Il Notiziario del FAI 121

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Il notiziario del FAI 121 dicembre 2011 gennaio febbraio 2012

Poste Italiane Spa - Spe. in abb. Post.- D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano

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INTERVISTA ESCLUSIVA ALL’EX MINISTRO GALAN

“5xmille, missione compiuta”

INTERVISTA A LELLA COSTA

“Illuminiamo le feste con la luce della cultura”

LA PIÙ BELLA STORIA DI NATALE

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A volte basta un regalo donato con il cuore per illuminare la magia del Natale. Regala l’Iscrizione al FAI a una persona a te cara: condividerai con lei una bellissima storia natalizia che parla di responsabilità civile, grande sensibilità e amore per il nostro Paese.


L’EDITORIALE

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l’editoriale

In questo Natale difficile, ripartiamo dal nostro ineguagliabile patrimonio L’anno che sta per finire è stato costellato di fatti gravi, tragedie come quelle che hanno colpito una delle più belle parti d’Italia, le Cinque Terre, la città di Genova, la Lunigiana e l’isola d’Elba, con desolazione e grande dolore per le vittime. Un mare di fango ha coperto luoghi bellissimi e ai loro abitanti è andato e va il mio pensiero e la solidarietà di tutta la Fondazione in questo Natale triste. Molti i problemi gravi e non risolti che ancora una volta hanno acuito negli italiani un senso di disagio che ormai ci accompagna da tempo. Siamo travolti da una crisi non solo “reale” ma anche “morale”, dalla quale non sembra ci sia una via d’uscita. La politica risponde a un Paese incerto e smarrito in modo scomposto, dall’estero ci giudicano con irritante realismo, un senso di impotenza vive in chiunque voglia e cerchi di dare un contributo per uscire dal tunnel.

di ripartire dalla cultura, dalla consapevolezza di quello che siamo e che potremmo essere se valorizzassimo al meglio il nostro patrimonio nazionale. Ed ecco quindi quale deve essere il nostro augurio: all’Italia, perché ritrovi la propria dignità e riparta da quei valori che nel tempo passato ci hanno reso esempio di civiltà e cultura; a coloro che ci aiutano, verso i quali va tutta la nostra gratitudine affinché sentano quanto il loro gesto verso la nostra Fondazione non sia solo materiale ma anche un segno di condivisione dei valori che ogni giorno ci incoraggiano a migliorare il nostro lavoro; ai giovani, che sono la speranza di un’energia nuova e vitale della quale abbiamo tutti bisogno; e infine alla nostra grande rete di amici, volontari, collaboratori, sostenitori perché sia sempre più estesa, forte e riconosciuta. Auguri!

In questa situazione noi del FAI continuiamo a ripetere con i fatti molto di più che con le parole l’importanza

Ilaria Borletti Buitoni, Presidente FAI

“Ricordati di salvare l’Italia”, 613mila grazie di cuore A volte esistono ringraziamenti più importanti di altri. Non solo perché sono più sentiti, ma perché sottolineano la situazione straordinaria che li ha resi necessari. La crisi economica che stiamo vivendo è senza dubbio un evento fuori dall’ordinario. Assume dunque una valenza ancora più straordinaria la grande risposta che gli italiani hanno voluto riservare alla nostra campagna nazionale di raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia”. Nonostante la crisi, gli italiani hanno trovato la forza di garantire il proprio piccolo grande aiuto al FAI con una donazione complessiva di 613mila euro, dimostrando così di avere a cuore il patrimonio d’arte, natura e

paesaggio del nostro Paese e di voler contribuire concretamente a costruire un futuro migliore per i nostri figli e le generazioni che verranno. Ciò ci inorgoglisce perché conferma il ruolo di credibile e affidabile strumento a difesa della cultura che la nostra Fondazione ha conquistato nel tempo, grazie anche alla sua concretezza e alla qualità delle sue azioni. Da oltre 35 anni ci battiamo ogni giorno per salvare importanti testimonianze del patrimonio italiano, cercando di offrire un modello virtuoso al quale i cittadini possano ispirarsi per combattere in prima persona questa battaglia di tutela. Il nostro ringraziamento va anche a tutte le

aziende che hanno deciso di aiutarci a diffondere in modo capillare il nostro messaggio e a tutti gli importanti esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport che si sono schierati al nostro fianco. Tutti insieme abbiamo costruito qualcosa di unico che ci permetterà di affrontare con più forza e sicurezza la crisi, puntando su quella cultura che deve diventare uno dei principali fattori del rilancio economico e civile del nostro Paese. Grazie ancora a tutti, Angelo Maramai, Direttore Generale FAI


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I IN PRIMO PIANO

INTERVISTA ALL’EX MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI GIANCARLO GALAN

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’idea di inserire la casella del 5x1000 dedicata ai beni culturali? Me l’ha data il FAI!”. C’è grande soddisfazione nella voce dell’ex ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan, mentre ci rivela l’importante ruolo svolto dalla nostra Fondazione nell’inserimento delle attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici tra le finalità alle quali, a partire dall’anno finanziario 2012, ogni italiano potrà destinare il 5x1000 della propria imposta sul reddito. Una soddisfazione che nasce dalla consapevolezza di

aver scritto una pagina fondamentale nella storia della salvaguardia del patrimonio d’arte e natura italiano. Lei è stato ministro del MiBAC da marzo a novembre 2011. Come è riuscito a raggiungere in poco tempo questo obiettivo che è davvero vitale per sostenere il lavoro di Fondazioni non profit come il FAI? A dire la verità non ho incontrato grandi difficoltà. Quando il presidente FAI, Ilaria

Borletti Buitoni, mi parlò di questa idea, la feci subito mia perché ne riconobbi al volo l’importanza. Anche se ovviamente il “marchio” della Fondazione resta. La proposta è stata fortemente sponsorizzata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e in Consiglio dei Ministri ha viaggiato a gonfie vele. Siamo riusciti a far approvare un’idea piuttosto rivoluzionaria per l’Italia di oggi, ovvero che nei momenti di difficoltà sono comprensibili dei tagli, ma la cultura e la ricerca non si tagliano per principio. La dimostrazione che la cultura può essere il pilastro del rilancio economico del nostro Paese lo confermano i dati del settore turismo nel 2011. Quest’anno la stagione turistica è stata salvata esclusivamente dalle città d’arte. È un segnale significativo se si considera che tutta la fascia nordafricana era fuori gioco e quindi avremmo dovuto fare faville… Cosa impedisce al nostro Paese di acquisire definitivamente questa consapevolezza? Dobbiamo cambiare l’approccio culturale, insegnando agli italiani che il patrimonio d’arte e natura italiano rappresenta la nostra vera ricchezza. Il passo successivo è quello di diventare un Paese davvero civile che destina alla cultura una percentuale molto più significativa del PIL. Quando sono con i miei colleghi europei mi vergogno a dire che la nostra percentuale supera di poco lo 0,20%. Certo bisognerà approfittare di una situazione economicamente migliore, senza abbassare mai la guardia. Durante il mio mandato ho assistito quasi quotidianamente a tentativi per limitare la tutela del nostro patrimonio.

Faccio solo un esempio: la recente proposta di “Decreto sviluppo” conteneva tre articoli proposti sotto il nome di “Semplificazione” che abbassavano il livello di tutela paesaggistica riportandoci con l’orologio indietro al 1977. Norme che sono riuscito a eliminare anche se poi il decreto non è andato in porto…. Cosa cambia realmente ora con l’inserimento della nuova casella sulla tutela dei beni culturali? Sarà una grande sfida: chi lo ha inserito dovrà essere bravo a far conoscere agli italiani l’importanza di questa nuova opportunità. Il prossimo aprile il Ministero per i Beni e le Attività Culturali lancerà certamente una grande campagna di sensibilizzazione che spero sarà supportata anche dagli esponenti di cinema, teatro, televisione e cultura in generale. I cittadini dal canto loro avranno l’occasione di dimostrare con i fatti quanto davvero tengono ai beni culturali del nostro Paese. Ha qualche rimpianto? In effetti un rimpianto ce l’ho: nel “Decreto sviluppo” prima, e nel “Maxiemendamento” dopo, ero riuscito a inserire un’altra norma fondamentale: la defiscalizzazione degli investimenti in cultura che avrebbe favorito sia le fondazioni non profit come il FAI che lavorano per la collettività, sia i privati che intervengono in prima persona per tutelare il patrimonio. Alla fine però la necessità di ridurre il numero delle norme non ha permesso la loro approvazione. Questa è un’altra sfida decisiva che il nostro Paese dovrà vincere nel breve periodo per guardare con fiducia al futuro. Mi auguro che il prossimo ministro ricominci da dove ho lasciato io almeno in questa materia… Nella foto l’ex ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan

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CAMPAGNA NATALE 2011

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LELLA COSTA

Illuminiamo il Natale con la luce della cultura “L

© Samuele Pellecchia

o dico con orgoglio, a rischio di sembrare retorica o ingenua: l’arte ha davvero il potere di illuminare il mondo, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo oggi”. Mentre fuori dalla finestra la bufera economica tarda ad attenuarsi, le parole di Lella Costa suonano come un vero e proprio “Canto di Natale” capace di scaldare i cuori e guardare con fiducia al futuro. E proprio alle atmosfere di “Christmas Carol”, l’opera che più di tutte ha permesso a Charles Dickens di diventare uno degli scrittori più amati di tutti i tempi, si ispira la campagna natalizia del FAI che invita a condividere con i propri cari la bellezza dell’arte e della natura italiane regalando loro l’iscrizione alla Fondazione. Un dono che anche la grande attrice milanese ha deciso di fare alle persone a lei care, contribuendo così a diffondere la consapevolezza che lo straordinario patrimonio d’arte e natura del nostro Paese appartiene a tutti e da tutti va quindi tutelato, accudito e protetto.

L’attrice Lella Costa.

Scriveva William Shakespeare: “Come arrivano lontano i raggi di quella piccola candela: così splende una buona azione in un mondo malvagio”. Nonostante la crisi, la solidarietà può davvero rendere “ricco” il Natale? Mai come quest’anno le feste natalizie saranno improntate alla gioia di stare insieme. I momenti di difficoltà infatti ci costringono a riflettere sui valori che nella vita contano veramente, tralasciando ciò che invece è superfluo, esattamente come successe al vecchio Ebenezer Scrooge del romanzo di Dickens. Fra questi valori figurano certamente l’amore per l’arte e la cultura. La campagna natalizia del FAI ci aiuta a comprendere che l’immenso patrimonio italiano è una ricchezza che appartiene a tutti, è un patrimonio comune. Solo diffondendo questa consapevolezza è possibile far sì che ognuno di noi si occupi della sua tutela. Se una persona sa che quel frammento di


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colonna è suo non ci scriverà sopra “Toni ama Pucci”, così come non lo farebbe sui muri di casa sua. Ciò crea inevitabilmente un senso di responsabilità e persino di appartenenza nazionale che è molto difficile riscontrare oggi nel nostro Paese. Invitare gli italiani a regalare la tutela della cultura ha quindi anche una valenza pedagogica, è un po’ come dire: se credi davvero alla frase che senti fin da bambino “È più bello donare che ricevere” questo è il momento di dimostrarlo. È un eccellente inizio di percorso che, spero, gli italiani vorranno seguire e approfondire. Vede segnali positivi in questo senso? Assolutamente sì. Nel mio piccolo li vedo tutti i giorni girando in tournée. Se le risorse diminuiscono bisogna adeguarsi, e così con la mia compagnia abbiamo deciso di fare spettacoli anche con pochi fondi, magari rinunciando alle scenografie ma portando in tutta Italia le storie che vogliamo raccontare. Ebbene, ogni spettacolo diventa un rito collettivo di grande felicità e senso di appagamento reciproco. Ciò dimostra che se l’arte e la cultura non rimangono rilegati in questa specie di empireo distaccato in cui oggi sono stati confinati, ma diventano qualcosa con cui si ha confidenza e dimestichezza, allora le persone non solo non saranno disposte a perderle ma le considereranno come parte integrante della loro vita.

Per fortuna ci sono realtà come il FAI che dimostrano concretezza. Dopo aver regalato nel 2011 tre gioielli agli italiani, il

In nessun momento dell’anno più del periodo natalizio vale il motto “è più bello donare che ricevere”. Fedeli a questo “comandamento”, anche noi del FAI abbiamo preparato per te un bellissimo regalo se deciderai di donare a una persona a te A Natale cara l’iscrizione alla Fondazione: un abbonamento trimestrale a “DOVE”, la chi dà… riceve! rivista leader del tempo libero che, in ogni numero, ti conduce per mano alla Ecco il regalo ti scoperta dei piaceri della vita che fra paradisi poco conosciuti, centri benessere, eventi abbiamo riservato. culturali, ristoranti e hotel di charme. E se decidi di regalare due o più iscrizioni al FAI l’abbonamento in omaggio sarà di sei mesi. È proprio vero: a Natale chi più dà… più riceve! Dove, per viaggiare nei piaceri della vita. Dona l’iscrizione al FAI utilizzando il bollettino allegato oppure su Rivista leader del tempo libero. Ogni numero guida cliccando alla scoperta di mete sconosciute www.fondoambiente.it nella esezione dedicata. interessanti, dai nuovi centri benessere agli eventi culturali; fornisce gli indirizzi di artigiani del made in Italy, consiglia la scelta di agriturismi di charme, di ristoranti e di hotel. ETV DOV € 6,50 . $ 12,00 U.S.A RGO 2,000

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I CAMPAGNA NATALE 2011

A proposito di fondi che scarseggiano, come ha vissuto i recenti tagli alla cultura? Li ho vissuti con la rabbia pura di chi non è direttamente coinvolto perché con la mia compagnia dalla struttura volutamente contenuta non ho mai chiesto finanziamenti pubblici. Gli ultimi tagli mettono davvero in ginocchio il mondo del teatro, anche se a dire la verità sono solo l’ultimo anello di una catena che ha costantemente attanagliato il nostro Paese negli ultimi 15-20 anni. Ciò che davvero mi indigna è che, come spesso succede in Italia, al termine del periodo di “vacche grasse” in cui erano vergognosamente sovvenzionati persino produzioni fantasma o quasi, invece di trovare delle norme adeguate per riportare ordine si è preferito tagliare e basta. Tutti sanno che investire in cultura è redditizio, basta dare un’occhiata a ciò che succede negli altri Paesi, ma anche nel nostro. In questa situazione anche i teatri più virtuosi sono destinati a chiudere, e in più si taglia qualunque possibilità di sperimentazione, ricerca e formazione di giovani talenti. Il messaggio che ne scaturisce è terribile: al futuro non ci crediamo.

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prossimo anno ne regalerà altri tre (vedi il servizio a pagina 6-7). Il messaggio di concretezza del FAI è importantissimo, ci fornisce la prova che in un momento di crisi, anziché ritirarsi nel proprio orticello, è possibile allargare lo sguardo e l’orizzonte. È un segnale formidabile. A tutti coloro che tentano di farci credere che un futuro non esista, il FAI risponde: noi invece vi dimostriamo che c’è.

Un Lascito al FAI, il regalo più bello I regali più belli sono quelli fatti con il cuore. E nessun tipo di donazione al FAI è più profondo e sentito di un Lascito testamentario. È il caso di Luciana Marzia Corcos, donna di grande spessore culturale che partecipò attivamente a organizzazioni come FAO e Consiglio Nazionale Donne Italiane. Da sempre vicina al FAI e Iscritta alla Delegazione di Roma, ha risposto con grande entusiasmo a tutti gli appelli della Fondazione, di cui condivideva in pieno la mission, e ha partecipato alle sue iniziative culturali. Nel suo testamento ha deciso di destinare al FAI il grande e signorile appartamento ove viveva a Roma, affinché sia venduto per sostenere i suoi fini istituzionali; una generosa quota in denaro da destinare al restauro della stupenda Loggia Ovest di Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD), capolavoro cinquecentesco del pittore-architetto Giovanni Maria Falconetto, che sarà per sempre intitolata a suo nome; e tre splendide opere d’arte: una terracotta di Pietro Melandri, una statua lignea di Robert Dudley e una vetrinetta da viaggio di Bruno Munari con una collezione di seggioline. Molto sentito è anche il Lascito dell’architetto Stefano Tirinzoni di cui parliamo approfonditamente nella prossima pagina. Prezioso e inaspettato, infine, il Lascito dei coniugi Laura Toffoletto e Giorgio Colombo che hanno lasciato in eredità al FAI una generosa quota in denaro pur non avendo mai avuto rapporti diretti con la Fondazione.

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TUTELARE E VALORIZZARE

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Nel 2012 altre tre sfide da vincere insieme uella che stiamo vivendo non è solo una crisi economica ma una vera e propria crisi del modello di sviluppo occidentale. Le crisi come questa offrono però un’imperdibile opportunità di cambiamento per chi ha il coraggio di reagire riscoprendo i Valori più importanti. Fra questi Valori figura senza dubbio la cultura, che può e deve diventare uno dei fattori chiave per il rilancio economico e civile del nostro Paese. Di questo ne è fortemente convinto il FAI che, dopo

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aver “regalato” agli italiani nel 2011 tre gioielli come il Negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia, Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) e il Bosco di San Francesco ad Assisi, conferma la sua volontà di affrontare la crisi anche nel 2012 con la sua arma più efficace: la concretezza. Altri tre Beni infatti, grazie anche al tuo importante sostegno come Iscritto FAI, si apprestano a essere salvati e valorizzati: l’area naturale di Punta Mesco a Levanto (SP), uno splendido

PUNTA MESCO

In questi luoghi c’è stato nei secoli un miracoloso equilibrio tra il lavoro dell’uomo e il contesto naturale, la gente ha vissuto per secoli di agricoltura in una terra inadatta costruendo monumentali ed epiche costruzioni a gradini e terrazzamenti. Adesso non è più così perché l’industria turistica ha spazzato via tutto. Il progetto del FAI permetterà di salvare e recuperare queste tradizioni. Le terribili alluvioni dell’ottobre scorso proprio in queste aree testimoniano la necessità di riconquistare un territorio che rischiamo di perdere definitivamente. Portare memoria è fondamentale per poter poggiare i piedi sul solido e non vivere nelle vertigini. Questo progetto di valorizzazione è un segnale forte che mi rende più tranquillo, perché io al FAI affiderei persino la mia casa.

MAURIZIO MAGGIANI (scrittore) “Il santuario delle Cinque Terre” Al Mesco ci vado da quand’ero ragazzino, e ci salgo tutt’ora ogni anno almeno una volta perché per me rappresenta un’ascesa mistica, un pellegrinaggio. È un promontorio bellissimo, è il confine che delimita le Cinque Terre, è un po’ il suo santuario. Percorrendo la spossante strada militare costruita dai tedeschi che parte da Monterosso, si arriva in cima e da lì si ha un’incredibile vista dell’oceano. Intendo proprio l’Okeanos nel senso classico, il fiume che separa il mondo dei vivi dall’aldilà.

tratto di paesaggio delle Alpi Orobie in Valtellina e Palazzo Noha, che fa parte dei Sassi di Matera. Tre Beni che, ognuno a suo modo, testimoniano uno straordinario rapporto di rispetto e integrazione tra Uomo e Natura nel corso dei secoli che il FAI sempre più è impegnato a proteggere e valorizzare. Abbiamo chiesto a tre importanti esponenti del mondo della cultura e dell’economia, personalmente molto legati a questi luoghi, di raccontarci il loro immenso valore per la collettività.

PUNTA MESCO DONAZIONE: Immobiliare Fiascherino, marzo 2009 BENE: 45 ettari di terreni e piccoli fabbricati rurali situati sulla sommità del Promontorio che separa l’insenatura di Levanto da quella di Monterosso. VALORE STORICO-PAESAGGISTICO: nei secoli l’opera dell’uomo ha modellato il paesaggio senza alterarne i delicati equilibri ecologici ma anzi esaltandone la bellezza. IL PROGETTO DEL FAI: riqualificazione e valorizzazione delle aree naturali; riqualificazione dei sentieri; recupero degli edifici storici; sviluppo modello gestionale di fattoria ecologica.


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I TUTELARE E VALORIZZARE

ALPEGGI TIRINZONI ALPI OROBIE MARCO VITALE (economista) “Una passeggiata per tornare a essere umani” Le Alpi sono la più bella catena di montagne del mondo. Ma, Dio mio! Che cosa ne abbiamo fatto? La Valtellina ha subito il destino comune ad altre valli alpine male amministrate, dove le forze cieche del mercato sono state lasciate libere di crescere disordinatamente. Un destino distruttivo che, come ci dimostrano molte valli alpine austriache, può essere evitato pur garantendo un buon sviluppo economico. Alcune valli laterali però sono riuscite per ora a salvarsi perché protette dalla loro asprezza e dalla mancanza di impianti sciistici, come le meravigliose Val Masino e Val Grosina e la valle chiusa dove si collocano gli Alpeggi Tirinzoni. Qui una montagna dolce e umana, una natura accattivante e coinvolgente ci accoglie con amore, pur senza nascondere i problemi: la mancanza di una politica responsabile

a sostegno dell’agricoltura di montagna, il venire meno di antiche proprietà e la crescita dei costi di manutenzione portano spesso al rischio di abbandono e spopolamento. L’intervento del FAI permetterà di trasformare queste baite in strutture ricettive per gli escursionisti della Gran Via delle Orobie, un luogo ideale per insegnare ai giovani a conoscere e quindi amare la montagna. E potrà ricreare quel rispettoso equilibrio tra uomo e natura che, come spiegava Carlo Cattaneo, ha permesso la nascita delle bellezze naturali della Lombardia. Sono ambienti adatti a chi sa che camminare in boschi integri è un’emozione che aiuta a ritornare a essere umani. Il progetto del FAI è un messaggio di speranza e un’azione concreta che permetterà di recuperare questa consapevolezza.

PALAZZO NOHA LINA WERTMULLER (regista) “Un multicolore mantello di arlecchino” I Sassi di Matera sono un luogo davvero speciale: una città straordinaria costruita nella montagna che unisce un antichissimo passato di grotte e abitazioni con un modo insolito e moderno di vivere la comunità. Quando erano ancora popolati, il bianco e il beige dei Sassi erano animati da macchie di colore: le gonne nere delle donne, le

ALPEGGI TIRINZONI, ALPI OROBIE DONAZIONE: lascito testamentario dell’Arch. Stefano Tirinzoni, 2011 BENE: Cime del Monte Pisello, Monte Culino e Monte Lago; alpeggi della Madrera, della Baita Eterna e della Pedroria; 200 ettari di boschi e pascoli. VALORE STORICO-PAESAGGISTICO: l’area è attraversata dalla Gran Via delle Orobie, il percorso escursionistico più importante del Parco delle Orobie Valtellinesi e vanta diversi esemplari di fauna alpina e resti di antiche mulattiere e miniere del ferro. IL PROGETTO DEL FAI: sistemazione sentieri; trasformazione della Pedroria in rifugio e punto FAI; creazione di laboratori didattici di educazione ambientale; gestione ecosostenibile di alpeggi per le mucche e produzione formaggi.

caprette, i fazzoletti rossi. Oggi questa bellezza rischia però di perdersi: così come accaduto anche ad altri gioielli italiani, per colpa di un turismo sfrenato questa meraviglia corre il rischio di perdere la propria verità, di trasformarsi in un grande albergo travestito da sassi. Progetti di tutela e valorizzazione come questo del FAI sono fondamentali per salvare la straordinaria ricchezza di storie e culture che rendono unico il nostro Paese nel mondo. Quando ero piccola si parlava dell’Italia come del Paese dal mantello di arlecchino. Ci vorrebbero 10, 100, 1000 FAI per salvare ogni tassello di questa splendida diversità. Ma d’altronde, il FAI fa miracoli…

PALAZZO NOHA DONAZIONE: donazione famiglie Fodale e Latorre, 2004. BENE: edificato tra il XVI e il XVII secolo, rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura privata dei Sassi di Matera. VALORE STORICO-PAESAGGISTICO: Patrimonio UNESCO dal 1993, i Sassi di Matera sono una struttura urbana unica al mondo con interi quartieri scavati direttamente nel tufo della montagna. Uno straordinario esempio di un sostenibile rapporto tra uomo e natura. IL PROGETTO DEL FAI: consolidamento strutturale dell’edificio, restauro degli ambienti e loro recupero funzionale finalizzato alla creazione di attività culturali come mostre, seminari e serate musicali.

Per sostenere il FAI visita www.fondoambiente.it Nella pagina a fianco, la vista del Mar Ligure che si gode da Punta Mesco a Levanto (SP) in cui si intravede Portofino; qui sopra, i Sassi di Matera; a fianco, il paesaggio degli alpeggi Tirinzoni nelle Alpi Orobie in Valtellina.


EDUCARE E SENSIBILIZZARE

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Vetta Sighignola, Lanzo D’Intelvi (CO)

Arco Bollani, Udine

Per undici luoghi del cuore un messaggio di concretezza

Ognuno di noi può fare la sua parte per squarciare l’indifferenza e la noncuranza che minacciano i beni che più amiamo e il Censimento “I Luoghi del Cuore” ne è l’esempio lampante. A poco più di un anno dalla fine della quinta edizione del Censimento, FAI e Intesa Sanpaolo presentano undici progetti per ridare un futuro a undici luoghi segnalati dagli italiani nel 2010. I luoghi, che spaziano su tutto il territorio nazionale, sono stati selezionati da una Commissione di esperti secondo criteri ben precisi: numero di segnalazioni ricevute, valenza storico-artistica o naturalistica, importanza per il territorio, possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, attivazione di stakeholder locali. Un’ulteriore conferma di come il Censimento sia diventato ormai un efficace strumento di difesa dei luoghi più amati che i cittadini possono utilizzare per diventare protagonisti in prima persona della loro salvaguardia. Vediamo insieme gli interventi sui primi tre luoghi classificati nel 2010. 1° - Eremi dell’abbazia di Santa Maria di Pulsano - Monte Sant’Angelo (FG) Grazie al Censimento la Regione Puglia e la Provincia di Foggia si sono attivate a favore degli Eremi, per intervenire nella loro

salvaguardia e dare seguito all’opera di sensibilizzazione svolta dai 34.118 segnalatori che hanno partecipato alla quinta edizione de “I Luoghi del Cuore” votando i suggestivi eremitaggi di Pulsano da tutta Italia. In particolar modo il FAI, grazie alla collaborazione della Delegazione FAI di Foggia,, sta definendo con la Provincia di Foggia un progetto di valorizzazione del sito che prevede la riqualificazione e la fruibilità pedonale di un percorso verde a lato del vallone che conduce in prossimità dell’Eremo di S. Nicola, uno dei 24 Eremi già censiti nell’ambito del progetto. 2° - Casa Desanti Bossi - Novara Decaduto il progetto di alienazione dell’edificio antonelliano, il grande movimento di opinione nato grazie alle 26.150 segnalazioni raccolte dalla Delegazione FAI di Novara e dal Comitato d’Amore per Casa Bossi ha permesso di riaccendere l’interesse sul recupero del bene. Grazie al supporto della Delegazione FAI e del Comune di Novara il FAI lancerà un concorso di idee

© Franco Bordino

remi abbandonati, ville ottocentesche e statue in degrado, chiese da tempo chiuse al culto. Beni tra loro eterogenei ma accomunati dalla capacità di lanciare un messaggio di speranza: l’impegno e la passione dei cittadini a favore del nostro patrimonio storico, artistico, ambientale possono svolgere un ruolo essenziale per la sua salvaguardia.

Chiesa di San Filippo Neri, Fermo Affreschi Cappella Santa Rosa cattedrale Viterbo, Viterbo Piè di marmo, Roma

Eremi dell’abbazia di Santa Maria di Pulsano, Monte Sant’Angelo (FG) Giardino di Piazza 4 Novembre, Bari

Chiesa di San Bartolomeo Isola di Stromboli, Lipari (ME)

Vucciria ed edicola marmorea del Genio, Palermo

per individuare la nuova destinazione d’uso del bene, al fine di renderlo un luogo vivo e un punto di riferimento per il territorio. Le prime tre idee vincitrici saranno sviluppate dalla Fondazione. 3° - Chiesa di Santa Caterina - Lucca Le 19.238 segnalazioni del 2010 hanno garantito alla Chiesa lucchese una grande visibilità nazionale che, grazie al grande lavoro condotto dalla Delegazione FAI di Lucca, ha spinto la Soprintendenza a chiedere e ottenere per il suo restauro lo stanziamento di 800mila euro. I lavori di recupero di questo piccolo gioiello barocco ormai chiuso da anni inizieranno entro la fine dell’anno. Grazie al contributo messo a disposizione da “I Luoghi del Cuore” sarà possibile ridare voce alla chiesa di Santa Caterina recuperando l’organo ottocentesco, molto probabilmente attribuibile alla mano esperta dell’organista Domenico Pucci.

Scopri tutti i luoghi e i relativi interventi su www.iluoghidelcuore.it © Metamorphosi

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Chiesa di Santa Caterina, Lucca

© Angelo Torre

Casa Desanti Bossi, Novara

In alto, gli Eremi dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano a Monte Sant’Angelo (FG); qui di fianco, Casa Desanti Bossi a Novara e l’interno della Chiesa di Santa Caterina a Lucca.


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I EDUCARE E SENSIBILIZZARE

Imparare emozionandosi con la leggenda di Re Artù “D

opo aver battuto a duello il perfido Mordred e scacciato il troll, i bambini-cavalieri si sono stretti l’un l’altro, lo sguardo solo leggermente segnato dalla paura. Poi quella frase ha iniziato a innalzarsi nell’aria limpida, conquistando sempre più voci e cuori, diventando ogni secondo più forte. ‘Noi non abbiamo paura’, gridavano all’unisono i piccoli studenti di 8 anni in faccia alla spaventosa strega, ‘noi non abbiamo paura’, con maggior convinzione ed emozione. ‘Noi non abbiamo paura’ hanno urlato stringendosi per mano... e la strega alla fine è caduta sconfitta!”. Nel racconto di Giulia Orombelli, maestra della scuola elementare Orsoline di Milano, risuona la stessa emozione di quel 28 settembre scorso quando con la sua classe ha

partecipato alla visita scolastica “Nel regno di Camelot” organizzata dal FAI Scuola al Castello di Masino a Caravino (TO). È solo una delle tante visite scolastiche che il FAI organizza nei propri Beni, proponendo un modo diverso di “fare scuola”, reso possibile grazie al sostegno di Franco Cosimo Panini Editore, al fine di diffondere a tutti gli studenti il messaggio di tutela e conservazione del patrimonio d’arte, natura e paesaggio italiano. “Partecipo alle visite del FAI da sei anni spiega Giulia Orombelli - questo modo di trasmettere l’amore per il bello ai bambini è davvero speciale. Ho partecipato anche ai bellissimi bagni di colore di Villa Panza a Varese e alla splendida visitattiva a Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA) dove ai bambini

è offerto un apprendimento per scoperta e non per informazioni trasmesse”. L’ultima visita a Masino l’ha però colpita particolarmente. “Gli studenti - conferma Giulia Orombelli – sono entrati nel gioco di ruolo piano piano, lasciando lentamente fuori l’aspetto scolastico. Tutti interpretavano i cavalieri, senza distinzione tra maschi e femmine. Per loro è stato davvero come entrare nella leggenda di Re Artù. Hanno mostrato una grande collaborazione finalizzata a sconfiggere le proprie paure. Sono entrate in gioco grandi emozioni, a volte anche un pizzico di paura, e alla fine ha trionfato il divertimento. Oggi è fondamentale che i bambini apprendano i valori di tutela della cultura: se sono fin da subito educati al senso del bello sono i primi a sentirsi partecipi e responsabili”.

Per saperne di più www.faiscuola.it

Tutelare l’arte e la natura è un’avventura meravigliosa Per il quarto anno consecutivo, Topolino sostiene il concorso per la scuola primaria e secondaria di I grado del FAI organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Anche nell’edizione 2011/12 dal titolo “Io Museo, e tu?”, che chiede agli studenti di ideare una mostra su un Luogo del Cuore del proprio territorio, i vincitori del concorso vedranno il proprio progetto trasformato in una storia a

fumetti con protagonisti i paperetti di Quack Town. Un modo “privilegiato” per trasmettere i valori di tutela dell’arte e della natura ai più giovani. “Uno dei pilastri della relazione con i nostri lettori – spiega Valentina De Poli, Direttore di Topolino – è la scelta di trattarli come gli ‘adulti del futuro’. L’altro è la loro partecipazione attiva che li rende consapevoli del fatto che anche con piccole azioni si possono cambiare le cose. In meglio! Far capire ai bambini che il patrimonio d’arte e natura appartiene a tutti e che quindi ognuno di loro è responsabile della sua tu-

tela è fondamentale. Grazie a questi concorsi i ragazzi possono passare direttamente dalla teoria alla pratica oltre che avere la soddisfazione di raggiungere un obiettivo attraverso la partecipazione in gruppi. Se poi i messaggi sono raccontati dai personaggi a fumetti Disney, tutto diventa ancora più facile. Lo affermo sempre: è un privilegio poter contare su Topolino e Paperino!”. Leggi l’intervista completa su www.fondoambiente.it Sopra, la visita scolastica “Nel regno di Camelot” al Castello di Masino; sotto, la copertina di Topolino con la storia vincitrice del concorso FAI.


VIGILARE E INTERVENIRE

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Gli abusi edilizi divorano un pezzo del nostro futuro

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l dilagare di edifici e alloggi illegali in Italia? È l’inevitabile conseguenza dell’ “assenza dello Stato”. Ne è convinto Paolo Berdini, urbanista e membro del Consiglio nazionale del Wwf, secondo il quale il dilagare dell’abusivismo edilizio nel nostro Paese deriva da un drammatico cambio di prospettiva: da un’illegalità che nasce dalla società civile a quella che conquista l’amministrazione pubblica. “Dal 1948 a oggi - spiega Paolo Berdini la scomparsa del concetto di legalità nel mondo edilizio è stato un processo graduale: la prima legge condono del 1985 venne definita come ‘prima e ultima’. Nel 1994 ce ne fu una seconda, e anche quella doveva essere l’ultima. Poi arrivò quella del 2003... Il messaggio che ne scaturisce è chiaro: la legalità non c’è più. È una situazione che esiste solo da noi perché nel nord Europa è assente il concetto di abusivismo. Ciò ci impedisce di essere uno dei Paesi dell’Europa moderna. Facciamoci caso: molte imprese straniere hanno iniziato a investire in Italia in tutti i settori commerciali tranne l’edilizia. Nei Paesi europei le regole ci sono e vengono rispettate. Per noi questo si traduce in un danno sia a livello d’immagine sia economico. Senza contare la creazione di un terreno fertile per le attività di riciclaggio

del denaro sporco da parte della malavita”. Dall’abusivismo di necessità, che nasce dalle esigenze della popolazione povera, si è passati a un abusivismo diffuso e quasi considerato “normale”. Con danni gravissimi per il territorio, come hanno confermato le tragiche alluvioni in Liguria dello scorso novembre. “In Italia si è lasciato costruire ovunque - prosegue Berdini lungo alvei fluviali e nelle aree in frana. Siamo il Paese dei tre condoni edilizi. Altri Paesi hanno investito nel futuro, noi nei condoni... Nel centro Sud l’abusivismo sta divorando il nostro Paese: a Crotone zone abusive incombono su un’antica città greca, la Calabria ha avuto un crollo del 50% del turismo culturale... Siamo incapaci di comprendere quali siano gli elementi chiave per garantire un futuro alle nuove generazioni”. Eppure, per fortuna, non tutto è perduto.

“La ricostruzione dello Stato – conclude Paolo Berdini – perché è di questo che stiamo parlando, passa inevitabilmente da una nuova gestione del territorio. I protagonisti di questo processo dovranno essere i cittadini riuniti nei tanti comitati spontanei che stanno nascendo, grazie anche a progetti come I Luoghi del Cuore del FAI, opportunamente supportati dalle amministrazioni pubbliche. Nel libro ‘Paesaggio Costituzione cemento’, Salvatore Settis auspica l’affidamento dell’individuazione dei nuovi vincoli paesaggistici alle popolazioni insediate. Questo è il futuro: la declinazione moderna del principio di autodeterminazione delle popolazioni”. Sopra, uno dei tanti ecomostri che deturpano le nostre coste: lo scheletro di una struttura alberghiera abbandonata a Realmonte (AG).

OLTRE 60 ANNI DI ABUSI EDILIZI I dati raccolti da Paolo Berdini nel suo libro “Breve storia dell’abuso edilizio in Italia” fanno davvero venire i brividi. Eccone una sintesi che si riferisce al periodo compreso tra il 1948 e il 2009: ■ 4.600.000 abusi edilizi (74.200 all’anno, 203 al giorno) ■ 453.500 edifici illegali (7.314 all’anno, 20 al giorno) ■ 1.730.000 alloggi illegali (27.903 all’anno, 76 al giorno)

Fonte: “Breve storia dell’abuso edilizio in Italia”, Paolo Berdini, Donzelli Editore


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Terme Romane di Vasto, la Storia continua Ridare vita ai beni d’arte e natura più rappresentativi del territorio attraverso una serie di attività nelle quali siano coinvolti direttamente i cittadini. È questo l’obiettivo di “Puntiamo i riflettori”, il progetto delle Delegazioni FAI che, attraverso la cura dei beni locali, mira a diffondere nella collettività la responsabilità di occuparsi dell’Italia intera. Proseguendo nel nostro cammino di scoperta dei beni su cui il FAI ha puntato i riflettori, abbiamo incontrato Maria Grazia Mancini, Capo Delegazione di Vasto (CH), che ci ha raccontato il progetto di valorizzazione dell’area archeologica delle Terme Romane della città abruzzese, un complesso termale romano risalente al II secolo d. C. arricchito da due grandi mosaici bicromatici raffiguranti animali marini e il Nettuno e le Nereidi. Perché la vostra scelta è ricaduta proprio su questo bene? Per via dello stato di assoluto abbandono e degrado in cui verteva da anni il sito archeologico, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo ci propose una Convenzione con la quale ci affidava il bene al fine di tutelarlo, valorizzarlo, riaprirlo al

pubblico e farlo vivere di nuovo da tutti i cittadini. Per noi era un’occasione unica anche per il legame affettivo con il luogo: le Terme sono infatti il primo bene che la nostra Delegazione aprì nella Giornata FAI di Primavera del 1998, anno in cui erano ancora in corso gli scavi che portarono alla luce il mosaico del Nettuno. Non potevamo dire di no. Come si svilupperà il progetto? Con la firma della Convenzione abbiamo promosso un Protocollo d’intesa con il Liceo Scientifico Mattioli di Vasto, “arruolando” gli alunni in un progetto “Summer School”: quest’estate, vestiti i panni di Ciceroni, hanno fatto da guida a oltre 2.600 visitatori, anche in lingua straniera. Nel periodo invernale, il nostro obiettivo è invece di aprire il Bene su prenotazione per accogliere soprattutto gli alunni delle scuole medie ed elementari. Ma non solo. Per rendere il sito “vivo”, abbiamo organizzato un ricco ventaglio di eventi culturali, anch’essi curati dal Liceo Scientifico Mattioli. Gli appuntamenti hanno spaziato dalle letture dialettali abruzzesi a quelle della Divina Commedia e dell’Orlando Furioso, sempre accompagnate

da rappresentazioni strumentali; dalle osservazioni astronomiche curate dal Centro astronomico di Città Sant’Angelo alla ricerca delle testimonianze delle civiltà sannitiche nel territorio; dall’analisi dei dipinti del pittore vastese Filippo Palizzi alla scoperta delle ricette del benessere e della bellezza praticate dagli antichi rimani. Che risposta avete avuto dai cittadini? Questo nuovo modo di gestire le Terme è stato accolto con grande entusiasmo da tutti i cittadini vastesi e dalle scuole. Inoltre, abbiamo presto trovato anche diverse aziende locali disposte ad “adottare” il sito, come la Sider Vasto e la Silmec, offrendo la manutenzione gratuita di passerelle, staccionate e pedane.

Scopri tutte le iniziative delle Delegazioni FAI su www.delegazionifai.it Un musicista si esibisce alle Terme Romane di Vasto vicino allo splendido mosaico bicromatico nell’ambito degli eventi culturali organizzati per far vivere il bene.


L’ANGOLO DEI LETTORI

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Alluvioni Lunigiana, il coraggio di ricominciare Mi rivolgo direttamente a Lei, sig.ra Presidente, non solo quale Iscritta da molti anni assieme alla mia famiglia, di questa magnifica istituzione che è il FAI, ma oggi quale “figlia” della Lunigiana. Non sarà facile ritornare alla normalità del vivere quotidiano, non per gli Aullesi né per gli abitanti della Val di Vara, e neppure per quelli delle Cinque Terre, ma se Lei e il FAI darete voce alla loro disperazione ci riusciranno. Riusciremo a ricostruire e a mettere in sicurezza il nostro territorio, a ridare bellezza ai luoghi del cuore che il mondo ci invidia. La fama delle Cinque Terre sicuramente farà convogliare aiuti, La prego, non faccia dimenticare i nostri borghi di Lunigiana - meno noti altrettanto belli, Aulla, Mulazzo, Montereggio il paese dei librai. Grazie per ciò che sicuramente farete, Laura Lorenzelli

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Cara Signora, leggo con molta pena il suo messaggio: quelle terre così belle e così anche care al cuore di moltissimi italiani sono state ferite in modo terribile e capisco che ci sia bisogno di tutti, veramente di tutti, per ricominciare. Faremo quello che potremo, per Punta Mesco e non solo, parlandone, sensibilizzando e cercando di starvi vicino. Un cordiale saluto, Ilaria Borletti Buitoni, Presidente FAI

Scuola Rinnovata Pizzigoni, un battito d’amore lungo una vita La centenaria Scuola Rinnovata Pizzigoni di Milano, famosa per la sua originalità didattica e per la bellezza architettonica, si è classificata al 36° posto in classifica nella quinta edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore” (vedi pag. 8) con 3.187 segnalazioni. Spett. FAI, ricevo il vs. Notiziario 120 di settembre-ottobre-novembre 2011. Leggo con molto interesse le prime pagine. Arrivo al Bosco di San Francesco e divoro l’articolo che mi erudisce e mi commuove. Poi arrivo a pagina 12 e qui mi blocco: “I Luoghi del Cuore, battito vivo”. Il mio cuore batte forte davvero e non solo perché non ho tanta salute, ma perché quella casetta io la conosco e quella costruzione a destra rotonda... ma sì, forse era la piscina fuori uso colma di armadietti e altre cose... Era il 1943-1944: io ero molto piccola (6 anni - I elementare). Frequentavo la scuola con la mia sorellina all’asilo, di un anno più giovane di me. Ho chiuso gli occhi e ho sentito gli aerei sopra la mia testa e bombe cadere sulla ferrovia e urla di bimbi spaventati e carezze e baci delle maestre. Ma non ci fu solo la guerra: lì imparai a conoscere il gelso dalle more bianche, la vita del baco da seta, a zappare la terra e piantare piccoli germogli: ogni giorno si andava a vedere la loro crescita e si scriveva sul quaderno ogni particolare anche piccolo… Il direttore, se ben ricordo, si chiamava Bernasconi. Sono passati quasi 70 anni, sono nonna e mia sorella bisnonna! La Scuola Rinnovata Pizzigoni per me è un battito vivo, anzi vitale… Potrei scrivere tante e tante cose. Vorrei passeggiare, anche solo per dieci minuti, nel giardino. Vi ringrazio cordialmente e invio distinti saluti, Adria Senigaglia

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Gentilissima Signora, la sua lettera ci ha commosso. Molto. Abbiamo sentito il suo cuore battere; abbiamo sentito anche noi gli aerei; ci siamo immaginati quella piccola bimba di sei anni coccolata dalla sua maestra. Grazie Signora per la sua lettera che conforta il nostro lavoro. Grazie, Marco Magnifico, Vice Presidente Esecutivo FAI

Scrivi anche tu alla redazione del Notiziario del FAI all’indirizzo mail: notiziario@fondoambiente.it Periodico del FAI / Sede legale: via S. Pietro all’Orto n. 22 - 20121 Milano Direzione e uffici: viale Coni Zugna n. 5 - 20144 Milano - tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314 Stampa: DATA MEC S.r.l. Direttore responsabile: Luca de Leone Coordinamento editoriale: Marco Magnifico Progetto grafico e impaginazione: Valentina Ranucci Quota minima di adesione annuale al FAI: 39,00 Euro Immagine in copertina: creatività della campagna Natale 2011 “Regala una Tessera FAI”

La carta di questo notiziario è stata donata da Arjowiggins Graphic. Scegliendo di stampare il Notiziario del FAI su carta Eural Premium riciclata 100% l’impatto ambientale è stato ridotto di 3.181 kg di rifiuti, 741 kg di CO , 5.290 km di viaggi su strada, 83.317 litri di acqua, 13.337 kWh di energia e 5.169 kg di legno. 2


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