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Sant’Antonio Abate
RAFFAELE BERTÈ Docente di Religione Sant’Antonio Abate1 è nato a Qumans in Egitto nel 251 circa, e la sua vita fu una vera avventura. Le fonti che ci tramandano la storia di Sant’Antonio sono principalmente la biografia “Vita Antoni” scritta da Sant’Atanasio contenuta nella Patrologia Graeca nel XXVI volume. La vita di questo gigante dell’antichità è raccontata anche nei passi degli Apophthegmata Patrum e nella Historia Lausiaca di Palladio2 . Nato da una famiglia di agiati agricoltori, capisce l’importanza del lavoro già da piccolo e fino alla maturità rimane con la famiglia a lavorare nei campi. Morti i genitori si trova a gestire l’enorme patrimonio famigliare di circa 80 ettari e la sorella minore. Sente la chiamata a dedicarsi totalmente a Dio in chiesa mentre vi era la lettura del Vangelo: Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri...poi vieni e seguimi”3 e dopo aver venduto le proprietà e affidato la sorella a una comunità inizia la vita da eremita dedicandosi anima e corpo alla preghiera. Si ritira nelle montagne del Pispir vicino al Mar Rosso, coltivando varie cose in terre libere da dazi e pregando continuamente. Il deserto diventa
Pollaio didattico 1 AA.VV., Bibloteca Sanctorum, vol.I, Roma, 1962, pag.115-116, Citta nuova, Roma, 1965. Vedi anche: Alfredo Cattabiani, Santi d’Italia, Vol. 1, pag.105-110, BUR, Milano, 2001. Boesch Gajano, Agiografia Altomedioevale, Il Mulino, Bologna, 1976. Per uno sguardo generale: Bihlmeyer K.-Tuechle, Storia della Chiesa, 4 vol, Morcelliana, Brescia, 1967, vedi il vol I, da pag. 431 a 452. Lenzenweger J. Stockmerier P., Storia della Chiesa Cattolica, San Paolo, Milano, 1989. AA.VV., Enciclopedia Europea, vol.I, ed.Garzanti, Milano, 1976, pag.513. 2 Bihlmeyer K. Tuechle, Storia della Chiesa, I vol, pag.470. 3 Vangelo di Matteo, cap. 19,21 in: AA.VV., La Bibbia, ed. Garzanti Editore, 1974, pag. 1589.
la sua casa e il luogo dove combatte spiritualmente con il Diavolo. Atanasio scrive che Antonio vince le varie prove e tentazioni ripetutamente affidandosi in preghiera a Gesù. La sua vita fu notata da molte persone e grazie anche a diversi miracoli molti iniziarono a seguirlo4 . Dato il notevole numero di persone che vogliono imitare le sue orme è costretto per cercare la solitudine a spostarsi sempre più all’interno del deserto, ma allo stesso tempo fonda due monasteri sulle sponde del Nilo, per guidare e aiutare spiritualmente gli eremiti riunendoli così in comunità. Non dobbiamo però pensare a un monastero tipo il nostro a S. Michele, era una comunità nel deserto dove ogni monaco aveva una propria grotta e orto, ed era seguito e aiutato nel cammino spirituale da un monaco più anziano e tutti ascoltavano i consigli di Antonio quando tornava dall’eremo nel deserto. Antonio dà così un contributo decisivo nella formazione dei cenobi orientali. Questi monaci saranno poi chiamati antoniani. Solo due volte si allontanò dai suoi eremi nel deserto la prima durante la persecuzione di Massimino Daia del 311 e la seconda per correre ad aiutare i fratelli martiri e l’amico e discepolo Atanasio nella disputa con gli Ariani nel 335. Antonio è una delle rare personalità dell’antichità a superare i 100 anni infatti muore alla veneranda età di 105 anni e per sua volontà fu seppellito in un luogo sconosciuto. Dopo alcuni secoli alcuni monaci riusciranno a trovare il suo corpo e le sue reliquie diverranno meta di milioni di pellegrini ad Alessandria e dopo l’invasione araba furono traslate in francia nella Chiesa di Vienne. Sant’ Antonio è molto venerato in occidente ma ancor di più in oriente, ed è riconosciuto dalla devozione popolare come il Santo patrono di tutti coloro che lavorano con le bestie e con gli animali domestici. Questo patrocinio particolare lo si deve a una serie cause, alcune legate alla vita del santo, altre da vicende storiche particolari.
La prima motivazione è agiografica. Nella vita spirituale diverse volte Antonio affronta il nemico che li appare in tentazioni con sembianze animalesche e riesce nella cronaca di Atanasio a uscirne vincitore grazie alla sua fiducia in Gesù. La devozione quindi lo invoca contro le forze avverse della natura.
Il secondo motivo lo troviamo nella regola di S. Antonio. 1. “Prima di ogni cosa prega senza interruzione e ringrazia sempre Dio per tutte le cose che ti capitano. 2. Quando ti alzi ogni giorno di buon mattino, prenditi cura dei malati che son presso di te.”5
Antonio è un Santo invocato contro diverse malattie ma gli è attribuito un patrocinio particolare contro l’Herpes Zoster denominato in dialetto trentino foc de sant’Antoni. Alla porta dei monasteri fondati dal Santo molti ammalati vanno a cercar rifugio e lo trovano ricevendo aiuto e beni di prima necessità. Ed è qui il punto, per prendersi cura dei malati i monaci iniziano ad allevare bestie e un pò alla volta studiano e sperimentano le modalità di allevamento che consentono una resa sicura senza doversi allontanare troppo dalla comunità. Lo sviluppo successivo di questi allevamenti si avrà poi con le grandi abbazie medioevali e gli ordini benedettini, agostiniani, cistercensi, e l’ordine degli Antoniani di Viennie. In questi centri si forgeranno le attività agricole della futura europa e sono considerati dal punto di vista storico
4 Iacopo da Varazze, Legenda Aurea, curata da Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone, pag.127-132, Giulio Einaudi, Torino, 1995. 5 Atanasio di Alessandria, Vita Antoni, a cura di Salvatore di Meglio, Classici della Spirito, ed. Fabbri editore, 1998, la regola è aggiunta dopo la conclusione del libro a pag. 183. Versione online in https://ora-et-labora.net/regulaantoniiit.html
gli inventori di diverse discipline che studiamo ancora oggi e del pollaio e della stalla come noi comunemente pensiamo6 .
Il terzo motivo è una conseguenza del secondo. Nel 1088 l’Abbazia Benedettina di Montmajeur presso Arles viene incaricata di assistere i pellegrini e vi fu la guarigione miracolosa del figlio di un nobile di nome Gaston de Valloire dal fuoco di Sant’antonio dopo aver invocato il santo. Gaston decise di costruire un ospìtale per i malati e fondare la confraternita di Sant’Antonio di Viennie per soccorrere e aiutare corporalmente i malati e gli infermi. La confraternita diventerà poi un ordine e verrà approvato da Papa Urbano II nel 1095 con il titolo di ordine ospedaliero dei Canonici Regolari di Sant’Antonio di Viennie.7 Annessa a questa approvazione vi è l’aggancio con l’immagine del Santo nell’arte perché l’ordine riceve anche lo specifico permesso di allevare maiali per soccorrere i bisogni dei malati. Infatti nei documenti pontifici vi è una menzione particolare per i suini che potranno pascolare liberamente liberi dai dazi perché verranno utilizzati per ungere, benedire e sfamare i malati.
Vi sono molte feste, sagre e consuetudini in onore a S. Antonio in tutto il mondo. In Trentino vi sono oltre 30 Chiese sotto il suo patrocinio e un evento molto sentito è la tradizionale benedizione degli animali e di coloro che lavorano con loro per la sua festa in Duomo e nelle parrocchie. Questa avviene il 17 Gennaio quando terminata la messa festiva il sacerdote esce sul sagrato della Chiesa e benedice le bestie che vengono portate devotamente sul piazzale con l’acqua e il sale santi.
Per tutti questi motivi abbiamo deciso di apporre l’immagine di Sant’Antonio nel nostro pollaio della Scuola di San Michele all’Adige.
Sant’ Antonio prega per noi.
6 Per approfondire l’importanza del ruolo delle abbazie medioevali nello sviluppo dell’agricoltura moderna vi sono molti testi specifici. Si veda ad esempio: Thomas E. Wood, “Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale”, ed. Cantagalli, Siena, 2007, in particolare il capitolo 3. Si veda anche “Monachesimo, frutti del” in: AA.VV, a cura di G.Barra, M. Iannacone, M Respinti, Dizionario elementare di Apologetica, ed. Istituto di Apologetica, Milano, 2015, da pag.355 a 361. oppure AA.VV, a cura di G.Barra, M Iannacone, M Respinti, Dizionario elementare della Civiltà Cattolica, ed. Istituto di Apologetica, Milano, 2015, tante sono le voci da consultare si veda ad esempio il ruolo dei monaci nella costruzione e diffusione degli ospitali da pag.362 -366. Per una inquadratura storica si veda tra gli altri: Bihlmeyer K. Tuechle, Storia della Chiesa, cit., vol. I, origini del monachesimo e sviluppo in oriente e occidente, da pag. 429-501 e seg. Per approfondire la spiritualità monastica: A. Portaluppi, Dottrine Spirituali, ed. Pia Società San Paolo, Alba, 1943, da pag.13 a 80. Oltre in testi specialistici il ruolo delle abbazie nello sviluppo del pollaio e dalla stalla è riportato anche nei classici (e più semplici) manuali delle razze animali nelle introduzioni storiche come ad esempio in: -AA.VV, Enciclopedia dei Polli, ed. Rebo international, Olanda 2003 e tradotto da ed. White Star spa, Vercelli, 2006, da pag. 11 a 15. 7 L’abito dell’ordine ospedaliero dei canonici regolari di Sant’Antonio sarà un saio nero con una croce blu appesa vicino all’altezza del cuore che poi è anche il classico abito del pellegrino medioevale.