WSA 2009 - Inserto Trento

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La Carta di Trento

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vita trentina

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Anno 2.000. Partiamo da quella benedetta firma dei 189 Capi di Stato e di governo in calce alla Dichiarazione del Millennio. Dopo la Carta sui Diritti umani (1948) si tratta del più importante patto planetario fondato sul reciproco impegno: fare ciò che è necessario per costruire un mondo più sicuro, prospero ed equo. Questo dossier vuole ripercorrere tutti gli 8 obiettivi della Dichiarazione. Ne tratteremo uno all’anno. Dall’ottavo al primo. Siamo al settimo: Garantire la sostenibilità ambientale. Significa, per dirla con l’enciclica “Caritas in Veritate” sostenere i costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni. Vediamo i numeri. Bad news: ogni giorno scompare una foresta

INSERTO al n. 39 11 ottobre 2009

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di Fabio Pipinato

Garantire la sostenibilità ambientale

DOSSIER a cura della

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Settimanale diocesano di informazione del Trentino

Garantire la sostenibilità ambientale significa sostenere i costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali. Abbiamo meno di dieci anni per evitare gli scenari peggiori causati dal saccheggio del pianeta. In tutto il mondo, iniziative come lo “Stand Up” e la World Social Agenda sugli impegni e le promesse assunte dai governi con la Dichiarazione del Millennio, avanzano proposte concrete che fanno bene all'ambiente e in definitiva a noi stessi. Questo dossier, curato dalla Fondazione Fontana onlus, fa parte di questo percorso Lezione di riforestazione a Nyahururu, in Kenya

Il progetto “Tree is life”

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La posta in gioco

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II >>>

Un impegno disatteso

>>> II - XII

TU IN AZIONE

UN POSTER DA STACCARE >>> ALL’INTERNO


II

WSA 2009

11 ottobre 2009

vita trentina

1. Sradicare la povertà estrema e la fame

2. Rendere universale l’educazione primaria 3. Promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne 4. Ridurre la mortalità infantile 5. Migliorare la salute materna 6. Combattere l'AIDS, la malaria e le altre malattie 7. Assicurare la sostenibilità ambientale 8. Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo

Cara Terra, la posta in gioco Cinque azioni per cambiare

Le guerre dell’acqua

“Tree is Life” e il Kenya che si fa verde _ _ _ _ _ _ _ _ XI

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di Andrea Dalla Palma

la frase “NON C'È PIÙ TEMPO DA PERDERE” Noi siamo la prima generazione che possiede le risorse, le conoscenze e le capacità per eliminare la povertà. (…) I poveri del mondo guardano ai loro Governi e alle Nazioni Unite per ricevere aiuto e solidarietà. Noi siamo responsabili nei loro confronti... Io vi chiedo di tener fede ai vostri impegni. Io vi chiedo di essere generosi. Diteci cosa farete, e come lo farete. (…) Non c’è più tempo da perdere. Bisogna mantenere le promesse. Ban Ki-moon - Segretario Generale delle Nazioni Unite ai Capi di Stato e di Governo, 25 settembre 2008

New York, monumento davanti alla sede dell’Onu

dalla prima

Garantire la sostenibilità ambientale Molta società civile si sta mobilitando in diversi modi affinché tutti sappiano della crisi ecologica e sempre più rimedino. Dopo l’ubriacatura del consumismo che ha iperindebitato molte famiglie per spese al di sopra delle proprie possibilità è giunto il tempo di un’economia della sazietà, del ben vivere, che aiuti le persone a consumare meno per vivere meglio. E' un atto d’amore oltre che per noi stessi per l’umanità intera. L’unico mondo, infatti, ha un miliardo di obesi che bilancia il miliardo di malnutriti. Un terzo dell’umanità che soffre per assenza di equità. All’opulenza nei nord abbiamo il dovere di proporre un cammino di liberazione dalla quantità. Un “meno e meglio” di origine francescana. Stiamo, infatti, entrando nell’era della scarsità. La torta potrebbe bastare per tutti solo se proviamo una suddivisione in parti eguali. In risposta alla “paura di porci un limite” vi sono diverse politiche. Le descriverei, per brevità, con quattro leaders: Jean-Marie Le Pen che esclude commensali come i clandestini, George W. Bush, teorico dell’economia dell’avidità

(greed economy), Angela Merkel che ha investito in ricerca per un’economia della sostenibilità (green economy)e Luiz Inácio Lula da Silva che sta tentando la redistribuzione. Inutile scrivere che le ultime due politiche ci sembrano le più convincenti. In questo dossier troverete diversi materiali come un ripasso degli obiettivi del millennio, la rivisitazione dellaCarta di Trentoper una migliore cooperazione internazionale, la contesa conflittuale dei “beni comuni” ma soprattutto un poster con molte microazioni. Da appendere in cucina. Azioni di liberazione che ci faranno uscire dai centri commerciali la domenica per tornarcene in montagna.

di Fabio Pipinato

grande 2 volte la città di Parigi, producendo il 25 % del totale delle emissioni di gas serra. Un miliardo e 600 milioni di persone sono prive dei più elementari servizi igienico-sanitari, terremoti e tsunami. Good news: lo sviluppo delle energie rinnovabili s’è decuplicato negli ultimi decenni e la Cina vuole battere gli Usa in numero di pannelli solari. Questa è la guerra che ci piace. I vertici internazionali sul clima, infatti, falliscono perché i nord chiedono ai sud d’inquinare meno. Senti da che pulpito. Cina, India e Brasile, rivendicano il proprio turno allo sviluppo e non accettano diktat da alcuno. Il segretario dell’Onu, Ban Ki Moon ci ricorda, senza mezzi termini, che “abbiamo un piede incollato sull'acceleratore e ci stiamo dirigendo verso un precipizio” ammonendo che il fallimento del prossimo vertice sull’ambiente di Copenhagen, a fine anno, sarebbe "moralmente ingiustificabile, economicamente miope e politicamente avventato”. Il vertice dovrà varare un nuovo trattato per far fronte in modo efficace ed equo ai cambiamenti climatici.

IL FONDO

l nel periodo tra il 1990 e il 2005, il numero di persone che vive con meno di 1.25$ al giorno è diminuito da 1.8 a 1.4 miliardi (prima della crisi economica e dell’aumento dei prezzi del cibo). Si stima che nel 2009, 55 90 milioni di individui si aggiungeranno al numero di persone che vivono in estrema povertà previsto prima della crisi.

VII

La Carta di Trento _ _ _ _ _ _ X

oi... condividiamo una responsabilità collettiva nell’affermare i principi della dignità umana, dell’uguaglianza e dell’equità a livello globale. In qualità di leader, pertanto, abbiamo un dovere verso tutti i popoli del pianeta, specialmente quelli più vulnerabili”. Palazzo di Vetro di New York. Settembre del 2000. Firmato: 189 capi di stato e di governo del mondo. In quella data venne adottata la Dichiarazione del Millennio: otto obiettivi precisi, misurabili e da raggiungere entro il 2015. Incentrati su valori fondamentali quali la libertà, l'uguaglianza, la solidarietà, la tolleranza, il rispetto per la natura - gli obiettivi del millennio. Essi presuppongono uno sforzo congiunto tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Per i primi, l'impegno preso dovrebbe portare, entro il 2015, a destinare lo 0,7% del proprio prodotto interno lordo all'aiuto pubblico allo sviluppo; per i Sud, lo sforzo si traduce in strategie adeguate e pratiche di buon governo. A quasi dieci anni di distanza dal Vertice del Millennio, il Rapporto 2009 sullo stato di raggiungimento degli Otto Obiettivi registra luci ed ombre, con differenze nel percorso non solo fra i diversi Paesi, ma anche all’interno degli stessi, fra diverse fasce della popolazione: rurale o urbana, più o meno povera, figli di madri istruite o meno. Alcuni Paesi sono sulla buona strada, ma per altri il fallimento è all’orizzonte. Inoltre, il Rapporto sottolinea come i maggiori progressi nella lotta alla povertà e alla fame comincino a rallentare o persino ad invertire il proprio ritmo a causa delle crisi globali economica ed alimentare. Cita infatti il Rapporto: l i progressi nell’eliminazione della fame registratisi dai primi anni Novanta – quando la percentuale di persone che soffrono la fame è diminuita dal 20 per cento del 19901992 al 16 per cento del 2004-2006 – si sono invertiti nel 2008, soprattutto a causa dell’aumento del prezzo del cibo.

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Un impegno disatteso

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OTTO OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE ENTRO IL 2015

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Le guide del settimo VIII Obiettivo

A quasi dieci anni di distanza dal Vertice del Millennio, il Rapporto 2009 sullo stato di raggiungimento degli Otto Obiettivi registra luci ed ombre

più di un quarto dei bambini nelle regioni in via di sviluppo sono sottopeso per la loro età e l’esiguo progresso registrato nel campo dell’alimentazione infantile è insufficiente per il raggiungimento del target del 2015. E’ probabile che il progresso sarà ulteriormente minacciato dall’alto prezzo dei prodotti alimentari e dalla turbolenza economica. “La comunità Internazionale non può ignorare i poveri e i vulnerabili”, afferma il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. E aggiunge: “E' il momento di accelerare il progresso verso il raggiungimento degli Obiettivi con un impegno politico decisivo e fondi adeguati e costanti”. Siamo di fornte a due tipi di sicurezza: militare e civile. Se il mondo desse ogni 10 dollari per la sicurezza armata un solo dollaro per la “sicurezza civile” moltiplicherebbe per sei gli attuali fondi per raggiungere gli Obiettivi del millennio. La strada è ben chiara: riequilibrare le due spese.

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NEL DOSSIER

GLI 8 OBIETTIVI

In piedi contro la povertà


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LA CAMPAGNA DEL MILLENNIO NESSUNO PUÒ CHIAMARSI FUORI

Tutti in piedi, contro la povertà

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iamo la prima generazione che può porre fine alla povertà”. Con questo slogan le Nazioni Unite hanno lanciato la Campagna del Millennio, finalizzata a responsabilizzare i Capi di Stato e di Governo ed i singoli cittadini, di fronte agli impegni presi per il raggiungimento degli otto Obiettivi del Millennio, entro il 2015. La lotta alla povertà non è infatti di esclusiva competenza di governanti e politici. L'impegno dev'essere congiunto: protagonisti del raggiungimento degli obiettivi sono i governi, ma accanto ad essi, altrettanto importanti, servono spinte dal basso da parte della società civile.

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Protagonisti del raggiungimento degli obiettivi sono i governi, ma servono spinte dal basso da parte della società civile In tutto il mondo, numerose iniziative, come lo “Stand Up” (www.standupitalia.it), mirano ad informare il cittadino sugli impegni e le promesse assunte dal proprio governo, affinché si possano intraprendere iniziative di pressione per il rispetto degli impegni presi. Il ruolo della Campagna consiste in: - informare tramite campagne di

sensibilizzazione sui mezzi di informazione; - coordinare eventi ed incontri; - raccogliere le voci dei cittadini contro la povertà; - portare queste voci contro la povertà nelle sedi istituzionali e ampliare le richieste dell'opinione pubblica. Questo dossier è parte di questo percorso.

HANNO DETTO

Quattro voci sull'ambiente

La campagna “Stand Up” sensibilizza l'opinione pubblica sul rispetto degli impegni dei governi nella lotta alla povertà

Grazie a... Questo inserto è realizzato dalla FONDAZIONE FONTANA ONLUS con il contributo dei seguenti enti, che sostengono e patrocinano la World Social Agenda 2009

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ASSESSORATO ALLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE E ALLA CONVIVENZA

REGIONE AUTONOMA DEL TRENTINO E ALTO ADIGE

COMUNE DI TRENTO

FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO

VANDANA SHIVA

WANGARI MAATHAI

CARLO PETRINI

ROBERTO SAVIO

attivista e ambientalista indiana, tra i principali leader dell'International Forum on Globalization

attivista e ambientalista Kenyota, membro del parlamento Kenyota, fondatrice del Green Belt Movement e Premio Nobel per la Pace nel 2004

fondatore del movimento culturale Slow Food

Fondatore di Inter Press Service (IPS) e attuale consulente per UNDP, Unesco, ILO e Consiglio d'Europa

“Avere scelto, per “Negli ultimi 15 la prima volta, anni, in Italia un’ambientalista La richiesta sono spariti più come premio Nodi 3 milioni di comune bel per la Pace, ettari di superdi un credo sia stato il fici libere da coriconoscimento struzioni e inche il nostro lavo- cambiamento frastrutture, ro previene i conun'area più urgente flitti. Perché, oggi grande del Lapiù che mai, le dell'agenda zio e delguerre scoppiano l'Abruzzo messi politica per accaparrarsi le insieme. Poco risorse naturali. meno di 2 miRispettare l’ambiente, quin- lioni di ettari erano superfici di, significa preservare la pa- agrarie. Però nessuno semce. Attualmente, molti con- bra inorridire. Forse sarà a flitti scoppiano a causa delle causa di una mentalità diffusa risorse naturali in possesso di secondo la quale se non si codeterminati Paesi. Dunque il struisce non si fa, non c'è motivo del mio riconosci- progresso economico... Il mento mi sembra chiaro: se suolo, se non muore a colpi di noi amministriamo le nostre fertilizzanti e pesticidi, sparirisorse naturali in maniera sce: se la sua tutela non enopportuna, oculata, sosteni- trerà presto a far parte delbile, con giustizia ed equità, l'agenda politica sarà ora che possiamo prevenire le guer- ci sia una mobilitazione pore”. (2006) polare in sua difesa”. (2008)

“Si comincia a parlare di possibili guerre per l’acqua, non solo per il petrolio. Ci sono nel mondo 1.200 milioni di persone che non hanno un accesso ad una quantità d’acqua sufficiente ai propri bisogni basici. Lasciando le cose come stanno, per il 2025, arriveranno a 3 miliardi. Non si vede come si possano implementare gli Obiettivi del Millennio senza risolvere il problema dell’acqua. La politica ha trovato una brillante soluzione: ha provveduto a privatizzare, su spinta della Banca Mondiale, le vecchie compagnie municipali, in tutto il mondo. Gestione inefficiente, che non rinnovava impianti, perché mancava delle economie di scala. Così un bene comune è diventato un bene di mercato e vedi caso, i bilanci delle grandi imprese transnazionali hanno moltiplicato negli ultimi anni i loro guadagni”. (2009)

“La pace sta nell'alimentare la democrazia ecologica ed economica e nel favorire la diversità... Creare la pace ci impone di risolvere le guerre per l'acqua, le guerre per il cibo, per la biodiversità, per l'atmosfera. Come disse una volta Gandhi: “la terra ha abbastanza per le necessità di tutti, ma non per l'avidità di pochi”. Il ciclo dell'acqua ci connette tutti e dall'acqua possiamo imparare il cammino per la pace e la via della libertà. Possiamo imparare a trascendere le guerre dell'acqua causate dall'avidità, dallo spreco e dall'ingiustizia, che provocano scarsità nel nostro pianeta in origine ricco di acqua. Possiamo lavorare insieme per creare democrazie dell'acqua. E se costruiamo la democrazia, costruiamo la pace”. (2003)


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SETTIMO OBIETTIVO GARANTIRE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

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a cura di Matteo Conci

UN'ESPLOSIONE Negli ultimi due anni è avvenuta un'esplosione di notizie legate ai temi ambientali. Dopo anni di silenzio e di interessata disattenzione le tematiche della sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici e dell'accesso alle risorse primarie si sono imposte nell'agenda politica degli organismi internazionali. L'Onu ha inserito lo sviluppo sostenibile tra gli obiettivi del millennio. Il premio nobel per la pace del 2007 è stato assegnato all'Ipcc e ad Al Gore per il lavoro, rispettivamente scientifico e di comunicazione, che hanno svolto sui temi del cambiamento climatico. Tutte le istituzioni internazionali, dall'Unione Europea al G8, hanno prodotto montagne di documenti di orientamento su questi temi. Da tutto il mondo si moltiplicano gli appelli perché si giunga ad azioni concrete, efficaci e immediate volte a contenere quella che potrebbe diventare una gigantesca catastrofe umanitaria e ambientale. DUE DOMANDE Qual'è la posta in gioco? Cos'è necessario fare per vincere questa sfida? Cominciamo dalla prima domanda: il pianeta Terra. Almeno così come l'abbiamo conosciuto sin d' ora. I modelli messi a punto dagli scienziati ci dicono con molta precisione che se non faremo qualcosa per cambiare le nostre politiche di sviluppo, in un futuro sempre più prossimo, potremmo assistere ad eventi devastanti come l'essiccazione delle foreste tropicali, la desertificazione di ampie zone del nostro pianeta oggi fertili, la sommersione di enormi città come New York o Tokio a seguito dell'innalzamento del livello dei mari. L'Onu ha, quindi, inserito la sostenibilità ambientale tra gli otto obiettivi. Lo ha fatto puntando l'attenzione su TRE PUNTI PRECISI E VERIFICABILI 1. "integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi", rappresenta la condizione essenziale per riuscire a evitare una catastrofe ambientale. Un'azione di governo che non vi dedichi specifiche risorse è fallimentare. Non possiamo più immaginare una politica che non tenga conto che le risorse del nostro pianeta sono limitate e delle conseguenze delle nostre azioni sull'ambiente. 2. arrestare la perdita delle risorse ambientali. Non solo quelle minerarie, ma anche e soprattutto quelle "biologiche". Il patrimonio più grande che l'umanità rischia di perdere nei prossimi anni è la biodiversità. Nelle proiezioni delle conseguenze del cambiamento climatico si stima che un innalzamento di due gradi della temperatura potrebbe causare la scomparsa di oltre il 30% delle specie viventi, che potrebbero arrivare al 50% nel caso l'aumento fosse di 4 gradi. Anche la deforestazione rischia di cancellare le più grandi riserve di biodiversità

Si calcola che la sola deforestazione è responsabile del 18% delle emissioni di gas serra del pianeta

In azione

Nel 2009 dieci scuole del Trentino hanno approfondito il settimo obiettivo del millennio

L’EDUCAZIONE Il lago scomparso. Viaggio ai confini del Sahara tra miti e realtà della desertificazione. Emilio Novati, Ed. I libelluli – Altreconomia, 2004 Istituto S. Cuore - Istituto Tecnico per Arti Grafiche, Trento

Sulle strade dell'acqua. Dramma in due atti e quattro continenti Francesco Comina, Ed. Il Margine, 2008 Istituto Tecnico Industriale “M.Buonarroti”, Trento - Centro di Formazione Professionale Centromoda Canossa, Trento - Liceo Scientifico “G.Galilei”, Trento

Ama la terra. Come te stesso Christoph Baker, Ed. Emi, 2008 Liceo Scientifico “L. Da Vinci", Trento

Il solare e l'economia globale: energia rinnovabile per un futuro sostenibile Hermann Scheer, Ed. Ambiente, 2004 Istituto I.T.C. “A.Tambosi” di Trento Il mercante d'acqua Francesco Gesualdi, Ed. Feltrinelli, 2007 Liceo tecnologico per le Costruzioni dell’ITCG Fontana di Rovereto - Istituto d'Arte “Vittoria, Trento Termometro terra. Il mutamento climatico visto da scienza, etica e politica AAVV, Ed.Emi, 2004 Liceo Scientifico “G.Galilei”, Trento L'impronta ecologica. Come ridurre l'impatto dell'uomo sulla terra Mathis Wackernagel e William E. Rees, Ed. Ambiente, 2008 Liceo Scientifico “G.Galilei”, Trento.

“10 LIBRI X 10 SCUOLE” 10 libri per 10 scuole è un evento della World Social Agenda edizione 2009, realizzato con il contributo e il patrocinio di Provincia autonoma di Trento – Assessorato alla solidarietà internazionale, Regione autonoma del Trentino Alto Adige, Comune di Trento, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto


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L'Onu ha inserito lo sviluppo sostenibile tra gli obiettivi del millennio

Anche se congelassimo il sistema economico allo stato odierno, lentamente consumeremmo tutte le risorse forestali e minerali del pianeta del pianeta distruggendo le foreste tropicali, dove si stima vivano circa la metà delle specie animali e vegetali. 3) dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Un obiettivo, questo, straordinariamente importante, considerando che ad oggi oltre 650 milioni persone in tutto il mondo non hanno accesso all'acqua potabile e che, sempre a causa dei cambiamenti climatici, per molte zone del mondo le disponibilità idriche sono destinate a diminuire. A tal proposito il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale di Trento ha appena concluso un percorso di formazione dedicato all'acqua con ingegneri di diverse parti del mondo. Si tratta evidentemente di obiettivi ambiziosi e proiettati verso il futuro. Ed è proprio questo lo snodo cruciale, perché se ci limitiamo ad osservare unicamente il presente la situazione ambientale del pianeta potrebbe non sembrare così tragica. Le foreste ricoprono ancora il 6% del pianeta, l'aumento di temperatura della terra non è superiore al grado rispetto all'epoca preindustriale e gli effetti del cambiamento climatico appaiono limitati. Ma le conseguenze delle nostre azioni si protrarranno a lungo nel tempo. Non si possono ricreare gli ecosistemi con la stessa velocità con cui vengono distrutti. Non si può programmare lo sfruttamento di una risorsa non rinnovabile ignorando il fatto che prima o poi essa finirà. Sul fronte del cambiamento climatico, l'anidride carbonica che immettiamo in atmosfera oggi impiegherà almeno 100 anni ad essere riassorbita com-

Per affrontare le nuove sfide c'è bisogno di nuova politica. E' di questo che si discuterà nel vertice dell'Onu di Copenhagen sul clima, il 7 dicembre prossimo pletamente dagli oceani e dalle foreste. Ormai, non è più sufficiente stabilizzare il consumo di risorse per evitare la distruzione delle risorse ambientali del nostro pianeta: consumiamo più di quanto la terra riesca a produrre. Anche se congelassimo il sistema economico allo stato odierno, lentamente consumeremmo tutte le risorse fore-

stali e minerali del pianeta e i livelli di gas serra continuerebbero ad aumentare con conseguenze tragiche. Per affrontare queste nuove sfide c'è dunque bisogno di nuova politica. Ed è di questo che si discuterà nel vertice dell'Onu di Copenhagen sul clima, il 7 dicembre prossimo. Un incontro fondamentale per riuscire a raggiungere quell'accor-

Le responsabilità maggiori dell'odierna situazione ambientale sono da ricercare nelle politiche delle nazioni occidentali

do "post-Kyoto" che da quasi dieci anni si insegue senza successo. Non per niente tutti gli organismi internazionali, dall'UE all'Onu, dal G8 al MEF (Foro delle Maggiori Economie), hanno dedicato in quasi tutti gli incontri di quest'anno ampio spazio alla sostenibilità ambientale. Ma in che modo gli accordi internazionali possono riuscire ad adeguare interessi dei singoli paesi ed essere allo stesso tempo efficaci nell'abbassamento delle emissioni? QUATTRO IMPEGNI 1) Precisi. Non possiamo più limitarci a dire "vogliamo contrastare i cambiamenti climatici". È necessario fissare un tetto per la concentrazione di gas serra in atmosfera e progettare seriamente una strada per riuscire a raggiungerlo, stabilendo il tetto di emissioni massime per ciascun Paese. 2) Sostenibili. Economicamente. Secondo il Rapporto Stern, redatto nel 2006 da un'economista inglese per cercare di capire gli effetti sull'economia del cambiamento climatico, per riuscire a stabilizzare la concentrazione di CO2 tra le 400 e le 450 ppmv (parti per milione in volume) c'è bisogno di investimenti compresi tra l'1 e il 2% del PIL mondiale. Si tratta di una cifra enorme ma è una cifra ragionevole se si considera che il rapporto Stern prevede un crollo del PIL mondiale del 20% se nulla venisse fatto in tema di politiche ambientali. 3) Equi. Le responsabilità maggiori dell'odierna situazione ambientale sono da ricercare nelle politiche delle nazioni occidentali nonostante siano i Paesi in via di sviluppo a pagarne per primi le conseguenze. Secondo un recente studio Unicef, se non verrà rispettato il settimo obiettivo sarà difficile portare a termine con successo gli altri 6.

4) Coercitivi. Si dovrà istituire un organismo internazionale per il controllo dell'impegno dei diversi paesi e per il monitoraggio dell'efficienza delle contromisure prese. Con l'inedita possibilità di sanzionare. La riuscita o meno del vertice di Copenhagen sono i primi due punti: la quantificazione dei limiti di emissioni e degli investimenti. Non possiamo dimenticare che – se escludiamo il Trattato europeo per il piano 20 – 20 - 20 (che si propone di ridurre del 20% delle emissioni di CO2 e di aumentare al 20% la quota di energia da fonti rinnovabili entro il 2020), che ha avuto il coraggio di fissare un tetto per le emissioni di ciascun Paese aderente, da Kyoto ad oggi nessun vertice sul clima si è concluso con un impegno formale da parte dei governi. Il quadro di una politica internazionale ancora inconcreta non deve condurci ad un atteggiamento di rassegnazione. Siamo ancora in tempo per salvare il pianeta e gli sforzi forse richiesti saranno intensi ma sostenibili. Qualche esempio. Si calcola che la sola deforestazione è responsabile del 18% delle emissioni di gas serra del pianeta. Un altro 20% è dovuto a un cattivo uso dell'energia e potrebbe essere annullato con valide politiche di risparmio energetico. Solo intervenendo su questi due punti potremmo ridurre di quasi il 40% le emissioni globali! Per riuscire, però, avremo bisogno di una società civile responsabile, capace di capire gli effetti delle proprie azioni e di mettere in atto comportamenti nuovi; verdi. La partita è ancora aperta. La scelta è nostra. l


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TU IN A Spegnere la luce, chiudere il rubinetto, prendere il bus... ci sono un’infinità di piccole azioni che a ciascuno di noi costano poco, ma, sommate, comportano benefici reali per la nostra povera Terra. Dalla gestione dei rifiuti

CONSUMI

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SPEGNI LA LUCE Spegni la luce quando non serve! Non lasciare televisione, decoder, stereo, computer in stand by. Spegnili. Acquista elettrodomestici con l’etichetta sull’efficienza energetica. Non solo a casa; anche in ufficio! “L’ultimo spegne la luce!” “Pausa pranzo? Spengo il monitor”. Poni le scrivanie vicino le finestre. Pulisci regolarmente gli apparecchi di illuminazione e le lampade: la polvere può ridurre anche del 20% la luce. ABBASSA O SPEGNI Abbassa la temperatura dei frigoriferi e tieni la porta chiusa il più possibile. Spegni frigo e congelatori se rimangono completamente vuoti (durante i periodi di assenza e vacanze). Posiziona frigo e congelatori lontano da fonti di calore e non inserirvi pietanze calde. SPEGNI LO SCALDABAGNO Scopri l’acqua calda! Compra uno scaldabagno a gas piuttosto che uno elettrico: consuma meno e si ha sempre l’acqua calda. E se non lo puoi sostituire, metti un timer di accensione che lo tenga acceso solo poche ore la notte e lo spenga di giorno.

In pochi anni ammortizzerai la spesa ed inizierai a guadagnare. In tutti i sensi. TAPPA GLI SPIFFERI Scopri se anche casa tua è una groviera. La maggior parte delle nostre case fanno aria da tutte le parti. Controlliamo gli spifferi alle finestre di casa nostra. Basta accendere una candela. Le nuove superficie vetrate fanno molto per il recupero energetico. RIEMPILE Usa lavastoviglie e lavatrice sempre a pieno carico. Riguardo l’ultima, al posto del prelavaggio usa prodotti specifici. I tuoi vestiti saranno comunque senza macchie! Usa basse temperature. Se avete lo spazio proponi una “lavanderia residenziale”. Dotandoti di apparecchiature professionali di lavaggio puoi lavare fino a 10 chili di biancheria. Risparmiando energia, tempo, acqua, detersivi e spazio in casa. In più dialoghi con i vicini.

RIFIUTA OGM OGM? No grazie! L’ingegneria genetica è la più importante innovazione del nostro tempo. Ma usarla nella medicina è ben diverso che colonizzare i supermarket con prodotti “Frankenstein”. Non scegliere prodotti creati in vitro di cui non si conoscono gli effetti. Opta per il biologico tutte le volte che puoi. Appoggia le organizzazioni che si battono per il diritto di rifiutare gli OGM.

PASSA AL SOLARE Grazie agli incentivi statali ti conviene passare al solare.

RECUPERA L’ACQUA Raccogli l’acqua piovana. Con un secchio sul terrazzo puoi recuperarla. E puoi tranquillamente usarla per irrigare i fiori e l’orto. Hai usato l’acqua per lavare frutta e verdura? Non buttarla. Usala per le tue piante. BEVI NATURALE Imbrocchiamola. Fai il caffè con l’acqua del rubinetto. Al bar chiedi “l’acqua del sindaco”. Abbattiamo il triste primato italiano del consumo di acqua in bottiglia. L’acqua del rubinetto è potabile e ottima: bevi quella.

MANGIA MENO CARNE Mangia meno carne. È la seconda attività più inquinante sulla terra! Ogni hamburger equivale a 6 metri quadrati di alberi abbattuti e a 75 chili di gas responsabili dell’effetto serra. Il 70% di cereali, soia e semi prodotti ogni anno negli Usa serve a sfamare animali. Non uomini.

COLORA ECOLOGICO Nelle nostre case ci sono costanti fonti tossiche. Le colle, le vernici, gli arredi, i prodotti per la casa. L’alternativa è la pittura ecologica. Hanno un basso impatto ambientale per tutti: chi le produce, chi le utilizza, chi abita in casa. Ci sono di tutti i colori e non hanno il cattivo odore delle pitture tradizionali. Sceglili. E-colora!

CALDO? TOGLITI LA CRAVATTA Non sei al Polo Nord. Non serve usare sempre i refrigeratori. Impostali dai 5 agli 8 gradi in meno rispetto alla temperatura esterna. Se puoi, scegli i ventilatori. E quando non li usi più, spegnili subito. Se spalanchi le finestre prima dell’alba potrai refrigerare la casa. Durante il giorno puoi conservare il fresco tenendo parzialmente abbassate le persiane dal lato ove batte il sole.

CHIUDI L’ACQUA Non lasciar scorrere l’acqua inutilmente. Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti, fai la doccia, lo shampoo o lavi i piatti. Non serve lavare l’auto una volta al mese. Non irrigare le campagne quando piove. Ripara i rubinetti che perdono. Applica ai rubinetti i frangigetto che miscelano acqua ed aria; permettono di risparmiare fino a 6000 litri d’acqua all’anno.

MANGIA ECOLOGICO Scegli i prodotti di stagione, locali e appena raccolti. Rapportati direttamente con i produttori di cibo bio. Acquista nei mercati, o presso i gruppi di acquisto. Consulta la Mappa del Cibo Locale. Evita così l’assunzione di composti chimici di sintesi e l’utilizzo di ogm e additivi.

VERDURA E FRUTTA DI STAGIONE Le pesche a dicembre e i cavoli in agosto... nei negozi si può trovare di tutto. Importato dall’altro capo del mondo. Trasportata in celle frigorifere per giorni. Con meno proprietà nutritive. Orientati sui prodotti locali, di stagione. C’è più gusto.

FREDDO? METTI LA MAGLIA Non abusare del riscaldamento. Accendilo quando serve e spegnilo quando non serve più. Non utilizzarlo al massimo. Non tenere le finestre aperte; finirai per consumare tantissimo. D’inverno mettiti una maglia in più e vesti i tuoi figli e spegni i termosifoni nelle camere: meglio una coperta in più. 18- 20 gradi in casa sono sufficienti. Non coprire i termo con copri-termosifoni e tendaggi.

ACQUA

SOSTITUISCI LA LAMPADINA Cambia le lampadine ad incandescenza con quelle a basso consumo energetico o a fluorescenza compatta. Costano un po’ di più, ma durano 12 volte di più. Consumano meno. Illuminati di meno! Dalla casa al condominio, dal quartiere alla città.

TRASPORTI

VIAGGIA LEGGERO Dove vado quest’anno in vacanza? Scegli una meta che ti permetta di essere un turista responsabile. Scegli strutture ricettive che siano meno impattanti possibili sull’ambiente. Entra in contatto con la popolazione locale. Rispetta le culture. Segui i principi della giustizia sociale ed economica.

PASSA AL METANO Ti conviene. Spendi la metà della benzina. Ti fa viaggiare forse un po’ più piano risparmiando punti della patente, denaro e soldi per le multe. Inoltre risparmi nell’acquisto grazie agli incentivi statali. E, per dirla con Rino Gaetano, il cielo è sempre più blu. VAI IN BICI Ad andare in bicicletta non si disimpara mai. Ricominciamo ad usarle. Riscopriamo le nostre città in modo salutare ed ecologico. De-

congestioniamo il traffico. Non impazziamo per trovare un parcheggio. Rimontiamo in sella, a ruota libera. VAI IN TRENO Gita domenicale? Viaggio di lavoro? Prendi il treno. Ti permetterà di sperimentare un rapporto privilegiato con il territorio ed il paesaggio, che diventerà parte del viaggio. La socializzazione inizierà da subito.


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AZIONE

all’oculato consumo della risorsa acqua, da un intelligente uso dei trasporti alla scelta ono, di stili di vita che la rend in definitiva, più piena e degna di essere vissuta. tà, Ricorda, più che la quanti t vale la qualità .ne ore i l g i della vita. om ond unm

LEGGI L’ETICHETTA Le etichette mettono a disposizione del consumatore le informazioni relative ad un prodotto. Ci tutelano e ci permettono di fare una migliore valutazione del rapporto qualità-prezzo. Il succo di arancia potrebbe essere stato confezionato dall’altra parte del mondo da aziende che violano i diritti umani, il maglione fatto maltrattando animali, giocattoli con il lavoro minorile, il legno tagliando foreste non certificate. Leggi le etichette, cerca i marchi di garanzia. SALI LE SCALE Sali le scale e lascia l’ascensore a chi non può farlo. E’ un esercizio fisico che fa solo bene al tuo corpo. Insegna ai tuoi ragazzi che salire le scale riduce del 15% la possibilità di contrarre malattie cardiovascolari. SPEGNI LA TV Apri un libro. Ascolta una storia. Parla con qualcuno. Esci. Non occupare ogni minuto libero della tua giornata davanti ad uno schermo. Spegni il video. Non vivere in funzione del palinsesto televisivo; chatta di meno, chiacchiera di più. Rimarrai sorpreso da quante cose si possono fare in tutte le ore liberate.

FATTI L’ORTO Trasforma il tuo balcone, il tuo terrazzo, il tuo giardino e fatti l’orto. Anche in centro. Porta la campagna dentro la città. Anche in un piccolo spazio puoi seminare, piantare, concimare, innaffiare, creare un angolo verde. Coltivalo ed innaffialo con acqua di recupero! FREE SOFTWARE I programmi in vendita costano un salasso! Usa l’alternativa dei software liberi, nati grazie al lavoro di gruppi di appassionati volontari. Usa i programmi free… sarai più libero anche tu! INVESTI IN FINANZA SOLIDALE Investi in finanza solidale a sostegno del commercio equo. O in microcredito. Apri il tuo conto in una banca con un profilo etico. Metti il tuo denaro al tuo servizio e al servizio di ciò in cui credi: fallo valere. La crisi economica ha dimostrato che è stato l’unico denaro che non ha subito ribassi. L’unico che non cercava speculazioni. PARTECIPA Un lampione non funziona? Quell’incrocio è pericoloso? L’altalena è rotta o il tombino intasato? Segnalalo e dai suggerimenti. Contatta l’amministrazione più vicina. Ma, soprattutto, partecipa alla vita sociale del tuo quartiere. Iscriviti ad un’associazione ambientalista e sostienila nelle sua battaglie per la salvaguardia del creato. Abbonati al teatro, al cineforum. Iscriviti ad un par-

tito non xenofobo o ad un sindacato. Apri la tua mente. PARLA PIANO Abbassa la voce. Soprattutto quando sei al telefono e in un luogo pubblico. In Italia ci sono più telefonini che persone. Quindi suonerie, messaggi, conversazioni. Abbi rispetto del vicino: metti il telefonino sul modo silenzioso e parla piano. Ogni tanto (meglio: spesso) spegnilo: non serve essere sempre raggiungibili. INVITA UN ESTRANEO A casa tua. Le comunità si mobilitano troppo facilmente nel respingere gli “estranei”. Abbiamo solo da guadagnare con l’accoglienza. APPROFONDISCI No slogan, please. Dati il tempo per approfondire i fatti al fine di non cadere nell’antipolitica e nei luoghi comuni. Stiamo, a tal fine, elaborando 130 guide per te. Seguici. ACCONTENTATI Guardati intorno. Renditi conto di ciò che hai. Cerca l’essenzialità ed evita lo spreco. Non cercare ciò che non ti serve e fatti bastare ciò che hai. Se non vivi con l’angoscia dell’”avere sempre di più” sarai molto più felice. RIFORESTA IL MONDO Attraverso una donazione puoi sostenere la riforestazione del Kenya con il progetto Tree is Life. Un progetto che consente di piantare, nel sud del mondo, più di mezzo milione di piante all’anno compensando il nostro consumo di ossigeno nel nord.

REGALA EQUO E SOLIDALE Tostati, fatti a mano, tessuti, impastati, colti, colorati. Non solo a Natale, please. Ogni occasione è buona per un cesto con prodotti del commercio equo-solidale o dell’artigianato. Entra in una Bottega del Mondo: regala alta qualità e alta dignità. Artigianato e cibo dell’altro mondo.

LEGGI UNIMONDO Fai di Unimondo - www.unimondo.org - la tua Home Page. Avrai un’informazione qualificata e pluralista sullo sviluppo umano. Troverai dossier su pace, sviluppo ed ambiente. Potrai arricchirti. T’ informeremo ogni giorno su tematiche importanti con news, opinioni, campagne, guide che provengono dai nostri partner.

LIBERATI DALLE MAFIE Scegli pasta, vino, olio e miele prodotti dalle cooperative che lavorano le terre confiscate a Cosa Nostra. Prodotti buoni non solo per la ta-

RIFIUTI

DIFFERENZIA Non esser pigro. Differenzia i tuoi rifiuti. Ogni cosa che non usi più ha il suo posto. Carta con carta. Vetro con vetro. Plastica con plastica. Riduci al minimo il residuo che non si può riciclare. Acquista con pochi imballaggi. Non lasciamo sommergerci dalla spazzatura.

COMPRA PRODOTTI, NO RIFIUTI All’apparenza complicato. Ma non impossibile. Ogni giorno ci portiamo a casa dal supermercato chili di rifiuti. Cerchiamo di limitare gli imballaggi: scegliamo confezioni costituite dal minor . Scegliamo le confezioni formato famiglia e non monodose. Preferiamo i prodotti di stagione e non surgelati o in scatola. Riusiamo gli imballaggi, riusare una confezione si può!

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STILI DI VITA

ACQUISTA ASSIEME Spendi meno, spendi meglio! Unisciti ad un GAS (gruppo acquisto solidale). Inizia ad acquistare in gruppo all’ingrosso: puoi risparmiare, ridurre l’inquinamento, ridurre gli sprechi, avvicinarti ai produttori. Per non restare solo nella tua critica al consumismo.

r w. pe

STAMPA SUL RETRO Riduci la produzione di rifiuti cartacei in ufficio. Utilizza l’opzione “stampa fronte retro” della carta riciclata. Circa 2/3 delle stampanti in commercio danno questa possibilità. Con un semplice click il tuo consumo di carta si ridurrà del 50 %. Non solo. Usa l’opzione economy in modo da consumare molto meno toner.

vita trentina

vola ma anche per il nostro sud d’Italia.

: ww Fonte

DECELERA Ma quanto corri? Andare a lavorare, fare la spesa…. perfino per andare a divertirti. Meno impegni, più tempo. Più che la quantità vale la qualità della vita.

11 ottobre 2009

In azione RIUSA, RIPARA, RICICLA No all’”usa e getta”. Concedi una vita più lunga ad un oggetto. Usalo finché funziona. Riparalo finché puoi. Regala quello che non usi più, ma che è ancora funzionante. Organizza nel tuo quartiere le”feste del riuso” ove tutti portano in un tal giorno cose di seconda mano; possono beneficiarne altri. ACQUISTA SENZA NYLON Porta sempre con te borse di cotone o tela per fare la spesa. Sono comode, colorate e durevoli. Quando acquisti, dì no alle shopper in plastica! L’Italia dovrebbe abolirle. Cominciano noi!


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vita trentina

a cura di

neticamente modificate. Nonostante la comunità scientifica sembri ormai concordare sulla non pericolosità, per la salute umana, dei prodotti geneticamente modificati, in Italia, come nel resto d’Europa si è dubbiosi sui reali benefici degli ogm. Oltre alla loro “artificialità”, infatti, a preoccupare sono soprattutto la natura dei controlli su di essi effettuati e i rischi di contaminazione che minaccerebbero seriamente le altre coltivazione e la biodiversità in generale. La frase "Se controlli il petrolio, controlli le nazioni, se controlli gli alimenti, controlli i popoli". HENRY KISSINGER Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/OGM

Biotecnologie Secondo la Convenzione sulla Diversità Biologica delle Nazioni Unite per biotecnologia si intende “ogni applicazione tecnologica che si avvale di sistemi biologici, di sistemi viventi o di loro derivati, per realizzare o modificare prodotti o procedimenti per un uso specifico”. La società civile è da anni impegnata a sensibilizzare sui rischi spesso sottovalutati di alcune applicazioni della biotecnologia onde evitare il rischio di vivere in un “mondo sotto brevetto”. La frase “Non è solo la tecnologia a creare sviluppo, è la biodiversità ad arricchirci e ad essere più produttiva della tecnologia”. VANDANA SHIVA Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Biotecnologie

Petrolio

Cambiamento climatico Il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e delle alluvioni sono tutti sintomi di un cambiamento climatico ormai in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future sono enormi, e ci obbligano ad intervenire con urgenza. La frase ”Non è un problema di ricchi o poveri, di nord o sud. Si verifica in tutte le regioni". BAN KI MOON, DAVOS, 2008 Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Cambiamento-climatico

CO2 L'impatto delle attività umane sul clima della terra non è più trascurabile. La terra si sta scaldando sempre più velocemente e la causa è da cercare nell'anidride carbonica emessa. Se non faremo niente per invertire questo trend, le conseguenze potranno essere gravi: immense aree oggi fertili trasformate in terra arida, aumento della frequenza dei fenomeni meteorologici straordinari (tifoni, alluvioni, uragani), estinzione di oltre il 30% delle specie animali e vegetali presenti sulla terra, solo per citarne alcune. La frase "Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno: «A cosa pensavano i nostri genitori? Perché non si sono svegliati quando ne avevano la possibilità?» Prepariamoci sin d'ora a rispondere a questa domanda". AL GORE, PREMIO NOBEL PER LA PACE 2007 Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/CO2

Contaminazioni Quando si parla “sito contaminato” ci si riferisce a tutte quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane, è stata accertata un'alterazione delle caratteristiche qualitative dei terreni, delle acque superficiali e sotterranee, le cui concentrazioni superano quelle imposte dalla normativa. Responsabili delle contaminazioni sono sostanze altamente tossiche per gli esseri umani, per gli animali e per la natura in generale, in grado di permanere intatte nell’ambiente per generazioni, percorrere lunghe distanze propagandosi attraverso l’aria o l’acqua e accumularsi nei tessuti degli organismi viventi. Veleni che degradano senza poter essere a loro volta degradati e che vengono riversati in quantità tali da compromettere l'organizzazione complessa degli ecosistemi. La frase “Ho visto bambini catturare i pesci in un modo nuovo, gettando pesticidi in uno stagno. Molti pesci, morti, venivano in superficie. I bambini li prendevano per poi portarli alle loro madri, per cucinarli”. SCRITTORE PAKISTANO Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Contaminazioni

Ecologia Nell’era dell’allarme energetico, di cambiamenti climatici sempre più evidenti e di crisi finanziaria, l’ecologia, in tutte le sue forme e discipline, torna a essere una preziosa alleata per uno sviluppo equilibrato e sostenibile. Chiusa l’era dei consumi sfrenati, si ritorna a comprendere che viviamo “a credito” con la natura e le sue risorse limitate e che, attraverso il consumo cieco, stiamo derubando noi stessi del nostro futuro, avvelenando aria, acque e suolo. La frase "Più lenti, più profondi, più dolci". ALEX LANGER Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Ecologia

Energie rinnovabili L’intreccio tra questione energetica, cambiamento climatico e sicurezza globale evidenziano che l’attuale modello di sviluppo fondato sull’energia fossile non è più sostenibile nel tempo e nello spazio. Il futuro richiede una profonda trasformazione nelle modalità di produzione e consumo dell’energia e, di conseguenza, nella produzione di beni e servizi, nella mobilità di persone e merci, nei livelli di confort e di benessere che dovranno essere alimentati da tecnologie che producono energia usando il sole, il vento, le maree. Le energie rinnovabili rappresentano dunque l’orizzonte per la realizzazione di un sistema economico e sociale sostenibile per le presenti e future generazioni. La frase “Ne sai già abbastanza. Io pure. Le conoscenze non ci mancano. Ciò che manca è il coraggio di comprendere quello che sappiamo e di trarne le conclusioni”. SVEN LINDQVIST Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Energierinnovabili

Foreste e deforestazione Quando pensiamo a una foresta tendiamo spesso a ridurla a un insieme di alberi. Sebbene gli alberi siano la componente dominante è più corretto parlare di foreste come di comunità di piante, animali e microorganismi che convivono tra loro formando ecosistemi complessi. Oltre il 30% della superficie terrestre è ricoperta da foreste ed esse possono essere considerate come un vero e proprio "magazzino" della biodiversità, ospitando i due terzi delle specie terrestri presenti sul pianeta. Inoltre, esse sono il "polmone verde" del pianeta con la loro straordinaria ed unica capacità di riconvertire in ossigeno l'anidride carbonica presente in atmosfera. Perdere le foreste significa perciò destabilizzare il sistema climatico e cancellare la più importante miniera di biodiversità della terra. La sfida per la tutela di questo patrimonio è aperta e ci riguarda da vicino.

La frase “Piantare alberi è per me un segno di speranza, che dimostra che nel momento in cui agiamo concretamente possiamo fare la differenza”. WANGARI MAATHAI, PREMIO NOBEL PER LA PACE NEL 2004 Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Foreste-edeforestazione

Inquinamento L'inquinamento è la più visibile e insieme più negativa delle conseguenze nel tentativo dell'uomo di modificare l'ambiente circostante. I rifiuti dell'industria petrolchimica, l'uso indiscriminato di pesticidi nell'agricoltura, le scorie nucleari, l'uranio impoverito che contaminano persone, animali e territorio, sono sicuramente gli esempi più lampanti e ricorrenti. Riguarda tutti. La frase “L’instabilità ecologica è collegata a quella degli avvenimenti umani”. CHRISTOPHER FLAVIN, PRESIDENTE DEL WORLDWATCH INSTITUTE DI WASHINGTON Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Inquinamento

Nucleare Fin dai suoi albori la tecnologia nucleare, con potenzialità e rischi connessi, ha fatto discutere mondo scientifico, politico e movimenti ambientalisti. Dopo un rallentamento in seguito al grave incidente di Chernobyl, la produzione di energia dall’atomo conosce oggi una nuova attenzione come ipotesi energetica in un contesto globale di sempre più serrata crisi delle risorse fossili e lotta al cambiamento climatico. Ma non mancano le critiche e le proteste, anche in Italia dove il Governo Berlusconi ha recentemente deciso di reintrodurre il nucleare nonostante, ad oltre vent'anni dalla chiusura delle centrali, resta ancora da completare il totale smantellamento delle scorie, la rimozione delle ex centrali. La frase “Non si può essere certi che l’uranio impoverito non venga utilizzato per le armi nucleari”. ANTHONY ALBANESE, PARLAMENTARE DELL’AUSTRALIAN LABOR PARTY, INTERVISTA RILASCIATA AL NEW YORK TIMES, 2 AGOSTO 2006 Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Nucleare

Ogm Gli Ogm sono quegli organismi il cui materiale genetico viene modificato in un modo diverso da quanto avviene in natura. Nel 2008 sono arrivati a quota 25 gli stati in cui si coltivano piante ge-

Dal 1965 ad oggi il consumo di petrolio è aumentato del 275%. Nel solo 2007 sono stati utilizzati 31 miliardi di barili di petrolio (un barile corrisponde a circa 160 litri), il 70% dei quali sono stati impiegati nella produzione di carburanti, fondamentali per i settori dei trasporti e della produzione di energia elettrica. Dal greggio, infatti, dipende il 96% dei mezzi di trasporto e il 36% (in potenza fornita) delle centrali elettriche. Se poi, oltre al petrolio, includiamo anche altre fonti fossili non rinnovabili, quali gas naturale e carbone, la quota sale all'89% nel caso della produzione di energia. Quasi tutta l'economia mondiale, così come la conosciamo oggi, è dipendente dal petrolio. La frase “Non bisogna far sì che l'umanità finisca per trovarsi nella situazione della scialuppa di salvataggio!”. HANS JONAS Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Petrolio

Rifiuti La questione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti ha assunto negli anni una dimensione sempre maggiore a livello internazionale e nazionale come conseguenza dell’attuale sistema economico e sociale fondato sulla continua crescita della produzione e del consumo. Il problema non è dato solo dalla quantità di rifiuti prodotti, ma anche dalla loro qualità: i rifiuti pericolosi creano, infatti, impatti devastanti sugli ecosistemi naturali. In Italia si è sviluppata nel corso degli ultimi vent'anni una vera e propria economia parallela fondata sul traffico illegale di rifiuti. La frase “I rifiuti della società industriale, e in maniera del tutto particolare quelli della civiltà dei consumi, sono in qualche modo il “rimosso” di quell’attività di rapina e di spreco delle “risorse” della terra su cui si fondano”. GUIDO VIALE Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Rifiuti

Tutela ambientale Negli ultimi decenni il nostro pianeta ha continuato a subire un processo di degradazione ambientale difficilmente arrestabile, dovuto in massima parte alle attività umane. La necessità di politiche organiche volte alla salvaguardia dell’ambiente è stata riconosciuta a livello internazionale nel 1972, con la creazione, da parte dell’ONU, dell’UNEP (United Nations Environment Programme); mentre 20 anni più tardi, con la conferenza di Rio de Janeiro, è stato sancito il legame tra tutela ambientale e sviluppo sostenibile. A causa dell’inquinamento e dello sfruttamento ambientale oggi sono numerose le specie che rischiano l’estinzione. Per questo molti Paesi hanno sottoscritto la Convenzione internazionale sulla biodiversità, impegnandosi così a raggiungere il “2010 biodiversity target”. In termini legislativi due importanti strumenti sono la valutazione di impatto ambientale (VIA) e la valutazione ambientale strategica (VAS). La frase "Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Non è stato l'uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso". CAPO SEATTLE Link www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Tutela-ambientale


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La carenza d’acqua potabile, così come la malnutrizione, ha conseguenze negative sulla salute; le risorse contaminate possono essere veicolo di contagio

di Emma Mitrotta

erra ed acqua. Due elementi insostituibili per la sopravvivenza dell’ecosistema. La scarsità può risultare da: l’aumento della popolazione mondiale e il conseguente incremento nel consumo delle stesse, la loro iniqua distribuzione geografica e lo sfruttamento inadeguato che ne altera sia qualità che quantità. Nord e Sud. Le nazioni industrializzate possono sviluppare un adattamento alle mutate condizioni ambientali grazie ai mezzi tecnici e alle conoscenze a loro disposizione mentre i Paesi impoveriti non hanno tali strumenti. Hanno spesso istituzioni corrotte o inadeguate a gestire la crisi e sono maggiormente

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I cambiamenti climatici si manifestano con il surriscaldamento globale, lo scioglimento di nevi e ghiacci, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento di eventi naturali estremi (cicloni, tsunami, forte siccità....) capaci di causare emergenze umanitarie e flussi migratori rilevanti

La mancanza di cibo e di acqua può provocare contrasti che, nei casi peggiori, si trasformano in veri e propri conflitti I flussi migratori sono una conseguenza peculiare del degrado ambientale. Le popolazioni più colpite sono costrette a spostarsi in aree meno degradate dipendenti dalle condizioni ambientali poiché organizzati su economie prevalentemente agricole. Tale degrado aumenta la violenza tra gruppi concorrenti nello sfruttamento delle poche risorse naturali. La mancanza di cibo, derivante dalla ridotta presenza di terreni coltivabili e dalla minore produttività degli stessi e la penuria di risorse idriche incontaminate sono cause sufficienti a provocare contrasti che, nei casi peggiori, si trasformano in veri e propri conflitti. I flussi migratori sono una conseguenza peculiare del degrado ambientale. Le popolazioni più colpite sono costrette a spostarsi in aree meno degradate. Nella maggior parte dei casi si muovono all’interno dello loro stesso Paese o in Stati vicini. Questi “eco-profughi” rappresentano una fonte di instabilità sociale e conflitto soprattutto quando si spostano in altre zone carenti di risorse entrando in competizione con le popolazioni indigene. La terra, indispensabile per produrre cibo, sta deteriorandosi a causa del clima e, talvolta, è ipersfruttata per soddisfare il crescente fabbisogno alimentare mondiale. La minore presenza di suolo coltivabile, anche per l’acquisto di vaste aree in Africa da parte delle potenze asiatiche, ha accresciuto la competizione tra gruppi antagonisti. Nel continente nero gli

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agricoltori e i pastori nomadi concorrono per il controllo di aree fertili. All’origine del conflitto in Darfur, per esempio, vi è la competizione fra pastori nomadi e contadini per l’accesso a terreni fertili e fonti acquifere incontaminate. Tale antagonismo ha assunto una connotazione etnica, tanto che si è iniziato a distinguere tra tribù di origine araba e tribù africane. Lo stesso Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha convenuto che il raggiungimento di un accordo di pace duraturo è connesso alla risoluzione delle questioni relative ad un equo accesso a terra, acqua e risorse naturali di fondamentale importanza. Come la terra anche l’acqua risente del degrado ambientale. Essa non ha sostituti e soddisfa bisogni assoluti. Il deterioramento delle risorse idriche è dovuto soprattutto all’attività umana. L’acqua viene spesso utilizzata come mezzo di pressione politica o è considerata valido obiettivo militare in tempo di guerra. Il caso più noto è quello del bacino del Giordano, le cui risorse sono contese da più Stati e la loro condivisione rappresenta uno dei nodi cruciali nell’interminabile conflitto israelo-palestinese.

Anche l’Eufrate e il Nilo sono stati spesso al centro di dispute internazionali. Quest’ultimo, che attraversa alcune delle regioni più aride del Nord Africa, è stato sottoposto ad un progetto volto a promuovere un uso equo e sostenibile delle sue acque da parte di tutti gli Stati rivieraschi (“Nile Basin Initiative”). La carenza d’acqua potabile, così come la malnutrizione, ha conseguenze negative sulla salute; le risorse contaminate possono essere veicolo di contagio di malattie altamente infettive. Zone a rischio sono sia quelle afflitte da mancanza d’acqua sia le aree soggette a pericolo di inondazioni, come il Bangladesh, che sorge sul

delta dei fiumi Gange e Brahmaputra, il cui straripamento porterebbe la popolazione locale ad emigrare in massa nei Paesi vicini, con convivenze non facili. Il deterioramento di terra e acqua è aggravato dai cambiamenti climatici che si manifestano attraverso fenomeni come il surriscaldamento globale, lo scioglimento di nevi e ghiacci, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento di eventi naturali estremi (cicloni, tsunami, periodi di forte siccità, ecc.) capaci di causare emergenze umanitarie e flussi migratori rilevanti. Le ripercussioni che tali mutamenti hanno sulla qualità dell’acqua e sulla disponibilità di cibo e di altre risorse naturali sono notevoli, giacché alterano la distribuzione di dette risorse e accrescono la competizione, anche violenta, per l’accesso. Le alte temperature, poi, favoriscono la riproduzione dei vettori di malattie altamente infettive come la malaria. Le piccole isole (come le Maldive, le Fiji, le Isole Salomone, ecc.) sono tra i Paesi più vulnerabili a tali fenomeni. Le comunità autoctone hanno mostrato buone capacità di adattamento e hanno adottato alcune strategie di contenimento basandosi su conoscenze tradizionali ma questi metodi non sono più sufficienti e le popolazioni locali necessitano di nuovi mezzi e tecnologie (come cisterne per gestire i periodi di secca o l’accesso a sistemi di energia rinnovabile) fornite dai Paesi sviluppati. Un’attenta analisi su quali siano le zone ecologicamente a rischio può aiutare a prevenire gli scontri e può portare a soluzioni integrate, volte ad evolvere le diverse cause del conflitto. l

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Grazie a... La World Social Agenda 2009 è sostenuta e patrocinata da: • Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza

• Regione Autonoma Trentino Alto Adige

Scuola, cooperazione, web & territorio a World Social Agenda (WSA) è un’iniziativa, a cadenza annuale, su temi di carattere sociale ed internazionale. Promossa dalla Fondazione Fontana onlus è presente in Trentino Alto Adige e nel Veneto dal 1999 ed ha realizzato numerosi appuntamenti e percorsi culturali ed informativi sui temi dello sviluppo umano, la pace, l’intercultura e la giustizia globale. A partire dal 2008, la World Social Agenda segue la cornice tematica degli Obiettivi del Millennio, in un conto alla rovescia verso il 2015, anno entro il quale 189 paesi si sono impegnati a realizzare un mondo più socialmente ed economicamente equo.

L • Comune di Trento

• Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

WSA & scuole Un percorso tra scrittori, libri e recensioni, questo è il laboratorio “10

La World Social Agenda per gli Obiettivi del Millennio libri x 10 scuole” che entra nelle scuole con un rovesciamento di prospettiva, ossia mettere i ragazzi in cattedra, farli leggere e soprattutto farli raccontare ciò che la lettura ha trasmesso loro. In questi anni sono stati centinaia gli studenti coinvolti tra il Trentino e il Veneto. WSA & cooperazione Il tentativo di rilettura della “cooperazione allo sviluppo” del tempo presente. La “Carta di Trento per una migliore cooperazione internazionale” è un documento scritto a più mani da organizzazioni che a diverso titolo si occupano di cooperazione

LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE CHE VORREMMO

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WSA & web La piazza reale della World Social Agenda si interseca con la piazza virtuale di Unimondo.org. I temi dello sviluppo umano globale vengono discussi negli incontri e nei percorsi della WSA e giornalmente approfonditi e aggiornati nelle notizie, nelle guide e negli appelli che il portale di Unimondo offre agli internauti consapevoli. Unimondo è il nodo italiano della rete internazionale

WSA e territorio La World Social Agenda come laboratorio di reti e collaborazioni locali dove organizzazioni cittadine e di quartiere progettano e realizzano iniziative che legano le buone pratiche e i saperi locali con i grandi temi sociali internazionali. Un ciclo di incontri e eventi pubblici per dire che un mondo nuovo è possibile... a partire da noi.

La “Carta di Trento per una migliore cooperazione” è il risultato di un percorso partecipato da attori di cooperazione internazionale istituzionali e non-governativi, avviato nel 2008 a Trento, all’interno delle iniziative della World Social Agenda. I promotori della Carta sono: CAM – Consorzio Associazioni con il Mozambico, Museo Tridentino di Scienze Naturali, Fondazione Fontana Onlus, Tavolo Trentino con Kraljevo, GTV-Gruppo Trentino Volontariato, Mandacarù Onlus Scs, ACCRI–Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale per una Cultura di Solidarietà tra i Popoli, Tavolo Trentino con il Kossovo, Tremembè Onlus, ISFIngegneria Senza Frontiere, Osservatorio Balcani e Caucaso, Università degli Studi di Trento, WWF Italia, Fondazione Opera Campana dei Caduti, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.

I sostenitori Si ringraziano inoltre per il contributo apportato all’elaborazione della Carta: • Ctm Altromercato • Servizio Minoranze Linguistiche e Solidarietà della Provincia Autonoma di Trento • Centro per la Formazione alla Solidarietà di Trento.

internazionale. Una cooperazione che: • legga il presente; • investa sulle relazioni personali ponendo le comunità al centro; • valorizzi saperi e tradizioni locali con relazioni a lungo termine; • valorizzi le comunità.

OneWorld che ha ricevuto il plauso dello stesso Kofi Annan.

i promotori

La Carta di Trento

l mondo è cambiato. La Carta di Trento è un tentativo di rilettura del presente per ripensare, assieme, la “cooperazione internazionale”. La Carta segue, a ritroso, gli otto obiettivi della Campagna del Millennio. Un obiettivo all’anno. Fino al 2015, ove ci prefiggiamo di ridurre drasticamente la povertà. Il 2008 è stato dedicato all’Ottavo Obiettivo del Millennio (lavorare per una partnership globale dello sviluppo), nel 2009 è stata concentrata l’attenzione sul Settimo Obiettivo: assicurare la sostenibilità ambientale. Anche in vista del summit di Copenaghen o Kyoto 2 che dovrebbe ridisegnare un accordo internazionale per il clima. Alcune organizzazioni trentine di solidarietà internazionale hanno tentato di delineare una nuova visione per nuove pratiche della cooperazione

internazionale. Lanciata nel 2008 e successivamente arricchita, la Carta di Trento ha avuto un ampio riscontro a livello nazionale e anche internazionale.

Nell’era dell’interdipendenza la “cooperazione internazionale che vorremmo” riconosce la reciproca relazione degli esseri viventi nello spazio (attenzione e responsabilità verso ogni parte del mondo, soprattutto laddove v’è più consumo di risorse naturali) e nel tempo (attenzione e responsabilità verso le

generazioni future), transitando da una logica di sfruttamento ad una di conservazione e rigenerazione delle risorse. L’inversione di pensiero consiste in questo: la questione ambientale non è un argomento per specialisti ma un tema trasversale che riguarda tutti e tutte le “relazioni internazionali”. Infatti, non solo chi si occupa di ambiente è investito della responsabilità di garantire la sostenibilità ambientale. Ogni operatore della cooperazione

internazionale è chiamato a perseguire il Settimo Obiettivo del Millennio, a prescindere dall’ambito d’intervento e di specializzazione. Garantire la sostenibilità ambientale nei progetti di cooperazione internazionale significa, tra le altre cose: • introdurre criteri di sostenibilità ambientale tra i requisiti per la selezione dei progetti; • promuovere l’educazione ambientale e buone prassi di risparmio energetico; • garantire l’integrazione tra piano locale, nazionale ed internazionale nelle politiche ambientali; • sperimentare progetti per fonti energetiche rinnovabili. La Carta di Trento è disponibile online all’indirizzo www.unimondo.org. a cura di Andrea Dalla Palma


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lbero è vita. Tree is life. Un programma di salvaguardia ambientale all’equatore in Kenya. É frutto della sinergia tra le comunità locali e la diocesi di Nyahururu. L’idea si concretizza nel 2002 grazie ad un finanziamento della Provincia Autonoma e del Centro Missionario Diocesano di Trento. Gli stessi attori che hanno promosso recentemente l’incontro “sulle rotte del mondo”. Il programma nasce dalla comunità e si avvale, per l’appunto, della denominazione CBO (organizzazione basata sulla comunità). L’obiettivo è rendere le comunità partecipi attivamente alla gestione delle risorse naturali del loro territorio. A partire dai saperi che sono propri delle comunità.

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IL PROGETTO DI RIFORESTAZIONE

Tree is Life Con 700.000 alberi piantanti all’anno, il progetto di riforestazione “Tree is Life Albero è vita” ha ricevuto il primo premio nella categoria delle organizzazioni non governative dalla Total Eco Challenge, progetto ambientale della Total Limited kenyota. Una vera soddisfazione accolta con molta gioia dai responsabili del progetto. La forza di “Tree is Life” sta nella sua presenza capillare all’interno della comunità: per la sua realizzazione sono stati coinvolti 40 gruppi e 40 scuole; in ogni villaggio della zona

di Nyahururu c’è un vivaio curato dalla stessa comunità. Un lavoro di rete che si è realizzato anche in Trentino con l’attività di informazione e sensibilizzazione dell’Associazione Nettare attraverso laboratori didattici e alcune edizioni della “festa degli alberi” in cui sono stati coinvolti nell’arco di tre anni più di 700 ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado dei comuni di Trento, Cadine, Segonzano, Mezzolombardo, Spormaggiore, Nave San Rocco, Riva del Garda, Dro, Bezzecca e Arco.

Un programma di salvaguardia dell’ambiente nei distretti di Laikipia e di Nyandarua in Kenya

I progressi e le iniziative di “Tree is life” possono essere seguiti sul sito www.treeislife.org Per intenderci, il progetto non pianta un solo albero ma “cerca di render cosciente” la comunità sull’importanza della riforestazione. Ogni attività promossa nasce dalle comunità stesse le quali programmano, organizzano le loro attività, forniscono forza lavoro e contribuiscono il più possibile ai progetti. Nello specifico i gruppi di beneficiari sono 40 gruppi di auto-aiuto presso altrettanti villaggi e 40 circoli ambientali presso le scuole. In tutto 80 vivai per 800.000 piante all’anno. Molte delle quali da frutto dando un’integrazione alimentare nella regione non indifferente. Le cose più interessanti sono due. Un’integrazione non indifferente di reddito per molti contadini e un’idea rubata al Trentino: la “festa dell’albero” (Tree Party). Essa coinvolge migliaia di giovani ogni anno. Al premio nobel per la pace 2004 Wangari Maathai interessò molto l’idea tanto da farne una circolare ministeriale quand’era viceministro. Dal 2003 il programma cercò di tutelare le foreste favorendo un utilizzo sostenibile delle stesse. Se non c’è tutela dell’habitat naturale gli elefanti si riversano nelle campagne dei contadini distruggendone i raccolti. La deforestazione comporta, inoltre, una diminuzione drastica sia delle piccole piogge che delle grandi piogge con la scomparsa di paludi, fiumi e laghi. Sa-

rebbe drammatico per un paese ove sono presenti i più bei parchi naturali al mondo. Il programma si avvale dei migliori artisti/pittori della zona. Centinaia di murales, su modello “centro sociale Bruno” dell’ex dogana sono stati dipinti nella città di Nyahururu ed altri villaggi limitrofi al fine di sensibilizzare la popolazione all’importanza della conservazione delle foreste e all’impianto di alberi. L’educazione per il rispetto della tutela ambientale, il sostegno della biodiversità, la creazione di fonti alternative di reddito, sono elementi necessari sia alle comunità che all’ambiente. Dal progetto ci guadagnano entrambi. l



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