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marzo - aprile - maggio / 2022
Trent’anni di porte aperte
POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1/CN/BO.
Le Giornate FAI di Primavera sono arrivate alla 30a edizione, ma il bello deve ancora venire! Festeggiamole insieme il 26 e 27 marzo
Il restauro della Quadreria del Castello di Masino
Il bosco: per il FAI un patrimonio da gestire
Vivere la primavera nei Beni del FAI
Un grande progetto di conservazione e di ricerca
Proteggiamo 3,5 milioni di mq di boschi e macchia mediterranea
Tutti gli appuntamenti da segnare in agenda
La Grande Famiglia Cosa posso scrivervi, care e cari aderenti, di veramente nuovo ora che dopo 36 anni di esaltante trincea sono alla mia scrivania di Presidente del FAI? Intanto penso ai tre Presidenti che mi hanno preceduto; ho sempre pensato di essere stato per tutti e tre un buon numero due ma non è mai detto che un buon numero due possa diventare un buon numero uno; è una bella scommessa! L’unica esperienza precedente, nella mia vita, sono stati gli scout dove, dopo due anni da vice, feci vincere per due anni di seguito come capo-squadriglia il campo estivo, massimo orgoglio possibile per una squadriglia; ma capite bene che il paragone è un po’ debole…! Da Giulia Maria Crespi imparai soprattutto che non esistono ostacoli se si vuole davvero qualcosa e che bisogna sempre pensare in grande; molto in grande! Da Ilaria Borletti la precisione e l’attenzione a tutti i settori della Fondazione e non solo a quelli relativi alla missione culturale; stesso puntiglio all’organizzazione del lavoro se si vuole realizzare la missione; dall’Andrea Carandini «archeologo» la necessaria profondità dell’indagine culturale e dal «filosofo» la vastità del pensiero indispensabile per allargare la visione prima di espandere l’attività. Come succede a ognuno di noi farò tesoro di tutte e tre le lezioni adattandole alla mia indole per migliorarla ed «esaltarne» le qualità smussandone i difetti e per poter quindi guidare, con fantasia e tenacia, il FAI verso un futuro sempre più da grande istituzione nazionale. Il mio pensiero va anche a quel demonio di Renato Bazzoni che mi insegnò che il «sacrificio» per la Santa Causa (il FAI, naturalmente) piace al «Dio del FAI» che sempre ripaga ogni giusto sforzo; giusto perché fa bene al Paese, giusto perché fa bene a chi vive il Paese! E poi quel po’ di sventatezza senza la quale la vita è noiosa; tanto poi, diceva, c’è il Dio del FAI che aggiusta tutto; ed è stato proprio così! La gentilezza di Angelo Maramai; quella è forse la lezione più ardua per me; era una gentilezza di tratto che addolciva ogni confronto ma che era più dura dell’acciaio se serviva a raggiungere un obiettivo; e con lui il FAI ne raggiunse tanti. Tutti e cinque grandi amici della mia vita; nessuno facile come è per ogni carattere forte, il mio compreso. E poi – perdonatemi l’apparente banalità – la «grande famiglia» del FAI; i molti Consiglieri succedutisi che negli anni hanno sostenuto, assistito e aiutato il FAI a trasformarsi da un gruppo di amici a Istituzione, i colleghi (dai 5 del mio primo anno di lavoro ai quasi 400 di oggi), i Delegati, dalla memorabile Maria Viganoni Capo Delegazione dell’unica Delegazione esistente (Milano) ai quasi 2.800 di oggi, i generosi e partecipi grandi donatori e in prima fila i «200 del FAI» e poi soprattutto coloro che hanno creduto nella Fondazione al punto da donare le loro case; dai Bozzolo ai Panza di Biumo, dai Doria Pamphilj agli Olcese, ai coniugi Laura e l’elenco è troppo lungo; ma la classe superba e antica di Elisabetta De Rege Provana mi è rimasta nel cuore. E infine voi iscritti, quelli «vecchi» (di tessera!) come me e quelli che hanno deciso di unirsi a noi questa mattina…; siamo tornati a essere ben oltre duecentomila e il numero cresce ogni giorno; una schiera di innamorati del Paese più bello del mondo che io rappresento e che mi riempie di orgoglio, di audacia e di senso di responsabilità. Farò del mio meglio e… Buone Giornate FAI!
Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza, via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314 editoriale
Marco Magnifico PRESIDENTE FAI
INDICE
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Giornate FAI: festeggiamo 30 primavere!
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Incontri a Casa Bortoli
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I Boschi del FAI: non è tutta natura
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Al Castello di Masino 100 volti da salvare
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Una storia di (stra)ordinaria generosità
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Ultime notizie dal mondo del FAI
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Da segnare in agenda
Direttore responsabile Maurizio Vento Coordinamento editoriale Isabella Dôthel Progetto grafico Studio Pitis Lavorazione grafica Carlo Dante
In copertina Giornate FAI di Primavera Foto Stefano dal Pozzolo © FAI Hanno collaborato Veronica Ambrosoli, Federica Armiraglio, Beatrice Cazzola, Daniele Meregalli, Costanza Pratesi, Claudia Rolleri
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Giornate FAI: festeggiamo 30 primavere! Sabato 26 e domenica 27 marzo torna la più importante festa di piazza dedicata al patrimonio storico, artistico e naturale d'Italia UNA FESTA CHE ATTRAVERSA L'ITALIA
• a Roma si visiterà il settecentesco Palazzo Corsini, sede dell’Accademia dei Lincei – la più antica accademia scientifica al mondo fondata nel 1603 da Federico Cesi – di cui si potranno vedere anche gli appartamenti privati, solitamente inaccessibili; • a Genova verrà riaperto l’eclettico Castello Mackenzie, costruito a fine Ottocento in stile rinascimentale e neogotico dall’architetto Gino Coppedè, tra le visite più apprezzate delle Giornate FAI di Primavera dell’anno scorso; • a Lecce si potrà accedere ad alcuni spazi del Magazzino Concentramento Tabacchi, complesso industriale dismesso da 20 anni, edificato a partire dal 1929 dalla società di costruzioni del grande architetto Pier Luigi Nervi; • in Lombardia si terranno visite all’imponente Palazzo INPS a Milano costruito tra il 1929 e il 1931 su progetto dell’architetto Marcello Piacentini e restaurato di recente; si curioserà dietro le quinte del mondo dello spettacolo visitando l’Attrezzeria Rancati a Cornaredo (MI) che cu-
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Dal 1993 a oggi, durante il primo fine settimana di primavera, grazie all'inesauribile entusiasmo delle Delegazioni e dei Volontari abbiamo aperto al pubblico e valorizzato più di 14.000 luoghi di storia e natura in tutta Italia e accolto oltre 11 milioni di visitatori: le Giornate FAI di Primavera festeggiano quest’anno la trentesima edizione! Il 26 e 27 marzo sarà un weekend speciale per riconnetterci alla storia, alla natura e alla cultura dell’Italia, di sentirsi parte dei territori in cui viviamo e che non sempre conosciamo. Verranno aperti ville e palazzi storici, aree archeologiche, chiese, edifici di archeologia industriale, castelli, biblioteche, collezioni d’arte e musei curiosi. Non mancheranno itinerari nei borghi alla scoperta di angoli meno noti del paesaggio italiano, dove si conservano tesori nascosti e si tramandano antiche tradizioni, e visite didattiche in parchi urbani, orti botanici, giardini storici e cortili, che nascono dall’impegno messo in campo dalla Fondazione per la diffusione di una più ampia «cultura della natura». Anche i Beni del FAI partecipano a questa grande festa e saranno aperti a contributo libero!
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p iù Foto Musacchio-Ianniello-Pasqualino © FAI
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— Le Giornate
FAI tornano quest'anno nel primo fine settimana di primavera
giornate fai di primavera
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del XV secolo, fu acquistato dalla famiglia Corsini nel 1730 e reso un capolavoro tardobarocco grazie al progetto dell'architetto Ferdinando Fuga
stodisce oggetti e attrezzi di scena fin dal 1864; a Bergamo si potranno ammirare gli ambienti del piano nobile di Palazzo Frizzoni, sede del Municipio, tra cui lo studio del Sindaco e la Sala del Consiglio, decorata dagli allievi di Achille Funi, tra gli artisti più importanti del Novecento, sotto la sua guida; • a Siena si potranno visitare le settecentesche sale affrescate di Palazzo Bichi Ruspoli, attuale sede di Confindustria Toscana Sud, recentemente restaurato, ricco di storia; • a Sorrento (NA) sarà straordinariamente accessibile Villa Cortchacow, costruita nel 1792 con saloni, scalinate e stanze che affacciano sul Golfo di Napoli; • a Torino riflettori puntati su alcune storiche sedi universitarie, da quelle sorte in prestigiosi edifici di origine seicentesca, al Molecular Biotecnology Center, realizzato nei primi anni Duemila. LUOGHI INSOLITI E CURIOSI
Tra questi, l’antica fabbrica di Fisarmoniche Fratelli Galanti a Mondaino (RN), che verso la metà degli anni '30 produceva circa 1.500 strumenti l’anno e dove oggi si realizzano organi elettronici e pianoforti digitali, e la Collezione di stufe a olle a Castello-Molina di Fiemme (TN), che permetterà di conoscere le stufe in maiolica tipiche del Trentino Alto Adige. A Gallipoli (LE) si potranno visitare le sedi, solitamente inaccessibili, di quattro confraternite che gestiscono le processioni della Settimana Santa. Tradizioni da scoprire anche alla Vetreria d’arte Tomanin a San Bellino (RO), dove si lavora utilizzando le tecniche della legatura a piombo e della pittura a grisaglia; a Sulmona (AQ), che vedrà l’apertura di confetterie artigianali e fabbriche storiche in cui si potrà assistere a dimostrazioni della lavorazione dei confetti, e a Spilimbergo (PN), borgo friulano conosciuto anche come «la città del mosaico» con speciali visite dedicate all’arte musiva. giornate fai di primavera
Orto Bonanico - Napoli IL PAESAGGIO: TRA NATURA E STORIA
Tante sono le proposte particolari: dalla scoperta di borghi storici alle visite dedicate alla cultura della natura. Tra le altre segnaliamo: Isola del Liri (FR), isola formata dalla biforcazione del fiume omonimo e importante fulcro della produzione della carta dai primi dell’Ottocento; Montecassiano (MC), che conserva intatta la sua struttura urbanistica tardo-medievale e dove si potrà ammirare nella Collegiata la spettacolare pala d’altare in terracotta invetriata, alta ben 7 metri; l’Orto botanico di Napoli, fondato nel 1807 dove sono presenti circa 9.000 specie, e il Bosco Faggeto di Moliterno (PZ), oasi naturalistica sulla dorsale montuosa che separa la Val D'Agri dal Vallo di Diano e ricchissima di biodiversità. E ancora, in occasione del centenario della nascita, il percorso sulle orme del «cantore del paesaggio» Andrea Zanzotto a Pieve di Soligo (TV), che si snoderà nei luoghi che lo hanno ispirato. UN GRANDE LAVORO DI SQUADRA
Le Giornate FAI di Primavera 2022 sono rese possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate: 4
Foto Giovanni Formosa © FAI
— Il palazzo, edificato alla fine
Foto Giancarlo_Sibilio © FAI
Accademia dei Lincei - Roma
Dosso Pisani - Como …E SOLO PER GLI ISCRITTI O PER CHI SI ISCRIVERÀ IN LOCO
Foto arenaimmagini.it © FAI
• Palazzo Sandi a Venezia, sede locale dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, che custodisce il Trionfo dell’Eloquenza, straordinario affresco di Giambattista Tiepolo appena restaurato; • il cinquecentesco Palazzo Buontalenti nel centro di Firenze, noto come il Casino Mediceo di San Marco; • in provincia di Pavia il Castello di Cigognola, immerso tra i vigneti e ricco di sale decorate, è oggi residenza delle famiglie Arnaboldi, Brichetto e Moratti; • a Como il Dosso Pisani, sontuoso edificio eclettico legato alla Scapigliatura Milanese, posto su uno sperone di roccia da cui si gode una splendida vista sul Lario; • la settecentesca Casa Regis con il suo giardino storico a Valdilana (BI), che ospita un centro per la cultura e l’arte contemporanea. — Esemplare connubio di architettura e natura, il Dosso Pisani è
una grande villa in stile eclettico, con terrazze e porticati su più livelli, immersa in un parco caratterizzato dalla successione di terrazzamenti e scalinate e con raffinati saloni interni
Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da undici anni prezioso sostenitore dell’iniziativa, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo del materiale plastico. Fineco, una delle più importanti banche FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il prestigioso Main Sponsor dell'evento. Un grazie particolare a Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018 per promuovere la cultura industriale e d’impresa e valorizzare il proprio patrimonio culturale e museale; a Edison, azienda storicamente vicina al FAI, da sempre impegnata nel miglioramento del profilo di sostenibilità ambientale dei luoghi e dei beni di interesse culturale e sociale del nostro Paese, presente in questa edizione anche con l’apertura delle Centrali Idroelettriche «Carlo Esterle» e «Angelo Bertini» (MB) e lo storico Palazzo Edison di Milano. Si ringraziano inoltre DHL Express Italy, che riconferma il suo contributo all’iniziativa in qualità di Logistic Partner, l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la rinnovata apertura e il prezioso sostegno locale e il Venezia FC, per il primo anno accanto alla Fondazione con l’apertura del suo stadio, il primo costruito sull'acqua nel 1913. L’evento si svolge con il Patrocinio del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane
giornate fai di primavera
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decidono di partecipare verrà richiesto un contributo minimo utile a sostenere la missione del FAI. Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19; l’elenco completo dei luoghi visitabili e le modalità di partecipazione saranno comunicati dal 17 marzo su www.giornatefai.it
e in collaborazione con la Commissione europea in Italia, rappresentanza a Milano, che collabora offrendo aperture speciali. Quest’anno la collaborazione assume un rilievo particolare in occasione dell’Anno Europeo dei Giovani: Apprendisti Ciceroni e universitari europei saranno i protagonisti dei luoghi aperti insieme, tra i quali la Badia Fiesolana (FI) e Palazzo Buontalenti (FI), sedi dell’European University Institute. Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e alla Croce Rossa Italiana per una partnership ormai consolidata negli anni. Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 21 al 27 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai, Main Media Partner del FAI, anche grazie al supporto di Rai per il Sociale, sarà in prima linea al fianco del FAI per creare un racconto corale che metterà al centro il nostro patrimonio.
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Foto Claudia Rolleri © FAI
— Il salotto di
Casa Bortoli (VE) durante l'incontro del 15 febbario scorso
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incontri a casa bortoli
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e simbolo di un sapiente, ingegnoso e ricercato equilibrio tra Uomo e Natura, che ha fatto la storia e la fortuna di questa città, ma che si è incrinato negli ultimi decenni a causa dello sfruttamento intensivo della sua vocazione industriale, mercantile e turistica, e che oggi è ulteriormente minacciato dagli effetti del cambiamento climatico su scala globale. Proprio in virtù di questo delicato equilibrio Venezia subisce tali effetti con particolare evidenza, andando a costituire un campo di osservazione privilegiato e potenzialmente un vero e proprio laboratorio in cui sperimentare strategie di adattamento e mitigazione della crisi ambientale, basate su ricerca e tecnologia, ma anche sul recupero e la valorizzazione delle caratteristiche endemiche di questa città storicamente sostenibile: la più antica città del futuro. SALUTE DELL'AMBIENTE, SALUTE DELL'UOMO L’ultimo incontro è stato intitolato Dalla salute di Venezia alle malattie del Pianeta. Telmo Pievani, filosofo, stori6
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Casa Bortoli è un magnifico appartamento sul Canal Grande a Venezia, che il FAI ha ricevuto in eredità nel 2017 dai coniugi Bortoli, Sergio e Carla, due veneziani appassionati della loro città, tanto da donare la loro casa alla Fondazione per farne «un museo particolare del vivere a Venezia». Diversamente dagli altri suoi Beni, il FAI apre al pubblico questa casa in una modalità particolare, ovvero con una serie di incontri webinar, trasmessi sul canale YouTube della Fondazione, inaugurati il 21 novembre 2021 in occasione della Festa della Madonna della Salute e che proseguono nel 2022. Un ciclo di conversazioni tra esperti, tecnici e studiosi, per approfondire e diffondere conoscenza, nel calore di una casa che si apre a ospiti curiosi e attenti, seduti nel nostro o ciascuno nel proprio salotto, da casa. Gli Incontri a Casa Bortoli sono dedicati a raccontare Venezia e il vivere a Venezia secondo le volontà dei donatori, in passato ma soprattutto oggi e con particolare riferimento all’ambiente, perché Venezia e la sua Laguna sono esempio
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Un programma di appuntamenti da seguire in diretta streaming per parlare di ambiente e sostenibilità a partire da Venezia: la più antica città del futuro
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Incontri a Casa Bortoli
Foto Martina Vanzo © FAI
co della biologia ed evoluzionista, e Cesare Montecucco, patologo e neurobiologo, hanno discusso di pandemie, da quelle storiche, prendendo spunto dalla Basilica della Madonna della Salute alle loro spalle, a quelle attuali. Al centro del loro dialogo però il legame con la salute del Pianeta, dall’ambiente locale alla scala globale, che si riflette sulla salute di chi lo abita. Telmo Pievani e Cesare Montecucco hanno ripercorso la storia di Venezia in quel drammatico frangente, soffermandosi sulle analogie con l’attuale pandemia. Anche allora si svilupparono teorie complottiste, c’erano i negazionisti, e la popolazione subì il lockdown, morendo in casa; anche allora fu individuato subito il «paziente zero», e per muoversi fu necessario istituire un green-pass – la fede di sanità –, rilasciato non in base al vaccino, ma alla zona di provenienza, se appestata o meno. Dettagli come questi sono emersi da una ricerca avviata dal FAI in collaborazione con l’Università di Verona e confluita in un volume appena edito da Skira dedicato al Lazzaretto di Verona, che è stato presentato per la prima volta a Casa Bortoli con due dei curatori, Daniela Bruno, Vice Direttrice Generale del FAI e Gian Maria Varanini, Professore Emerito di Storia Medievale a Verona. Tra 2014 e 2020, infatti, il FAI ha condotto un cantiere per il recupero di quel monumento, che, ancora prima che di restauro, è stato di conoscenza. Dopo la parentesi storica, la conversazione si è incentrata sulle differenze tra la peste e la pandemia da Covid 19: una su tutte, la crisi ambientale. È ormai dimostrato, infatti, che la perdita di habitat, l’inquinamento diffuso, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, i crescenti impatti delle specie aliene invasive e i cambiamenti climatici causano squilibri negli ecosistemi, che favoriscono il «salto di specie» all’origine della pandemia. Al contrario, ecosistemi in equilibrio possono essere determinanti nel prevenire l’insorgenza di malattie infettive emergenti o riemergenti, perché in essi le dinamiche di interazione tra agenti patogeni e ospiti si sviluppano internamente e naturalmente, a discapito di interazioni anomale tra specie selvatiche, domestiche e uomini. La salute dell’Uomo, insomma, è legata alla salute del Pianeta, e dipende da un delicato equilibrio che oggi è sempre più compromesso. Proprio Venezia e la sua Laguna manifestano uno squilibrio particolarmente grave ed evidente, che ha origini locali – nell’industrializzazione di Marghera e nel conseguente traffico mercantile, cui si è aggiunto più di recente quello turistico –, ma anche globali, perché
— Casa Bortoli racconta la storia e lo spirito di una famiglia innamorata della propria città
l’ecosistema veneziano, endemicamente fragile, risente più di altri, e prima di altri, degli effetti della crisi ambientale. Mitigare i danni generati dall’uomo all’ambiente e costruire nuovi modelli per uno sviluppo sostenibile, a scala globale e locale, è dunque l’imperativo odierno, per salvare il Pianeta, e luoghi patrimonio dell’umanità come Venezia e la sua Laguna, ma anche per salvare l’umanità stessa dall’insorgere di nuove pandemie e dal diffondersi di croniche patologie. Di questo e altri temi, inerenti la salute globale, e l’ambiente come indissolubile intreccio tra natura e storia, si discuterà ancora a Casa Bortoli, nei prossimi appuntamenti da questo accogliente salotto, sede di approfondimento, riflessione e dibattito voluto dal FAI, con eccezionale vista sulla Basilica della Salute.
— Casa Bortoli sorge
Foto Martina Vanzo © FAI
di fronte alla Basilica della Madonna della Salute, la cui festa si celebra il 21 novembre
incontri a casa bortoli
LA BASILICA DELLA SALUTE E LA PESTE La Basilica della Salute sul Canal Grande è la monumentale testimonianza di una delle più gravi epidemie della storia: la peste del 1630-31, che causò la morte di 150 mila persone, un terzo della popolazione cittadina; capolavoro architettonico del barocco veneziano, progettata da Baldassare Longhena, la chiesa fu eretta come gigantesco ex voto al termine dell’epidemia: un evento che colpì talmente la coscienza dei veneziani che da allora e ancora oggi affollano le sacre cerimonie per impetrare alla Madonna la salute civica.
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I boschi del FAI: non è tutta natura
Foto Andrea Angelucci © FAI
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Il FAI nei suoi Beni protegge oltre 3,5 milioni di metri quadrati di boschi e macchia mediterranea: una gestione sostenibile che previene i rischi e migliora la biodiversità Il panorama dei boschi del FAI compone un mosaico rappresentativo della ricchezza e della varietà del capitale naturale del nostro Paese: dai boschi alpini alle aree boschive lungo l’Appenino, fino alla macchia mediterranea; dalle maestose foreste con alberi centenari ai più giovani boschi cedui. I boschi sono ambienti naturali complessi e intrecciano parte della loro storia con quella dell’uomo, in un alternarsi di lotta e pacificazione: l’uomo ne è predatore e creatore insieme, ma, oggi, è nella gestione sostenibile che si favorisce l’efficienza funzionale del bosco, prevenendo rischi, migliorando la biodiversità e riducendo i danni. Questa è l’azione del FAI. LE MINACCE Tra i principali rischi per i boschi vi sono gli incendi, il consumo di suolo che non risparmia le aree protette, il dissesto idrogeologico e il cambiamento climatico con l’avvicendarsi di eventi meteorologici straordinari, come la Tempesta Vaia dell’ottobre del 2018. Non ultimo, lo spopolamento delle aree interne con l’abbandono dei coltivi, boschi inclusi, sostituiti dalle monoculture lignee in pianura.
servizi ecosistemici, nel momento in cui generano benefici diversi e tutti indispensabili per la sopravvivenza e il benessere dell’uomo sul Pianeta. I servizi ecosistemici calcolano i benefici sociali, produttivi ed ecologici: dal ruolo svolto dal bosco per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico o al dissesto, al ciclo dell’acqua, dei nutrienti e la formazione del suolo, al beneficio per le economie dei territori (produzione di legno, acqua e cibo) e per la nostra salute fisica e mentale, oltre al valore culturale, storico e paesaggistico. — Il bosco secolare dei Giganti della Sila (CS) con gli imponenti «patriarchi»: un grandioso spettacolo della natura
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Foto Studio Larus © FAI
IL BOSCO COME RISORSA I boschi sono una grande risorsa: per aiutarci a comprenderne il valore, si usa un sistema di calcolo in grado di fornirne una valutazione in milioni di euro, grazie all’analisi dei servizi ecosistemici. Infatti, gli ecosistemi, attraverso la biodiversità, producono beni e funzioni che diventano 8
Foto Isabella Scupiglia © FAI
— A sinistra il Bosco di San Francesco (PG): 64 ettari di bosco recuperato all'incuria dal FAI nel 2008 e mantenuto anche grazie al prezioso sostegno di Fabiana Filippi e Rekeep. Sopra il sentiero che porta all'Alpe Pedroria (SO)
Foto Lucio Lazzara © FAI
I BOSCHI DEL FAI I boschi del FAI sono rappresentativi della ricchezza del patrimonio di natura dell'Italia da nord a sud. Si parte dai boschi alpini, intervallati da prati a pascolo, che troviamo a Monte Fontana Secca a Quero Vas (BL) e all’Alpe Pedroria e Madrera a Talamona (SO). Qui il FAI sta svolgendo un'azione di recupero per ricomporre il mosaico del paesaggio alpino che rappresenta non solo un habitat di tante specie sia vegetali che animali, ma anche un valore culturale. Il paesaggio delle nostre montagne, infatti, non è un ambiente naturale selvaggio, ma è il frutto di una secolare interazione dell’uomo che da sempre ha gestito i boschi se non addirittura li ha creati. È il caso di Oasi Zegna, Bene patrocinato dal FAI dal 2014 in provincia di Biella. Qui, grazie a un piano di gestione sostenibile si sta intervenendo su un patrimonio arboreo, piantato negli anni Trenta del secolo scorso per volere di Ermenegildo Zegna, diversificando le specie, la struttura, l’età e scegliendo le varietà più idonee a fronteggiare le attuali condizioni climatiche.
— A Parco Villa Gregoriana, Tivoli (RM), il microclima ha
contribuito a mantenere una varietà vegetazionale estremamente delicata che necessita di un'attenta e costante gestione
ambiente
Scendendo lungo l’Appennino troviamo il Bosco di San Francesco, che si estende ai piedi della Basilica del Santo d’Assisi: qui il FAI ha avviato un piano di gestione sostenibile intervenendo sul bosco ceduo (il bosco da taglio destinato in passato all’approvvigionamento del legname) per favorire una maggiore resilienza del bosco rispetto al cambiamento climatico; specie come il carpino nero ad esempio mostrano difficoltà a sopravvivere a causa delle sempre più frequenti ondate di calore estive, vanno dunque rimosse le piante morte o in sofferenza che minano la sicurezza del percorso di visita a favore di specie maggiormente resilienti. Ancora diverso è il caso di Parco Villa Gregoriana, Bene del FAI a Tivoli, un bosco creato nel 1832 da papa Gregorio XVI intorno a una grandiosa opera di ingegneria idraulica progettata per contenere le esondazioni dell’Aniene. Un patrimonio fragile: le piogge intense lo scorso inverno, unite a una gelata improvvisa, hanno causato il cedimento di una porzione di un versante, con il crollo di 40 metri cubi di roccia, un danno recuperato nel giro di pochi mesi grazie a tutti gli italiani che hanno partecipato all’appello lanciato dal FAI e ai preziosi contributi di Kuwait Petroleum Italia, di Fondazione Angelini e al sostegno di Sara Assicurazioni. Ancora più a sud del Paese, in Campania a Massa Lubrense (NA), si incontra la macchia mediterranea della Baia di Ieranto, donata al FAI nel 1986 da Italsider dopo la dismissione del sito industriale, sottratta a minacce di speculazione, oggetto di un importante recupero ambientale e oggi area naturale protetta. Infine, in Calabria, i Giganti della Sila (CS). Questo maestoso bosco ultracentenario, affidato in concessione al FAI nel 2016, è oggi una Riserva Naturale Guidata Biogenetica all’interno dell’omonimo Parco Nazionale. Qui pini, larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo sono diventati centenari: gli aceri montani hanno alla base un tronco di circa 2 metri di diametro e il pino di maggiori dimensioni ha un diametro di 187 cm per 43 metri di altezza. In questo caso, nella Riserva nulla può essere toccato per lasciare alla natura il suo corso spontaneo, oggetto di studio e fonte di conoscenza continua.
BOSCO «CARMELA CORTINI» DI VALZO Il Bosco «Carmela Cortini» di Valzo, donato al FAI nel 2021 da Franco Pedrotti, professore emerito dell'Università degli Studi di Camerino in memoria della moglie, copre un’area di 32 ettari all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Si tratta di un bosco ceduo, tra gli 800 e i 1.100 metri di altitudine, formato da roverella, con presenza di carpino nero, cerro, castagno, leccio e – nella parte più alta – anche faggio, a cui si aggiunge una variegata componente arbustiva, principalmente ginestra e ginepro. Qui il FAI, in coerenza con i vincoli testamentari, lascerà che gli alberi seguano il loro ciclo naturale completo – dal seme allo sviluppo della pianta fino alla caduta – sperimentando così la trasformazione spontanea in un bosco di alto fusto.
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— La quadreria
dei Savoia durante la fase di disallestimento. A destra, l’allestimento ottocentesco del Salone
Al Castello di Masino 100 volti da salvare
Il restauro della Quadreria dei Savoia: un progetto appassionante di conservazione e ricerca i beni del fai
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Al Castello di Masino si sta per concludere il cantiere di restauro degli affreschi nel Salone dei Savoia, che sarà di nuovo visibile al pubblico da maggio. Rimuovendo l’intonaco che rivestiva tutte le pareti è emersa una decorazione ad affresco risalente al Seicento straordinariamente ampia, integra e dettagliata, che svela un aspetto del tutto inedito di questa grande sala. Finora, infatti, il Salone dei Savoia era noto per ospitare una ricca quadreria di sapore ottocentesco, che è stata di necessità disallestita: occasione unica e imperdibile per avviare un nuovo cantiere di restauro, conservazione e ricerca proprio su quel patrimonio di quadri; un lavoro mai finora affrontato in maniera così completa e sistematica. Sarà un cantiere lungo e impegnativo, perché la quadreria del Salone conta ben 97 dipinti – 170 mq di tela dipinta e 275 m di cornici –, di grande e piccolo formato, che decoravano tutte le pareti fin quasi alla volta. Le indagini preliminari al progetto e i primi interventi di restauro sono già partiti grazie a generosi finanziamenti privati, e dalle prime operazioni diagnostiche, necessarie a valutare lo stato di conservazione dei quadri, già emergono risultati interessanti.
Foto Roberto Morelli © FAI
Foto Morelli-Mesturini © FAI
IL SALONE DEI SAVOIA E LA QUADRERIA
— Castello e
Castello e Parco di Masino, Caravino (TO)
i beni del fai
Parco di Masino (Caravino, TO) Bene FAI dal 1988, domina da un'altura l'anfiteatro morenico di Ivrea
Il Salone dei Savoia si trova al primo piano del Castello e si raggiunge dopo aver salito lo Scalone d’onore e percorsa la Galleria dei Poeti. Oggi la Galleria presenta una decorazione ottocentesca, ispirata a celebri poeti, da cui il nome, ma nel Seicento era una sfilata di ritratti celebrativi dei Savoia, che culminava nel Salone, che oggi sappiamo – dopo il restauro – era tutto affrescato su pareti e volta con vedute del ducato e insegne araldiche, anch’esse celebrative di Casa Savoia, da cui il nome: Salone dei Savoia. Galleria e Salone, infatti, erano state concepite a fine Seicento da Carlo Francesco I Valperga come tappe di un percorso cerimoniale e di rappresentanza, che proseguiva, oltre il Salone, nelle camere intitolate ai regni di Spagna, Austria e Francia. Nel Settecento il Salone cambiò funzione, e fu destinato all’intrattenimento, arredato con il gioco del trucco, una variante del biliardo, e pochi tavoli e sedie. Nell’Ottocento, infine, come testimoniano gli inventari conservati nell’archivio storico del Castello, fu allestita la quadreria: 97 quadri sei e settecenteschi raffiguranti personaggi di primo piano della corte sabauda, ma anche ritratti di personaggi delle dinastie spagnola o francese, e delle nobili famiglie che dominavano la scena politica dell’Europa e del Mediterraneo di allora, da Portogallo a Cipro. DA VITTORIO AMEDEO AL RATTO DELLE SABINE
La quadreria è composta da 8 tele di grande formato e da 89 tele medie e piccole, tra cui una serie di ovali con ritratti femminili (le cd. Belle Donne, vedi box a lato). Le grandi tele sono dedicate – 5 su 8 – a personaggi di Casa Savoia, a testimoniare il forte legame tra Carlo Francesco I Valperga e la Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, madre del giovane re Vittorio Amedeo. Dalle prime ricerche sulla storia della quadreria, che si basano sui documenti conservati nell’archivio storico del Castello, è emerso che il primo quadro a essere allestito nel Salone, già nel 1807, fu il Ritratto di Vittorio Amedeo di Savoia, e che entro il 1849 tutta la quadreria era allestita sostanzialmente nella forma in cui il FAI l’ha trovata e finora conservata. Accanto al ritratto di Vittorio Amedeo, dovevano spiccare nel Salone due ritratti di sua madre, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (1644-1724), donna di carattere e di potere, reggente del ducato per conto del giovane figlio, dopo la morte del consorte Carlo Emanuele II nel 1675. Il rilievo dato alla sua figura nell’allestimento del Salone ben si spiega alla luce della sua storia, 11
Foto Morelli-Mesturini © FAI
— L’apposito set fotografico, a cura del laboratorio di imaging del CCR La Venaria Reale, allestito per le indagini preliminari di schedatura
che si intreccia con le vicende della famiglia Valperga: è la Madama Reale, infatti, a determinare la carriera di Carlo Francesco I fino all’incarico più prestigioso e delicato, la nomina di primo scudiere di Vittorio Amedeo di Savoia nel 1680. Altri tre ritratti di grande formato sono dedicati a: Giacinto Simiana, marchese di Pianezza, gran ciambellano di Carlo Emanuele II e zio materno di Carlo Francesco I, e a Emanuele Filiberto di Savoia Carignano detto il Muto; il terzo, finora ritenuto il Ritratto del cardinale Giulio Mazzarino, è con ogni probabilità da identificare invece con il Ritratto di Lorenzo Trotti, vescovo di Pavia, zio di Maria Vittoria Trotti Bentivoglio, moglie di Carlo Francesco I dal 1693: un primo risultato di questo cantiere di conservazione e restauro, ma ancor prima di conoscenza. Ultimi due, tra i quadri di grande formato nel Salone: una tela seicentesca raffigurante il Ratto delle Sabine, unico soggetto diverso nell’ambito della collezione, e il ritratto settecentesco di Arduino, re d’Italia dal 1002 al 1024, dal quale i Valperga si vantavano di discendere; le sue spoglie, sottratte da Carlo Francesco II dal Castello di Agliè e trasferite a Masino nel 1764, sono ancora conservate nella Cappella di San Carlo, al piano terra del Castello. Accanto alle tele di grande formato, nella quadreria del Salone erano disposti su più livelli dipinti medi e piccoli, sempre di soggetto ritrattistico: una «folla» di uomini e donne, che rappresentano il panorama della nobiltà europea tra Seicento e Settecento, e che grazie agli studi avviati dal FAI saranno identificati e approfonditi come personaggi storici, nelle loro intricate vicende; ugualmente approfondita sarà la storia della collezione in sé e delle singole opere, che già mostrano evidenti confronti con le raccolte sabaude, inevitabili modelli dell’epoca, e soprattutto per i Valperga.
OCCHI, MANI, TESTA E... GAMBE! Per prendersi cura di un patrimonio importante e vasto come quello custodito al Castello di Masino servono occhi per osservare gli oggetti, testa per programmare gli interventi, mani attente per maneggiare con attenzione le opere e… gambe per percorrere corridoi, saloni e salire scale. Da due anni mi occupo della conservazione degli arredi e collezioni del Castello di Masino: ogni giorno percorro chilometri per monitorare lo stato di conservazione degli oggetti, fare i necessari interventi di manutenzione e assicurarmi che la collezione sia sempre in ordine e al suo posto. Poi, seduto alla scrivania, mi dedico alla gestione delle collezioni, tra impegni burocratici, pianificazione delle manutenzioni e supporto ai grandi restauri. Tra questi, ho avuto la fortuna di fare parte della squadra dedicata al progetto di restauro e valorizzazione della quadreria del Salone dei Savoia, partecipando concretamente al lavoro e coordinando, in concerto con l’Ufficio Conservazione del FAI, le attività di restauratori e tecnici. Lorenzo Guarnaschelli CONSERVATORE, CASTELLO E PARCO DI MASINO
UNA «CARTA D’IDENTITÀ» PER OGNI DIPINTO
Le 97 tele della quadreria, prima di essere rimosse, sono state rigorosamente documentate, ovvero mappate con i più aggiornati strumenti tecnologici; sono state sottoposte, poi, nello stesso Salone dei i beni del fai
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LE BELLE DONNE
Foto Isabella De Maddalena © FAI
Nella parte superiore delle pareti del Salone dei Savoia erano allestiti tondi con ritratti femminili: si tratta di derivazioni dalla celebre serie delle Belle Donne, (sotto Ritratto di Madame du Frenoy - 1680 circa) realizzata dal pittore Jacob Ferdinand Voet (16391689), originario di Anversa e attivo a Roma nella seconda metà del XVII secolo, per la nobile famiglia dei Chigi a Roma. La serie fu così apprezzata da essere più volte replicata, con varianti, in Europa e nelle principali corti italiane. Lo studio documentario sarà cruciale per ricostruire la storia, gli allestimenti e gli spostamenti tra le diverse stanze del Castello della fortunata serie, di cui abbiamo testimonianza sin dal 1716 quando è conservata nell’Anticamera della Regina e nella Camera del Conte di Masino, l’attuale Salotto Rosso; parte della serie confluisce poi nel Salone dei Savoia, dove già è esposta nel 1849. Sarà inoltre avviato un approfondito studio storico-artistico per verificare la paternità e la storia dei singoli dipinti, che si attribuiscono in parte a Voet stesso e in parte al suo ambito, senza escludere repliche di altra mano realizzate a partire da suoi modelli.
Savoia, in loco, a una accurata campagna fotografica – fronte e retro, che reca spesso firma, data e note varie – e a una serie di attività di diagnostica, tra cui riflettografia IR e fluorescenza UV. Il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale ha affiancato il FAI nella prima verifica dello stato di conservazione della collezione. Queste analisi hanno permesso di effettuare un’aggiornata schedatura e di disporre oggi, per la prima volta, di una vera e propria «carta d’identità» per ogni dipinto, dotata di tutte le informazioni – iscrizioni, misure, e persino il peso di ogni dipinto – che saranno necessarie al restauro, allo studio e anche a futuro riallestimento. IL RESTAURO DELLA QUADRERIA: SI PARTE!
Grazie alla generosità di donazioni private e sempre in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Torino, anche i lavori di restauro sono partiti: le opere hanno lasciato i depositi del Castello di Masino per essere trasferite in due diversi laboratori. Le 8 tele di grande formato si trovano oggi negli spazi del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che in virtù di un ampio e duraturo accordo di collaborazione con il FAI se ne prenderà cura, mettendo a disposizione innovazione tecnologica, competenze e strumenti di comunicazione per seguire i lavori in corso. Gli 89 dipinti medi e piccoli sono stati affidati, invece, al laboratorio Nicola Restauri di Aramengo (AT), che già sta lavorando su un primo gruppo di opere: si parte dai quadri in cattivo stato di conservazione, per poi calibrare gli interventi sulle altre opere, con un restauro che interesserà sia le tele che le cornici in legno intagliato e dorato.
Foto Morelli-Mesturini © FAI
— Un restauratore di Nicola Restauri osserva i dettagli al video-microscopio
LA QUADRERIA: UN’OCCASIONE UNICA DI RICERCA
Il restauro della quadreria si accompagna a un cantiere per la conoscenza, anch’esso già avviato, che prevede la collaborazione tra il FAI e l’Università di Torino per approfondimenti scientifici che saranno assegnati a giovani ricercatori con borse di studio finani beni del fai
— La rilevazione del peso, per acquisire i dati utili alle
movimentazioni e ai futuri allestimenti.
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Foto Fondazione La Venaria Reale © FAI
ziate appositamente dalla Fondazione, già dedicate alle ricerche sulla decorazione ad affresco dello stesso Salone dei Savoia. Lo studio della quadreria, che si fonda sui documenti conservati nell’archivio storico del Castello, sarà anche l’occasione per esplorare anche quello in questa nuova chiave, andando a rileggere le numerose carte utili a ricostruire tempi e modi della formazione e dell’allestimento di questa collezione. Ciascun quadro, poi, sarà studiato nel dettaglio per verificarne la paternità, la datazione, le caratteristiche e le ragioni culturali, nel confronto storico e artistico. La schedatura completa e aggiornata, le fotografie ad alta risoluzione e i risultati della ricerche saranno caricati a poco a poco su un portale dedicato, una piattaforma on-line, accessibile a tutti, cui il FAI lavora da tempo: il catalogo digitale delle collezioni del FAI, uno strumento fondamentale per uso interno, ma pensato per essere fruibile facilmente al pubblico, che potrà così esplorare liberamente il patrimonio dei beni mobili del FAI – dalle opere d’arte agli arredi, agli oggetti d’uso, ecc. – , che è ricchissimo, ampio e di una varietà sorprendente. Il cantiere di conservazione e valorizzazione della Quadreria è e sarà una sfida impegnativa per il FAI, un lavoro lungo e oneroso che ha bisogno del supporto di chi già lo sostiene e di chi si aggiungerà per aiutarci. Una sfida che proseguirà oltre il restauro: stiamo già lavorando, infatti, al progetto di un allestimento che permetterà in futuro di rendere nuovamente fruibile la Quadreria nel Salone dei Savoia attraverso soluzioni originali. Dovremo inoltre realizzare nuovi depositi in cui conservare le opere disallestite quando invece il Salone si mostrerà nel suo aspetto affrescato.
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Foto Isabella De Maddalena © FAI
— Le grandi tele della quadreria sono state allestite nel laboratorio CCR La Venaria Reale e sottoposte a una spolveratura preliminare
— Un particolare di un tassello di pulitura nel laboratorio
di Nicola Restauri.
UN GESTO CONCRETO... FIRMA DOPO FIRMA Destinare il 5x1000 al FAI è un gesto che diventa l’occasione per compiere un’azione concreta che non costa nulla, ma che può fare una grossa differenza. Basta mettere una firma e inserire il codice fiscale 80102030154 nella casella dedicata al Finanziamento dei Beni culturali oppure in quella del Sostegno del volontariato. Scopri di più sul sito fai5x1000.it
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Una storia di (stra)ordinaria generosità
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Alice A. ha scelto di donare un appartamento alla Fondazione per contribuire a salvare luoghi meravigliosi per sempre e per tutti
Come si è avvicinata al FAI? Sono un’affezionata donatrice del FAI da ormai quasi 10 anni. Ho da subito condiviso fortemente la missione della Fondazione e nel tempo ho sostenuto alcuni progetti di restauro all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate in Puglia e al Giardino della Kolymbethra in Sicilia. In queste due occasioni ho avuto modo di conoscere lo staff del FAI e apprezzarne l’impegno, seguendo in prima persona i progetti sostenuti e vedendoli poi realizzati. L’essere coinvolta così da vicino, toccando con mano il lavoro svolto «sul campo», è stata un’esperienza molto entusiasmante!
Come è nata l’idea della donazione? In un particolare momento della mia vita mi sono trovata a gestire una situazione complessa legata a un appartamento di mia proprietà che mi stava creando più problemi che benefici. Avendo difficoltà a risolvere la situazione da sola e volendo continuare a sostenere realtà benefiche, ho pensato di coinvolgere il FAI. Mi sono confrontata con Alberica Pellerey, responsabile dell’Ufficio Middle e Major Donors, che mi ha esposto alcune possibilità. Ho quindi deciso di procedere subito con la donazione del mio appartamento, sicura che la Fondazione lo avrebbe trasformato in una risorsa concreta per salvare e aprire al pubblico luoghi meravigliosi della mia amata Italia. Il fatto che le donazioni di immobili siano esenti da qualsiasi tipologia di imposta mi ha rassicurato sulla certeznews
za che l’intero valore del mio appartamento sarebbe stato utilizzato completamente a favore di nuovi progetti. La Fondazione è stata d'aiuto in questa situazione? Rivolgendomi al FAI ho trovato uno staff che mi ha accolto con estrema professionalità e gentilezza. Infatti, tutte le pratiche burocratiche vengono gestite dai professionisti che collaborano con la Fondazione, come notai e avvocati, e che si fanno carico gratuitamente delle incombenze fiscali e legali. La sua scelta come ha contribuito alle attività del FAI? Il mio gesto ha reso possibile sia l’apertura del piano nobile di Palazzo Moroni a Bergamo, sia quella di Villa Rezzola a Lerici. Sono molto contenta perché ho avuto la soddisfazione di aver contribuito, nel mio piccolo, a salvare luoghi meravigliosi per sempre, ma soprattutto per tutti. Per maggiori informazioni: Alberica Pellerey Tel. 02 467615266 Mail: a.pellerey@fondoambiente.it Foto Fabrizio Giordano © FAI
Ci sono molti modi per sostenere il FAI, tra cui la donazione in vita di beni immobili affinché siano venduti o messi a reddito per ricavare risorse da destinare a restauri e ad attività istituzionali. Alice A. sostiene il FAI da molti anni. In questa intervista, il racconto di una donazione generosa che ha permesso di contribuire all'apertura di alcuni Beni della Fondazione.
— In alto Alice A.: la sua donazione ha contribuito all'apertura,
a giugno scorso di Villa Rezzola a Lerici (SP). Nella foto la Villa prima dei restauri
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Ultime notizie dal mondo del FAI Immagine © Lorenzo Mattotti
— Il XXVI Convegno Nazionale del FAI si è svolto con il Patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e del Ministero della Cultura e, inoltre, con il prezioso contributo di Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, dal 2010 sostenitore dell’evento nell’ambito di una consolidata partnership pluriennale, e Opem, già vicina alla Fondazione da anni come Corporate Golden Donor, che ha confermato per il terzo anno consecutivo il suo contributo all’evento.
L’impegno del FAI per il paesaggio in un momento di «transizione» dell’Italia Si è svolto dal 19 al 26 febbraio il XXVI Convegno Nazionale del FAI: il più importante momento di incontro tra il FAI e la sua rete di migliaia di volontari in tutta Italia, che come da tradizione prevede una giornata di riflessione aperta al pubblico e successivi incontri di approfondimento. Per la seconda volta il convegno è stato trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube del FAI, e nella prima giornata ha visto la partecipazione di oltre 2000 persone. Intitolato «Paesaggio 2026. Visione, educazione, competenze» l’appuntamento è stato pensato dalla Fondazione per approfondire un tema di grande attualità che interessa la sua missione e le sue attività: il paesaggio, la sua tutela e la sua trasformazione. Con il contributo di studiosi, professionisti ed esperti di fama, italiani e stranieri, e di esponenti delle istituzioni, dai Ministeri della Cultura – ha chiuso la prima giornata il Ministro Dario Franceschini – e della Transizione ecologica alle Regioni e ai Comuni, il FAI ha messo il paesaggio al centro di una riflessione sul PNRR, per sottolineare la necessità di bilanciare lo sviluppo con la tutela nel processo di transizione ecologica dell’Italia. Dalle varie relazioni è emersa la necessità di governare la trasformazione approfittando di questo positivo slancio al 2026 per nuove riforme, che portino regole condivise, competenze aggiornate e strumenti efficaci a servizio dello sviluppo, ma anche e soprattutto di una tutela che non vieti ma accompagni il cambiamento. Più di tutto, però, serve educare al paesaggio, come mai si è fatto, perché sia riconosciuto da tutti, cittadini e istituzioni, dalla scuola alle amministrazioni, nel suo valore di opera collettiva, originale, spontanea ma armonica creazione delle generazioni del passato, che lo hanno modellato e anche trasformato, e imperdibile eredità per le generazioni future. Il convegno è stata l’occasione per il FAI di rilanciare, rafforzandolo, il suo impegno per il paesaggio: perché educando, curando e vigilando il paesaggio non rischi di essere compromesso nella giusta battaglia per l’ambiente, e anzi divenga una leva per lo sviluppo culturale ed economico dell’Italia. I contenuti del Convegno Nazionale saranno approfonditi nel prossimo numero del Notiziario. news
RAI E FAI INSIEME PER IL PATRIMONIO ITALIANO Anche per il 2022 Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico radiotelevisivo alla cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano; i programmi e le testate Rai raccontano tutto l’anno le meraviglie del nostro Paese e sensibilizzano il pubblico anche attraverso campagne sociali. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le grandi campagne come Giornate FAI di Primavera e Autunno, anche attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale, il Censimento de «I Luoghi del Cuore», le Sere FAI d’Estate e le Giornate FAI per le Scuole.
PRONTI A VOTARE I VOSTRI LUOGHI? A maggio partirà l’undicesima edizione de «I Luoghi del Cuore», il censimento dei luoghi da non dimenticare, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Centinaia di luoghi hanno trovato nuova vita e partecipare è un modo per cambiare il destino dei luoghi che ami: preparati a votare!
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Foto © Giorgio Colombo
LUCIO FONTANA & ANTONY GORMLEY AL NEGOZIO OLIVETTI
— Giorgio Colombo, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Paris, 14-
07-1990, Ilfochrome Classic, 40x50x2; Bruce Nauman, Triangle room with red paint and yellow light, 1978-80; Robert Morris, Untitled (Aluminium I-beams), 1967
Fotografare l’arte: Giorgio Colombo per la Collezione Panza
In occasione della prossima Biennale di Venezia, presso il Negozio Olivetti di Piazza San Marco, dal 18 aprile al 27 novembre 2022 sarà allestita la mostra-dossier Lucio Fontana & Antony Gormley, che raccoglie una selezione di opere su carta e scultoree di questi due importanti protagonisti del panorama artistico contemporaneo: un dialogo tra la complessità del segno nell’opera del fondatore del movimento spazialista, e la relazione tra spazio e corpo nel lavoro di uno tra i più acclamati e articolati scultori del nostro secolo. Disegni e sculture di entrambi intesseranno un confronto serrato sui temi dello spazio e della luce sotto l’attenta regia del curatore Luca Massimo Barbero, tra i maggiori studiosi di Fontana e consulente scientifico della fondazione dedicata all’artista. La mostra indaga la straordinaria inventiva e complessità del lavoro dei due artisti, ponendo l'accento sull'importanza del rapporto tra la dimensione spaziotemporale e la ricerca sulla tensione segnica, unitamente a una nuova concezione dello spazio.
Giorgio Colombo, uno dei più sensibili interpreti dell’arte attraverso la fotografia, è stato per venticinque anni il fotografo ufficiale della Collezione Panza. Su richiesta di Giuseppe Panza di Biumo nel 1993, nella camera oscura del suo studio di Milano, stampò una collezione di 113 fotografie della collezione Panza, scattate nel tempo, sia nella Villa di Varese che in alcuni musei europei. Dal 5 aprile al 25 settembre queste fotografie saranno esposte a Villa Panza, nella mostra Lo sguardo differito (1975 – 1992). Giorgio Colombo fotografa la Collezione Panza che sarà l’occasione per conoscere l’opera di un grande fotografo d’arte italiano, il cui sguardo è la perfetta trascrizione del pensiero del collezionista.
A MATERA LA TERZA TAPPA DI PROGETTO GENESI
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Foto © Shirin Neshat
La mostra itinerante di arte contemporanea «Progetto Genesi. Arte e diritti umani» - ideata dall'Associazione Genesi, fondata da Letizia Moratti - continua il suo viaggio attraverso l’Italia: fino al 27 maggio 2022 potete visitarla presso il Museo Nazionale di Matera - Palazzo Lanfranchi e nel Bene FAI Casa Noha. Una mostra potente dove la suggestione delle opere d'arte è rafforzata dalle testimonianze, scaturite dalle opere stesse, dei volontari di FAI ponte tra culture, mediatori culturali di origine straniera che hanno realizzato oltre 40 podcast, fruibili dal pubblico in visita attraverso un'app scaricabile sul proprio smartphone.
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Da segnare in agenda p iù
26-27 marzo
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Tre Giorni per il Giardino
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Una primavera ricchissima di appuntamenti nei Beni del FAI. I grandi eventi da non perdere, mostre mercato, picnic e QUI degustazioni per vivere giornate indimenticabili A
XXX edizione delle Giornate FAI di Primavera WWW.GIORNATEFAI.IT
APRILE Foto Dario Fusaro © FAI
2-3 aprile
Giornata delle Camelie VILLA DELLA PORTA BOZZOLO, CASALZUIGNO (VA)
Dal 5 aprile al 25 settembre
Dal 18 aprile al 27 novembre
29-30 aprile - 1 maggio
Lo sguardo differito (1975-1992). Giorgio Colombo fotografa la Collezione Panza
Lucio Fontana & Antony Gormley
Tre Giorni per il Giardino XXX edizione
NEGOZIO OLIVETTI, VENEZIA
CASTELLO E PARCO DI MASINO,
VILLA E COLLEZIONE PANZA, VARESE
CARAVINO (TO)
Torna la più grande mostra mercato per gli amanti del verde al Castello di Masino. Vi accoglieranno oltre 100 vivaisti selezionati grazie alla collaborazione dell’architetto Paolo Pejrone, Presidente dell’Accademia Piemontese del Giardino: espositori provenienti da tutta Italia e dall’estero con alberi e arbusti per il giardino e il terrazzo, piante da frutto e da orto, piante da fiore, erbe aromatiche e officinali, attrezzi e arredi da giardino. E anche quest’anno laboratori per adulti e per bambini, incontri e tavole rotonde, nell’ottica della sostenibilità.
23-24 aprile 18 aprile
Vinum Euganeum
Pasquetta nei Beni FAI
VILLA DEI VESCOVI,
APPUNTAMENTO IN PIÙ BENI
LUVIGLIANO DI TORREGLIA (PD)
Anche quest’anno i Beni sono pronti ad accogliervi per la scampagnata di Pasquetta. Da nord a sud, il Lunedì dell’Angelo sarà l’occasione per trascorrere un giorno di festa in modo piacevole e divertente, tra cultura, arte e natura. Tante le attività in programma: si potrà gustare un picnic sdraiati sul prato, saranno organizzati giochi a squadre, passeggiate nella natura e laboratori creativi per adulti e bambini.
manifestazioni
Lu Panieri ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE, LECCE
23-24-25 aprile
Herbarium MONASTERO DI TORBA, GORNATE OLONA (VA)
30 aprile - 1 maggio
FAI Leggere APPUNTAMENTO IN PIÙ BENI
Foto Gabriele Basilico © FAI
Foto Laszlo Rinaldi © FAI
24-25 aprile
Dopo il successo della prima edizione, torna FAI Leggere, l'iniziativa interamente dedicata alla lettura in collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura. Una grande festa nei Beni del FAI che proseguirà anche nei mesi successivi fino all'autunno. Tante le at18
Foto © FAI
Festa dei Circondari — Un momento della prima edizione della Festa dei Circondari nel Bene FAI Abbazia di Santa Maria di Cerrate (LE)
tività in programma: incontri con gli autori, proposte di letture ad alta voce, laboratori per adulti e bambini, visite guidate speciali e per chi lo desidera, saranno a disposizione nei Beni spazi appositamente dedicati alla lettura.
18 maggio
28-29 maggio
XI edizione de “I Luoghi del Cuore”
Festa dei Circondari APPUNTAMENTO IN PIÙ BENI
Lancio del Censimento dei luoghi più amati dagli italiani.
Una festa del FAI, ma in realtà una festa dei territori: i Beni della Fondazione diventeranno palcoscenico e vetrina del territorio che li circonda ospitando degustazioni, conferenze e incontri pensati per ogni esigenza di pubblico. Soprattutto, saranno il punto di partenza di itinerari, escursioni e passeggiate nei loro circondari: mete originali e inedite del cosiddetto turismo di prossimità, da percorrere da soli o accompagnati da guide, a piedi o in bicicletta, in macchina e perfino in barca, alla scoperta di borghi, chiese e palazzi, curiosi musei, aree archeologiche e naturalistiche, botteghe, aziende agricole e ristoranti che hanno aderito con generosità ed entusiasmo all'iniziativa.
WWW.ILUOGHIDELCUORE.IT
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La Vita Sobria VILLA DEI VESCOVI, Foto © FAI
LUVIGLIANO DI TORREGLIA (PD)
Foto Giorgio Majno © FAI
MAGGIO 2a metà di maggio
Incontri a Casa Bortoli CASA BORTOLI, VENEZIA DIRETTA STREAMING WWW.INCONTRICASABORTOLI.IT
Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it
Il calendario «Eventi nei Beni del FAI 2022» è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo di Nespresso, azienda che dal 2020 sostiene la Fondazione, di Pirelli che conferma per il decimo anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI, e di Delicius che rinnova il suo sostegno al progetto per il secondo anno consecutivo. Main Sponsor
manifestazioni
Sponsor
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