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Il notiziario del FAI

Periodico: Poste Italiane Spa – Sped. in abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/BO.

139 giugno luglio agosto 2016

I LUOGHI DEL CUORE FINO AL 30 NOVEMBRE 2016 VOTA I LUOGHI CHE TI HANNO EMOZIONATO. E SALVALI

Torre e Casa Campatelli

Saline Conti Vecchi a Cagliari

Le manifestazioni dell’estate

Un nuovo bene del FAI a San Gimignano

Un progetto innovativo Appuntamento al 2017

Tante proposte per vivere i beni


2 - EDITORIALE

UNA NUOVA SENSIBILITÀ POPOLARE

Giulia Maria Crespi Presidente Onorario FAI

Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314 Stampa DATA MEC S.r.l. Direttore responsabile Simonetta Biagioni Coordinamento editoriale Marco Magnifico Progetto grafico Carlo Dante

D

a una parte giungono appelli disperati: cementificazione selvaggia, fanghi e liquami tossici distribuiti sulle campagne, aria e acqua inquinate, altre perforazioni petrolifere programmate, immani navi nella Laguna Veneta, nuovi progetti di inutili autostrade. Risuona anche il grido di Papa Francesco: cosa ti è successo Europa terra di poeti, filosofi, musicisti, letterati? Ma dall’altra parte una nuova realtà sta nascendo, dalla base del nostro Paese, dalla gente comune, dai volontari e scolari che militano senza retribuzione a migliaia. Sempre più dalle campagne e dalle città ci si sveglia segnalando un luogo amato, un bene abbandonato, un edificio antico che si sbriciola, uno scorcio di veduta straordinaria, un panorama che ricorda la propria infanzia, oppure la chiesa dove si è battezzato il figlio. Ma anche le mura di una vecchia città sotto cui è stato dato il primo bacio. Simile massa di persone ha compreso che con le loro segnalazioni al FAI per “I Luoghi del Cuore”, questi possono essere reclamizzati e protetti. Sarà proprio attraverso gli appelli, ogni anno più numerosi, che verrà indicato e forse restaurato il proprio luogo del cuore. È una nascente presa di coscienza che parte dal basso e non più dall’alto come avveniva in passato, una tutela più consapevole e mirata a difendere il nostro patrimonio comune, la nostra meravigliosa Italia. È testimonianza di una nuova evidente realtà popolare per cui il FAI procede con sempre maggiore coraggio nel suo lavoro. Malgrado l’oppressione dei grandi centri di potere, costituiti dalle potenti multinazionali, malgrado lo strapotere della finanza mondiale che determina spostamenti virtuali di capitali investendo poco nell’occupazione, queste migliaia di fiammelle per il censimento “I Luoghi del Cuore”, che da tutte le parti si stanno accendendo, contribuiranno a formare una Italia diversa verso cui stiamo lavorando con passione. Segnaliamo dunque con fiducia il nostro luogo amato e così compiremo un ulteriore passo per un futuro caldo di luce e di speranza.

CONTENUTI UN NUOVO BENE DEL FAI IN CALABRIA.................................................pag. 3 I LUOGHI DEL CUORE.......................................................................................pag. 4 TORRE E CASA CAMPATELLI A SAN GIMIGNANO................................pag. 6 INTERVISTA AD ANNA ZEGNA.....................................................................pag. 11 LE SALINE CONTI VECCHI A CAGLIARI.....................................................pag. 12 VARIE........................................................................................................................ pag. 14 VOLTI DEL FAI.......................................................................................................pag. 16 IL BILANCIO 2015................................................................................................pag. 17

Quota minima di adesione annuale al FAI: 39,00 Euro

MANIFESTAZIONI................................................................................................pag. 18


NUOVO BENE FAI - 3 Esemplari di Pino laricio nella Riserva “I Giganti della Sila”. A fianco, Marco Magnifico con la moglie e altre persone nel tronco di uno dei pini.

LO SPETTACOLO DEI PINI GIGANTI

Dal 1° giugno il FAI è entrato nel cuore della Sila. Il primo bene della Fondazione in Calabria di Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo FAI

N

on ero mai stato in Sila anche se ho imparato a sciare in Aspromonte quando avevo 5 anni. Ho abitato infatti a Reggio di Calabria per 4 anni fino alla terza elementare e, come a tutti i ricordi di quando si è bambini, sono visceralmente legato a questa meravigliosa regione. Quando la capo delegazione del FAI di Cosenza Laura Carratelli con la Presidente Regionale Annalia Paravati mi dissero che il Commissario Straordinario del Parco Nazionale della Sila Sonia Ferrari, donna simpaticissima e molto in gamba, voleva vedermi per valutare un progetto comune mi precipitai a Cosenza da dove salimmo in Sila. Sonia ci ricevette assieme al Direttore del Parco Michele Laudati (che ama il Parco come se stesso e che gli ha dedicato la vita) all’hotel Edelweiss di Camigliatello Silano, un albergo familiare gestito con uno stile impeccabile e dove per la prima volta assaggiai le olive nere “cotte” al sole: indimenticabili. In breve ci proposero di gestire e valoriz-

zare, inserendola nel “circuito” del FAI, la piccola Riserva dei Giganti di Fallistro, un compendio boschivo di quasi 6 ettari a 1400 m. di altitudine “abitato” da esemplari rarissimi e mostruosi per età e dimensione (piantati circa nel 1650 e alti fra i 35 e i 40 metri!) di Pino laricio. Lasciata Camigliatello entrammo nell’incanto di quell’immenso altipiano e, attraverso un passaggio intatto e fiorito, arrivammo ai Giganti. Non vi dico niente! Andateci e rimarrete come me e mia moglie a bocca aperta. Proseguimmo la visita arrivando fino al Centro Visita Cupone dove Sonia Ferrari e Laudati ci sorpresero con una visita che non posso dimenticare! Uno stile, una cura dei dettagli, un Museo, una cura nelle spiegazioni, un’area giochi... pareva di essere in un parco nazionale svizzero ma con la meraviglia della Calabria! Che barba gli italiani che parlan male di se stessi...; quando siamo bravi... siamo bravissimi! Quale onore essere stati chiamati! Iniziammo le trattative: al FAI la gestione, il racconto, la promozio-

ne, la comunicazione e al Parco, naturalmente, la tutela dell’area e dei suoi Giganti. Affare fatto! Ma l’appetito vien mangiando! Pochi passi prima di giungere ai Giganti passammo di fronte a un elegante e semplice edificio, arricchito da un portone incastonato in un’imponente cornice di pietra, unico segno della sua nobiltà e della sua età. È il Casino Mollo, che da secoli appartiene alla nobile famiglia cosentina un tempo latifondista di tutta la zona. Chiesi a Laura Carratelli se conosceva i proprietari: certamente! Tre sorelle innamorate della Sila che, da ragazze, in questo casino passavano le loro estati vivendo con signorile semplicità in mezzo a questa natura imponente e serena. Da anni però il casino era disabitato e, come sempre sognando, pensai a quanto sarebbe stato bello per il FAI poterlo restaurare e aprire al pubblico per raccontare al suo interno, in quei locali rustici del piano terreno e nelle belle stanze ormai cadenti del primo piano, la storia della nobile famiglia dei Mollo, del loro latifondo, dei “briganti”, della vita che si conduceva un tempo in queste montagne... SI APRE UNA NUOVA PAGINA Incontrai dopo qualche mese le sorelle Mollo in una giornata di sole; ci sedemmo in mezzo ai prati di Fallistro, raccontai loro che bello sarebbe stato… non ci pensarono tanto: decisero di donare al FAI quel pezzo di storia della loro famiglia perché la storia fosse raccontata a tutti coloro che, passando dal casino, si avvieranno a incontrare i Giganti. Un nuovo capitolo nella storia del FAI in una regione meravigliosa che, forse più di altre, ha bisogno di rialzare la testa per raccontare con orgoglio la sua storia, offrire al mondo le sue intatte meraviglie paesaggistiche, stupire per la ricchezza della sua cultura e dei suoi monumenti; e così reagire a quella malavita che la umilia. Il FAI è felice di poter dare il suo contributo a questo progetto assieme al Parco Nazionale della Sila e alle sorelle Mollo. Grazie!


4 - I LUOGHI DEL CUORE

2006

COME SALVARE I LUOGHI DEL CUORE

Brolo del Monastero, Vittorio Veneto (TV)

Si è aperta l’ottava edizione del censimento del FAI: tutto quello che c’è da sapere per votare. Da soli o in gruppo

I

luoghi del cuore appartengono a una geografia sentimentale in cui ciascuno di noi è un viaggiatore speciale. I luoghi del cuore sono prima Villa Arconati, Bolla di tutto nostri, personali, si identificano te (MI) con motivazioni talvolta razionali, talFontana dell’Acqua Acetosa volta misteriose. Che si tratti di Roma borghi, di spiagge, di giardini, di fontane, di gioielli dell’arte o di spazi apparentemente “normali”, devono la loro forza Eremi di Pulsano, evocativa al nostro passato, al Monte S. Angelo (FG) fatto di essere stati uno dei palcoscenici della nostra vita. Sono i posti dove tornare, anche solo con il pensiero, per sentirsi in pace con se stessi e in armonia Cittadella, Alessand ria con il mondo. E così come i luoghi trasformano le persone, allo stesso modo le persone possono trasformare i luoghi, fare gere, insieme con lui, la propria storia. 600mila solo nell’ultima edizione del loro del bene, proteggerli e salvarli con 2014) a favore di più di 33mila luoghi azioni concrete. 68 INTERVENTI IN 15 REGIONI in tutta Italia dalle tipologie più eterogeLo strumento per questo grande gesto Gli eccezionali risultati ottenuti di- nee, ma tutti caratterizzati dal “fattore individuale e collettivo è l’8ª edizione mostrano quanto il progetto sia uno umano” che rappresentano per chi li del censimento “I Luoghi del Cuore”, strumento di grande efficacia per sen- ha votati. Talvolta il voto è individuale, organizzato dal FAI – Fondo Ambiente sibilizzare la popolazione e i media e personale, intimo. Talvolta invece nasce Italiano in collaborazione con Intesa per creare un ponte tra le istanze dei dall’aggregazione di gruppi di cittadini Sanpaolo, che si svolgerà dal 17 maggio cittadini e le istituzioni. che stimolati da un’occasione così preal 30 novembre 2016, quest’anno dedi- Dal 2003 – anno del primo censimento ziosa si impegnano a votare lo stesso cato all’archeologo Khaled al-Asaad, – a oggi, il FAI ha ricevuto 3 milioni luogo, spesso in degrado, per riuscire a direttore del sito siriano di Palmira, e 500mila voti (di cui oltre 1 milione e salvarlo. Il censimento ha fatto emergere patrimonio dell’Unesco, ucciso dall’Isis per non aver rivelato il nascondiglio di alcuni reperti romani. Un uomo che si è I NUMERI DEL CENSIMENTO DAL 2003 A OGGI speso per promuovere la conoscenza di un luogo fondamentale per la sua storia 7 edizioni del censimento +6.754% crescita e quella del suo popolo, fino a difenderlo finora concluse di voti nel 2014 rispetto a costo della vita. alla prima edizione Un gesto di amore e di coraggio, che 3.500.000 rappresenta nel modo più drammatico voti raccolti nelle Oltre 33.000 luoghi votati ed estremo i principi del censimento: passate edizioni ognuno di noi ha un luogo da difendere, di cui oltre 1.600.000 Quasi 6.000 Comuni italiani da salvare, da far conoscere per protegnell’ultima (2014) interessati dalle votazioni (78% del tot)

2003

2004

2010

2012


Si vota così: • Sul sito www.iluoghidelcuore.it • Con l’app FAI • Nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo

rio

I LUOGHI DEL CUORE - 5

TRE VOTI D’AUTORE

Dario Franceschini Il delta del Po

200de8lla Colombaia, Trapani Castello

È un luogo a me caro, in cui un silenzio irreale avvolge una natura placida solcata dalla forza tranquilla del fiume e che si può godere appieno a bordo di una piccola barca o in bicicletta addentrandosi in luoghi ricchi di cultura: oltre 650 km da scoprire e valorizzare.

Stefano Accorsi Il Passo del Gran San Bernardo

2014

Convento dei Frati Cappuccini, Monterosso (SP)

non solo luoghi straordinari (nelle foto i vincitori delle passate edizioni) ma anche storie eccezionali. Da sindaci di piccoli comuni che hanno promosso in prima persona la mobilitazione dei cittadini, a comitati che sono riusciti a coinvolgere le scuole di un’intera provincia, o una squadra di calcio; a religiosi che hanno mobilitato la rete dei centri di pellegrinaggio. Alla base delle storie del censimento risiedono immancabilmente passione e campanilismo,

68 interventi varati

grazie al contributo de I Luoghi del Cuore in 15 regioni italiane Oltre 110.000 voti raccolti dal luogo più votato nel 2014

276 comitati attivati nel 2014

ma anche creatività e intraprendenza nell’aggregare interesse, come pure un inesausto lavoro. Il FAI non si limita a lanciare e sostenere questa grande mobilitazione: grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo, ha promosso fino a oggi 68 interventi diretti in 15 regioni. Quest’anno il bene che avrà ottenuto più segnalazioni riceverà un contributo di 50mila euro, il secondo classificato 40mila e il terzo 30mila. È previsto inoltre lo stanziamento aggiuntivo di 7mila euro per i luoghi che supereranno i 100.000 voti e di 4mila euro per quelli che raccoglieranno oltre 50.000 segnalazioni, mentre il luogo che raccoglierà più voti nelle filiali Intesa Sanpaolo beneficerà di un contributo aggiuntivo di 5mila euro. E il luogo che avrà più voti via web, indipendentemente dalla sua posizione nella graduatoria finale, verrà premiato con la realizzazione di un video promozionale da parte di una troupe professionale.

In moto è un susseguirsi di curve ed emozioni che fa sentire liberi. Una completa immersione nella montagna che lascia senza fiato. E nella mente ricordi di storie passate e di relazioni tra diverse culture d’Europa.

Ezio Bosso Teatro Sociale Gualtieri, Reggio Emilia

Ci sono luoghi che sono miracoli di umanità, pietra e legno. Ci sono luoghi che non solo hanno, ma sono una storia. E una storia non la puoi raccontare perché la cambieresti. Puoi solo dare gli elementi perché ognuno la possa vivere. Come ci insegna la musica. Appena metti piede in quel teatro ti rendi conto che è proprio così.


6 - I BENI DEL FAI

TORRE E CASA CAMPATELLI

© iStock

A San Gimignano, vicino a Siena, una casa di famiglia racconta mille anni di storia

Foto Duccio Nacci 2016 © Archivio FAI

A

Nella foto l’esterno di Casa Campatelli e della sua torre che si affacciano sulla centralissima via San Giovanni.

perta al pubblico dal 16 aprile 2016 a San Gimignano (SI), borgo inserito nella lista UNESCO dei “Patrimoni Mondiali dell’Umanità”, Torre e Casa Campatelli è un palazzo settecentesco che ingloba una delle torri medievali famose in tutto il mondo, lasciato in eredità al FAI da Lydia Campatelli nel 2005. San Gimignano sorge intorno all’anno Mille lungo la Via Francigena. Stazione di sosta lungo il cammino dei pellegrini e snodo per le vie del commercio tra la campagna e il mare, il villaggio diventa rapidamente un borgo e poi un libero comune nel 1199, sede di un’aristocrazia ricca e colta che afferma il suo prestigio attraverso l’architettura e l’arte. Le torri sono il simbolo del potere: chi ha la torre più alta conta di più; e a poco a poco le torri diventano 72, forse 100, di cui oggi ne restano 14. Torre Campatelli - oggi Torre Fiamma, dedicata a Fiamma di San Giuliano Ferragamo, prima Presidente FAI Toscana - è una di queste e conserva intatti l’altezza originaria (28 m) e lo spazio interno


I BENI DEL FAI - 7 Veduta di San Gimignano. Sotto, l’inaugurazione con il Presidente del FAI Andrea Carandini, il Sottosegretario del MiBACT Ilaria Borletti Buitoni e il Sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi.

Emilia Romagna Torre e Casa Campatelli SAN GIMIGNANO (SIENA)

Foto di Duccio Nacci 2016 © Archivio FAI

Toscana

vuoto: un colpo d’occhio sensazionale per chi vi entra e l’impressione di essere piombati di colpo nel Medioevo. Il XII e XIII secolo furono secoli di splendore, ma non mancarono momenti drammatici: la peste del 1348 segnò l’inizio di una crisi e di una trasformazione. Cambiarono le famiglie e le

attività economiche, con il ritorno all’agricoltura: fu così che Torre Campatelli a poco a poco fu inglobata in un palazzo tipico fiorentino. Nel Settecento la casa divenne com’è ora: il piano terra per il ricovero delle merci della campagna, il piano nobile con l’abitazione del proprietario e le soffitte nell’attico, con

Umbria

Lazio

l’accesso a quella torre ormai dimenticata. All’inizio dell’Ottocento la casa fu acquistata dalla famiglia Campatelli: imprenditori e proprietari terrieri, che venivano qui per gestire attività e possedimenti, o per trascorrere i mesi estivi; una tipica famiglia alto-borghese toscana, che vive e testimonia il pas- ➜


© Archivio FAI

Foto di Duccio Nacci 2016 © Archivio FAI

© Archivio FAI

8 - I BENI DEL FAI

L’interno della torre. A destra, due immagini del video “Mille anni a San Gimignano” e il modello della città.

LA DONAZIONE AL FAI “La signorina Campatelli possiede in San Gimignano un palazzo di notevoli dimensioni e prestigio, cui piacerebbe dare una specifica destinazione culturale, in armonia con gli obiettivi di codesta Associazione…”. Così scriveva nel luglio 1988 il suo amministratore per sondare l’interesse del FAI. Lydia

La donatrice, la famiglia e lo zio amico di Montale Ma chi erano i padroni di casa? Il 4 gennaio 1922 Vincenzo Campatelli – medico dentista – aveva sposato Emilia Peyron, appartenente a una ricca famiglia di imprenditori tessili di origine piemontese. Dall’unione era nata Lydia nel 1925 a Firenze dove i genitori risiedevano mentre

Campatelli aveva due sogni: far innamorare i turisti di questo borgo medievale, appassionandoli alla sua storia millenaria, ai capolavori d’arte e al paesaggio, e tramandare la storia della sua famiglia. Il FAI li ha realizzati entrambi, affidando a Casa Campatelli - l’unica casa privata di San Gimignano regolarmente aperta al pubblico - il ruolo di un vero e proprio narratore, che offre al visitatore una conoscenza approfondita del borgo e invita alla scoperta di una

tipica dimora otto-novecentesca, che custodisce un piccolo patrimonio di arredi tradizionali, curiosi oggetti di vita quotidiana e memorie di famiglia. RESTAURO E VALORIZZAZIONE I lavori sono iniziati nel 2011, con gli studi e le indagini preliminari. Un anno dopo è stato completato il primo lotto di interventi che ha interessato la torre, mentre una seconda fase ha riguardato © Archivio FAI

tradizione e modernità.

© Archivio FAI

➜ saggio tra Ottocento e Novecento, tra

Nella foto a sinistra: la famiglia Campatelli (i nonni, il papà e gli zii di Lydia). A destra: una giovane Lydia Campatelli.


Foto di Duccio Nacci 2016 © Archivio FAI

Foto di Duccio Nacci 2016 © Archivio FAI

I BENI DEL FAI - 9

Il salottino della torre e la camera dell’alcova.

le facciate e i tetti, lo scalone interno e i solai in legno; si è proceduto poi ad adeguare gli spazi alla fruizione del pubblico, mentre già si restauravano gli arredi originali, le decorazioni e i dipinti. Questi ultimi interventi sono stati preceduti e affiancati da un progetto di valorizzazione che ha ispirato gran parte degli allestimenti interni, contenuti e forme della comunicazione al pubblico e la proposta di visita. Con Torre e Casa Campatelli il FAI si è par-

per la villeggiatura si andava a soggiornare nella casa Campatelli a San Gimignano. Il matrimonio non fu felice e i coniugi si separarono dopo pochi anni. Lydia mantenne uno stretto legame con la casa paterna e dopo una laurea in geografia nel 1957 pubblicò un saggio sulle vicende della amata città con le torri. Frequentata e vissuta fino a tutta la prima metà del Novecento, Casa Campatelli venne abbandonata agli inizi degli anni Cinquanta. Disabitata per oltre vent’anni, vedendola anda-

ticolarmente concentrato sul ruolo del visitatore: non più solo semplice turista, ma protagonista di un’esperienza di cultura, libero di scegliere tra contenuti più o meno approfonditi, trasmessi con modalità e strumenti diversi – dalla scheda alla video proiezione - in nome di una comunicazione che aspira a essere sempre più diretta e coinvolgente.

fitte al secondo piano e nella torre e consiste in un’introduzione alla conoscenza della città attraverso la sua storia, raccontata dalle voci di Pamela

LA VISITA La prima parte si svolge nelle sof-

Villoresi e David Riondino, in una serie di video proiezioni immersive ed emozionanti, realizzate da Giovanni Carrada, che si svolgono sulle pareti; a interagire con esse, gli elementi di un modello di San Gimignano nel 1340, realizzato in legno e alabastro, che si accendono e si illuminano come un suggestivo supporto alla narrazione. La seconda parte si svolge al piano nobile, ricostruito e allestito come alla fine dell’Ottocento. Qui il confronto con i documenti di famiglia, con le case simili e coeve e con la storia dei mutamenti del gusto abitativo hanno permesso di integrare l’arredo originale per restituire l’atmosfera autentica di una dimora, come doveva essere Casa ➜

re in rovina Lydia decise di investirvi denari ed energie per riportarla alla bellezza di un tempo. Lydia non si sposò. Tra i suoi legami familiari quello con lo zio Guido Peyron, uomo brillante e affascinante, che dopo una giovinezza dedicata alla caccia, alle automobili, ai cavalli, si scoprì pittore e cuoco. Il suo salotto diventò ritrovo per parlare di editoria, gastronomia e arte ed Eugenio Montale gli dedicò la sua poesia “Il gallo cedrone”.

L’ATMOSFERA INTIMA DI UNA DIMORA DELL’OTTOCENTO


10 - I BENI DEL FAI

➜ Campatelli. Il visitatore può aggirarsi

tra saloni e camere da letto, tra oggetti e fotografie dell’archivio di famiglia, per familiarizzare con i personaggi che qui hanno vissuto. La visita di Torre e Casa Campatelli è un viaggio nel passato lungo mille anni, pensato per rispondere alle diverse esigenze e inclinazioni del pubblico

Torre e Casa Campatelli in un disegno di F. Corni.

PER UN TURISMO CONSAPEVOLE LIEVE E LENTO e per fornire strumenti utili a capire e apprezzare la visita di San Gimignano e appassionarsi alla sua storia, all’arte e al paesaggio. Una proposta che intende favorire un turismo consapevole, “lieve e lento”, che si pone in alternativa a quello “mordi e fuggi” che invade le città d’arte come San Gimignano, che ogni anno accoglie oltre 3.500.000 visitatori a dispetto dei suoi 7.700 abitanti.

DARE VOCE AL PASSATO di Carlo Sisi, storico dell’arte La restituzione storica e arredativa di Casa Campatelli è il risultato di un lavoro di ricerca e riordino che non si è limitato al recupero conservativo, ma che ha inteso rievocare il clima d’una residenza borghese fra Ottocento e Novecento dove la vita scorreva in interni vigilati nei minimi dettagli. Il rapporto fra interno ed esterno costituisce un aspetto determinante per la comprensione del ‘racconto Campatelli’ viste le relazioni della famiglia con l’imprenditoria rurale e l’adesione sentimentale a una campagna vissuta come risorsa ma anche come rifugio sicuro nei confronti delle insidie incipienti della civiltà industriale. Mobili, quadri, tessuti, oggetti, fotografie hanno recuperato la loro originale pregnanza narrativa in un percorso domestico che ha tutte le caratteristiche di un’avventura sentimentale, capace di far rivivere

le generazioni che abitarono la casa dall’unità d’Italia al Novecento. Lungo questa traiettoria temporale le vicende della famiglia hanno aiutato a comprendere anche l’evoluzione degli stili di vita e la molteplice natura dei rapporti sociali, il cui riflesso è appunto percepibile nelle varie componenti dell’arredo a loro volta attestate da una tradizione pittorica che di quel tipo di interni aveva fatto lo scenario più consono a testimoniare il “prescritto circolo” di convenzioni civiche, culturali ed estetiche che aveva garantito, alle soglie della civiltà delle avanguardie, una irripetibile armonia. Nel Novecento, poi, le poetiche del ritorno all’ordine avrebbero garantito liriche traduzioni della vita quotidiana come quelle ritratte da Peyron con la vivida gamma dei suoi colori o narrate nelle pagine di Gozzano e Palazzeschi.

INFO Torre e Casa Campatelli, Via San Giovanni 15, San Gimignano (SI), nel centro storico, a 200 metri da Porta San Giovanni. Tel. 0577 941419 faicampatelli@fondoambiente.it • Aperture: da martedì a domenica, da marzo a dicembre con orari diversi a seconda dei mesi: verificare su www.fondoambiente.it o scaricare l’App appfai.it • Possibilità di visite guidate, wifi gratuito, bookshop

5 MODI PER

VIVERE LA CASA

1 Scoprire la storia di uno dei borghi più famosi del mondo. 2 Emozionarsi entrando nella torre alta ben 28 metri. 3 Muoversi tra arredi e cimeli che rivelano mode e costumi del passato. 4 Godere della vista sulla campagna dalle finestre e dalla terrazza. 5 Ammirare i dipinti del pittore Guido Peyron, zio della donatrice.


INTERVISTA - 11

...E IN LIGURIA C’È UN ALTRO BENE

C

onclusa la prima importante fase di restauri, apre al pubblico il Podere Case Lovara a Punta Mesco, un angolo di paesaggio rurale storico nel Parco Nazionale delle Cinque Terre. Ne parliamo con Anna Zegna (nella foto), Presidente di Fondazione Zegna, che ha permesso la realizzazione dell’intero lotto di lavori. Da dove ha origine la dedizione all’ambiente e alla natura di Fondazione Zegna? La nostra Fondazione di famiglia nasce nel 2000 ispirata e dedicata a Ermenegildo Zegna, nostro nonno e fondatore del Gruppo, uomo di grande visione imprenditoriale e mecenate. Il suo “pensiero verde”, che già a partire dagli anni ‘30 lo spinse a trasformare la brulla montagna circostante il Lanificio con la messa a dimora di 500.000 conifere e migliaia di rododendri, ancora oggi ispira le azioni di Fondazione Zegna in Italia e nel mondo. Inoltre, da ecologista antelitteram individuò i principi che nel 1993 ci portarono a creare Oasi Zegna, un’area protetta di 100kmq e un laboratorio all’aria aperta che valorizza la relazione tra uomo, natura e cultura della montagna, con una particolare attenzione per le famiglie e i bambini. Seguendo il suo esempio, ancora oggi, qualità e dedizione al lavoro imprenditoriale vivono in armonia con la protezione dell’ambiente naturale, il benessere e lo sviluppo culturale della comunità. Come nasce la collaborazione con il FAI? Mio padre Angelo e mio zio Aldo fu-

giorni

rono tra i primi sostenitori del Fondo Ambiente Italiano, chiamati da Giulia Maria Crespi, a far parte de “I 200 del FAI”. La naturale evoluzione è stata, a partire dal 2002, quella di condividere la missione del FAI attraverso Fondazione Zegna, contribuendo alla salvaguardia e valorizzazione dei giardini di importanti beni nell’Italia settentrionale: dal Castello di Masino a Villa Della Porta Bozzolo. La condivisione dei valori nei quali la nostra famiglia ha sempre creduto sono alla base di questa collaborazione virtuosa. Dal 2014 Oasi Zegna ha ottenuto il patrocinio del FAI e questo ha inaugurato un nuovo cammino comune verso la salvaguardia e la promozione del nostro territorio. Perché avete scelto di sostenere il progetto per il recupero di Podere Case Lovara? Case Lovara a Punta Mesco, anche se in un contesto molto differente, ha delle profonde analogie con Oasi Zegna e questo ci ha convinto a intraprendere un progetto a 360°, frutto anche della condivisione di conoscenze acquisite in oltre vent’anni di gestione del territorio dell’Oasi e delle relazioni con la comunità che lo abita. La tragica alluvione del 2011 ha reso evidente che il paesaggio delle Cinque Terre, storicamente segnato da una forte interdipendenza tra natura e uomo, sopravvive solamente trovando nuovi modelli di tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Le attività economiche

© Archivio Casa Zegna

Nel Parco delle Cinque Terre il FAI apre un nuovo bene. Grazie a Fondazione Zegna e al suo “pensiero verde”

– sia agricole, che turistiche – sono quindi fondamentali per il mantenimento e la salvaguardia di un territorio particolarmente fragile. Cosa significherà la rinascita di Punta Mesco per il territorio delle Cinque Terre? La rinascita di Punta Mesco rappresenta un modello pioneristico di collaborazione tra istituzioni private e pubbliche, sia a livello nazionale che locale. Sono convinta che oggi per la piena riuscita di un progetto, sia fondamentale la collaborazione tra pubblico e privato. In questo modo si arricchiscono le competenze, ma soprattutto vengono coinvolti i cittadini, che con il loro contributo volontario sono una risorsa fondamentale del nostro Paese. Quello che vedo per il futuro delle Cinque Terre è uno sviluppo sostenibile, basato sull’accoglienza e sull’educazione di un turismo attento e responsabile, capace di generare quelle risorse necessarie per mantenere il territorio in salute. Non dobbiamo mai dimenticare che il pianeta è come un grande giardino di cui noi siamo i custodi. Oggi già molti stranieri frequentano questo luogo; è fondamentale adesso far innamorare anche gli italiani e in particolare i giovani di questo angolo di paradiso abbarbicato tra cielo e mare.

Al momento della chiusura del notiziario (23 maggio) mancano 31 PODERE CASE LOVARA PUNTA MESCO, LEVANTO (SP) giorni all’apertura al pubblico della prima azienda agricola del FAI - che si terrà il 23 giugno - nel cuore del Parco Nazionale delle Cinque Terre. 45 ettari e 3 fabbricati dove la Fondazione ha avviato un importante restauro degli edifici rurali e del paesaggio.


12 - SALINE DI CAGLIARI

LE SALINE CONTI VECCHI A LÀ DOVE NACQUE CAGLIARI Un progetto di armonia tra industria e natura nel nome del sale, nel luogo in cui i Fenici fondarono la città. L’apertura al pubblico a partire dalla primavera 2017

A

fine marzo il FAI e la Ing. Luigi Conti Vecchi, società Syndial Eni, hanno avviato una partnership innovativa per la riqualificazione storica e ambientale delle saline dell’area industriale di Cagliari, nata con l’obiettivo di valorizzare il sito trasformandolo in un bene aperto al pubblico, promosso e gestito dal FAI. Le Saline Conti Vecchi - entrate in esercizio nel 1931 - sono un impianto industriale collocato in un contesto naturalistico di grande valore: lo Stagno di Santa Gilla. Luogo di fondazione della prima città di Cagliari fenicia, il sito è stato un importante emporio commerciale nel Mediterraneo del XIII e XII secolo a. C., già in epoca romana specializzato in prodotti da attività estrattive come il sale. Per il FAI l’iniziativa rappresenta la prima esperienza di gestione sinergica di un progetto di valorizzazione culturale di un sito tutt’oggi produttivo: le Saline Conti Vecchi rappresentano un luogo speciale, in cui l’opera della natura e dell’uomo hanno saputo integrarsi nel corso del tempo con armonia e utilità. Le Saline si apprestano così a divenire la sede esclusiva di un racconto coinvolgente: dalla storia dell’attività industriale all’organizzazione della fabbrica; dall’architettura degli impianti alla ricostruzione, attraverso i documenti storici, della vita nella fabbrica e della società fuori di essa; dal valore del sale come materia prima alle tecniche e ai modi della sua produzione; dall’habitat dello Stagno di Santa Gilla, infine, alla sua virtuosa trasformazione in un sito produttivo ecosostenibile, capace di valorizzare cicli e processi naturali per il benessere e lo sviluppo dell’uomo e dell’ambiente. Da marzo 2017 le Saline Conti Vecchi saranno aperte al pubblico per dieci mesi all’anno, per tutti i cittadini e, in particolare, con il coinvolgimento degli istituti scolastici, attraverso l’organizzazione di visite e itinerari specifici.

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ggi le Saline sono incluse in un più ampio sito industriale di proprietà di Syndial, società di Eni che si occupa di risanamento ambientale, fornendo un servizio integrato che include tutte le fasi dell’intervento: dalle analisi preliminari, alla progettazione, all’esecuzione degli interventi, alla gestione dei rifiuti, al monitoraggio, fino alla riqualificazione Giovanni Milani

dell’area per nuovi utilizzi. Il sito industriale di Assemini, interessato da una bonifica dei terreni e della falda resa necessaria dalla passata attività produttiva, rappresenta oggi un esempio positivo di convivenza tra ambiente e industria. Ne parliamo con l’ ing. Giovanni Milani, AD di Syndial Ing. Milani, l’operazio-


Foto di Enrico Pinna © Archivio FAI

Foto di Marco Ceraglia © Archivio FAI

SALINE DI CAGLIARI - 13

Un’area di grande valore Le Saline fanno parte del sito Ramsar dello Stagno di Cagliari, uno dei 52 siti italiani che hanno ottenuto tale qualifica: si tratta infatti di una delle più importanti ed estese aree umide d’Europa con un elevato tasso di biodiversità con oltre 450 varietà vegetali e più di 50 specie.

derivanti da attività industriali storiche assegnate a Eni ex Lege negli anni ’80 perché privi di futuro, e la nostra mission è quella di risanarli al fine di restituirli a nuova vita. Due esempi: Cengio, situato nella valle del fiume Bormida, in provincia di Savona, era considerato uno scempio ambientale. Lo stabilimento ACNA iniziava le sue attività nel 1882 per la produzione di esplosivi e successivamente in fabbrica di intermedi per coloranti. È stata eseguita una bonifica che è in fase di ultimazione; oggi tali aree sono di fatto riconvertite a prato verde, pronte per essere riutilizzate per attività sostenibili. Gli interventi di bonifica fino a oggi effettuati hanno sensibilmente migliorato la qualità delle

Foto di Marco Ceraglia © Archivio FAI

Foto Enrico Pinna©©Ixxxxxxxxxxx Archivio FAI

“LA NOSTRA SFIDA È BONIFICARE AREE INQUINATE”

ne di bonifica delle aree contaminate sta procedendo. Ci racconta il vostro intervento in quest’area e i benefici per l’ambiente? Abbiamo avviato, già dal 2005, interventi ambientali per la bonifica dell’acqua di falda e dei suoli. Trattiamo le acque grazie a un sistema integrato che da un lato le confina con una serie di pozzi “barriera” e dall’altro le convoglia all’impianto di trattamento. Il nostro intervento garantisce in questo modo il risanamento ambientale delle acque sotterranee pari a 1.100.000 mc all’anno. Stiamo sviluppando inoltre diversi progetti operativi per completare la bonifica, che prevedono l’implementazione di

tecnologie innovative. Abbiamo completato le attività di “caratterizzazione” del sito, cioè l’individuazione delle diverse fonti di contaminazione dell’ambiente, e abbiamo ottenuto l’approvazione delle analisi di rischio. Quanto descritto assicurerà la completa riqualificazione ambientale del sito, al fine di consentire successivi sviluppi dell’area. Il vostro compito non è tra i più facili, avete raccolto delle vere e proprie sfide per trasformare aree industriali inquinate in siti bonificati dove ripartire. Quali sono secondo lei le vostre esperienze più significative? Syndial ha ereditato molti siti inquinati

matrici ambientali circostanti, prima fra tutte l’acqua del fiume Bormida che, a seguito dei monitoraggi effettuati dagli Enti, ormai da qualche anno è classificata come buona. Lo stabilimento di Pieve Vergonte sul Lago Maggiore, nato nel 1915 per produrre cloro e derivati per l’industria bellica, ha in seguito prodotto anche DDT. Syndial ha completamente isolato il sito non consentendo ulteriori fuoriuscite di DDT e oggi gestisce i terreni di proprietà e l’impianto TAF. È ormai approvato un progetto di bonifica complessiva che, come prima attività, prevede di riportare il rio Marmazza nel suo alveo naturale, a suo tempo deviato e tombinato al di sotto dello stabilimento e utilizzato come scarico dei reflui industriali, comportando negli anni 70-80 un accumulo di inquinanti nei sedimenti del Lago Maggiore. Da tempo la situazione si è evoluta positivamente e con il contributo delle migliori università a livello mondiale e con i tecnici delle pubbliche amministrazioni si segue il miglioramento dei sedimenti del lago attraverso la tecnica del monitored natural recovery. Dialogare con il territorio è essenziale, come anche utilizzare nuove tecnologie sostenibili e lavorare in sicurezza.


14 - VARIE

NUOVE SCOPERTE A TORBA

IL VERO CARAVAGGIO Il grande pittore in ventidue lezioni

Importanti scoperte al Monastero di Torba a Gornate Olona (VA), grazie alla collaborazione con l’Università di Padova (Prof. Brogiolo) e il contributo di Regione Lombardia. Le indagini, nate per risistemare l’area destinata al pubblico, hanno rivelato un grande edificio a più livelli, di cui si conoscevano solo alcuni muri, svelando una dimensione e una consistenza inaspettate; se a queste si aggiungono la datazione e la posizione a ridosso delle mura dell’antica Castelseprio - allora già crollate per una frana - si ipotizza di trovarsi in presenza del più antico Monastero di Torba, dell’VIII-IX secolo secondo le fonti, ovvero ben prima del XIII, cui risale il monastero a oggi noto. Tra le curiosità degli scavi: un passaggio attraverso le mura, che collegava l’edificio con l’area della chiesa, e i resti di un’attività di produzione di utensili metallici scoperti all’interno dell’edificio. La ricerca continua, alla scoperta delle vestigia di questo sito archeologico patrimonio mondiale dell’umanità.

Tornano i Mercoledì dell’Arte del FAI con un ciclo di incontri dedicati alla vita di Caravaggio, curato da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa. Il corso, articolato in 22 lezioni a cadenza settimanale da ottobre 2016 a maggio 2017, avrà luogo ogni mercoledì alle 18 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano e analizzerà di volta in volta i periodi basilari della formazione del pittore. In linea con l’anima pedagogica del progetto, che mira a educare la collettività alla difesa del patrimonio artistico e monumentale del nostro Paese, saliranno in cattedra giovani esperti di varie università italiane. Letture di testi, a cura della Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Per informazioni: faiarte@fondoambiente.it

© Archivio FAI

Dagli ultimi scavi archeologici spunta un grande edificio, forse il più antico monastero

SUL SITO DEL FAI LA BATTAGLIA SULL’ARTICOLO 9 Intorno alla battaglia sulle parole, tutela e valorizzazione, entrambe presenti nella Costituzione all’articolo 9, si sta combattendo una guerra di più ampia portata fra due idee del patrimonio culturale italiano. Al centro della disputa, un vero e proprio esame di legittimità, la riforma del MiBACT messa in atto dal ministro Dario Franceschini. Per aprire una discussione sine ira ac studio, ormai da qualche mese, la Fondazione ha messo a disposizione il sito www.fondoambiente. it. Sono già intervenuti il presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali e paesaggistici, Giuliano Volpe, Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, Roberto Cecchi consigliere del FAI e già sottosegretario del MiBACT, il professore di restauro a Urbino Bruno Zanardi, il professor Massimo Montella che insegna a Macerata Economia e gestione dell’eredità culturale; sono imminenti i saggi di quattro soprintendenti impegnati sul campo. Concluderà un confronto di opinioni, quasi un dialogo platonico, fra il ministro Dario Franceschini e il presidente del FAI Andrea Carandini.


Il rivoluzionario sistema di arredamento Synthesis

Dal 28 maggio al 21 agosto, in concomitanza con la 15. Mostra Internazionale di Architettura, il Negozio Olivetti in piazza San Marco ospita S.O.S. Sottsass Olivetti Synthesis, prima mostra dedicata al rivoluzionario sistema di arredamenti per l’ufficio Synthesis 45, disegnato nel 1973 per Olivetti da Ettore Sottsass. Sessanta opere tra cui documenti originali, complementi di arredo e accessori che vanno a disegnare un paesaggio del lavoro rinnovato, dove il rigore di un sistema modulare e componibile si coniuga con la libertà individuale del singolo e con l’esperienza trasgressiva della pop art, segnando il passaggio dal moderno al postmoderno. La mostra è a cura di Marco Meneguzzo, Enrico Morteo e Alberto Saibene. Grazie a Seguso Vetri d’Arte, tradizione familiare a Murano dal 1397, che dal 2016 è Partner del Negozio Olivetti in iniziative per la promozione del bene.

100 VETRI D’AUTORE A VILLA DEI VESCOVI

C’è tempo fino all’11 settembre per visitare “GLASS. Arte del Vetro oggi” a Villa dei Vescovi, a Luvigliano di Torreglia (PD), oltre 100 vetri d’autore allestiti dalla sapiente regia dell’artista e gallerista Jean Blanchaert. Un’esposizione che indaga le varie declinazioni del vetro e la straordinaria abilità dei maestri vetrai che producono per la maggior parte nell’area veneziana di Murano. Dalle sculture zoomorfe di Maria Grazia Rosin ai vetri trasparenti e battuti di Alessandro Diaz de Santillana, dalle clessidre in vetro sommerso di Tadao Ando per Venini all’imponente Mostro della laguna disegnato da Simona Favrin, tutti i pezzi in mostra saranno in vendita e una considerevole parte del ricavato sarà devoluta al FAI. Main Partner dell’evento, Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

S. FRUTTUOSO ALLE ORIGINI DELL’ABBAZIA

© Valentina Ranucci

SOTTSASS IN MOSTRA A VENEZIA

Olivetti Synthesis Sistema 45, 1972, disegno di Ettore Sottsass con Jane Young

VARIE - 15

Una mostra all’Abbazia, per andare alla ricerca di tesori che ne testimoniano l’importanza e la fortuna perché, a dispetto del suo isolamento, fu il fulcro di un sistema di relazioni politiche e commerciali tra Oriente e Occidente e rinomato centro di potere e cultura del Mediterraneo. La mostra aprirà il 9 luglio e sarà il primo passo di un progetto di valorizzazione per raccontare una storia millenaria.

DA NON

E

PERDER

Da fine settembre Villa Panza a Varese ospiterà un’importante mostra dell’artista americano Bob Wilson: tra le opere videoritratti, di cui molti esposti in Italia per la prima volta, e un omaggio al collezionista Giuseppe Panza di Biumo. Grazie a JTI, Main Sponsor della mostra.


16 - VOLTI DEL FAI

“DA SEMPRE IL FAI È LA MIA VERA GRANDE PASSIONE” e il buon gusto è una qualità innata, l’occhio invece si allena, e per farlo occorrono conoscenza, studio, curiosità e capacità di ascolto. Ce lo racconta Filippo Perego di Cremnago, architetto e arredatore di successo nonché da sempre grande amico del FAI, vero e proprio deus ex machina degli allestimenti nei beni. Come procede quando deve cominciare un lavoro? Guardo la casa e l’epoca in cui è stata fatta. Talvolta, come per Torre e Casa Campatelli o per Casa Carbone, si è reso necessario un lavoro di documentazione dell’esistente per poi procedere a svuotare, rifare gli impianti, riverniciare i muri, prima di pensare a come ricollocare gli arredi. In altri casi, come a Villa Della Porta Bozzolo o al Castello di Masino, gli unici interventi hanno riguardato l’arredamento. La cosa più importante è sempre il rispetto per la casa, per l’epoca in cui è stata abitata e per il gusto estetico che esprime. L’aura dei luoghi deve restare intatta. Da quanto tempo lavora per il FAI? Sono vicino al FAI da oltre 30 anni, dai primi lavori svolti a Casalzuigno su invito di Giulia Maria Crespi. Da allora ho sempre messo a disposizione la mia opera per il FAI a titolo gratuito, e mi sono sempre divertito moltissimo!

Il suo ultimo allestimento è stato quello di Torre e Casa Campatelli. Quali emozioni le ha dato questo bene? Emozioni molto forti, in primo luogo un senso di meraviglia. Quando il FAI mi ha chiamato per gli allestimenti, sono rimasto a bocca aperta, perché mi aspettavo di trovare gli arredi di una casa del Cinquecento e invece mi ha stupito scoprirvi sedie a rocchetto, grandi armadi, mobilio e decorazioni tipici di una dimora ottocentesca, così intrisi di lirismo da richiamare alla mente i versi di Gozzano. Quel che

ho fatto è stato attenermi all’esistente, rimettendo in valore le decorazioni murarie che i Campatelli avevano ideato. La casa era piena di quadri e foto di famiglia, e il mio compito è stato quello di mantenerne inalterata l’atmosfera intima e accogliente. Per la maggior parte abbiamo mantenuto mobili e suppellettili originali, ricollocandoli negli ambienti e integrandoli qua e là con oggetti provenienti da vari lasciti, ma sempre omogenei per stile ed epoca. Quel gusto ottocentesco è rimasto tale e quale, sembra quasi che la famiglia ci viva ancora dentro.

“L’AURA DEI LUOGHI DEVE RESTARE INTATTA”

È innamorato del suo lavoro? Che cosa occorre per farlo? Amo moltissimo il mio lavoro e ho fatto davvero di tutto per farlo. Se dovessi dare un consiglio a un giovane che volesse intraprendere questa professione, suggerirei di studiare, e poi di affinare il gusto viaggiando, guardando, assimilando non per imitare ma per prendere spunto e rielaborare. Occorre certamente un gusto allenato ad accostare gli oggetti, un senso sviluppato a riconoscere cosa sta bene con cosa. Ciò che più mi preme quando lavoro è ricreare l’atmosfera di un’epoca; colori, tessuti… tutto deve risultare armonioso. E per farlo bisogna in qualche modo mettersi a disposizione della casa, lasciarla parlare, saperla ascoltare.

Filippo Perego di Cremnago al lavoro a Torre e Casa Campatelli a San Gimignano.

© Archivio FAI

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PARLA FILIPPO PEREGO DI CREMNAGO IL GRANDE AMICO DEI NOSTRI BENI


BILANCIO - 17

2015 CRESCIAMO ANCORA! Angelo Maramai Direttore Generale FAI

I

l FAI nel 2015 è ancora cresciuto. È ormai dal 2012 che i conti economici si chiudono in attivo e nel 2015 l’avanzo di gestione è di 554mila euro. Questi fondi ci saranno molto utili! Il Consiglio di Amministrazione in sede di approvazione di bilancio, li ha immediatamente destinati al completamento dei lavori di restauro di Torre e Casa Campatelli, il nuovo gioiello del FAI a San Gimignano. Ma la cosa che conta di più, al di là del semplice risultato, è che il FAI sta marciando spedito verso una fase di completezza e maturità organizzativa che potrà consentirne una crescita sostenibile nel corso dei prossimi anni. Il “Piano strategico 2014-2023” e il Piano Operativo “I nuovi target 20152017” segnano le linee guida sulla base delle quali si muove tutta l’organizzazione: una struttura professionale snella ma assai articolata, sempre pronta a lavorare gomito a gomito con i volontari, le delegazioni e i gruppi FAI che ormai coprono tutto il territorio nazionale. Sono infatti 117 le delegazioni, 79 i gruppi FAI e 73 i gruppi FAI Giovani: una forza sociale pronta a promuovere e difendere il patrimonio paesaggistico, storico e artistico della Nazione.

“IL FAI STA MARCIANDO SPEDITO VERSO UNA FASE DI COMPLETEZZA” Che gli italiani siano sempre più attenti a questo inestimabile patrimonio lo dicono anche i numeri dei visitatori dei beni aperti del FAI passati in questo anno a 641mila (dai 576mila dell’eser-

cizio precedente); il nostro impegno è quello di rendere questi beni sempre più accoglienti, ospitali, ben promossi e soprattutto in grado di fare fronte alla domanda di chi vuole “viverli” più che semplicemente vederli e visitarli. Il successo delle “Giornate FAI di Primavera”, de “I Luoghi del Cuore” e della campagna “Ricordiamoci di Salvare l’Italia” a ottobre dimostrano il rapporto sempre più stretto tra la nostra Fondazione e gli italiani.

Ma il numero che più ci riempie di soddisfazione è la crescita degli iscritti del FAI! Nel dicembre del 2015 infatti il numero degli iscritti ha superato i 122mila, 20mila in più rispetto all’anno precedente. Crediamo che questo sia uno straordinario segnale di consenso; un consenso per la nostra meravigliosa missione ma anche per il modo positivo, efficace e soprattutto concreto col quale la perseguiamo.

Il Bilancio e la Nota Integrativa 2015 sono reperibili integralmente su www.fondoambiente.it


18 - MANIFESTAZIONI

LA BELLA ESTATE DEL FAI: Tanti appuntamenti per vivere i beni: di giorno, di sera e di notte.

ORTI AD ARTE

Foto Paolo Barcucci © Archivio FAI

Villa Panza, Varese 11 e 12 giugno Non solo “spazio dell’utile”, l’orto può essere anche “spazio del bello”, vera e propria oasi di pace, semplicità e armonia. È l’idea sottesa a “Orti ad arte”, prestigiosa mostra e mercato dedicata all’arte di allestire serre, frutteti, verzieri. Una fiera dell’agricoltura

biologica dove vivaisti e produttori di tutta Italia presenteranno frutta e verdura fresche naturali e di stagione, oltre a conserve, liquori, marmellate, sementi, abbigliamento, attrezzi da lavoro e cesteria. Sarà possibile acquistare piante di qualità certificata, scoprire prodotti rari e i loro molteplici impieghi in cucina.

FOODING Parco Villa Gregoriana, Tivoli (RM) 25 e 26 giugno Nutrirsi consapevolmente, nel rispetto della natura e del proprio benessere. È l’obiettivo di questa prima maratona enogastronomica ai piedi dell’acropoli

Foto M. Maniscalco © Archivio FAI

Giochi nel verde al Monastero di Torba a Gornate Olona (VA).

tiburtina, una passeggiata alla scoperta del mangiar bene con i piatti della tradizione regionale. Oltre agli stand dove degustare i prodotti locali, seminari, laboratori di cucina per grandi e bambini, passeggiate all’insegna del benessere, incursioni poetiche e letterarie e, in serata, un concerto gratuito dell’Orchestra di Piazza Vittorio.

Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2016”, è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il quarto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione e Cedral Tassoni, azienda amica


MANIFESTAZIONI - 19

GLI EVENTI DA NON PERDERE Tra musica, stelle, giochi, teatro, danze, degustazioni, fiori e giardini

Monastero di Torba, Villa Della Porta Bozzolo, Villa dei Vescovi, Bosco di San Francesco, Villa Panza La pioggia delle Perseidi, più note come “stelle cadenti”, è uno spettacolo straordinario se osservato in luoghi lontani dai centri urbani dove l’inquinamento luminoso tende a renderlo meno visibi-

Foto di Fabio Olivetto © Archivio FAI

Vescovi, con l’esibizione del collettivo tecno-jazz Upperground Orchestra, che riproporrà in chiave di contaminazione i canti popolari della tradizione veneta. Il giorno successivo, il biglietto della manifestazione sarà valido per visitare alcuni beni del territorio circostante aperti in esclusiva dal FAI.

le. Come i boschi e i parchi del FAI, che invitano a osservare la volta celeste in compagnia di astronomi, sdraiati su un prato o con l’aiuto di telescopi. Visite, aperitivi e cene a lume di candela, giochi al buio e conferenze faranno da contorno a una notte indimenticabile. Per verificare date e orari consultare il sito www.fondoambiente.it

ARTI E MESTIERI DEL GUSTO Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) - 1 e 2 ottobre Dopo il successo della prima edizione, torna la tre giorni dedicata al gusto, ai paesaggi italiani e agli artigiani del cibo curata da Davide Rampello. La grande

dal 2012 e importante marchio italiano che per il quinto anno ha deciso di abbinare la tradizione, la storia e la naturalità del suo prodotto al FAI.

fiera en plein air celebra l’eccellenza enogastronomica italiana con oltre 50 maestri del gusto, selezionati durante le incursioni dell’inviato di Striscia la Notizia su e giù per lo Stivale. Clou della manifestazione, domenica 2 ottobre il “Pranzo del Rammendo”, una lunghissima tavolata con vista sulla Serra Morenica d’Ivrea dove gustare le ricette della tradizione familiare canavese.

Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it

NOTTE DI SAN LORENZO

romantiche di “Piccolo mondo antico” a calcare le scene con visite animate da attori in costume, brani per violino in giardino e, alla sera, il canto di tre tenori. Happening musicale con l’esibizione del dj Claudio Coccoluto a Parco Villa Gregoriana, in collaborazione con Elita e Spring Attitude, e a Villa dei

Foto Gabriele Barbero © Archivio FAI

Castello della Manta a Manta (CN), Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), Villa Fogazzaro Roi a Oria Valsolda (CO), Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD), Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM) Sabato 18 giugno Danza, teatro, sperimentazioni e performance: in prossimità del solstizio, le Sere FAI d’Estate inaugurano un nuovo modo di vivere i beni nella loro sontuosa veste notturna, tra musica, candele e giochi di luce. Al Castello della Manta, danze e giochi popolari faranno da sfondo a un banchetto animato da ballerini in costume, cui seguirà uno spettacolo di danza aerea; oniriche visioni conduranno i visitatori del Castello e Parco di Masino in un percorso dove il Palazzo delle carrozze e l’Allea Grande saranno allestiti secondo gli antichi fasti e nelle sale saranno ricostruite scene di antica vita quotidiana con quadri viventi e danze in costume. A Villa Fogazzaro Roi e nel borgo di Oria saranno le atmosfere

Gabriele Barbero © Archivio FAI

© Lucio Lazzara

SERE FAI D’ESTATE



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