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Don Renato, una vita per l’Istituto Agrario
SILVIA CESCHINI Responsabile dell’Ufficio comunicazione e relazioni esterne
Foto di un’uscita didattica in Val Concei
Il suo appello agli studenti: “ Rendete grazie per aver potuto studiare in questa scuola”
Con l’anno scolastico 2020/ 2021 don Renato Scoz conclude il suo incarico di assistente spirituale al convitto lasciando il posto all’ex studente don Daniele Armani.
Per la comunità della Fondazione Mach, e ancora prima per l’Istituto Agrario, don Renato Scoz non è stato solo un docente di religione. Per gli studenti, ma anche per i dipendenti, è stato soprattutto un padre spirituale, un amico, un confidente nei momenti importanti del percorso scolastico e lavorativo, un valido supporto per i ragazzi nell’affrontare l’esperienza del convitto per la propria crescita personale e umana. Ha insegnato religione per 42 anni, di cui 30 all’Istituto di San Michele; dal 2005 è stato assistente spirituale al convitto della Fondazione Mach (503 le “lettere del Curato” agli studenti) dove ha lavorato fino al 2021, anno in cui ha ceduto l’incarico a don Daniele Armani, ex studente di San Michele. Studi teologici in seminario, appassionato fotografo e cultore dei nuovi media, d’estate durante le sue ferie è andato spesso a trovare gli studenti tirocinanti nelle aziende. Ha celebrato matrimoni, battesimi e funerali per i dipendenti. Nelle classi è entrato dal 1978 per la consueta foto di gruppo e tiene tutt’ora un archivio con migliaia di immagini. I dipendenti lo ricordano anche per gli immancabili biglietti augurali a Natale e Pasqua: perfino la pandemia non lo ha fermato raggiungendo nel 2020 la comunità di San Michele con le “nuove tecnologie” e gli studenti con la messa di fine anno scolastico in diretta streaming.
Don Renato Scoz, classe 1940, ordinato sacerdote nel 1966, ha insegnato fin da subito alle scuole elementari, assistente religioso della scuola alberghiera dell’ENALI a Povo; insegnante di religione a Trento nelle scuole Verdi e Nicolodi, è stato aiuto-parroco a Mattarello, poi per 17 anni a Oltrecastello, sei anni ai Solteri, quattordici in San Martino e collabora da circa dieci anni con il parroco di Vezzano per le chiese di Lon e Fraveggio, Vezzano, Margone, Ranzo, Santa Massenza e Padergnone.
1. Lei è stata una presenza importante in questo istituto, per gli studenti, per i dipendenti. Facciamo un bilancio di questi 44 anni a San Michele... praticamente mezza vita..
Sono stati gli incontri vari, come quelli generali come Collegi docenti, Consigli di classe, quelli specifici con le singole classi, con i genitori, sono stati gli incontri a caratterizzare la lunga esperienza. La scritta di Avanzi che troviamo all’ingresso della scuola è una guida: “La scuola è rappresentata dagli studenti che ne costituiscono la forza spirituale”. Gli incontri hanno dato vita a legami che continuano ora: in settimana c’è l’incontro con l’UDIAS alla Mendola, ci saranno anche ex allievi di 89 anni conosciuti 44 anni fa come genitori, poi una classe festeggia il 30° anno di diploma, un’altra si riunisce come fa da alcuni anni, venerdì scorso sono andato a Tione per partecipare a un incontro con padre Alessandro Valenti ex allievo ora sacerdote peruviano a Lima in un grande convitto per bambini orfani. Ricevo quotidianamente WhatsApp con foto di vitelli, vacche e sono gli studenti che mi salutano dai loro posti di lavoro. Oggi ho ricevuto “posta” da Brentonico, Pozza di Fassa, da Lanza. L’altro giorno dalla val Rendena e dal Vanoi. Per parlare di bilancio posso dire di continuare anche in pensione il legame spontaneo con numerosi allievi e famiglie. Ho citato gli ultimi casi, ma il discorso potrebbe essere lungo.
2. Cinque grandi ricordi da segnare sul calendario...
Al primo posto metto le varie uscite didattiche in varie città d’Italia ( Roma, Firenze, Venezia, Aquileia con il matrimonio di Paolo e Flavia allievi FEM ed ora docenti), in Germania al seguito degli studenti in tirocinio linguistico-pratico, in Austria nella scuola gemella di Rotholz, in Istria a Parenzo, altra scuola gemella. I viaggi d’istruzione sono stati veicoli per dare ai giovani informazioni storiche, artistiche e religiose. Al secondo posto l’uso degli audiovisivi: a Pasqua del 1981 con videoregistratore e TV
Don Renato celebra la messa di chiusura dell’anno scolastico 2020/21
Don Renato suona la fisarmonica in occasione dei festaggiamenti della fine dell’anno scolastico a colori è cominciato un nuovo corso. Al terzo posto il continuo modificarsi dell’Istituto con percorsi adatti alle esigenze attuali. Le classi che nel 1978 erano 17 sono ora più di 40. Al quarto posto i grandi ricordi degli studenti che ci hanno preceduti lasciando questo mondo per malattie, incidenti stradali, anche morti molto dolorose…sono più di 100. Al quinto posto gli ex allievi che, conseguito il diploma, sono entrati in seminario ed ora “cantano” Messa. Sono don Carlo Specher che non è stato mio allievo avendo fatto gli studi prima del 1978, anno del mio inizio a San Michele, don Daniele Armani ora parroco di Denno ( e altri paesi) e assistente religioso in Convitto, don Massimiliano Detassis ora parroco a Spormaggiore ( e altri paesi) e padre Carlo Mielcic dei Fratelli di Charles de Foucauld, don Alessandro Valenti.
3. Da insegnante di religione ed assistente spirituale. Quale è stato il compito più bello e quello più difficile?
Mi sono trovato bene, benissimo sia a scuola che in Convitto. Penso che nella vita bisogna conoscere l’aria che tira, conoscere la scala di Beaufort, avere strumentazioni personali per distinguere la bava di vento, la brezza, il vento fresco, la burrasca, la tempesta, l’uragano. Fuori metafora: una persona, una classe, una struttura ha le sue risorse e i suoi problemi. Vale ancora quello che diceva san Francesco di Sales ( ispiratore di don Bosco, da cui Salesiani): si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile di aceto.
4. Quando si parla di foto di classe è inevitabile pensare all’autore: don Renato. Quante ne ha scattate?
Per quanto riguarda le foto devo dire che mi hanno sempre interessato fin dalle scuole elementari; poi in seminario e nella scuola. Le conservo con un ordine sufficiente sia le stampe che le diapositive ed ora le chiavette e i DVD. Conservo le foto di classe dal 1978 e nella foto di 6S c’è il nostro vicepresidente Mario Tonina. Ho tutte le 5 foto del Presidente Maurizio Fugatti e di lui pure le risposte ad Annalisa Manduca venuta a fare un
servizio a san Michele. Memorabile è l’intervista del prof, poi Preside, Spagnolli a Che fai? Mangi?
5. Don Renato, in 50 anni come è cambiato il rapporto con gli studenti?
Il rapporto con gli studenti si è molto ammorbidito. In tutti gli ambienti si è più gentili, ma sinceramente gentili. Una volta la scuola… faceva anche
paura.
6. Quale messaggio lancia agli studenti e ai dipendenti?
Lancio questo messaggio: Rendete grazie per aver avuto la possibilità di studiare in una scuola tecnica agraria che ha i piedi “per terra” e a San Michele che porta avanti la passione per l’agricoltura dal 1874 passando da “padre in figlio” le varie scoperte. Ai dipendenti FEM auguro che possano avere la certezza del lavoro per il quale sono preparati, che siano costruttori di amicizia reciproca, che possano avere serenità nelle loro famiglie e di avere amministratori, presidenti, consiglieri accorti, sensibili e premurosi perché come è scolpito sulla botte del Presidente Kessler “sollertia res percrescunt”. Con il darsi da fare senza risparmio le “cose” crescono ad oltranza.