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Le risposte scientifiche alle domande di tutti

Le collane

Sto iniziando lo svezzamento di mio figlio, posso dargli il pomodoro? Ho letto che può fare venire allergie...

Secondo le società di pediatria, a livello internazionale, i bambini dovrebbero iniziare a mangiare cibi solidi intorno ai 6 mesi. I loro primi alimenti non devono essere per forza cereali di riso e purè di banana, ma semplicemente anche cibi consumati normalmente dai genitori per cui il bambino può mostrare interesse. I bambini, non appena sono pronti per i cibi solidi, possono mangiare tranquillamente i pomodori: l’attenzione dovrà essere riposta soprattutto al modo in cui vengono serviti, per minimizzare il rischio di soffocamento. I pomodori piccoli, tagliati (e pelati) possono essere la scelta ideale per l’auto-svezzamento. Questa pratica prevede che i bambini si nutrano da soli – anziché con il cucchiaio - per promuovere l'indipendenza e una maggior scoperta sensoriale del cibo. Pezzettini di pomodoro maturo e colorato su un vassoio del seggiolone possono essere la cosa giusta per invogliare il bimbo a mangiare di sua spontanea volontà. Salsa di pomodoro, zuppe, e stufati sono ulteriori modalità di consumo adatte anche ai più piccoli. È molto poco probabile che i pomodori

rappresentino un problema per i bimbi in svezzamento. Non fanno parte dei 14 allergeni alimentari da segnalare nelle etichette, quindi una reazione allergica ai pomodori è rara. Per monitorare potenziali reazioni allergiche, è meglio introdurre un solo nuovo alimento (qualsiasi, non solo il pomodoro) ogni 3-5 giorni. Se dopo alcuni morsi o cucchiaini di pomodoro si manifestano eruzioni cutanee, diarrea, asma o altri sintomi avversi, è bene consultare il pediatra per la possibilità di un'allergia. I pomodori possono aumentare la produzione di acido nello stomaco e peggiorare un reflusso già presente. Tuttavia, la decisione di evitare pomodori e prodotti a base di pomodoro si deve basare su reazioni individuali e non essere presa a priori.

Sono allergica al nichel, dovrò evitare per sempre il pomodoro?

Il nichel è un elemento chimico ampiamente diffuso nell'ambiente. L'esposizione della pelle al nichel si può avere da oggetti metallici (ad esempio bigiotteria), prodotti per la casa e cosmetici, mentre l'esposizione sistemica è possibile da cibo, acqua, impianti chirurgici e materiali dentali. La forma classica di un'allergia al nichel è la dermatite allergica da contatto, una malattia cutanea infiammatoria causata da una reazione anomala del sistema immunitario dopo l’esposizione della pelle a questo metallo. Nei soggetti sensibili, il nichel ingerito con l’alimentazione, oltre alle tipiche lesioni cutanee , può causare sintomi gastrointestinali simili a quelli della malattia infiammatoria intestinale (IBS), ovvero nausea, meteorismo, dolore addominale, diarrea e/o costipazione. Questo quadro clinico noto come sindrome sistemica allergica al nichel (SNAS) è considerato una condizione allergica emergente. Sebbene in letteratura non vi siano certezze assolute sull'efficacia di un trattamento dietetico per questa sindrome, diversi studi hanno confermato un miglioramento della dermatite con una dieta priva o a basso contenuto di nichel per un periodo che va da uno a sei mesi. Questo periodo di esclusione potrebbe portare a una rinnovata tolleranza a piccole quantità di nichel, permettendo di reintrodurre gradualmente e in sicurezza cibi che lo contengono, migliorando così la loro qualità di vita. Il contenuto di nichel degli alimenti è molto variabile, anche se sempre maggiore in cibi di origine vegetale. Purtroppo, non è stata stabilita una soglia standard che permetta di definire con sicurezza se un alimento è ad alto o a basso contenuto di questo metallo. Una delle maggiori variabili è data dal contenuto nel terreno che può poi determinare i contenuti nei vegetali. Tra gli alimenti ricchi di nichel, indipendentemente dai terreni di coltura, vi sono i cereali integrali, i legumi, la frutta a guscio e il cacao. Il pomodoro potrebbe contenere fino a circa 500 μg di nichel per Kg, oppure non contenerne affatto come nel caso del pomodoro coltivato con sistema idropinico (senza terreno). Altri fattori che possono aumentare il contenuto di nichel in una ricetta a base di pomodoro sono il fatto che si utilizzi un pomodoro in scatola (anche se il rivestimento obbligatorio dei contenitori dovrebbe evitare questo rischio) e la cottura in pentolame costitu-

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ito da leghe metalliche in cui è presente il nichel. Per questi motivi agli allergici al nichel in via prudenziale è consigliato:

• preferire i contenitori in vetro allo scatolame in latta;

• l’utilizzo di pentole e posate nichel free o con rivestimenti adeguati;

• la scelta di pomodori nichel free o di quantità moderate di qualsiasi tipo di pomodoro fresco o lavorato per poterne testare la tollerabilità.

Ho avuto il cancro al seno due anni fa, il pomodoro va bandito dalla mia dieta come tutte le solanacee?

Questa indicazione nasce dalla considerazione che le solanacee (ma anche altri alimenti) contengono una certa quantità di molecole chimiche chiamate poliammine. Esse svolgono vari ruoli importanti nelle cellule umane, ma nel cancro si verificano spesso disfunzioni del loro metabolismo ed è stato dimostrato che l'aumento delle concentrazioni intracellulari di poliammina è associato alla proliferazione cellulare e alla tumorigenesi.

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Per questo motivo, in caso di neoplasie, in termini precauzionali è sorta l’indicazione di evitare o ridurre il consumo dei cibi che ne contengono in buona quantità come arance e pompelmi, solanacee (pomodori, melanzane peperoni), frutti tropicali e molluschi. Tuttavia, è doveroso riferire che i dati scientifici finora pubblicati non confermano che il consumo di questi alimenti, in un’alimentazione varia di tipo mediterraneo, possano far aumentare il rischio di recidiva, o di peggioramento della prognosi, in caso di neoplasia. Oltretutto, nel caso dei vegetali, come il pomodoro, ci sono dati consistenti a conferma di effetti al contrario protettivi, grazie all’azione antiossidante e antiproliferativa di altri composti presenti in questi ortaggi, come i polifenoli e i carotenoidi.

Mio figlio non mangia pomodoro ma adora il ketchup, si può considerare pomodoro anche quello?

Secondo i risultati relativi al 2019 del sistema di sorveglianza nazionale Okkio alla salute, promosso e finanziato dal Ministero della Salute, il 24% dei bambini ancora non consuma giornalmente quantità adeguate di frutta e verdura. Il ketchup è una salsa effettivamente a base di pomodoro, in cui è anche probabile che venga mantenuta una buona quantità di licopene, il carotenoide dalle tante virtù. Tuttavia, è un condimento che contiene sale e zucchero, (336mg di sodio e 7g circa di zucchero in una porzione da 30g) elementi invece da limitare anche nell’alimentazione dei bambini oltre che degli adulti. Il consumo occasionale di questa salsa non comporta gravi preoccupazioni, ma non deve essere consumato spesso e soprattutto non può essere inteso come sostituto del

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pomodoro in altra forma, più salutare. Se per gusto personale il pomodoro non piace, non è un problema, a patto che siano presenti nella sua alimentazione altra frutta e verdura, con la più ampia varietà possibile.

Il pomodoro in scatola è sicuro?

Una delle preoccupazioni legate ai cibi in scatola è la presenza di bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica che viene spesso utilizzata negli imballaggi alimentari, comprese le lattine, anche se ora esistono prodotti dichiarati BPAfree e le aziende usano rivestimenti per evitare il contatto fra cibo e metallo. Il BPA è uno dei cosiddetti interferenti endocrini, molecole che potrebbero avere un’influenza negativa sul nostro sistema di produzione e segnalazione ormonale. I dati a nostra disposizione non sono ancora soddisfacenti, tuttavia sembrerebbe che vista la rapidità di secrezione attraverso le urine di queste sostanze, la probabilità di un’attività endocrina da parte di bisfenolo A sia piuttosto bassa. A titolo precauzionale, però, se non si è certi della presenza o assenza di BPA nei prodotti in scatola che acquistiamo è opportuno evitarne il consumo nella prima infanzia e in gravidanza e non scaldare mai le lattine. Dal punto di vista igienico i prodotti in scatola sono sicuri, a patto che la scatola non mostri danneggiamenti o gonfiori, in caso contrario il prodotto potrebbe essersi deteriorato o presentare il rischio di una contaminazione batterica.

È meglio consumare il pomodoro fresco o conservato? Non vorrei perdere dei nutrienti importanti.

Si ritiene spesso che i cibi in scatola siano meno nutrienti di quelli freschi o surgelati: questo non è sempre vero. Proteine, carboidrati e grassi non vengono influenzati dal processo di inscatolamento. Anche la maggior parte dei minerali e delle vitamine liposolubili (A, D, E, K) vengono conservate. Tuttavia, l'inscatolamento comporta in genere calore elevato e le vitamine idrosolubili (C e B) possono essere danneggiate. Queste vitamine sono sensibili al calore e all'aria in generale, quindi possiamo “perderle” anche quando lavoriamo, cuociamo e conserviamo i cibi freschi a casa.

I sughi, la polpa e i pelati già pronti a base di pomodoro sono una vera comodità: ci sono delle indicazioni a cui attenersi per consumarli all'interno di una dieta sana ed equilibrata?

Per quanto riguarda polpa, pelati e passate, senza aggiunta di altri ingredienti (salvo eventualmente l’acido citrico come correttore di acidità) possono essere tranquillamente inseriti al posto del pomodoro fresco in una dieta sana. Diverso può essere per i sughi pronti, a volte ricchi di ingredienti e conservanti. Per questo è importante leggere sempre le etichette, in modo da rendersi conto del contenuto in sale, zucchero, olio ed altre aggiunte ed essere consapevoli di ciò che acquistiamo. La salute in tavola

Faccio largo uso in cucina del concentrato di pomodoro, ma essendo un prodotto industriale, mi è venuto il dubbio che non sia molto sano.

Il concentrato di pomodoro viene prodotto mediante eliminazione per evaporazione di una parte dell’acqua dal succo polposo, ottenuto triturando i frutti freschi e setacciando il triturato. A questo normalmente viene aggiunto solo del sale, ma è bene leggere le etichette del prodotto che acquistiamo. Il concentrato di pomodoro è stato identificato come prodotto valido grazie al contenuto elevato di licopene, il carotenoide maggiormente presente nel pomodoro a cui si attribuiscono diverse funzioni benefiche per la salute. A patto che non si abbiano problematiche riconducibili ad allergie al pomodoro o al nichel, anche il concentrato di pomodoro è un prodotto valido in un’alimentazione salutare.

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