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“Educare la mente senza educare il cuore significa non educare affatto”
- Aristotele -
Ci sono incontri che hanno potere di cambiarti la vita: un momento prima ti senti tranquillo, sereno, in pace con te stesso e con il mondo, un momento dopo tutte le prospettive ti appaiono ribaltate, il tempo si dilata a dismisura e ti chiedi stupito come hai fatto a respirare normalmente fino a pochi istanti prima. A me è successo quando ho incontrato, o meglio rincontrato, Dolores. L’avevo conosciuta anni prima, come mamma di un mio studente: discreta, educata, orgogliosa dei due figli, entrambi ragazzi brillanti e sensibili. Per caso l’ho incrociata nel corridoio dell’ospedale dove mi trovavo per aver accompagnato mia madre ad una visita: il viso tirato, gli occhi lucidi e stanchi, i gesti affaticati e la voce talmente bassa da sembrare un
sussurro: “Venga, venga a salutare Nicola …” Ci sono andata, a salutare Nicola … e da quel momento nulla, proprio nulla, è stato per me come prima. Nicola stava in isolamento, colpito a 20 anni da una malattia che non dovrebbe esistere, la Leucemia mieloide acuta, per cui ti devi sottoporre ad estenuanti cicli di cure che dovrebbero distruggere il mostro, ma al contempo distruggono anche te; Nicola non aveva speranze, a meno di non trovare un donatore, vale a dire il classico ago in un pagliaio. Lo avete presente? Riuscite vagamente ad immaginare? Una persona che amate immensamente è in pericolo, potete salvarla solo trovando in un enorme pagliaio un minuscolo ago … li sentite il panico, l’agitazione, il terrore di non farcela, mentre annaspate tra i fili e cercate, cercate, cercate? Ecco, l’ago è il donatore di midollo, è
DANIELA ZANETTI Docente di Lettere
A: Monica, responsabile ADMO, durante l’incontro di sensibilizzazione B: Schermata dell’incontro Meet del 23 febbraio 2021 la speranza di vita, è quello che può riavviare l’esistenza bruscamente interrotta, quello che può restituire chi soffre ai suoi affetti, ai suoi interessi, a quello che è, a chi lo ama … L’ago è chi dona una piccolissima parte di sé affinché l’altro possa ricominciare a camminare, è quello che sente la disperazione, guarda e dice “E’ solo un brutto sogno, adesso ti sveglierai e tutto sarà tornato a posto”... L’ago è colui che fa ripartire il tutto, che dà uno scossone ad una vita che si era bloccata, cristallizzata in una sorta di sospensione senza ritorno e senza partenza, colui che in fondo non fa nulla di speciale, ma che fa tornare a respirare e colora nuovamente l’universo di chi improvvisamente è rimasto al buio. La verità è che siamo tutti aghi in un immenso pagliaio, siamo tutti speranza di vita per qualcuno che proprio in questo momento è solo di fronte alla morte, siamo tutti la seconda possibilità di far nascere alla vita chi la vita è costretto ad abbandonarla. Aristotele affermò “Educare la mente senza educare il cuore significa non educare affatto”: ecco perché, dopo l’incontro con Dolores, mi sono convinta che anche i nostri studenti debbano essere coscienti di poter essere la speranza di vita di qualcuno, di avere in sé questo grande dono. Da allora tutti gli anni Monica, una delle responsabili ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) incontra le nostre classi Quinte per sensibilizzarle riguardo questa vitale tematica. Anche in quest’anno difficile e problematico non abbiamo voluto rinunciare all’appuntamento, che si è tenuto il 23 febbraio tramite Meet: temevo che la distanza avrebbe reso difficoltoso il tutto, invece la sensibilità e la generosità sono riuscite ad andare al di là dello spazio e della lontananza, le testimonianze di chi ha sofferto e donato sono riuscite a toccare il cuore dei nostri studenti, molti dei quali, con generosità e altruismo, hanno accolto l’invito di ADMO e si sono iscritti all’associazione come donatori o come semplici volontari, raccogliendo quindi l’invito a diventare aghi in un pagliaio. Chiudendo il collegamento Meet con Monica, ho provato un enorme senso di sollievo al pensiero che i nostri studenti abbiano capito la grande importanza di sapersi aprire agli altri, di diventare la speranza di vita che Nicola fortunatamente ha trovato: il suo ago nel pagliaio gli ha permesso infatti di riprendere la sua vita dal punto esatto in cui era stata interrotta, di continuare gli studi, di incontrare l’amore e di viverlo.