Foto Fabio Santagiuliana, 2013 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Periodico: Poste Italiane Spa – Sped. in abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/BO.
Il notiziario del FAI 132 settembre ottobre novembre 2014
Villa dei Vescovi
FAIMARATHON
Come cambia il MiBACT
Ricordati di salvare l’Italia
manda un SMS o chiama il 45506
IL NOTIZIARIO DEL FAI
I pag 2 L’editoriale del presidente
B
asta andare in un luogo bellissimo, dove non si connettano le mille appendici tecnologiche che ci ciondolano intorno, che ci sentiamo spaesati. Spaesati davanti a un paesaggio? Ma è un paradosso! Eppure, come continuiamo a indossare abiti, a vivere in una casa, a gustare pane e vino e a leggere sulla carta, così continuiamo a vivere su questa terra, su un territorio, in un luogo particolare. Se questo luogo è brutto, inquinato e nulla sappiamo di esso - vivendo come su Marte - è come mettere le scarpe di un altro, dormire in un letto altrui: non ci sentiamo a casa. Ma l’uomo non è infinitamente malleabile, e se anche per alcuni aspetti si sente un abitante del mondo - il primo ad aver avuto un tale sentimento è stato l’asceta antico Diogene - per altri aspetti ha bisogno di appartenere a qualcosa e a qualcuno allo stesso modo in cui è legato alla propria lingua madre - come bene hanno visto nel ’700 l’italiano Vico e il tedesco Herder. Se noi siamo sordi - le orecchie aperte solo alla musica d’intrattenimento -, se non rispondiamo ebbri d’una nostra supposta autonomia, è come se sciogliessimo l’anello che siamo dalla catena che ci lega alla sola specie cosciente di sé, quella umana. Vogliamo essere un frammento vagante con mille cordoni ombelicali di comunicazione generica ma privi di ogni reale identità? Dobbiamo allora sapere che è quasi impossibile essere felici sradicandosi dalle civiltà umane e appiccicandoci solamente a bibite e frastuoni e appendici tecnologiche. Certo, questi strumenti sono perfetti nel distrarci dal nostro essere - altrimenti non sarebbero tanto diffusi nel globo -, ma non vi è gioia fuggendo questo essere, mentre possiamo gioire vivendo pienamente il paesaggio, la storia e la bellezza, che formano tutto ciò che l’umanità ha fatto prima di noi. Può esservi soddisfazione contro l’umanità da cui veniamo?
Il paesaggio è il grande abbraccio che l’umanità offre a noi attraverso i millenni e le cose
Un uso speculativo del territorio, dovuto a una industrializzazione ritardataria, selvaggia e in declino, ha compromesso molte parti della nostra Penisola e delle Isole, che vanno rammendate, curate. Molte altre parti sono invece ancora intatte, purché le si continui a vivere conservando le loro caratteristiche costitutive, declinando il presente con il passato. Come fare? Non basta confidare nelle virtù un po’ fredde della macchina dello Stato. Bisogna anche partecipare direttamente, con pensiero e cuore, a questa tutela e promozione culturale della Nazione, capendo che l’ambiente in cui noi viviamo è come l’acqua per un pesce, la storia è come la favola di sera per un bambino e la bellezza è come un oggetto d’amore che non smette di avvincerci. Come partecipare? Dando un modesto contributo - ma in tanti - al Fondo Ambiente Italiano dal 6 al 26 ottobre. Ogni Italiano si ricordi che salvare l’Italia dipende sì da quell’ente che tutti ci rappresenta che è lo Stato ma dipende anche da lui: “aiutati che Dio ti aiuta”. In ciò ciascuno di noi è il ministro della cultura del Paese. Bisogna solo fare un piccolo atto, fra i migliaia di ogni giorno, per donare 2 euro tramite un SMS al numero 45506. È un atto di altruismo ma insieme anche di egoismo, perché quei lembi d’Italia che più sono vicini appartengono oltre che ad altri proprio a noi. Vederli risorgere, con l’aiuto probo e competente del FAI, sarà un ingrediente del nuovo modo di concepire la gioia: come attenzione e approfondimento, oltre che come superficiale distrazione.
Andrea Carandini - Presidente FAI
Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314 Stampa Data Mec S.r.l. Direttore responsabile Simonetta Biagioni Redattore Claudia Covelli Coordinamento editoriale Marco Magnifico Progetto grafico e impaginazione Valentina Ranucci Quota minima di adesione annuale al FAI: 39,00 Euro
SOMMARIO Ricordati di salvare l’Italia .................... pag 3
Come cambia il MiBACT ................... pag 15
FAIMARATHON ................................ pag 4
Ultime dal FAI ...................................... pag 17
Villa dei Vescovi .................................... pag 8
Con gli occhi del FAI ........................... pag 18
Noblesse oblige! .................................... pag 14
Eventi ...................................................... pag 19
pag 3
I mANDA uN sms AL 45506
Salva il paesaggio italiano. Ti renderà felice.
Quale sentimento genera in noi la visione di un bel paesaggio, di un monumento o di un’opera d’arte? La felicità. Questa è la risposta più frequente e spontanea dei partecipanti a un recente sondaggio (vedi pagina 6) commissionato dal FAI per scoprire la relazione - sentimentale - tra gli italiani e il patrimonio culturale. Un dato entusiasmante, pieno di valore e di implicazioni tutte da approfondire. Il paesaggio italiano è uno spettacolo di bellezza senza confronti. Come un film, che scorre davanti ai nostri occhi, ininterrotto da millenni: una lunga sequenza in cui l’uomo e la natura sono entrambi protagonisti, in un dialogo costante e fecondo, che si dipana nel tempo lungo della storia e che produce meraviglie. Lo spettacolo della bellezza, tuttavia, è a rischio. Paesaggi, monumenti e opere d’arte rischiano di scomparire da questo film e la missione del FAI è impedire che ciò avvenga. Lavoriamo ogni giorno perché questo film, che ci rende felici, non abbia fine. È per questo che ci prendiamo cura di luoghi speciali d’Italia, per offrirli al godimento di tutti, per sempre. Molto stiamo facendo, ma ancora di più potremo fare con il tuo aiuto.
Dal 6 al 26 ottobre chiediamo il tuo contributo per aiutarci a salvare lo spettacolo della bellezza italiana, che non significa congelarlo o metterlo sottochiave, ma, al contrario, significa valorizzarlo e aprirlo al pubblico, perché la bellezza e la cultura siano accessibili a tutti, e tutti possano sperimentare la felicità di goderne. Tanto ci fa soffrire vedere il patrimonio culturale italiano ignorato, abbandonato, svenduto e maltrattato, altrettanto ci fa gioire trascorrere del tempo in un posto bellissimo, immerso nella natura e nella storia, così come godere di un panorama o conoscere e assaporare le tradizioni locali, in angoli d’Italia protetti, valorizzati alla portata di tutti, amati e vissuti. Aiutaci a portare avanti la nostra missione. Aiutaci a proteggere monumenti e paesaggi che rendono unico il nostro Paese. Aiutaci a comunicare la ricchezza di questo patrimonio e a condividerla attraverso eventi indimenticabili come la FAIMARATHON, che vi aspetta il 12 ottobre in oltre 120 città in tutte le regioni del nostro Paese, le Giornate di Primavera, il censimento I Luoghi del Cuore... Invia un SMS o chiama il 45506 e dona 2 euro al FAI. Con il tuo contributo potremo portare avanti la nostra missione di tutela, valorizzazione ed educazione alla cultura, perché vivere la cultura è fare esperienza di felicità.
dal 6 al 26 ottobre
MANDA UN SMS O CHIAMA IL 45506
Foto A. Mesiano, 2010 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
PARTE IL 6 OTTOBRE LA CAMPAGNA NAZIONALE DI RACCOLTA FONDI DEL FAI RICORDATI DI SALVARE L’ITALIA
INVIA UN SMS O CHIAMA DA RETE FISSA IL 455XX
RICORDATI DI SALVARE L’ITALIA
Aiutaci a salvare l’Italia. Ricorda che ogni volta che salvi il paesaggio, salvi anche la tua felicità!
Sostienici anche… Durante il mese di ottobre e anche oltre, grazie alla collaborazione di numerosi partner, potrai sostenere la campagna di raccolta fondi del FAI in diversi modi ■ In tutti i punti vendita Bottega Verde ■ Nelle filiali Deutsche Bank ■ Sul sito internet di GDF SUEZ Energie ■ In tutti gli ipermercati Iper, La grande i ■ In tutti i supermercati U! e U2 Per tutti i dettagli relativi alle singole iniziative: www.fondoambiente.it UN
ES
TI SUPERMERCA
Ricordati di salvare l’Italia. Dal 6 al 26 ottobre aiuta il FAI. Invia subito al 45506 un sms del valore di 2 euro dal tuo cellulare personale Tim, Vodafone, Wind, 3, PosteMobile, Coopvoce e Nòverca. Puoi anche donare 2 euro con una telefonata da rete fissa TeleTu e TWT e 5/10 euro con una telefonata da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb. È possibile contribuire anche scegliendo le seguenti modalità: intestando un bonifico bancario al FAI, utilizzando la carta di credito, collegandosi al nostro sito web o compilando direttamente il bollettino allegato a questo numero del notiziario. € 2 da cellulare personale
€ 2 da rete fissa
€ 5/10 da rete fissa
ricordati di salvare l’italia
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Alla scoperta della grande bellezza: FAIMARATHON - Con il Gioco del Lotto e il FAI non correre e scopri l’Italia intorno a te Domenica 12 ottobre un’occasione per guardare con occhi diversi i luoghi della nostra vita quotidiana “Cercavo la grande bellezza. Non l’ho trovata”, dice Jep Gambardella in una famosa battuta del film di Paolo Sorrentino, vincitore dell’Oscar. Ma la grande bellezza ci attende anche dove non ce lo aspettiamo! Per trovare il bello che ci circonda e per raccontarne le sfumature, per trascorrere una giornata di festa, la campagna di raccolta fondi Ricordati di salvare l’Italia! ha come appuntamento centrale
“FAIMARATHON – Con il Gioco del Lotto e il FAI non correre e scopri l’Italia intorno a te” , evento nazionale a
Foto di Flavio Ianniello © FAI - Fondo Ambiente Italiano
cura delle Delegazioni e dei volontari FAI, realizzato grazie alla partnership con Il Gioco del Lotto, che si svolgerà domenica 12 ottobre. Una passeggiata non competitiva, una “maratona culturale” a tappe organizzata in oltre 120 città italiane e adatta a persone di tutte le età, curiose di quanti sorprendenti tesori si nascondono tra i luoghi della loro vita quotidiana, spesso troppo frenetica per permetterci di conoscerli. Frammenti di città di interesse artistico, paesaggistico e sociale che rappresentano l’identità del territorio, la sua storia, le sue tradizioni: dai palazzi ai giardini, dai teatri ai cortili, dalle chiese alle piazze, dalle scuole ai vicoli.
Napoli, Roma, Milano, Bologna, Venezia, Bari, Brescia… e tante altre, oltre 120 città per altrettanti itinerari a tema. Molte tappe prevedono anche l’ingresso e una visita guidata: i luoghi visti sono spesso poco conosciuti, e alcuni saranno eccezionalmente aperti per l’evento grazie all’impegno dei volontari FAI. I maratoneti della cultura potranno ammirare anche alcuni beni restaurati con i proventi de Il Gioco del Lotto. E allora indossate le vostre scarpe più comode, iscrivetevi a FAIMARATHON e saremo felici di scoprire con voi i tesori della città in cui siete nati o in cui vi siete trasferiti per studio o per lavoro, per vivere una giornata da “turisti a casa nostra” o per cogliere l’occasione di un insolito tour guidato in una delle tante città italiane che aderiscono all’iniziativa. Lo stupore che nasce dalla scoperta non genera solo una gioia momentanea, ma una sensazione di arricchimento e di soddisfazione che ci rende felici: vivere in un Paese meraviglioso e sempre più bello migliora la qualità di vita… e scoprire di vivere ogni giorno in luoghi che ci stupiscono, se guardati con occhi diversi, e hanno tanto da raccontarci, ci fa sentire bene, ci rende più orgogliosi!
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I manda un sms al 45506
un giorno da “turisti a casa nostra” 1
Foto Metamorphosi, 2014 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
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Viaggio a ritroso nella storia di Napoli nello speciale percorso Verso le origini, che dalla città settecentesca risale il flusso del tempo, nella discesa verso il mare fino all’isolotto di Megaride e al Castrum Lucullanum (Castel dell’Ovo - foto 1), primo insediamento risalente al VII secolo a.C.. Tappa d’eccezione dell’itinerario la visita alla cinquecentesca Villa Carafa della Spina, sede della sezione militare dell’Archivio di Stato con le sue splendide terrazze con vista a 360° sulla città. Si seguirà invece il corso del Tevere per riscoprire il fascino di Roma e visitare il Complesso Monumentale di San Michele (foto 2), uno dei più imponenti edifici della Capitale eccezionalmente aperto in occasione di FAIMARATHON. Sarà invece il volto antico della città a emergere nell’itinerario dedicato a Bari mentre a Bologna è in programma un percorso lungo lo straordinario Portico di San Luca che collega il centro della città al Santuario sulla cima del Colle della Guardia.
Foto Metamorphosi, 2014 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
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A Milano si andrà alla scoperta dei luoghi di incontro e di scambio che hanno fatto la storia del capoluogo lombardo, con due aperture straordinarie come la Casa dei Grifi nata nel Quattrocento per la riscossione delle gabelle e il Teatro Lirico, una delle più importanti istituzioni culturali milanesi chiusa ormai dal 1999. L’acqua si fa protagonista a Brescia di un itinerario dedicato alla riscoperta delle fontane cittadine (foto 3). A Venezia la maratona sarà invece dedicata alla storia delle Scuole (foto 4), le antiche confraternite che raccontano l’intreccio tra arte e artigianato nella Serenissima.
Napoli dall’alto “Vedere significa conoscere un’altra città, averne una nuova prospettiva.
”
A Torino un percorso che celebra il connubio tra i portici della città e il cinema d’autore, e a Trieste un itinerario dedicato al commercio, inteso come scambio di merci e come incontro di culture, tra i luoghi dell’economia cittadina. Protagonista dell’appuntamento di Enna sarà Cerere, dea delle messi, che si racconta vivesse alle pendici della città.
su una carrozza “eSalire iniziare a sognare: è
questo che mi ha regalato partecipare a FAIMARATHON.
”
MODALITà DI PARTECIPAZIONE È possibile avere informazioni sulla FAIMARATHON > sul sito www.fondoambiente.it, e sulla pagina Facebook dedicata alla FAIMARATHON > sul sito www.giocodellotto.it e sulla pagina Facebook del Gioco del Lotto > presso le Delegazioni FAI in tutta Italia nei tempi e modalità indicate sul sito > scaricando la APP dedicata e gratuita sul proprio smartphone, per sistemi iOS e Android > il giorno dell’iniziativa, prima della partenza presso i banchi FAI In occasione di FAIMARATHON speciali quote di iscrizione al FAI
È incredibile “ pensare che cresce
dell’uva in pieno centro a Napoli.
”
Foto di Vincenzo Cammarata, 2013 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Foto Metamorphosi, 2014 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
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RIcORDATI DI sALvARE L’ITALIA
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Italia questa sconosciuta? LA GEOGRAFIA DELLA FELICITÀ A PORTATA DI MANO
I
n occasione del lancio della campagna Ricordati di salvare l’Italia, attiva dal 6 al 26 ottobre, il FAI ha commissionato a Human Highway una ricerca online con l’obiettivo di misurare la conoscenza del patrimonio naturalistico, artistico e culturale del territorio. In particolare, la ricerca voleva indagare il livello di conoscenza ma anche di emozioni e coinvolgimento sul tema. La ricerca è stata svolta su 1.010 casi utili rappresentativi della popolazione internet italiana, residente su tutto il territorio nazionale.
Le emozioni del paesaggio Gli stati d’animo di fronte a un bel paesaggio incontaminato, un monumento o un’opera d’arte sono molteplici. Più del 21% del campione intervistato ha citato spontaneamente la felicità e la gioia, ma assistere allo spettacolo della bellezza rende anche estasiati, sereni, rilassati ed emozionati.
Gli uomini e le donne dicono che… … gli uomini davanti a qualcosa di bello si sentono orgogliosi e più ricchi… … le donne felici, serene e sognatrici.
25
15 10
FELICE
10,6
10,6
10
ESTASIATO
RILASSATO
SERENO
Se in età giovanile la bellezza ispira stati d’animo in cui a prevalere è il relax e la spensieratezza, dai 35 anni in poi cresce il livello di coinvolgimento emotivo degli intervistati che evolve dalla fascinazione alla volontà di partecipazione. 15-24 anni SPENSIERATEZZA E LIBERTà • 25 - 34 anni RELAX E RISPETTO • 35 – 44 anni FASCINO E CURIOSITà • 45 - 54 anni AMMIRAZIONE E MEDITAZIONE • + 54 anni PARTECIPAZIONE E CALMA
20
21,6
Un’emozione per tutta la vita
5 0
Non solo spettatori L’85% del campione intervistato vorrebbe vivere in maniera attiva il patrimonio tramite esperienze capaci di coinvolgere amici e familiari di tutte le età: laboratori didattici, soggiorni, concerti, cene a tema, rappresentazioni teatrali...
Turisti a casa propria 7 italiani su 10 vanno alla scoperta della propria zona solo 3 volte l’anno Il 28,3% dichiara che non va alla scoperta dei propri luoghi perché non ci pensa.
Un patrimonio da difendere
85%
Non solo tempo libero: più del 34% degli intervistati sarebbe disposto a impegnarsi come volontario un’ora a settimana per la salvaguardia del patrimonio italiano.
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I I LuOGHI DEL cuORE
Qui dove batte il cu❤re d’Italia Ecco i luoghi dove si tifa per l’Italia più bella: anticipazioni e curiosità dalla VII edizione del censimento I Luoghi del Cuore
I
l 30 novembre si concluderà la VII edizione del censimento I Luoghi del Cuore. Resta dunque poco più di un mese per votare i propri luoghi più amati – sul sito www.iluoghidelcuore.it, scaricando l’App dedicata o compilando le apposite cartoline presenti in tutte le filiali Intesa Sanpaolo – e offrire un’opportunità di recupero e valorizzazione a uno dei tanti beni e paesaggi che rendono unico il nostro paese. A quattro mesi dal lancio del censimento sono oltre 300.000 i voti raccolti, espressi a favore di più di 12.000 differenti “luoghi del cuore”. La richiesta di un progetto di valorizzazione, la necessità di azioni di tutela, ma anche semplicemente la voglia di raccontare la bellezza e le emozioni che suscitano alcuni paesaggi del nostro paese ancora sconosciuti, hanno spinto migliaia di italiani a partecipare al censimento. Tra i dati più sorprendenti emerge la crescita costante dei gruppi e delle associazioni spontanee di cittadini che si stanno mobilitando per raccogliere voti: sono già 200 i comitati - in alcuni casi sostenuti dalle Delegazioni locali del FAI - che si sono registrati sul sito www.iluoghidelcuore.it. Cresce la voglia di “fare squadra” e di mostrare il volto di un’Italia tifosa della propria bellezza, capace di unirsi per il valore del nostro incredibile patrimonio naturale e artistico e di scendere in campo per la sua tutela.
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La classifica dei luoghi più votati (per ora, perché cambia ogni giorno) ❤
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la Certosa di Calci (Pisa), monastero certosino del 1366, che necessita di opere di manutenzione e di interventi conservativi oltre a un progetto di valorizzazione (foto 1) la Chiesa di Sant’Agnello a Maddaloni (Caserta), intitolata al Santo dopo un’importante sconfi tta inferta ai Saraceni, che versa in condizioni di grave degrado (foto 2) il Convento dei Frati Cappuccini a Monterosso al Mare (La Spezia), complesso del XVII secolo che domina la baia, danneggiato dall’alluvione del 2013 il Castello di Calatubo ad Alcamo (Trapani), grande complesso architettonico risalente al Mille, che necessita di urgenti lavori di recupero. Partecipa al contest
#IOTIFOPER , attraverso l’App dedicata al censimento, che premierà le fotografie che meglio esprimeranno il tifo per il proprio Luogo del Cuore: per i vincitori preziosi cofanetti Boscolo Gift per scoprire l’Italia.
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I luoghi più curiosi ❤ ❤ ❤ ❤
il Museo Borsalino di Alessandria, che racconta una pagina prestigiosa del made in Italy la Cava dei Dinosauri di Altamura (Bari), un’area segnata da oltre trentamila impronte di dinosauro gli antichissimi Orti Saraceni di Tricarico (Matera), superfici terrazzate a ridosso della mura della città il Teatro della Concordia a Montecastello di Vibio (Perugia), uno dei più piccoli teatri all’italiana del mondo,
Il primo della sezione Expo Milano 2015 ❤
il Mulino Fanzaga a Treviglio (Bergamo) del ‘300, conserva macchinari e impianti ancora funzionanti. Qui furono girate alcune scene de L’albero degli zoccoli. (foto 3)
COME PARTECIPARE
fino al 30 novembre 2014
♥ Segnala il tuo luogo del cuore sul sito www.iluoghidelcuore.it tramite l’apposita form ♥ Scarica l’App del censimento e lascia qui la tua segnalazione ♥ Compila la cartolina con la campagna che trovi in tutti i Beni e le Delegazioni FAI e presso le filiali Intesa Sanpaolo indicando il tuo luogo del cuore
Villa dei Vescovi Una Villa da vivere. Un luogo per pensare Un anfiteatro naturale disegnato nel verde dei Colli Euganei. Ăˆ questo lo scenario che accoglie Villa dei Vescovi: un’architettura monumentale concepita come luogo in cui dedicarsi all’otium e ritrovare il tempo per se stessi, appagati dagli splendidi scorci panoramici che raccontano un ritrovato rapporto tra Uomo e Natura
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Foto di Alessandro Torrenti, 2013 Š FAI - Fondo Ambiente Italiano
Qui non palazzi, non teatro o loggia ma’n lor vece un abete, un faggio, un pino tra l’erba verde, e’l bel monte vicino… Canzoniere X Francesco Petrarca
T
ra i Beni che il FAI ha aperto in tutta Italia, uno in particolare offre non solo l’occasione di una visita a un paesaggio unico, ma l’opportunità di accedere a una dimensione temporale diversa, sospesa tra il fare della vita di tutti i giorni - il negotium lo definirebbero i Latini - e il tempo del relax e della meditazione, quell’otium cantato dai grandi poeti classici. È Villa dei Vescovi, donata alla Fondazione da Maria Teresa Olcese e dal figlio Pierpaolo in memoria del marito e padre Vittorio Olcese, aperta dal FAI nel 2011 a Luvigliano di Torreglia, tra le meravigliose alture dei Colli Euganei in provincia di Padova. UN LUOGO PER PENSARE Un paesaggio che invita al raccoglimento e a ritrovare il tempo per se stessi. Non un eremo in cui isolarsi ma una monumentale villa cinquecentesca immersa in uno dei paesaggi più suggestivi d’Italia. Commissionata dal Vescovo di Padova, Francesco Pisani come casa di villeggiatura e costruita tra il 1535 e il 1542, la Villa è sin dall’inizio pensata
dal suo curatore, Alvise Cornaro, nobile veneziano, erudito e amministratore della Curia di Padova, come un luogo per coltivare le necessità dell’intelletto in un rifugio di pace e di tranquillità immerso nell’ambiente circostante. Una scelta che esprime un sentimento molto moderno: il desiderio di vivere nella quiete della campagna, a contatto con la natura, lontano dalla città. La stessa necessità sentita da Francesco Petrarca quando attorno al 1370 decise di trasferirsi da Padova ad Arquà. Quella del poeta fu una decisione rivoluzionaria: fino ad allora la natura ai confini del mondo abitato era considerata oscura e misteriosa, capricciosa e vendicativa. Petrarca spezza la dicotomia tra città e paesaggio naturale, che entra a far parte direttamente della sua vicenda personale e del suo stato d’animo. La Villa nel corso del Cinquecento diventò sede di uno dei più raffinati circoli umanisti del Rinascimento, attirando intellettuali e artisti e ospitando figure centrali di quel periodo, tra cui Pietro Bembo e il Ruzante. Lo stesso edificio fu progettato per essere sintesi
il significato di una donazione Villa de Vescovi fu acquistata da mio padre Vittorio Olcese (nella foto), su suggerimento di Neri Pozza e dell’Ente Ville Venete, per salvare un monumento di grande importanza per la storia dell’architettura della regione che era stato abbandonato ormai da anni. La villa, di proprietà della curia di Padova, aveva avuto funzione di Caserma, asilo, ospizio, le logge erano state chiuse e gli affreschi coperti. Vittorio la restaurò con l’idea che un giorno la Villa potesse divenire un Bene Pubblico. La donazione al FAI da parte di mia madre, Maria Teresa e mia, non è altro che il compimento di un progetto iniziato negli anni ‘60, che si conclude con un’ulteriore rinascita. La donazione al FAI è anche un omaggio a due grandi personalità della cultura Italiana e di due amici, Vittorio Olcese e Giulia Maria Crespi, Presidente Onorario del FAI, che ha condiviso molta della storia recente della Villa. “Molti spendono patrimoni per mantenersi una barca, io ho voluto salvare una villa veneta” così era solito dire mio padre quando negli anni sessanta era nata in Veneto un’associazione per salvare l’inestimabile patrimonio delle ville venete che cadevano in rovina abbandonate dall’incuria. Nello spirito di queste parole, la donazione al FAI è stata quasi naturale, in perfetta armonia con lo spirito con il quale mio padre aveva acquistato la Villa. Pierpaolo Olcese
UNA GIORNATA DAVVERO SPECIALE Il FAI, nel suo attento lavoro di recupero del Bene, ha tenuto fede a questo spirito rendendo Villa dei Vescovi un luogo non solo da visitare, ma soprattutto da vivere. Gli impegnativi lavori di restauro, sia della struttura architettonica che degli affreschi, hanno da subito perseguito l’intento di conservare l’armonia architettonica con il paesaggio così come era pervenuta dalla sua realizzazione e allo stesso tempo di restituire alla Villa la possibilità di essere vissuta in tutti i suoi spazi interni ed esterni. Prima di entrare nelle sale riccamente affrescate e immergersi nelle vicende storiche della Villa, ci si può fermare nei due loggiati dell’edificio a pianta quadrata a osservare il teatro naturale che la circonda. Villa dei Vescovi è un luogo per riprendersi il proprio tempo e per questo, nella bella cornice disegnata dalle logge, sofà e poltrone accolgono il visitatore offrendogli la possibilità di uno spazio dove leggere un quotidiano o un libro sorseggiando il primo caffè
Foto di Mauro Ranzani, 2011 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Foto di M. Danesin © FAI - Fondo Ambiente Italiano
DENTRO IL PAESAGGIO Pensata per la contemplazione e la meditazione, Villa dei Vescovi, nei cinque secoli della sua storia forse non è mai stata così necessaria come in questi tempi distratti e frenetici. Significativa è la sua posizione nel paesaggio circostante rimasto miracolosamente quasi immutato nel tempo. Sorge infatti sulla sommità di un colle attorniato da alture: una posizione che è parte integrante di un eccezionale percorso di avvicinamento – reale e visivo – alla Villa. Dopo una prima fascia esterna, caratterizzata dalla natura libera e selvaggia dei colli, varcando il recinto del brolo si attraversa una seconda area, ricca di vigneti, dove il paesaggio è forgiato dall’opera dell’uomo agricoltore. Superato il portale
d’ingresso, si arriva nella cortegiardino, dove il verde prende le forme di un disegno preciso dell’uomoarchitetto, secondo principi tipicamente rinascimentali. Una volta saliti nelle logge della Villa, ecco che il paesaggio viene finalmente percepito in tutta la sua estensione; e nelle sale della casa l’ambiente è nuovamente ripreso dalla mano dell’uomo-pittore che apre sulle pareti ampie vedute di paesaggi idealizzati, inquadrati da architetture affrescate che rispecchiano quelle reali dell’edificio e nei quali la bellezza del paesaggio viene arricchita secondo i desideri dell’uomo umanista con episodi mitologici e scene che esaltano il fascino delle rovine dell’antichità.
Foto di Fabio Santagiuliana, 2013 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
architettonica di quella cultura umanista che tornava a collocare l’uomo al centro del mondo. La Villa diventava il fulcro del paesaggio in cui era collocata e ridava dignità, dopo i secoli dell’oscurantismo medievale, all’essere umano e alla sua incredibile capacità creativa. Tra gli architetti che collaborarono alla sua realizzazione, Giovanni Maria Falconetto, Giulio Romano, Andrea da Valle, Vincenzo Scamozzi e il pittore fiammingo Lambert Sustris a cui si devono i meravigliosi affreschi del piano nobile. Nel vastissimo panorama delle Ville Venete, Villa dei Vescovi è un vero e proprio unicum: un edificio volutamente monumentale che si allontanava dai tradizionali canoni architettonici locali per trarre ispirazione dai contemporanei modelli fiorentini e risalendo il corso della storia fino a recuperare gli esempi dell’antichità romana, fornendo così una personale anticipazione dell’opera palladiana.
In alto, nella foto grande, la loggia ovest di Villa dei Vescovi; Qui sopra: dall’alto la Sala delle figure all’antica; sotto, particolare degli affreschi di Lambert Sustris
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Foto di Olivetto Fabio, 2014 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Foto di Olivetto Fabio, 2014 © FAI - Fondo Ambiente Italiano
I BENI DEL FAI
Nella foto sopra: passeggiata a Villa dei Vescovi; sotto: cerimonia del tè nella loggia
della giornata o un calice di vino al tramonto. Il FAI invita i visitatori a indossare i panni di Francesco Pisani e a vivere per un giorno da padroni di casa: curiosando tra le stanze, così ricche di tracce e di dettagli lasciati da chi per decenni le ha abitate, godendo la vista del calare del sole, facendo una passeggiata rilassante tra le vigne e il giardino, rendendo propri questi spazi, trovando nelle loro atmosfere l’ispirazione per pensieri e riflessioni. Un’occasione per vivere a fondo quell’esperienza di ritiro dal traffico della vita quotidiana che fu l’obiettivo del progetto architettonico originario. Villa dei Vescovi è anche uno dei pochi Beni del FAI a offrire un’opportunità di soggiorno grazie alla foresteria che propone due appartamenti La Mansarda del Vigneto e la Mansarda del Frutteto ciascuno dei quali può ospitare fino a quattro persone. Ogni appartamento dispone di due camere da letto doppie con due bagni e una zona soggiorno con cucina attrezzata. Recentemente il FAI ha avviato una collaborazione con il Landmark Trust (organizzazione benefica inglese www.landmarktrust. org.uk) a cui è stata affidata la gestione della foresteria.
TUTTE LE STAGIONI DELLA BELLEZZA La sinergia tra la Villa e il suo contesto agricolo scandisce il calendario dei tanti eventi organizzati per i visitatori. Ogni prima domenica del mese da marzo a novembre il Mercato in Corte è un’interessante esposizione di erbe, piante, fiori e prodotti per il giardino. Nella bella stagione il giardino recentemente restaurato offre spazi verdi per picnic all’aria aperta, con la possibilità di acquistare cestini con prodotti locali nella caffetteria. Divertimento anche per i più piccoli grazie al nuovo parco giochi e a molte attività organizzate tutto l’anno che consentono ai bambini di conoscere da vicino i prodotti dell’orto e del frutteto. Ma l’evento più atteso è la vendemmia, con pigiatura dell’uva secondo i metodi tradizionali: dal 2015 grazie al progetto Adotta una Vigna sarà possibile adottare una delle vigne o un intero filare del vigneto, arricchendo così la propria cantina di bottiglie di vino coltivato e imbottigliato nel rispetto del territorio di produzione. A fine agosto la tre giorni dedicata al benessere del Festival di Yoga, mentre nel settembre del 2015 Ecologica sarà il primo evento bike&trek che dalla Villa si snoderà tra boschi e vigneti alla scoperta dei Colli Euganei.
La nostra giornata tipo ore 8 > Caffè e lettura dei quotidiani nella loggia: quale modo migliore per iniziare la giornata? ore 9 > Colazione alla caffetteria con dolci, salumi, formaggi e prodotti locali ore 10 > Cosa si fa oggi? Padova, Venezia, Verona, Mantova, Ferrara: molte delle più belle città d’arte sono raggiungibili in breve tempo ore 13 > Pranzo in Villa o colazione al sacco preparata dalla nostra caffetteria ore 15 > Trekking sulle colline, una passeggiata in giardino, una sosta riposante alle Terme convenzionate: sono numerose le possibilità nei dintorni ore 18 > Sul sofà nella loggia per non perdersi il tramonto e gustare un calice di vino locale ore 20 > Cena in uno dei ristoranti convenzionati della zona, alla scoperta del patrimonio enogastronomico locale 5
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VIGNETO
Vivi l’esperienza di produrre il tuo vino aiutando il FAI
Adottando per un anno una vigna o un filare di 20 piante a Villa dei Vescovi, il tuo nome verrà ricordato su una targhetta posta all’inizio del filare (o su una pianta) e riceverai un attestato personalizzato in ricordo del tuo gesto. Potrai visitare il vigneto durante l’anno, assistere ai processi di lavorazione e partecipare al grande evento annuale della Festa della Vendemmia in Villa. Riceverai inoltre da 1 a 12 bottiglie personalizzate con il tuo nome. Per tutte le informazioni contattare la Villa.
INFO Villa dei Vescovi, Luvigliano di Torreglia (Padova) Tel 049 9930473 – faivescovi@fondoambiente.it APERTURA Chiuso lunedì e martedì non festivi. ORARI DI APERTURA Da mercoledì a sabato 10 - 18 da aprile a ottobre, 10 - 17 novembre, dicembre, gennaio e marzo. Domenica 10 - 19 da aprile a ottobre, 10 - 17 novembre, dicembre, gennaio e marzo COME ARRIVARCI Autostrada A4 Milano-Venezia: Uscita Padova Ovest; imboccare la tangenziale, Corso Australia, uscita direzione Colli Euganei; proseguire per circa 10 km in direzione Teolo. Superare Praglia e dopo la rotatoria prendere la strada con l’indicazione Luvigliano. Dal casello 20 km circa. Autostrada A13 Bologna-Padova: Uscita Terme Euganee; seguire per Montegrotto Terme, Torreglia e infine seguire i cartelli indicatori. Dal casello 15 km circa. SERVIZI Caffetteria/ristoro, bookshop, visite guidate, audioguida, parcheggio, accesso disabili, wi-fi, foresteria. Possibilità di degustazione e acquisto vini presso l’Enoteca Vignalta adiacente alla Villa.
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I I BENI DEL FAI
Villa dei Vescovi: architettura rivoluzionaria di Guido Beltramini
È un edificio unico e apre una stagione nuova che dal Veneto, nei secoli a venire, raggiungerà i prati inglesi e le piantagioni della Virginia
Guido Beltramini Direttore del CISA - Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio
N
ella storia del libro, chiamiamo incunaboli i prodotti dei primi decenni dell’età della stampa, quando i volumi hanno tutta la fragilità e il fascino primitivo di qualcosa che è nato ma non è ancora completamente definito nella propria identità. La Villa dei Vescovi di Luvigliano è l’incunabolo della lunga storia della villa veneta. Di questo libro, in realtà, esiste addirittura il manoscritto, ed è la casa sui colli di Arquà, vicino a Padova, dove si trasferisce Francesco Petrarca dagli anni settanta del Trecento, per sfuggire il caos e i miasmi della città. La campagna, per l’uomo del Medioevo è un luogo selvaggio e pericoloso. Petrarca la elegge invece a luogo di produzione intellettuale, la vive e la canta come avevano fatto Cicerone e Virgilio, cambiandone la percezione. Un secolo e mezzo più tardi, poco lontano da Arquà, Gianmaria Falconetto e Alvise Cornaro inventano una nuova specie di edificio per il vescovo di Padova, Francesco Pisani. Il luogo è cruciale perché il nome della località, Luvigliano, era creduto discendere da Livianum, e identificare il sito dell’antica villa di Tito Livio, lo storico romano di cui Padova rivendicava i natali. In più era simile a quello dove sorgeva la leggendaria villa Laurentina di Plinio il giovane, posta su un poggio e con un anfiteatro di colli intorno. Cornaro e Falconetto costruiscono un edificio rivoluzionario: a piano nobile tre lati su quattro sono aperti da una teoria ininterrotta di arcate, che rendono la Villa un vero e proprio belvedere, da cui guardare il paesaggio inquadrato come un dipinto vivente. Nasce un rapporto nuovo con la natura, e villa dei Vescovi, a pianta quadrata, sarà un modello per Palladio quando dovrà costruire la Rotonda di Vicenza, anch’essa una “macchina” per guardare il paesaggio. In più, al centro della villa, Cornaro e Falconetto inseriscono un piccolo cortile quadrato, che funziona da impluvium, come nelle case romane. Per una lite con il vescovo Pisani, Cornaro è allontanato dal cantiere, in cui viene coinvolto Giulio Romano. Ma in ogni caso sorge, per la prima volta nel Veneto, un nuovo tipo di residenza di campagna, ispirata alle ville degli Antichi, diversa sia dalle fattorie che dalle dimore fortificate tradizionali. A Luvigliano nasce la civiltà della villa, non solo per l’architettura, ma anche per la splendida decorazione ad affresco a opera di Lambert Sustris. Nei decenni successivi Palladio
svilupperà l’“incunabolo” di Villa dei Vescovi. Alla casa dominicale integrerà le barchesse, l’aia e le colombare, dando vita alle ville-azienda per gli aristocratici imprenditori del proto Nordest, che vendevano i propri fi lati di seta in tutta Europa. Ma per ideare la sua villa più famosa, la Rotonda di Vicenza, Palladio tornerà con la mente sui Colli Euganei, all’edificio modernamente antico rinato sul sito della villa di Livio. Fin qui l’ho fatta semplice, ma in realtà ci è voluto molto lavoro per venire a capo di questa storia. La Villa come la vediamo oggi è frutto di trasformazioni che è stato necessario individuare, lavorando come i fi lologi fanno su un testo a cui i copisti hanno aggiunto commenti o cancellato parti. Per poter ritrovare la “edizione” originaria di Villa dei Vescovi, è stato necessario lavorare molto in archivio, e il restauro promosso dal FAI ha costituito una occasione inestimabile di conoscenza, perché ha consentito di interrogare l’edificio stesso con rilievi, stratigrafie, indagini archeologiche mai eseguite prima. Non sono mancati i colpi di scena. Guardando la facciata sud della villa, quella da cui in origine si accedeva all’edificio, due grandi finestre sono accecate da muri interni. Mi sembrava difficile che Falconetto e Cornaro avesse fatto un errore simile, e infatti dall’archivio di Mantova è emersa la verità. Siamo nel 1542, la villa è quasi finita, ma il vescovo Pisani litiga con Cornaro e lo caccia dal cantiere. A sostituirlo chiama una archistar, Giulio Romano, allora al servizio dei Gonzaga a Mantova. Giulio impone delle modifiche nella distribuzione interna che portano alla chiusura di uno dei tre lati di arcate, come hanno dimostrato le stratigrafie. Inoltre applica al basamento della villa un rivestimento che simula grandi blocchi di pietra. Ma non basta perché, quindici anni dopo, al nuovo vescovo non piace entrare in villa da sud, e fa costruire sul fianco ovest una corte d’onore, con grandi scalinate. Dieci anni più tardi il vescovo successivo fa costruire a Vincenzo Scamozzi un maestoso sistema di accesso anche sul lato orientale. Ma la Villa ha un peccato originario: costruito da un sognatore come Cornaro, l’impluvium impluvium è certo una raffinata citazione della domus romana, ma è un disastro nell’uso quotidiano degli spazi e nel Settecento viene eliminato.
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Foto di Giorgio Majno © FAI - Fondo Ambiente Italiano
RAccONTI DEL FAI
di Marco Magnifico Vicepresidente Esecutivo FAI
Noblesse oblige! I RESTAURI DEL FAI: IL BELLO (E IL MENO BELLO…) DI RITROVAMENTI INASPETTATI
A
vevamo appena iniziato il restauro dopo mesi di indagini, studi, progetti, riflessioni, revisione dei progetti a Villa dei Vescovi. La telefonata di un collega mi raggela: “Marco, a Villa dei Vescovi abbiamo trovato delle tombe a venti centimetri sotto il pavimento della sala da pranzo del piano terreno; molti scheletri intatti e le tracce di un poderoso muro, con una scala, l’imposta di un portone e addirittura una grande chiave…”. “Avete chiamato la Soprintendenza Archeologica? Di che epoca stiamo parlando?” “Quinto, forse sesto secolo…” “ma non avevamo fatto dei saggi?” “sì, ma dove li avevamo fatti non era venuto alla luce nulla…” . “E ora?” “Eh! Ora bisogna fermare il cantiere, organizzare lo scavo archeologico, raccogliere le ossa e dar loro una nuova sepoltura, rilevare e studiare i ritrovamenti e soprattutto…” “Soprattutto???” “…Rifare tutto il progetto degli impianti tecnologici in quanto i passaggi ipotizzati per cavi e tubi non sono più possibili…” Il cantiere viene fermato: danno economico, prolungarsi dei tempi, rinvio dell’apertura al pubblico con conseguenti mancati incassi, revisione degli accordi con gli sponsor…; noblesse oblige! D’altronde! Siamo il FAI, la scoperta è importante, emergono le fondamenta di un edificio alto medievale che spiega molte cose di straordinario interesse… 6 mesi di ritardo! Ma molto onore e una nuova piccola (ma non piccolissima) luce sullo straordinario, irripetibile passato del nostro Paese. Quello che vi ho narrato non è un episodio eccezionale! È la norma… La stessa cosa sta succedendo, mentre scrivo, all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, in Puglia presso Lecce, dopo l’inizio dei restauri a fine luglio. Ancora non conosco l’entità e le caratteristiche dei ritrovamenti emersi dagli scavi per la realizzazione del locale tecnico fuori dalle mura del monastero… Incrociamo le dita; ma se emergessero resti significativi dovremo, qui come là, fermare il cantiere, riprogettare… noblesse oblige! Nessuna occasione, meglio di un grande restauro, può offrire irripetibili occasioni per approfondire la conoscenza di una Storia che i secoli hanno sotterrato ma che è nostro obbligo studiare e raccontare. Far finta di nulla significherebbe venir meno alla nostra Missione… noblesse oblige!
È il bello (e il difficile) del nostro lavoro!
Foto di M. Danesin © FAI - Fondo Ambiente Italiano
In basso a sinistra Villa dei Vescovi durante il restauro; a destra il ritrovamento del cimitero medievale
P.S. Nel momento di andare in stampa mi arrivano sul telefonino le immagini di una macina medievale (nella foto a destra) alla base della torre del Monastero di Cerrate; sul percorso destinato al mulo ci sono i solchi creati perché gli zoccoli dell’animale potessero far leva…; qui avrebbero dovuto passare degli impianti tecnologici. Tutto da rifare.
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I pOLITIcHE cuLTuRALI
Come cambia il MiBACT
I CINQUE PUNTI DELLA RIFORMA DEL MINISTRO FRANCESCHINI
I
l 29 agosto 2014 il Consiglio dei Ministri ha varato la riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali. Un mese dopo il decreto c.d. Art Bonus che, tramite benefici fiscali, semplificazione e piccoli investimenti, mirava a incentivare lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, nuovi provvedimenti intervengono ora allo stesso scopo, ma riformando l’organizzazione dello stesso Ministero, in cerca di un’amministrazione più snella, efficiente, moderna ed economica (si tagliano in totale 37 dirigenti).
QUESTI I PUNTI FONDAMENTALI DELLA RIFORMA: nuova istituzione, concepite per dare rilievo e nuovo impulso a 1 è sancita la piena integrazione tra cultura e turismo, attraverso il potenziamento della collaborazione tra i due settori, prima distinti;
2 è semplificata l’amministrazione periferica eliminando la doppia gerarchia delle Direzioni regionali e delle Soprintendenze: le prime, infatti, sono trasformate in Segretariati regionali, con ruolo amministrativo, ben distinti dalle seconde, che conservano invece competenza tecnico-scientifica e che fanno capo alle relative Direzioni generali. Il segretario regionale e i soprintendenti, inoltre, compongono un comitato di coordinamento regionale, incaricato di assumere decisioni sul territorio, precedentemente spettanti alla Direzione regionale; 3 è ammodernata la struttura centrale, con un Segretariato generale, che svolge ruolo di coordinamento trasversale, e un’articolazione in 12 Direzioni generali, alcune delle quali di
settori strategici: alle Direzioni per “Archeologia”, “Belle arti e Paesaggio”, “Spettacolo” e “Cinema”, si affiancano quelle per “Turismo”, “Musei”, “Educazione e Ricerca”, “Arte e architettura contemporanee e periferie urbane”, “Archivi”, “Biblioteche, istituti culturali e diritto d’autore”, “Organizzazione” e “Bilancio”;
4 sono creati 17 poli museali regionali, articolazioni periferiche della Direzione generale “Musei”, cui fanno capo singoli musei e aree archeologiche, per la creazione di un sistema museale italiano integrato; 5 è conferita a 2 Soprintendenze speciali (Roma e Pompei) e a 18 musei la qualifica di ufficio dirigenziale, con proprio statuto, autonomia tecnico-scientifica, amministrativa e contabile, e con la facoltà di scegliere i relativi direttori tramite selezione pubblica tra interni o esterni all’amministrazione, anche stranieri.
Riallacciare il legame tra il mondo della cultura e le persone che lo vivono di Andrea Carandini
La riforma del Ministro Franceschini risponde per la prima volta a una visione, e questo merita un plauso. Si concentra sull’organizzazione, perché bisogna avere cura del “mezzo”, il Ministero, per attuare “il fine”, la promozione della cultura. Ridefinisce le divisioni amministrative, che non sono leggi di natura e si possono pertanto modificare, sempre che nel farlo si rispettino le competenze che stanno dietro a quei ruoli, che vanno salvaguardate e combinate in un lavoro collegiale al servizio del patrimonio e del paesaggio olisticamente intesi. Avanza una distinzione tra la funzione della tutela (propria delle Soprintendenze) e quella della valorizzazione (propria dei Musei), al fine di meglio attuarle entrambe, perché, in un circolo virtuoso tutto da costruire - anche lavorando sulla formazione di chi lavora o lavorerà nella cultura, che necessita di competenze specialistico/amministrative, ma anche organizzativo/gestionali -, i beni culturali possano produrre valore da reinvestire nella loro tutela e ulteriore promozione. La tutela, del resto, è essenziale alla valorizzazione, ma non esaustiva: le cose, seppur speciali, senza le persone perdono di senso, mentre dovremmo favorire un rapporto creativo, formativo e di godimento tra le persone e i beni culturali. La riforma si muove in questo quadro di positivi intenti, e ciò non significa che non vi siano aspetti problematici, che andranno verificati, e mi auguro migliorati, nel confronto tra l’astratta norma e la realtà quotidiana, complessa e faticosa, del Ministero con i suoi annessi, ma è compito della politica, per l’interesse generale, fare una proposta da cui partire, per poter arrivare, tra tentativi ed errori, alla soluzione meno imperfetta possibile.
Ci sono novità sullo scandalo del passaggio delle grandi navi nel Canale della Giudecca. Dal 1 gennaio del 2015 nessuna nave da crociera sopra le 96mila tonnellate passerà più davanti a San Marco. Lo ha deciso all’unanimità il comitato interministeriale per la salvaguardia della Laguna di Venezia lo scorso 8 agosto. È una vittoria, per chi come noi si è fortemente dichiarato contrario a quella quotidiana violenza, mostrandone la gravità e l’assurdità anche attraverso le fotografie del Maestro Gianni Berengo Gardin. Il FAI plaude alla decisione del Governo, augurandosi che la soluzione alternativa sia scelta nel doveroso rispetto dell’ecosistema fragilissimo della laguna di Venezia, luogo unico al mondo, da amare e da proteggere.
ULTIME DAL FAI
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Una nuova missione per il fai: il recupero del Lazzaretto di Verona Venerdì 3 ottobre il FAI ha ricevuto dal Comune di Verona le chiavi del Lazzaretto, complesso monumentale cinquecentesco progettato, secondo il Vasari, dall’architetto Michele Sanmicheli. Grazie alle tante segnalazioni raccolte dal censimento I Luoghi del Cuore nel 2012 e grazie all’intervento della Delegazione FAI di Verona, da anni impegnata per il recupero del Bene, il FAI ha siglato un accordo con il Comune di Verona per la definizione di un progetto che prevede non solo il restauro ma anche la valorizzazione del Bene e dell’area circostante per restituire alla cittadinanza un luogo da vivere e in cui trascorrere il tempo libero. Costruito a metà del Cinquecento, il Lazzaretto termina la sua funzione di sanatorio nel Settecento per essere poi trasformato in deposito di armi e munizioni. Sono le truppe naziste le ultime a utilizzarlo e ad abbandonare lì armi ed esplosivi durante la ritirata. Ne segue un grave incidente quando il deposito salta in aria facendo trenta vittime e danneggiando gravemente la struttura. Il tempietto centrale fu ricostruito nel 1960, ma il resto dell’architettura è a tutt’oggi ridotta a un rudere in un panorama di generale degrado e abbandono, benché il Lazzaretto continui a essere percepito come uno dei luoghi della memoria della città. Sui prossimi numeri del notiziario torneremo a parlarvene.
Due frantoi raccontano la tradizione agricola all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce Foto di Francesco Franciosi © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Ogni restauro del FAI racchiude un attento studio dell’oggetto che nasconde sempre sorprese inaspettate ma soprattutto dà luogo a incontri con persone altamente qualificate che si occupano di argomenti specialistici poco comuni e che permettono di intessere attorno al “cantiere” una trama di competenze, di conoscenze che ci consentono di restituire al pubblico tesori nascosti. È quello che sta accadendo all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate dove la presenza di due frantoi ipogei, uno di epoca medievale e uno
cinquecentesco ci hanno messo in contatto con l’architetto Antonio Monte, professore di archeologia industriale che ha incentrato i suoi studi in particolare sui macchinari di lavorazione di quei prodotti che caratterizzano il territorio pugliese come l’olio, il vino e il tabacco. I due frantoi ipogei scavati nel tufo raccontano un metodo antichissimo di produzione dell’olio e le storie dei lavoranti, in estate marinai e in inverno braccianti, segregati per sei mesi nei sotterranei come minatori alla ricerca dell’oro verde.
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I uLTImE DAL FAI
Scarpa_Viani_Deluigi Dialogo tra arti. Dialogo tra artisti Fino al 23 novembre Foto di Marco Introini © FAI - Fondo Ambiente Italiano
La mostra, organizzata dalla Delegazione FAI di Venezia, intende far conoscere il Negozio Olivetti, presentando un gruppo di opere di Carlo Scarpa, Alberto Viani, Mario Deluigi, tre grandi artisti veneziani. In questa esposizione, l’architettura del Negozio Olivetti - progettato da Scarpa nel 1958 su commissione di Adriano Olivetti - dialoga con le arti applicate, la scultura e la pittura grazie alle creazioni di Viani e Deluigi, tra loro amici di una vita e legati anche dalla stessa formazione veneziana. I tre artisti, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, condivisero alcuni elementi della loro ricerca, uniti da relazioni comuni e dalla frequentazione di critici e galleristi. La mostra mette in luce questo dialogo proponendo vetri, mosaici, bronzi, quadri che si affiancano all’opera Nudo al Sole di Viani (nella foto a fianco) già inserita nel vano d’ingresso del Negozio. Del sodalizio rimane traccia anche nella documentazione di una esposizione allestita proprio nel Negozio nel 1991, a cui si ispira l’attuale evento, aggiornando e completando la proposta con nuovi lavori e documenti. Con il contributo di Atlantia e di Berto’s
L’America premia Turrell
Metti una notte alla Scala
Foto di Fiorenzo Cantalupi © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Torna domenica 12 ottobre l’appuntamento musicale al Teatro alla Scala di Milano dove si terrà il concerto straordinario di raccolta fondi a favore della Fondazione che quest’anno avrà come protagonisti il grande Maestro Daniele Gatti e l’Orchestre National de France. La serata ha in programma tre partiture di grande impatto: Petruška nella rivisitazione di Igor’ Stravinskij del 1947; il poema sinfonico Don Juan e la suite per orchestra Der Rosenkavalier Suite di Richard Strauss. Anche quest’anno l’evento è realizzato grazie al prezioso sostegno di Deutsche Bank.
Foto di Pablo Faccinetto © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Concerto straordinario di raccolta fondi al Teatro alla Scala di Milano. Daniele Gatti dirige l’Orchestre National de France
James Turrell le cui opere sono esposte a Villa Panza a Varese - ha recentemente ricevuto il riconoscimento della National Medal of Arts dal Presidente degli Stati Uniti Barak Obama (nella foto).
Hai tempo fino al 2 novembre per scoprire le opere di Robert Irwin e James Turrell con la mostra AISTHESIS – All’origine delle sensazioni.
Un affettuoso grazie Grazie alla generosità della signora Anna Maria Bianchi, deceduta all’età di quasi 102 anni nel febbraio 2014, il FAI ha ricevuto in donazione la ricchissima collezione di quadri e disegni del marito, il pittore Attilio De Paoli da Carbonara. Il lascito comprende anche numerosi mobili antichi e preziose suppellettili che arredavano la sua casa di Pavia, dove viveva circondata dai ricordi di una vita vissuta all’insegna del brio e della signorilità.
MANDA UN SMS O CHIAMA IL 45506
CON GLI OCCHI DEL FAI: STORIE E PERSONE
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Parte da questo numero una nuova rubrica dedicata ai racconti di chi ogni giorno vive il FAI. Di chi ci lavora e di chi partecipa alle proposte dalla Fondazione - dalle visite nei Beni ai grandi eventi nazionali - ma anche di chi si impegna come volontario. Cominciamo dalle parole e dai volti dei nostri viaggiatori…
L’acquerello in viaggio di Ivan Theimer (nella foto), artista originario della Repubblica Ceca e storico viaggiatore del FAI (6 viaggi) che ha visitato alcune delle realtà più interessanti dell’Asia centrale intrecciando elementi biografici, esigenze professionali e curiosità personale. La Cavallerizza, sede del FAI a Milano, ospiterà il 28 novembre la presentazione di un libro di acquerelli realizzati dall’artista durante i suoi viaggi.
“
Ho viaggiato per la prima volta con la Fondazione nel 2006 quando l’amico John Gattai mi ha coinvolto nel gruppo di un viaggio in Bhutan. Poi ho scelto di continuare a viaggiare con il FAI soddisfatto della qualità dell’organizzazione e della preparazione degli accompagnatori. Il fatto che tutto sia ben programmato, che gli accompagnatori siano sensibili a tanti aspetti del paesaggio, della storia e della cultura dei luoghi visitati rende più facile e al tempo stesso più intenso il mio lavoro. Così posso concentrarmi con uno sguardo diverso sulle vedute che ispirano i miei acquerelli.
DICONO I NOSTRI VIAGGIATORI:
“
La geografia della scoperta non ha confini per il FAI. Visitare per conoscere e condividere per crescere, questo è un viaggio FAI: un’esperienza culturale di eccellenza per vedere il mondo come non lo avete mai visto. Laura, India FAI&GO
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“
Da quando “viaggio FAI” non porto più la macchina fotografica con me, non ce n’è bisogno, i ricordi del viaggio sono legati alle spiegazioni dei professori che con il loro entusiasmo e le loro capacità dialettiche ci incantano e a quel punto non è possibile dimenticare. Rossella, 5 viaggi con il FAI
”
Oltre agli accompagnatori che si sono sempre rivelati attenti alle mie esigenze conservo un ottimo ricordo anche dei miei compagni di avventura. Ho sempre viaggiato con piccoli gruppi di persone accomunate dal profondo interesse culturale per le mete da visitare, cosa che ha contribuito a rendere l’esperienza del viaggio una vera occasione di arricchimento personale. Sono molto legato al ricordo del mio primo “vero” viaggio che risale al 1968. Avevo ventitré anni quando sono fuggito in treno dalla Repubblica Ceca, unica compagnia il libro di Franz Kafka “Viaggio in America”. Questa esperienza ha influenzato profondamente la mia idea di viaggio, portandomi a scegliere zone che vivono complesse situazioni politiche a causa dei diversi gruppi etnici presenti sul territorio. Con il FAI sono stato nella regione del Ladakh nel nord dell’India, ho fatto due viaggi in Cina (Yunnan e Via della Seta), ho visitato il Bhutan, la Mongolia e la Giordania. Data la natura particolare dei miei interessi, il FAI mi ha offerto la possibilità di vivere molteplici e diverse esperienze che mi hanno arricchito spiritualmente e regalato nuove conoscenze. Mi sono addentrato nell’immaginario delle popolazioni che abitano questi luoghi e nelle tracce che le loro vite hanno lasciato nel paesaggio, visitando veri e propri luoghi della memoria che la Fondazione con le sue proposte di viaggio, attente e rispettose alle peculiarità dell’ambiente e della cultura del territorio, contribuisce a tutelare. Un ricordo particolarmente caro? L’ingresso in una gher in Mongolia mentre le donne annodavano i fili colorati per decorare tappeti con motivi della tradizione di un passato lontano millenni.
”
Viaggiare con il FAI significa scoprire il mondo con occhi diversi. Scopri tutte le opportunità contattando UFFICIO VIAGGI CULTURALI FAI Tel. 02.467615262/216 o www.faiviaggiare.it Per gentile concessione di Ivan Theimer. Tibet, acquerello su carta, 10.5 x 24.5 cm, 2007
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I EvENTI
Da non perdere Castello di Masino Caravino (TO) venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 ottobre
Manualmente: il grande vetro
Due giorni per l’autunno
Si rinnova l’appuntamento con “Manualmente”, iniziativa dedicata all’artigianato italiano d’eccellenza che quest’anno racconterà l’affascinante mondo della manifattura del vetro. In occasione della mostra e mercato “Il grande vetro” Villa Necchi ospiterà una selezione di espositori da tutta Italia, che proporranno le loro migliori produzioni: dai gioielli agli oggetti d’arredo, dai vasi alle suppellettili per la tavola. Per avvicinare ancor più il pubblico a questa forma d’arte dal 27 novembre al 6 gennaio 2015 in Villa sarà inoltre allestita la mostra “Arte del Vetro oggi in Italia”: un’importante rassegna di vetri d’autore a cura di Jean Blanchaert.
Decima edizione per la “Due giorni per l’autunno”, manifestazione dedicata al mondo del giardino, dell’orto e del frutteto. La mostra e mercato di fiori e piante insoliti, attrezzi e arredi aspetta gli appassionati di verde che potranno fare acquisti per il “giardino che verrà”, scoprire frutti antichi e trovare prodotti per il giardinaggio difficili da reperire, grazie alla presenza di oltre 150 tra i migliori vivaisti europei. In vendita anche gustosi prodotti dell’orto e del frutteto d’autunno, molti dei quali presidi Slow Food. Non mancheranno incontri a tema, presentazioni di libri e per i più piccoli divertenti laboratori all’aria aperta.
Villa Necchi Campiglio Milano venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 ottobre
Bazar indonesiano Sbarca a Milano la bellezza dei bazar grazie all’evento che permetterà di ammirare e acquistare raffinati manufatti artigianali indonesiani. Parte del ricavato della vendita sarà devoluto al FAI. Fino al 16 novembre sarà inoltre allestita in Villa una mostra di antichi batik indonesiani.
Foto di Elisabetta Cozzi © FAI - Fondo Ambiente Italiano
Villa Necchi Campiglio Milano sabato 29 e domenica 30 novembre
Castello di Avio Sabbionara ASPETTA IL NATALE IN VILLA d’Avio (TN) Castello della Manta Manta (CN) Villa Necchi Villa Della Porta Villa dei Vescovi Campiglio Milano Bozzolo Luvigliano di Torreglia Villa dei Vescovi Luvigliano di 8-9 novembre Casalzuigno (VA) (PD) Torreglia (PD) 5-16 novembre 8 dicembre Castello e Parco di Masino Caravino (TO)
Dimore da brivido In occasione della festa di Halloween, i Beni del FAI riscoprono il loro lato più misterioso e giocoso con visite speciali per tutti, animate da fantasmi, spiritelli dispettosi, diaboliche streghe e zucche sghignazzanti. Per date e info: www.fondoambiente.it
Le stanze dei giochi Natale Una giornata dedicata a Villa a grandi e bambini in Bozzolo vista delle festività natalizie, con una ricca esposizione di prodotti artigianali d’eccellenza e di giochi in legno realizzati a mano dagli ospiti della Comunità Cenacolo, laboratori creativi e attività teatrali.
Un interessante appuntamento prenatalizio dove trovare tante idee regalo di qualità: specialità gastronomiche, oggetti per la casa, creazioni artigianali per doni originali.
Natale a Villa dei Vescovi
Nell’ultimo giorno di apertura prima della pausa invernale la Villa accoglie i visitatori con speciali visite guidate, canti tradizionali, cioccolata calda, vin brulé e dolcetti per tutti i partecipanti.
Gli eventi possono subire variazioni, si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2014”, è reso possibile grazie al prezioso contributo di eni, che anche quest’anno rinnova la sua presenza per promuovere l’energia del patrimonio italiano, Barclays, che per la prima volta è a fianco del FAI in questo importante progetto, PiRELLi, che rinnova la consolidata amicizia con la Fondazione, e Cedral Tassoni, marchio storico italiano che per il terzo anno consecutivo ha deciso di abbinare la tradizione, la storia e la naturalità del suo prodotto al FAI. Partner principale
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