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in periodo di distanziamento sociale

Esperienze didattiche di gruppo e attività laboratoriali, in periodo di distanziamento sociale

Il gioco di ruolo

Nell’ambito del Progetto di Articolazione, previsto per le classi terze dell’articolazione Produzione e Trasformazione, nell’anno scolastico e pandemico 2020- 2021, si è sviluppato il tema ‘NOI E IL VIRUS’; argomento in cui siamo stati immersi, che ha condizionato ogni nostra azione e che grande impatto sta avendo sulla vita e sullo sviluppo anche sociale dei nostri ragazzi. Lo sviluppo di questo tema ha messo in risalto molti aspetti di comportamento civile; dal punto di vista didattico ha chiare afferenze con la Educazione Civica e alla Cittadinanza. L’approccio al tema non è stato solo con didattica tradizionale, ma fondamentalmente improntato sulla modalità didattica del gioco di ruolo. Il sistema del gioco di ruolo permette di affrontare le tematiche in modo interdisciplinare, con partecipazione attiva di tutti i ragazzi e in tempi molto più contenuti, rispetto ai sistemi tradizionali; contribuisce a far raggiungere importanti competenze trasversali oltre a quelle della tematica principale affrontata. In particolare, il gioco di discussione del tipo PlayDecide sviluppa competenze legate al dibattito, prese di decisioni comuni, confronto democratico su idee e punti di vista, permettendo di confrontarsi su argomenti controversi, in modo semplice, rispettoso e basandosi sui fatti. Come primo passo, è stato proposto agli allievi un gioco PlayDecide già strutturato, per permettere ai ragazzi di impratichirsi con questa modalità didattica alternativa. Io, assieme ad alcuni miei colleghi coinvolti, che più avanti nominerò, ho potuto seguire questa parte di progetto che mi ha permesso di apprezzare la efficacia di questo approccio laboratoriale per studiare una tematica e che mi ha indotto a condividerne, qui, alcune riflessioni. La scelta del tema del gioco preesistente è caduta su: ‘Trasmissione epidemica del virus HIV, responsabilità comportamentali ed interventi legali per il contenimento del rischio di trasmissione’. E’ stato proposto questo gioco di ruolo, strutturato sull’HIV, per poi potersi traghettare verso le problematiche del Coronavirus, sulle quali i ragazzi poi, nel proseguo del progetto, hanno realizzato un similare gioco su: ‘Coronavirus, responsabilità civile e legalità; emergenza sanitaria e agricoltura’, che hanno intitolato: “Restrizioni da applicare per la pandemia”. Contestualmente, è stata anche colta l’occasione per riavvicinarsi al problema dell’AIDS, con riflessioni sugli interventi proposti per tentare il contenimento della diffusione del virus, con discussione su questioni etiche e legali; tutte riflessioni spendibili nell’affrontare poi le problematiche dell’attuale pandemia. e focalizzare l’attenzione su aspetti di comportamento civile, di interventi legali con conseguenti risvolti etici, infine intravedere ripercussioni sulla produttività in agricoltura. L’attività si è svolta nei giorni venerdì 5 Marzo 2021 (classe III A PT) e lunedì 15 Marzo 2021 (classe III B PT), durante le 4 ore di laboratorio di Trasformazione dei prodotti / Biotecnologie, nell’atrio situato al piano terra dell’Istituto, in rispetto delle norme anti-Covid sul distanziamento sociale, Gli insegnanti interessati per la preparazione e conduzione del gioco sono stati: Alessandra Alagna, Michele Cristellon, Anna Zuccatti, Flavia Liuzzi, Luca Russo, con la partecipazione allo svolgimento di Ausilia Vitagliano. A consuntivo, si può riportare che l’attività è stata ben accolta dai ragazzi che, provati da tanti mesi di DAD, hanno potuto vivere un’esperienza scola-

ALESSANDRA ALAGNA Docente di chimica e trasformazione dei prodotti

stica, fuori dall’isolamento sociale. Il gioco si è svolto senza problemi. I tempi previsti per l’esecuzione, sono risultati adeguati per la maggior parte dei partecipanti. Gli studenti sono riusciti a prendere visione di tutto il materiale e hanno avuto poi il tempo per confrontarsi, discutere ed elaborare anche nuove strategie di azione. La discussione sulle varie problematiche ha riguardato tutti i ragazzi che vi hanno partecipato con coinvolgimento, con educazione e civiltà, rispettando le regole del dibattito. Tutti i gruppi sono riusciti a raggiungere il consenso su una strategia comune in merito al tema proposto. Quasi tutti i gruppi non si sono limitati ad aderire ad una strategia proposta dal gioco, ma la hanno arricchita ed in parte modificata; alcuni gruppi hanno elaborato nuove proposte. Solo sporadici sono stati gli atteggiamenti dissacratori sull’efficacia del gioco di ruolo, manifestati in una classe. Dopo lo svolgimento del gioco, è stato possibile analizzare insieme le conclusioni raggiunte. La modalità del gioco è stata, in seguito, analizzata dai partecipanti; tra i punti di forza di questa proposta didattica, riscontrati dai ragazzi è opportuno segnalare: • efficacia del metodo, che permette di mantenere inalterata l’attenzione di tutti su una tematica per diverse ore; risultato considerato dai ragazzi irraggiungibile con approcci tradizionali di lezione, seppur supportati, ad esempio, da presentazioni con immagini o filmati; • acquisizione di nuove conoscenze sul tema; • apprezzata la costituzione spontanea dei gruppi; • condivisione di idee e soluzioni, in rispetto delle opinioni di tutti; • possibilità di dialogo tra compagni, soprattutto in questo periodo di grande isolamento; • tempi adeguati.

Nel complesso, l’attività ha riscosso un buon gradimento da parte di tutti gli attori del gioco, sia insegnanti che allievi. La validità di questa modalità didattica sta proprio nel ‘gioco’: attività che coinvolge pienamente i ragazzi che partecipano all’attività di apprendimento con piacere e spesso entusiasmo, senza sottrarsene, completamente aperti al dialogo educativo; imparano volontariamente e senza accorgersene, raggiungono abilità e costruiscono competenze, piacevolmente.

Il laboratorio

Quello che più mi sta a cuore, però, alla fine di questo mio report sulla stimolante attività di insegnamento vissuta, è condividere alcune riflessioni sull’attività di laboratorio. Dall’esperienza descritta, ho ottenuto una ulteriore conferma alla mia convinzione, maturata in ormai 35 anni di insegnamento all’Istituto Agrario di S. Michele a/A, ora Fondazione E. Mach, della validità e insostituibile valenza dell’attività laboratoriale per lo sviluppo di una didattica efficace. L’attività laboratoriale coinvolge gli allievi, li rende protagonisti del loro percorso di apprendimento, motivandoli. Ritengo valida questa attività in ogni ambito disciplinare; il report prima esposto lo conferma, ma risulta, a mio avviso, imprescindibile nello sviluppo di discipline scientifiche come la Biologia, la Chimica, la Fisica e discipline tecniche; in particolare ne ho potuto fare lunga esperienza anche nell’ambito della Trasformazione dei prodotti. Le attività in laboratorio fanno in modo che lo sviluppo della disciplina mantenga un costante riferimento all’esperienza quotidiana, per attribuire senso di concretezza e utilità a ciò che lo studente sta imparando. Lavorare in questo ambiente, permette all’allievo di acquisire quelle abilità pratiche che serviranno da fondamento per un loro futuro affinamento professionale. La professionalità di lavoro così acquisita ha senz’altro anche funzione educativa. Infatti l’attività laboratoriale permette di raggiungere competenze specifi-

che, quali, ad esempio, l’indipendenza nella raccolta e gestione critica di dati sperimentali, oppure il controllo della qualità delle produzioni agroalimentari sotto il profilo chimico-fisico, ma anche generali e afferenti all’Educazione Civica e alla Cittadinanza come, ad esempio, l’adottare i comportamenti più adeguati per la tutela della sicurezza propria, degli altri e dell’ambiente in cui si lavora. Gli attuali piani di studio prevedono il raggiungimento di competenze con il processo educativo; per sviluppare competenze, bisogna imparare a riflettere sull’esperienza, attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto. Le indicazioni ministeriali convergono in questo senso; prova ne sia che in situazione di emergenza che ha imposto la Didattica a Distanza, si è sentita l’esigenza di salvaguardare l’attività laboratoriale, permettendone lo svolgimento in presenza, fatte salve le norme anti-Covid. La attuale impostazione organizzativa, nel Centro Istruzione e Formazione, dei laboratori scolastici di Chimica (che io ho potuto frequentare, per effettuare la mia attività di insegnamento) e di Biologia ad essi accoppiati, prevede lo sdoppiamento delle classi e la presenza di un ITP che svolge importanti funzioni di co-progettazione didattica di esperienze laboratoriali, preparazione di campioni d’analisi, di materiali e strumentazione per l’esecuzione delle esercitazioni in laboratorio, prima e durante lo svolgimento delle ore ad esso destinate. Questa organizzazione permette di fornire un ottimo servizio agli allievi, che si trovano a lavorare nelle migliori condizioni: gli studenti possono lavorare singolarmente in piena sicurezza ed efficienza ed essere seguiti anche personalmente dagli insegnanti, che possono fornire, in diretta, anche attività di recupero, senza ricorrere ad ulteriori ore di sostegno. Questo sistema organizzativo si è dimostrato vincente anche nella situazione emergenziale che ci ha coinvolti, permettendo la frequenza dei laboratori, in rispetto delle regole del distanziamento sociale. Termino la mia lunga e fin troppo articolata riflessione con questa considerazione: quello di cui mi sono convinta in tanti anni di esperienza sul campo, lo aveva già affermato Confucio, il saggio filosofo, millenni fa, che con abbagliante sintesi ammoniva: “Se ascolto, dimentico; se vedo, ricordo; se faccio, imparo”.

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