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La mia esperienza alla guida della formazione professionale
MICHELE COVI Coordinatore del Dipartimento Qualifica Professionale Agricola
Mi è stato chiesto di scrivere della mia esperienza alla guida della Scuola di formazione professionale di San Michele all’Adige, esperienza che si è conclusa a fine settembre 2021. E’ una storia lunga 14 anni, iniziata a settembre 2007. Il prof. Renato Brugnara, stimato docente dell’Istituto agrario, aveva appena raggiunto il meritato traguardo del pensionamento, seguendo di appena un anno il prof. Francesco Spagnolli, ex Dirigente scolastico. Nel quinquennio precedente, su mandato del Consiglio d’amministrazione presieduto dal dott. Giovanni Gius, avevano prima progettato e poi aperto la nuova scuola di formazione professionale del settore Agricoltura e Ambiente. L’obiettivo era molto chiaro: realizzare una scuola per i figli degli imprenditori agricoli trentini che aiutasse il ricambio generazionale. Quando nella primavera del 2007 il nuovo Dirigente dell’epoca, prof. Marco Dal Rì, mi chiamò e mi chiese la disponibilità a collaborare nella gestione e nello sviluppo della nuova scuola di formazione professionale, i primi studenti si stavano preparando ad affrontare l’esame di diploma professionale del quarto anno. Si concludeva un ciclo. A settembre assunsi la responsabilità del Dipartimento Qualificazione professionale agricola. Raccoglievo un’eredità importante, rinfrancato dalla fiducia e dal pieno supporto del Dirigente Marco Dal Rì che, fin dal suo insediamento, non ha lesinato energie, entusiasmo e competenza nel governare il Centro scolastico di San Michele all’Adige. Ho sempre creduto che al centro di ogni scuola devono essere posti i ragazzi, tutti, ma in particolar modo i più fragili. Tutto deve ruotare attorno a questo assunto. Fin da subito non sono mancate le occasioni e gli stimoli per rendere la scuola inclusiva, attenta a non lasciare indietro nessuno. Impresa non semplice che negli anni si è realizzata solo grazie alla sensibilità e competenza di un corpo docenti attento ad attuare una didattica innovativa. Anche a San Michele si iniziò a familiarizzare con le problematiche connesse ai bisogni educativi speciali, al disagio sociale, comportamentale e alla disabilità. Occorreva attrezzarsi per fornire nuove risposte di qualità, naturalmente rispettose della mission formativa della scuola. Il numero degli iscritti negli anni è cresciuto considerevolmente, complice l’avvio di nuovi indirizzi, la diversificazione dell’offerta formativa e la contestuale chiusura dell’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente. Sotto la regia ed in piena sintonia con il Dirigente, la Formazione professionale si è arricchita dapprima dell’indirizzo dell’ortofloricoltura e del vivaismo e, a distanza di qualche anno, dei percorsi della trasformazione agroalimentare nei settori della lavorazione delle carni, della trasformazione lattiero-caseraria e della trasformazione vegetale-agriturismo. Il cantiere per la realizzazione delle strutture (nuovi laboratori di trasformazione agroalimentare, serre, tunnel, orto, …) operava accanto ad un altro cantiere, quello delle riforme didattiche che si realizzavano, su stimolo ed in piena sinergia con gli uffici provinciali competenti. Innumerevoli incontri e tavoli di riflessione e discussione con i docenti che operavano nella scuola di Formazione professionale; uno sforzo grande, a volte estenuante e fonte di qualche insofferenza che ha consentito però di sviluppare e rinsaldare il senso di appartenenza non solo ad una scuola, bensì anche ad un progetto culturale di formazione ed educazione dei futuri imprenditori agricoli. Mentre il cantiere delle costruzioni ad un certo punto si è chiuso, quello delle riforme dei piani di studio della Formazione professionale restava aperto. La scuola è viva
solo se è in continua evoluzione, attenta a realizzare la propria mission e a rispondere ai mutevoli bisogni della propria utenza. Dalla scuola a cui per un certo tempo potevano accedere solo i figli degli imprenditori agricoli, si è giunti ad una scuola aperta. Sono nati, fra i primi in Provincia di Trento, i percorsi quadriennali senza uscita al terzo anno del Tia (Tecnico imprenditore agricolo), i percorsi del biennio iniziale Agri ed i terzi anni Ota, il filone della trasformazione agroalimentare Ali articolato nel triennio iniziale di qualifica professionale e nel quarto anno di tecnico; seppur fra mille resistenze, anche il Settore agricolo ha visto nascere a San Michele l’opportunità del quinto anno Capes e, negli ultimi anni, l’avvio dell’esperienza del sistema duale nel quarto anno Tia. Costante è stata l’attenzione anche all’apertura verso altre scuole di formazione professionale, sia in Trentino con, in particolare, alcuni centri di formazione professionale Enaip (Cles, Ossana, Tesero) e l’Istituto alberghiero provinciale di Levico, ma anche in Valle d’Aosta con l’Istitut Agricole Regional di Aosta e in Piemonte con l’Istituto lattiero caseario e delle Tecnologie alimentari di Moretta, in provincia di Cuneo. Particolarmente significativa è stata la partecipazione della scuola di Formazione professionale della Fem alla Rete delle scuole professionali agrarie dell’Euregio che ha visto lo sviluppo di una proficua collaborazione con vari Istituti di formazione agricola del Tirolo e del Sudtirolo, in aggiunta allo storico gemellaggio con l’Istituto di Rotholz in Austria. Un sistema complesso, articolato, aperto, inclusivo: questa è oggi la Scuola di Formazione professionale agricola di San Michele all’Adige. Come tutte le esperienze umane, anche la mia alla guida di questa realtà si è conclusa. Restano tanti sentimenti, ma fra tutti prevalgono la riconoscenza verso coloro che, dandomi fiducia, mi hanno coinvolto in quest’esperienza per me straordinaria e altamente formativa e l’orgoglio di aver contribuito a costruire, assieme a tanti validissimi docenti e con la regia dei Dirigenti prof. Marco Dal Rì e prof. Ivano Artuso, un pezzo della storia della formazione agricola del Trentino.