelli di Partecipazione e territori, proponendo quindi nelle scuole secondarie di secondo grado due percorsi paralleli sul terzo Obiettivo di sviluppo del millennio: mentre la World Social Agenda ha affrontato questo tema attraverso approfondimenti culturali, Partecipazione e Territori ha voluto coinvolgere la dimensione emotiva dei ragazzi e delle ragazze. 왘 L. G.
UN’ESPERIENZA Dal laboratorio in classe al lavoro in una commissione dell’Onu
Il confronto aiuta a superare gli stereotipi anno che Camilla, 왘 È4Gildelsecondo liceo scientifico Curiel di Padova, vive l’esperienza del progetto Partecipazione e territori. «Affrontando il tema degli stereotipi di genere, ho scoperto tante cose che non sapevo. Che il Senegal, ad esempio, è il paese con più donne in parlamento. Interessante è stato, inoltre, rendersi conto che per alcuni – soprattutto maschi – realmente gli stereotipi classificano le persone. Per una parte di loro, sono sempre esistiti; per le ragazze, invece, sono stati imposti. Tutti ci siamo meravigliati, poi, che cercando nomi di donne che nella storia hanno avuto un peso, ne sono emersi pochissimi». Per Camilla, la presenza di una formatrice del Saint Martin è stata una ricchezza: «Ci ha consegnato un modo
diverso di concepire la donna, che mi ha provocato a riflettere sulla direzione che sta prendendo il mondo. Ho l’impressione che la donna, per avvicinarsi al modello ideale che la società le impone, stia delegando la sua felicità agli altri. I media stanno creando sempre più donne irreali che non riescono a relazionarsi con il proprio corpo». Dopo i tre incontri del progetto, Camilla ha vissuto un’esperienza particolare legata agli Obiettivi di sviluppo: ha trascorso una settimana all’Onu, insieme a ragazzi di altre nazionalità, partecipando ai lavori di una commissione che si occupava proprio delle otto “mete” individuate dalle Nazioni unite a inizio millennio. «A ciascuno di noi ragazzi è stato affidato un paese diverso da quello di origine, sul quale redigere un
documento con gli interessi principali rispetto agli Obiettivi del millennio. Io mi sono occupata del Messico e ho scritto due risoluzioni: una per i primi sei obiettivi e l’altra per i restanti due. Sul terzo – promuovere la parità tra uomini e donne – ho proposto di incentivare queste ultime allo studio, dando microcrediti alle famiglie per far studiare le figlie invece di mandarle al lavoro da giovanissime. Il prestito, poi, sarebbe stato restituito dalle giovani, quando avessero trovato un lavoro». Quella all’Onu è stata per Camilla un’esperienza molto positiva: «Le tante discussioni, anche fuori dai lavori della commissione, hanno provocato le persone a cambiare idea rispetto agli stereotipi su uomini e donne». 왘 P. P.
SAINT MARTIN Opera in Kenya attraverso “programmi comunitari” Saint Martin Csa si è costituito nel 1999 a Nyahururu (200 왘 Ilchilometri a nord di Nairobi, Kenya), grazie a don Gabriele Pipinato, anche presidente della Fondazione Fontana onlus. L’organizzazione opera in vari ambiti: diritti umani, persone con disabilità, bambini di strada, Hiv/Aids e abuso di alcol e droghe. Il lavoro è suddiviso in “programmi comunitari”: secondo l’approccio del Saint Martin è la comunità stessa a farsi carico dei bisogni dei suoi membri attraverso i mezzi di cui dispone. Attualmente sono circa 1.300 i volontari – esclusivamente locali – che lavorano gratuitamente per l’organizzazione, supportati da uno staff di un centinaio di persone. Le donne costituiscono la categoria più numerosa tra i volontari: sono per la maggior parte donne coloro che ad esempio supportano i malati di Aids, seguono casi di violazione dei diritti umani, si occupano delle persone disabili. Per quanto riguarda il programma per persone con disabilità, sono soprattutto le madri dei bambini disabili che seguono il percorso di fisioterapia e i rapporti con il Saint Martin, confermando il ruolo fondamentale delle donne nella comunità, sia dal lato di chi opera per il Saint Martin, sia dal lato di chi “riceve” il supporto dell’organizzazione. Per informazioni: www.saintmartin-kenya.org 왘 L. G.
Qui sopra, Sara Bin e Gathoni Njenga durante uno degli incontri del progetto Partecipazione e territori.
VIII 왘 WorldSocialAgenda
Due scatti per la parità
왘
“Facciamo la differenza” è anche una
campagna fotografica aperta e in divenire, proposta sul web con l’obiettivo di coinvolgere un ampio gruppo di persone, di diverse età e provenienza, unite dalla volontà di esprimersi e di affermare la parità dei diritti, quindi la parità di genere. La ricerca della parità di genere conduce alla possibilità di essere differenti e di potersi esprimere nella differenza, senza essere rinchiusi in un contenitore di stereotipi. Oggi più che mai, la scomparsa della differenza comporterebbe una perdita di umanità, dell’Altro, qualunque sia il suo genere. Con il contributo di coloro che vorranno partecipare e inviare le proprie immagi-
ni, il sito si arricchisce di testimonianze, dei volti di una comunità non solo virtuale che crede nella reciprocità dei diritti. Come funziona? Scrivi “Facciamo la differenza” su un qualsiasi supporto, scatta due fotografie, una con il messaggio che ti copre il volto e l’altra a volto scoperto, scegli un’ambientazione come luogo in cui pensi non ci sia ancora parità di genere o un luogo in cui fai o vorresti fare la differenza. Invia le immagini a partecipa@facciamoladifferenza.org Fatti aiutare da un amico/a per fare le foto così condividerai insieme l’iniziativa e la farai conoscere. Quando le tue immagini saranno pubblicate nel sito condividile nei social network, fai la differenza.
Il percorso della World Social Agenda prosegue anche il prossimo anno con una riflessione sul secondo Obiettivo di sviluppo del millennio – assicurare l’istruzione elementare – perché ovunque, entro il 2015, i bambini, sia maschi sia femmine, possano completare un ciclo completo di istruzione primaria.
19 MAGGIO 2013
SPETTACOLO READING TEATRALE Malamore di Filippo Tognazzo: giovedì 16 al Piccolo teatro Don Bosco
왘 Malamore è uno spettacolo di Filippo Tognazzo, prodotto da Zelda (www.zelda.com), con l’accompagnamento musicale di Giorgio Gobbo della Piccola Bottega Baltazar, tratto dal libro di Concita De Gregorio. Va in scena giovedì 16 maggio al Piccolo teatro Don Bosco di Padova. Malamore è un’indagine appassionata e dolorosa sul rapporto uomodonna attraverso storie vere di donne che cercano di resistere ad abusi quotidiani. «Le donne hanno più confidenza con il dolore – scrive De Gregorio – È un loro compagno di vita, è un nemico tanto familiare da essere quasi amico. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza». Si raccontano storie di donne. Donne vittime di violenza fisica e psicologica. Donne discriminate. Donne che lottano per dare senso a una vita di dolore. Alcune di queste sono storie subite, altre si propongono apparentemente come frutto di una scelta. Proprio queste ultime pongono invece molti interrogativi; sono storie che ci parlano di vuoti, di miserie, di solitudini, di diritti negati che restano nei vissuti di ognuna e di ognuno dei loro protagonisti. Organizzano: la Commissione pari opportunità e l’assessorato alle politiche giovanili del comune di Padova in collaborazione con Fondazione Fontana/World social agenda. Durante la serata vengono presentati i video e le opere realizzate dagli studenti delle superiori. Tutte le opere comporranno una mostra. Il calendario con date e luoghi sarà aggiornato su www.worldsocialgenda.org
INCONTRI FACCIAMO LA DIFFERENZA Eventi territoriali realizzati in collaborazione con i comuni
왘 Giovedì 23 maggio alle 18 all’auditorium Ramin, in via Rigotti 2 a Cadoneghe: presentazione delle riflessioni e dei lavori delle alunne e degli alunni delle scuole primarie (in collaborazione con il comune di Cadoneghe). 왘 Venerdì 24 maggio alle 18 al teatro Falcone-Borsellino di via Roma 44 a Limena, presentazione delle riflessioni e dei lavori delle alunne e degli alunni delle scuole primarie e secondarie (in collaborazione con il comune di Limena). 왘 Giovedì 30 maggio alle 18 alla scuola secondaria di primo grado Buonarroti in viale Po a Sarmeola di Rubano presentazione delle riflessioni e dei lavori delle alunne e degli alunni delle scuole secondarie di primo grado che hanno lavorato quest’anno sul tema della parità di genere (in collaborazione con il comune di Rubano). Per tutti: a conclusione di ogni incontro è previsto un momento conviviale preparato dai genitori. Ingresso libero. Per qualsiasi informazione sui progetti e per ospitare la mostra:
Fondazione Fontana onlus, via Francesco Scipione Orologio 3 a Padova Telefono: 0498079391 Indirizzo e-mail: info@fondazionefontana.org sito: wwwfondazionefontana.org
왘appuntamenti
CAMPAGNA FOTOGRAFICA Sul web, aperta e in divenire
LA DIFESA DEL POPOLO