Il notiziario fai 135

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Il notiziario del FAI

Periodico: Poste Italiane Spa – Sped. in abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/BO.

135 giugno luglio agosto 2015

IL CASTELLO DI AVIO ALLE PORTE DEL TRENTINO UN IMPONENTE COMPLESSO DIFENSIVO IMMERSO NEL VERDE DELLA NATURA

Un nuovo bene del FAI

Monte Fontana Secca un luogo della memoria

Arte e spiritualità

Michelangelo Pistoletto spiega il Terzo Paradiso

Vivi l’estate con noi

Da nord a sud le manifestazioni nei beni


02 - EDITORIALE

DOBBIAMO TUTELARE L’AGRICOLTURA

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osì come dopo l’intervento del FAI l’acqua è tornata a fluire attraverso gli antichi ipogei feaci scavati dai Greci nel tufo dorato di Agrigento per irrigare gli orti di carciofi e gli agrumi della Kolymbethra, così tra breve, grazie al FAI, il latte tornerà a fluire dalle mammelle delle vacche pascolanti di Fontana Secca nei calderoni delle malghe, per quel formaggio che sa di erbe aromatiche e di fumo che soltanto i pascoli alpini possono regalare. Oggi quindi il FAI, insieme a un bene all’estremo Sud dello Stivale, conserva un bene naturalistico anche all’estremo Nord, nella corona delle Alpi, grazie a un dono di 150 ettari di boschi e pascoli d’alta quota, ricevuto dai fratelli Collavo, con tre casere e resti di antiche stalle. Io non ho visitato questa zona che con il Monte Grappa è stata testimone di alcune delle pagine più gloriose della Prima Guerra Mondiale, ma conosco bene, avendo passato la mia giovinezza più sovente tra le cime montuose che in riva al mare, il sapore dei pascoli incontaminati e aperti ai grandi spazi del cielo, lassù in alto tra cime rocciose. E so quale intimo calore e letizia si può ricevere se si cammina nel silenzio di questi alpeggi, lontano dai fragori delle macchine e dal cemento. È un invito che propongo ai giovani in cerca di emozioni profonde! Ho accennato a quel dono prezioso che è il latte, mi rivolgo alla consapevolezza di chi compera nei supermercati i cartoni di latte già confezionato. Voi sapete, Amici, che dal 2007 si è chiuso un allevamento di bovini su 5? E udite! udite! Secondo gli studi di Coldiretti si sono persi

Giulia Maria Mozzoni Crespi Presidente Onorario FAI

32.000 posti di lavoro. Mentre, e questo è il colmo, ben 86 milioni di quintali di latte sono importati dall’estero e così per ogni milione di quintali di latte importato scompaiono 17.000 mucche e migliaia di posti di lavoro? Mentre il prezzo del latte pagato all’agricoltore è di 32 centesimi al litro, però sullo scaffale del negozio il latte arriva con il prezzo quintuplicato! Lo sapete? Attualmente i giornali e i politici si occupano di riformare la scuola, la Costituzione e ci informano sul numero di aziende che vengono chiuse o riaperte ma perché, io grido ai quattro venti, non parlano quasi mai della perdita dei posti di lavoro in agricoltura e dimenticano le stalle che anche ora stanno chiudendo per mancanza di introiti? Ma c’è dell’altro. L’importanza di questo settore non risiede soltanto nel problema agricolo. Riguarda anche la tutela del nostro paesaggio che da centinaia di anni è stato di vocazione agricola! Sì, i tempi sono cambiati ma la donazione di Fontana Secca ci invita a ricordare l’importanza del paesaggio montano e a mantenere vive alcune tradizioni anche per incentivare in Italia l’occupazione agricola. Difendiamo dunque con amore la salvaguardia delle nostre campagne, pascoli, boschi e delle nostre vette minacciate da strade, funivie e cemento e per confortarci ascoltiamo il poeta Carducci: E Pan l’eterno che su l’erme alture/A quell’ora e ne i pian solingo va/Il dissidio, o mortal, de le tue cure/Ne la diva armonia sommergerà.

Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314 Stampa DATA MEC S.r.l.

CONTENUTI RISULTATI CAMPAGNA.....................................................................................pag 3 FONTANA SECCA...............................................................................................pag 4 I BENI DEL FAI.......................................................................................................pag 6

Direttore responsabile Simonetta Biagioni

L’INTERVISTA.........................................................................................................pag 11

Redattore Claudia Covelli

CONVEGNO DI ROMA .....................................................................................pag 12

Coordinamento editoriale Marco Magnifico Progetto grafico Carlo Dante Quota minima di adesione annuale al FAI: 39,00 Euro

VARIE ........................................................................................................................ pag 14 LE MOSTRE.............................................................................................................pag 16 IL BILANCIO 2014................................................................................................pag 17 MANIFESTAZIONI................................................................................................pag 18


RISULTATI CAMPAGNA - 03

RICORDIAMOCI DI SALVARE L’ITALIA GRAZIE A TUTTI PER AVER CONTRIBUITO A RENDERE L’ITALIA UN PAESE MIGLIORE!

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i è conclusa con successo Ricordiamoci di salvare l’Italia, la campagna nazionale di raccolta fondi del FAI che ha invitato gli italiani a condividere la missione della Fondazione dando un contributo concreto per la tutela e la valorizzazione del patrimonio d’arte e natura. Dal 16 al 22 marzo scorso, con le vostre chiamate e gli SMS al numero solidale abbiamo raccolto 355.000 euro che saranno de-

stinati alle attività istituzionali del FAI, in particolare per coprire i costi relativi alla conservazione, manutenzione e restauro dei luoghi di cui ci prendiamo cura ogni giorno in tutta Italia e per continuare a mantenerli aperti al pubblico come luoghi da vivere, per sempre e per tutti. Un importante risultato reso possibile anche grazie alla maratona Rai che ci ha ospitato nella sua programmazione.

Grazie al vostro aiuto abbiamo raccolto

355.000 euro

Frame dello spot realizzato dalla Rai per la settimana dedicata ai beni culturali

EDUCARE AL BELLO E AL RISPETTO PER LA NATURA Luigi Gubitosi, Direttore Generale Rai, ci parla della settimana dedicata ai beni cultuali in collaborazione con il FAI. Come è nata l’idea di una maratona televisiva per i beni culturali? La Rai è servizio pubblico, la Rai è memoria, la Rai è cultura. Come azienda radio televisiva di servizio pubblico abbiamo il dovere di promuovere il patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese che non ha eguali nel mondo. È un lavoro quotidiano che permea tutta la nostra programmazione. Dobbiamo formare e informare, educare al bello e al rispetto per la natura. La cultura del bello e del rispetto verso il patrimonio artistico e paesaggistico è quindi parte della Rai, dalle reti generaliste ai canali specializzati come Rai Cultura che oltre alle nuove produzioni spesso ripropongono il meglio delle Teche Rai, dall’informazione ai reportage. La maratona televisiva per i beni culturali era quindi un passaggio naturale per onorare il ruolo che ci lega allo Stato e ai cittadini. Perché avete scelto il FAI? Nessun’altra Fondazione ha la storia e le caratteristiche del FAI. Quarant’anni al servizio del Paese nel promuovere una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle

tradizioni d’Italia, oltre a tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle radici e della nostra identità. In fondo la mission Rai e quella del FAI si assomigliano. Entrambe, su fronti diversi e con mezzi diversi, sono impegnate quotidianamente a tutelare e valorizzare il patrimonio d’arte e naturale italiano, educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio. Senza dimenticare l’opera meritoria del FAI che in questi anni di attività ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. È una esperienza che intendete replicare? Difendere e salvare il nostro patrimonio artistico e culturale vuol dire investire nel nostro futuro. Anche la cultura e l’informazione sono un investimento. Forse il migliore. Ed è anche il modo migliore per creare ricchezza e posti di lavoro. Dobbiamo imporre questo modello e valorizzare anche l’indotto legato alla conservazione, alla tutela e alla valorizzazione di un patrimonio che può rappresentare uno straordinario volano per la nostra economia.


04 - FONTANA SECCA

LA MONTAGNA DEGLI EROI

FONTANA SECCA

Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt: un nuovo bene FAI racconta la tragedia della Grande Guerra nella suggestiva bellezza delle nostre Alpi

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ell’armonia dei nostri paesaggi alpini, nascoste tra l’erba estiva e le nevi invernali si conservano le tracce della memoria dolorosa della Prima Guerra Mondiale. Un contrasto tra il dramma dello scontro militare e la bellezza delle montagne, scenario che Ermanno Olmi ha raccontato nel suo evocativo Torneranno i prati. In questo 2015 di commemorazioni in cui ricorrono i cento anni dall’ingresso dell’Italia nel conflitto, il FAI ha ricevuto dai fratelli Liliana e Bruno Collavo una donazione di grande valore, annunciata nel recente Convegno Nazionale

GRAZIE RAGAZZI!

Come molti luoghi speciali Fontana Secca chiede molto tempo a chi vi si reca; la SS 47 - che si percorre da Padova fino a Bassano del Grappa - parla di quel Veneto dolce e disperato dove qualche scampolo di paesaggio risparmiato da capannoni e villette sembra chiedere aiuto per non essere coperto di cemento... quale devastazione! Dopo Bassano una strada impressionante si Arc. Storico Stato Maggiore dell’Esercito

della Fondazione. Un’area di 150 ettari di bosco e pascolo d’alta quota tra la cima del Monte Solarolo e quella del Monte Fontana Secca nel Comune di Quero (BL), dove tra tipiche architetture di montagna e vedute sulla valle del Piave, i ruderi degli appostamenti bellici custodiscono la memoria di uno degli episodi della guerra che punteggiano la nostra storia e la geografia del nostro territorio. Riconosciuto Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale nel Massiccio del Monte Grappa, il Monte Fontana Secca è un’area di alto

inerpica - con 15 tornanti da brivido sulla costa della montagna. Il cuore respira; il paesaggio è aspro e stupefacente e boschi ripidi e fittissimi si alternano a pascoli aperti e luminosi. Un dedalo di strade sterrate ci conduce, costeggiando il Monte Grappa che domina sia il paesaggio che i nostri animi, verso la meta. Qua e là cippi, lapidi e piccoli monumenti ricordano con mar-


A sinistra, un pastore sale verso l’alpeggio, al centro, veduta di Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt e a destra una delle tre casere

21 novembre 1917 valore naturalistico, soggetta a vincolo paesaggistico, luogo di passaggio e ricovero del bestiame e della lavorazione tradizionale del latte nelle tre casere ancora conservate. Tra il 15 e il 21 novembre 1917, la brigata Valcamonica occupò la vetta del Monte riparando in trincee di fortuna scavate nella roccia. Un estremo atto di coraggio volto a sottrarre terreno all’esercito austriaco avanzato dopo la disfatta di Caporetto. La resistenza fu breve e un terribile attacco nemico costrinse le truppe italiane alla ritirata, durante la quale oltre a 2 giovani capi-

tellante costanza il sacrificio di migliaia di ragazzi che tra il ‘16 e il ‘18 qui vissero, sperarono e morirono per regalarci la Patria. Percorriamo a piedi le ultime centinaia di metri, per non turbare una pace che attendevano quei giovani italiani e austriaci che il 21 novembre 1917 proprio qui, dove ora stiamo camminando, si fronteggiarono interrogandosi se ne valesse la pena. Bruno Collavo ci attende dall’alto della

tani caddero 8 uomini della truppa, 25 furono feriti e 449 andarono dispersi. L’area del Monte Fontana Secca è oggi un patrimonio di memoria che il FAI desidera onorare e che si impegna a conservare e valorizzare insieme alla bellezza del suo paesaggio naturalistico: “Il FAI è fiero di curare questo lembo di patria da conoscere e raccontare – dice Andrea Carandini - la Grande Guerra va ricordata, per sempre e per tutti”. Arrivederci al 21 novembre 2017 quando, in occasione del centenario dalla battaglia, questo nuovo bene verrà inaugurato.

casera adagiata sui pascoli di fianco ai resti della grande stalla che un tempo ospitava 150 vacche Burline. Le vacche torneranno mentre i prati - che, come ci ha narrato Ermanno Olmi, i fanti sognavano sepolti nelle trincee - sono già tornati a fiorire. Ogni passo tra le erbe e i fiori di Fontana Secca è un grazie a quei ragazzi. Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo FAI

Fin dall’alba un intenso bombardamento… un primo attacco sferrato dall’avversario è nettamente respinto verso le ore 11. Invano fu chiesto il pronto intervento della nostra artiglieria […] L’avversario sferrava verso le ore 13 un attacco su vetta Fontana Secca con bombe a gas asfissiante. La 506° Compagnia mitragliatrice contrattaccava subito con alla testa il Capitano Alebardi per frenare il primo urto aiutata da una sola arma avendo avuto nel bombardamento tutti gli altri pezzi fracassati. Il nemico, intanto, in masse serrate e precedute da mitragliatrici, guadagnava la vetta […] I reparti, presi da due parti e già duramente provati dall’intenso bombardamento contrattaccavano con indomito valore e gravi perdite. I pochi superstiti appoggiarono a destra sul battaglione Feltre… Dal diario del Maggiore Comandante del Battaglione, Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito


06 - I BENI DEL FAI

IL CASTELLO DI AVIO

È la porta del Trentino. Donata al FAI nel 1977 da Emanuela di Castelbarco, l’imponente struttura racchiude una storia millenaria. Questa…

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chi percorre l’autostrada del Brennero verso il confine austriaco non può sfuggire il Castello di Avio, arroccato su uno sperone roccioso del Monte Vignola alle pendici della catena del Baldo. Di fronte alla sua imponente struttura fortificata si apre la Val Lagarina solcata dal fiume Adige, disegnata dai filari dei vigneti, mentre la strada si stringe

verso Nord tra le montagne. Dall’XI secolo il nucleo del castello presidia come una sentinella una delle strade di collegamento più importanti d’Europa: oggi è la porta d’accesso al Trentino. Le origini del castello risalgono all’epoca romana quando la linea transalpina venne fortificata a scopo difensivo. Fra l’XI e il XII secolo le fortificazioni vennero ampliate con spesse cinte mu- ➜


I BENI DEL FAI - 07

Foto di Roberto Horak, 2009 ŠArchivio FAI

Veduta dal basso del Palazzo Baronale e del Mastio


08 - I BENI DEL FAI

Trentino

Castello di Avio SABBIONARA TRENTO

Lombardia

Emilia Romagna

© Vivi Papi, Varese

© Campanella

Toscana

Veduta aerea del castello, in basso a destra particolare dell’affresco della Casa delle Guardie raffigurante alcuni arcieri

➜ rarie e l’innalzamento di imponenti

torrioni detti “Masti”. Si deve ad Azzone Castelbarco, nel XIII-XIV secolo, l’ulteriore sviluppo della planimetria del castello con la costruzione di una seconda cinta muraria e del Palazzo Baronale. Fu con il figlio Guglielmo II, però, che il castello divenne una vera e propria corte feudale a capo di un piccolo stato in perenne contrasto

con le mire espansionistiche del Vescovo di Trento. Passato successivamente sotto il dominio dei Veneziani e degli Asburgo, il castello ritornò ai Castelbarco, quindi agli Austriaci, e solo dopo la Prima Guerra Mondiale passò all’Italia. Dopo varie vicende dinastiche, nel 1937, Emanuele Castelbarco Pindemonte Rezzonico rientrò legittimamente in possesso dell’antica

proprietà di famiglia, donata generosamente al FAI nel 1977 dalla figlia Emanuela. La Fondazione ha dedicato e continua a dedicare, grande cura al recupero del complesso dallo stato di rovina in cui versava, e nel 1979 l’ha aperto al pubblico per il godimento dei visitatori che qui possono vivere l’esperienza di un bene millenario e partecipare alle manifestazioni che

Un luogo del mio cuore vive con il FAI Il mondo è cambiato e in quest’epoca è spesso difficile per un privato riuscire a conservare beni di alto valore artistico che appartengono alla Storia. Quando in Italia è nato il Fondo Ambiente Italiano, con gli stessi scopi del National Trust inglese, e i suoi fondatori mi chiesero se fossi disposta a fare la prima donazione al FAI di un bene di importanza storica come il Castello di Avio, ho riflettuto a lungo. Non volevo assolutamente venderlo perché mi era molto caro per ragioni sentimentali e familiari - mio padre ha vissuto lì gli ultimi anni della sua vita – e avendo visto come molti miei amici inglesi che amavano le loro proprietà fossero riusciti a tenerle vive donandole al National Trust, ho pensato che non

avrei potuto donare il castello a un’istituzione più idonea. Il FAI avrebbe potuto fare i restauri necessari per impedirne la rovina e conservarlo, continuando con più ampio respiro gli sforzi iniziati da mio padre e poi proseguiti da me. Avrebbe così potuto mettere a disposizione del pubblico un bene che valeva la pena di far conoscere, pur dando a me e ai miei discendenti il diritto di continuare ad abitare una parte di quel luogo da noi tanto amato e da secoli legato alla mia famiglia. Per me il FAI è un esempio per tutta l’Italia, per quei proprietari consapevoli di avere un bene importante che deve essere tramandato. Emanuela di Castelbarco


I BENI DEL FAI - 09

Foto di Roberto Horak, 2010 © Archivio FAI

Pittura giottesca nell’entroterra veneto

Uno scorcio del complesso castellano. Nella pagina seguente primo piano del Mastio

vengono organizzate dalla primavera all’autunno. TRA LE ANTICHE MURA Si raggiunge il castello percorrendo una stradina selciata tra uliveti e vigneti. L’ingresso per la porta-torre coronata da merli a coda di rondine introduce il visitatore in un mondo ormai lontano: alla sua destra spicca una torre tra le mura orientali, la Picadora, la cui denominazione deriva dalla pratica di impiccare sulla sua

BISOGNA SUPERARE BEN CINQUE PORTE PRIMA DEL PALAZZO terrazza i condannati a morte, oggi ancora abitata da Emanuela di Castelbarco che l’ha conservata per sé e per i propri eredi. L’ampio perimetro delle mura accoglie un declivio inframezzato da terrazze sostenute da muretti di pietra, addolcite da filari di viti, da cipressi e piante da cappero. Risalendo il camminamento incontriamo la Casa delle Guardie – che appartiene alla

Provincia Autonoma di Trento - che conserva all’interno sulle sue pareti affrescate una parte importante del ricco patrimonio pittorico di Avio. Per raggiungere la parte più alta del castello, si devono superare ben cinque porte prima di arrivare all’ampia corte dove si trovano il Palazzo Baronale, costruito in pietra grigia del Baldo e con pianta a L, e l’antico Mastio esagonale con gli splendidi affreschi che decorano la volta e le pareti del quarto piano. DELLE ARMI E DEGLI AMORI La maggior parte degli affreschi di Avio è di carattere profano. Scene militari adornano il piano superiore della Casa delle Guardie offrendo un incredibile spaccato iconografico sui momenti e i rituali della vita cavalleresca: scene di battaglia, duelli, armi. Proprio lo studio delle armi ha consentito di datare il ciclo figurativo tra il 1315 e il 1360. Appena si entra, sulla sinistra, si trova la raffigurazione del Castello di Avio, in cui si riconoscono costruzioni ora perdute come le torri lignee mobili e il cammino di ronda. ➜

Nel primo decennio del Trecento Giotto lavorò a Padova in ben tre cantieri, tra cui spicca oggi la splendida Cappella degli Scrovegni. La lezione del maestro fu di una novità travolgente: con lui i corpi piatti e i volti fissi della tradizione duecentesca acquistarono volume ed espressività, mentre le scene vennero ambientate in uno spazio pressoché tridimensionale. Tali innovazioni si diffusero immediatamente nell’entroterra veneto, ma vennero applicate con varianti diverse secondo gli autori e le aree geografiche. Ad esempio, versioni giottesche ma legate ai precedenti dettami bizantini furono realizzate a Venezia e a Padova, con Guariento e Giusto de’ Menabuoi, che adottarono uno stile arcaizzante e ricco di decori. A Verona invece pittori come Turone di Maxio e Altichiero interpretarono i principi giotteschi alla luce dell’influsso lombardo, privilegiando quindi vivacità dei gesti e dettagli di vita quotidiana. Similmente, a Treviso, Tommaso da Modena realizzò una serie di animati ritratti di monaci corredati di particolari realistici (celebre la sua raffigurazione di un paio di occhiali, considerata la prima nella storia).Verso Nord infine l’insegnamento giottesco risentì dei tratti rilevati e dei colori accesi dell’arte tedesca. A Bolzano questo intreccio diede vita a una vera scuola locale, mentre in Trentino si concretizzò nel filone di affreschi profani di stampo cortese, inaugurato proprio ad Avio e culminato alla fine del secolo nello straordinario ciclo dei Mesi del Castello del Buonconsiglio. Lucia Borromeo Dina


➜ Nel Mastio si può invece ammirare la cosiddetta Camera di Amore che deve il suo nome al tema degli affreschi allegorici che racchiude. Amore a cavallo scaglia la sua freccia verso una dama e colpisce un giovane cavaliere che cade in ginocchio, con le braccia spalancate e il viso sgomento.

Foto di Roberto Horak, 2010 © Archivio FAI

10 - I BENI DEL FAI Questo ciclo di affreschi, databili tra il 1330 e il 1333, è stato probabilmente voluto da Gugliemo III di Castelbarco per dare prova della cultura e dello splendore della sua piccola corte a Carlo di Boemia, proveniente dalla grande corte di Praga, che gli rese visita nel 1333.

Partire dal monumento per costruire il suo futuro Un nuovo progetto di valorizzazione di Marco Piras*

Nel 2014 e in questa primavera, il Castello di Avio è stato oggetto di una nuova campagna di interventi di conservazione e di restauro favoriti anche dai fondi dell’otto per mille dell’IRPEF a diretta gestione statale. L’assidua pratica del castello mi ha permesso di ascoltare le domande che le pietre mi ponevano man mano che la materia veniva “toccata” e indagata. Il castello “chiedeva” di abbandonare le vesti di pittoresca “rovina” romantica per ritrovare se stesso, il suo ruolo e aprirsi al futuro come riferimento culturale e identitario per un’area vasta come quella della Val Lagarina e del Trentino che, anche attraverso l’azione svolta dal castello, aveva costruito nei secoli una comunità territorialmente e culturalmente definita. Il bisogno di risposte ha chiesto un progetto di conoscenza: sono stati consultati archivi e biblioteche storiche e si è preso atto dell’importante avanzamento degli studi scientifici sulle architetture fortificate del Trentino. Le problematiche geologiche all’origine dei continui dissesti ci hanno guidato alla scoperta della natura del suolo della collina morenica dove sorge la fortezza che permetteva nei suoi strati più interni lo scavo di cisterne, pozzi, brecce e sentieri, indispensabili per fortificarsi, difendersi, resistere. Dal sottosuolo al cielo: l’utilizzo dei droni ha consentito non solo di avere la configurazione del monumento nel suo stato attuale ma anche delle sue evoluzioni nei

secoli, grazie alla lettura delle tracce ancora presenti nella pietra, ritrovando le funzioni originarie che il tempo e il riuso avevano mascherato.Ancora dal cielo. Dal drone all’elicottero. Il castello non è solo. Ed eccoli i tanti castelli dei Castelbarco, a delimitare uno spazio, non per rinchiuderlo ma per salvaguardare un territorio che è stato definito e ha prodotto un’appartenenza, un’identità che è anche culturale e che sussiste ancora, potente, coerente. La porta del Trentino. Cosa ha significato il Castello il Avio? E il sistema Avio? E la famiglia Castelbarco? Cosa possono ancora raccontarci, testimoniarci? Quanto hanno contato nella definizione di un assetto culturale, antropologico, politico, comunitario ancora presente e vivo? Sono le domande che il FAI raccoglie dal castello e a cui ha deciso di rispondere per organizzare un intervento di valorizzazione e di riposizionamento di un grande monumento nel tessuto vivo della comunità e della natura che lo ha generato. Sarà così possibile ritracciare l’evoluzione del complesso monumentale nel suo sviluppo lungo i secoli e documentare la rilevanza attraverso il racconto certo delle memorie perché possa diventare patrimonio di tutti. Capire. Per conservare consapevolmente. Consapevolezza per conservare e accrescere, rigenerandola, la memoria di tutti. *consulente per la progettazione

INFO Castello di Avio Via al Castello 38063 Avio (Trento) Tel. 0464 684453 E-mail: faiavio@fondoambiente.it • Apertura: dal mercoledì alla domenica (lunedì e martedì solo se festivi) 10 - 18 da marzo a settembre 10 - 17 da ottobre a novembre • Bookshop, visite guidate, area ristoro, area picnic • Come arrivare: Autostrada del Brennero A22, uscita casello di Ala-Avio, tra Verona e Trento, poi seguire indicazioni

5 MODI PER

VIVERE IL CASTELLO 1 Scoprire l’amor cortese con il ciclo di affreschi trecenteschi 2 Conoscere i segreti di un importante sistema difensivo 3 Partecipare alle attività proposte per grandi e bambini 4 Rilassarsi sul prato all’ombra dei vigneti e dei cipressi 5 Visitare la Val Lagarina con itinerari che partono dal castello


UNA NUOVA INTEGRAZIONE CON LA NATURA

Michelangelo Pistoletto parla della sua opera “Terzo Paradiso – La Mela Reintegrata” che ha donato alla città di Milano

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erché una mela al centro della sua opera? La mela è uno dei simboli che attraversa la Storia. La troviamo all’inizio, all’uscita dal primo Paradiso, quello terrestre, con il morso. Prima gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura, erano “dentro” la mela: poi con il morso della mela sono usciti dalla natura e hanno dato il via al mondo artificiale che è cresciuto sviluppando l’intelligenza umana, le arti, i mestieri, le religioni, le politiche, le economie, distanziandosi sempre più dalla natura.

favore della natura, anzi può permetterci di reinserirci nella natura in maniera nuova, avanzatissima, per salvarla e di conseguenza salvare l’umanità.

E la mela ha continuato a essere un simbolo? C’è l’esempio della Apple, dove la mela rappresenta solo tecnologia. Oggi c’è la necessità di trovare un rapporto nuovo tra natura e artificio, tenendo presente che l’artificio non è da demonizzare a

fisico, ma anche culturale e morale. Bisogna nutrire anche lo spirito. E l’arte è il movimento spirituale più ampio che gli esseri umani possano esprimere. Bisogna “reintegrare la mela”, fare in modo di trovare una nuova integrazione con la natura, andando a cogliere

Qual è il rapporto tra il suo progetto ed Expo? L’Expo di Milano parla di nutrimento ed è l’occasione più opportuna per presentare il mio lavoro. Io infatti non intendo il nutrimento solo come fatto

Foto di Gabriele Basilico, 2015 © Archivio FAI

LA CREAZIONE ARTISTICA UNISCE ELEMENTI DIVERSI

In alto, un momento della performance in piazza Duomo. Sopra, Michelangelo Pistoletto all’inaugurazione della sua opera che dal 3 al 18 maggio è stata in Piazza Duomo e ora è al Parco Sempione di fronte alla Palazzina Appiani

Foto di Gabriele Basilico, 2015 © Archivio FAI

L’INTERVISTA - 11

tutto quello che abbiamo alle spalle e tutto ciò che c’è dentro la terra, ma con una rinnovata coscienza culturale. Come indica la sua opera. Nel Terzo Paradiso abbiamo due cerchi e al loro interno c’è il terzo cerchio, la soluzione dell’incontro, il momento creativo che si realizza quando due elementi diversi o contrari si connettono e si produce una dimensione che prima non c’era. Questa è la creazione e consiste proprio nell’unire elementi come il maschile e il femminile che danno vita a una persona che prima non esisteva, l’ossigeno e l’idrogeno che formano l’acqua, due suoni che fanno un’armonia. L’arte è armonia e creazione, è passato e futuro. Tra passato e futuro è anche la sua collaborazione con il FAI. Noi guardiamo il passato insieme e progettiamo il futuro. Il FAI ha questa funzione: nei confronti delle opere (che stiamo facendo insieme) e dei suoi beni: non lavora solo sulla conservazione ma anche in proiezione. Tra i temi di Expo anche quello del consumo di suolo. Dobbiamo puntare sulla decementificazione e sui materiali ecosostenibili. A Cittadellarte (il centro di produzione e formazione artistica creato dall’artista) utilizziamo la paglia di riso – che si coltiva sul posto – per produrre materiali edilizi. Questo ci permette di risparmiare l’80% dell’energia per il riscaldamento. Ci occupiamo del rapporto tra arte e politica, economia e soprattutto educazione: i giovani sono quelli che progetteranno il domani immediato. Più si lavora con i bambini, prima si cambia il mondo.


12 - CONVEGNO DI ROMA

DUE GIORNI DI BUONE IDEE Foto di Paolo Barcucci, 2015 © Archivio FAI

“Ogni successo del FAI è un successo del Paese” ha detto il Ministro Franceschini al recente Convegno Nazionale del FAI a Roma. Un incontro ricco di spunti e di casi virtuosi. Vi proponiamo qualche esempio

Nella foto: da sinistra Giorgio Napolitano, Dario Franceschini e Andrea Carandini al Convegno FAI

N

ello studio di Dario Franceschini è nata l’idea del Convegno FAI del 2015, quando abbiamo scoperto che il Ministro era interessato alle capacità della Fondazione di dare valore, gestire e comunicare lembi di paesaggio e parti di patrimonio, a partire dalla sua trasformazione in una impresa della mente, del cuore e dell’organizzazione. Si profilava per la prima volta una possibilità di dialogo e di collaborazione fra due parti della Repubblica, lo Stato e un Fondo della società civile. La prima mattinata del Convegno è stata una scommessa: dopo due anni di trasformazioni strategiche e operative la Fondazione riscontrava la buona rotta o l’approssimarsi di scogli? Come deus ex machina è apparso il Presidente Emerito Giorgio Napolitano, che ha rilasciato questa dichiarazione: “Sono qui solo per ascoltare e per rinnovare il mio vivissimo apprezzamento per chi come il FAI si occupa della salvaguardia e della valorizzazione del nostro straordinario patrimonio artistico, che è largamente sottovalutato e poco impegnativamente coltivato”. L’ANSA ha poi raccolto una seconda dichiarazione del Presidente che ha ri-

cordato come il Ministro Franceschini “consideri giustamente come uno dei suoi compiti, in ottemperanza con la Costituzione, di essere vicino e solidale a chi dal privato dà un contributo alla salvaguardia del nostro ambiente e del nostro patrimonio”. Tra gli interventi della mattinata è spiccato quello dell’Assessore alla Cultura del Comune di Roma Giovanna Marinelli, che ha detto: “È stato siglato, questa mattina, un protocollo con il quale si istituisce un tavolo di lavoro per trovare una soluzione tecnicogiuridica compatibile con la legge per un partenariato pubblico-privato per la Villa di Massenzio...”. Alla fine è intervenuto il Ministro Dario Franceschini. Ha sostenuto: “Pubblico e privato devono collaborare e concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio… Voglio utilizzare il Decreto presidenziale 296 del 2005 che consente di affidare ad associazioni non profit la gestione di siti e beni che lo Stato non è in grado di gestire, proteggere e tanto meno valorizzare. Credo che il semplice buon senso dica che non c’è logica per cui lo Stato tenga chiuso un luogo di cultura quando c’è un’associazione privata pronta a restituirlo alla collettività, cioè alla sua funzione pubblica... La vostra battaglia è la mia battaglia. Ogni successo del FAI è un successo del Paese… Italiani iscrivetevi al FAI!”. Io concludo: una stagione di pensieri sul tema pubblico-privato si è chiusa. Siamo a una svolta di mentalità, anche a livello delle istituzioni. È consigliabile procedere sulla missione storica della Fondazione e sulla rotta da due anni intrapresa. Andrea Carandini, Presidente FAI

Gian Antonio Stella

Inviato del Corriere della Sera e scrittore

Se è vero che, come scriveva Benedetto Croce, il paesaggio è il volto della Patria… l’Italia non è messa bene! Nell’Italia povera del 1955, quando anche l’acqua minerale era un lusso, si destinava in cultura lo 0.80% del PIL; nella nostra Italia, ammaccata dagli ultimi anni di crisi ma molto più ricca, destiniamo lo 0,19%. I risultati sono sotto gli occhi di tutti! Ma l’Italia può essere salvata dalla gente o dall’impegno di una Fondazione come il FAI; vi dimostro che ne vale la pena. Ci sono casi virtuosi come la città-fortezza di Palmanova, la Reggia di Venaria e i beni FAI, dove il grande sforzo per il recupero è stato fatto pri-

L’ITALIA PUÒ ESSERE SALVATA DALLA GENTE ma di tutto dalle persone che amano questi luoghi. L’Italia ha il maggior numero di siti di interesse Unesco al mondo (50) ma è ancora ultima in classifica per la loro gestione. Il solo Mezzogiorno d’Italia con i suoi 17 beni Unesco è pari per numero di siti al Regno Unito, ma non può certo competere in materia di valorizzazione: dai suoi 17 beni il Regno Unito ricava 41 miliardi di dollari dal solo turismo straniero a fronte dei 5 miliardi ricavati dal Sud Italia. La cultura frutta eccome: il Museo Guggenheim di Bilbao in soli 7 anni ha ricavato 18 volte la quantità di capitali investita!


CONVEGNO DI ROMA - 13

E LA DELEGAZIONE DI RIMINI RACCONTA LE ENERGIE DEL FAI

Giuliano Volpe

Hester Liakos

Presidente del Consiglio Superiore MiBACT

General Manager National Trust, Sissinghurst

Il patrimonio della più grande area archeologica urbana richiede un approccio multidisciplinare e il coinvolgimento della cittadinanza, del mondo della cultura e delle associazioni. Bisogna imparare a conciliare tutela e valorizzazione, conservazione e fruizione, nella consapevolezza che il paesaggio archeologico è un paesaggio moderno, frutto delle trasformazioni verificatesi nel corso dei secoli. Raccontiamo in modo comprensibile e avvincente al pubblico le storie che si sono succedute nei luoghi, così da suscitare curiosità e gioia, a partire dai bambini. Restituiamo questi luoghi eccezionali ai cittadini: i fori in età romana erano innanzitutto piazze, luoghi di incontro e socializzazione! Bisogna prendersi cura non solo dei siti ma anche delle persone: tutti devono essere messi nelle condizioni di conoscerli, capirli e amarli. Dobbiamo imparare ad ascoltare le loro esigenze e aspettative, a cogliere il valore che attribuiscono al loro patrimonio culturale: la nostra bella Costi-

Ogni giorno lavoriamo con grande impegno per dare vita ai nostri beni e fare in modo di trasmettere le loro storie e i loro aspetti eccezionali alle persone che vengono a visitarli. Il pubblico va però aiutato affinché possa trasformare la visita in una esperienza speciale e memorabile: è fondamentale che lo spirito del bene, il suo essere unico e prezioso, assuma i tratti di un rac-

DOBBIAMO PRENDERCI CURA ANCHE DELLE PERSONE tuzione all’articolo 9 lega tutela e promozione e affida questo compito all’intera Repubblica e non solo allo Stato. L’obiettivo è importante: contribuire al consolidamento delle identità locali senza cadere nella pericolosa trappola identitaria.

BISOGNA FAR VIVERE UN’ESPERIENZA MEMORABILE conto avvincente, che sarà ricordato per sempre. Facciamo in modo che le persone si interessino anche al recupero del bene così da spingerle a supportare la nostra causa, trasformando questo contatto occasionale in una relazione duratura. Le operazioni di restauro a porte aperte per esempio affascinano il pubblico e lo aiutano a toccare con mano il grande lavoro che possiamo fare grazie al suo supporto: la visita non sarà così solo l’occasione per trascorrere una giornata all’aria aperta, ma farà sentire i visitatori protagonisti di un progetto più ampio. Raccontiamo gli obiettivi del nostro lavoro: crediamo che le persone abbiano bisogno di “luoghi speciali”, di “paesaggi suggestivi” che li aiutino a migliorare le loro vite, a farli stare bene, sia fisicamente che spiritualmente, ad arricchire il loro patrimonio di ricordi ed emozioni.

Non solo spiagge e ombrelloni. Negli anni Sessanta e Settanta la città di Fellini è stata crocevia di artisti che qui trovavano il palcoscenico naturale per i loro capolavori esposti en plein air. Una memoria che la cittadinanza ha voluto riportare alla luce chiedendo al FAI di Rimini di contribuire al recupero della statua Due Figure realizzata dal ceramista Pino Castagna che giaceva dimenticata nel giardino pubblico di piazza Teatini di fronte al Tempio Malatestiano. Inserito nel progetto Puntiamo i riflettori, il restauro dell’opera è diventato l’occasione per riscoprire la scena dell’arte contemporanea a Rimini. Una mostra sulla spiaggia organizzata dal Gruppo FAI Giovani ha presentato al pubblico capolavori dell’epoca lasciati per decenni nei depositi comunali. Si è poi passati alla messa a punto del progetto di valorizzazione del giardino dove si trova l’opera e che sarà trasformato in una galleria d’arte a cielo aperto dove alla statua restaurata si affiancheranno due sculture di Alberto Viani e di Giuliano Vangi. Previsto per settembre l’inizio dei lavori. A presidiare sui capolavori restaurati il logo del FAI che, ben in vista all’ingresso del parco, segnerà una nuova presenza della Fondazione sul territorio.


14 - VARIE

IL TUO 5x1000 AL FAI BASTA UNA FIRMA

Foto di Vincenzo Cammarata,2013 © Archivio FAI

A SCUOLA CON IL FAI: ALLA SCOPERTA DEL SUOLO

Se l’Italia è la tua passione, dona il tuo 5x1000 al FAI.

GIARDINO DELLA KOLYMBETHRA VALLE DEI TEMPLI - AGRIGENTO Il Giardino della Kolimbethra è uno dei 50 Beni tutelati dal FAI in Italia

Da 40 anni difendiamo il patrimonio italiano d’arte e natura.

CODICE FISCALE

80 10 20 30 154 Per maggiori informazioni: www.fai5x1000.it

A te non costa nulla, a noi fa la differenza

A unire l’Italia è un’unica grande passione mossa dall’orgoglio di aver ereditato un patrimonio d’arte e natura che non ha eguali. Come iscritto FAI hai già scelto di sostenere chi, con impegno, passione ed entusiasmo, tutela e protegge ogni giorno la bellezza che abbiamo ereditato. Oggi un tuo piccolo gesto fa per noi la differenza. Scegli di far parlare ancora una volta la tua passione per l’ltalia: dona il tuo 5x1000 al FAI. Aiutarci è semplice: nella dichiarazione dei redditi metti la tua firma nel riquadro “Sostegno al volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e inserisci nello spazio “Codice Fiscale del Beneficiario” il numero 80 10 20 30 154.

1 PER CERRATE IL SOSTEGNO DI ACQUERELLO Gli affreschi che rendono il Castello di Manta un luogo di fascino straordinario “si fanno in quattro” per aiutarci a sostenere i costi del restauro dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate! Acquistando una delle riproduzioni realizzate da Acquerello devolvi una parte del ricavato al bene che il FAI ha ricevuto in concessione dalla provincia di Lecce. Porta a casa la bellezza di Manta e aiutaci a salvare l’Abbazia del Salento. Per sostenere il progetto visita il sito www.acquerelloperfai.it

2 A MASINO IL CAFFÈ FIRMATO LAVAZZA Lavazza, marchio nato a Torino nel 1895 e noto in tutto il mondo, non dimentica le sue radici. Per questo ha scelto di sostenere il Castello e Parco di Masino, offrendo il suo prezioso contributo per l’apertura del nuovo Caffè Masino. Qui i visitatori possono concedersi una pausa e ammirare lo spettacolare panorama sul Canavese e sulla Serra Morenica, gustando specialità biologiche del territorio, navigando in rete grazie alla connessione wi-fi gratuita oppure regalandosi il piacere di un caffè naturalmente firmato Lavazza.

Foto di Paolo Barcucci, 2014 © Archivio FAI

Foto di Vincenzo Cammarata © FAI – Fondo Ambiente Italiano

#dammipassione

Il FAI lancia per l’anno scolastico 2015/2016 il progetto “Suolo: un paesaggio da scoprire” rivolto agli studenti e ai docenti di tutte le scuole. Approfondimenti e indagine sul campo per conoscere il suolo italiano come fonte che ci permette di rintracciare nelle sue stratificazioni il nostro patrimonio di storie e di memorie. Il FAI presenterà questa originale chiave di lettura ai dirigenti e agli insegnanti che riceveranno un supplemento speciale a questo numero: un inserto dove trovare idee per un approccio didattico stimolante per un anno scolastico da vivere anche fuori dalle aule.


VARIE - 15

TRA BOSCHI E CASCINE LUNGO LA VIA DEL LATTE

Foto di Fabio Pedaletti, 2013 © Archivio FAI

A piedi o in bicicletta segui la strada del latte e scopri un patrimonio di natura e cultura a km zero

Relax in cascina durante un itinerario di Via Lattea

Scoprire la bellezza e i sapori della campagna lombarda con Via Lattea, il progetto realizzato dal FAI in collaborazione con EXPO Milano 2015, con i prossimi 6 circuiti ciclo-pedonali per tutte le età in programma da giugno a ottobre, tra cascine, abbazie millenarie, mulini e suggestivi borghi storici lungo le preziose vie d’acqua della Lombardia, con degustazioni, mercatini e feste tradizionali. Questi gli appuntamenti: domenica 14 giugno – Le terre dei Gonzaga. Isola Dovarese e il Parco Oglio Sud, tra fattorie, parchi, antiche ville e un’emozionante discesa in gommone; domenica 28 giugno – Le mille anime di un monastero: tra boschi e campagne lungo il fiume Olona alla scoperta del territorio che circonda il Monastero di Torba; domenica 13 settembre – Zibido San Giacomo: l’arte della terra per conoscere il Parco Agricolo Sud Milano, un tour tra le tipiche marcite, la flora e la fauna locali; domenica 20 settembre – Acqua, riso e biodiversità: a Gaggiano lungo il Naviglio Grande tra cascine e certose; domenica 4 ottobre – Pizzighettone Formigara: nelle terre dell’Adda e del Serio Morto per assistere alla mungitura e alla macinatura del mais; domenica 25 ottobre – Tra Albairate e Cisliano, borghi agricoli e fontanili lungo il Naviglio Grande. www.faivialattea.it

DUE APPUNTAMENTI PER LA GIORNATA DEL PANORAMA

3 NUOVI PROGETTI PER IL PROGRAMMA ARTE UN PONTE TRA CULTURE Si è concluso a Bologna il primo ciclo di lezioni di storia dell’arte per cittadini d’origine straniera che ha avuto 26 partecipanti ora diventati ambasciatori d’arte e bellezza. A Milano, grazie alla collaborazione con Gallerie d’Italia, i nuovi mediatori artistico-culturali hanno fatto da guida a oltre 750 visitatori di ogni parte del mondo. Su questo esempio anche Palazzo Zevallos a Napoli ha deciso di aderire al programma.

Foto di Paolo Barcucci, 2014 © Archivio FAI

da togliere il fiato grazie agli speciali itinerari organizzati o all’Oasi Zegna a Trivero (BI), terrazza verde che si affaccia sull’incontaminata Valsessera, o tra terra e cielo nel suggestivo promontorio di Punta Mesco, Levanto (SP), bene del FAI oggetto di restauro paesaggistico ambientale nel Parco Nazionale delle Cinque Terre. Per informazioni www.fondoambiente.it e www.oasizegna.com

© Archivio FAI

Sabato 19 settembre scopri i panorami più belli d’Italia con la seconda edizione della Giornata del Panorama, organizzata da FAI e Fondazione Zegna con lo scopo di sensibilizzare alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente naturale anche attraverso la pratica di attività all’aria aperta. Quest’anno l’appuntamento con la bellezza si raddoppia: immergetevi nella natura e scoprite scorci

4 7 NUOVI EVENTI PER I GRUPPI FAI GIOVANI IN LOMBARDIA Si arricchisce il calendario di eventi promosso dai Gruppi FAI Giovani in Lombardia grazie al sostegno di Banca Popolare di Lodi che ha fortemente creduto nel progetto. Si inizia il 13 giugno con un fine settimana alla scoperta di Brescia e del Garda e si continua tra feste dedicate all’estate (Villa del Balbianello e Villa Necchi Campiglio), escursioni fuori porta e notti a osservare le stelle. Si finisce il 18 ottobre a Scandolara Ravara (CR) con SemiScambi, mercato dedicato al libero e gratuito scambio di semi.


16 - MOSTRE

IL REGALO DI WIM WENDERS

Il dramma di Ground Zero nell’obiettivo di Wim Wenders

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© Donata Wenders

12. New York, November 8, 2001, III © for the reproduced works and texts by Wim Wenders, Wim Wenders, Wenders Images, Verlag der Autoren

opo il successo della mostra America a Villa Panza a Varese Wim Wenders con la moglie Donata e con la Galleria Blain-Southern, ha deciso di donare al FAI la sua opera dedicata all’11 settembre. La Scuderia piccola della villa rimarrà quindi allestita con la spettacolare opera in cinque “atti” Ground Zero: una preghiera in immagini che conduce lo spettatore alla riflessione sulla violenza e sul dramma collettivo. Villa Panza ha quindi l’onore di diventare sede di questo importante ciclo, arricchendo così la sua collezione permanente. Scrive Wim Wenders: Avrei voluto annullare il ricordo di quelle immagini. Se potessi vedere con i miei occhi forse potrei imparare a conviverci. Andai a New York ma l’area di Ground Zero era chiusa. Vi aveva accesso solo il fotografo Joel Meyerowitz: capì il mio bisogno e un giorno mi portò con sé. L’atmosfera era solenne, gli uomini scavavano silenziosi. L’improvviso riflesso del sole sulla vetrata di un grattacielo ci offrì uno spettacolo di rara bellezza: il cielo si era aperto a investire con la sua luce più incredibile l’inferno in cui ci trovavamo. Era come se il luogo stesso facesse sentire la sua voce e il messaggio colto dalla mia macchina fotografica era: “Qui è accaduto l’indicibile, ma il tempo guarirà le ferite. Fate in modo che questo non generi altro odio”.

DUE ARTISTI AMERICANI INDAGANO IL MONDO DELLA NATURA Un nuova mostra a Villa Panza a Varese Dal 12 giugno al 28 febbraio 2016 Natura naturans. Roxy Paine e Meg Webster (Opere dal 1982 al 2015), una mostra che intende riflettere, in concomitanza con Expo Milano 2015 Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, sul tema della natura come generatrice e fonte di vita. Venti opere in un percorso tra gli spazi interni ed esterni che mette in sintonia natura, architettura e le opere della collezione permanente di Villa Panza. I due artisti, con modalità differenti, mettono in evidenza la forza creatrice della natura e la contraddizione che nasce nella società contemporanea dallo sfruttamento di tali energie da parte dell’uomo. Roxy Paine lavora seguendo il principio della riproduzione con l’impiego di materiali sintetici, colonizzando gli ambienti con opere che riproducono fiori, piante e funghi, Meg Webster invece declina questa tematica realizzando veri e propri monumenti dedicati alla terra, sorgente instancabile di vita. In mostra alcuni lavori appositamente costruiti in villa mentre altri provengono da istituzioni internazionali come il Solomon R. Guggenheim Museum e il Whitney Museum of American Art di New York e altri da collezioni private e dalla Panza Collection Archive di Mendrisio. Le attività espositive sono rese possibile grazie a JTI (partner istituzionale di Villa e Collezione Panza).

Roxy Paine, Crop 1997-98, Collection De Pont museum (Tilburg NL), Photography Peter Cox

ART IN NATURE 2015 Villa Panza ospita da fine maggio il terzo atto del progetto Art in Nature che negli ultimi anni ha arricchito il suo parco settecentesco con opere site-specific, realizzate interamente con materiali naturali. Protagonista è lo scultore inglese Peter Randall-Page con la sua opera Cupressus I ricavata da un masso erratico glaciale, che entrerà a far parte del patrimonio permanente della villa. Fino alla primavera 2016 saranno esposte anche altre tre imponenti sculture di Randall-Page in marmo rosso Luana del peso di 5 tonnellate ognuna.


BILANCIO - 17

2014 UN ANNO SPECIALE Angelo Maramai Direttore Generale FAI

I

l 2014 è stato un anno assolutamente speciale. Un anno speciale perché, nel FAI, due sforzi paralleli hanno prodotto straordinari risultati. Da una parte, grande è stato il lavoro che ci ha portato a formulare un piano strategico per il prossimo decennio e un dettagliato “piano operativo” per i prossimi tre anni. Dall’altra le attività “quotidiane” del FAI sono state portate avanti con tutta l’energia e la passione che anni difficili e obiettivi ambiziosi richiedono. Siamo molto soddisfatti dei risultati. Il FAI è oggi dotato di un piano strategico al 2023 che traccerà la via di tutte le principali iniziative e attività secondo quattro grandi programmi ispirati ai beni, alle persone, alla rete territoriale dei volontari e allo sviluppo dell’organizzazione; il tutto ancorato a precisi principi e indici di sostenibilità. Una visione di lungo periodo dunque che porterà il FAI a sfruttare al massimo le sue potenzialità portandole a giocare un ruolo di primaria importanza nella nostra società.

E ANCHE I RISULTATI DI BILANCIO DEL 2014 NON TRADISCONO! Il conto economico si chiude con un margine attivo di gestione (anche grazie alla sopravvenienza imprevista del buon esito di una causa legale) che è di grande utilità per capire l’ampio investimento che quotidianamente affronta il FAI per restaurare e mantenere i propri beni. I proventi di raccolta fondi continuano a crescere e soprattutto cresce significativamente il numero dei visitatori dei nostri beni: segno che la sempre

maggiore attenzione alle esigenze di tutti trova riscontro nella domanda di tanti cittadini che chiedono di avere un rapporto quotidiano col loro patrimonio storico, artistico e paesaggistico.

Buoni risultati, quindi, che ci stanno dando coraggio e, soprattutto, fiducia e che ci fanno davvero capire che la via intrapresa è quella giusta e che ci porterà molto lontano.


18 - MANIFESTAZIONI

UN’ESTATE PER TUTTI NEI BENI DEL FAI!

Foto di Fabio Olivetto, 2014 © Archivio FAI

Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), da venerdì 25 a domenica 27 settembre Alle porte dell’autunno, il Castello e Parco di Masino apre i battenti alla prima edizione della grande fiera en plein air che presenterà il meglio delle eccellenze enogastronomiche italiane nella suggestiva cornice del parco del castello. Cinquanta espositori selezionati in base

AI CONFINI DEL GIARDINO DEGLI DEI

Foto di Vincenzo Cammarata, 2010 © Archivio FAI

Giardino della Kolymbethra, Valle dei Templi (AG) mercoledì 29 luglio

Un’intensa serata che vuole promuovere la cultura e la tradizione del territorio agrigentino e della Valle dei Templi, con una madrina d’eccezione: la scrittrice palermitana Simonetta Agnello Hornby che da anni vive a Lon-

al criterio della filiera completa (saranno privilegiate le aziende agricole che allevano il bestiame, producono, confezionano e vendono in proprio i loro prodotti) esporranno le loro specialità nel parco del castello. Nell’ultimo giorno della manifestazione nell’allea grande che conduce al labirinto settecentesco, da non perdere il “Pranzo del Rammendo”, dove i quattro Comuni che si estendono ai piedi del castello – Cossano, Caravino, Settimo Rottaro e Vestignè – proporranno gli antichi sapori del territorio con le migliori ricette del Canavese, per realizzare un vero e proprio “rammendo” tra le nuove generazioni e le antiche tradizioni culinarie. Gli chef della Scuola Alberghiera di Ivrea assisteranno alla preparazione dal vivo - direttamente in casa delle cuoche - delle ricette che verranno riproposte domenica in un grande pranzo collettivo. dra, ma con la Sicilia nel cuore. Voci di attori e di personaggi della cultura sapranno evocare tutta la magia di un luogo così speciale con la lettura appassionata di brani tratti dai grandi classici: da Pirandello a Sciascia, da Tomasi di Lampedusa a Camilleri. Filmati e interviste racconteranno casi di eccellenza e di storie virtuose nate nel territorio, intervallati da intermezzi di musica jazz e soul.

NOTTI DI SAN LORENZO Monastero di Torba, Villa dei Vescovi, Villa Della Porta Bozzolo, Castello della Manta, Bosco di San Francesco – 10 agosto

L’estate offrirà l’occasione a tutti gli appassionati di astronomia di godere dello spettacolo delle stelle cadenti nelle suggestive cornici dei beni del FAI che durante la Notte di San Lorenzo ospiteranno eventi dedicati all’osservazione della volta celeste in compagnia di esperti, lontano dalle luci della città e in luoghi di grande fascino.

Foto di Fabio Olivetto, 2014 © Archivio FAI

TRE GIORNI PER IL GUSTO

© Archivio FAI

Dal Trentino alla Sicilia proposte per il giorno e per la sera

Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2015”, è reso possibile grazie al significativo sostegno e all’energia di ENGIE, dal 2011 sostenitore del FAI, al prezioso contributo di PIRELLI che rinnova la consolidata amicizia con la Fondazione e Cedral Tassoni, marchio storico italiano che per il quarto anno consecutivo ha deciso di abbinare la tradizione, la storia


MANIFESTAZIONI - 19

Foto di Flavio Pagani, 2011 © Archivio FAI

Villa dei Vescovi, Villa Della Porta Bozzolo, Villa del Balbianello, Castello di Avio, Castello e Parco di Masino, Catello della Manta, Bosco di San Francesco – sabato 15 agosto A Ferragosto trascorri una giornata all’aria aperta in un bene FAI! Per grandi e bambini sono previste visite guida-

te, animazioni, laboratori creativi, spettacoli teatrali, giochi e rilassanti picnic sui prati.

ORTI AD ARTE Villa e Collezione Panza a Varese, sabato 12 e domenica 13 settembre Nel parco della villa torna l’importante mostra e mercato interamente dedicata all’orto. Quaranta espositori provenienti da tutta Italia presenteranno una grande varietà di piante da frutto e da orto, frutta e verdura fresche rigorosamente bio e di stagione, oltre a conserve, liquori, marmellate, sementi, abbigliamento, attrezzi da lavoro e cesteria, per offrire ai visitatori un panorama completo sull’arte di col-

e la naturalità del suo prodotto al FAI. Grazie anche a Andreas STIHL, sponsor delle manifestazioni “verdi” organizzate nei beni del FAI.

tivare la terra. Una fiera dell’agricoltura biologica dove, oltre agli spazi dedicati all’“arte dell’orto” con esempi su come realizzare un orto, sarà possibile acquistare piante e prodotti di qualità certificata, scoprire varietà rare di frutta e verdura e ricevere consigli sulla coltivazione e la cura dell’orto e sull’impiego dei suoi frutti in cucina. Nei due giorni sono previsti incontri e laboratori per adulti e bambini.

Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it

PICNIC DI FERRAGOSTO

Foto di Elisabetta Cozzi, 2013 © Archivio FAI

Raccolta del frumento maturo intorno a un ulivo secolare del Giardino della Kolymbethra


C’è un modo concreto per dimostrare che ami l’Italia.

Adottala.

Adotta il tuo Bene FAI del cuore.

Adotta un albero o una panchina.

Castelli, abbazie, dimore, giardini. I tesori tutelati dal FAI sono tanti, e tutti meravigliosi. Curarli, preservarli e farli vivere richiede impegno, lavoro, denaro e passione. Per questo ti chiediamo di adottare il tuo Bene FAI del cuore. È un modo per legare per sempre il tuo nome ad un tesoro artistico o naturale proteggendolo negli anni dal degrado, dai pericoli e dal tempo che passa.

Se ti piace passeggiare e contemplare le bellezze dei giardini italiani, oggi puoi legare il tuo nome a questi luoghi in un modo davvero speciale adottando un albero o una panchina. Chi passeggerà fra gli alberi o si siederà su una panchina in uno dei Beni del FAI, leggendo il tuo nome o la tua dedica, saprà che ci sono persone che si impegnano nella tutela del nostro Patrimonio.

Bastano 15 euro al mese.

Chiediamo una donazione di 500 euro.

con donazione continuativa con SDD, Sepa Direct Debit ex RID bancario o con carta di credito.

ADOTTARE IL TUO BENE FAI DEL CUORE HA I SUOI VANTAGGI • In omaggio la tessera di iscrizione Speciale annuale al FAI. • L’attestato di Custode della Bellezza. • Un Free Pass per visitare sempre gratuitamente il tuo Bene FAI. • Il resoconto di tutti i lavori di manutenzione e tutela che avrai contribuito a finanziare. • Il tuo nome verrà inserito sul sito internet del FAI.

con bonifico bancario o con carta di credito.

ADOTTA UN ALBERO O UNA PANCHINA, IL TUO NOME RESTERÀ INCISO PER SEMPRE TRA I VIALI DI UN RIGOGLIOSO GIARDINO

Il tuo impegno sarà scritto concretamente su una targa che porterà il tuo nome. • Potrai scegliere di dedicare quel piccolo scorcio di bellezza italiana a un amico o a un famigliare. • Potrai adottare un albero o una panchina nei più bei giardini dei Beni del FAI.

VANTAGGI FISCALI Possibilità di dedurre l’importo della donazione dalla dichiarazione dei redditi ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35/05. FAI Fondo Ambiente Italiano La Cavallerizza Via Carlo Foldi, 2 20135 Milano www.fondoambiente.it

Adottare è semplice. Contattaci per saperne di più Tel. 02 467615.212 - 266 / adozioni@fondoambiente.it


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