POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1/CN/BO.
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Pinin Brambilla, i racconti segreti della materia A più di 40 anni dai primi interventi la grande restauratrice, classe 1925, torna in cantiere al Monastero di Torba
Tornano le Giornate FAI d’Autunno e raddoppiano!
Il FAI a fianco dei giovani e della scuola
Il Notiziario: uno splendido quarantenne
Il 17-18 e 24-25 ottobre 1.ooo aperture in tutta Italia
Tra dirette streaming e lezioni online, tutte le novità del FAI Scuola
Un viaggio nel tempo attraverso le copertine più significative
(Ri)pensare il futuro Dopo anni di crescente floridezza - nel cui progresso ormai confidavamo - si è diffuso d’un tratto il virus venuto dalla Cina con conseguenze gravi e globali sulla salute e sull’economia. A conclusione del convegno nazionale di Parma di quest’anno, chiuso da un abbraccio e un urlo di gioia collettivo, tutto è diventato difficile anche per il FAI, che ha dovuto infliggersi tagli dolorosi e sarà costretto a rivedere dopo molto tempo perdite fortunatamente per noi sopportabili. Nei mesi scorsi siamo riusciti ad alzare un ginocchio e nei mesi prossimi cercheremo di sollevare l’altro e poi dovremo rialzarci e drizzarci… Io sono ottimista perché il FAI è motivato, collabora e sa dove andare. La struttura e i volontari sono uniti nel seguire la missione e la strategia che ci siamo dati. Il FAI sta dunque ottimamente resistendo alle circostanze contrarie, non perdendo tempo nel dir male al male e dedicandosi totalmente a fare il bene, e così predisponendosi alla ripresa.
Andrea Carandini PRESIDENTE FAI
INDICE
Difficile è costruire qualcosa di nuovo, e per questo siamo enormemente grati ai Fondatori del FAI, tra cui spicca la figura di Giulia Maria Crespi che da poco ci ha lasciato dopo una lunga e operosa vita; a lei dedichiamo le prossime Giornate FAI di Autunno. Intanto la direzione, incorporando la sua delega di orientamento, incrementerà l’impegno nel versante culturale dell’Ambiente bilanciandolo, come meglio possibile e nel modo nostro concreto di fare, con il versante culturale del Paesaggio e del Patrimonio storico e artistico; versanti da considerare intrecciati tra loro come di fatto lo sono ormai nel mondo e in particolar modo in Italia (si veda a pagina 16). Altrettanto arduo è far durare le cose fondate nelle generazioni future. È giusto non essere mai soddisfatti e puntare sempre più in alto, ma una buona notizia ogni tanto ci solleva. L’incoraggiamento viene questa volta dai nostri iscritti, che ci stanno sostenendo con forza maggiore rispetto allo scorso anno. Constatiamo infatti con gioia un incremento considerevole di rinnovi rispetto al pur ottimo 2019: i canali digitali registrano una crescita, iniziata ad aprile e confermata a settembre, pari al 17%. Mi rivolgo pertanto a tutti coloro che hanno rinnovato l’iscrizione al FAI per dire che essi costituiscono le fondamenta sopra le quali il FAI si rialzerà e tornerà a progredire. A ciascuno il mio più grato abbraccio.
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Ricordiamoci di salvare l’Italia
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Il ricordo di Giulia Maria Crespi
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I Beni del FAI Pinin Brambilla di nuovo in cantiere al Monastero di Torba
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Giornate FAI d’Autunno
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I 40 anni del nostro Notiziario
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Rubrica Ambiente La nuova stagione della consapevolezza ambientale
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Tutte le novità del FAI Scuola
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Ultime notizie dal mondo FAI
Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza, via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314
editoriale
Direttore responsabile Maurizio Vento Direttore editoriale Marco Magnifico Coordinamento editoriale Isabella Dôthel Progetto grafico Studio Pitis
Lavorazione grafica Carlo Dante Hanno collaborato Veronica Ambrosoli, Federica Armiraglio, Cristina Marchini, Maurizio Rivolta In copertina Pinin Brambilla Barcilon Foto: R.Morelli & G.Mesturin
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Sognatrice scomoda, pacifica ribelle, cittadina italiana
Foto Silvia Camagni © FAI
Giulia Maria Crespi nel ricordo del FAI aspettando un numero speciale
— Sempre giovane tra i giovani. Maggio 2017, Giulia Maria Crespi a Villa Necchi Campiglio, alla premiazione dei Concorsi per le Scuole
LA REGINA DELLE BATTAGLIE CIVILI A buoni conti iniziava subito con un bel «NO» accompagnato da quel suo sguardo inquisitivo, un po’ di traverso, spesso dispettoso, ogni tanto dolce e anche leggermente ironico; l’ironia non le apparteneva minimamente (prenderla in giro non era divertente perché non capiva) ma essere un po’ dispettosa col prossimo (a volte molto) era un lato della sua fiera femminilità. Il «NO» le serviva per mettere subito una barriera tra lei e l’interlocutore, per stimolarne le capacità intellettuali e valutarne le forze e – tipico stratagemma da regina – prendersi subito un po’ di vantaggio; avrebbe poi deciso lei – a seconda dell’energia, della vivacità, dell’interesse e del grado di belligeranza di chi le stava di fronte – quando e come aprire a un dialogo che sarebbe poi stato aperto e costruttivo, ricco, incalzante e sorprendente e che poteva andare avanti per ore, giorni o, come nel mio caso, per trentacinque lunghi e indimenticabili anni. Il dialogo poteva anche avere momenti molto aspri e, se l’argomento era cruciale, era facile arrivare a un punto di non ritorno. Iniziava allora una intensa attività epistolare; scriveva benissimo («mio padre ci teneva molto») lettere intense, chiare e in buona parte inaspettate con le quali – se a risolvere
ricordo crespi
un’incomprensione servivano – trovava la chiave per riaprire le porte al dialogo. Senza dialogo, confronto e, in diversa misura, contrasto non c’era Giulia Maria. Tutto era fuorché riposante esserle amici e lavorare con lei, ma sapeva improvvisamente essere di una generosità senza eguali. Non conosceva il grigio: o era bianco o era nero; si poteva discutere del grado di candore del bianco o di profondità del nero ma per il compromesso non c’era spazio se non, in pochi casi, per la «ragion di stato». Cioè quando il suo grande realismo non le faceva capire che anche lei, come ogni essere umano, doveva piegarsi. I ricordi si affollano ora nei cuori di chi visse l’esperienza di esserle amico o di lavorare con lei, di starle vicino, di subire il fascino della sua creatività inesauribile e spesso giocosa (adorava giocare, travestirsi, recitare...) e di condividere con lei la sfida continua che ella lanciava quotidianamente a se stessa e agli altri. Era la sfida di una donna profondamente civile che voleva – inseguendo le sue visioni e i suoi ideali – migliorare il mondo in cui viviamo con le sue idee, le sue azioni, le sue battaglie. Era una grandissima combattente e in questo continuo, giornaliero compito che si era data – e che in un certo senso era la missione della sua vita – cercava sempre alleanze col prossimo, perché non voleva agire e combattere da sola ma sempre in squadra. Con una buona dose di cinismo l’alleato (o chi si credeva tale) poteva però cambiare repentinamente
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Carissimi, dalla scomparsa di Giulia Maria Crespi, Fondatrice del FAI, primo Presidente e Presidente Onorario, abbiamo letto e ascoltato bellissime parole in suo ricordo scritte o pronunciate da coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla da vicino. Parole che non leniscono la sua assenza e il nostro dolore, ma che ci aiutano a capire quanto la sua figura sia stata importante non solo per noi ma per tutto il Paese. Per il FAI si è chiusa una fase, quella dei fondatori - Renato Bazzoni e Giulia Maria Crespi - e si sta aprendo quella dei successori, che sapranno fare tesoro delle loro ispirazioni per portare la Fondazione verso nuovi e sempre più ambiziosi traguardi. Donna di grande ingegno, ha dedicato la vita alla salvaguardia dell’ambiente e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Le idee, la passione, lo stile e i fatti hanno lasciato un segno nella lunga e operosa vita di Giulia Maria Crespi, con Fulco Pratesi, una creatrice dell’ambientalismo italiano. Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali «chi ha avuto molto, deve dare molto» - frase che Giulia Maria amava ripetere conosceva, apprezzava e stimolava da sempre praticandolo in prima persona, il ruolo che il volontariato svolge nella Società civile. Pur essendo di carattere forte e imperativo, Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi. Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità d’ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà - tanto più stimolanti quanto ardue - e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente. La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’Uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, e la passione per la tutela dell’Ambiente inteso nel suo inscindibile legame con la Storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita. La perdita della Fondatrice è avvenuta in un momento tra i più ardui che si ricordino a memoria d’uomo, di grandi difficoltà economiche causate dall’emergenza COVID-19, ma mai il FAI è stato più compatto e appassionato quanto in questo anno tanto difficile. Da Giulia Maria Crespi un’ultima cosa dobbiamo imparare: il coraggio e l’indipendenza di giudizio, per cui spetta ora a noi essere ligi alla tradizione, ma anche liberi di innovare in accordo con i tempi nuovi che si prospettano.
UN NUMERO DEDICATO A fine novembre un’edizione speciale e corale del Notiziario, ricca di interventi e testimonianze per omaggiare la nostra Fondatrice
Andrea Carandini PRESIDENTE FAI lasciando chi si considerava ormai «arruolato» con un palmo di naso. Era molto impegnativa perché partiva sempre dal presupposto che le sue idee e gli strumenti che aveva pensato adatti a raggiungerle fossero i migliori anche se poi riteneva la discussione con chiunque le fosse vicino fondamentale per affinare e migliorare il suo punto di vista che era pronta a modificare in incontri infiniti o riunioni di gruppo dove il brainstorming – che era una delle sue passioni – lasciava sul campo menti esauste ma soddisfatte per esser state messe alla prova e per aver raggiunto, tutti assieme, un risultato. E se tempesta c’era stata, meglio! Perché allora l’accordo trovato o ritrovato era un successo per tutti; era il successo del gioco di squadra. Negli ultimi mesi, molto molto difficili per lei, ascoltava spesso la Sesta sinfonia di Beethoven perché, mi disse due o tre volte, l’attesa di quel celestiale sereno dopo la tempesta era un po’ una rappresentazione della sua vita, delle mille battaglie per l’Italia e per il prossimo (mai perse!) che aveva combattuto da sola, in due o, preferibilmente in squadra (come con il FAI). Un sereno come quello della Sesta, mi diceva, non giunge quasi mai nella vita ma tu sai che è quello il traguardo al quale devi giungere. Senza far fatica, senza proporre e difendere le proprie idee per un mondo migliore, senza tempeste dopo le quali attendere il sereno, la vita non merita di essere vissuta. Ma il sereno della Sesta è anche il sole che ritorna tra le fronde,
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dei canti degli uccelli che festeggiano la fine dell’uragano, delle gocce d’argento sulle foglie che fanno del bosco un miracolo, della felicità delle radici che bevono l’acqua della vita. Quella Natura meravigliosa nella quale trovava se stessa, senza la quale non poteva vivere, che la nutriva con lunghe e quotidiane passeggiate nei suoi boschi e per la cui difesa e sopravvivenza ha lottato tutta la vita. Al suo funerale ha voluto che venisse suonato l’Inno alla gioia della Nona sinfonia di Beethoven perché la vita è un dono che va sempre e comunque festeggiato. Anche quando è giunto il punto finale. È stata una grande fortuna averle vissuto tanti anni vicino e aver imparato, tra le tante cose, che chi vuol raggiungere un obiettivo, anche se apparentemente arduo, non deve porsi il problema degli ostacoli che potrebbe trovare sul suo cammino: se l’idea è davvero buona ci penserà lei, la forza dell’idea, a spazzarli via. È la lezione del FAI, nessuno ci credeva, solo lei e Bazzoni! Oggi quell’idea fa parte delle nostre vite. Ed è quel pezzettino, più o meno grande, di Giulia Maria che tutti coloro che l’hanno conosciuta tengono e terranno gelosamente nel proprio cuore e che servirà a ognuno per fare sempre, con la propria vita, il mondo in cui viviamo un po’ migliore. Marco Magnifico VICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI Per gentile concessione de Il Sole 24 Ore
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Foto R.Morelli & G.Mesturini © FAI
Foto R.Morelli & G.Mesturini © FAI
I muri raccontano, bisogna saperli ascoltare! La restauratrice più famosa d’Italia torna in cantiere al Monastero di Torba e ripercorre la sua storia con il Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico beni fai cantieri
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«Chi ha avuto la fortuna di incontrare una leonessa in libertà mi capirà. La Regina della savana si muove con la sicurezza di chi domina senza esitazione il suo territorio; a differenza del Re suo consorte, non incute timore, ma la reverenza che le deriva dall’estrema eleganza del suo incedere, dei suoi gesti e dei suoi rapidi sguardi, quasi noncuranti. Non ha la criniera ribelle del marito ma è curata in ogni dettaglio e apparentemente docile; tuttavia se ruggisce – pronta a sbranare l’avversario – il tono è quello di una regina che non ammette replica. Pinin è per natura, educazione e storia professionale una grande leonessa; le sono devoto amico e profondo ammiratore sin da ragazzo; è un onore averla tra i pilastri del FAI dal 1978.» Così Marco Magnifico parla del recente incontro con la maestra del restauro italiano. A 95 anni, Pinin Brambilla è tornata tra gli affreschi di Torba. Stiamo parlando della signora che tra il 1978 e il 1999 ha compiuto il restaubeni fai cantieri
— Pinin
Monastero di Torba, Varese
Brambilla Barcilon e la sua squadra durante il recente restauro degli affreschi dell’oratorio al secondo piano della Torre
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Foto R.Morelli & G.Mesturini © FAI
— Pinin Brambilla Barcilon in una «pausa di riflessione» durante il restauro, occasione per ragionare sulla storia, la tecnica e la materia
ro dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, il più importante di sempre. E poi le pitture di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, gli affreschi di Masolino da Panicale nel Battistero di Castiglione Olona, l’elenco è infinito. Non solo pratica ma anche teoria: nel 2005 ha fondato il Centro per la Conservazione e il Restauro «La Venaria Reale». Ora è di nuovo al Monastero di Torba, come quando si torna al primo amore. Lì dove tutto è iniziato anche per il FAI. Aperto al pubblico dal 1986, è stato uno dei primi Beni della Fondazione: era il 1977 quando Giulia Maria Crespi, su insistenza di Franco Russoli, comprò il complesso monastico (immerso nel parco archeologico di Castelseprio, oggi insieme alla Torre di Torba Patrimonio Mondiale dell’Unesco) per donarlo al FAI. La Torre era in balia dell’incuria e delle intemperie: sulle pareti, sotto l’intonaco bianco, affioravano brandelli d’affresco, i visi di alcune monache. Le mani sapienti di Pinin Brambilla, chiamata a Torba nel 1978 da Carlo Bertelli, si misero all’opera riportando alla luce e restaurando, sotto lo sguardo attento di Renato Bazzoni, gli affreschi d’epoca longobarda, ancora conservati sotto l’intonaco. Negli anni successivi il FAI si è impegnato nella cura delle pitture murali, affidando allo studio di Pinin Brambilla campagne di manutenzione e restauro, come quella del 2007 e di oggi. Un nuovo intervento (cofinanziato da Regione Lombardia e dal generoso contributo di Andreina Pizzi) si è reso necessario per il precario stato di conservazione di alcune porzioni d’affresco e per la perdita di tono e forza nei colori e nei tratti. E Pinin è di nuovo lì, a prendersi cura delle monache salvate ormai quarant’anni fa: con la sua squadra è al lavoro, si consolida, si integra con ritocchi ad acquerello e velature, si restituisce leggibilità e plasticità. Operano gomito a gomito, per lei non era stato sempre così. PININ BRAMBILLA: La mia gavetta è iniziata con un grande, Mauro Pellicioli, ho partecipato al restauro degli affreschi del Foppa alla cappella Portinari, nella basilica di Sant’Eustorgio a Milano, ma quando Pellicioli arrivava in cantiere dovevo scendere dall’impalcatura e mettermi seduta in chiesa. Non voleva vedere donne sul ponteggio. MARCO MAGNIFICO: Una gavetta dura. PB: Mi ha fatto piangere, e tanto. All’epoca donne restauratrici non ce n’erano, erano tutti maschi. Nessuno ti aiutava, nessuno ti incoragbeni fai cantieri
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Foto R.Morelli & G.Mesturini © FAI Foto Archivio Brambilla © Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale
— La fase di integrazione ad acquerello
1978: inizia il restauro — Nella sala dell’oratorio, sotto la parete intonacata,
si intravedono i frammenti delle monache. Nel tondo il dettaglio con le monache «salvate»
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giava. Quando arrivavo a casa non dovevo farmi vedere piangere da mia madre, sennò mi avrebbe detto: sei scema? Cambia mestiere, no? (ride). MM: Training feroce però efficace, se poi è diventata così brava. Ecco, quanto è servita questa scuola così dura? PB: Ho imparato a guardare. Non a prendere in mano il pennello e intervenire, perché Pellicioli non me l’avrebbe mai permesso. Però ho imparato ad osservare, a vedere come si faceva. Ai tempi il restauro era completamente diverso. MM: Questo è molto interessante, cosa vuol dire imparare a vedere? Che doti servono? Perché io, che la conosco da tanto, quando la vedo al lavoro ho sempre la sensazione di una grande lentezza, e di un grande silenzio tra lei e quello che le sta di fronte, come in un dialogo muto… PB: È così, perché il restauratore è un artigiano. Lavora con le mani, ma anche con la testa e con il cuore. Deve capire chi era il pittore, quali erano le sue titubanze, le difficoltà che può avere incontrato, se le ha superate. Un dialogo muto per capire cosa voleva dire, come ha risolto i suoi problemi. Adesso la tecnica ha prevalso su tutto questo. Nessuno si mette in ascolto, e si vede, c’è una freddezza di restituzione, di ripulire tutto in maniera dura, che è sbagliata. MM: Quando lei ha iniziato a collaborare con il FAI, la Fondazione era poco più che una scommessa, di Giulia Maria Crespi e ancor di più di Renato Bazzoni, che ci credeva con tutto se stesso. Ed ecco che arriva a Torba non una trovatella qualsiasi ma addirittura Pinin Brambilla… PB: Mi aveva portato Carlo Bertelli, lo storico dell’arte, che è un appassionato di quel periodo, e insieme avevamo cominciato a guardare, anche se non si vedeva un granché perché era tutto coperto dall’intonaco. Fino a circa un secolo fa queste pitture antiche non interessavano molto, dunque ci passavano una pennellata di calce, coprivano tutto e via. Ci sono molte case in Lombardia di quel periodo, con tutte le pareti scialbate. A Torba era stato difficile togliere tutta quella massa di intonaco, perché si trascinava anche l’affresco che era sotto. Un lavoro certosino, ma l’entusiasmo non ci mancava. MM: Per il FAI poi era l’occasione di far decollare tutto il progetto. Era stato Russoli a dire «c’è quella torre romana a Castelseprio, perché non andate a darci un’occhiata?». Così Giulia Maria Crespi la comprò, incoraggiata da Bazzoni. Com’era il suo rapporto con Bazzoni? PB: Oh, era un uomo delizioso, si entusiasmava per ogni piccolo frammento di colore che veniva fuori. L’ho seguito in molti lavori, per esempio quello del Castello di Manta, vicino a Cuneo. Mi sono divertita da matti con tutte quelle figurette di eroi, eroine, cavalieri, con questi vestiti magnifici… MM: A proposito di figure, ci racconta come andò con la storia della testa della monaca finita nel baule della macchina rubata? È troppo divertente, lei la staccò… PB: La portai via perché si stava staccando da sola. MM: E l’ha messa in una scatola di scarpe… PB: Di cartone. La stavo portando in studio, mi fermo per un caffè e quando torno l’auto era stata scassinata e la scatola non c’era più. Ma va detto che la testa era molto rovinata, quasi evanescente. MM: Sa, Pinin, il fatto che lei abbia lavorato in tanti cantieri del FAI è stata una testimonianza importante, specie nei primi anni. Sapere che la restauratrice più importante in Italia lavorava per il FAI era una lancia spezzata a favore di questa piccola Fondazione verso la quale c’era anche un po’ di sospetto. Cosa pensava di questo esperimento italiano? PB: Ne pensavo molto bene. Il National Trust in Inghilterra funzionava bene e in fondo era lo stesso modo di fare, di costruire. MM: Il fatto che lei sia tornata, (posso dirlo?) alla sua veneranda età, a lavorare a Torba, vederla di fronte a quegli stessi affreschi, quarant’anni dopo, è un’emozione. Il suo rapporto con quegli affreschi è lo stesso 9
Foto © FAI
o rivedendoli oggi non farebbe alcune delle cose? PB: Il problema, difficile da comprendere anche per i visitatori, è proprio questo. Ci sono lacune bianche dovute a una preparazione sottostante agli affreschi; quelle grigie invece le abbiamo fatte noi dove mancava completamente tutto. Ma io non posso mettere un intonaco grigio sopra la preparazione bianca, perché fa parte di com’è nata la stanza. Ci sono tante cose che ti costringono a fermarti e ragionare. MM: Da quello che dice, è evidente che rispetto a quarant’anni fa il lavoro è molto cambiato. Allora si trattava soprattutto di salvare dei monumenti dall’abbandono, come Torba che altrimenti sarebbe crollata. Oggi invece l’importante è far capire ai visitatori cosa è stato fatto. Insomma, il nostro lavoro oggi è soprattutto di narratori. Quanto si è modificato il concetto di restituzione nel contesto del restauro? PB: Ci sono state molte evoluzioni. Nel passato si intonacava tutto per avere un ambiente liscio, poi nell’800 molte cose si sono recuperate, penso al famoso Salone sulla Rocca di Angera; è emersa l’idea di restaurare tornando a rifare le parti mancanti, insomma la restituzione. MM: Il suo rapporto fra neutro e integrazione è cambiato negli anni? PB: Leggermente. A favore di un’integrazione piccola, visibile, che si noti che quello è un rifacimento. Come il velario sotto il Cristo di Torba, abbiamo sottolineato le pieghe altrimenti il visitatore non capisce che quella è una stoffa. MM: E questa severità del maestro, questa attenzione costante… PB: È disciplina. Se io vedo anche solo un pennello per terra mi arrabbio da morire, perché la pulizia, l’ordine, è una questione di disciplina mentale. MM: Ecco, io credo che dobbiamo impegnarci a raccontare la complessità degli interventi e delle stratificazioni di questa stanza, far capire ai visitatori la storia che c’è su un muro. Siamo abituati a leggere storie nei libri: leggerle su un muro è l’esercizio bellissimo che possiamo offrire ai visitatori. Sperare che abbiano lo stesso rapporto che ha lei. E chi lo sa, magari scocca la scintilla. PB: La materia può raccontare molto, se uno ha la pazienza di ascoltare. È questa la cosa fondamentale che s’impara: ci vogliono esperienza e sensibilità. beni fai cantieri
Foto R.Morelli & G.Mesturini © FAI
— Dietro le quinte della chicchierata tra il Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico e Pinin Brambilla Barcilon
— La maestra del restauro italiano in cantiere
al Monastero di Torba
Luogo Via Stazione, 2 Gornate Olona (VA) Apertura: Da mercoledì a domenica Clicca qui per saperne di più!
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Orari: 10.00 - 18.00 Per visitare i nostri Beni è consigliata la prenotazione.
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Foto © FAI
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— A Venezia le straordinarie aperture di Museo storico palazzo Corner Mocenigo e Palazzo Pisani
Le Giornate FAI d’Autunno si fanno in due! Il 17 e 18 e il 24 e 25 ottobre oltre 1.000 aperture in 400 città italiane «Sogni? Sì sogni! A furia di sognare, si riesce a portare nel concreto ciò che si sogna» Giulia Maria Crespi I pensieri che nascono visitando un luogo sconosciuto, imparando qualcosa di nuovo, osservando per la prima volta un soggetto ignoto o scoprendone un dettaglio nascosto, le domande che suscitano in noi e che aprono nuovi orizzonti: questa è la curiosità, che muove il FAI fin dalla sua nascita e che abbiamo appreso dalla nostra fondatrice Giulia Maria Crespi, quella curiosità «che ci permette di capire come fare bene al mondo», che ci spinge a conoscere e agire. Abbiamo aperto con le parole della nostra fondatrice perché ci piace dedicare a lei e a tutta la sua vitalità, all’ostinata fiducia nei giovani e nel futuro, l’appuntamento con le Giornate FAI d’Autunno. Che non solo non lascia, ma anzi raddoppia: infatti, per la prima volta nella storia della Fondazione, le aperture si replicheranno per due fine settimana. Segnate in agenda: sabato 17 e domenica 18, e il weekend successivo, sabato 24 e domenica 25 ottobre con 1.000 aperture straordinarie in 400 città da nord a sud della Penisola. Mille storie che verranno raccontate con la «curiosità» che caratterizza il FAI, mille occasioni gioiose per ritrovarsi tutti insieme – nel pieno rispetto delle norme di sicurezza – e godere del benessere che regala la scoperta del nostro infinito patrimonio di arte e natura. QUELLO CHE I LUOGHI RACCONTANO
Immaginate dunque le Giornate FAI d’Autunno come una caccia al tesoro, in cerca di luoghi ciascuno con mille storie straordinarie da raccontare. • Roma. Dopo il grande successo del 2017, sarà infatti di nuovo possibile visitare il Complesso conventuale di San giornate fai d ’autunno
Pietro in Montorio, sede della Reale Accademia di Spagna. Uno dei cortili del convento custodisce uno splendido gioiello dell’architettura rinascimentale: il tempietto del Bramante. Lo circondano 16 colonne: il numero perfetto, così decretato da Vitruvio, perché è composto da 10+6, cifre che i pitagorici consideravano ineccepibili. • Milano. Entrare nei laboratori di restauro di Open Care è un po’ come avventurarsi nella grotta di Alì Babà. Ci sono dipinti, arredi lignei, sculture, tappeti, arazzi negli studi ospitati dall’edificio dei Frigoriferi Milanesi e specializzati nella conservazione di oggetti preziosi; potrete anche osservare giovani restauratori all’opera. Per la seconda volta dopo il 2019, si svelerà il cinquecentesco Castello di Melegnano, residenza dei Medici di Marignano fino al XIX secolo, del quale si potranno ammirare anche le sale non ancora recuperate. • Napoli. Anche qui, sono infinite le storie che i 124 ettari del Real Bosco di Capodimonte possono raccontare. Realizzato tra il 1742 e il 1743 sotto la guida dell’architetto Ferdinando Sanfelice, il parco fonde la visione illuminista con l’influenza tardo barocca; imperdibili le zone panoramiche affacciate su Posillipo, la collina di San Martino e il Vesuvio. Apertura speciale anche per l’Isola di Nisida, collegata alla terraferma da un pontile carrozzabile, solitamente non accessibile in quanto ospita l’Istituto Penale Minorile di Napoli e un presidio militare. • Bari. Tanta vita è passata per le magnifiche stanze del Kursaal Santalucia, edificio liberty riccamente decorato, tra i più belli della città e teatro molto amato sin dall’inaugurazione nel 1927. È visitabile in via eccezionale in quanto sono in corso restauri che presto ne riconsentiranno l’apertura. • Firenze. Aprono al pubblico la Centrale termica della stazione di Santa Maria Novella, che provvede al riscal11
Foto © Giovanni Formosa
Centro Congressi «La Nuvola» - Roma — In 55.000 m2 all’EUR, un organismo apparentemente impalpabile in acciaio e fibra di vetro, progetto di Massimiliano e Doriana Fuksas
MERCATI PER POCHI E GROTTE DA LEGGENDA
Sono molte le occasioni di queste Giornate FAI d’Autunno per visitare luoghi inconsueti, entrare dove normalmente non si può. È questo il caso del Mercato Ittico di Ancona, luogo cardine della città, di norma precluso al pubblico; qui infatti si incontrano mercanti e pescatori, e si tengono spettacolari aste di pesce all’ingrosso. Più intima e privata è la possibilità di visitare la settecentesca Villa Gavotti ad Albisola Superiore (SV), magnifico esempio di «barocchetto genovese», ingentilita da lunghe terrazze che ospitano un giardino decorato da balaustre, vasi e statue di marmo di Carrara. E non mancano naturalmente tanti piccoli borghi e comuni con le loro storie, a volte fantastiche. Come Tiriolo (CZ), arroccato su un poggio con una spettacolare vista panoramica sull’istmo di Catanzaro, immerso tra impervie pareti rocciose e grotte al centro di leggende popolari da farsi raccontare. San Demetrio Corone (CS) è invece uno dei centri culturali più importanti della comunità albanese italiana, e custodisce la Chiesa di Sant’Agiornate fai d ’autunno
driano, con testimonianze artistiche a partire dall’XI e XII secolo. Nel cuore della Grecìa Salentina, ci sono Calimera e Soleto (LE), piccoli centri di cultura ellenofona. Un salto nel modenese e a Guiglia si potrà visitare il Castello, sontuosa residenza seicentesca della famiglia Montecuccoli, utilizzata come nascondiglio delle opere d’arte della Galleria Estense di Modena nel periodo bellico e come casinò nel Dopoguerra. UN GRAZIE ANCORA A QUANTI CI SOSTENGONO
Oltre a essere un bellissimo momento d’incontro tra il FAI e i cittadini, le Giornate d’Autunno sono anche un’occasione importante di raccolta fondi, di sostegno alla missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione, che negli oltre due mesi e mezzo del lockdown ha dovuto interrompere tutte le attività. Per
Frigoriferi Milanesi - Milano — Gli arazzi in restauro presso i laboratori Open Care ai Frigoriferi Milanesi
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Foto © Andrea Chisesi
damento di tutto lo scalo ferroviario e fu progettata tra il 1932 e il 1934 da Angiolo Mazzoni per il Ministero delle Comunicazioni; e la Galleria Rinaldo Carnielo, nel palazzo di piazza Savonarola dove il grande scultore di fine Ottocento/inizio Novecento ha vissuto e lavorato, e dove il pian terreno ancora custodisce le sue opere. • Bologna. Due possenti telamoni scolpiti da Francesco Agnesini e Gabriele Brunelli accolgono i visitatori di Palazzo Davìa Bargellini, uno dei più significativi esempi di architettura barocca in città, che apre in via straordinaria i suoi spazi di magnifica dimora signorile, con mobili antichi e sculture della scuola di Jacopo della Quercia.
Palazzo Boncompagni - Bologna
Foto © Palazzo Boncompagni
…E SOLO PER GLI ISCRITTI O PER CHI SI ISCRIVERÀ ONLINE:
Casa Museo del costume Raffaello Piraino - Palermo
Foto © Salvatore Cici
— La cinquecentesca Sala del Papa per le udienze di Gregorio XIII
Aperture riservate, dedicate solo a chi ha già la tessera del FAI, e a chi si iscriverà quel giorno oppure online in occasione delle Giornate FAI d’Autunno. Tra i luoghi straordinari da non perdere: A Palermo il «filo nascosto» di Casa Museo del costume Raffaello Piraino che ospita una collezione di oltre 5.000 pezzi tra abiti, corpini, pizzi, tessuti, biancheria, abiti infantili e religiosi provenienti dalle famiglie aristocratiche e della ricca borghesia siciliana. A Roma si può scegliere, tra l’antica tradizione benedettina delle piante officinali coltivate nell’Orto monastico dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura; e il tour futuribile tra acciaio, aria e luce del Roma Convention Center «La Nuvola», progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas per Eur SpA. A Bologna c’è lo splendido Palazzo Boncompagni, dove nacque e visse Ugo Boncompagni, papa Gregorio XIII (noto per la riforma del calendario), con la magnifica Sala del Papa, affrescata e destinata alle audizioni papali.
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— Casa Piraino aperta occasionalmente per studiosi e mostre temporanee
questo, oltre che in piazza, sarà possibile donare online e, volendo, prenotare anticipatamente il proprio spazio di visita, dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti sono limitati. Le Giornate FAI d’Autunno 2020 non sarebbero possibili senza il fondamentale contributo di importanti aziende illuminate. Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo nella lista dei luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo del materiale plastico. FinecoBank, leader nel trading online e nel Private Banking, è il prestigioso Main Sponsor dell’evento e da sempre sostiene il valore del patrimonio. Rekeep, principale gruppo italiano attivo nel facility management e amico del FAI dal 2018, conferma il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor. Grazie anche a Edison da sempre vicina al FAI in maniera concreta per la salvaguardia di luoghi e realtà di interesse sociale, culturale e turistico; alla Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018, che favorisce il dialogo con la società civile e valorizza il patrimonio culturale e museale; System Professional, brand di
beni fai cantieri
prodotti professionali haircare, per il primo anno accanto alla Fondazione. E l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la rinnovata apertura e il prezioso sostegno locale. L’iniziativa si svolge con il Patrocinio del MiBACT, e di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per la collaborazione la Commissione europea, da alcuni anni partner delle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di Rappresentanza in Italia, nonché la Regione Campania, Regione Lazio, Regione Toscana e Provincia Autonoma di Trento per il contributo concesso. Anche per questa edizione la Rai conferma il suo impegno per la tutela dei beni culturali e paesaggistici italiani, e come Main Media Partner supporta le Giornate anche attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale. Un ringraziamento particolare alla Protezione Civile e ai suoi volontari, all’Arma dei Carabinieri, alla Croce Rossa Italiana, a tutte le Province, Comuni, Soprintendenze, Università, Enti Religiosi, Istituzioni Pubbliche e Private, che hanno dato il loro sostegno. E alle 128 Delegazioni, ai 102 Gruppi FAI e ai 4 Gruppi FAI Ponte tra culture che hanno collaborato in modo virtuoso con i 96 Gruppi FAI Giovani per la realizzazione dell’evento.
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40 anni insieme nelle pagine del Notiziario Umiltà, semplicità e informazione: gli anni passano, gli strumenti evolvono, ma lo spirito rimane sempre lo stesso «Il FAI è grande e il Notiziario è il suo profeta» scriveva nel 1980 «il Bazzoni» (per chi non lo sapesse uno dei quattro fondatori del FAI) sul primo numero del Notiziario. Questa frase in questi quarant’anni ci è risuonata come un monito ogni qual volta – non poche! – abbiamo pensato di cambiare, aggiornandolo alle mutate dimensioni della Fondazione, il nostro «house organ»...; chiamare «house organ» pochi fogli spillati, umili, privi di pubblicità, con una grafica dignitosa ma semplice, senza quelle «grandi firme» che oggi sembrano indispensabili perché qualcosa venga letto o guardato fa, obiettivamente, un po’ ridere; ma questa è la realtà! Siamo affezionati al nostro Notiziario così com’è, come lo si è ai giochi di quando si era piccoli, all’immagine della maestra delle elementari, al calcetto che si giocava all’oratorio, al primo amore; noi però siamo cresciuti, il FAI è passato da 1.000 iscritti a 220 mila.... ma, cosa volete che vi dica... noi «vecchi» del FAI e tantissimi di voi iscritti da anni, con questo Notiziario siamo cresciuti e ci troviamo bene (anche il nome, diciamocelo, è un po’ da oratorio) e non ce la sentiamo di relegare anche lui tra i cari ricordi! Ogni tre mesi ne abbiamo studiato con attenzione e passione i contenuti, lo abbiamo scritto, lo avete letto sempre con interesse e, soprattutto, «difeso» quelle due o
tre volte che vi abbiamo interpellato chiedendovi il vostro parere sulla sua attualità e utilità e sulla eventualità di cambiarne la forma; alla fin fine piace così a molti di voi e a noi, un po’ semplice, senza fronzoli, senza pretese, un po’ da gruppo di amici più che da grande Fondazione nazionale ormai adulta, credibile e (lasciatemelo dire) autorevole. Lasciare così il Notiziario, non trasformarlo in una vera rivista, affidarlo a dei veri giornalisti è forse un po’ uno snobismo...; sempre sul primo numero Renato Bazzoni chiedeva a quei quattro gatti allora iscritti al FAI (qualche centinaio nel 1980) di scriverci, dirci le loro idee, fare proposte...; dopo quarant’anni vi rinnovo l’invito! Andiamo avanti così? Un Profeta è sempre un Profeta anche se piccolo e umile; noi pensiamo che l’importante sia che si faccia ascoltare, che sia credibile, che non sia pesante e che, quando arriva a casa porti con se un po’ di quello spirito concreto, ardito, operoso, positivo, civile che giorno dopo giorno, anno dopo anno spinge noi, spinti da voi che ci sostenete, a continuare a lavorare per un Paese migliore. Ma se ci sbagliamo, se pensate che sia un romanticismo fuori tempo, ditecelo! Faremo tesoro del vostro parere. Marco Magnifico VICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI
UN VIAGGIO NEL TEMPO ATTRAVERSO LE COPERTINE DEL «NOSTRO» NOTIZIARIO
IL NOTIZIARIO n.9/1982 Festeggiavamo i 1.000 iscritti, oggi, in oltre 220.000, abbiamo ancora tantissima strada da fare insieme! 40
anni del notiziario fai
IL NOTIZIARIO n.13/1983 Dalla donazione di Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj, abbiamo investito oltre 6,7 milioni di euro per garantire l’apertura al pubblico dell’Abbazia di San Fruttuoso
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IL NOTIZIARIO n.16/1984 Elisabetta De Rege Provana dona il Castello della Manta custode di una straordinaria testimonianza di pittura tardogotica profana
n.1/1980 IL PRIMO NUMERO DEL NOTIZIARIO DEL FAI Era la fine del 1980 quando fu dato alle stampe il primo numero del Notiziario, quattro pagine semplici e schiette, fortemente volute da Renato Bazzoni, direttore del periodico fino alla sua morte. Una pubblicazione semplice il cui principale obiettivo è sempre stato quello di informare e mantenere vivo il legame con quanti, iscrivendosi al FAI, hanno dimostrato di credere e scelto di sostenere la nostra missione. Notizie, approfondimenti e appuntamenti che raccontano il fare quotidiano della Fondazione. Un fare che, come testimonia il primo editoriale di Bazzoni, ha sempre avuto la priorità per il FAI. Il Notiziario, fin dal suo primo esordio, ha dichiarato la sua natura ancillare rispetto alle attività di restauro, valorizzazione e promozione del patrimionio artistico e paesaggistico italiano. Così è successo anche in quest’anno particolare che ci ha visti costretti a sospendere la pubblicazione cartacea per ridurre i costi e uscire solo in versione digitale. Ma speriamo di tornare al più presto a farvi compagnia nelle vostre case!
IL NOTIZIARIO n.21/1986 La Baia di Ieranto, donata da Italsider per sottrarla ai pericoli di speculazione, è ora un laboratorio per la tutela della biodiversità 40
anni del notiziario fai
IL NOTIZIARIO n.25/1987 Il Monastero di Torba, donazione di Giulia Maria Crespi, è di nuovo nelle sapienti mani della famosa restauratrice Pinin Brambilla Barcilon
IL NOTIZIARIO n.31/1989 Il Castello e Parco di Masino, acquistato dal FAI con il contributo di Giulia Maria Crespi dai Conti Valperga, a oggi ha accolto circa 1,7 milioni di visitatori
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IL NOTIZIARIO n.32/1989 Investiti oltre 7,8 milioni di euro per restaurare e mantenere Villa Della Porta Bozzolo, donata dagli Eredi Bozzolo
IL NOTIZIARIO n.36/1990 Villa del Balbianello, lasciata in eredità da Guido Monzino, dal 2015 ha accolto in media oltre 120.000 visitatori all’anno!
IL NOTIZIARIO n.38/1991 Il libro del FAI: quest’anno, dopo quasi 30 anni, la nuova edizione dedicata a Giulia Maria Crespi
IL NOTIZIARIO n.54/1995 Alla 3a edizione le Giornate FAI di Primavera si guadagnano l’onore della copertina
IL NOTIZIARIO n.55/1995 In fila per le aperture, oggi, dopo 28 edizioni, abbiamo accolto 13 milioni di visitatori!
IL NOTIZIARIO n.59/1996 Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo donano Villa e Collezione Panza. Quest’anno i 20 anni dall’apertura!
IL NOTIZIARIO n.62/1997 Renato Bazzoni ci lascia il 9 dicembre del 1996: il ricordo in un numero speciale
IL NOTIZIARIO n.64/1997 Il valore della bellezza, a San Marino uno dei primi convegni FAI per promuovere il patrimonio artistico
IL NOTIZIARIO n.65/1997-98 Da sempre ci occupiamo del futuro delle nuove generazioni con attività dedicate nei Beni e i progetti FAI Scuola
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anni del notiziario fai
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IL NOTIZIARIO n.68/1998 La battaglia in Vallagarina, esempio delle tante lotte del FAI per la tutela del paesaggio italiano
IL NOTIZIARIO n.73/1999-2000 Il Giardino della Kolymbethra, ricevuto in concessione dalla Regione Siciliana, è oggi un scrigno unico di biodiversità
IL NOTIZIARIO n.85/2002-2003 Oltre 6 milioni di euro investiti per restaurare e mantenere Parco Villa Gregoriana, concessione statale
IL NOTIZIARIO n.93/2004-2005 Donata da Maria Teresa Olcese Valoti e Pierpaolo Olcese, Villa dei Vescovi: un dialogo tra architettura e territorio
IL NOTIZIARIO n.99/2006 I Luoghi del Cuore. Dal 2003 al 2020 abbiamo sostenuto 119 progetti in 19 regioni. Continuiamo a votare!
IL NOTIZIARIO n.110/2009 Il 5 x 1.000 un’azione concreta che non costa nulla, oggi più che mai importante per la nostra Fondazione
Il notiziario del FAI
Il notiziario del FAI
138 marzo aprile maggio 2016
BOSCO DI SAN FRANCESCO
All’aria aperta nei nostri beni
900 luoghi e 7000 volontari: la grande festa della bellezza
Gli appuntamenti dei prossimi mesi
IL NOTIZIARIO n.128/2016 Donato da Intesa Sanpaolo il Bosco di San Francesco ad Assisi: uno tra i Beni più visitati nel 2020! 40
anni del notiziario fai
DICEMBRE
/ 2019 -
GENNAIO
-
FEBBR AIO
/ 2020
NEL CUORE DEL SALENTO SCOPRITE IN ANTEPRIMA LA CHIESA ROMANICA OGGI “APERTA PER RESTAURO”
POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1/CN/BO.
Periodico: Poste Italiane Spa – Sped. in abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/BO.
Periodico: Poste Italiane Spa – Sped. in abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/BO.
Giornate FAI di Primavera
Insieme possiamo cambiare l’Italia. Ricordiamocelo!
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ABBAZIA DI CERRATE
UN PERCORSO TRA NATURA, STORIA E SPIRITUALITÀ AI PIEDI DEL SACRO CONVENTO DI ASSISI
Manda un SMS o chiama il 45599
n.
140 settembre ottobre novembre 2016
Ricordiamoci di salvare l’Italia
Il suolo risorsa preziosa
Robert Wilson a Villa Panza
La campagna di raccolta fondi e FAIMARATHON
Proposte necessarie per una direttiva europea
E le manifestazioni d’autunno nei beni del FAI
IL NOTIZIARIO n.140/2016 L’Abbazia di Cerrate, in concessione dalla Provincia di Lecce, e la sua doppia anima: luogo di culto e masseria storica
Un Natale speciale Fiocco rosa a Talamona: è nata Giuliamaria, la prima vitellina FAI di razza Original Brown che in estate pascolerà tra l’Alpe Pedroria e l’Alpe Madrera in Valtellina
Dai Luoghi del Cuore 27 progetti per l’Italia
I Beni del FAI laboratori di sostenibilità
L’appassionata rete dei nostri volontari
VOI LI AVETE VOTATI. ORA POSSIAMO SALVARLI
IMPEGNO QUOTIDIANO RIVOLTO ALL’AMBIENTE
UNA NUOVA RUBRICA RACCONTA IL NOSTRO
UNA COLONNA PORTANTE DELLA FONDAZIONE
IL NOTIZIARIO n.153/2019-2020 A Talamona, in Valtellina, nasce Giuliamaria, la prima vitellina FAI: un augurio per un lungo futuro insieme!
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AMBIENTE
La nuova stagione della
Foto Davide Marcesini © FAI
Il cambiamento climatico è diventato emergenza climatica, questo impone a tutti un atteggiamento completamente diverso
Vorrei che scomparisse lo storicismo contrapposto all’ambientalismo e che scomparisse l’ambientalismo contrapposto allo storicismo. Vorrei che ambiente e storia fossero riconosciuti come le massime componenti di una cultura integralmente intesa, la quale per il FAI si articola in Ambiente (l’aspetto naturale) e Paesaggio e Patrimonio (l’aspetto storico e artistico dell’ambiente). L’uomo storico ha prevalso sull’uomo naturale, recando danni gravi alla vita in generale e alla Terra tutta. Ma una Terra ambientalmente salvata ma storicamente distrutta è un incubo altrettanto spaventoso. La base di una colonna è il culmine affiorante della radice, il fusto è il tronco e il capitello è la chioma: salviamo l’albero o il capitello? La missione del FAI dice entrambi, ma essa deve svilupparsi bilanciando il meglio possibile i due volti del suo Giano. Dopo questa estate molto particolare, in cui abbiamo vissuto finalmente qualche momento di svago e leggerezza, eccoci ora appena passato l’equinozio di autunno ad affrontare una situazione nuova, con molte incertezze ma anche nuove prospettive e idee. La pandemia ha indubbiamente cambiato molti dei paradigmi globali, soprattutto per quanto riguarda la salute umana, ma anche quella del pianeta, e ci ha fatto riflettere sull’equilibrio necessario tra uomo e natura; proprio in quest’ottica non dobbiamo dimenticare l’altra importante emergenza che stiamo vivendo, quella climatica. Se nel nostro Paese tutto sommato l’estate è stata quasi normale, lo stesso non si può dire per il resto del continente europeo. Anche quest’anno, e ormai siamo al quarto consecutivo, una pesante siccità ha colpito Francia, Germania, Benelux e Regno Unito, con temperature inimmaginabili fino a solo qualche anno fa, 42-43°, con picchi di 45° all’interno della Francia. In Germania la produzione agricola subirà un calo del 40% e intere porzioni di foresta in Germania, Polonia e Repubblica Ceca stanno morendo proprio a causa della mancanza d’acqua. In Siberia si sono registrate temperature tropicali e i ghiacciai sempre più si stanno sciogliendo con gravi conseguenze sulla disponibilità idrica e sul paesaggio montano. Sono tutti segni ormai inequivocabili che il cambiamento climatico si è trasformato in emergenza climatica. Sarebbe quindi l’occasione di rivedere, insieme a molti comportamenti condizionati dal Covid, anche molte politiche economiche di sviluppo e di programambiente
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Foto © Antonio Leo
Andrea Carandini PRESIDENTE FAI
consapevolezza ambientale mazione. Risuona forte il recente monito di Papa Francesco: «Se l’uomo ha il diritto di fare uso della natura per i propri fini, non può in alcun modo ritenersi suo proprietario o despota, ma solamente l’amministratore che dovrà rendere conto della sua gestione».
Foto Enrico Cilli © FAI
Foto Vincenzo Cammarata © FAI
DA BOLLE DI CALORE A CITTÀ SOSTENIBILI
— In alto, a sinistra le arnie del progetto «Api nei Beni» nel Podere
Case Lovara (SP), a destra la vasca di raccolta delle acque al Giardino della Kolymbethra (AG). A sinistra la piantumazione dell’oliveto sperimentale per la lotta alla Xylella all’Abbazia di S. Maria di Cerrate (LE), progettato in collaborazione con il CNR. Sopra, una parte dei 50 pannelli fotovoltaici installati nel Podere Case Lovara, che garantiscono il 60% del fabbisogno energetico
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ambiente
Qualche segnale comincia a emergere, ma ancora troppo flebile. La grande massa di aiuti che la Comunità Europea stanzierà con il Recovery Fund avrà come priorità investimenti in sostenibilità ambientale e in miglioramento della qualità della vita: un’occasione per passare dall’epoca dei combustibili fossili a quella delle energie rinnovabili, senza dimenticare che l’energia più sostenibile è quella non utilizzata. È questa la sfida ambientale che cultura, politica ed economia devono raccogliere nei prossimi mesi e anni. Bisogna quindi pensare a forme d’investimento pubblico e privato in nuove tecnologie «pulite» in termini di emissioni e scarichi, ma anche di risparmio idrico (l’acqua sarà il petrolio del secolo), di trasformazione delle nostre città e paesi da bolle di produzione di calore in città sostenibili. Ci sono idee e progetti che propongono di rendere più verdi quartieri e città con nuove piantumazioni e una rivista gestione dell’acqua utilizzata, anche per mitigare i picchi di calore e quindi migliorare la qualità della vita negli insediamenti umani. Abbiamo scritto sui precedenti numeri dei progetti che il FAI continua a sviluppare, con i Beni Sostenibili quale fulcro di quell’equilibrio con il Pianeta da ritrovare. Portiamo avanti quel processo di riequilibrio con la natura che apre alla scoperta e alla conoscenza di un mondo di piante e animali che in questi mesi abbiamo scoperto essere molto più vicino di quanto pensavamo: nel lockdown si sono ripresi spazi per entrare nelle nostre città, e, una volta riaperti i Beni, abbiamo ampliato a nuovi ambiti le nostre proposte, che ci mettono in connessione con lo splendido mondo della biologia in tutte le sue forme. Abbiamo capito quanto la «resilienza della natura» sia un elemento da tenere in considerazione in modo positivo, la Natura è in grado di sopravvivere a qualsiasi pandemia, soprattutto quando questa rallenta o addirittura ferma le nostre attività impattanti. Siamo da sempre convinti che l’offerta culturale del FAI su storia, archeologia, architettura e arte con l’integrazione di natura e bellezze ambientali contribuisca in modo determinante a creare quella conoscenza e consapevolezza necessarie per tutelare e proteggere il Pianeta e quindi noi stessi. In questo periodo abbiamo lavorato per consolidare i progetti di sviluppo di questa visione sulla sostenibilità ambientale. I Beni Sostenibili, solo per citarne uno, saranno sempre più laboratori, punti d’incontro e proposta tra conoscenze ed esperienze, nonché modelli concreti per l’applicazione di nuove tecnologie e metodi innovativi di sviluppo da esportare nelle città e nella quotidianità. Ma i Beni devono anche essere luoghi di esempio per comportamenti virtuosi, perché crediamo che quando le scelte individuali diventano abitudini collettive, possono concorrere alla costruzione di economie più sostenibili e di società più consapevoli. Dobbiamo quindi saper trarre insegnamento dalla difficile esperienza degli scorsi mesi, farne tesoro e ripartire con questa nuova predisposizione positiva e costruttiva nei confronti di Madre Terra. Maurizio Rivolta VICEPRESIDENTE FAI
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Non si smette mai di imparare!
Foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini © FAI
Foto Andrea Straccini © FAI
Dirette streaming, lezioni online, tutti i progetti innovativi del FAI a fianco dei giovani e della scuola
— L’offerta didattica del FAI si rivolge a tutte le scuole di ogni ordine e grado e affianca i docenti con proposte formative di cittadinanza attiva
Com’era bello immergersi nelle stanze di luce a Villa Panza e ascoltare lo stupore dei bambini, vederli muoversi nello spazio colorato. Com’era bello vedere le squadre correre su e giù per la torre di Torba, per arrivare primi al tesoro e vincere la caccia, ripercorrendo le tracce antiche che il mattino la guida ci aveva raccontato. A Masino, in terza, si andava per rivivere le avventure di Lancillotto e Ginevra: la lotta contro il male. A Casalzuigno i bambini in piccoli gruppetti scoprivano da soli come si viveva tanto tempo fa, guidati solo da una mappa e qualche domanda scritta a suscitare intuizioni. E poi c’era il momento più atteso, quello del gioco libero, il picnic sul prato, in un angolo del giardino, dove nessun cartello vietava di calpestare l’erba. Quella libertà sfrenata è proprio ciò che oggi ci è tolto da questa sciagurata pandemia. Dobbiamo coltivare tutti la pazienza e l’attesa. Ma torneremo, ne sono certa, e sarà di nuovo bellissimo. Giulia Orombelli
Maestra e autrice di Imparare davanti a un quadro, 22 Publishing
Il mondo della scuola è un interlocutore naturale per il compito educativo e sociale che è parte integrante della missione della Fondazione, ispirata agli articoli 3 e 9 della Costituzione Italiana. Per questo, sono più di vent’anni che il Settore Scuola Educazione affianca i docenti, secondo il principio di sussidiarietà, con un pacchetto di offerte didattiche per far scoprire ai giovani i tesori del nostro patrimonio d’arte, la natura come la storia e le tradizioni. La metodologia, sperimentata nei tanti anni di collaborazione col mondo della scuola, è quella di invitare i docenti scuol a
ad uscire dalle aule scolastiche per far riscoprire a ragazzi e ragazze il territorio in cui vivono. In questo modo il patrimonio artistico e naturale non è solo una materia da studiare, ma un mezzo attraverso il quale coinvolgerli nella vita sociale, culturale ed economica della comunità. L’anno scolastico 2020-21 si prefigura complesso; docenti e studenti dovranno riuscire a «costruire insieme» un nuovo modo di fare didattica. In questo contesto è ancora più importante il ruolo del FAI, che mette in gioco le sue conoscenze e competenze per proporre ai docenti alcune attività innovative in grado di appassionare i giovani e renderli cittadini consapevoli. Eccole! APPRENDISTI CICERONI
Un cicerone è sempre e soprattutto uno storyteller, ed è un po’ questa l’essenza del progetto rivolto a studenti di tutte le età, che possono misurarsi in un’esperienza di cittadinanza attiva volta ad accogliere e accompagnare il pubblico che partecipa ai grandi eventi di piazza organizzati dalla Fondazione. Come? Seguendo un percorso di studio e di formazione civica e sociale, da attuarsi online, col supporto dei docenti e dei volontari FAI. Da quest’anno il progetto si arricchisce della sezione «Apprendisti Ciceroni in diretta», che mette ancora più in contatto col proprio territorio e la sua storia. Gli studenti sono invitati a individuare i loro luoghi identitari e, attraverso dirette in live streaming sui canali social della Fondazione, farli conoscere e apprezzare dai loro coetanei. In questo modo si prende coscienza dello straordinario mosaico di identità del quale è costituito il patrimonio culturale italiano e si impara anche ad usare in modo consapevole i mezzi di comunicazione digitale. Il progetto Apprendisti Ciceroni è realizzato gra20
Foto Barbara Verduci © FAI
Foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini © FAI
— Il progetto
— Le Mattinate FAI d’Inverno si ampliano con un palinsesto di dirette streaming
zie al sostegno di Fondazione Deutsche Bank Italia, da sempre vicina alle nuove generazioni. GITE NEI BENI DEL FAI
La gita scolastica è un rituale imprescindibile, che fonde cultura e divertimento, opportunità di approfondimento e occasione di svago. Un momento importante, perché spezza la routine scolastica e allo stesso tempo completa il percorso didattico. Ognuna delle proposte di visite ai Beni FAI offre molteplici spunti di riflessione sulla storia, l’arte, la natura e l’identità italiane, in grado di soddisfare le aspettative di insegnanti e studenti, rendendoli protagonisti attivi di un’esperienza di scoperta di grande valore educativo. Ma quest’anno l’emergenza sanitaria ha causato la sospensione temporanea delle uscite didattiche: come fare? I Servizi Educativi FAI hanno messo a punto uno speciale programma di visite condotte da operatori specializzati attraverso una piattaforma virtuale. Sono «gite» digitali che usano immagini in alta risoluzione e una metodologia interattiva che alterna brevi momenti di spiegazione a giochi e quiz, per mantenere sempre viva l’attenzione. Una proposta innovativa attuabile a partire da settembre, per non perdere la possibilità di scoprire le bellezze di ville, castelli, giardini, collezioni gestiti dalla Fondazione, anche quando non si avesse la possibilità di farlo di persona. MATTINATE FAI D’INVERNO
È il grande evento nazionale dedicato al mondo della scuola, giunto alla sua IX edizione, che si terrà nella settimana dal 23 al 28 novembre e che da quest’anno verrà esteso anche al pomeriggio. Le Delegazioni FAI territoriali scuol a
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«Apprendisti Ciceroni in diretta» per una maggiore connessione con il terrirorio e la sua storia
organizzano particolari visite dedicate alle classi «Amiche FAI», gestite interamente dagli Apprendisti Ciceroni che si mettono così in gioco in prima persona in un’esperienza di educazione tra pari. In questa edizione gli Apprendisti Ciceroni attiveranno, dai luoghi dove si svolge l’evento, delle dirette streaming sui canali social delle Delegazioni FAI, per raccontare la storia del Bene e permettere a tutte le scuole del territorio nazionale di condividere le bellezze del luogo. Verrà definito un calendario di apertura dei Beni affinché le classi possano accedervi su prenotazione e un palinsesto di dirette per una più ampia fruizione del patrimonio. Il progetto è sostenuto da cinque anni da AGN ENERGIA, il brand di Gruppo Autogas, che promuove il sondaggio «La tua Idea Green» attraverso il quale gli studenti possono indicare le azioni che ritengono prioritarie per la salvaguardia dell’ambiente. «IDENTITÀ RITROVATE. ALLA RISCOPERTA DEL PATRIMONIO D’ARTE, NATURA E DELLE TRADIZIONI ITALIANE»
Il progetto, nato per educare al patrimonio culturale e ambientale, invita docenti e studenti a rintracciare nei luoghi dove vivono, elementi del patrimonio immateriale che considerano importanti per il loro valore identitario. Il 2020 è stato infatti caratterizzato da un desiderio comune di «liberazione» e «rinascita», di riscoperta del territorio e della tradizione di civiltà che salda insieme il nostro Paese. Il progetto segna un’opportunità di crescita professionale nell’ambito dell’educazione civica, che il FAI (quale ente accreditato per la formazione), mette a disposizione dei docenti, attraverso una piattaforma e-learning, incontri webinar e il concorso «Ti racconto un posto…» da proporre alle classi. Il proposito è di affidare ai giovani il compito di immaginare un futuro ispirato ai migliori sentimenti e principi che quella tradizione custodisce e che si rivela proprio nei paesaggi e nei monumenti delle nostre città. Il Progetto è sostenuto da Ferrero, da anni a fianco della Fondazione nei programmi dedicati alle scuole.
FAI SCUOLA DIGITALE • Formazione docenti mediante piattaforma e incontri webinar • Formazione Apprendisti Ciceroni mediante piattaforma dedicata • Attività degli Apprendisti Ciceroni in diretta • Visita digitale ai Beni del FAI • Palinsesto di dirette in occasione delle Mattinate FAI d’Inverno • Concorso «Ti racconto un posto…» Scopri tutte le 21novità su www.faiscuola.it
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Ultime notizie dal mondo FAI
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Aperture al pubblico, interventi, incontri e manifestazioni. Siamo ripartiti, affrontando una nuova normalità, con entusiasmo e all’insegna della sicurezza — La cerimonia di
Foto Stefano Casiraghi © FAI
inaugurazione, con il sindaco Giorgio Gori e il Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico
L’inaugurazione dei Giardini di Palazzo Moroni: un paradiso ritrovato «I Giardini di Palazzo Moroni sono un piccolo pezzo di paradiso ritrovato». Non esagerava, il Vicepresidente Marco Magnifico, quando con queste parole inaugurava lo scorso 26 giugno l’apertura al pubblico dei Giardini di Palazzo Moroni, alla presenza del sindaco Giorgio Gori e di una rappresentanza
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del personale sanitario di Bergamo. Per la città che ha sofferto come poche i colpi della pandemia, quello è un imponente e prezioso polmone verde, un angolo di campagna intatta e suggestiva, che si apre in pieno centro. La riapertura è arrivata quasi inaspettata; era prevista per la primavera del 2021, ma la Fondazione ha deciso di anticiparla per rendere omaggio non solo alla città e ai bergamaschi, ma anche a tutto personale sanitario che ha combattuto con eroismo in questi mesi. Era il 4 dicembre 2019, il FAI aveva stipulato un’intesa con la Fondazione Moroni per il restauro e la valorizzazione del Palazzo, situato nella città alta. Al momento chiuso al pubblico per i restauri, l’edificio è una splendida costruzione della metà del Seicento, ma la punta di diamante di questo Bene sono gli oltre 2 ettari di giardino che si estendono ai piedi della Rocca civica. Più delle dimensioni, quello che lo rende straordinario è la proporzione fra il giardino formale e la sua parte agricola, con gelsi, vigne, una pergola, un tipico roccolo, un pozzo e anche zone di prato non tagliato dentro le mura della città. «Il FAI sogna ad occhi aperti affinché quello che sogniamo diventi realtà», ha dichiarato Marco Magnifico, «ecco, il nostro sogno è che l’ortaglia di Palazzo Moroni ci consenta di raccontare la storia del paesaggio agricolo, una disciplina che nessuno insegna». Il progetto della Fondazione infatti è non solo quello di restituire questo lembo di Bergamo alla città ma anche farne il prototipo e il messaggero più autorevole del nuovo rapporto che dobbiamo avere con la Natura.
Tre giorni per il giardino edizione autunno
CASTELLO E PARCO DI MASINO, CARAVINO (TO)
Torna la Tre Giorni d’Autunno, più ristretta, più «distanziata», ma con la stessa cura ed entusiasmo di sempre. Il tardo autunno è per lavorare in giardino: nuove piante e vecchi amici ci aiuteranno nei prossimi mesi a sognare la primavera che verrà. Per questo le tre giornate saranno incentrate sui lavori di giardinaggio autunnale con chiacchierate a tema in cui diversi esperti coltivatori ci racconteranno che cosa significhi l’arrivo dell’autunno: nel bosco/giardino di Paolo Pejrone, nel vivaio di Anna Peyron, nei giardini storici più importanti del FAI, negli orti o nelle serre di Marco Gramaglia. Vi aspettiamo! Il calendario degli Eventi nei Beni FAI 2020 è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al prezioso contributo di FinecoBank, realtà leader nel trading online e nel Private Banking main sponsor del progetto. Grazie anche a Pirelli che conferma per l’ottavo anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI, Golia Herbs che rinnova nel 2020 il suo sostegno agli eventi verdi e Nespresso nuovo importante sponsor della Fondazione
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PRIMA
È genovese il nuovo intervento de I Luoghi del Cuore Nel 2018, grazie agli «Amici di Villa Durazzo Pallavicini», la villa genovese e il suo giardino, premiato nel 2017 come «Parco più Bello d’Italia», erano stati votati da 10.391 persone al 9° censimento «I Luoghi del Cuore». Realizzato a metà Ottocento per il marchese Ignazio Pallavicini dall’architetto e scenografo Michele Canzio, il parco inscena un percorso teatrale. Un racconto romantico, articolato in un prologo, un antefatto e tre atti, con un divertente esodo finale, conduce il visitatore attraverso architetture in stile neoclassico, neogotico, moresco, cinese e rustico, laghi, cascate e ruscelli, statue e una vegetazione lussureggiante. Grazie al contributo «I Luoghi del Cuore», in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è stato restaurato il Chiosco delle Rose, un padiglione in ferro battuto che contiene una stanza a cielo aperto, perimetrata da una boiserie. Al suo interno si realizzano i primi giochi d’acqua dell’Esodo, divenuti famosissimi nell’Ottocento e riattivati con il restauro. Il X censimento nazionale ha superato il milione di voti ed è in corso! Vota anche tu fino al 15 dicembre sul sito www.iluoghidelcuore.it
Si aspettavano di riabbracciarsi a giugno, invece si sono ritrovati in video a settembre con una carica di energia positiva, un bagaglio di esperienze e una determinazione invidiabili. Sabato 19 settembre si è svolto il primo Incontro nazionale FAI Giovani realizzato in modalità virtuale, che ha riunito oltre 250 volontari, rappresentanti dei 96 Gruppi FAI Giovani presenti in tutta Italia. Tra interventi istituzionali e sguardi al futuro con un’attenzione particolare all’ambiente, non sono mancati momenti toccanti, come le testimonianze di alcuni giovani che hanno condiviso le emozioni provate negli ultimi mesi come la forza che l’essere volontari in un gruppo ha dato loro per affrontare il lockdown – vissuto da alcuni lontano dai propri cari – e «traslocare il FAI il più possibile nel mondo virtuale» (Georg, FAI Giovani Lombardia), spinti dalla voglia di continuare a sostenere la missione della Fondazione nonostante le difficoltà. L’incontro è stato anche un’occasione importante per affrontare il tema delle imminenti Giornate FAI d’Autunno. In vista del doppio appuntamento di quest’anno, nel pomeriggio di sabato sono stati organizzati laboratori e incontri tematici virtuali per approfondire con gli uffici del FAI nazionale diversi aspetti della manifestazione. Un grazie va a tutti i giovani volontari che hanno partecipato, condiviso le loro idee e trasmesso a tutti una grande voglia di ripartire. Foto Dal Pozzolo-Musacchio-Ianniello © FAI
Foto Davide Marcesini © FAI
ORA
INCONTRO NAZIONALE FAI GIOVANI
RIPARTI CON IL FAI!
Foto Dario Fusaro © FAI
A settembre è ripresa la programmazione dei viaggi per gli Iscritti FAI. Percorsi unici alla scoperta del patrimonio d’arte e paesaggio dell’Italia, ingressi esclusivi in luoghi speciali accompagnati da docenti d’eccezione per conoscere e approfondire luoghi noti e meno noti. Partecipa a questi viaggi, contribuirai alla conoscenza e alla salvaguardia del nostro patrimonio d’arte e natura. Cosa aspetti? Clicca qui per conoscere il calendario dei viaggi dell’autunno!
news
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Ti amo, perciò ti lascio. LA GENEROSITÀ È L’EREDITÀ PIÙ GRANDE. Un lascito al FAI è per l’arte e per la natura. È per sempre.
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