Il notiziario del FAI 140 settembre ottobre novembre 2016
ABBAZIA DI CERRATE
Periodico: Poste Italiane Spa – Sped. in abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 CN/BO.
NEL CUORE DEL SALENTO SCOPRITE IN ANTEPRIMA LA CHIESA ROMANICA OGGI “APERTA PER RESTAURO”
Ricordiamoci di salvare l’Italia
Il suolo risorsa preziosa
Robert Wilson a Villa Panza
La campagna di raccolta fondi e FAIMARATHON
Proposte necessarie per una direttiva europea
E le manifestazioni d’autunno nei beni del FAI
2 - EDITORIALE
SENTIRE LA GIOIA CHE DÀ LA CULTURA
L
e élites hanno dato una immagine scostante, seriosa e altezzosa della cultura, per allontanare chi non raggiungeva lo status necessario per accedere a tale privilegio. Poi questa immagine scostante si è propagata perfino nella società di massa, rispetto alla quale è incongrua. Una cultura democratica nel concreto deve mirare all’opposto. Bisogna distogliere dall’assuefazione a una vita uniforme, superficiale e banale, prospettando un rinascere, un risvegliarsi, un guardare con occhi curiosi il mondo straordinario e multiplo che ci circonda, di cui spesso neppure ci accorgiamo, troppo rivolti agli schermi. È questa una via semplice, praticabile; non complicata e lunga. Si tratta innanzi tutto di riaccendere la fierezza e l’ottimismo del vivere in un paese specialissimo come l’Italia. Infatti la Penisola con le sue Isole dispone di una natura stupefacente, che va dalle Alpi innevate alle campagne quasi africane. La Penisola è stata poi lo scenario di una storia fondante per l’Europa, per l’Occidente e per l’umanità intera, che infatti desidera visitarla nei suoi paesaggi e monumenti. È stata inoltre, per millenni, la sede di una laboriosità eccellente, dal grande stile in ogni campo del fare e dell’intraprendere. È stata infine l’espressione geografica dove sono fioriti i vertici della bellezza e del lusso in tutti gli artigianati e le arti, compresa la tralasciatissima musica. Per intraprendere questa strada è solo questione di sperare, cioè di prospettarsi e sperimentare una vita più ampia e piena, in particolare nel tempo libero, sovente sciupato in spassi e consumi effimeri che deludono, divertendosi
Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314 Stampa DATA MEC S.r.l. Direttore responsabile Simonetta Biagioni Coordinamento editoriale Marco Magnifico Progetto grafico Carlo Dante
Andrea Carandini Presidente FAI
al contrario a partecipare simultaneamente a più culture e a più epoche, in un sistema unificato di cose buone e belle: dalla natura, al paesaggio, ai monumenti della storia e a quelli delle arti, alle produzioni di oggi, ripercorrendo così tutto il cammino dell’umanità. Diventare un microcosmo della storia intera offre pienezza e felicità. Ma per approdare a questo benessere e piacere bisogna intendere che la conoscenza è un gioco che appassiona, un godimento appagante, che risulta leggero, semplice, sorprendente, emozionante e che prevede, come pause di riflessione, momenti di svago e occasioni di convivialità. Imboccando questa via usciamo dalle nostre vite anguste di tutti i giorni e allarghiamo progressivamente l’esperienza, fino a conoscere ogni aspetto e livello dell’esistere sociale, dalla più semplice utilità al lusso più sgargiante. Così l’universo umano diventa abbordabile per tutti e noi arricchiamo la gamma delle capacità e sviluppiamo la personalità. Fondamentale è il passare la giornata libera, da soli o con la scuola o con la famiglia, in modo da essere contenti, dai piccoli ai grandi con le loro diverse inclinazioni, comprese quelle naturalistiche e sportive, come il passeggiare e l’andare in bicicletta. Basta poco - il gusto indispensabile per la scoperta - per dare questa svolta alla vita, in modo che il tempo libero possa darci moltissimo di più del solito trascinarsi in un qualsiasi centro commerciale. Ogni persona normale può riuscire in questa intrapresa, purché l’apprendimento e la conoscenza siano uniti alla piacevolezza e alla gioia.
CONTENUTI RICORDIAMOCI DI SALVARE L’ITALIA........................................................pag. 3 FAIMARATHON - GIORNATA FAI D’AUTUNNO....................................pag. 4 ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE A LECCE...............................pag. 6 PERICOLO XYLELLA...........................................................................................pag. 11 CONSUMO DI SUOLO......................................................................................pag. 12 VARIE........................................................................................................................ pag. 14 ATTIVITÀ DEI GRUPPI FAI GIOVANI............................................................pag. 16 VOLTI DEL FAI.......................................................................................................pag. 17
Quota minima di adesione annuale al FAI: 39,00 Euro
MANIFESTAZIONI................................................................................................pag. 18
GIORNATE FAI CAMPAGNA AUTUNNO- -03 3
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ono già oltre 130.000 le persone che hanno scelto di iscriversi al FAI, diventando i preziosi sostenitori e i motivati ambasciatori della sua missione. Un popolo che continua a crescere grazie al passaparola e alla voglia di partecipare a un grande progetto, che ci aiuta a riscoprire l’orgoglio di sentirsi italiani e la soddisfazione di essere parte di una comunità che condivide valori e obiettivi concreti. Una campagna per allargare la famiglia del FAI, per trasformarsi in persone sempre più consapevoli del valore e della ricchezza del nostro heritage, da vivere e scoprire anche attraverso gli sconti e le convenzioni del programma “FAI per me”.
Recuperare, tutelare e raccontare l’Italia è una missione che ha bisogno del sostegno di tutti. A ottobre si potrà contribuire partecipando domenica 16 alla FAImarathon, la Giornata FAI d’Autunno, promossa dai Gruppi Giovani nelle piazze di tutta Italia, donando 2 euro con SMS o chiamata da rete fissa al 45517 dal 7 al 31 ottobre e aderendo alle iniziative promosse dalle aziende partner.
Un mese per prendersi cura dell’Italia Torna “Ricordiamoci di salvare l’Italia”, la campagna nazionale di raccolta fondi arrivata quest’anno alla 7^ edizione con un obiettivo ambizioso: raggiungere 250mila iscritti entro il 2023
GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DELLE AZIENDE PARTNER POTRAI SOSTENERE LA CAMPAGNA: in tutti gli ipermercati Iper, • la grande I • in tutti i supermercati Unes • negli store IKEA nei • punti vendita aderenti per Oleificio Zucchi • su saldiprivati.it • su eprice.it in tutte le librerie la Feltrinelli • Scopri di più su www.aziendeperilfai.it
INVIA UN SMS O CHIAMA DA RETE FISSA IL
45517
Dal 7 al 31 ottobre puoi donare 2 euro inviando un SMS dal tuo cellulare TIM, Vodafone, Wind. Puoi anche donare 5 euro con una telefonata da rete fissa Vodafone, e 5/10 euro con una telefonata da rete fissa TIM e Infostrada
PARTNER DI RICORDIAMOCI DI SALVARE L’ITALIA
L’ORGOGLIO DI RINNOVARE LA MIA TESSERA DA 35 ANNI Avevo 23 anni quando nella primavera del 1981 visitai per la prima volta il Monastero di Torba e per una felice coincidenza conobbi anche l’architetto Bazzoni, uno dei quattro fondatori del FAI. In quel giorno, decisi che volevo contribuire anch’io allo sviluppo di questo progetto, versando la mia quota di adesione… Da allora non ho mai interrotto il mio sostegno e in tutti questi anni ho parlato del FAI a tantissime persone: a volte facendo nuovi iscritti, a volte con meno successo ma cercando sempre di suscitare la loro curiosità. C’era un gran desiderio di far conoscere a tutti il nostro pic-
colo FAI: credo di poter dire “nostro” perchè allora eravamo davvero pochi e oggi sono molto orgogliosa della mia tessera numero 951. Fate visitare i beni del FAI ai vostri amici non iscritti alla Fondazione! Vi troveranno, oltre a luoghi stupendi da vivere, tanti splendidi volontari che sapranno trasmettere lo stesso entusiasmo che sta contagiando la mia vita da 35 anni. Ovviamente conto di rinnovare l’iscrizione al FAI per ancora molto tempo e di partecipare come volontaria all’attività della Fondazione. E siccome non si deve mai smettere di sognare, io vado avanti: tu cosa FAI? Chiara
Napoli, Laboratorio dell’artista Michele Iodice
Foto Giuseppe Giusva Cennamo © Archivio FAI
4 - FAIMARATHON
Da Milano a Palermo 600 luoghi speciali da conoscere e vivere
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n giorno speciale per l’Italia e per la sua “meglio gioventù”: domenica 16 ottobre torna FAImarathon, una Giornata FAI d’Autunno realizzata dai Gruppi Giovani della Fondazione e da 3500 volontari che accompagneranno i visitatori alla scoperta di 150 itinerari tematici e 600 siti in tutta Italia. Luoghi che raccontano storie e trasmettono emozioni, spesso poco noti, luoghi simbolo di quartieri ricchi di storia, luoghi in cui riecheggiano i passi di importanti pittori, poeti, musicisti: durante la campagna Ricordiamoci di salvare l’Italia, FAImarathon chiede a tutti di partecipare. Di scendere nelle piazze e riappropriarsi delle città, per scovarne le bellezze nascoste, come un sotterraneo o un giardino segreto, straordinarie “chicche” solitamente inaccessibili, appena restaurate o cadute nell’oblio. CITTÀ E BELLEZZE NASCOSTE Magari riscoprendo il quartiere in cui si è nati e vissuti, per guardarlo con occhi diversi e infondervi nuova linfa.
Ad esempio, l’itinerario nello storico Rione Sanità sarà un viaggio nel “ventre” di Napoli, dal laboratorio di scultura dell’artista Michele Iodice ricavato da un’ex cava di tufo alle catacombe paleocristiane di San Gaudioso sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità, dall’Acquedotto Augusteo alla Necropoli Ellenistica di Neapolis. Protagonista a Palermo sarà invece l’antico quartiere della Kalsa, cittadella fortificata dove risiedevano l’emiro e i suoi ministri all’epoca della dominazione islamica, con il neogotico Palazzo Forcella de Seta, che vanta un apparato decorativo con richiami all’età normanna e all’architettura ispano-moresca. Un percorso tra vecchi e nuovi luoghi dell’industria e del commercio è atteso a Roma, per le vie del quartiere Testaccio, dove si potranno visitare, tra gli altri, il Gazometro, solitamente chiuso, che con le sue tre strutture è il più grande d’Europa, la poco conosciuta Centrale Montemartini, oggi sede museale, e l’Emporium Porto Fluviale che ebbe grande slancio con l’impera-
© Gabriele Basilico
FAIMARATHON CON I GIOVANI SCOPRI L’ITALIA Volontarie durante la FAImarathon
tore Traiano. A Milano lo sguardo sarà al futuro, grazie a una passeggiata tra piazze, giardini e palazzi nell’avveniristico quartiere CityLife, al centro di un grande progetto di riqualificazione: oltre a Piazza Tre Torri si potrà eccezionalmente visitare il Padiglione 3, in stile liberty, che verrà presto restaurato, e il Velodromo Vigorelli, la cui prima fase di recupero è stata da poco ultimata grazie anche al FAI. Le tappe del percorso di Firenze sono accomunate dall’utilizzo dello “sfondato”, decorazione che amplia illusionisticamente lo spazio grazie alla raffigurazione di paesaggi e cieli azzurri: tra le aperture più belle il Complesso di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, dove si trova la Crocifissione, affrescata dal Perugino tra il 1493 e il 1496. A Venezia si potranno invece visitare la Chiesa di Santa Maria dei Derelitti o
FAIMARATHON - 5
Roma, Centrale Montemartini
Riservato agli iscritti FAI
©Archivio FAI
© Alberto Fanelli
Palermo, Chiesa S. Maria dello Spasimo
dell’Ospedaletto, secondo alcuni edificata su disegno di Palladio, con l’annessa Sala della Musica, dove si esibiva un coro di fanciulle orfane educate alla musica dai più quotati maestri italiani, e la Chiesa di San Rocco, che conserva il corpo del santo e i teleri dipinti da Tintoretto. E ancora, a Bologna verrà svelata la fitta rete di canali artificiali con chiuse che scorrono sotto la città e in particolare si potrà ammirare la Chiusa di Casalecchio di Reno, la più antica opera idraulica fluviale ancora in funzione al mondo. TRA BORGHI RICCHI DI STORIA La FAImarathon sarà anche occasione per scoprire le meraviglie dell’Italia cosiddetta “minore”, quella dei percorsi meno battuti, tra sorprendenti testimonianze culturali, inaspettate bellezze naturali e tradizioni secolari. Da Gaeta (LT), che ospita un museo a cielo aperto di street art, a Mendicino (CS), borgo dalle origini antichissime che divenne florido grazie alla bachicoltura e alla filatura della seta; da Sanremo (IM), i cui
Milano, veduta di CityLife
2000 anni di storia verranno raccontati attraverso la visita a monumenti-simbolo, come i resti archeologici di Villa Matutiae e il Cimitero Monumentale della Foce, a Bettona (PG), dove si trova il Complesso di Sant’Antonio, un tesoro in abbandono, affascinante quanto sconosciuto, e a Tricarico (MT), che celebrerà il carismatico poeta e politico Rocco Scotellaro (1923-1953) con la visita dei luoghi dove visse e operò. La FAImarathon 2016 è resa possibile grazie al prezioso contributo de Il Gioco del Lotto, main sponsor dell’evento, e CityLife, società impegnata nella riqualificazione dell’ex quartiere storico della Fiera di Milano, per la prima volta a fianco della Fondazione in qualità di sponsor. Ogni visita è a contributo e ognuno potrà organizzare il proprio percorso liberamente senza punti di partenza o arrivo, per intero o solo in parte. Per l’elenco di tutti gli itinerari e le modalità di partecipazione www.faimarathon.it
Tante le opportunità speciali per chi è già iscritto al FAI o deciderà di iscriversi durante la manifestazione a quota agevolata. Aperture eccezionali dedicate in molte città, corsie preferenziali, eventi speciali e attività a sorpresa saranno riservate a chi si presenterà con la tessera FAI. Qualche esempio: • a Napoli l’Associazione Culturale Brodo nel Palazzo dello Spagnolo (nella foto) pregevole esempio di barocco napoletano che oggi ospita visionarie opere d’arte contemporanea; • a Palermo il settecentesco Palazzo Butera, attualmente in restauro, con il suo affaccio sul Foro Italico, da cui si domina l’intero Golfo; • a Piove di Sacco (PD) l’Antica Fornace Carraro, che cuoce i mattoni “preferiti” di archistar come David Chipperfield; • a Loro Piceno (MC) il Noviziato del Castello di Brunforte, fra le stanze segrete del convento domenicano di clausura; • a Torino Casa Casorati, abitazione privata e studio del pittore Felice Casorati, con molte opere originali, oltre a cavalletti e colori usati dall’artista e dal figlio Francesco.
6 - I BENI DEL FAI
ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE
Il primo bene del FAI in Puglia vicino a Lecce custodisce un’importante chiesa oggi “aperta per restauro”
I
l cantiere ferve nella millenaria Abbazia di Cerrate che il FAI gestisce dal 2012 grazie a una concessione della Provincia di Lecce. A dicembre del 2015 si è conclusa la prima fase dei lavori di restauro del complesso monumentale che hanno interessato la Casa monastica, edificio principale d’ingresso, e l’ottocentesca Casa del massaro. Oggi invece gli interventi sono concen-
trati sul tesoro dell’abbazia, la chiesa e i suoi affreschi, che si svela in anteprima ai visitatori perché nonostante i lavori è oggi “aperta per restauro”. Architetti, ingegneri, ricercatori e restauratori in tuta bianca si muovono sui ponteggi, intenti da mesi a restituire a questo prezioso complesso le sue originarie fattezze e a tessere la trama della sua lunga storia. Il cantiere offre ora più che mai l’esperienza unica ➜
I BENI DEL FAI - 7
Foto Arenaimmagini.it, 2015 Š Archivio FAI
Veduta della Chiesa di S. Maria di Cerrate, importante esempio di Romanico pugliese
8 - I BENI DEL FAI
Puglia BARI
Campania NAPOLI
Basilicata
Abbazia di Cerrate LECCE LECCE
Foto Arenaimmagini.it, 2015 © Archivio FAI
Foto Arenaimmagini.it, 2015 © Archivio FAI
CATANZARO
A sinistra: navata centrale della chiesa; a destra particolare dell’affresco con Tancredi d’Altavilla che rincorre la Cerva
➜ e imperdibile di assistere al restauro,
incontrare gli esperti, scoprire dettagli nascosti, guardare da prospettive inedite un monumento che si rivela eccezionalmente agli addetti ai lavori ma anche al pubblico. I veri e propri interventi sulla chiesa inizieranno nel 2017, ma è aperto ora il “cantiere della conoscenza”: studi e ricerche, rilievi e restituzioni tridimensionali, indagini diagnostiche e strutturali, puliture a campione che già svelano novità appassionanti e istrut-
tive. Una visita speciale, ad esempio, consente di ammirare da vicino, come mai più si potrà fare, l’evoluzione dei lavori sui capitelli del portico duecentesco: è bastata una prima pulitura per far emergere l’inaspettata qualità delle figure scolpite, volti umani definiti ed espressivi, animali fantastici da bestiario medievale che si affacciano tra le consuete foglie d’acanto, e il bianco della pietra leccese che ritrova la sua caratteristica luce.
SOTTO I SEGNI DEL TEMPO Anche la facciata sarà pulita e i primi campioni realizzati promettono di compiere un restauro importante: scialbature e patine dovute al tempo nascondono segni graffiti finora sconosciuti, accanto alle già note iscrizioni lasciate dai monaci, come quella importantissima in greco, che data la costruzione alla fine dell’XI secolo. Il tetto, che risale invece ai restauri moderni, sarà oggetto di un intervento conservativo, volto a
Storia di un successo “a ostacoli” Abbiamo parlato con l’avvocato Giorgio Aguglia, ex Capo Delegazione FAI di Lecce, il primo a individuare nell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate il luogo ideale per portare il FAI in Puglia. Come è nata questa acquisizione? Era dal 1999, anno del mio insediamento come Capo Delegazione FAI, che cercavo un bene importante nella nostra regione. Non è stato facile, perché il luogo scelto apparteneva alla Provincia di Lecce. Il complesso era mal gestito e offeso da pessimi lavori di restauro: le cose sono cambiate quando divenne Presidente della Provincia Giovanni Pellegrino, che comprese il valore aggiunto che il FAI poteva rappresentare per la nostra terra. Capì che
si trattava di un’importante occasione di valorizzazione, ma quando l’amministrazione cambiò ci fu un’ulteriore fase di arresto. Non mi sono mai rassegnato e ho avuto la soddisfazione di concludere il mio mandato nel 2011 con l’annuncio della concessione dell’abbazia al FAI. Come è nato il suo sodalizio con il FAI? Amo Lecce: è la mia terra e la conosco molto bene. Mi sono sempre occupato della sua valorizzazione: nel 1973 ho costituito un’associazione per il recupero del centro storico, quindi ho aperto la sede del WWF fino ad arrivare nel 1999 al FAI. Un incarico che, per come si è concluso, non posso che considerare un grande successo.
© Archivio FAI
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Nella foto sopra: il portico della chiesa; sotto intervento di pulitura di un capitello
mantenere la struttura degli anni Settanta del Novecento ma con un consistente miglioramento delle prestazioni. Tutta la chiesa sarà inoltre interessata da un consolidamento strutturale. Un lungo lavoro prosegue anche sugli affreschi, che rivestivano ogni parete e che, in parte staccati, hanno rivelato decorazioni più antiche: sotto a scene databili al XIV-XV secolo - come quella di San Giorgio e il drago, in cui compare il volto di Cristo tra le corna
IL MONUMENTO SVELA AL PUBBLICO IN ANTEPRIMA I SUOI DETTAGLI NASCOSTI di un cervo, che richiama la leggenda della fondazione dell’abbazia a opera di Tancredi d’Altavilla - sono apparse schiere di santi tipiche dell’iconografia bizantina (XII-XIII secolo), opere di anonimi maestri infarcite di liturgie e modelli importati dalla Grecia, chiamati a soddisfare le esigenze devozionali di una comunità di fede ortodossa, che parlava e pregava in greco. Alcuni affreschi strappati sono in restauro presso l’Istituto Superiore per la Conser- ➜
Il puzzo di cipolla... e Tancredi d’Altavilla La mia prima visita all’Abbazia di Cerrate con l’amico Giorgio Aguglia che tanto aveva per fortuna insistito per quel sopralluogo, fu all’inizio fonte più di dispetto che di piacere (ma il piacere fu poi straordinariamente intenso!). Il disappunto (anzi, la rabbia) nei confronti dei “restauri” inferti al nobile monumento dagli anni ‘60 in poi fu tale da sopire, quasi come in un violento singhiozzo, i plurimi motivi di estasi che la visita mi stava riservando. Una faticosa serie di apici e baratri che mi frastornava... La sensazione era un po’ quella che si ha mangiando un favoloso dolce che sa di cipolla per colpa del malaccorto cuoco che usa lo stesso coltello per preparare soffritto e macedonia... Nulla di più sciagurato. Restauri o scempi erano stati inflitti alla millenaria abbazia? La prima fase del recupero era stata opera ragionata, accorta seppur in larga parte criticabile di un grande architetto-restauratore negli anni ‘60, Franco Minissi. Negli anni ‘80 nuovi interventi, questa volta inde-
centi, furono decisi per “ringiovanire” il vetusto e poco valorizzato monumento: una sala riunioni agghiacciante, una serie di inutili stanzette per improbabili pernottamenti, impianti di condizionamento tanto faraonici quanto inutili, un vano ascensore dalle pareti di cristallo (!) che come una talpa aveva sfondato le antiche volte in pietra di Lecce...; danaro pubblico gettato via con l’avvallo della autorità competenti! Man mano che il mio palato si abituava al fetore della cipolla, il disgusto lasciava spazio al crescente piacere che i sapori forti, antichi e profumati dalle spezie del Sud sanno infondere soprattutto in noi uomini del Nord! Venne il tramonto e la facciata romanica della chiesa, rugosa come una vecchia tartaruga, si illuminò di un oro antico e conturbante; mi sembrò anche di intravedere Tancredi d’Altavilla che cavalcava tra gli olivi centenari rincorrendo quella Cerva... e caddi innamorato. Grazie Giorgio! Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo FAI
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10 - I BENI DEL FAI
Veduta dall’alto dell’abbazia; al centro la chiesa, sulla sinistra la Casa monastica e sulla destra la Casa del massaro
➜ vazione e il Restauro di Roma e nel
bel Museo Castromediano di Lecce: una tappa imperdibile per conoscere la lunga storia di questo territorio attraverso preziosi reperti. I due affreschi più grandi, invece, sono ancora a Cerrate, accanto alla chiesa al piano terra della Casa del massaro, e valgono senza dubbio una visita. L’intero ciclo pittorico è di qualità molto alta, ma il suo fascino risiede soprattutto nell’insieme: una fusione armonica tra architettura romanica e pittura bizantina, che riassume e incarna il Medioevo nel Salento, per millenni punto di incontro tra Oriente e Occidente nel nome della religione e della cultura. Rimettere gli affreschi al loro posto, perché se ne colga la stratificazione, è parte del progetto del FAI, così come ricostruire l’altare barocco dedicato alla Vergine che sorgeva a lato della navata centrale, smontato negli anni Sessanta, ma di cui, come in un puzzle, possediamo tutti i pezzi.
Il consiglio di Madonna
Quanto agli edifici attorno alla chiesa, merita un’occhiata il nucleo più antico dell’abbazia-masseria, la Casa monastica: una specie di torre, che conserva al piano terra il basamento di un mulino per macinare il grano, affiancato da un forno; anche qui è in corso un progetto di ricostruzione affidato alle mani sapienti di un artigiano locale che ne sta restaurando il meccanismo in legno d’olivo, perché il mulino torni integro e addirittura in funzione. LE STORIE TRA LE MURA Al primo piano della torre era probabilmente lo scriptorium medievale (attestato dalle fonti della metà del XII secolo), dove i monaci si dedicavano alla trascrizione dei codici, testi rituali ma anche opere di autori classici come Omero e Pindaro, salvandoli dall’oblio e diffondendone la conoscenza: grazie a questa attività l’abbazia - insieme a quelle vicine di S. Niceta a Melendugno
“Ecco uno dei modi per studiare un affresco del 12mo secolo nell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate” è il commento che accompagna una foto di Madonna, postata sul suo profilo Instagram a fine luglio, in cui si vede la cantante sdraiata sul pavimento della chiesa. La posizione insolita le ha permesso di ammirare con attenzione gli affreschi che decorano la parete della navata laterale della Chiesa di Santa Maria e che ritraggono un gruppo di Santi. Una delle più famose popstar del mondo ha scelto l’Abbazia di Cerrate!
e S. Nicola di Casole a Otranto - era nota ben oltre il Salento, come centro di cultura ancor prima che di culto. È questa la vocazione che il FAI intende recuperare, impegnandosi a salvare dall’oblio e a valorizzare le piccole e grandi storie ancora racchiuse tra queste antiche mura. Per questo siamo al lavoro: aperti per restauro. INFO Abbazia di Santa Maria di Cerrate Strada Provinciale Squinzano Casalabate (SP 100) - Lecce Tel. 0832 361176; • E-mail: faicerrate@fondoambiente.it • Apertura nel mese di ottobre: da martedì a domenica 9.30 – 13 e 15 – 18.30 • Per i mesi successivi consultare gli orari di apertura su www.fondoambiente.it Visite guidate all’abbazia su prenotazione: tel. 0832 361176 o faicerrate@fondoambiente.it
5 MODI PER
VIVERE L’ABBAZIA
1 Seguire in diretta il restauro di un complesso monumentale 2 Osservare da vicino gli affreschi e lo splendido portale 3 Scoprire i frantoi nel buio delle grotte sotto l’abbazia 4 Camminare fra gli olivi sul tracciato dell’antica via Traiana 5 Esplorare i dintorni tra masserie, chiese e prodotti locali
PAESAGGIO - 11
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PERICOLO XYLELLA A TRE ANNI DALLA SCOPERTA IN SALENTO
ra il settembre del 2013 quando, nelle campagne di Gallipoli (Lecce), da piante di olivo affette da una nuova preoccupante malattia chiamata “Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo” (CoDiRO) veniva isolato e identificato il più temuto patogeno da quarantena al mondo, il batterio Xylella fastidiosa. Era la prima volta che Xylella veniva segnalata in Europa, in un territorio purtroppo idoneo alla sua diffusione per il clima, la massiccia esistenza di insetti vettori e per l’abbondante presenza del nuovo ospite del batterio, l’olivo, i cui alberi secolari ricoprono il Salento. Da allora la ricerca, tra mille difficoltà, è riuscita a fornire alcune risposte importanti: è stato sequenziato il genoma del batterio e accertata l’esistenza di un unico ceppo quasi sicuramente importato dal Costarica con piante ornamentali sfuggite ai controlli; è stato studiato il comportamento del principale insetto vettore, la “sputacchina dei prati”, gettando le basi per adeguate strategie di controllo delle popolazioni; inoltre, sono stati messi a punto metodi diagnostici efficaci, finché nella primavera del 2016 l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha accertato la responsabilità del batterio nella malattia dell’olivo.
UNA TRISTE VICENDA A corollario degli enormi sforzi per comprendere questo anomalo fenomeno epidemico e individuare possibili rimedi curativi, finora purtroppo rimasti frustrati nonostante la conoscenza del batterio in California e Brasile da oltre un secolo, la vicenda italiana sul problema
Cos’è e quali sono le conseguenze di una malattia che colpisce gli olivi secolari
Foto Marco Magnifico © Archivio FAI
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ome si vede dalla foto della pagina precedente, l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate è circondata da olivi secolari. Ma qual è il loro stato di salute? Abbiamo chiesto alla redazione di Infoxylella.it, che riunisce ricercatori, tecnici e produttori olivicoli, di fare il punto sull’epidemia che da tre anni affligge una vasta zona della Puglia.
Xylella ha assunto contorni tristissimi di cronaca politico-giudiziaria, conflitti istituzionali e disinformazione che di fatto hanno impedito l’applicazione delle drastiche ma necessarie misure di contenimento dell’epidemia imposte dall’Unione Europea – che prevedevano l’eradicazione delle piante contagiate e di quelle nel raggio di 100 metri dall’albero malato. Oggi quindi sul territorio, nelle silenti, assolate campagne salentine, gli agricoltori assistono inermi alla lunga
agonia e alla morte delle amate piante sacre, eredità di una cultura millenaria e tradizionale fonte di reddito. Per quanto riguarda i danni al paesaggio, sono già visibili ma soprattutto prefigurabili - gravissime ripercussioni sulla splendida campagna salentina, sulla correlata attività turistica e sull’ambiente, con l’accelerazione dei processi di desertificazione delle aree rurali. Oltre alle prime aree focolaio del Gallipolino, ove solo poche piante di varietà tolleranti continuano a sopravvivere in un cimitero di alberi secchi o mutilati, sono decine i comuni salentini interessati dall’epidemia, il cui decorso sembra inesorabile. A poco più di tre anni dalla scoperta del batterio, la malattia ha continuato a diffondersi, percorrendo circa 60 chilometri, ancora più rapidamente del flagello della fillossera che alla fine dell’Ottocento sconvolse la viticoltura europea. LE MISURE NECESSARIE Ciò che dovrà essere attuato con ogni mezzo e sacrificio è tentare di arrestare la progressione epidemica sul territorio intervenendo preventivamente sulle popolazioni del vettore nelle aree ancora indenni. Nonostante il lungo tempo perso non ci si può arrendere poiché occorre ancora proteggere oltre i due terzi dell’olivicoltura e degli olivicoltori pugliesi (e a seguire le altre regioni italiane e mediterranee) rallentando l’avanzata del batterio e guadagnando tempo prezioso per lo studio di soluzioni tecniche di controllo e/o cura. Inoltre, al prefigurarsi di un disastro epocale che ha già sconvolto il paesaggio del Salento, poche ma significative prove della tolleranza genetica di alcune varietà di olivo al batterio Xylella mantengono accesa la speranza di riuscire a convivere con la malattia, salvare almeno in parte il patrimonio di piante secolari - ad esempio con il sovrainnesto - e far rinascere l’agricoltura con nuovi impianti e colture che possano sopportare il batterio. La Redazione di Infoxylella.it
12 - AMBIENTE
IL SUOLO: UNA RISORSA DA GESTIRE CON CURA Impermeabilizzazione, inquinamento, erosione e frane distruggono i nostri suoli fertili per sempre
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l suolo è una risorsa non rinnovabile; è fonte di cibo, filtro e stoccaggio dell’acqua; contribuisce all’assorbimento del carbonio, ospita ecosistemi e una ricca biodiversità; custodisce la nostra memoria storica e culturale. Questa risorsa fondamentale è sottoposta a un costante depauperamento. Solo a causa dell’impermeabilizzazione: ogni secondo, in Italia, si perdono 4 mq di suolo (dati Ispra 2016). Abbiamo chiesto a Luca Montanarella, Presidente dell’Intergovernmental Technical Panel on Soil e Senior expert al Joint Research Centre of the European Commission di Ispra (VA), un quadro che possa aiutarci a capire il valore fondamentale di questa risorsa Luca Montarella, Presidente ITPS a scala mondiale. Oltre al “diritto all’acqua” e “al cibo” possiamo parlare anche di un “diritto al suolo”? Il suolo ha la caratteristica di essere in gran parte soggetto a proprietà privata. Questo limita fortemente il suo riconoscimento come bene comune universale. Per questo la Commissione Europea non ha mai tentato di regolamentare il suolo in quanto tale, ma ha sempre posto l’accento sulla necessità di regolamentare le funzioni che esso svolge. Molte di esse sono già di evidente diritto pubblico. Per esempio la funzione di archivio storico della nostra civiltà è riconosciuta nella legislazione corrente, che limita i diritti
Il FAI aderisce all’iniziativa dei cittadini europei “People4Soil” per una direttiva salva-suolo. Puoi firmare la petizione su www.ilfaichevigila.it di proprietà privata sui siti di interesse archeologico. In maniera analoga va riconosciuta la tipica funzione pubblica nella filtrazione e purificazione delle acque, per esempio, che permette a tutti noi di usufruire di acqua potabile. La proprietà privata di suoli che svolgono tale funzione va limitata, regolamentando l’uso di sostanze chimiche che possano inquinare le acque di falda. Altre funzioni fondamentali del suolo, quale la produzione di alimenti, sono ancora lontane dall’essere riconosciute come bene comune ed essendo la quantità di suolo fertile limitata e non rinnovabile sarà presto necessario ri-
conoscerne il valore. Le recenti proposte legislative italiane vanno in questa direzione, limitando la conversione di suoli agricoli in altre finalità d’uso non strettamente produttive di alimenti. Quali sono gli strumenti esistenti e quali sono quelli necessari per rendere efficace la tutela del suolo? La tutela del suolo passa necessariamente attraverso il riconoscimento legislativo delle sue funzioni che sono di interesse pubblico. Questo inevitabilmente si scontra con gli interessi privati legati alla proprietà dei suoli: da qui nasce
AMBIENTE - 13
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di oggi. Pensare di affrontare difficoltà di queste dimensioni semplicemente guardando al proprio suolo nazionale non risolverà il problema del pianeta con l’attuale crescita demografica in corso. La Commissione Europea ha tentato nel 2006 di presentare una proposta di direttiva quadro sul suolo. Dopo otto anni di discussioni in Consiglio Europeo non si è riusciti ad arrivare a un accordo a causa della resistenza di una minoranza di 5 paesi membri (Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Austria), essenzialmente a favore di una competenza esclusiva nazionale sulla protezione del suolo, negando di fatto la dimensione sovra-nazionale del problema. Alla fine la Commissione si è vista obbligata a ritirare la proposta di direttiva.
la difficoltà oggettiva a legiferare in maniera efficace per la sua protezione. Inoltre il suolo ha la caratteristica di essere l’oggetto principe della sovranità nazionale (il Suolo Patrio), causa spesso di guerre e conflitti. Da qui l’enorme difficoltà a raggiungere accordi trans-nazionali sull’argomento. Il suolo viene considerato dai governi come strettamente di competenza nazionale, dimenticando che la quantità è limitata e finita, mentre la popolazione cresce. Una delle cause note delle imponenti migrazioni in corso sono anche legate alla mancanza di suolo fertile in vaste zone che sono i paesi di origine dei migranti
Lei presiede il Gruppo intergovernativo di esperti sul suolo presso le Nazioni Unite (ITPS). Qual è l’agenda? L’agenda dell’ITPS viene decisa annualmente dall’assemblea generale degli stati membri del partenariato globale sul suolo, Global Soil Partnership. Nei primi due anni di lavoro ci siamo concentrati sulla raccolta di dati e informazioni necessari per la compilazione del primo rapporto mondiale sullo stato del suolo, presentato il 5 dicembre del 2015 alla FAO a Roma. Una volta documentato in maniera scientifica il problema e la sua estensione globale siamo stati incaricati di redigere le linee guida per i paesi membri per una gestione sostenibile del suolo. Le Voluntary Guidelines for Sustainable Soil Management sono state approva-
te all’ultima assemblea generale del partenariato globale presso la FAO a maggio 2016. Verranno ora sottoposte all’approvazione formale da parte del Consiglio e dell’Assemblea Generale della FAO. Una volta approvate da tutti i paesi membri diventeranno le linee guida ufficiali che ogni nazione dovrà adottare, inclusa l’Italia. Come iscritto del FAI, quale può essere il ruolo della Fondazione nell’ambito della tutela del suolo? Le linee guida in discussione alla FAO si basano su buone pratiche di gestione del suolo. Il FAI può contribuire alla diffusione capillare di queste linee guida per una gestione sostenibile del suolo. Il nostro fallimento europeo nel promuovere una legislazione vincolante sul suolo ci ha insegnato che la via
IL SUOLO È UNA FONTE UNIVERSALE DI ACQUA, CIBO E BIODIVERSITÀ maestra non è lo strumento legislativo, ma il coinvolgimento della cittadinanza, a partire dai proprietari fondiari, in azioni divulgative e di educazione alla gestione dei suoli. Un regolamento FAI per la gestione sostenibile del suolo, da sottoscrivere per ogni associato, sarebbe già un grande passo avanti. Organizzare eventi divulgativi nei siti del FAI sarebbe di enorme aiuto nel sensibilizzare il pubblico. Sono convinto che tutti noi possiamo contribuire in maniera fattiva al comune obbiettivo della protezione dei nostri suoli per le generazioni future.
#FAIUNALEGGEPERILSUOLO Il FAI segue da quattro anni il faticoso iter legislativo di quella che potrebbe essere la prima normativa italiana a tutela del suolo. Il disegno di legge Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato (AS 2383) è oggi al Senato. Il testo, frutto di evidenti compromessi, nel tempo ha perso molto della sua efficacia, tuttavia continuiamo a sostener-
ne l’iter, anche nella speranza che possa migliorare. È fondamentale innescare un cambiamento culturale nel Paese che porti a dare il necessario valore al suolo, come bene comune e risorsa non rinnovabile, e contemporaneamente introdurre il principio di economia circolare dei suoli e una gestione sostenibile della risorsa.
14 - VARIE
L’INTERVISTA Parliamo con Isabelle de Borchgrave, creatrice dei modelli in mostra Quali sono le sue fonti di ispirazione? Ciò che mi attrae sono i tessuti di ogni parte del mondo, per questo adoro viaggiare! Trovo ovunque la mia ispirazione: in differenti culture, stoffe, colori, giardini.Voglio che le mie creazioni siano piene di colori, di emozioni e di movimento.
MODA DI CARTA
Trenta abiti da sogno interamente realizzati in carta in mostra a Villa Necchi Campiglio a Milano
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al 20 ottobre al 31 dicembre la villa nel cuore di Milano ospita trenta opere dell’artista belga Isabelle de Borchgrave (nella foto a destra), che ha scelto la carta come mezzo di espressione. Un gioco illusorio che ricrea abiti preziosamente rifiniti, tessuti dalle calde sfumature ornati di fantasie di fiori e animali, pizzi e impalpabili sete. Le creazioni in mostra sono un tuffo nella storia dello stile a cavallo tra fine Ottocento e metà Novecento e coniugano un approccio storico e didattico con il puro piacere estetico: dai tailleur di Dior ai kimono giapponesi, dagli abiti da sera di Poiret e Lanvin ai vestiti da giorno di Chanel. Inoltre, sabato 5 e domenica 6 novembre Villa Necchi ospiterà una mostra e mercato con le opere di carta di venti artisti-artigiani, italiani ed europei. La mostra è realizzata nell’ambito dell’iniziativa Manualmente, a cura di Angelica Guicciardini, grazie al sostegno del Main Partner Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e dello sponsor Comieco Consorzio nazionale per il riciclo di carta e cartone.
Perché ha scelto la carta per esprimersi? La carta è un materiale semplice, è bianca e offre così tante possibilità: è perfetta per aggiungervi il colore e permette di creare liberamente. E se pensi di aver sbagliato, puoi strapparla e ricominciare! Uso quella per cartamodelli, quella che usano i sarti. Non fogli ma enormi rotoli perché ho bisogno di parecchi metri per fare un vestito. Come lavora? Il primo passo è la ricerca: devo studiare il periodo storico del vestito, la storia del personaggio che intendo ritrarre. Per le ricerche possono volerci anche settimane. Dopo la scelta del modello, uno degli stilisti del mio atelier ne crea uno bianco e poi dipingiamo lo sfondo e i dettagli. Qualche volta stropiccio la carta per conferirle volume e quando è pronta, la tagliamo e assembliamo i pezzi sul manichino. A questo punto cominciamo a creare gli accessori: parrucche, borse, gioielli, scarpe, guanti…
IL MAESTRO PAPPANO AL TEATRO ALLA SCALA Programma musicale di grande impatto per il concerto di raccolta fondi che il FAI organizza domenica 23 ottobre alle 20 al Teatro alla Scala di Milano, grazie al sostegno di Deutsche Bank che dal 2009 affianca la Fondazione nella sua attività di tutela e valorizzazione dell’arte e del paesaggio. Il Maestro Antonio Pappano dirigerà l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con la partecipazione del pianista Lars Vogt, con il Concerto n. 5 in mi bem. magg. op. 73 “Imperatore” per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven e Sinfonia n. 3 in do min. op. 78 “Con organo” di Camille Saint-Saëns. Per info e prenotazioni: tel. 02 467615270-237; concerti@fondoambiente.it
VARIE - 15 Robert Wilson, 2013 Lady Gaga, Mademoiselle Caroline Rivière
ROBERT WILSON A VILLA PANZA
Trentasei Video Portraits e due installazioni site specific
©Julian Mommert
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al 4 novembre 2016 al 15 ottobre 2017 il FAI presenta, a Villa e Collezione Panza a Varese, la mostra Robert Wilson for Villa Panza. Tales a cura di Noah Koshbin, curatore dei progetti espositivi dello Studio Wilson, e Anna Bernardini, direttore del museo di Villa Panza. Robert Wilson (foto a destra) ha progettato una mostra densa e complessa che si muove all’interno e all’esterno della villa, attraverso temi e capitoli corrispondenti a opere e tipologie di lavori differenti, alcuni pensati e realizzati proprio per l’esposizione. Oltre ai celebri Video Portraits, Wilson realizzerà nel parco l’opera House of Giuseppe Panza in omaggio al grande collezionista milanese. Il percorso si concluderà nei nuovi spazi delle rimesse per le carrozze con la fiaba Fairy Tale realizzata appositamente per Villa Panza e ispirata a una favola di Italo Calvino. Fra i Video Portraits in mostra, sarà presente il poderoso e ipnotico nucleo relativo a Lady Gaga, per la prima volta esposto in Italia, dove il volto della cantante si fonde a quello di Mademoiselle Rivière, ritratta da Ingres nel 1806, o nella testa di Giovanni Battista offerta su un vassoio nella rappresentazione di Andrea Solari del 1507 o ancora nel corpo di Marat nella Morte di Marat di Jacques-Louis David del 1793, fino ad arrivare all’erotico video Flying dove Lady Gaga viene ritratta da Bob Wilson durante la pratica bondage di tradizione giapponese Shibari. Grazie a JTI, Main Partner della mostra. Per informazioni: www.villapanza.it
1 RICORDO DI MARCO DE FEO Marco De Feo era un gentiluomo napoletano un po’ atipico; al primo approccio sembrava timido e ritroso; poi d’improvviso la sua napoletanità usciva inaspettata come la crema da un bignè dispettoso. Ed era una crema tanto colta, profonda e assennata quanto squisita, fantasiosa e diversa dal solito. Il FAI a Napoli fu introdotto da lui; chiamò intorno a sé un gruppo di amici e amiche come lui seri, credibili ma al contempo giocosi; tra tutti spiccava l’indomabile Anna Maria Giordano che assieme a lui fece la coppia vincente che ci aprì le porte dell’allora diffidente mondo partenopeo. Si ricordano sempre con un affetto speciale i primi amici che, quando il FAI era solo una speranza, ci credettero, si impegnarono e riuscirono.Tra questi era Marco. (M.M.)
2 I BENI DEL FAI PER TUTTI Dal 2016 il FAI, in collaborazione con L’abilità Onlus e Fondazione De Agostini e grazie al sostegno di JTI, avvia un progetto di accessibilità culturale ai beni dedicato a persone con disabilità intellettiva. Apripista della sperimentazione - che si estenderà ad altre proprietà - Villa Necchi Campiglio a Milano e Villa Panza a Varese, dove si potranno effettuare visite speciali alle collezioni permanenti. In particolare, a Villa Panza il percorso “Villa Panza: una casa per tutti” , rivolto agli studenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado. Il progetto non riguarda le mostre temporanee. Maggiori informazioni disponibili a partire da metà ottobre sul sito www.fondoambiente.it e sulle pagine di Villa Necchi Campiglio e Villa Panza.
EMERGENZA TERREMOTO: IL FAI PER ARQUATA DEL TRONTO
A pochi giorni dalla chiusura del Notiziario, è giunta la drammatica notizia del terremoto. Questo il commento del Presidente Andrea Carandini: “Certo di interpretare il commosso sentire di tutti i 130.000 iscritti alla Fondazione, incarichiamo la Presidente Regionale FAI Marche Alessandra Stipa Alesiani di prendere contatto con le autorità civili e religiose di Arquata del Tronto (AP) al fine di individuare un monumento simbolico e identitario della cittadina che - a fronte di una raccolta fondi che il FAI lancerà in un tempo breve - possa essere oggetto di un celere restauro in grado di consentire alla popolazione di rientrarne al più presto in possesso. Il forte legame tra il FAI e Arquata del Tronto risale alla primavera di quest’anno quando, in occasione della 24ma edizione delle Giornate FAI di Primavera, tutta la cittadina si è mobilitata con i volontari del FAI per aprire al pubblico testimonianze della storia del borgo e per far conoscere le eccellenze del territorio. Per aggiornamenti consultare il sito www.fondoambiente.it
16 - DELEGAZIONI
IL FAI DI DOMANI
LA PERUGIA CHE NON TI ASPETTI Dopo il successo dell’edizione 2015, anche quest’anno il centro storico del capoluogo umbro è tornato protagonista degli eventi estivi del FAI Giovani Perugia: 5 itinerari per scoprire la città “con altri occhi, per sentirsi come turisti in casa propria”, spiega Maria Elena Santagati, capogruppo FAI Giovani di Perugia.Tutti i giovedì, dal 9 giugno al 7 luglio, i giovani volontari hanno proposto percorsi alla scoperta di curiosità, fatti, intrighi e personaggi tra vicoli e palazzi alla scoperta delle storie che la città nasconde, dai suoi ospiti illustri alla Perugia ribelle degli anni della Resistenza. Gli eventi sono stati realizzati nell’ambito di “Perugia is Open”, in collaborazione con il Consorzio Perugia in Centro e il Tavolo delle Associazioni del Centro Storico.
FAI UN GIRO IN VILLA Nato nel 2014 su iniziativa del FAI Giovani Treviso, con l’apertura esclusiva di Villa Santonini Manfrin Margherita, il progetto ha permesso a molti visitatori di conoscere le ville venete normalmente chiuse al pubblico. Nel 2015 è stata aperta Villa Albrizzi Franchetti a Preganziol (TV), con un percorso alla scoperta della storia della villa e dei personaggi illustri che vi hanno dimorato, da Foscolo a Byron e a Canova, mentre nel 2016 il progetto è stato esteso a tutti i Gruppi FAI Giovani del Veneto. Dopo le aperture di Villa Guerrieri-Rizzardi a Pojega di Negrar (VR), di Villa Mezzalira a Bressanvido (VI), di Villa Miari de’ Cumani a Sant’Elena (PD), di Villa Miari de Cugnach a Sedico (BL) e di Villa Albrizzi, l’ultimo appuntamento sarà il 6 novembre a Villa Erizzo a Mestre (VE). Per informazioni: www.faigiovani.it
© Archivio FAI
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FESTA D’ESTATE A MILANO Anche quest’anno la Festa FAI Giovani a Villa Necchi Campiglio si è riconfermata un trionfo. Da quattro anni il Gruppo FAI Giovani Milano organizza una serata estiva di cultura e divertimento, dedicata di volta in volta a un diverso tema: dalla Festa de Verão dello scorso luglio, che ha ricreato le atmosfere della Bahìa brasiliana, al fascino dell’Oriente protagonista nel 2015, dalle atmosfere delle feste anni Quaranta del 2014, alla prima edizione del 2013 dedicata a Sogno e Arte. Uno degli appuntamenti più attesi dell’estate milanese, che conta circa 450 partecipanti all’anno e un totale di 1.066 nuovi giovani iscritti al FAI, con una raccolta di circa 18.000 euro a favore della Fondazione.
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Giovani volontari in tutta Italia, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che mettono a disposizione tempo, competenze e professionalità per realizzare eventi e progetti: oltre a curare le 600 aperture di FAImarathon (vedi pagina 4 di questo Notiziario), le nuove leve della Fondazione, i Gruppi FAI Giovani, sono protagoniste di tante iniziative di successo che coniugano momenti di convivialità e riflessione su cultura e ambiente
VOLTI DEL FAI - 17
PAOLO PEJRONE LE MANI NELLA TERRA IL CUORE CON IL FAI
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PARLA IL GRANDE ARCHITETTO PAESAGGISTA CHE HA IDEATO LA TRE GIORNI PER IL GIARDINO
ra i più importanti architetti paesaggisti italiani, fondatore dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio e dell’Accademia Piemontese del Giardino, Paolo Pejrone è un grande amico del FAI. La Tre giorni per il giardino e la Due giorni per l’autunno al Castello di Masino sono alcuni dei suoi contributi più preziosi.
Cosa rappresenta per lei il giardino? Il giardino è per me un’entità viva, che nasce, cresce, si moltiplica, si ammala… Io cerco sempre di mantenere al meglio le piante rispettando la loro natura, guidandole in modo leggero. È questo che deve fare l’uomo: dominare la Natura nel modo più semplice, delicato, meno invasivo possibile. Quel che mi preme è il benessere del verde; non c’è nulla di più deprimente di un giardino in cui le piante soffrono mentre, dove c’è benessere, donano gioia.
È a questa stessa idea di leggerezza che si è rifatto nel creare il Giardino delle Nuvole nel Parco del Castello di Masino? Esattamente. A fine aprile la strepitosa fioritura delle oltre 7mila piante di spiree bianche trasporta come d’incanto il parco in una dimensione aerea, soffice e leggera, della consistenza delle nuvole. Lasciar fare alla natura e restare in silenzio a osservarne le metamorfosi: questa è la mia filosofia. Amo restare a guardare con lo stesso atteggiamento di un cuoco
Esiste un suo “giardino ideale”? Ne ho molti che vivono liberi nella mia immaginazione, ma ce ne sono altrettanti in giro per il mondo. Se devo sceglierne uno mi viene in mente il Giardino di Ninfa, a due passi da Sermoneta (LT),
dinanzi a buone verdure. Da quanto tempo collabora con il FAI? Da sempre, nel senso che la mia carriera nasce praticamente in simultanea con il FAI. Nutro una profonda ammirazione per la Fondazione, per le persone che ci lavorano, per le sue case, per i suoi giardini. Sento davvero un legame forte, oltre che visione e intenti comuni. Per me il FAI è una parola d’ordine, un valore in sé.
Come è nata l’idea della Tre Giorni per il Giardino? È nata 25 anni fa, quando con Marella Agnelli abbiamo scoperto l’esistenza della rassegna francese Les journées Paolo Pejrone nel suo giardino des plantes di Courson: ce ne siamo innamorati al punto da decidere immediatamente di farla anche in Italia e di regalarla al FAI. Quest’anno abbiamo festeggiato la 25ª edizione mentre a ottobre compie 12 anni il suo equivalente autunnale, la Due giorni per l’autunno. Definirlo un successo è poco!
© Archivio FAI
Quando ha deciso di intraprendere la professione di architetto paesaggista? Molto presto, su indicazione del professor Pietro Porcinai. Avevo 14 anni quando mi disse: “fai il mio lavoro”. L’amore per le piante e per i giardini ce l’ho da che mi ricordi; sono stato fortunato a incontrare in giovanissima età il più grande paesaggista italiano del Novecento e a essere da lui così fortemente indirizzato.
una delle grandi meraviglie del mondo. Un giardino importante, di spessore, che comunica allo stesso tempo un’idea di infinita leggerezza.
IL GIARDINO È PER ME UN’ENTITÀ VIVA CHE NASCE, CRESCE, SI MOLTIPLICA
Oggi registriamo un rinnovato interesse per l’agricoltura, un vero e proprio ritorno alla terra… Proprio così. Quello dell’orto è un mondo vivo, capace di stabilire un rapporto immediato, stimolante tra la vegetazione e le persone. Quello che un tempo era un lavoro durissimo, legato a un’esistenza di sacrifici e povertà, ora è rivalutato e ammantato di un’aura romantica di felice naturalità. Ma proprio per ciò che la terra sa restituire, l’interesse iniziale si è tramutato oggi in una passione autentica. A Masino lo si può vedere con i propri occhi.
18 - MANIFESTAZIONI
L’AUTUNNO NEI BENI DELLA FONDAZIONE
E. Cozzi © Archivio FAI
Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) – da venerdì 21 a domenica 23 ottobre Piante e fiori per “il giardino che verrà”, ma anche prodotti di stagione dell’orto e del frutteto, specie rare e mai viste, il tutto immerso nel parco di una reggia millenaria da cui si domina la Serra Morenica d’Ivrea: sono gli ingredienti della grande mostra e mercato florovivaistica dell’autunno firmata dall’architetto Paolo Pejrone, giunta quest’anno
FESTA DI HALLOWEEN
Lorenzo Monti 2009© Archivio FAI
Castello di Masino, Castello della Manta, Castello di Avio, Villa Panza, Villa dei Vescovi, Bosco di San Francesco, Monastero di Torba, Villa Della Porta Bozzolo, Casa Carbone – da domenica 30 ottobre a martedì 1 novembre Antiche dimore, boschi e castelli medievali custodiscono storie e leggende ricche
alla dodicesima edizione. Oltre 150 espositori italiani ed europei accuratamente selezionati proporranno alberi e arbusti a colorazione autunnale, piante aromatiche, officinali e con bacche ornamentali, sementi rare, rose a fioritura invernale, iris rifiorenti o palustri e fior di loto da vaso. E ancora piante per giardini ombrosi, collezioni di lavanda e strutture in bambù per giardini, zucche ornamentali e frutti antichi; attrezzi, cesteria, lumi da giardino, editoria specializzata e quadri con fiori pressati. Molti anche i “presidi Slow Food”: dal cardo bianco di Andezeno ai peperoni cuore di bue di Carmagnola, dalle patate blu della Val di Susa ai cavoli verza di Montalto Dora, dalle mele Annurca di Benevento alle nocciole del Piemonte, tutti prodotti che rispondono a criteri di stagionalità, tipicità territoriale e filiera corta. di mistero, che attendono solo di essere narrate. E in alcune notti speciali possiamo ancora captarne l’eco: ad Halloween, macabre presenze e spiriti inquieti fanno ritorno dal loro sonno eterno per venircele a raccontare.Tra maschere da Grand Guignol, “dolcetti e scherzetti” i beni del FAI invitano a vivere un momento di puro divertimento.
GALUPERIE Castello della Manta, Manta (CN) – domenica 6, 13 e 20 novembre Dal piemontese “galup” (goloso, prelibato), le Galuperie sono per tradizione le leccornie e i sapori tipici dei giorni di festa, immancabili sulla tavola della domenica, come cioccolatini, dolci alla nocciola, za-
Fabio Olivetto, 2014 © Archivio FAI
DUE GIORNI PER L’AUTUNNO
Dario Fusaro, 2013 © Archivio FAI
Tanti gli appuntamenti della stagione tra fiori, “dolci e scherzetti”, mongolfiere e degustazioni
baione e marron glacé. In un raffinato percorso pensato per le prime domeniche di novembre, il Castello della Manta propone un viaggio all’insegna dell’arte, della musica e del buon cibo, che permetterà ai visitatori di scoprire la storia del maniero e dei suoi ricchi saloni affrescati in un’atmosfera unica, con degustazioni di prodotti del territorio, accompagnati dalle note di melodie eseguite dal vivo.
Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2016”, è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il quarto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione e Cedral Tassoni, azienda amica
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Davide Poerio, 2015 © Archivio FAI
Villa Della Porta Bozzolo, Casalzuigno (VA) – sabato 19 e domenica 20 novembre Alle porte dell’inverno, torna la tradizionale ed esclusiva mostra e mercato di Villa Della Porta Bozzolo, un’occasione unica per scovare le eccellenze artigianali ed enogastronomiche italiane e
giocare d’anticipo sui regali di Natale. Nelle sale della villa, più di cinquanta espositori offriranno la possibilità di degustare e acquistare vini, collezioni di spezie, panettoni artigianali, specialità regionali di tutta Italia, dolci siciliani, tè, prodotti di erboristeria, oli pregiati, taralli pugliesi, cioccolata e molto altro. Per i più piccoli, laboratori creativi per addobbare la casa in vista dell’Avvento.
AL CASTELLO IN MONGOLFIERA Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) - domenica 20 novembre Emozioni ad alta quota nei cieli del Canavese. Domenica 20 novembre, per tutto il giorno, al Castello di Masino vo-
dal 2012 e importante marchio italiano che per il quinto anno ha deciso di abbinare la tradizione, la storia e la naturalità del suo prodotto al FAI.
li vincolati in mongolfiera fino a 30 metri, altezza da cui si gode una vista incomparabile sul paesaggio dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea. Un mercatino enogastronomico del territorio offrirà pasta fresca, plin, miasse, polenta, torcetti, vini locali, biscotti di meliga da gustare nelle apposite aree ristoro del parco. Per i più piccoli, divertenti laboratori sul tema del volo.
Gli eventi possono subire variazioni: si consiglia di verificare sempre su www.fondoambiente.it
NATALE A VILLA BOZZOLO
Foto Roberto Horak, 2015 © Archivio FAI
Castello e Parco di Masino, visitatori tra gli stand degli espositori durante la Due giorni per l’autunno