Il notiziario del FAI n. 165

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POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 ) Art. 1 comma 1 /CN/BO . dicembre / 2022 - gennaio - febbraio / 2023 n 165 La mostra Ex Natura a Villa Panza #FAIperilClima e #FAIBiodiversità Nuove opere dalla collezione Giuseppe Panza di Biumo Anche noi facciamo la nostra parte contro la crisi climatica A Morazzone, in provincia di Varese, apre un nuovo Bene del FAI: una casa in cui il tempo si è fermato Casa Macchi: una Pompei dell’Ottocento Mercatini, presepi e attività per tutta la famiglia Vivi il Natale nei Beni del FAI

Salute e Libertà

Ogni tanto le idee fisse diventano quasi ossessioni e nel momento in cui mi accingo a rivolgermi a voi, care e cari iscritte e iscritti che sostenete il FAI con la forza della vostra tessera, mi accorgo che nella mia penna vi sono an cora gli stessi pensieri e le stesse emozioni del mio ultimo messaggio a voi da questo Notiziario; che intitolai «Coraggio!».

In settembre il coraggio ci serviva a riprendere fiato dopo l’estate feroce che aveva crudelmente bruciato i nostri campi e i nostri boschi e anche a mandare un messaggio ai fratelli ucraini che subiscono da troppi mesi violen ze e oltraggi efferati e senza vergogna.

Stamattina nel pensare a quale Augurio rivolgere a noi tutti per il 2023 non posso che pensare agli stessi due destinatari: il pianeta e il popolo ucraino.

Al primo auguro la Salute; al secondo la Libertà.

La salute del pianeta − ben lo sappiamo − dipende da noi, da ognuno di noi che lo popoliamo e che per troppi anni lo abbiamo trattato senza rispetto; chi non si ribella, anche violentemente, quando viene trattato senza rispetto? Si illudeva Vladimir…! Ed è questo l’esempio che ci viene dal popolo ucraino che al bene supremo della Libertà sacrifica la vita, la famiglia e la casa.

Sulla salute rubata al Pianeta e sull’impossibile serenità familiare in Ucrai na nell’avvicinarsi di questo primo, terribile Natale di guerra (ma non solo! penso anche a coloro che fuggono attraverso i mari e temono di non trova re un porto che li accolga!) rifletto nella semplice e quasi sospesa atmosfera di quiete della rinascente Casa Macchi di Morazzone, vicino a Varese; tra il giubilo della popolazione e con in testa sindaco, parroco e presidente della Regione abbiamo inaugurato, dopo i nostri lunghi e delicatissimi restauri, il 7 dicembre, giorno di S. Ambrogio, patrono del paese.

La serenità dell’atmosfera gozzaniana del piccolo, ombroso giardino con le ortensie e le bergenie rinate dopo le piogge autunnali, così come il calore del contesto così «clamorosamente» intimo delle sue stanze délabré, con gli armadi ricolmi di lenzuola ingiallite dalle enormi cifre ricamate e le vetrine ridondanti di vecchie, belle stoviglie un tempo usate nelle feste comandate, se da un lato contrastano violentemente con i nostri oscuri pensieri domi nanti, dall’altro ci invitano a riflettere, quando saremo tutti seduti attorno alla mensa natalizia familiare, sulla determinante responsabilità di ognuno di noi perché alla Natura che ci circonda possa essere assicurato il clima di cui ha bisogno per vivere e a tutti gli uomini quella Libertà − diritto inviolabile di ognuno − senza la quale festeggiare il Natale diventa impossibile. Se tutti, ma davvero tutti, ci renderemo conto della nostra personale responsabilità e se agiremo di conseguenza, potremo dirci con franchezza quel Buon Natale! e quel Buon 2023! che ogni anno deve riempirsi di un vero significato e di concrete promesse; sennò saranno solo parole.

INDICE 3

Un anno insieme 4

Casa Macchi: una casa di una volta, come non ce ne sono più 9 108 opere per Villa Panza: una nuova donazione 10

#FAIperilClima 13

La storia «sepolta» dell’Abbazia di Cerrate 14

Ultime notizie dal mondo del FAI 18

Metti il FAI sotto l’albero!

Periodico del FAI - ETS

Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza, via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314

Direttore responsabile Maurizio Vento Coordinamento editoriale Isabella Dôthel Progetto grafico Studio Pitis Lavorazione grafica Carlo Dante

In copertina

Casa Macchi a Morazzone (VA) |

Foto Barbara Verduci © FAI

Hanno collaborato

V. Ambrosoli, F. Armiraglio, A. Bernardini E. Bompan, B. Cazzola, N. H. Cosentino, A. Mascetti, D. Meregalli, C. Pratesi, C. Rolleri, A. Totaro.

2 editoriale
Marco Magnifico PRESIDENTE FAI

Un anno insieme

Dodici mesi intensi, nuovi Beni e nuovi progetti, tanti eventi e grandi manifestazioni

Gennaio 10

Dopo l’inaugurazione dell’Emporio di Casa Macchi a dicembre 2021, sono proseguiti i lavori del cantiere del Bene FAI di Morazzone (VA).

Febbraio 17

Il XXVI Convegno Nazionale dei Delegati e dei Volontari FAI è stato dedicato al paesaggio italiano: PNRR e transizione ecologica, come bilanciare sviluppo e tutela?

Marzo 26

Le Giornate FAI hanno compiuto trenta primavere! Oltre 350.000 persone hanno visitato i 700 luoghi aperti dai delegati e dai volontari del FAI.

Aprile 29

L'inaugurazione del Salone dei Savoia al Castello di Masino: tre anni di restauri hanno riportato in luce un sorprendente ciclo di affreschi di fine Seicento.

Maggio 12

Il lancio dell’XI edizione de «I Luoghi del Cuore», il più grande censimento spontaneo dei luoghi italiani da non dimenticare.

Giugno 30

La donazione al FAI del Memoriale Brion a San Vito d’Altivole (TV): il capolavoro di Carlo Scarpa è diventato il settantesimo Bene della Fondazione.

Luglio 2

Le Sere FAI d’Estate si confermano anno dopo anno un appuntamento molto apprezzato per vivere i Beni FAI dopo il tramonto, fino a tarda sera.

Agosto 9

Durante l’estate si sono conclusi i lavori di restauro della stalla grande dell’Alpe Pedroria, Bene FAI nel Parco delle Orobie Valtellinesi.

Settembre 14

«Un ambiente per l’Ambiente» è il nuovo spazio multimediale a Villa Necchi Campiglio (MI). Un progetto per promuovere buone abitudini per l’ambiente.

Oltre 330.000 persone hanno partecipato alle Giornate FAI d’Autunno dedicate quest'anno ai luoghi più «curiosi» del patrimonio culturale italiano.

GRAZIE AI VOLONTARI, CUORE PULSANTE DELLA FONDAZIONE

La Rete territoriale del FAI, formata da volontari appassionati che hanno scelto di dedicare il proprio tempo libero alla diffusione dei valori e delle attività della Fondazione, rappresenta il punto di riferimento per gli iscritti FAI sul territorio e la sua presenza è sempre più capillare.

Alle 131 Delegazioni, 110 Gruppi FAI , 93 Gruppi FAI Giovani e 7 Gruppi FAI Ponte tra culture in tutta Italia va il nostro più grande grazie per tutti i risultati raggiunti insieme in questo anno davvero speciale.

un anno insieme

Dicembre

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Ottobre 15 Inaugurazione di Casa Macchi a Morazzone (VA): la testimonianza del modo di vivere e del gusto dell’abitare di una famiglia borghese lombarda tra ’800 e ’900.
Foto Musacchio-Ianniello-Pasqualino © FAI Foto © FAI Foto FAI © FAI Foto Barbara Verduci © FAI Foto Matteo Cupella © FAI Foto Luca Chiaudano © FAI Foto Musacchio-Ianniello-Pasqualino © FAI Foto FAI © FAI Foto Adelia Brigo © FAI Foto © FAI Foto Morelli-Mesturini © FAI Foto Maria Galli © FAI Foto arenaimmagini.it © FAI
17 Apertura al pubblico di un nuovo spazio multimediale che racconta la storia «sepolta» dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, in Salento. Novembre 17

La facciata principale della casa, con il portico e la veranda, prima dei restauri Foto arenaimmagini.it

Casa Macchi: una casa di una volta, come non ce ne sono più

Dopo un lungo abbandono e tre anni di restauri il FAI apre al pubblico una tipica casa signorile della provincia lombarda in cui il tempo si è fermato

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©
FAI C LICCAQUI s c idirpo ùip

Il portone di Casa Macchi apre sulla piazza di un piccolo paese di provincia, con la chiesa di Sant’Ambrogio, il monumento gari baldino e qualche negozio ancora aperto lungo la strada. Un paese come tanti in Italia, un paese di una volta. Varcato il portone si entra in una piccola corte con un grazioso giardino da un lato e la rimessa per la carrozza, e di fronte, un edificio a due piani con un portico a colonne e sopra, gli archi di una bella veranda. Niente di monumentale, niente di eccezionale, eppure si rimane ammira ti dall’armonia di una dimora signorile d’altri tempi, dalle forme semplici e accurate, e soprattutto dall’atmosfera ancora intatta, come se varcando il portone si fosse entrati in un altro tempo.

UN

PAESAGGIO DOMESTICO «CRISTALLIZZATO»

È una sensazione che si fa ancor più intensa dentro casa, perché nelle stanze di Casa Macchi mobili e soprammobili, quadri e fotogra fie, armadi e credenze, ancora pieni di biancheria o posate perfetta mente ordinate sono rimasti dov’erano: tutto è rimasto com’era alla fine dell’Ottocento, quando la casa era regolarmente abitata. Poi la signorina Maria Luisa Macchi, l’ultima proprietaria, che nel 2015 ha lasciato per testamento la casa al FAI, ha chiuso quel portone, lascian do perfino la caffettiera sulla stufa della cucina. L’abbandono ci ha consegnato un paesaggio domestico intatto, ed è questa l’eccezionali tà di Casa Macchi che il FAI ha deciso di tutelare e valorizzare come patrimonio culturale: è una casa come tante, ma una casa di una vol ta, come non ce ne sono più. Casa Macchi è la testimonianza di un modo di vivere, di uno stile e di un gusto dell’abitare che la modernità ha cancellato, che è vicino e familiare per molti, ma che per i giovani, ad esempio, è del tutto sconosciuto: è già storia.

LA GRANDE STORIA RACCONTATA DAI PICCOLI OGGETTI

La grande storia è passata da Morazzone il 26 agosto del 1848, in una battaglia tra austriaci e garibaldini commemorata dal monu mento appena fuori dal portone, ma ciò che interessa a Casa Macchi sono piuttosto le piccole storie, di cui è uno straordinario deposito. Documenti, fotografie e cartoline raccontano tre generazioni di una famiglia borghese tipica della società lombarda tra Ottocento e No vecento, i Bottelli-Macchi, che ha vissuto in un solido benessere,

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— Nel 2015 Maria Luisa Macchi ha lasciato in eredità al FAI Casa Macchi, dimora di provincia all'ombra del campanile della chiesa di un tranquillo paese a pochi chilometri da Varese, Morazzone Casa Macchi, Morazzone (VA) — La sala da pranzo prima dei restauri: esempio della varietà di oggetti e arredi Foto arenaimmagini.it © FAI

UNA CURIOSITÀ DAL CANTIERE

Durante il riallestimento di Casa Macchi è stata fatta una curiosa scoperta. Mentre veniva rimontato il grande mobile della Veranda, da un’intercapedine dell’armadio è emerso il corredo della culla di Maria Luisa Macchi (1924-2015): il materasso di crine sagomato, il morbido rivestimento rosa imbottito, la coperta, i cuscini, il vestitino con i fiori e la cuffietta… Quando erano stati smontati i mobili all’apertura del cantiere, nel 2019, nessuno si era accorto di questo «segreto», che per una curiosa coincidenza è stato svelato appena in tempo per l’inaugurazione di dicembre, e quindi per riempire la culla modello Thonet , altrimenti vuota.

Poco o nulla avevamo saputo delle intenzioni di Maria Luisa Macchi, una originale, distinta e benestante signora, fino a quel giorno del 2016 in cui ci venne recapitato il suo testamento nel quale lasciava in eredità al FAI la casa di famiglia proprio di fianco alla nobile parrocchiale nella piazza del paese. Ne rimasi folgorato. Pur essendo un intatto contesto ottocentesco fu come entrare nell’unica casa di Pompei risparmiata dalla furia del Vesuvio tanto ogni dettaglio raccontava di una vita che si era interrotta di punto in bianco quasi per un evento improvviso; tutto si era fermato a quel lontano giorno di sessant’anni prima quando la casa, costruita e arredata dai nonni della signorina e che aveva subito pochissime modifiche, era stata chiusa per l’ultima volta. Una storia che il FAI ha subito deciso, senza alcun indugio, di raccontare.

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— Particolare del tinello del primo piano con mobili dipinti e la televisione anni Cinquanta Foto arenaimmagini.it © FAI Foto Veronica Ambrosoli © FAI

ma mai ostentato, e anzi immersa in una quiete appartata, nel ri spetto delle convenzioni e delle relazioni sociali, concedendosi il solo lusso di alcune passioni personali, come la caccia per gli uomini di casa. Ancor più evocativi sono gli oggetti d’uso: un repertorio ricco e uniforme che compone la scenografia di un’epoca. Accanto ai mobili e all’immancabile pianoforte, sono infatti ancora al loro posto i libric cini di preghiere con la copertina in tartaruga, le pinze per allargare i guanti e l’appendino per la cuffia della padrona di casa, così come le fuciliere con i trofei impagliati, la cassetta porta cartucce in legno e il cavastivali del cacciatore di famiglia, il portabastoni o la comoda nascosta all’interno di un comodino: oggetti di un mondo scomparso che appartiene al recente passato e alla storia di tutti.

UNA CASA CON BOTTEGA

Non a caso, come primo passo verso l’apertura del Bene, il FAI ha deciso – grazie anche al sostegno della Fondazione Cariplo – di restaurare i locali in cui sorgeva una storica bottega di pertinenza dell’abitazione e riallestirli con la mobilia di una vecchia drogheria di Milano, proponendo così un modello di economia locale basato sulla circolarità, in grado di ispirare nuove pratiche e stili di vita. L’Emporio di Casa Macchi, inaugurato il 5 dicembre del 2021, è non soltanto un redivivo negozio di generi vari a servizio della co munità, ma anche il tassello di partenza di un processo di rinasci ta più ampio e sostenibile – reso possibile grazie al fondamentale contributo di fondi di Regione Lombardia.

PRESERVARE L’AUTENTICITÀ DI UN ATMOSFERA

Il primo ottobre del 2019 hanno avuto inizio i lavori del cantiere, finalizzati a dare nuova vita alla dimora. Il progetto ha ruotato fin da subito intorno a un’idea di restauro che, grazie a interventi quasi in visibili, coincide con la pura conservazione, per non rischiare di com promettere l’autenticità di un’atmosfera edificata su ciò che, dentro le stanze, è innegabilmente prezioso, ma anche sui segni del tempo:

Il cantiere è durato tre anni.

SCOMPORRE E RICOMPORRE UN’ATMOSFERA

Fin da subito è stato evidente che bisognava entrare in casa (letteralmente) in punta di piedi per non rischiare di rovinarne l’atmosfera, costituita dalla disposizione integra e originale di arredi e oggetti, dalle macchie di umidità sui muri, dai pavimenti logori, dai vecchi fili elettrici e da tante altre testimonianze stratificate di un passato cristallizzato. E questa atmosfera, inconfondibile ma fragile, è stata prima di tutto impressa in circa mille fotografie che si concentrano sui dettagli e sul loro contesto, per documentare stanze e oggetti nella loro esatta diposizione. Il risultato? Un album di vedute domestiche da preservare prima di attivare i fondamentali ma necessariamente invasivi lavori di restauro e adeguamento funzionale per l’apertura al pubblico, preceduti da una campagna di saggi e campionature determinanti per decidere il grado di intensità degli interventi. Di fatto, la casa è stata svuotata, inventariata e smontata pezzo per pezzo, nel corso di un cantiere durato quattro anni – con le inevitabili pause imposte dalla pandemia – che ha interessato 1000 mq di intonaco consolidati, 400 mq di soffitti ricostruiti, 1500 lastre di cotto sollevate per realizzare l’isolamento da terra, 200 serramenti ripristinati, 500 pezzi tra arredi e collezioni restaurati, quasi 300 documenti studiati e archiviati. Successivamente, è stato necessario ricomporre la casa com’era e restituire l’atmosfera nelle stanze ora risanate: le piastrelle sono stati riposte nella loro posizione originaria, i quadri appesi allo stesso chiodo, le fotografie della famiglia sono ancora in bella mostra sui mobili, ogni oggetto è insomma tornato dov’era, pronto a raccontare il mondo di Casa Macchi.

Ufficio Restauro e conservazione, Ufficio conservazione, Ufficio valorizzazione

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La struttura, oggi, rispetta i valori della sostenibilità ambientale, come il riuso dei materiali e la minima produzione di scarti
Foto © FAI

— Il pianoforte verticale in legno ebanizzato nero, marcato G. Schwander Paris, della fine XIX secolo/inizi XX secolo, con foto di famiglia. Alle pareti, un gruppo di stampe di soggetto venatorio

le superfici invecchiate delle pareti, le imperfezioni dei pavimenti, le toppe sui tessuti, le ragnatele. Aprire ai visitatori quel portone al centro di Morazzone significa invitarli dentro spazi che sono al con tempo nuovi e antichi, ricchi sia di scoperte che di ricordi.

Per preservare questo contesto intatto il FAI si è cimentato in un’impresa di restauro lunga tre anni e ben più complessa di altre. La casa, infatti, ha subito molti interventi e pesanti, a partire dal rifacimento del tetto e di alcuni soffitti, ma si è cercato di render li invisibili, conservando anche i segni del tempo sulle murature e sugli arredi. È stata una sfida dal punto di vista del restauro e della valorizzazione culturale, ma anche dell’impatto sociale. Maria Luisa Macchi, infatti, ha lasciato la sua casa al FAI «con tutto il suo arredo, mobili, quadri e argenteria per farne un museo vivo che dia lustro a Morazzone». Nel solco delle sue volontà è stato siglato un accordo con la Regione Lombardia e il Comune di Morazzone, cui si è ag giunta anche la Provincia di Varese, perché il recupero e l’apertura al pubblico di Casa Macchi fosse l’occasione per avviare diversi in terventi di riqualificazione per la rigenerazione del paese, che, come tanti in Italia, oggi è minacciato dallo spopolamento a favore delle vicine aree urbane.

Oggi è questo l’ingresso a Casa Macchi: l’inizio di una originale e curiosa visita in una specie di Pompei, ma dell’Ottocento…

UNA BOTTEGA STORICA SOSTENIBILE

L’Emporio di Casa Macchi non è solo un esempio del recupero di un luogo storico, ma la proposta originale e attuale di un modello di economia locale basato su circolarità e sostenibilità che promuove valori e pratiche, comportamenti e stili di vita, che oggi è necessario e urgente adottare per contrastare la crisi ambientale.

In questo negozio, infatti, si vendono alimenti sfusi, per ridurre gli sprechi e i rifiuti di inutili imballaggi, prodotti locali che sostengono l’economia del territorio, articoli realizzati con materiali riciclati, cartoleria e libri di seconda mano, e idee per lavori «fai da te», che insegnano e promuovono riuso, risparmio e riciclo di risorse e materie: valori e pratiche alla base dell’economia domestica tradizionale, che oggi torna d’attualità, e perfino di moda.

L’intervento di restauro e la valorizzazione di Casa Macchi sono stati resi possibili grazie a un contri buto di Regione Lombardia nell’ambito di un Accordo di Programma con Regione Lombardia e Comune di Morazzone, ai quali si è poi aggiunta anche la Provin cia di Varese, volto «alla rigenerazione e rivitalizza zione urbana del centro storico di Morazzone (VA)».

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L'Emporio di Casa Macchi ha inaugurato il 5 dicembre 2021 con il prezioso contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia Foto arenaimmagini.it © FAI Foto Gabriele Basilico © FAI Foto Barbara Verduci © FAI C LICCAQUI s c idirpo ùip

108 opere per Villa Panza: una nuova donazione

In dialogo con Giuseppina Panza di Biumo: il racconto della donazione al FAI di altre opere della celebre Collezione di arte contemporanea

In aprile abbiamo accolto con gioia la no tizia della volontà di Rosa Giovanna Panza di Biumo e di voi figli di donare 108 opere di 26 diversi artisti che vanno a integrare la col lezione permanente di Villa Panza. Questo è un ulteriore segno del sostegno della vostra famiglia alla Fondazione che fa seguito alla decisione di tuo padre del 1996 di donare la casa di Biumo e la collezione in essa raccolta. Come nasce questo gesto?

«Quando papà ha deciso di donare Villa Panza e alcune sue opere al FAI, ha fatto una scelta, preferendone certe ad altre. Ci è sembra to quindi opportuno arricchire la collezione, con contributi di artisti italiani assolutamente all’altezza di quelli della precedente collezione: Maurizio Mochetti, Piero Fogliati, Cioni Carpi e Sonia Costantini... Un’altra ragione è il tem po: tenere esposte sempre le stesse opere è un rischio per la loro integrità. Queste opere han no bisogno di riposo e di cure, e con la nuova donazione si potrà agire in questo senso.

La nuova donazione arricchirà notevolmente la col lezione. In base a quali criteri avete selezionato le opere?

Lo scopo era quello di dare una visione più ampia del la raccolta. Per farlo, siamo partiti da artisti che sono stati esposti a Biumo o che hanno avuto una stretta relazione con Giuseppe Panza, nella speranza che questo dia ancora più lustro alla collezione già presente e permetta di orga nizzare al suo interno delle mostre.

L’iniziativa si inserisce nel solco dell’attività intra presa da Giuseppe Panza a partire dagli anni ’70, che ha portato la Collezione a essere oggetto di importanti ces sioni e donazioni a istituzioni europee e americane. In questa costellazione di istituzioni che ospitano la Colle zione Panza quali sono le potenzialità che intravedi alla luce della nuova donazione?

Più alto è il numero di opere che ruotano all’interno degli spazi della Villa, maggiori sono le possibilità del FAI di organizzare prestiti con altre istituzioni e progettare nuove mostre. Speriamo insomma che alternare “opere Storiche” e novità solletichi la curiosità del pubblico.

Grazie a questa donazione saremo l’istituzione, dopo il Solomon R. Guggenheim di New York, con il maggior numero di opere proveniente dalla collezione Panza. D’altra parte, la casa di Biumo è stata spesso in tesa come la trascrizione più completa del pensiero etico

ed estetico di Giuseppe Panza, una sorta di suo autoritratto. Quali sono i temi e le ricer che che, integrando quanto già esposto in villa, meglio chiariscono la visione dell’arte contemporanea di tuo padre?

Villa Panza è sempre stato il luogo più im portante per i nostri genitori. Tutto è partito da qui, tutto è passato da qui e quindi ci è sem brato necessario far sì che restasse uno dei luo ghi fondamentali per la nostra collezione. Il FAI, in questi anni, ha dimostrato di apprez zare, amare e custodire nel migliore dei modi ciò che era stato donato dai nostri genitori, ed è quindi nostro auspicio che questa attitudine continui per sempre. La collezione e la Villa sono stati molto amati da tutti noi Panza, spe riamo quindi che tutti possano amare nello stesso modo le nuove opere che verranno sco perte di volta in volta.

Intervista a cura di Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza

EX NATURA .

NUOVE OPERE DALLA COLLEZIONE DI GIUSEPPE PANZA DI BIUMO

Dal 10 novembre 2022, fino al 1° ottobre 2023, è aperta al pubblico la mostra Ex Natura. Nuove opere dalla collezione di Giuseppe Panza di Biumo. Vi sono esposti 46 lavori di 10 differenti artisti, corrispondenti a 10 sezioni monografiche introdotte da citazioni di Giuseppe Panza, tratte dal suo libro Ricordi di un collezionista Con questa mostra, il FAI inaugura un programma quadriennale di esposizioni dedicate a diversi temi che hanno guidato la ricerca di Giuseppe Panza: da «natura e forma» – il tema di quest’anno – a «ritmo e dinamica», «segno e messaggio» e «luce e colore». Delle opere esposte, 30 sono oggetto della donazione e 16 sono in prestito dalla Panza Collection Mendrisio, la parte della collezione ancora custodita e gestita dalla famiglia Panza.

9 intervista
Villa Panza
è sempre stato il luogo più importante per i nostri genitori. Tutto è partito da qui.
Foto Julieta Schildknecht, Zurich
C LICCAQUI s c idirpo ùip
— Ross Rudel, Untitled No.278, 1998 | Legno sbiancato e tinto, acrilico

#FAIperilClima

Una cronaca dai lavori della COP27: verso il 2030 e la lunga strada per i negoziati

Si è concluso COP27, il negoziato sui cambiamen ti climatici, che ha avuto luogo a Sharm-el-Sheikh dal 5 al 18 novembre, di cui troverete un completo resoconto online sui canali del FAI. Sebbene ci siano stati risultati importanti e qualche clamoroso fallimento, COP27 ha offerto agli osservatori uno squarcio sul futuro dell’ar chitettura multilaterale dell’Accordo di Parigi, il testo che fa da architrave a tutta l’azione dei 196 Paesi membri dell’UNFCCC, la convenzione quadro ONU sui cambia menti climatici.

RAFFORZARE MITIGAZIONE E ADATTAMENTO

Almeno fino al 2030 difficilmente vedremo radicali cambiamenti nell’impalcatura generale di questo grande meccanismo che coinvolge le nazioni più ricche, da sem pre i principali emettitori, e i Paesi più vulnerabili e in via di sviluppo.

Ogni nazione dovrà rafforzare i propri obiettivi, chia mati in gergo «onusiano» NDCs, dei propositi scritti che descrivono le azioni da intraprendere per mitigare le emissioni di gas serra e adattare l’economia e la società alla nuova realtà climatica. Nel 2023 si avrà la prima fotografia dello stato di avanzamento di queste azioni per capire che tipo di accelerazione imprimere ai processi di decarbonizzazione ancora insufficienti per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C di aumento medio delle temperature

OTTIMISMO E SCETTICISMO

Ma da COP27 l’ottimismo di tenere vivo questo obiet tivo, nonostante gli impegni presi, è lentamente virato verso lo scetticismo, se non aperta disperazione, specie per quei Paesi che ne subiranno direttamente gli impatti L’Economist, in un editoriale durissimo, ha dichiarato che possiamo dare «per morto l’obiettivo 1,5°C». Questo si gnificherà estati torride, periodi di siccità sempre più frequenti, danni all’agricoltura, collasso del turismo invernale in Italia, messa in pericolo di tanti beni del patrimonio culturale e del paesaggio italiano. Fuori dal nostro Paese vorrà dire carestie, siccità decennali, insta bilità politica e nuove ondate migratorie di dimensioni mai viste prima.

L'ITALIA RISPETTA GLI IMPEGNI CLIMATICI?

Ognuno deve fare la sua parte, c’è ancora una possi bilità per quanto remota. L’Italia, secondo il think tank Germanwatch, che a Sharm el-Sheikh ha presentato un report su quali Paesi stanno rispettando i loro impegni climatici, si ferma solo al 29 posto di una classifica dei 59 principali emettitori del mondo, persino dietro all’In

ambiente 10 AMBIENTE
entro fine secolo, soglia di sicurezza per evitare un piane ta devastato dagli effetti pervasivi del climate change che iniziamo a toccare con mano anche a casa nostra. Il 12 febbraio 2021 una frana coinvolse il versante della forra di Parco Villa Gregoriana a Tivoli. Gli effetti del cambiamento climatico, con la sempre più frequente alternanza di gravi siccità estive e intensi rovesci a carattere alluvionale, hanno reso estremamente fragile questo territorio. Nella foto operai specializzati per la messa in sicurezza del versante dopo la frana Foto TEXNH © FAI C LICCAQUI s c idirpo ùip

dia che ancora fatica a liberarsi del giogo del carbone. La colpa? «Principalmente il rallentamento nello sviluppo delle rinnovabili e una politica climatica ancora inadeguata a fronteggiare l'emergenza» si legge nel report.

Dunque diventa imperativo accelerare in questo sen so, cercando di capire come farlo nel migliore modo pos sibile. Solo così potremo preservare veramente il paesag gio e il patrimonio italiano, facendo bene i compiti a casa.

IL CAMBIAMENTO INIZIA DA NOI

COP27 ha ribadito la centralità della cooperazione nazionale e internazionale per raggiungere questi obiet tivi, uno sforzo della politica ma coinvolge i cittadini.

Il negoziato è solo un’architettura geopolitica, gli at tori del cambiamento siamo noi e dobbiamo prendere in mano il destino della Terra, pensando di preservare questo bellissimo mondo per figlie e figli, nipoti e tutte le generazioni che verranno. Abbiamo sette anni, ma pos siamo ancora farcela.

La varietà straordinaria dei Beni FAI consente di approfondire i diversi effetti della crisi climatica che minaccia gli ecosistemi, la biodiversità e le colture tradizionali, ma anche i paesaggi urbani e i monumenti storici.

Nel mese di novembre sono state organizzate visite speciali nei Beni: climatologi, geologi, botanici, zoologi, pedologi, agronomi e altri esperti hanno invitato il pubblico a osservare gli effetti concretissimi del cambiamento climatico sugli ambienti di cui il FAI si prende cura.

Il 21 novembre scorso, inoltre. a conclusione dei lavori della COP27 il FAI ha commentato gli esiti e le prospettive, coinvolgendo autorevoli esperti in un webinar aperto a tutti, trasmesso in diretta da Casa Bortoli

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ANCHE NOI FACCIAMO LA NOSTRA PARTE , Bene FAI a Venezia, città simbolo del cambiamento climatico — A sinistra: il recupero dell’antico sistema irriguo nel Giardino della Kolymbethra (AG) è emblematico perché è, oggi, funzionale all’adattamento al cambiamento climatico. Sotto, il vigneto di Villa dei Vescovi (PD): i fenomeni meteorologici estremi hanno ripercussioni non solo sulla produttività dei vigneti, ma anche sul il vino Emanuele Bompan GIORNALISTA AMBIENTALE Foto Vincenzo Cammarata © FAI Foto Fabio Santagiuliana © FAI Foto Claudia Rolleri © FAI

LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ

In queste settimane è in corso a Montreal, in Cana da, la Conferenza delle Parti della Convenzione sul la Diversità Biologica (COP15), dove tutti i Paesi del pianeta, riuniti sotto l’egida delle Nazioni Unite, stanno definendo gli obiettivi da raggiungere entro il 2030. Le attese sull’esito dei lavori sono quindi molto alte, perché la situazione è grave. Secondo l’IPBES, la piattaforma intergovernativa delle Nazioni Unite per la biodiversità, «una media di circa il 25% delle specie animali e vegetali è minacciata, il che suggerisce che circa un milione di specie rischia già l’estinzione , molte entro decenni, a meno che non vengano intraprese azioni per ridurre l’in tensità dei fattori di perdita di biodiversità. Senza tale azione, ci sarà un'ulteriore accelerazione nel tasso globa le di estinzione delle specie, che è già almeno da decine a centinaia di volte superiore alla media degli ultimi dieci milioni di anni».

UN FUTURO CONDIVISO

I Sapiens sono oggi la principale causa di impatto per la biodiversità, ma al contempo possono essere anche

i costruttori (o i giardinieri, nel «giardino globale» di Gilles Clement) capaci di assumersi la responsabilità di specie cosciente tra le specie. È questa responsabilità che deve spingerli a riconoscere l’importanza che gli ha bitat – da cui traggono sostentamento, godimento, salu te – hanno per la loro stessa sopravvivenza, per « Costru ire un futuro condiviso con tutte le specie », come ci ricorda l’ONU con questo messaggio di speranza incluso nella dichiarazione che ha aperto i lavori della COP15.

DALL’AMAZZONIA AL BALCONE DI CASA

Nei suoi Beni il FAI tutela direttamente la biodiversi tà animale e vegetale presente in tanti ecosistemi diversi tra loro, dagli alpeggi in quota fino ai boschi e alla mac chia mediterranea lungo la costa. Abbiamo attivato pro getti per conoscere e proteggere tassi, rondoni, scoiatto li rossi e neri, insetti impollinatori, per incrementare la biodiversità genetica con le nostre coltivazioni. La ricchezza da tutelare oggi non è infatti solo quella dell’A mazzonia o della Grande Barriera Corallina australiana, è anche quella dei nostri parchi nazionali, dei nostri giardi ni pubblici e privati, del balcone di casa nostra.

UNA MINACCIA PER PAESAGGIO E MONUMENTI

L’allarme clima è una realtà che non possiamo ignorare. Ogni mese investiamo più di 100.000 euro nel Programma di conservazione preventiva e programmata , un piano d’azione che ci permette di preservare una materia fragile e viva come il nostro Patrimonio di storia, arte e natura. Oggi però gli imprevedibili effetti causati dalle mutate condizioni ambientali minano la nostra piena capacità di garantire un’efficace cura quotidiana ai luoghi unici che tuteliamo. Più prevenzione richiede una maggiore disponibilità di fondi e i danni frequenti che subiamo gravano sulle finanze della Fondazione con costi straordinari. DONA ORA www.fondoambiente.it/sostienici/climate-change

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#FAIBiodiversità Un nuova campagna di sensibilizzazione: il nostro impegno per il 2023
Continua il progetto "Api e Farfalle" nei Beni FAI a tutela degli insetti impollinatori, grazie al rinnovato sostegno di Edison. L’azienda energetica affianca il FAI nel suo percorso di sostenibilità, anche attraverso i progetti di tutela della biodiversità Foto Daniele Meregalli © FAI C LICCAQUI s c idirpo ùip

La storia «sepolta» dell’Abbazia di Cerrate

Un video racconto immersivo in un nuovo spazio multimediale amplia l’offerta di visita e approfondisce aspetti ancora inediti del complesso abbaziale nel cuore del Salento

Il 17 novembre è stato inaugurato all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce – Bene della Provincia, affida to dieci anni fa al FAI e dal 2018 regolarmente aperto al pubblico – un nuovo spazio multimediale permanente, dedicato al racconto delle origini e dell’anima bizantina di questo luogo.

ANTICHE TRACCE

La video-installazione immersiva – dal titolo La storia «sepolta» dell’Abbazia di Cerrate – è allestita in una stan za appositamente restaurata nella cosiddetta Casa Mo nastica, la parte più antica del complesso: le mura in pietra leccese fanno da «schermo» a proiezioni di imma gini storiche, documenti e dettagli dell’architettura, della decorazione e degli affreschi, mentre una coinvolgente narrazione, affidata alla voce dell’attore Mario Perrotta, guida il pubblico in un viaggio all’indietro nel tempo sulle tracce dei monaci bizantini che per secoli hanno abitato questi spazi, provando a ricostruirne la vita e la cultura, le usanze e i riti.

Il racconto è frutto di una ricerca scientifica, voluta e coordinata dal FAI, che si è avvalsa della consulenza di docenti universitari e del lavoro di otto giovani ricercatori sostenuti dalla Fondazione con borse di studio destinate a approfondire l’Abbazia sotto molteplici aspetti, dall’ar chitettura agli affreschi, dalle fonti storiche a nuovi dati archeologici.

L'EREDITÀ DELLA STORIA

Le ricerche hanno fatto emergere dettagli ed elementi inediti della sua storia e permesso il ritrovamento di uno stampo eucaristico dell’XI-XII secolo, finora unico nel suo genere, che veniva usato per timbrare il pane benedet to nelle cerimonie pasquali secondo il rito greco, sepolto intorno al XV secolo e rinvenuto integro nel 2014-2015 durante gli scavi promossi dal FAI e diretti, in collabora zione con la Soprintendenza, dall’Università del Salento.

Studi e progetti come quelli che interessano tuttora Cerrate hanno lo scopo di restituire ai luoghi il loro pie no valore culturale, che non risiede nel solo passato, ma nell’eredità che esso ha lasciato ai territori e alle loro co munità: non a caso, il video-racconto si chiude con una testimonianza in griko e nel ricordo delle tradizioni bi zantine ancora vive nel Salento, che affondano le radici in una storia millenaria solo apparentemente «sepolta», di cui l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate è una eccezionale testimonianza.

Restauro, allestimento e video-racconto sono stati realizza ti grazie al generoso lascito della dottoressa Rossana Festa, a testimonianza del suo grande amore per la natura e per l’arte.

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— A destra, l'Abbazia di Santa Maria di Cerrate, affidata in concessione al FAI dalla Provincia di Lecce nel 2012. Sotto, un fotogramma del video Foto Filippo Poli © FAI C LICCAQUI s c idirpo ùip

Ultime notizie dal mondo del FAI

L’eredità culturale di Alberto Crespi, il nostro impegno nei cantieri, l'educazione dei giovani al paesaggio e l'ultima occasione per votare il proprio luogo del cuore

e se una telefonata giungeva in quei momenti la materna, inflessibile risposta era «Il Professore sta suonando».

Il suo rigore, la rapidità e l’arguzia del giudizio, il fer reo senso del dovere, l’inflessibile intolleranza verso qual siasi forma di sciatteria, di approssimazione, di mancanza di educazione e di stile e, soprattutto, di onestà intellet tuale incutevano verso di lui un rispetto quasi sacrale se non spesso un motivato timore; i suoi giudizi verso fatti e persone erano perentori, il compromesso morale abor rito. Le discussioni di musica con suo fratello Giampaolo – che con lui visse tutta la vita – sfociavano spesso in una rissa educata ma feroce; detestava Verdi e in generale di sdegnava il melodramma; accettava Wagner e guardava con amabile sufficienza i romantici che il fratello, violini sta, amava e suonava; chiacchierare con loro due di musi ca fu spesso per me un teatro inimitabile.

In ricordo di Alberto Crespi (1923-2022)

A Milano, tra via Verga e via Giovio, di fronte alla Chiesa di San Francesco al Fopponino, si trova Casa Crespi, una pa lazzina borghese degli anni Trenta rimasta intatta nell’archi tettura e negli arredi. I due proprietari Alberto e Giampaolo Crespi scelsero di donarla in comodato d’uso al FAI nel 2014. Oggi Casa Crespi diventa a tutti gli effetti un Bene del FAI.

«Fu Ezio Antonini, grande avvocato milanese e per anni energico consigliere di amministrazione del FAI, a portarmi la prima volta da Alberto Crespi. Ci accolse –così come sempre aveva accolto i suoi pochissimi e scelti clienti, tra i quali Enrico Cuccia – sulla soglia della porta di servizio della bella casa di famiglia di via Verga; indi zio di uno stile che non dava peso alle apparenze e non aveva tempo per fronzoli sociali ma che tutto affidava al senso più rigoroso della qualità di ciò che conta.

Pur essendo il più celebre professore di legge e avvocato di Milano – i suoi migliori allievi in Cattolica divennero im mancabilmente principi del foro milanese – non ebbe mai né studio né segretaria; riceveva (con parsimonia) in casa e finché visse, oltre i 100 anni, rispondeva al telefono sua ma dre. Crespi, grande musicista che in Bach aveva uno dei suoi massimi riferimenti (si era fatto costruire in casa un pode roso organo a tre tastiere e 1.500 canne di stagno dai celebri Mascioni di Cuvio che alternava a un favoloso Steinway e a un magnifico clavicembalo), suonava due ore ogni giorno,

Donò la sua formidabile collezione di «Fondi Oro», tra i quali la superba Santa Cecilia di Bernardo Daddi, al Mu seo Diocesano di Milano; al FAI, in accordo col fratello e i nipoti, affidò la casa costruita dai genitori negli anni Trenta e da allora rimasta totalmente immutata in ogni dettaglio, così facendone lo specchio di quella, ormai pressoché estin ta, borghesia milanese, austera e generosa a un tempo, di cui Alberto Crespi fu uno degli ultimi esponenti di gran razza».

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Marco Magnifico PRESIDENTE FAI — Casa Crespi in un'immagine degli anni Trenta Foto Claudia Rolleri © FAI Foto G. Perosa © FAI
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— Casa Crespi, lo studio del «Professore»

Aggiornamenti dai cantieri

Immersa fra gli uliveti e affacciata sul mare, la casa colonica della Baia di Ieranto (NA), un tempo utilizza ta per le attività agricole, è stata oggetto di un restau ro conservativo molto particolare, che richiede l’uso di maestranze in grado di recuperare tecniche e materiali utilizzati tradizionalmente in questi luoghi, come ad esempio il battuto di lapillo, una malta di calce con pie tre vulcaniche che ha naturali caratteristiche imperme abilizzanti.

Un altro restauro ha interessato il Castello di Avio (TN) con un intervento sugli affreschi nella Casa delle Guardie, edificio su due piani di proprietà della Provincia di Trento e in concessione alla Fondazione. Il cantiere si è concentrato sulle superfici affrescate, tra cui le caratteri stiche scene militari nella cosiddetta Stanza delle Guardie.

TOCCARE L’INFINITO

L’artista Ester Pasqualoni (Roma, 1980) ha inciso manualmente su una lamina di piombo il testo della poesia L’Infinito di Leopardi nell’alfabeto braille: «Quest’opera è la meta di un percorso iniziato dal desiderio di conoscere l’ignoto mondo della cecità che sentivo collegato al mio vissuto personale e alla mia crescente esigenza di luce». L’opera, donata al FAI da miramART by Andrea Fustinoni e Fabio D'Amato (Santa Margherita Ligure), si inserisce perfettamente, con profondità di senso e raffinatezza di gusto, nel racconto de

L’Infinito di Leopardi che il FAI offre al pubblico negli spazi dell’Orto sul Colle dell’Infinito, a Recanati, affidati al FAI dal Centro Nazionale di Studi Leopardiani in nome di un accordo di collaborazione. Il FAI è particolarmente grato ai donatori e all’artista, che ha tradotto in quest’opera, con sensibilità e originalità, il senso profondo dell’esperienza de L’Infinito, che si sente quando non si vede, prendendo a prestito proprio le parole di Leopardi.

— Ester Pasqualoni, L'Infinito, 2021 | piombo, ottone, acciaio | 80x30x1

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Casa colonica della Baia di Ieranto Stanza delle Guardie Foto Valerio Di Bussolo © FAI
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Foto Martina Vanzo © FAI C

Le Giornate FAI per le scuole e l’educazione al paesaggio

Modellate sulle Giornate FAI di Primavera e di Autunno, il più dif fuso e partecipato evento nazionale dedicato dal FAI alla promozione del patrimonio di natura e storia dell’Italia, si sono svolte quest’anno dal 21 al 26 novembre le Giornate FAI riservate alle scuole, giunte alla undicesima edizione. Le Delegazioni di volontari FAI hanno or ganizzato in tutte le regioni visite speciali riservate alle classi «Amiche FAI» gestite interamente dagli Apprendisti Ciceroni: chiese e palaz zi, sedi delle istituzioni, parchi e giardini storici, e molti altri luoghi aperti sono stati raccontati agli studenti dagli studenti, in un progetto di educazione tra pari unico e originale, che è stato anche l’occasione per i ragazzi di valorizzare il proprio territorio, mettendosi al servizio della loro comunità. Quest’anno, seguendo la strategia generale della Fondazione che pone al centro delle proprie riflessioni il paesaggio, le Giornate FAI per le scuole hanno mostrato una particolare atten zione a questo tema, proponendo agli studenti delle aperture dedica te. In Italia, l’educazione alla conoscenza e alla tutela dell’Ambiente sta diventando un argomento sempre più centrale, ma manca ancora un’educazione al paesaggio come prodotto della cultura e come am bito di trasformazione – oltre che di conservazione – di cui tutti i cit tadini sono attori e responsabili: se il paesaggio del passato rispecchia la cultura delle generazioni passate, infatti, quello di domani sarà il riflesso della cultura delle generazioni presenti e future.

Per amplificare la portata educativa del progetto, AGN ENER GIA, per il settimo anno sponsor principale dell’evento, ha proposto un contest di street art, chiedendo alle scuole di scegliere il soggetto di un murale dedicato proprio al paesaggio e alle problematiche che lo minacciano. L’undicesima edizione delle Giornate FAI per le Scuole si è svolta con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane

Si ringraziano, inoltre, Regione Campania, Provincia Autono ma di Trento, Fondazione di Comunità Milano – Città, Sud Ovest, Sud Est, Martesana e Fondazione CARICAL per i contributi conces si. Rai è stata Main Media Partner dell’iniziativa.

UN OTTOBRE INDIMENTICABILE

Grazie! 330.000 volte grazie, uno per ciascuno dei visitatori che in 350 città italiane hanno partecipato alle Giornate FAI d’Autunno, quest’anno rese possibili dal prezioso sostegno importanti aziende illuminate: Fineco, prestigioso Main Sponsor dell’evento; Edison, per la rinnovata vicinanza all’iniziativa, che per l'occasione ha aperto la sua Centrale idroelettrica in Val Caffaro; Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, che ha donato il suo prodotto per l’iniziativa e presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili. Un numero eccezionale che ci riporta finalmente a un'affluenza pre pandemia, un risultato che dobbiamo anche ai volontari della Fondazione protagonisti di questa grande festa, che si inserisce nella campagna di raccolta fondi «Ricordiamoci di salvare l’Italia», attiva dal 3 al 31 ottobre. Abbiamo raccolto più di 30.000 iscrizioni Oltre a queste e ai contributi volontari, anche gli SMS e le chiamate da rete fissa hanno portato un aiuto economico dal destinare al progetto di transizione ecologica del FAI. L’evento si è svolto con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per il contributo Regione Campania, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Provincia Autonoma di Trento e Camera di Commercio Como–Lecco. Ringraziamo per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate che durante le Giornate FAI d’Autunno concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo e la Croce Rossa Italiana per la partnership ormai consolidata negli anni.

La campagna «Ricordiamoci di salvare l’Italia» è realizzata anche grazie alle preziose collaborazioni strette con importanti aziende: è stato possibile infatti aiutare il FAI donando in tutti gli ipermercati Iper La grande i, presso U2 Supermercato, U! Unes Supermercati e negli store il Viaggiator Goloso®; nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar; in tutti gli hotel del Gruppo Marriott; visitando i quattro centri commerciali Porta di Roma, Le Gru, Campania, Nave de Vero appartenenti al Gruppo Klépierre che hanno promosso il messaggio della campagna. Si ringrazia inoltre Rai, Main Media Partner del FAI che supporta la Fondazione anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG e la raccolta fondi promossa sulle reti del servizio pubblico.

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Foto Andrea Straccini © FAI
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— Si è di recente concluso il restauro degli affreschi dell’abside della Chiesa di S. Eufemia a Nigoline di Corte Franca (BS). Il FAI e Intesa Sanpaolo hanno scelto di sostenere il recupero di questo ciclo di affreschi, sia per la sua importanza sia per rendere sempre più nota questa piccola chiesa di campagna, che come spesso accade in Italia, custodisce un grande patrimonio

Si avvicina la conclusione dell’11° censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, che come sempre mobilita gli italiani in favore di migliaia di Beni di valore identitario. 150 i comitati spontanei attivati in tutte le regioni, che insieme a Comuni, Scuole, Parrocchie, associazioni e con il supporto di tante Delegazioni FAI e di numerosi testimonial del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport, stanno racco gliendo voti per Beni da tutelare e valorizzare.

Come sempre, colpisce la grande eterogeneità dei luoghi segnala ti: si spazia dall’insolito Museo dei Misteri a Campobasso a complessi ecclesiastici, e poi un villaggio operaio, spiagge e aree naturalistiche, castelli, stazioni ferroviarie dismesse, un’antica fonderia di campane e perfino una strada settecentesca. Molti luoghi si trovano nelle aree in terne italiane e nei borghi, a cui il FAI ha dedicato la classifica specia le di questo censimento, per ricordare il bisogno di tutela dei patrimoni artistici e ambientali in essi contenuti, ma anche l'esigenza di contra starne lo spopolamento, causato dalla lontananza da molti servizi.

Scorrere la classifica del censimento significa dunque compiere un lungo e affascinante viaggio attraverso i territori italiani, scoprendo luoghi e storie che parlano di memoria individuale e collettiva

Il successo del censimento è da sempre legato anche alla possibi lità di incidere concretamente sul destino dei luoghi, che in tanti casi sono riusciti a uscire dall’abbandono, ad attrarre fondi insperati, a generare attenzione e turismo. FAI e Intesa Sanpaolo, storico partner della campagna “I Luoghi del Cuore”, sostengono infatti progetti con creti a favore dei primi tre classificati – con contributi rispettivamente di 50.000, 40.000 e 30.000 euro – e del vincitore della classifica specia le, destinatario di un premio speciale di 20.000 euro. Tutti gli altri luo ghi che avranno superato la soglia minima di 2.500 voti, potranno inoltre candidare un progetto di recupero o valorizzazione al bando che verrà lanciato nella primavera 2023, dopo l’annuncio dei risulta ti. In questo modo, in venti anni sono stati sostenuti 139 progetti in 19 regioni, come il restauro degli affreschi del coro della Chiesa di San Bernardino a Caravaggio (BG), presentato lo scorso 5 novembre.

Partecipare al censimento è un’azione semplice ma di grande valore, e per questo si possono votare tutti i luoghi che si desiderano: fino al 15 dicembre è possibile sul sito www.iluoghidelcuore.it

L'ACCORDO TRA FAI E ANCI

Il FAI ha firmato un accordo quadro con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per cooperare allo sviluppo e diffusione di buone pratiche e sensibilizzare i Comuni Italiani sulla salvaguardia, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. In particolare, l’ANCI promuove attraverso i propri canali il Censimento «I Luoghi del Cuore» così come favorisce il riconoscimento delle Delegazioni FAI quali interlocutori dei Comuni per la realizzazione delle loro iniziative di promozione culturale.

VIAGGIA CON NOI!

Continua la proposta di itinerari inediti alla scoperta dei borghi e delle città italiane, ma nel 2023 visiteremo anche l’Europa dalle Fiandre al Portogallo e nel bacino del Mediterraneo dove scopriremo l’Isola di Creta, fulcro della civiltà minoica. Per la prima volta ci recheremo in Algeria per visitare siti archeologici romani e città in cui la storia stratificata restituisce l’antica atmosfera degli accampamenti berberi; andremo in Egitto lungo il Nilo, a bordo di Eyaru, un tipo di imbarcazione di piccole dimensioni che permetterà di riscoprire il fiume sulle cui rive è fiorita una delle più antiche civiltà; e poi in Giordania in un percorso di trekking per coniugare l’esplorazione della natura con l’approfondimento culturale. Visita il nostro sito, prepara la valigia e parti con noi! www.faiviaggiare.it

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Fino al 15 dicembre continuiamo a votare i luoghi più amati d’Italia!
PRIMA DOPO
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Foto © FAI
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Metti il FAI sotto l’albero!

Fa bene a tutti, a chi ami e all’Italia che ami

– restauratori, giardinieri, tecnici, custodi – che giorno dopo giorno, attenti a ogni dettaglio, si prendono cura di 71 luoghi speciali. Regalare la tessera FAI contribuisce a salvare il destino di luoghi ricchi di valore per noi tutti e per chi ne godrà in futuro.

SE HAI UN’AZIENDA…

Natale è un’occasione per regalare emozioni, bellezza, natura, cultura e, con i regali solidali che il FAI ha pen sato per il 2022, anche per testimoniare l’impegno della propria azienda: per dire un grazie, davvero speciale, a dipendenti, collaboratori e clienti ci sono molti modi, dalla donazione libera alle «FAI Card», che permettono la visita ai Beni aperti al pubblico, alla tessera di iscrizione annuale, fino al sostegno per un restauro. Per informazioni sui regali solidali del FAI per le aziende: www.fairegalisolidaliaziende.it

DALLE ECCELLENZE DEL TERRITORIO ALLA SOSTENIBILITÀ

La festa più attesa si avvicina e ogni anno ci ricorda quan to la condivisione possa essere il dono più bello. E poiché un regalo parla sempre di noi, scegli di sostenere la nostra missione donando qualcosa che incarna e trasmette valori in cui ti riconosci.

UN PICCOLO OGGETTO, MOLTI SIGNIFICATI

La Tessera FAI è un piccolo oggetto, ma di grande valo re. Rappresenta l'adesione fiduciosa alla missione del FAI che da quasi 50 anni si fonda sulla passione di migliaia di formidabili volontari e la dedizione di tanti professionisti

Entrando nei negozi all’interno dei Beni si scoprono le eccellenze di ogni territorio, ma anche accurate selezio ni di libri, prodotti a tema e oggetti unici che aiutano a sostenere la nostra missione e, di volta in volta, faran no scoprire una storia diversa a chi li riceve in dono. In particolare, quest’anno scopri e regala prodotti dedicati alla sostenibilità come ad esempio borracce, bicchieri in acciaio portatili, detergenti solidi, cannucce in acciaio, nonché una serie di prodotti legati alla tutela della bio diversità anche in città – semi di piante che attraggono api, farfalle e insetti impollinatori.

Per gli iscritti sconto del 10% su tutti i prodotti in vendita.

18 manifestazioni
— Sopra, la nuova tessera FAI. A destra, esposizione dei nuovi prodotti dedicati alla sostenibilità nel negozio di Villa Necchi Campiglio (MI) Foto Stefano Casiraghi © FAI
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Foto Matteo Cupella © FAI Foto Martina Malchi © FAI C

Vivi l’attesa del Natale nei Beni del FAI

8, 10, 11, 17 e 18 dicembre Natale al Castello

CASTELLO DI AVIO (TN)

Oltre 25 espositori animeranno il Palazzo Baronale e il suo cortile con un suggestivo mercato, concerti corali, spettacoli itineranti e attività per bambini.

8, 11 e 18 dicembre Natale in Villa

VILLA DEI VESCOVI (PD)

Scoprire la villa rinascimentale in una veste invernale, ma anche conoscere il territorio grazie al mercatino na talizio allestito all’interno degli spazi della Villa con la presenza di 15 espositori provenienti dai Colli Euganei.

8 dicembre

La tavola delle feste

VILLA DELLA PORTA BOZZOLO (VA)

Uno sguardo sull’arte di allestire la tavola per le fe stività natalizie, con ceramiche e cristalli d’epoca: la cultura della mise en place lega dettagli preziosi e tra dizione, generando indimenticabili atmosfere.

11 dicembre

Un

Natale tutto da mangiare

BOSCO DI SAN FRANCESCO (PG)

Il bosco si trasforma in una fabbrica di delizie con tan ti bambini all’opera. Muniti di grembiulino e cappello da cuoco realizzeremo, in compagnia dello chef Luca Fabbri, fantasiosi biscotti da mangiare o regalare.

28, 29 e 30 dicembre

Il Natale dei contadini

GIARDINO DELLA KOLYMBETHRA (AG)

Nella grotta che in epoca paleocristiana fu Santuario rupestre, anche quest’anno rivivrà la bellissima tra dizione del presepe contadino realizzato secondo le consuetudini della Sicilia rurale.

4 gennaio 2023

Il sapore del Sacro: i cibi rituali dall’Immacolata all’Epifania

ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE (LE)

Un breve viaggio nel cibo rituale della tradizione natalizia salentina, tra sacro e profano: alla scoperta della storia dell’alimentazione, dei riti e del folklore locali.

Il calendario «Eventi nei Beni del FAI 2022» è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo di Nespresso, azienda che dal 2020 sostiene la Fondazione, di Pirelli che conferma per il decimo anno consecutivo la sua storica vicinanza al FAI, e di Delicius che rinnova il suo sostegno al progetto per il secondo anno consecutivo.

manifestazioni 19
Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it
presepi, laboratori, visite speciali per tutta la famiglia
Mercatini,
— Nei Beni FAI vestiti a festa si potranno ammirare anche i presepi. Sopra, l'allestimento del presepe di Villa della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA) Main Sponsor e Acqua Ufficiale del FAI
Sponsor
Foto Stefano Casiraghi © FAI Foto Davide Poerio © FAI C LICCAQUI s c idirpo ùip

FAI un regalo di valore. Per chi ami, per l’Italia che ami

nei Beni FAI aperti tutto l’anno e in più di 1.100 luoghi del patrimonio mondiale Ingresso ridotto agli eventi organizzati nei Beni FAI e alle iniziative delle Delegazioni FAI sul territorio

Accesso esclusivo alle aperture riservate agli iscritti alle “Giornate FAI”

Riduzioni per oltre 1.700 realtà culturali in tutta Italia

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