Preservare l’anima di Villa del Balbianello
Il paesaggio secondo
Alberto PredieriLa lezione di uno dei fondatori del FAI
Serve una «cultura della misura»
Per la gestione sostenibile di una risorsa preziosa: l'acqua Vivi l’estate nei Beni del FAI
Tutti gli appuntamenti da non perdere
Re Mida in vacanza anche on the Lake of Como
In questi giorni a Milano girano tram con grandi invitanti fotografie che incitano a recarsi a Victoria beach-Lake of Como; tre piscine, lettini, gazebi, cuscinoni, file di ombelloni… tutto il kit più fashionable per un weekend da sogno a Miami; ma siamo a Menaggio. Si tratta in effetti del vecchio e glorioso Grand Hotel Victoria che per «bucare» decide di proporsi con un’immagine così rinnovata da non sembrare più lui…; è un dettaglio ne convengo; ma è il segno di un certo dilagante atteggiamento…
In queste stesse settimane – e qui la cosa assume un’altra e ben più tragica dimensione – c’è molta agitazione attorno a Torno (perdonate il gioco di parole), antico villaggio sulla sponda ovest (quella meno celebre ma altrettanto fascinosa) del ramo di Como del lago. Il paese conserva intatto il suo fascino lacustre un po’ manzoniano con le sue viuzze, il lungolago con i tigli e le aiuole di begonie e salvia splendida, il piccolo porticciolo, il vecchio imbarcadero, i caffè di una volta; poco distante, dopo un lungo tratto intonso di costa «tutto a seni e a golfi a seconda dello sporgere o del rientrare di quelli» sorge una delle più celebri ville italiane: la Pliniana. Fu costruita nel Cinquecento dagli Anguissola attorno a una spettacolare e ricchissima sorgente intermittente descritta da Plinio il Vecchio e anche da suo nipote il Giovane e studiata da Leonardo che ne parla nel Codice Leicester e nel Codice Atlantico. Nel tratto tra il paese e la Pliniana sorge una villozza borghese del secolo scorso; niente di che la casa, magnifico il parco. La proprietà è da poco passata a un gruppo immobiliare straniero che ha fatto domanda di demolire la villa per costruire al suo posto un modernissimo hotel mille stelle e altre costruzioni di lusso: al posto degli attuali 1.500 mq ben 8.700; più di cinque volte tanto. E inoltre tre porticcioli privati, piscine, health club e tutto quello che serve a quei super ricchi a cui tutto il lago strizza l’occhio e che nulla ha a che fare con l’anima, la storia, il fascino di uno dei laghi più belli del mondo. Gli oneri di urbanizzazione per tanto scempio (circa 6 milioni) fanno gola all’amministrazione di Torno alle prese con enormi problemi di frane, spopolamento, servizi da garantire a chi rimane e da affrontare con risorse sempre più risicate per via dei continui, drammatici tagli dei finanziamenti pubblici ai Comuni. Il FAI «ha fatto casino»: vedremo come andrà a finire. La tendenza è svendere per sopravvivere; non solo quel paesaggio stupefacente che ha incantato generazioni di viaggiatori e che cade sotto al cemento spesso straniero ma anche l’Anima! Anche quello «stile» che, pur nell’inevitabile evolvere dei tempi, dovrebbe essere il grande tesoro da difendere con le unghie e coi denti per continuare a essere se stessi e continuare, così, a far gola al mondo. Bisogna ospitare i turisti nella nostra casa o adattare – costi quel che costi – la nostra casa ai turisti? Re Mida ha già comprato casa a Venezia, a Firenze, a Roma soprattutto nella zona della Fontana di Trevi, nelle Cinque terre calpestate da milioni di ciabatte; ma Re Mida è morto di fame, poveretto. Speriamo che svenduto un paesaggio, svenduto uno stile, svenduta un’Anima non si resti prima o poi a bocca asciutta!
Il FAI, nel frattempo, ha limitato del trenta per cento gli ingressi a Villa del Balbianello; un bel sacrificio… ce lo ha chiesto la sua Anima: per sopravvivere.
Marco Magnifico PRESIDENTE FAI
INDICE
3
Il paesaggio secondo Alberto Predieri
4
Villa del Balbianello: una meraviglia da spiegare
9
Giornate indimenticabili
10
L'arte è un'esperienza irrinunciabile
11
L'amore per il vetro
12
La cultura della misura
14
Ultime notizie dal mondo del FAI
18
Da segnare in agenda
Periodico del FAI - ETS
Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano
Direzione e uffici
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Direttore responsabile
Maurizio Vento
Coordinamento editoriale
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Progetto grafico
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Lavorazione grafica
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In copertina
Villa del Balbianello
Foto di © Luca Merisio – FAI
Hanno collaborato
Federica Armiraglio, Benedetta Colombo, Daniele Meregalli, Costanza Pratesi, Claudia Rolleri, Marta Spanevello
Il paesaggio secondo Alberto Predieri
La lezione giuridica, culturale e civile di uno dei quattro fondatori del FAI
Alberto Predieri, fondatore del FAI assieme a Giulia Maria Crespi, Renato Bazzoni e Franco Russoli, è stato uno dei protagonisti della cultura della seconda metà del Novecento. Professore universitario e avvocato, con incarichi nelle principali aziende italiane, è stato un innovatore, perché ha impresso una svolta nel modo di intendere e tutelare il paesaggio.
A Predieri dobbiamo idee che oggi diamo per acquisite, quasi scontate, ma rivoluzionarie all’epoca in cui sono state formulate. Per lungo tempo il paesaggio è stato identificato nelle sole bellezze naturali o nel bel panorama.
Ma alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso Predieri abbandona questa idea estetizzante di paesaggio e conia la felice formula del paesaggio come «forma del Paese», plasmato nel corso dei secoli grazie all’opera della natura e dell’uomo ed elemento di riconoscimento identitario della comunità che lo abita. È una concezione estesa, capace di ospitare al suo interno il paesaggio come ambiente naturale, comprensivo di bellezze estetiche, flora e fauna, e il paesaggio come bene culturale, espressione di valori collettivi identitari.
Questo modo di intendere il paesaggio è frutto dell’abbattimento di steccati disciplinari, perché il paesaggio si nutre di estetica, ma anche di geografia, urbanistica, architettura,
archeologia, diritto, economia, storia, antropologia, linguistica e letteratura. L’idea di paesaggio integrale con profilo identitario tematizzata da Predieri è divenuta poi dominante, al punto da essere attualmente accolta sia nella Convenzione europea sul paesaggio, sia nel Codice dei beni culturali e del paesaggio
Con Predieri cambia anche il modo di intendere e amministrare il patrimonio paesaggistico: se il paesaggio va concepito in senso ampio, la sua tutela non può risolversi nella semplice conservazione delle bellezze naturali. La tutela del paesaggio è «pianificazione del mutamento», è «regolazione cosciente», e, quindi, cura, valorizzazione e sviluppo. Per essere efficace, deve essere unitaria, ma al tempo diffusa, con istituzioni pubbliche e private tra loro coordinate in una leale collaborazione. Ultimo – e più importante – lascito di Predieri è l’idea che la tutela del paesaggio sia una componente essenziale dell’ordinamento costituzionale e democratico, una potente leva per rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza, migliorando la qualità della vita per tutti e permettendo il libero sviluppo della persona. Una lezione, oltre che giuridica, anche culturale e civile.
Margherita Ramajoli PROFESSORESSA DI DIRITTO AMMINISTRATIVO, UNIVERSITÀ STATALE DI MILANO
I suoi interventi nelle riunioni del Consiglio di Amministrazione cominciavano immancabilmente con un «No»; a buoni conti da lui ci si doveva aspettare un parere almeno differente se non decisamente contrario. Il fatto è che i suoi punti di vista rivelavano sempre un’angolatura diversa del modo di affrontare un tema, aggiungendo alla discussione spunti di riflessione che finivano per cambiare l’indirizzo da prendere. Ezio Antonini era lucidissimo, acuto e sferzante, solo apparentemente poco simpatico nel suo tenere il punto; il suo modo di parlare era determinato e per nulla ampolloso; poteva sembrare freddo ma era invece estremamente appassionato e se si alterava il suo profilo (aveva un naso piuttosto pronunciato) diventava tagliente come la lama di una sciabola turca. Rappresentava come meglio non si poteva quel modo di ragionare, di vivere e di interpretare il proprio ruolo nella società tipico della borghesia milanese. Credette nel FAI quando ancora era una scommessa e lo aiutò a diventare una realtà; a lui si deve se Alberto Crespi decise di donare alla nostra Fondazione la casa di via Verga a Milano. Il FAI gli serberà eterna gratitudine.
Villa del Balbianello: una meraviglia da spiegare
(CO)
— Su una penisola da cui si godono scorci incantati del Lario, questa elegante dimora del XVIII secolo con il suo giardino è stata lasciata in eredità al FAI da Guido Monzino, nel 1988
In visita con lo scrittore Andrea Vitali: le impressioni di chi ben conosce e vive il lago, che fa da sfondo ai suoi romanzi, e lo guarda da Bellano, sull’altra sponda
Villa del Balbianello sorge ai piedi di un dosso boscoso che si protende sul Lago di Como, nella sponda occidentale. Convento francescano nel XIII secolo, dal Settecento è una villa nobiliare, appartenuta al cardinale milanese Angelo Durini, a suo nipote, eroe risorgimentale, Luigi Porro Lambertenghi, e poi a Giuseppe Arconati Visconti con la moglie Costanza Trotti Bentivoglio; ospitò Giuseppe Parini e Silvio Pellico. Dal generale americano Butler Ames nel 1974 fu venduta all’imprenditore milanese Guido Monzino, celebre esploratore, che alla sua morte la lasciò al FAI. La villa è circondata da un curatissimo giardino che, grazie al microclima lacustre, alterna flora alpina e vegetazione mediterranea, siepi fitte di lauro e bosso, e alberi dalle potature spettacolari: un viale di platani a candelabro e un grande leccio con chioma a ombrello; caratterizza la villa anche il Ficus repens che abbraccia come una trama la Loggia Durini, cui si gode un’eccezionale doppia vista sul lago. La casa vera e propria, ottocentesca nella struttura, disposta su cinque piani, all’interno rispecchia il gusto dell’ultimo proprietario, Guido Monzino: boiserie e arazzi francesi, arredi inglesi, ceramiche e argenti, ma soprattutto libri, stampe e collezioni di oggetti provenienti da paesi lontani da lui esplorati, dall’Africa all’Estremo Oriente, per terminare con un vero e proprio Museo delle Spedizioni che raccoglie i cimeli delle sue celebri imprese.
Andrea, ha appena visitato la villa: le sue prime impressioni? Potrebbe sembrare banale, ma sono stato colpito dall’enormità di questo luogo, l’opulenza di questi spazi e la loro bellezza, vissuti da una persona sola. Quando eravamo nella Sala da pranzo mi sono immaginato Guido Monzino, a cena, rivolto verso quella finestra immersa nel lago, al crepuscolo, a riempirsi del bello che lo circonda, ma sentendo forse la mancanza di qualcosa; ho provato un senso di malinconia… ho pensato a D’Annunzio, al Vittoriale degli Italiani, per certi odori che ho percepito qui, come lì, di oggetti, di libri… e la medesima sensazione di eremo, di solitudine, compensata poi
ANDREA VITALI
Nato a Bellano nel 1956, medico di formazione, ma scrittore molto prolifico, Vitali esordisce nel 1989 con il romanzo Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre, con cui si aggiudica l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane. Nel 1996 vince il premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti Approdato alla Garzanti nel 2003 con Una finestra vista lago, continua a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con i suoi romanzi.
dalle numerose attività e spedizioni realizzate. [...] Riconosco a Guido Monzino il grande merito di essere stato un uomo intelligente, appassionato, tanto aperto alle culture altrui da capire che alla sua cultura «occidentale» se ne oppongono altrettante con le loro radici e identità, e quindi la necessità di doverle conoscere, affrontando l’altro e l’antichità dell’altro con il dovuto rispetto.
Quale elemento o dettaglio l’ha colpita particolarmente?
La raccolta di statuette Inuit mi ha impressionato molto perché prodotta da una narrazione di vita vissuta e di cultura vissuta e tramandata, con un messaggio ben preciso; quelle figure sono prodotte dall’incubo, dal sogno, fanno riferimento a divinità buone o cattive, che sono gli dei di quei popoli, rappresentano quindi una forma di cultura profonda. Ti muovono qualcosa dentro e ti spingono a chiederti perché una cultura idealizzi il proprio inconscio in queste immagini, perché le espressioni deformi, le dentature esposte… Una ricorda quasi L’urlo di Munch. Io sono appassionato di narratori iperborei, islandesi, e questo concepire la vita con paura e terrore nella loro narrativa è sempre presente, e nelle statuette ho ritrovato le stesse atmosfere cupe. Mi porto via questo dalla visita di oggi più di ogni altra cosa.
Cosa si aspettava dalla visita della villa?
Non me l’aspettavo così interessante, confesso. Avevo un’immagine giunta per parole, è una delle ville più citate del lago a mio parere, ma sempre circonfusa di meraviglia e mistero, forse perché più protetta rispetto alle altre. Mi aspettavo una villa più proiettata all’esterno e con meno storia all’interno, e invece ho ribaltato il mio pensiero perché anche se non ci fosse questa meraviglia di paesaggio attorno –che è indubbio valore aggiunto – varrebbe lo stesso la pena di godere la ricchezza che c’è dentro e quello che questa ricchezza ti spinge a scoprire e conoscere. Mi ha lasciato un po’ di turbamento… mi ha messo in confronto con la mia ignoranza, e lo scoprire cose nuove
deve essere sempre uno stimolo per sentirsi più giovane, per risvegliare lo spirito, come una cura. Io non mi dimenticherò più questa visita.
Quale consiglio darebbe ai nostri visitatori?
Di affrontare la villa con curiosità, con tempo a disposizione, per cogliere non solo i dettagli più ovvi o immaginabili, ma anche gli altri, quelli inconoscibili in altro modo.
Qual è per lei il valore di questo luogo?
Il valore di Villa del Balbianello – e del FAI – è quello della continuità di pensiero che è una continuità di cultura, il modo migliore di voler bene all’umanità. […] L’importanza del vostro ruolo sta nello spiegare le meraviglie che vediamo, per avere il senso del luogo, al di là di quello che vediamo, come leggere un romanzo e andare dove quel romanzo è nato o ambientato.
IL DOSSO DI LAVEDO
Alle spalle della villa, a ridosso del giardino, si estende un’area boscosa di 36 ettari, 15 dei quali di proprietà del FAI: è il Dosso di Lavedo, che collega il panoramico promontorio, e quindi la riva lacustre, con l’interno, caratterizzato da un ambiente montano.
Lungo il dosso, su e giù per i suoi versanti, si snoda il sentiero che conduce all’ingresso della villa. Un tempo era una selva di castagni coltivata e produttiva; oggi è un angolo di natura selvaggia, seppur protetta, di grande valore ambientale oltre che paesaggistico, che il FAI vuole riqualificare con un progetto di compensazione forestale, per contenere specie infestanti come la robinia, il rovo e la palma, migliorando la qualità del bosco, della sua gestione e della sua fruizione. Allo stesso scopo di riqualificazione del dosso, grazie al significativo contributo del Lago di Como GAL nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 20142020, Operazione 7.05.01 Incentivi per lo sviluppo di infrastrutture e di servizi turistici locali, il FAI ha potuto restaurare e da poco aprire al pubblico un piccolo fabbricato storico rurale che sorgeva lungo il sentiero, oggi trasformato in un punto informativo aperto al pubblico che fornisce indicazioni e suggerimenti per l’esplorazione del circondario, oltre a essere il punto di accoglienza per la visita a Villa del Balbianello.
lago. Sullo sfondo il paese di Bellano
Cosa pensa dell’eccesso di turismo che oggi interessa il Lago ?
Bellano non è mai stato un paese turistico e trovo oggi questo turismo di massa anomalo rispetto alla cornice dei nostri paesi, ormai proni alle necessità dei soli turisti. In passato era diverso, Bellano e la sponda orientale viveva di un’economia basata sul lavoro, c’erano il cotonificio e altre attività artigianali, il turismo dava quasi fastidio, ed era poco! Dalla fine degli anni Settanta le varie crisi hanno trasformato il paese che era ormai in agonia e iniziava a regredire, quindi l’unica strada si è rivelata quella del turismo, ma eravamo indietro secoli rispetto all’altra sponda, abituata invece a un turismo d’elite fin dai tempi dei Grand Tour dell’Ottocento. Ci si adegua al turismo, anche se oggi è troppo! [...] Il futuro del lago dipenderà dalle Amministrazioni Comunali. Abbiamo vissuto un trentennio di cementificazione selvaggia, con stili architettonici tra i più vari, ma oggi uno dei vantaggi di questo turismo – che ha tanti svantaggi! – è quello di aver aumentato la sensibilità al rispetto e alla cura dei luoghi.
Da agosto 2023 il FAI ha introdotto una politica di contingentamento degli ingressi a Villa del Balbianello, cosa ne pensa?
Villa del Balbianello non può permettersi un turismo di massa, di qualunque livello sociale sì, ma non di massa. Trovo giusto aver preso una posizione sugli ingressi, per permettere alle persone di uscire informate su quello che hanno visto, che è fondamentale come dicevamo prima. In tutti i luoghi che richiedono tempo per essere visitati – perché per raccontare un luogo ci vuole tempo –contingentare gli ingressi è una buona pratica. Il discrimine è far capire che contingentare non vuol dire selezionare, vuol dire al contrario dedicare ai visitatori il tempo giusto per scoprire la bellezza interiore ed esteriore di un luogo. Al turismo mordi e fuggi non rimane nulla.
PROTEGGI ANCHE TU UN PATRIMONIO CHE CRESCE
I nostri monumenti, i paesaggi e le opere d’arte sono il racconto corale di ciò che abbiamo creato insieme nel corso degli anni. Aiutaci a salvare, restaurare e valorizzare i luoghi speciali del patrimonio italiano, perché tutti possano conoscerli e viverli. Quando compili la tua dichiarazione dei redditi scegli di destinare il 5x1000 dell’IRPEF al FAI: bastano la tua firma e il codice fiscale 80 10 20 30 154 nella casella di Finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici al momento della dichiarazione dei redditi. È un gesto semplice e gratuito con il quale sosterrai la missione che da quasi 50 anni perseguiamo ogni giorno. È un atto di valore che non costa nulla, basta solo una firma, ma che sommato all’azione di tanti farà grande il nostro Paese. Per maggiori informazioni: www.fai5x1000.it
Giornate indimenticabili
Le Giornate FAI di Primavera hanno conquistato
550.000 persone. Fra le tante testimonianze giunte da tutta Italia abbiamo scelto le parole di Davide, un alunno di IV elementare che nel suo tema ha raccontato «Un’indimenticabile giornata»
23 marzo
Caro diario…
Ieri sono partito in bicicletta con mio fratello verso la stupenda Villa del Vesco, nel mio paese.
Andare in bicicletta è sempre meraviglioso, l’aria che ti arriva addosso, guardare il paesaggio.
Arrivati alla villa c’era una grande, anzi grandissima e lunghissima fila di persone.
Lì ho incontrato le mie cugine e siamo messi a giocare ad “ananas”.
Una volta che la fila era un po’ diminuita siamo entrati in un bellissimo gruppo di quaranta persone.
Entrato nella villa sono rimasto meravigliato nel vedere le pareti dipinte, ma la cosa bella deve ancora arrivare… infatti, arrivati nel secondo piano c’era una stupenda sala da ballo con doppio piano (che a me è piaciuta tanto).
Dentro le stanze c’erano oggetti e mobili che ti facevano pensare alla vita di una volta.
Finita la visita siamo usciti a giocare a “scappa e prendi” nel bellissimo e grande parco della villa.
Si avvicinava sempre di più l’ora di pranzo e siamo tutti tornati a casa.
Questa giornata mi ha reso felice perché è stata unica, immemorabile e stupenda!!
Davide Narder
SCUOLA PRIMARIA “ANNA FRANK” DI PERO DI BREDA DI PIAVE (TV)
— Il tema di Davide con i disegni fatti da lui
INSIEME PER SOSTENERE STORIA, ARTE E NATURA DEL NOSTRO PAESE
Si ringrazia la Commissione europea, che collabora da anni alle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di Rappresentanza in Italia. Le Giornate FAI di Primavera 2024 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si sono svolte con il Patrocinio del Ministero della cultura, del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, da tempo al nostro fianco con i suoi volontari e il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate
Un grazie sentito anche al Fondo Edifici di Culto per averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà.
Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata.
Le Giornate FAI di Primavera 2024 sono rese possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate: Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da oltre dieci anni preziosa sostenitrice dell’iniziativa.
Dolce&Gabbana, per il primo anno Partner della Fondazione. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza. Fineco, Main Sponsor delle Giornate FAI di Primavera dal 2020. Edison, da sempre vicina al FAI e lo accompagna nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. Grazie anche a Domal, Corporate Golden Donor del FAI dal 2023 e per il primo anno sostenitrice delle Giornate FAI di Primavera. Si ringrazia, inoltre, l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la speciale apertura dell’impianto e il prezioso sostegno locale che si rinnova dal 2018.
L’arte è un’esperienza irrinunciabile
Una mostra di opere della Collezione Panza dedicate al tempo è la prima impresa di Gabriella Belli, da poco nominata curatrice dell’attività espositiva di Villa Panza
Gabriella Belli ricopre da febbraio 2024 il ruolo di curatrice dell’attività espositiva di Villa e Collezione Panza, di cui curerà nei prossimi anni mostre e attività correlate, in un programma ricco e vario, per il coinvolgimento di un pubblico sempre più largo, e con particolare attenzione al radicamento territoriale.
Ripercorrendo la sua carriera già nel 1996 si trovano le prime tracce di uno scambio con Giuseppe Panza di Biumo che negli anni diventerà una collaborazione sempre più sistematica. Potremmo definire questa nuova avventura a Villa Panza quasi un ritorno?
Mi piace pensare che nella vita nulla sia per caso e che un filo rosso leghi nel tempo uomini e accadimenti. La responsabilità del progetto scientifico di Villa Panza significa percorrere un altro miglio insieme alla famiglia Panza, idealmente a Giuseppe e ovviamente al FAI, che si aggiunge come un elemento per me di novità, con modelli organizzativi e gestionali diversi da quanto fin qui ho sperimentato.
Oggi, dunque, la sua sfida a Villa Panza parte dalla valorizzazione di un luogo che Giuseppe Panza aveva innanzitutto progettato come casamuseo e dunque con un’identità molto chiara e forte. Come si immagina il futuro di questo luogo?
Nulla di diverso da questo piccolo paradiso dell’arte contemporanea che è oggi Villa Panza, ma certamente vorremmo allargare la base dei fruitori, più giovani soprattutto, perché l’arte è un’esperienza irrinunciabile. Se fatta negli anni della crescita impronterà la loro vita per sempre, occupando quello spazio intimo della loro esistenza che attiene ai valori etici della vita. Perché di questo l’arte ci parla, ma bisogna poterlo scoprire.
— Gabriella Belli durante l’allestimento dell’opera Trasfigurazione/sparizione di Cioni Carpi in mostra a Villa Panza
La mostra Nel tempo, inaugurata il 6 giugno, è la seconda “tappa” di un percorso iniziato con Ex Natura nel 2023, volto a esplorare e far conoscere al pubblico i tanti artisti collezionati da Giuseppe Panza di Biumo, e dunque la sua visione dell’arte contemporanea, attraverso un tema centrale nella loro ricerca e nelle loro opere: le declinazioni del tempo. Le opere in mostra sono oltre 50, e molte non sono state mai esposte a Villa Panza: alcune provengono da una recente donazione da parte della famiglia al FAI, altre sono in prestito dalla stessa Panza Collection. Come catturare il tempo? Come rappresentarlo? Come misurarne l’istante e l’infinitezza? A queste domande cerca di rispondere la mostra: dal tempo cronologico a quello siderale, attraverso sfumature e declinazioni diverse, alcuni grandi maestri come J. Kosuth, O. Kawara, W. De Maria, V. Agnetti, P. P. Calzolari e molti altri mostreranno l’assillo e il timore ma anche la pacificazione che il tempo produce nelle nostre esistenze.
Tra le esperienze importanti del suo percorso professionale ricordiamo la direzione di Palazzo delle Albere a Trento e poi ovviamente il Mart di Rovereto. In entrambi i casi si è trovata a confrontarsi con contesti relativamente poco turistici riuscendo tuttavia a rendere partecipi cittadini della vita del museo. Qual è stata la strategia e come pensa possa essere traslata nel contesto varesino?
Non ci sono bacchette magiche, c’è solo tanto lavoro da fare. Alcune regole?
Qualità sopra tutto. Continuità dell’azione culturale, che deve acquisire una ritualità, appuntamenti abituali per fidelizzare sempre più pubblico. Proposte differenziate, per accogliere visitatori diversi, ma differenziate anche nella tipologia, non solo arti visive, ma anche musica, letteratura, poesia e direi anche scienza e attualità. Nel caso dell’arte contemporanea è necessario un grande lavoro di «traduzione» in linguaggi semplici della complessità che spesso l’arte del nostro tempo rappresenta. Dunque servizi al pubblico: in primis potenziare l’attività didattica per tutti i pubblici. L’appartenenza a Varese e la rilevanza del progetto scientifico rispetto alla comunità sono due ambiti in cui lavoreremo.
L’amore per il vetro
«Se si prova a immaginare un mondo senza vetro, si realizza quale enorme perdita sarebbe, sia in termini pratici che estetici».
Tony Cragg, 2021
In occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, nello storico Negozio Olivetti in Piazza San Marco a Venezia, lo scorso 18 aprile è stata inaugurata la mostra Tony Cragg. Le forme del Vetro a cura di Cristina Beltrami e Jean Blanchaert.
Ventisei sculture in vetro, provenienti dalla collezione privata dell’artista e realizzate tra il 2015 e il 2024, sono accompagnate da otto disegni, calibratissimi d’après o schizzi preparatori, che illustrano una pratica per l’artista pressoché quotidiana. Il potente dialogo che si innesta tra le opere di Tony Cragg e l’architettura di Carlo Scarpa che, attraverso le sue linee essenziali, sa ben accogliere e valorizzare l’opera scultorea, si compie in Arabesque, un lavoro in vetro soffiato nero realizzato in occasione di questa mostra e dedicato al celebre architetto. L’opera si compone di un gruppo di undici piccole anfore di dimensioni similari, sovrapposte tra loro a caldo, e avvolte da uno sottile cordone in vetro dall’andamento irregolare che, grazie all’abilità del maestro Nicola Causin, evoca una forma che si avvita su sé stessa. Un’arabesque per l’appunto, il cui andamento ritmico ricorda le sinuosità proprie dello stile moresco, ovvero una modalità decorativa quanto mai propria alla tradizione architettonica veneziana.
Per Tony Cragg la scultura è infatti un racconto che parte dalla materia e dalle sue forme. L’artista, oggi considerato uno dei maggiori esponenti della scultura internazionale, introduce il vetro nella sua pratica artistica a fine degli anni Ottanta, una materia che lavora in modo totalmente libero, come avviene per il disegno, riuscendo a penetrarne l’essenza e a sfruttarne al meglio – e sovente
2024, appositamente per il Negozio Olivetti in omaggio a Carlo Scarpa
al limite – ogni potenzialità. Per stessa ammissione dell’artista, il vetro è un elemento complesso che risponde a «tecniche e procedure consolidate da tempo» che egli sfida grazie alla straordinaria perizia tecnica dei maestri muranesi, capaci di dare forma viva e concreta alle sue visioni.
L’esposizione racconta dunque di un amore per il vetro che dura da oltre 38 anni e di un legame con la città lagunare, e in particolare con Murano, consolidato anche grazie alla collaborazione con la fornace di Berengo Studio che è a fianco del FAI in questo progetto espositivo.
OSSI DI SEPPIA IN ABBAZIA
Nel 1962 Ugo Mulas (1928 – 1973) decide di omaggiare attraverso la sua arte, la fotografia, un’altra arte, la poesia, illustrando un’opera di Eugenio Montale, Ossi di Seppia. Ne risulta una vera collaborazione, con fotografie caratterizzate da insoliti punti di vista e intenso lirismo, che per lo più ritraggono il mare Ligure e il suo suggestivo paesaggio. Da luglio verranno esposte, insieme alle poesie da cui hanno tratto spunto, presso l’Abbazia di San Fruttuoso in occasione della mostra curata da Archivio Mulas e Guido Risicato che prosegue il ciclo di esposizioni dedicate ai grandi fotografi italiani.
La cultura della misura
Per gestire in maniera sostenibile una delle risorse naturali oggi più preziose – l’acqua – la prima cosa da fare è misurare i consumi
La condizione della vita sulla Terra è data dalla combinazione di due molecole di idrogeno e una di ossigeno: l’acqua. Una risorsa preziosa anche perché, apparentemente rinnovabile, si sta rivelando invece esauribile, soggetta a sfruttamento e degrado che ne riducono sempre più la quantità e la qualità. Da una parte l’uso eccessivo e la sua contaminazione causata dalle attività umane; dall’altra i cambiamenti climatici che stanno avendo ripercussioni sul suo ciclo e quindi sulle precipitazioni, andando a esacerbare condizioni di siccità in alcune parti del mondo, tra cui proprio il bacino del Mediterraneo. ll FAI, in nome del valore di questa risorsa, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e attivazione #salvalacqua, per promuovere buone pratiche di risparmio, recupero e riciclo della risorsa, che possano insegnare e ispirare comportamenti sostenibili oggi, molti dei quali curiosamente tratti dalla storia e dalle tradizioni locali.
IL VALORE DELL’ACQUA
MISURARE: CONOSCERE PER CAMBIARE
Per far fronte a questa situazione, il FAI vuole promuovere una «cultura della misura», perché la misurazione è lo strumento di base per comprendere la realtà e agire di conseguenza. Così, nell’ambito di un programma di transizione ecologica che coinvolgerà l’intera Fondazione da qui al 2028, il FAI si sta impegnando a monitorare attentamente i consumi idrici nei Beni che gestisce applicando un modello all’avanguardia: lo smart metering. Con il supporto scientifico dell’Università Vanvitelli di Napoli ha avviato un progetto di sperimentazione di sistemi di lettura e misurazione digitale, sia dei consumi di acqua potabile, sia
L’acqua è un bene primario: una risorsa indispensabile, da tutelare regolandone i consumi, recuperando e riciclando dove possibile. Questa gestione oculata della risorsa, tuttavia, non è così diffusa e radicata. Un cambio di passo è necessario, ma ancor prima delle azioni si tratta di cambiare i pensieri: la cultura. Comprendiamo davvero il valore dell’acqua? Ci rendiamo conto di quanta ne usiamo, ovvero di quanta ne sprechiamo? La disponibilità, la facile reperibilità e il basso costo dell’acqua, cui siamo abituati in questa parte del mondo, fa pensare che l’acqua sia inesauribile, e che non sia così urgente e necessario rallentarne il consumo chiedendoci innanzitutto quanta ne consumiamo e come. In molti Comuni, per esempio, il costo del servizio idrico è inserito tra le spese condominiali e non è riferito ai consumi delle singole unità abitative; in altri, invece, si possono riscontrare criticità a livello dei contatori idrici, perché obsoleti, analogici e poco manutenuti.
— L’acqua è risorsa e minaccia insieme, nella foto ad Assisi (PG) il torrente Tescio, esondato il 23 giugno 2023 ha causato gravi danni al Bosco di San Francesco e a tutto il territorio. A destra, attività di misurazione nel pozzo dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce
di quella recuperata dalle cisterne o da altri sistemi di raccolta. Una maggiore consapevolezza dei consumi, data dalla corretta misurazione, è strategica per il FAI, non solo perché permetterà di individuare le buone abitudini e di correggere quelle cattive, pianificando nuovi interventi nei Beni, ma anche perché ci darà materia per raccontare al pubblico, contribuendo ad accrescere sensibilità e cultura, come si deve e si può gestire in maniera realmente soste-
Obiettivo del FAI è ridurre l’impronta idrica dei suoi Beni del 20% al 2030 rispetto ai consumi del 2019, eliminando gli sprechi, recuperando le acque meteoriche, utilizzando acque non potabili per tutti gli scopi possibili. Un obiettivo ambizioso supportato da un sempre più approfondito lavoro di misurazione dei consumi idrici. Nel 2023 in tre Beni – Villa del Balbianello, Palazzo Moroni, Castello e Parco di Masino – è stato eseguito un water audit, per verificare tutti i flussi d'acqua in entrata e in uscita, così da comprenderne l'utilizzo e individuare le possibili azioni migliorative di risparmio, riuso e recupero della risorsa.
nibile una risorsa naturale così preziosa per l’Ambiente e indispensabile per l’Uomo: l’acqua.
Grazie a Edison, azienda energetica che affianca il FAI nel suo percorso di sostenibilità anche attraverso il progetto Road 2 Zero volto alla riduzione dell’impronta carbonica della Fondazione. Grazie anche a Deutsche Post Foundation che ci affianca da anni sostenendo il progetto di Transizione Ecologica.
Ultime notizie dal mondo del FAI
Dai progetti educativi per bambini e ragazzi ai progetti di restauro e di valorizzazione nei Beni FAI e nei luoghi più amati dagli italiani
Il concorso nazionale FAI Scuola
Il programma del FAI per la Scuola nell’anno scolastico appena concluso, intitolato Agri–cultura: impariamo dalla terra a curare il paesaggio, ha coinvolto 12 mila studenti, con i loro docenti, delle scuole di ogni ordine e grado, in tutte le regioni italiane. Oltre alle attività formative e di approfondimento, che stimolano la conoscenza, anche quest’anno un concorso nazionale ha stimolato la creatività dei ragazzi. Il FAI ha chiesto alle classi di rappresentare il paesaggio rurale tipico del proprio territorio attraverso una scheda descrittiva, contenente video o elaborati grafici, testi e immagini, che ne raccontassero le caratteristiche e la storia.
I progetti inviati restituiscono la varietà e la ricchezza dei territori italiani, e mostrano una grande attenzione verso i prodotti tipici, le pratiche agricole tradizionali e quelle innovative, e le architetture storiche rurali: dalla pompìa, una varietà di limone tipica della Sardegna, diffusa in particolare nel comune di Siniscola (NU), alle ricette tipiche pugliesi come le cartellate di Noicattaro (BA) fatte con il vin cotto; dalle particolari costruzioni in terra cruda che si trovano nelle campagne di Novi Ligure (AL), agli orti urbani della città di Pisa.
L’attenta selezione della giuria ha portato alla scelta dei lavori dei vincitori che si sono distinti, con grado di approfondimento coerente all’età, per l’abbondanza dei contenuti, la cura e l’originalità della presentazione.
I progetti vincitori sono stati premiati in occasione di una speciale cerimonia che si è svolta in diretta streaming sulle piattaforme del FAI. Una selezione dei lavori, consultabile online su www.faiscuola.it, costituisce un originale, inedito “atlante” dei paesaggi rurali dell’Italia visti, illustrati e raccontati attraverso gli occhi di bambini e ragazzi.
«I
Luoghi del Cuore»: aspettando il prossimo censimento
I compleanni importanti meritano una celebrazione particolare e non potrebbe essere altrimenti per «I Luoghi del Cuore», che ha compiuto vent'anni nel 2023. Due decenni che hanno visto i voti delle singole edizioni passare da 24.200 a 2 milioni, con un totale di ben 11 milioni e oltre l’80% dei Comuni italiani coinvolti.
Tanti sono i «cantieri» in corso, che porteranno il censimento a una nuova veste, a nuovi contenuti e a una nuova data di lancio: la XII edizione non partirà come di consueto a maggio, ma a metà settembre, per concludersi ad aprile 2025, quando anche il FAI festeggerà una ricorrenza storica: i cinquant’anni dalla sua fondazione.
Grazie al Bando istituito nel 2013 che permette di candidare progetti di restauro e valorizzazione dopo ogni censimento, il FAI, con Intesa Sanpaolo, ha potuto sostenere 163 progetti. Sono una decina quelli sostenuti dal bando 2023 che hanno preso avvio con l’arrivo della primavera. Di seguito ve ne raccontiamo quattro.
Fonderia di Campane Achille Mazzola 1403, Valduggia (VC)
Il progetto Come vecchi campanari prevede la realizzazione di un carillon a uso didattico di nove campane, fuse con la tecnica dei Mazzola e utilizzando gli antichi fregi e le sagome originali, per offrire a bambini e ragazzi la possibilità di avvicinarsi alla musica campanaria.
Chiesa di San Michele, Torre de Busi (BG) Documentato a partire dal 1177, il Plesso di San Michele trae probabilmente origine da una struttura difensiva. Qui sono da poco partiti i lavori di conservazione e restauro delle pitture murali nel campanile della chiesa: figure umane incatenate e diavoli in fiamme, un ciclo pittorico raffigurante «i vizi capitali», risalente al XV secolo.
Antica Salina Camillone, Cervia (RA)
Nell’unica salina di Cervia, dove il sale si raccoglie ancora a mano, è stata avviata la sistemazione dell'area di accoglienza, che ne consentirà la rinascita dopo l’alluvione dello scorso anno.
Chiesa di Santa Maria Jacobi, Nola (NA) È stato avviato il restauro conservativo di un ciclo affrescato nella piccola chiesa nolana, che ha svelato, sotto personaggi sacri del Trecento, preesistenze profane di fine Duecento: una delle poche testimonianze in Campania di decorazioni laiche medievali.
NARRATE, GENTE, LA VOSTRA TERRA
Il contest, nato nel 2023 da un’idea dello scrittore
Antonio Scurati e della giornalista Marta
Stella, ha generato nella sua prima edizione il racconto corale di un’Italia da riscoprire. Fino all’8 settembre potete partecipare alla seconda edizione del contest che invita a narrare il proprio Luogo del Cuore grazie al potere della voce.
Partecipare è semplice, basta registrare un audio (della durata massima di 4 minuti) e inviarlo tramite WhatsApp al numero 366.6266326.
Ogni mese verranno selezionati i migliori e condivisi sui canali social del FAI e sulla pagina dedicata al progetto. Al termine del contest, Antonio Scurati e Marta Stella sceglieranno il racconto più coinvolgente e il luogo narrato sarà oggetto di un progetto di valorizzazione a cura del FAI.
Cantieri e scoperte inaspettate
Prosegue il cantiere per il recupero dei Giardini di Villa Rezzola a Lerici: un grande progetto che impegnerà il FAI per tutto il 2024 e fino al 2025, finanziato grazie ai fondi del PNRR – Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici.
Durante i lavori, ripulendo una scalinata, sotto uno spesso strato di terra è emersa di recente una decorazione pavimentale finora ignota, che raffigura un leone a mosaico di ciottoli.
SOSTENERE IL FAI
Si tratta di una tipologia di decorazione usata altrove nella stessa villa, e anzi di una tecnica comune e tipica in generale delle ville liguri, denominata risseu, che in genovese significa «ciottolo» (forse dal francese ruisseau, che significa «ruscello»).
L'intervento è reso possibile grazie anche al fondamentale sostegno di Deutsche Post Foundation. Si ringrazia, inoltre, la Signora Laura Raiteri per il generoso contributo.
Da quasi 50 anni ci impegniamo ogni giorno per proteggere il patrimonio italiano di arte, natura e cultura. Lo facciamo insieme ai nostri volontari, ai nostri iscritti e a tutti coloro che ci sostengono e che, come noi, hanno a cuore il futuro del nostro Paese. Fra i più celebri marchi italiani, Collistar – brand di bellezza fondato a Milano nel 1983 – sostiene anche quest’anno la cura e la manutenzione di Villa Necchi Campiglio. La collaborazione, nata nel 2018 in occasione del progetto Collistar Ti Amo Italia dedicato alla valorizzazione delle eccellenze del nostro Paese e che ha visto come protagonista Villa del Balbianello, è poi proseguita nel 2021 a favore di Villa Necchi, luogo iconico per l’azienda che proprio lo scorso anno l’ha scelta per celebrare i suoi primi 40 anni.
Cantieri e scoperte archeologiche
Le Case Montana, gli edifici rurali che ospitavano i mezzadri che coltivavano il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi di Agrigento, sorgono su un altopiano costituito da una roccia per sua natura altamente friabile. Rendere sicura questa parete è fondamentale sia per garantire l’accessibilità in sicurezza al Giardino sia per dare solide basi alle Case, le cui prime opere di messa in sicurezza, propedeutiche al cantiere di restauro e adeguamento funzionale, sono in corso.
Nell’autunno dell’anno scorso, grazie ai fondi raccolti con l’Artbonus, si sono conclusi i primi lavori di consolidamento della parete: operai rocciatori specializzati, coordinati da ingegneri strutturisti, geologi, architetti, archeologi e agronomi, si sono impegnati nella pulizia del costone dalla vegetazione infestante e nel disgaggio (ovvero la rimozione) delle porzioni in pericolo di caduta. La parete è stata consolidata con l’inserimento puntuale di lunghe barre in acciaio, inserite nella profondità della roccia.
Il cantiere ha portato a scoperte archeologiche inaspettate: alla base del costone, infatti, coperta da uno spesso strato di terra e vegetazione, era una cavità ipogea che, al momento, risulta visibile solo parzialmente per circa 50 centimetri in altezza e 150 in larghezza. L'ipogeo, quasi completamente interrato, è stato esplorato da archeologi specializzati per restituire la prima documentazione grafica e fotografica e risulta scavato nella roccia, con uno sviluppo complessivo di circa 11 metri. In accordo con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi (che ha in capo la direzione scientifica del progetto), valutata l’entità del rinvenimento, si è deciso di procedere con uno scavo archeologico stratigrafico che avverrà nel mese di ottobre 2024, quando avranno luogo le prime ricerche archeologiche sistematiche nell’area del Giardino, grazie a un accordo quadro siglato tra la Fondazione, il Parco della Valle dei Templi e l’Università degli Studi di Milano, che materialmente eseguirà i lavori.
Messa in sicurezza la parete, si è iniziato a lavorare sulle strutture delle Case. I sostegni in legno – costruiti nel 2019
— Il cantiere presso le Case Montana con gli operai al lavoro. Sotto, uno degli ipogei all'interno del Giardino, nella valle sottostante le case
per evitare crolli e conservare integra la consistenza dei manufatti – sono stati smontati e sostituiti da cinghie, che «abbracciano» le murature e contrastano possibili movimenti di ribaltamento o spanciamenti. Tutti gli elementi o le parti maggiormente instabili degli edifici sono stati smontati o rimossi: dai tetti in cotto alle murature pericolanti, dagli impalcati lignei in pericolo di crollo alle piastrelle storiche di pavimentazione degli ambienti, rilevate e cautamente rimosse per poter essere poi riutilizzate durante i lavori.
Grazie a tutti questi interventi è possibile realizzare in sicurezza le indagini conoscitive sui materiali – come gli intonaci o le malte –, sulle strutture e sul loro stato di conservazione, primo fondamentale passo propedeutico a ogni intervento di restauro. I risultati di queste indagini consentiranno di definire con precisione gli interventi da eseguire, con l’obiettivo di recuperare i materiali e gli elementi storici e integrarli nel migliore dei modi possibili alle nuove funzioni che le Case dovranno ospitare.
Il progetto di recupero di Case Montana è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Dolce&Gabbana e al prezioso contributo di Meic Costruzioni e Friends of FAI.
Questo cantiere è uno dei 160 aperti in tutta Italia che impegnano il FAI con un investimento di oltre 10 milioni di euro. Per raggiungere questa cifra importante servono ancora 4,4 milioni. Puoi contribuire anche tu su www.faiperlitalia.it
Da segnare in agenda
Con l'estate inaugurano nuove mostre d'arte contemporanea e fotografiche, giornate dedicate al paesaggio e all'archeologia, e naturalmente la possibilità di vivere i Beni FAI anche di sera
GIUGNO
14-16 giugno
Giornate Europee
dell’Archeologia
APPUNTAMENTO IN PIÙ BENI
Visite guidate a cura di esperti alla scoperta del patrimonio archeologico dei Beni FAI
LUGLIO
Dal 4 luglio
Ossi di seppia
ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO CAMOGLI (GE)
13 luglio
Nuova apertura
CAPPELLA DEL SIMONINO TRENTO
SETTEMBRE
Fino a 1° settembre
Tony Cragg.
Le forme del vetro
NEGOZIO OLIVETTI, VENEZIA
Tutte le sculture presenti nell'esposizione sono state realizzate a Murano in vetro soffiato e in vetro massiccio
7-8 settembre
Giornata del Panorama
APPUNTAMENTO IN PIÙ BENI
Sere FAI d’Estate
Da
giugno a settembre tantissimi appuntamenti per godere dei Beni del FAI dopo
il tramonto
• ASTRONOMI PER UNA NOTTE
Cosa c'è di più romantico che osservare le stelle all'interno di un Castello o immersi tra i boschi lontano dagli spazi abitati?
Accompagnati da esperti astronomi durante tutta l’estate e in particolare la Notte di San Lorenzo si potrà andare alla scoperta dei misteri della volta celeste attraverso osservazioni al telescopio. Un'occasione unica per esplorare non solo i principi dell'astronomia, ma anche per osservare il nostro satellite e scoprire i miti più celebri legati alle costellazioni.
• APERITIVI, CENE E PICNIC
Godere del tramonto accompagnati da un calice di vino, oppure un picnic con gli amici con prodotti del territorio o una esclusiva cena medievale a lume di candela. Lo si potrà fare in riva a un lago, sotto le fronde di un antico olivo o nella fresca atmosfera di un giardino.
• PASSEGGIATE E TREKKING
Al calar della sera, sono previste passeggiate e trekking per tutti coloro che desiderano conoscere il territorio che circonda alcuni Beni FAI: dalla Riserva dei Giganti della Sila in Calabria a quella della biosfera del Monviso presso il Castello della Manta in Piemonte; fino alla scoperta del borgo rurale La Martella, a pochi chilometri da Matera, noto per un celebre intervento urbanistico degli anni Cinquanta: un connubio tra architettura, ambiente e scienze sociali.
• CONCERTI E MUSICA
Musica dal vivo per immergersi in un altro tempo, spaziando dai versi in prosa ai suoni del folklore, oppure abbandonarsi alle note con tutti i sensi e, perché no, sognare cullati dal suono degli strumenti musicali in mezzo al verde. Sono solo alcune delle proposte all’insegna della musica durante le sere estive.
— In estate, il tramonto è l'ora migliore per salire a bordo del convoglio che vi porterà alla scoperta dell'area naturalistica alle porte di Cagliari
9-30 settembre
Festa della raccolta del Sale
SALINE CONTI VECCHI
ASSEMINI (CA)
14 settembre
Nuova apertura
VELARCA
TREMEZZINA (CO)
La casa-barca, progettata dallo studio BBPR, restaurata e valorizzata dal FAI.
18 settembre XII censimento I Luoghi del Cuore
WWW.ILUOGHIDELCUORE.IT
Dar voce alle segnalazioni dei luoghi più amati per assicurarne il futuro è lo scopo della Campagna che coinvolge concretamente e sensibilizza tutti gli italiani sul valore del nostro patrimonio culturale e paesaggistico.
24 settembre
Nuovi spazi per il pubblico
MONASTERO DI TORBA
GORNATE OLONA (VA)
Fino al 6 gennaio
Nel tempo
VILLA E COLLEZIONE PANZA
VARESE
Se ami camminare e sei appassionato di trekking, quest’autunno viaggia con noi! Silvia Camagni ci accompagnerà “A piedi per l’Italia” per scoprire il golfo del Tigullio, Capri, l’Alto Salento lungo la via Francigena. In ogni viaggio la narrazione si farà esperienza da vivere in prima persona, in gruppo, camminando su un sentiero, attraversando un paesaggio, incontrando le realtà locali, visitando un bene artistico o un'area naturale, gustando un piatto tipico: un’immersione nella storia, nelle tradizioni e nelle unicità più nascoste. Natura e cultura si fonderanno per valorizzare l’anima più autentica dei luoghi, attraverso un turismo sostenibile e rispettoso I viaggi trekking saranno inoltre un’occasione per visitare alcuni Beni FAI e per sostenere concretamente le attività della Fondazione. Per saperne di più www.faiviaggiare.it
Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2024” è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, al contributo di Pirelli, accanto al FAI dal 2006, che rinnova per il dodicesimo anno la sua storica vicinanza all’iniziativa e di Delicius che conferma per il quarto anno il suo sostegno al progetto.
Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it
e
L’iscrizione continuativa è la possibilità di rinnovare automaticamente l’iscrizione al FAI con addebito diretto su conto corrente bancario (tramite Addebito Diretto Sepa) o carta di credito
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