POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1/CN/BO.
n.
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dicembre
/ 2018 -
gennaio
-
febbr aio
/ 2019
L’Abbazia di Cerrate un crocevia di culture A pochi chilometri da Lecce ritorna a vivere un luogo di culto che racconta mille anni di storia
L’appassionata rete dei nostri volontari
Il nuovo progetto FAI ponte tra culture
Le manifestazioni nei Beni del FAI
Grazie a tutte le delegazioni
Come favorire lo scambio di conoscenze
Eventi in tutta italia
il grande cuore della fondazione
tra cittadini di culture diverse
per tutta la famiglia
Andiamo oltre Sì, andiamo oltre. Basta gemere, basta ricordare le negative posizioni stellari ed enumerare i drammi che si susseguono in nuove e vecchie forme di violenza. Basta tutto questo! Ricordiamo invece come lungo i millenni e i secoli si è svolta l’evoluzione dell’animo umano malgrado atroci fallimenti ed errori sino a giungere in ogni angolo del pianeta a proclamare l’appello universale di fraternità reciproca. Tutti obiettivi meravigliosi ma ancora piuttosto lontani per Giulia Maria Crespi diventare universali. Ma noi dobbiamo PRESIDENTE ONORARIO FAI avere fiducia in questo corso sotterraneo positivo dell’evoluzione umana. Sempre più sovente veniamo a sapere di maniere innovative che stanno sorgendo per affrontare l’attuale cupa paralisi spirituale. Il FAI ne è protagonista in maniera egregia, come pure altre proposte e innovazioni grandi e piccole che spuntano e alcune già fioriscono. E non soltanto in Italia dove grandi iniziative di salvataggio dell’acqua piovana e del paesaggio si stanno concretizzando ma anche oltre confine, oltre oceano dove vivono e palpitano gruppi di persone in cui la coscienza ecologica e ambientale è diventata molto forte . Andiamo quindi oltre con il nostro animo, scaldandoci all’idea di queste fiammelle che nei vari continenti si stanno accendendo. E mettiamoci subito tutti al lavoro per diventare creatori di un nuovo positivo avvenire, ognuno secondo le proprie possibilità e attitudini.
INDICE
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Grazie ai nostri volontari
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I Beni del FAI L’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce
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Amare le differenze
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FAI ponte tra culture
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Campagna #salvalacqua
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News
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Manifestazioni nei Beni
E inoltre, perché sovente non andiamo anche a contemplare qualche monumento o opera d’arte di quelli sparsi a profusione in tutta Italia? Perché non andiamo a passeggiare nei boschi e nelle campagne anche se gli alberi sono denudati e le messi sono appena germinate? E così lasciarsi andare e lasciarsi pervadere dalle silenziose e possenti voci dell’arte e della natura che proprio nel periodo invernale sono pronte ad avvolgerci e a donarci la profondità della loro calda essenza spirituale.
Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314
editoriale
Lavorazione grafica Carlo Dante
Stampa a cura di Data Mec srl Direttore responsabile Simonetta Biagioni Coordinamento editoriale Marco Magnifico Progetto grafico Studio Pitis
Hanno collaborato Daniela Bruno Daniele Meregalli
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Grazie ai volontari del FAI Uomini e donne, giovani e meno giovani, dal nord e dal sud del Paese: sono la forza che permette alle Delegazioni di trasformare i progetti in eventi dedicati a tutti gli italiani Ci avviciniamo alla fine del 2018, anno che ha visto il FAI adoperarsi ancora su tanti fronti e portare avanti grandi progetti. Tanti sono i risultati ottenuti che non si sarebbero potuti raggiungere senza il grande impegno della nostra rete di volontari. Solida, formata da persone motivate e appassionate, questa enorme squadra di uomini e donne si spende con tanta generosità affinché la bellezza del nostro Paese sia tutelata e valorizzata. Giovani e meno giovani, da nord a sud dell’Italia agiscono insieme per promuovere il rispetto e l’amore per il nostro immenso patrimonio culturale, paesistico e ambientale aiutando gli italiani a scoprire e riscoprire le bellezze più nascoste dei loro territori. A tutti loro esprimo un ringraziamento particolare, per la dedizione e il gran cuore con cui si impegnano tutto l’anno! Lo sforzo profuso per l’organizzazione degli eventi nazionali (le Giornate FAI di Primavera e le Giornate FAI d’Autunno) ha fatto in modo che oggi questi siano diventati appuntamenti culturali irrinunciabili e grandi feste della cultura. In un momento storico di grandi cambiamenti la rete dei volontari del FAI resta solida, porta avanti i suoi valori e prende l’energia del passato per guardare al futuro. È essa stessa un valore, un punto di riferimento e grande esempio di impegno sociale. Un grande compito mi aspetta, prendendo ora l’incarico di responsabile della rete dei volontari che tanto è cresciuta in questi ultimi anni, diffondendosi sempre più nei territori e arricchendosi di nuove risorse diverse e complementari fra loro. Presidenze Regionali, Delegazioni, Gruppi FAI e Gruppi FAI Giovani sono i presidi attivi del FAI sul territorio e il mio impegno sarà quello di dare loro tutto il supporto possibile affinché insieme si possano superare ancora grandi sfide e si possa portare avanti il grande progetto per l’Italia che il FAI rappresenta. Sono felice di poter dare il mio contributo al FAI in questo nuovo ruolo, saluto il 2018 e mi preparo a vivere con tutta la Rete dei volontari le sfide che il nuovo anno ci porterà, certa che non mancheranno le occasioni per incontrarci e condividere le idee, le fatiche e le soddisfazioni. Irene Mearelli RESPONSABILE RETE TERRITORIALE - DELEGAZIONI
delega zioni
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©Caterina Rinaldo 2011
L’Italia che amiamo
— Sopra,
© Ilaria Possenti
Decine di eventi in luoghi di ogni genere, in ogni parte d’Italia. Una cosa lega tutto questo: la mobilitazione di centinaia di volontari del FAI, una rete che agisce su tutto il territorio nazionale per coinvolgere più gente possibile, per far conoscere la ricchezza del nostro Paese e per comunicare la grande missione della Fondazione. Ecco tre esempi virtuosi scelti tra i tanti organizzati dalle nostre Delegazioni e resi possibili dall’impegno dei volontari.
il Teatro Margherita a Bari. A destra, il fiume Adda
GIORNATE FAI D’AUTUNNO
È rimasto chiuso per quarant’anni e presto verrà restituito alla città: si tratta del Teatro Margherita di Bari, la cui apertura è prevista nel 2019 e che sarà uno degli snodi del Polo contemporaneo delle arti. Nell’attesa, il Gruppo FAI Giovani di Bari, con la Delegazione della città, ha organizzato durante le Giornate FAI d’Autunno una visita nel foyer del teatro dove è stato possibile vedere lo stato dei lavori: un successo clamoroso, con oltre 12mila visitatori. “Ha partecipato all’evento sia chi aveva già visto il teatro prima della chiusura alla fine degli anni 70 sia chi non ci era mai entrato” - dice Dario Esposito, a capo del Gruppo FAI Giovani di Bari - “perché questo teatro sul lungomare, unico in Europa che poggia su palafitte, è per noi un simbolo di determinazione nel voler realizzare qualcosa di memorabile sul proprio territorio. Il successo di questa apertura è stato importante anche perché ha permesso al nostro gruppo di consolidarsi”. L’ottima organizzazione dei volontari del FAI, che hanno accompagnato i visitatori con esaurienti spiegazioni e dettagli sui lavori, è stata apprezzata anche dall’assessore alle Culture di Bari Silvio Maselli: “Vedere il foyer del Margherita gremito di gente è stata una grande emozione, il segno dell’aspettativa per un intervento di riqualificazione molto atteso. Ringrazio la Delegazione cittadina del FAI per la passione e la tenacia con cui continua a promuovere la conoscenza e la tutela del nostro patrimonio culturale”. delega zioni
Un altro appuntamento di successo delle Giornate d’Autunno è stato quello del Gruppo FAI della Bassa Bergamasca dedicato alla storia e alla natura, con barche storiche, personaggi in costume, picnic e giochi per bambini. Il pubblico ha affollato l’evento organizzato a Canonica d’Adda (BG), luogo d’incontro, di cultura e di festa. Grazie alla sua posizione - il comune è alla confluenza tra i fiumi Adda e Brembo - è stato il punto di partenza per un percorso tra chiese, ville e cortili che si è concluso a bordo di tre barche in legno Lucia alla scoperta di un luogo di culto poco conosciuto, la Chiesa di Sant’Anna, con barcaioli in abiti d’epoca che lungo il tragitto hanno declamato brani tratti dalle opere di Alessandro Manzoni. COSA FAI... A ROMA
Gli angoli di una Roma che non finisce di stupire sono svelati e raccontati dalle iniziative Cosa FAI Oggi e Cosa FAI Stasera, programmi di aperture organizzati dal 2010 dalla Delegazione della Capitale che negli ultimi anni hanno visto una grande adesione. Le visite diurne che si svolgono in siti normalmente chiusi o poco fruibili al pubblico, in collaborazione con il MiBAC, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, 4
— Palazzo della Cancelleria a Roma
le Comunità Ecclesiastiche e con altri Enti proprietari di beni a Roma, hanno visto la partecipazione di quasi 1000 persone per ogni apertura, tra iscritti FAI e non iscritti, che hanno potuto ammirare, tra le varie proposte più recenti, una delle due Biblioteche del Foro di Traiano, rimessa in luce nel 1932, situata sotto il piano stradale e non visibile dall’esterno, e gli oratori seicenteschi alle pendici del colle Celio, con un tesoro nascosto come la Biblioteca di Agapito. Oltre agli appuntamenti del Cosa FAI Oggi, i volontari della Delegazione hanno creato occasioni di incontro serali, inaugurate con la Notte Futurista al MISE, ospiti del Ministero dello Sviluppo Economico in occasione della celebrazione del 60° della morte di Enrico Prampolini. In quell’occasione, all’esposizione di opere futuriste, si sono affiancati un concerto e una performance teatrale. E ancora la visita all’Oratorio della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, fino ad allora mai aperto al pubblico, che custodisce splendidi affreschi del Borgognone (un’apertura resa possibile grazie alla concessione della comunità dei Padri Gesuiti), o l’apertura serale della Piramide Cestia. Gli appuntamenti proseguiranno anche nel 2019, ma già a dicembre di quest’anno i volontari della Delegazione di Roma vi aspettano per altri appuntamenti: il 13 sarà l’occasione per poter visitare di sera la meravigliosa Villa Farnesina e vedere in anteprima gli ambienti Anni Trenta recentemente restaurati. Il 15 dicembre invece sarà possibile scoprire la storica Caserma dei Vigili del Fuoco Alberto De delega zioni
A NAPOLI UN ACCORDO CON IL QUIRINALE
Villa Rosebery, una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica, si trova sulla collina di Posillipo, luogo di pace e tranquillità, ed è stata aperta per la prima volta al pubblico durante le Giornate FAI di Primavera del 2011 dalla Delegazione di Napoli. Visto il grande successo, con migliaia di persone che si sono mese in coda per visitarla, da allora ogni anno la Delegazione inserisce il sito nel programma delle due Giornate. Nel 2016 Maria Rosaria de Divitiis, Presidente del FAI Campania, ha firmato una convenzione con la Presidenza della Repubblica in cui si concorda di aprire la villa anche in altri momenti dell’anno grazie ai volontari del FAI Giovani Napoli, che seguono quattro incontri di formazione con esperti del Quirinale, storici dell’arte, dell’archivio storico ed esperti di botanica. Villa Rosebery, dice la Presidente del FAI Campania, “è una meravigliosa oasi che fa sentire la presenza della più alta carica dello Stato nel nostro territorio e in questo caso la fa percepire a tutti i ragazzi del FAI Giovani che mettono a disposizione con grande entusiasmo il loro tempo e il loro impegno”. Tra il 2017 e il 2018 la delegazione ha coinvolto nelle aperture anche studenti universitari, con un bando che ha offerto un tirocinio. Le prossime visite alla villa presidenziale sono previste durante le Giornate FAI di Primavera 2019 e nei mesi di maggio, giugno, settembre e ottobre. Per informazioni napoli@delegazionefai.fondoambiente.it Foto Metamorphosi© FAI
— A destra, Foro di Traiano a Roma
© Beatrice Riccardo
© Francesco De Mitri
Jacobis, tuttora operativa, con un percorso dalla Roma imperiale a quella papale, dalle due guerre sino ai nostri giorni. Per informazioni www. faiprenotazioni.it
— Villa Rosebery a Napoli risale ai primi dell’Ottocento e dal 1957
è un bene in dotazione alla Presidenza della Repubblica
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Una chiesa nel Salento crocevia di culture Restaurare la storia, riscoprire l’identità e riportare la vita all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce
i beni del fai
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Siamo abituati a restaurare monumenti, mura, affreschi, e anche paesaggi: realtà materiali, da recuperare nelle fattezze e nelle funzioni. Siamo meno abituati a restaurare storie, memorie, tradizioni, patrimoni immateriali, che pure hanno la stessa concretezza nella percezione delle persone e nel definire il valore dei luoghi. L’Abbazia di Cerrate aveva bisogno di entrambi i restauri, materiale e immateriale, per ritrovare il suo splendore, ma soprattutto per ritrovare la sua vita, riscoprire la sua identità e il ruolo di punto di riferimento di un territorio e di una comunità che storicamente hanno intrattenuto un forte e significativo legame con essa e che da un cinquantennio l’avevano perso. Risalendo nel tempo, attraverso intuizioni, ricerche storiche e indagini archeologiche, abbiamo finalmente afferrato lo spirito di questo luogo: non solo una tipica masseria costruita attorno a i beni del fai
Foto di Ghelfi360
Foto Filippo Poli © FAI
Foto Antonio Leo © FAI
Foto Filippo Poli © FAI
— Santa Messa nella Chiesa di S. Maria di Cerrate in occasione della benedizione dell’altare della Madonna, che si è tenuta lo scorso settembre. A destra, particolare di un affresco con santi e vescovi
— Sopra, la Chiesa
di Santa Maria di Cerrate
Abbazia di Cerrate, Lecce
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Foto Antonio Leo © FAI
— Monsignor Michele Seccia, Arcivescovo Metropolita di Lecce, benedice l’altare della Madonna nella Chiesa di Cerrate
una pregevole chiesa di campagna, bensì un fossile vivente dell’identità salentina che è frutto di stratificazione, incontro e fusione tra culture, storie, religioni e lingue diverse. La Terra d’Otranto, testa di ponte e porta aperta tra l’Occidente di Roma e l’Oriente greco e di Bisanzio, passaggio obbligato per conquistatori, coloni, mercanti, artisti e pellegrini sulla rotta più battuta del Mediterraneo, ha conservato nei secoli i caratteri di un DNA misto, che ancora oggi, più o meno consapevolmente, la rende sensibile all’accoglienza e alla valorizzazione della diversità culturale come fonte di ricchezza.
C’è in particolare un tratto marcatamente greco che ben si spiega in una terra che dista solo 70 km dalla Grecia, che è stata greca fin dalla prima ora – dai micenei nel XII secolo a.C. ai coloni greci che nell’VIII hanno fondato Taranto - e che lo è curiosamente tuttora, con evidenza, nella cosiddetta Grecìa salentina: dodici comuni vicini a Cerrate (uno dei quali si chiama Calimera, “buongiorno” in greco), che hanno oggi segnaletica stradale in doppia lingua, e conservano poesia, musica, piatti tipici, toponomastica e onomastica spiccatamente greci. La grecità arcaica del Salento si è rinnovata e consolidata nell’epoca d’oro della dominazione bizantina, dall’VIII al XV secolo, lunga e penetrante, che lascia numerose tracce nelle chiese come Cerrate, ma anche nei riti sacri e profani che si perpetuano nel tempo affidati a una comunità fedele e affezionata ad antiche tradizioni. L’anima bizantina del Salento si esprime con forza a Cerrate e il FAI, così come gli studiosi che si erano finora dedicati alla sua storia artistica, l’aveva colta nell’iconografia della chiesa, intrisa di riferimenti alla liturgia greca; tuttavia molti altri elementi, che abbiamo scoperto e imparato a leggere a poco a poco, rimandano a questo tratto caratteristico, unico e memorabile.
Foto Daniela Bruno © FAI
UNA PICCOLA GRECIA IN PUGLIA
— Papas Nik Pace, parrocco della Chiesa Greca di Lecce, che ha concelebrato la Santa Messa
L’ANIMA BIZANTINA DELLA CHIESA
Quando la chiesa fu fondata, alla fine dell’XI secolo, i committenti normanni la vollero romanica nell’architettura, ma i beni del fai
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Foto Silvio Zecca© FAI
QUEL BACIO
— Parti dell’altare della Vergine Maria smontato negli anni ‘70 e oggi ricostruito
bizantina nella decorazione, perché rispondesse alle aspettative e alle abitudini di una comunità, clero e popolo, che era greca nella lingua, nel rito e nell’immaginario sacro diffusi da Bisanzio. Santi, vescovi e monaci che affollano l’abside e le navate rimandano all’universo bizantino, di religione e cultura: la rappresentazione del regno di Dio somiglia a quella della corte imperiale di Costantinopoli, con gli angeli come ciambellani e gli apostoli e i vescovi come dignitari; eremiti e asceti dipinti sotto gli archi vengono da Egitto, Siria, Palestina, Armenia, Cappadocia, Licia, Dalmazia, Balcani: sono tutte figure “importate” dall’Oriente ma familiari, perfettamente integrate nell’universo religioso dell’uomo salentino di allora e, da allora, incardinate nella tradizione del Salento di oggi. La stessa Vergine Maria, cui è dedicata la chiesa, è la santa patrona e protettrice di Costantinopoli e la sua immagine in preghiera domina l’abside, come è tipico delle chiese bizantine, ma anche tutta la navata sinistra, che nel rito greco è riservata a lei e in generale alle donne, dove appare più volte, bambina e defunta, e sotto forma di icona, nell’altare a lei dedicato. UN ALTARE PER RICOSTRUIRE LA STORIA
Quest’altare, demolito negli anni ’70 e da poco ricostruito dal FAI come e dov’era, grazie al supporto delle fonti documentarie, delle indagini storico-archeologiche e delle testimonianze orali, è forse il simbolo più forte ed evidente della continuità di un’identità bizantina che riprende vita a Cerrate. Fulcro della religiosità e della liturgia più antica, è rimasto nella memoria e nel sentimento degli ultimi fedeli che, ritrovandolo nella chiesa di oggi, hanno ritrovato una parte della loro stessa storia e identità, mista di riferimenti alle culture orientale e occidentale. Oggi all’Abbazia di Cerrate si è tornati a celebrare la Santa Messa ogni domenica, e la cerimonia di inaugurazione della chiesa restaurata dal FAI, alla presenza di migliaia di cittadini, ha visto pregare insieme presso l’altare maggiore il Vescovo di Lecce e il papas della piccola chiesa bizantina di Lecce di S. Niccolò dei Greci, altro fossile vivente della stessa lunga storia. Da quest’ultimo abbiamo imparato come si svolgeva il rito greco nel i beni del fai
Lo studio della storia dell’arte con Mina Gregori (alla quale sempre serberò grande gratitudine) e il mio lavoro di gioventù nel dipartimento di dipinti antichi di una grande casa d’aste inglese mi educarono all’osservazione maniacale dei dettagli, dei segni e dei particolari inserendosi su un’indole già patologicamente appassionata alla minuzia. La lettura e la riconoscibilità dei “segni” richiede una grande dose di curiosità per tutto ciò che si vede, tramutando così la vista distratta in osservazione consapevole. I dettagli osservati e immagazzinati nella mente consentono poi di decrittarne altri grazie al confronto con quelli già in memoria. Più si vede, più si immagazzina, più si capisce e più si può dare una risposta alle domande che l’osservazione ci deve porre consentendoci, all’occorrenza, la correttezza di scelte e decisioni che altrimenti non sarebbe possibile. Invitammo un giorno alla Abbazia di Cerrate un anziano e fiero contadino dal viso cotto da troppe stagioni di sole salentino. Lui e la sua famiglia avevano per generazioni abitato nell’abbazia/masseria coltivando, oltre agli olivi, grano e tabacco. Lo intervistammo per trarre dai suoi racconti temi da raccontare a chi in futuro avrebbe visitato il monumento la cui storia contadina è altrettanto importante di quella religiosa. Alla fine del racconto ci congedammo e lui, dopo le affettuose strette di mano, si volse al portone semiaperto della chiesa e, con quella naturalezza che solo un’abitudine secolare consente (perché era anche dei suoi genitori e dei suoi nonni) mandò con la mano un bacio fugace verso la chiesa. Fui molto colpito da quel segno: “A chi avete mandate quel bacio signor Martella?“; e lui, fissandomi in silenzio con lo stupore che suscitano le domande ovvie se non sciocche, mi rispose “alla Maronna”. E senz’altro aggiungere prese la via del ritorno. Quel segno inequivocabile ci convinse a ricostruire, laddove per secoli si era trovato, l’altare della Madonna che freddi ragionamenti e capziose ragioni avevano smantellato negli anni ‘70, durante un “restauro” che aveva con arroganza scelto un pezzo di storia a discapito di un’altra. Bastava un bacio per risarcire quel torto. Marco Magnifico VICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI
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Foto Filippo Poli © FAI
Foto Filippo Poli © FAI
Foto Filippo Poli © FAI
XII secolo, nella chiesa di Cerrate, perché allo stesso modo si svolge ancora oggi nella sua chiesa; da lui abbiamo imparato funzione e importanza di un oggetto raro e curioso che era emerso dagli scavi nell’Abbazia: uno stampo per timbrare il pane dell’eucaristia risalente all’XI-XII secolo, identico a quelli che in tutte le chiese di rito greco ancora oggi si usano allo stesso scopo. Oggi l’Abbazia di Cerrate svela un’identità più complessa e ancor più affascinante, intrisa di grecità perfino nel nome, che rimanda con tutta probabilità ai suoi monaci, in greco ieràtes. Abbiamo restaurato la chiesa, ma soprattutto la sua anima, fatta di storie, memorie e tradizioni ancora vive nella comunità, che oggi frequenta volentieri questo luogo perché vi si riconosce.Quale obiettivo più grande può avere la cultura, se non riallacciare il legame tra oggi e ieri, spiegandoci chi siamo alla luce di ciò che eravamo?
Abbazia di Santa Maria di Cerrate S.P. 100 Squinzano – Casalabate, km. 5.900, Lecce Contatti: Tel. 0832 361176 faicerrate@fondoambiente.it
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Foto Loretta Martella © FAI
— Da sinistra, affreschi con Eutimio il Grande, Paolo di Tebe e il volto di un santo identificato come quello di San Giovanni Crisostomo
— Stampo eucaristico con iscrizione graffita
ritrovato in una profonda fossa scavata nella roccia nell’Abbazia di Cerrate
Aperture fino al 6 gennaio 2019: dalle 10 alle 16; Santa Messa tutte le domeniche alle 16 Giorno di chiusura: lunedì oltre al giorno di Natale e al 1 gennaio Periodo di chiusura: dal 7 gennaio al 28 febbraio 2019
Dal 1° marzo al 31 maggio 2019: dalle 10 alle 18; Santa Messa tutte le domeniche alle 18. Giorno di chiusura: lunedì Per gli orari estivi: telefonare al numero 0832 361176
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Perché la trasformazione dà valore alla cultura Il Presidente del FAI e il restauro dell’Abbazia di Cerrate Cosa vi è di più splendido nei paesaggi e nelle opere della storia e dell’arte che la loro irriducibilità sostanziale a ripetizioni, leggi e numeri? La rivoluzione informatica che in questo millennio ha prevalso è stata inventata da ingegneri californiani che sapevano forse di scienza, molto di tecnica e nulla di umanistico. La civiltà del ‘900 che sta alle nostre spalle, non contiene solo quanto in quel secolo è stato creato, ma rappresenta l’ultimo approdo di almeno tre mondi: quello antico classico, quello medievale europeo e quello borghese della modernità industriale. Pertanto non è quindi immaginabile gettarlo nella pattumiera come un vecchio strumento, perché ridurremmo l’essere umano a una sola dimensione. Ne consegue che, per quanto riguarda l’aspetto umanistico, siamo costretti a stare con un piede nel ‘900 e con l’altro nel 2000, col rischio di spaccarci in due se la voragine tra i due millenni si trasformasse in un abisso. Prima di spostare entrambi i piedi nell’oggi occorre dunque riequilibrare sostanza e tono delle attuali circostanze, riequilibrando la tecnica del confort e della comunicazione con la moltiforme e imprevedibile cultura umanistica. IL NOSTRO PATRIMONIO RACCONTA IL TEMPO
Una delle complicazioni sta nel fatto che contesti e oggetti della storia e dell’arte non sono monumenti unici e statici ma sono fiumi dai variegati meandri. Questa è la ragione per la quale non ha senso ridurre un edificio a una sola fase considerata la principale, come è avvenuto, per esempio, nella chiesa romanica di Santa Maria di Cerrate, alla quale negli anni ’70 è stato tolto sulla sinistra un altare barocco. Quanti monumenti sono sorti su mura antiche, hanno avuto una costruzione medievale e sono stati poi in vario modo arricchiti nella modernità. È solo questo dinamico trasformarsi a costituire la loro complicata e irriducibile essenza. Bene quindi ha fatto il FAI ricomponendo l’altare alla Madonna, che poi a guardar bene aveva un suo precedente medievale, anch’esso assurdamente eliminato. Infatti la chiesa di Cerrate è sì occidentalmente romanica ma segue una concezione religiosa tipica del Mediterraneo orientale, che nelle chiese a rituale bizantino prevede a sinistra un altare alla Madonna, visto che in esse le donne si dispongono a sinistra. Insomma, il nostro patrimonio è fatto da un insieme di tempi assai diversi e di modi di vivere variegati che tra loro si combinano in un qualcosa di profondo e complicato che nessun algoritmo riuscirà ad assorbire riducendolo a un qualcosa di semplice.
— Andrea
Carandini
UN NUOVO EQUILIBRIO
Foto Dal Pozzolo-Musacchio-Iannello© FAI
Se però riusciremo a umanizzare il mondo in cui siamo ormai inevitabilmente immersi, avvalendoci del ‘900, senza voler restare aggrappati a esso e in sintonia con il web e con gli iPhone, potremmo forse avere l’alba di una nuova civiltà che non fa delle precedenti una tabula rasa. Il FAI molto può fare nel riequilibrare il nostro volo, che al momento pencola troppo tutto da un lato. È una sfida culturale che ha del paradossale, come se ci si proponesse di domare uno scoiattolo… Andrea Carandini PRESIDENTE FAI
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Amare le differenze Michelangelo Pistoletto sugli affreschi di Cerrate
IL TERZO PARADISO
UN ESEMPIO DAL PASSATO
La rivelazione della presenza dei patriarchi religiosi appartenenti a diverse origini etniche, rappresentati sui muri dell’Abbazia di Cerrate, ci insegna che la convivenza delle etnie era fin dai tempi antichi una realtà praticata. L’abbazia di Assisi e quella di Cerrate consegnano al mondo di oggi esempi non solo di tolleranza, ma anche di amore per le differenze. Con lo stesso fine è nato a Cittadellarte il progetto LOVEDIFFERENCE-Movimento Artistico per una Politica Mediterranea, incluso nel concetto del Terzo Paradiso, il cui simbolo è presente nel Bosco di San Francesco ad Assisi. Adesso sta a noi trarre da quegli esempi che ci porta il passato la forza necessaria per creare un reale equilibrio nella società del mondo. Società attualmente dilaniata dal conflitto tra le differenti religioni, economie e politiche. Dunque il restauro dell’Abbazia di Cerrate oltre a essere un recupero architettonico-estetico-storico diviene anche una proposta etica rivolta al mondo di oggi e di domani.
Foto Lucio Lazzara © FAI
Con Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo del FAI, ho tenuto il 21 settembre 2018 un incontro pubblico ad Assisi nel “Cortile di Francesco”. Tre giorni dedicati al tema della Differenza. In quell’occasione è emersa la notizia di una scoperta importante e significativa proprio riguardo all’argomento che stavamo trattando: gli studi sugli affreschi dell’Abbazia di Cerrate a Lecce evidenziano l’integrazione delle differenze contenuta nella liturgia bizantina. Il confronto con la persona stessa di Francesco d’Assisi, presente negli affreschi di Giotto che ci circondavano, era inevitabile. I due monasteri, distanti nella storia, quello di Cerrate e quello di Assisi, portano all’evidenza un messaggio dal significato profondo, quello della ricchezza di pensiero, di cultura e pratica contenute nelle differenze sia in rapporto con la natura sia nel rapporto fra gli esseri umani.
Il termine paradiso proviene dall’antico persiano e significa giardino protetto. L’umanità ha vissuto due paradisi. Il primo è quello in cui la natura regolava totalmente la vita sulla terra. Il secondo è il paradiso artificiale sviluppato dall’intelligenza umana nel corso dei secoli, attraverso un processo che ha portato l’umanità a migliorare la propria qualità di vita, giungendo tuttavia a confliggere con il mondo naturale. Il Terzo Paradiso, spiega Michelangelo Pistoletto, “mira alla ri-conciliazione tra polarità diverse come natura e artificio e si può realizzare solo attraverso l’assunzione della responsabilità sociale collettiva”.
— Il Terzo Paradiso realizzato da Michelangelo
Pistoletto nel Bosco di S. Francesco ad Assisi (PG)
Michelangelo Pistoletto LA HAVANA (CUBA), 9 NOVEMBRE, 2018
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FAI ponte tra culture Il patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale italiano può favorire l’integrazione tra le persone nelle società multiculturali: questo l’obiettivo di un nostro nuovo progetto “Dobbiamo costruire ponti, non muri”. Le parole illuminate di papa Francesco si rivolgono a un mondo che sembra chiudersi anziché aprirsi alle nuove e complesse realtà che ci circondano. Tra queste, una delle più urgenti riguarda l’integrazione tra le culture in una società sempre più multietnica. Il nuovo progetto FAI ponte tra culture ha proprio l’obiettivo di costruire conoscenza e abbattere diffidenza, grazie al patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. Evoluzione di Arte, un ponte tra culture ideato dall’Associazione Amici del FAI nel 2008 a Brescia e suggerito dalla constatazione che, sia durante le Giornate FAI di Primavera sia nei luoghi di cultura, la partecipazione e la presenza di perso- — Gruppo di mediatori storico-artistici di Milano ne d’origine straniera era scarsa se non nulla, il progetto da e artistico nazionale perché anche chi arriva da lontano quest’anno è passato in gestione al FAI. L’intento è quello di possa diventare promotore d’arte e cultura tra le proprie diffonderlo a tutto il territorio nazionale grazie alla collabora- comunità d’origine e tra tutti i cittadini. Con questo obietzione della Rete territoriale dei volontari FAI e con la creazio- tivo vengono proposti percorsi alla scoperta delle città in ne di nuovi Gruppi formati da cittadini di diverse provenien- italiano e in lingua straniera, corsi sulla storia e sull’arte ze con lo scopo di favorire uno scambio sempre più ricco di locale ed eventi aperti al pubblico dedicati al confronto tra esperienze e di conoscenze. l’Italia e il resto del mondo. FAI ponte tra culture dispone di una Commissione Come ogni iniziativa della Fondazione risponde a un unico bisogno universale, quello culturale, senza alcun Scientifica presieduta da Marco Magnifico, Vicepresidente orientamento partitico o politico. Il progetto vuole avvici- Esecutivo FAI e composta, tra gli altri, da don Virginio Colnare i cittadini di origine straniera al patrimonio storico megna, Arnoldo Mosca Mondadori, Maurizio Ambrosini.
DON COLMEGNA: LA FORZA DI UNO SCAMBIO DI CONOSCENZE Il patrimonio culturale di una comunità può certamente essere un importante veicolo di integrazione. L’Italia è tra le terre più ricche di storia, opere, monumenti e quindi benissimo ha fatto il FAI a promuovere il progetto FAI ponte tra culture. Nel nostro Paese vivono 5,1 milioni di stranieri residenti, quasi il dieci per cento della popolazione. Dare l’opportunità di conoscere e apprezzare il nostro patrimonio culturale non significa trasmettere un’identità rigida cui è richiesto di assimilarsi. Il confronto deve essere aperto e fatto di scambio perché è la contaminazione a produrre ricchezza. Questo non
fai ponte tra culture
Credo pertanto che parlare di stranieri e di immigrazione da un punto di vista culturale e artistico sia un rovesciamento di prospettiva, che può fruttare solo esiti positivi: calano le paure, diminuiscono le preoccupazioni, si riscopre il fascino della condivisione, si cementa la coesione sociale. Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di cogliere l’opportunità del confronto multietnico per contrastare l’imbarbarimento sociale che stiamo attraversando. Don Virginio Colmegna
vuol dire generare una sorta di abbassamento culturale, omologando e uniformando in modo quasi indistinto. Non dobbiamo arrivare a un couscous culturale, ma al condividere ogni espressione artistica nella sua unicità e differenza. Perché il bello attrae, accresce sapere e conoscenze, nutre lo spirito, dà qualità al nostro tempo di vita. Per questo auspico che il progetto FAI ponte tra culture sia aperto a questa doppia direzione. Del resto, un ponte serve sia a chi sta su una sponda ad andare dall’altra parte, ma anche a chi si trova sulla riva opposta a muoversi verso l’approdo che vede di fronte.
PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE “CASA DELLA CARITÀ ANGELO ABRIANI” DI MILANO
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Il Patto per l’acqua promosso dal FAI Un impegno comune per aumentare il recupero e il riciclo di una ricchezza che in Italia non sappiamo sfruttare. Al quale hanno già aderito molte importanti organizzazioni Lunghi periodi siccitosi, enormi quantitativi d’acqua che in poche ore concentrano un terzo della pioggia di un anno, pericolose trombe d’aria. Il nostro territorio non è più solo fragile ed esposto al dissesto idrogeologico: quando l’intero ciclo dell’acqua viene coinvolto è lo stesso sistema futuro di accesso all’acqua che viene condizionato. Siamo certamente ricchi di acqua in Italia, ma rischiamo di diventare poveri se non iniziamo a promuovere precisi interventi che aumentino la resilienza del sistema. Il nostro modello di utilizzo è impostato sull’abbondanza d’acqua: un modello intensivo di sfruttamento che ci trova sempre più vulnerabili in alcune aree e in certe stagioni. Al contempo recuperiamo poca acqua piovana (solo 11%), ancor meno se consideriamo le acque grigie e nere nelle nostre case; ne sprechiamo molto di quella prelevata dai corpi idrici (23 litri su 100 non arrivano all’industria, all’agricoltura e nelle nostre case); riutilizziamo in agricoltura solo l’1% dell’acqua depurata; investiamo poco più di 30€ pro capite in infrastrutture idriche contro i 100€ della media europea. È in forza di questa consapevolezza che il FAI ha lanciato la campagna #salvalacqua, per sensibilizzare sul valore della risorsa idrica, sulla necessità di un suo uso consapevole, sul risparmio, ma soprattutto sulla necessità di promuoverne il recupero e il riciclo. UN FRENO ALLA LOGICA DELL’EMERGENZA
Uno dei principali strumenti di questa campagna è il Patto sull’Acqua, un vero e proprio accordo tra gli stakeholders firmatari per promuovere proposte concrete da rivolgecampagna
# salval acqua
re alle istituzioni, per passare dalla logica dell’emergenza, fino a ora prevalsa, alla logica di sistema. I firmatari del Patto, al momento in cui scriviamo, sono: AIAPP, ANBI, ASVIS, CNR-IRSA, Coldiretti, Comuni Virtuosi, Energy & strategy Group del Politecnico di Milano, FAI, INU, Kyoto Club, Nomisma, Utilitalia. Gli aderenti al Patto, impegnandosi a costruire un percorso comune di confronto e di indirizzo, chiedono che il nostro Paese si doti di una Strategia Nazionale Idrica per la gestione della risorsa acqua in ambito domestico, agricolo e industriale e che abbia alla sua base i principi dell’economia circolare. Si impegnano a promuovere comportamenti pubblici e a stimolare l’adozione di misure in grado di assicurare un utilizzo più efficiente delle risorse idriche, secondo i principi cardine del risparmio, del recupero, del riciclo e nel pieno riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici. ALCUNE PROPOSTE DI INTERVENTO
Per il testo del Patto e i dettagli delle proposte, visitate il sito www.ilfaichevigila.it. Di seguito ne elenchiamo alcune tra le più significative: • Introduzione di un credito di imposta per le tecnologie che permettano di riconvertire i processi produttivi, sia in agricoltura che nell’industria, rendendoli a bassa intensità idrica. • Previsione di un Bonus per gli interventi in immobili civili volti ad aumentare l’efficienza idrica (es. installazione reti duali, installazione di serbatoi di accumulo per l’acqua piovana).
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Illustrazione La Linea © 2018 Cava/Quipos
— Il legame tra siccità, come quella del Lago Temo in Sardegna qui a lato, e fenomeni alluvionali (foto sotto) è strettissimo
• Previsione di un’aliquota IVA agevolata per i nuovi impianti in edilizia civile o industriale per la separazione e il riutilizzo delle acque grigie. • Previsione di un Bonus per gli interventi sugli spazi aperti, finalizzati all’aumento dell’efficienza idrica e alla permeabilizzazione dei suoli, in modo da trattenere nel suolo l’acqua piovana.
GLI ESEMPI VIRTUOSI NEI BENI DEL FAI Il FAI promuove la gestione sostenibile del proprio patrimonio culturale e naturale e il tema dell’acqua emerge in maniera preponderante. Rientra nella missione del FAI anche un presidio più esteso sul paesaggio italiano attraverso le attività di tutela attiva sul territorio e di sensibilizzazione ed educazione sul significato di paesaggio. In questo ambito il FAI ha acquisito un’esperienza diretta del valore e dell’importanza dell’acqua come risorsa scarsa
campagna
# salval acqua
e preziosa per gli ecosistemi e le comunità. L’impegno del FAI con la campagna #salvalacqua parte dalla concretezza delle azioni svolte nei Beni, dove la Fondazione tutela e valorizza il patrimonio delle conoscenze tradizionali nel campo del recupero, del risparmio e del riutilizzo delle acque. In diversi Beni ci sono testimonianze di significativo rilievo storico-culturale legate all’approvvigionamento e alla gestione dell’acqua, come il caso del Giardino Pantesco sull’isola di Pantelleria, un caso emblematico di irrigazione in zone estreme, o del Giardino della Kolymbethra ad Agrigento,
dove ancora oggi è attivo un sistema di captazione delle acque di impianto cartaginese. In fase di restauro dei suoi siti il FAI si pone l’obiettivo di raggiungere una gestione altamente efficiente del ciclo dell’acqua, focalizzata sul recupero delle acque meteoriche da un lato e delle acque di scarico, sia grigie sia nere. Emblematico il recente caso di Case e Podere Lovara a Punta Mesco nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, da poco inaugurato , dove il FAI sperimenta nuove tecnologie di captazione delle acque piovane o di recupero e riuso delle acque nere e grigie.
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Ultime notizie dal mondo FAI La mostra di Barry X Ball a Varese prosegue fino a febbraio. E sono partite le “passeggiate sui Navigli” all’Università di Milano
— Barry X Ball, Purity, 2008-11
A VILLA PANZA PROROGA PER BARRY X BALL
Ancora due mesi per visitare la mostra The End of History. La retrospettiva dell’opera di Barry X Ball in corso a Villa Panza a Varese e al Castello Sforzesco di Milano non chiuderà come previsto a dicembre ma continuerà fino al 10 febbraio 2019. Grande interesse per l’artista californiano e la sua ricerca che ha al centro il concetto di stile, il tema dell’autenticità e della serialità, il perdurare del valore dell’opera d’arte attraverso i secoli: oltre 50 opere dagli anni ’80 a oggi, in un excursus che parte dai primi lavori a fondo oro e giunge fino ai carismatici recenti Portraits fino alla sezione Masterpieces, in un percorso che si snoda dalle sale del primo piano al nuovo spazio delle rimesse per le carrozze. In contemporanea al Castello Sforzesco di Milano si potrà ammirare l’inedita Pietà, omaggio dell’artista alla celebre opera michelangiolesca conservata dal 2015 nel nuovo museo della Pietà Rondanini e il potente Pseudogroup of Giuseppe Panza (1998-2001), installazione composta da nove ritratti del collezionista milanese in cui Barry X Ball guarda il suo soggetto da diverse angolature e con diverse espressioni. Appuntamento speciale a Villa Panza il 30 gennaio 2019 alle 18: Laura Mattioli, storica dell’arte che, con Anna Bernardini, ha curato la mostra, incontrerà il pubblico. news
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Grazie! 255.000 volte grazie, un “grazie” per ciascuno dei visitatori che in 250 città italiane hanno partecipato alle Giornate FAI d’Autunno, quest’anno rese possibili dal prezioso sostegno di Rekeep: un numero eccezionale che rappresenta una grande crescita, oltre il 25% in più dello scorso anno. Un grazie particolare va anche ai volontari della Fondazione protagonisti di questa grande festa, che anno dopo anno diventa sempre più importante e che si inserisce nella campagna di raccolta fondi Ricordati di salvare l’Italia, attiva dal 1° al 31 ottobre. Abbiamo raccolto circa 22mila iscrizioni: diamo il benvenuto a chi, per la prima volta, ha scelto di essere con noi, per partecipare alla tutela e alla difesa del nostro ambiente e del nostro patrimonio culturale. Oltre alle iscrizioni e ai contributi raccolti, anche gli sms solidali e le chiamate da rete fissa hanno portato un aiuto economico da destinare ai lavori in corso e ai progetti futuri del FAI. Grazie alla Commissione europea – Rappresentanza in Italia per il sostegno e la collaborazione nell’ambito delle attività dedicate all’Anno europeo del patrimonio culturale 2018. Ringraziamo le importanti aziende che hanno sostenuto Ricordati di salvare l’Italia: Iper, La grande I, Unes, Il Viaggiator Goloso, Oleificio Zucchi, Kidult. Grazie al generoso sostegno di RaiNews 24, Mediaset, Mediafriends Onlus, Publitalia ’80, La7, GEDI Gruppo Editoriale. Grazie a DHL Express Italy che ha garantito la movimentazione di tutti i materiali.
Appuntamento al 23 e 24 marzo 2019 con le Giornate FAI di Primavera! Foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini© FAI
© FAI
I NUMERI DI UN SUCCESSO
Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli – Castello Sforzesco, Milano
Navigando per Milano
— Thomas
Higham, su disegno di William Leighton Leitch, Il Laghetto di Milano, 1833-1837 circa. Sotto, Giovanni Agosti
Le acque della città protagoniste del corso di storia dell’arte Verso la Certosa di Pavia termina infatti il corso. Per questa edizione il corso abbandona In ogni puntata il segmento di città affrontato prevede un il modello cronologico e biografico a montaggio di immagini di monumenti, opere d’arte e testi cui sono state improntate le lezioni degli letterari, non rinunciando a incursioni cinematografiche, anni passati, che hanno ripercorso – sul volte a documentare assetti urbani che non sono più quelli filo del tempo e con abbondante impieodierni, ma anche a verificare il peso dei film nel mettere a go di materiale documentario dell’epopunto le diverse immagini di Milano che si sono succedute ca – le vite di Michelangelo, Leonardo, nel corso del XX secolo. I temi spaziano infatti dall’antichiCaravaggio e Tiziano, grazie a un’intuizione messa a punto con i determinanti consigli di Luca tà classica alla contemporaneità. Ronconi, dalla cui scuola provenivano i giovani attori del Gli oratori sono un gruppo di giovani studiosi che si sono formati presso l’Università degli Studi di Milano, tutti orPiccolo Teatro coinvolti nel progetto. Stavolta Jacopo Stoppa e io abbiamo scelto di procedere su mai ben noti a chi frequenta i corsi del FAI. A dare voce un’altra via, privilegiando lo spazio sul tempo. Il corso è in- alla galleria dei testi, che corrono da Bonvesin da La Riva a fatti una sorta di passeggiata che attraversa Milano, dando Carlo Emilio Gadda, da Carlo Maria Maggi a Carlo Cattavita e voce ai monumenti che si incontrano per le vie di una neo, è Anna Nogara, le cui doti di attrice – così apprezzate città che continua a salire. Il modello dichiarato è La Mila- da Isella – si misurano da decenni con la tradizione milaneno dei Navigli di Dante Isella (1922-2007), un saggio del 1987, se, a partire dallo storico Milanin Milanon allestito nel 1962 recentemente ristampato, che – dall’alto di una competenza da Pippo Crivelli e Roberto Leydi al Teatro Gerolamo (con senza pari della tradizione culturale lombarda e non nascon- Tino Carraro, Enzo Jannacci, Sandra Mantovani, Milly e la dendo predilezioni e idiosincrasie – costituiva, per esplicita stessa, giovanissima, Nogara): uno spettacolo che ha aperto la via per una comprensione moderna del passato della ammissione dell’autore, una “passeggiata letteraria”. Il percorso delle lezioni segue il flusso delle acque di Milano, città, dove la nostalgia non è mai disgiunta da un costante a partire dall’ingresso in città del Naviglio della Martesana e sospiro civile. da lì, attraverso la cerchia interna, raggiunge la darsena, per Giovanni Agosti concludersi con un accenno ai Navigli che si dirigono a Sud. CURATORE DEL CORSO CON JACOPO STOPPA “EL NOST MILAN ”, LEZIONI SULLA STORIA DEI NAVIGLI, A MILANO FINO A MAGGIO 2019 In questi mesi a Milano si parla dell’opportunità di riaprire i corsi d’acqua che sono stati elementi caratterizzanti della sua originaria identità e il corso di storia dell’arte organizzato dal FAI si propone di offrire gli strumenti per conoscere una storia oggi sepolta dal cemento. “Il sindaco Beppe Sala e migliaia di milanesi” dice Marco Magnifico del FAI “vorrebbero sanare l’errore fatto quando vennero chiusi. Ma per farlo è giusto che i cittadini conoscano la storia di Milano e acquisiscano informazioni per rafforzare la loro consapevolezza, utile per poter decidere ”. Le lezioni si terranno presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano. Per informazioni: tel. 02.467615252-349; www.elnostmilan.info
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Le manifestazioni nei Beni del FAI per tutta la famiglia Foto Arenaimmagini.it© FAI
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Buonanotte ai suonatori BOSCO DI SAN FRANCESCO, ASSISI (PG)
Ai piedi della Basilica di San Francesco, nel bosco millenario, luogo di armonia e di silenzio, si terrà l’ultimo degli appuntamenti previsti nei weekend di dicembre alla scoperta delle bellezze del Bosco di San Francesco, per vivere l’attesa del Natale in una calda atmosfera di festa. In questa occasione verrà presentato il nuovo libro cd di Massimiliano Maiucchi e Alessandro D’Orazi, sedici canzoni fatte apposta per sognare, allegre ballate e dolci melodie per accompagnare il bambino nell’ora del sonno tra le rime e le note.
Dal 26 al 28 dicembre 24 dicembre
Natale a San Fruttuoso
I presepi artistici della Basilicata
ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO, CAMOGLI (GE)
CASA NOHA, MATERA
Tradizionale appuntamento natalizio nella Chiesa di San Fruttuoso con la celebrazione della Santa Messa nella notte che precede il Natale. Un battello riservato ai partecipanti all’evento, partirà dal porticciolo di Camogli alle ore 22.40 per raggiungere il borgo illuminato di San Fruttuoso. Al termine della Messa, accompagnata dal coro “Voci d’Alpe” del Gruppo Alpini di Santa Margherita Ligure, sarà possibile visitare la splendida abbazia benedettina e riscaldarsi con un brindisi augurale con vin brûlée accompagnato dal tradizionale pandolce di Natale. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti al numero 0185 772703.
Un percorso alla scoperta dei presepi della Lucania, terra magica e misteriosa. Alla mattina vengono proposte visite a Grassano, uno dei comuni del confino di Carlo Levi, per ammirare l’opera dell’artista Franco Artese, che ha esposto i suoi capolavori a New York e in Vaticano: un presepe di 40 metri con scorci del paese degli anni Cinquanta e della civiltà contadina. Il pomeriggio visita al presepe vivente nel rione Rabatana a Tursi con oltre 100 figuranti in costume negli angoli più suggestivi del quartiere arabo. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti. Per informazioni contattare Casa Noha al numero 0835 335452.
di Pirelli che conferma per il settimo anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Per il secondo anno si conferma la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner.
Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2018/19”, è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, e al prezioso contributo
manifesta zioni nei beni
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Foto Gabriele Basilico© FAI
— Espositori nel giardino di Villa Necchi Campiglio, nel cuore di Milano, durante la manifestazione Soffio di primavera.
16 e 17 febbraio
AgruMi
2 e 3 marzo
Soffio di primavera
Foto Maurizio Maniscalco © FAI
VILLA NECCHI CAMPIGLIO, MILANO
manifesta zioni nei beni
Una mostra mercato dedicata al fascino delle fioriture di inizio primavera: protagonista di questa edizione l’elleboro, la pianta perenne che sboccia in inverno nelle prime giornate tiepide e che vanta numerose specie con fiori che vanno dal bianco al rosa, al viola fino al verde Un’occasione imperdibile per gli appassionati di giardinaggio che, passeggiando tra colori e profumi, potranno non soltanto iniziare a progettare i loro giardini, terrazzi e balconi dopo il lungo “letargo invernale” e scoprire una ricca varietà di piante da mettere a dimora, ma anche chiedere preziosi consigli agli esperti del settore o partecipare a incontri e presentazioni di libri. Laboratori creativi a tema floreale per i più piccoli. Sabato è previsto un cocktail serale. 19
Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it
Torna nel centro di Milano la due giorni dedicata ai frutti simbolo dell’agricoltura mediterranea, gli agrumi, con conferenze, dimostrazioni culinarie e una mostra mercato di prodotti selezionati. Piante, frutti, miele, marmellate, mostarde, profumi, cosmetici e raffinati decori saranno protagonisti di una ricca esposizione che permetterà di acquistare prodotti e manufatti scelti per la loro qualità e particolarità. In programma incontri con esperti, presentazione di libri, laboratori per i più piccoli, degustazioni. Sabato la villa resterà aperta fino alle 19 per un cocktail serale ovviamente a base di agrumi.
Foto Silvia Camagni© FAI
VILLA NECCHI CAMPIGLIO, MILANO