Il notiziario del FAI n. 155

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POSTE ITALIANE SPA Sped.in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1/CN/BO.

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Tornano le Giornate FAI in una speciale edizione all’aperto Sabato 27 e domenica 28 giugno 2020 oltre 200 luoghi aperti solo su prenotazione in più di 150 località d’Italia

Un nuovo equilibrio tra Uomo e Natura

Dove eravamo rimasti? I cantieri sospesi

I Beni FAI, scrigni di storia e arte, luoghi «incontro» e conoscenza dell’ambiente

restauro, stiamo per ripartire

I Luoghi del Cuore: una partenza da record! Oltre mezzo milione di voti in sei Continuiamo a votare!

settimane.

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Interrotti gli interventi di


Come matrioske Il «benaltrismo» – «c’è ben altro» di più importante – ha sostituito lo «scavalcamento a sinistra» del tempo che fu: «c’è ben altro» di più rivoluzionario. Entrambe queste tendenze hanno qualcosa di più rilevante da prediligere e qualcosa di meno importante da tralasciare. Se partiamo dal mondo fisico, la salute del corpo, anzi, del pianeta, è più importante di ogni altra cosa; ma presto ci assale il terrore che se un asteroide cadesse sulla terra, potrebbe essere quello il fenomeno più determinante in assoluto, se un tempo ha potuto abbattere tutti i dinosauri! Esiste un tout se tient che lega ogni cosa in tanti sistemi, uno entro l’altro, come tante matrioske. Se fossimo soltanto animali sarebbe semplice: ci interesserebbe unicamente l’ambiente, ma l’uomo non può non tener conto, oltre che della natura, della salute, della cultura scientifica e di quella umanistica, della politica, del lavoro, della storia e dell’arte, tutti necessari alla complessità del suo essere. Preferire uno di questi elementi all’altro è davvero poco saggio, perché è come opporre parti diverse e in contrasto, eppure costitutive del nostro vivere. Abbiamo bisogno di ripararci, vestirci e nutrirci e rapportarci gli uni agli altri, come abbiamo necessità di dare un senso e un valore a tutto quanto ci avvolge. Alcune di queste umane necessità sono in contrapposizione fra loro, per cui dobbiamo trovare dei compromessi, volti a salvare tutte le matrioske che ci accolgono. Non sappiamo più scrivere correttamente, non sappiamo più intendere un quadro di argomento sacro, ascoltiamo sovente musicaccia e ignoriamo i nomi di alberi, piante, insetti, mammiferi, pesci e uccelli; neppure più conosciamo le costellazioni che guarniscono il cielo: lo spettacolo più grandioso della natura. Ecco, un sapere nuovo dovrebbe conoscere plurimi versanti, da considerare nell’insieme, nelle differenze e nelle somiglianze. In Italia movimenti religiosi, filosofici e ideologici hanno tralasciato la natura, dandola per eterna e scontata, favorendo la spremitura del globo come se fosse un povero limone. Sono bastati due mesi di una vita più contenuta per vedere gli elementi naturali riespandersi. Invece che parlare di questi problemi in generale, il FAI deve applicare le buone pratiche nel concreto e facilitare la conoscenza sia dei monumenti, delle lettere, della storia, dell’architettura, dell’arte e della musica sia di una natura in rapido inquinamento e riscaldamento e lo deve fare di più e in modo più efficace. Ma guai se dicesse che il cuore è più importante della mente o che la corruzione della natura è più importante di quella della morale, della politica e della conoscenza. Insomma, è un insieme che dobbiamo salvare senza dannose partigianerie e nel modo più equilibrato possibile. Le principali matrioske del FAI restano pertanto l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico che lo innerva, in particolare per quanto attiene al nostro Paese e ai luoghi che gestiamo e di cui abbiamo promosso la conoscenza e l’amore. Questa è la premessa per una ripartenza nel nostro stile: essere contrari a qualsivoglia vecchia unilateralità e semplificante gerarchia alla moda. Periodico del FAI Sede legale: La Cavallerizza via Carlo Foldi, 2 - 20135 Milano Direzione e uffici La Cavallerizza, via Carlo Foldi, 2 20135 Milano tel. 02467615.1 Registrazione del Tribunale di Milano del 9.8.1980 n. 314

editoriale

Andrea Carandini PRESIDENTE FAI

INDICE

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Il grande risultato del 2019 e la grande incertezza del 2020

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I Luoghi del Cuore: una partenza da record!

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Il Convegno di Parma Le «terre di nessuno»: la nuova sfida del FAI

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Dove eravamo rimasti? I cantieri interrotti

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Giornate FAI all’aperto

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Ambiente La ricerca di un nuovo equilibrio

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Ultime notizie dal mondo FAI

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La grande famiglia dei nostri volontari

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Sere FAI d’Estate

Direttore responsabile Maurizio Vento Direttore editoriale Marco Magnifico Coordinamento editoriale Isabella Dôthel Progetto grafico Studio Pitis

Lavorazione grafica Carlo Dante Hanno collaborato Federica Armiraglio, Benedetta Colombo, Maurizio Rivolta

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Benedetta Astinenza

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L’astinenza, si sa, ha i suoi vantaggi perché crea desiderio; e il desiderio smuove le montagne! Negli Italiani ha sviluppato un’enorme «voglia di Italia» e lo abbiamo visto sia nei Luoghi del Cuore - i cui voti in meno di un mese sono triplicati rispetto a due anni fa - sia nel composto e responsabile assalto ai nostri Beni riaperti: un frequente «sold out» che ci ha galvanizzato! La chiusura improvvisa e totale di uffici, Beni, eventi, riunioni e cantieri dopo un primo shock - comune per altro a tutti - ha creato uno smodato e crescente «bisogno di colleghi» e una voglia quasi frenetica di... «esserci»; tra di noi e nel Paese. È sempre «divertente» costatare come nella vita succeda spesso che a fronte di un problema mai affrontato sorgano subito soluzioni e opportunità molto positive alle quali mai si era pensato; dopo i primi momenti di spaesamento le rotelle dei cervelli cominciano a girare come forsennate (a me succede soprattutto nelle primissime ore del mattino), mettendone in moto altre che, forse, fino a quel momento erano rimaste inattive. La mancanza di qualsiasi riflettore su ciò che eravamo abituati a pensare, progettare, fare, proporre e comunicare è stata come un’iniezione di cortisone con l’effetto di una specie di eretismo psichico, faticoso ma molto produttivo. ZOOM, il carnefice che ha inchiodato tutti noi tutti i giorni tutto il giorno per tre mesi ai nostri schermi, ci ha legati gli uni agli altri come un mazzo di asparagi: Comitato Esecutivo, Presidenza, Direzione, Uffici operativi, Presidenti Regionali, Property Managers, Capi Delegazione, Gruppi Giovani… Tutti uniti nel modificare, riprogettare, tagliare, ricostruire, chiudere, aprire, cambiare; un lavoro «matto e disperatissimo» che ha generato dal nulla

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Niente come fermarsi rimette in moto l’esistenza: è la morale di questi mesi forsennati e vitali, che ci hanno uniti ancora di più

– e senza costi! – proposte di grande successo come #ItaliaMiManchi, le Giornate FAI All’aperto del 27 e 28 giugno, o che ci fatto decidere in quattro e quattr’otto di aprire subito i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo (l’apertura era prevista per la primavera 2021), mettendo in moto una macchina che non esisteva neppure.... A fronte di una inedita, tragica «nuova povertà» (il taglio al budget 2020 e 2021 è stato sanguinoso e drammatico) sono emersi nuovi orizzonti, nuove opportunità, nuove modalità di lavoro, nuove saggezze... Forse anche nuovi eroismi; è banale dire che la necessità aguzza l’ingegno ma è la morale di questi mesi dirompenti, vitali e forsennati, che ci ha uniti ulteriormente tra di noi e con chi, come voi iscritti, ci sostiene, ci segue, ci sprona, ci stimola, ci dà forza, ci chiede, ci giudica e ci premia se lo meritiamo. Una grande, complessa, vitale Comunità unita dall’amore per il Paese che ci ha generato e che tanta soddisfazione ci dà nel curarlo e raccontarlo: a noi e al mondo. Ogni tanto – la Storia lo insegna – un po’ di drammatica astinenza serve a ricalibrare la nostra esistenza sul pianeta; quanto durerà questa lezione così inaspettata, dura e globale? La risposta è affidata a ciascuno di noi; il FAI, come sempre farà la sua parte. Marco Magnifico VICEPRESIDENTE ESECUTIVO FAI

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Il grande risultato del 2019 e la grande incertezza del 2020

Per commentare i risultati del bilancio del FAI chiuso al 31 dicembre 2019 non si può prescindere quest’anno da una prima analisi di quanto sta accadendo e che in parte è già accaduto alla data di approvazione di questo bilancio, 28 maggio 2020. Sembrerà di parlare di due mondi Angelo Maramai DIRETTORE diversi! GENERALE FAI Il bilancio del 2019 si chiude infatti col miglior risultato di sempre. È il secondo anno del piano operativo «I nuovi beni» in cui l’attenzione principale della Fondazione era orientata allo sviluppo qualitativo ed organizzativo delle grandi reti territoriali del FAI: la rete dei beni che la nostra fondazione gestisce direttamente e continuativamente su tutto il territorio nazionale; le strutture che supportano la rete dei nostri volontari, presenti in ogni provincia italiana, vero presidio di tutela e promozione per il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione. LA CHIUSURA

Da questo punto di vista possiamo innanzitutto annunciare che l’esercizio si chiude con un avanzo di gestione che supera i 2,5 milioni di euro; è dal 2012 che il FAI riesce in questa sfida organizzativa di generare avanzi positivi che vengono immediatamente destinati alle attività di investimento in restauro e conservazione dell’anno successivo. Ovviamente anche quest’anno avremmo voluto fosse così, ma la pandemia determinata dal Covid-19 ha colpito gravemente le nostre at-

tività economiche e finanziarie già nel periodo marzo-maggio; abbiamo dovuto quindi deliberare di destinare questo straordinario risultato al rafforzamento del patrimonio della Fondazione in modo da coprire (temiamo parzialmente) le perdite che il FAI prevede di realizzare nell’esercizio 2020. Tornando al 2019 possiamo solo sottolineare la grande crescita del numero degli iscritti, passati da 191 mila a oltre 213 mila. Molto più di quanto non ci aspettassimo. Il numero dei visitatori dei Beni del FAI si è avvicinato al milione: siamo infatti arrivati ad ospitare circa 910 mila visitatori. Sono cresciute le principali iniziative: le Giornate FAI di Primavera, le Giornate FAI di Autunno, la campagne RAI-FAI per i beni culturali, le attività di raccolta fondi. Risultati straordinari di una grande organizzazione in crescita che può contare su un solido meccanismo di capacità di fare piani e sviluppare progetti. L’IMPREVEDIBILE PANDEMIA DEL COVID-19

Già all’inizio di marzo ci stavamo preparando alla riapertura dei Beni e alla riorganizzazione di tutti i grandi eventi primaverili che caratterizzano la vita del FAI, quando si è abbattuta sul nostro Paese la gravissima emergenza sanitaria che ha portato il Governo a chiudere le attività che potessero facilitare l’espansione dell’epidemia. Questo ci ha messo nella condizione di fermare ogni nostra attività e di riformulare totalmente il bilancio di previsione che avevamo deliberato. Dalle stime emerge dunque che il FAI nel 2020 dovrà affrontare importanti perdite di gestione nonostante abbia già tagliato in modo determinate le previsioni di spesa. Ma possiamo anche dire che affrontare problemi complessi come questo fa scoprire l’opportunità di rivedere i meccanismi di efficienza ed efficacia; il FAI oggi ha la struttura e l’organizzazione per affrontare l’emergenza e mirare con determinazione ad un recupero nei prossimi esercizi. QUELLO CHE CI AUGURIAMO

Pensiamo che gli Italiani siano sempre più innamorati del loro patrimonio paesaggistico, storico e artistico e che sempre di più vogliano conoscerlo, amarlo, viverlo, tutelarlo. Il FAI esiste per questo e confidiamo che tutti ci diano una mano in una battaglia dal valore sociale sempre più evidente. Vi aspettiamo dunque accanto a noi per il ritorno alla vita e per costruire una «nuova normalità» che abbia sempre di più al centro questi elementi distintivi del nostro modo di essere Italiani. Il Bilancio e la Nota Integrativa 2019 sono reperibili integralmente su www.fondoambiente.it il bil ancio

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Rendicondo 2019

valori espressi in percentuale

Il dato di bilancio dimostra come gli sforzi in cui ogni anno la Fondazione si prodiga per aumentare la propria efficienza stanno producendo i propri effetti, infatti nel 2019 l’incidenza dei costi di struttura sul totale dei costi della Fondazione è sceso ancora passando dal 13,3% al 11,7%.

PATRICE SIMONNET

MARCO DI LUCCIO

VICE DIRETTORE GENERALE MARKETING STRATEGICO

RESPONSABILE GESTIONE

E INNOVAZIONE DIGITALE FAI

E SVILUPPO BENI FAI

213 mila iscritti attivi a fine 2019! Stavamo ancora festeggiando la crescita della famiglia del FAI, quando il mondo intorno a noi è cambiato. Drasticamente. Dopo l’incredulità generale, lo staff della Fondazione, dalle proprie case, ha trovato 213 mila motivi per andare avanti: innanzitutto ci è sembrato essenziale non far mancare il legame forte tra la Fondazione, i nostri cari Volontari e voi, preziosi Iscritti. Come voi, abbiamo dovuto reinventare le giornate e adattarci a un momento di estrema difficoltà, usando di più la tecnologia digitale per continuare a comunicare. E rivedendo le iniziative di piazza come le Giornate FAI e le campagne come I Luoghi del Cuore e il 5x1000. Proprio da quest’ultima è nata una speranza in questo periodo buio: 36 mila italiani nel 2018 hanno scelto di destinare al FAI il loro 5x1000. Un risultato che ci inorgoglisce, un numero che può ancora crescere tanto quando si pensa che… siamo 213 mila! Ringrazio di cuore i tanti che hanno deciso di rinnovare l’iscrizione e di confermare la loro fiducia. Ringrazio chi ha trovato un modo alternativo al bollettino postale, inviando un bonifico da casa o rinnovando sul nostro sito, chi ha scoperto quanto è comodo scegliere un contributo continuativo e non posso dimenticare chi rinnoverà in questi giorni. Avanti tutti insieme con in mano la tessera del FAI, vero simbolo di speranza, di ripartenza. Perché se sono certo che il FAI ripartirà grazie alla sua grande famiglia (e che famiglia!), sono sicuro che il Paese ripartirà anche e soprattutto dalla Cultura.

Abbiamo riaperto le porte e la vostra risposta è andata oltre le aspettative: una bella iniezione di entusiasmo, dopo la chiusura. Ma la verità è che nei giorni del lockdown abbiamo continuato a lavorare. I Beni richiedono cure costanti, interventi mirati. E la manutenzione di 69.900 mq di edifici storici tutelati e 6.735.000 mq di paesaggio protetto in tutta Italia non sarebbe possibile senza il vostro aiuto. Pensate: nel 2019, solo per prendersi cura del verde di parchi, giardini e orti il FAI ha speso ben 474.033 euro. Per il riscaldamento e illuminazione dei Beni, sempre nel 2019 sono stati necessari 315.000 euro. Per la connessione wi-fi che permette agli staff di lavorare al meglio e ai visitatori di accedere a contenuti multimediali, nel soli luoghi aperti al pubblico le spese sono ammontante a 104.000 euro. Poi ci sono quelli che sembrano dettagli, ma il lavaggio dei tendaggi delle dimore, gli elevati standard di pulizia e il rispetto della conservazione e della tutela degli ambienti e arredi storici hanno il loro costo: 350.354 euro. La chiusura causata dall’emergenza Covid-19 ci ha imposto tante spese straordinarie. Per evitare assembramenti abbiamo realizzato un sistema di prenotazione obbligatoria a fasce orarie con acquisto dei biglietti online, progetto già in itinere che ha subìto una proficua accelerazione. Abbiamo predisposto barriere di plexiglass nelle biglietterie, dispenser igienizzanti, modificato i percorsi di visita: quello che conta, è che non ci siamo mai fermati.

DESTINA IL TUO 5X1000 AL FAI Un gesto che, soprattutto in un anno di crisi per il mondo culturale, diventa l’occasione per compiere un’azione concreta che non costa nulla, ma che può fare una grossa differenza. Basta mettere una firma e inserire il codice fiscale 80102030154 nella casella dedicata al Finanziamento dei Beni culturali oppure in quella del Sostegno del volontariato. Clicca qui e scopri di più su www.fai5x1000.it

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I Luoghi del Cuore: una QUI

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Il censimento si arricchisce quest’anno di due classifiche speciali. Una, connessa al Progetto Alpe, nato per portare l’attenzione sull’Italia sopra i 600 metri, quelle aree interne montane che custodiscono un inestimabile capitale naturale e di tradizioni, malgrado i problemi drammatici come lo spopolamento, l’abbandono del territorio, la scarsità di servizi. L’altra classifica, decisa in corsa come doveroso omaggio a una tradizione secolare di cura e all’abnegazione del personale sanitario negli ultimi mesi, riguarda i luoghi storici della salute: farmacie, ospedali, ma anche terme e aree archeologiche, purché dotati di una valenza storica. Come sempre, i vincitori saranno premiati: 50.000, 40.000 e 30.000 euro verranno assegnati ai progetti presentati dai primi tre classificati, mentre i luoghi vincitori delle due classifiche speciali riceveranno ognuno 20.000 euro e il Bene più votato via web sarà protagonista di un videostorytelling curato dal FAI. DAL LOCKDOWN L’OPPORTUNITÀ DEL DIGITALE

Partecipare al censimento, dunque, è un modo per contribuire alla salvaguardia del nostro patrimonio, che anche la RAI, in collaborazione con il Segretariato Sociale, ha sostenuto, dedicando a I Luoghi del Cuore una settimana di approfondimenti a fine maggio. In soli 30 giorni sono usciti 1.853 articoli sulla stampa nazionale e locale - più del doppio di due anni fa. Tutti i media hanno contribuito ad amplificare il richiamo di questi luoghi, veri e propri simboli della gei luoghi del cuore

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LE NOVITÀ: DUE CLASSIFICHE SPECIALI

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Semmai ci fossero dubbi sulla nostra comune propensione e la disponibilità a riporre aspirazioni e desideri in un progetto culturale, il X censimento nazionale I Luoghi del Cuore li ha sbaragliati tutti. Lanciato nella settimana della ripartenza per il nostro Paese, ha riscosso fin dai primi giorni un successo enorme, qualificandosi subito come un’edizione da record. Con mezzo milione di voti raccolti in sole sei settimane, la campagna promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo ha evidentemente toccato una corda sensibile e intercettato un bisogno. Nelle settimane di lockdown non ci sono mancate solo le persone care lontane da noi, ma anche i luoghi, specie quelli che sentiamo come sinonimo di benessere. In questo contesto, il valore di coesione sociale e civile che il censimento sottende è diventato ancora più centrale: così la città di Bergamo, simbolo dell’epidemia, ha dominato la classifica per quasi tutto il primo mese. Ed è partita, tempestivamente, pure la «gara» tra luoghi e comitati - ben 183 iscritti in una manciata di settimane. Un bel match, che ha visto posizioni cambiare rapidamente per luoghi tutti diversi tra loro e però tutti profondamente legati alle rispettive comunità, pronte a mobilitarsi per proteggerli, valorizzarli, farne conoscere la bellezza. Hanno partecipato generosamente anche tanti testimonial del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport; lo hanno fatto prestandosi a sostenere le raccolte voti, e a ricordarci quanto la scoperta e la tutela del patrimonio siano valori di tutti e un tratto distintivo di un’Italia che nei luoghi trova non soltanto un motivo di vanto, ma anche un motore economico.

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Il censimento è aperto: vota la tua «geografia sentimentale». Con la tua


partenza da record! Foto Roberto Morelli © FAI

segnalazione puoi contribuire a salvare quell’Italia che porti dentro di te

Mario Pò Direttore del Polo Culturale e Museale della Scuola Grande di San Marco di Venezia A sostegno della classifica sui luoghi storici della salute, Pò ha ricordato che «quando un ospedale ha alle spalle secoli di vita è un luogo che è stato vissuto da tutti: ricchi, poveri, uomini, donne, italiani e stranieri. Credo non ci sia nessun altro luogo all’interno della società che abbia questa vocazione, essere un luogo del cuore in quanto luogo di tutti».

Prima

Foto Roberto Morelli © FAI

La Chiesa di San Michele Arcangelo nel quartiere di Pegazzano, a La Spezia, votata in tre edizioni del censimento. Il FAI è intervenuto a seguito dei 18.558 voti raccolti nel 2016, sostenendo il restauro di due altari laterali seicenteschi, parte di un più ampio progetto di recupero della chiesa

Fabio Venezia Sindaco di Troina (EN) il sindaco Venezia, a proposito della classifica dedicata all’Italia sopra i 600 metri, ha ricordato che «le aree interne sono un patrimonio straordinario che non va abbandonato. Valorizzare i luoghi identitari che hanno segnato la storia è una grande operazione culturale che tocca non solo la dimensione materiale del patrimonio artistico, ma anche quella sociale e sentimentale che lega la popolazione alle proprie tradizioni».

Don Luca Pescatori Parroco di San Michele Arcangelo, Pegazzano (SP) «Il contributo dei Luoghi del Cuore ha dato alla gente del quartiere la possibilità di ritrovare la speranza nel recupero di questa Chiesa, in particolare di questi altari, dove si sono svolti molti momenti della vita religiosa degli abitanti. Adesso la chiesa è tornata accogliente, ma per rendersi conto di com’era bisogna vedere le immagini di prima che iniziassero i lavori, quando mancavano porzioni di intonaco».

Dopo Costruita nel 1348 e più volte rimaneggiata, fu gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale e in seguito usata come magazzino. Il piano di interventi, ancora in fase di realizzazione, ne ha permesso la riapertura al pubblico

i luoghi del cuore

Giovanna Baraldi Referente del Comitato Pieve di Cento (BO) «Pieve di Cento è un “Luogo del Cuore” dove la Madonna del Rosario, Madonna del terremoto, sta per ritornare; troppo distrutta per tornare bella come prima ma con i segni del dolore ancora ben visibili, per non dimenticare! La sua immagine dolorosa, di una umanità senza pari, è divenuta una figura di pietà per tutte le ferite del terremoto, di tutti i “terremoti “del mondo».

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Foto Morelli_MesturiniFMP © FAI

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— Realizzata in cartapesta dipinta, la Madonna con Bambino, in restauro grazie a I Luoghi del Cuore, è stata eletta a simbolo

del terremoto che nel 2012 ha colpito il borgo di Pieve di Cento (BO) e la sua Collegiata

ografia sentimentale che il progetto del FAI suscita, alimenta, cattura. Un risultato reso possibile anche dalla scelta innovativa di trasformare la consueta conferenza stampa – inattuabile a inizio maggio – in un webinar a cui hanno partecipato oltre 200 giornalisti di tutte le regioni: quello che appariva come un limite è diventato così un punto di forza. La sfida di lanciare il censimento in un momento tanto delicato per l’Italia è dunque stata vinta, a dimostrazione di quanto il Paese abbia interpretato questa iniziativa di ripartenza culturale come bisogno di riappropriarsi di un orizzonte positivo, che renda di nuovo tangibile il legame tra persone e territori. Votate subito i luoghi che vi hanno regalato un’emozione. Tutti insieme possiamo salvarli! Clicca subito su www.iluoghidelcuore.it!

ALCUNE INFORMAZIONI UTILI

Foto Davide Marcesini © FAI

• Si vota fino al 15 dicembre dal sito www.iluoghidelcuore.it; • Tutti possono votare, italiani e stranieri, maggiorenni e minorenni; • Si possono votare quanti luoghi si desidera; • Dopo aver votato, invitate gli amici, condividendo via facebook e whatsapp; • Da ogni scheda luogo si possono scaricare materiali per favorire la raccolta voti; banner, locandine con QR code, inviti digitali, testate facebook, moduli di raccolta voti;

— Il chiosco delle rose, restaurato con un contributo Luoghi del Cuore, è parte integrante del percorso del parco di Villa Durazzo Pallavicini a Genova, realizzato a metà Ottocento dallo scenografo Michele Canzio

• Si può votare anche attraverso moduli cartacei, seguendo le prescrizioni per la tutela della salute pubblica.

i luoghi del cuore

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— Durante il

Foto Luca Brunetti © FAI

convegno, il Vicepresidente Esecutivo Marco Magnifico in dialogo con Gianluigi Serra, Sindaco di Ulassai (NU), Fabio Sebastiano Venezia, Sindaco di Troina (EN) ed Enrico Bini, Sindaco di Castelnovo ne’ Monti (RE)

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proget to alpe

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Delegati, autorità, sindaci, operatori culturali, staff, la platea del Teatro Regio di Parma era piena come alle prime, lo scorso 15 febbraio per il XXIV Convegno Nazionale dei Delegati e Volontari FAI; non avevamo ancora familiarizzato con la parola «assembramento», la voglia di confrontarsi brillava più degli stucchi dorati della sala. Il convegno è sempre stato un momento speciale nella vita del FAI, ci si ritrova, ci si riconosce, è l’occasione di allinearsi sui prossimi obiettivi. Questa volta c’era da fare, per dirla col Presidente Andrea Carandini, un passo in avanti «grande come quello del gigante Pantagruel» e portare la sfida lanciata l’anno scorso a Brescia con il Progetto Alpe – L’Italia sopra i 600 metri, in quelle aree interne del Paese «dove i villaggi sono abbandonati, diminuisce l’utilizzo del suolo» e la gente se può va via. «Un grande potenziale di sviluppo che viene dissipato». Sono le Terre di Nessuno o della sovranità negata che davano il titolo alla giornata. Soprattutto luoghi di montagna, dove la vita è più dura, le istituzioni più lontane. A Parma abbiamo imparato che c’è chi reagisce; cittadini singoli o piccole imprese che cercano di riattivare questi luoghi, e hanno trovato un alleato importante nel FAI. «La montagna è come la banlieu», ha raccon-

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Un progetto sociale, culturale e formativo per le «terre di nessuno»: la nuova sfida del FAI

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Il Convegno di Parma

tato lo scrittore Paolo Rumiz. «Un luogo subalterno, senza rappresentanza politica. E non abbiamo idea quanto vicine ai grandi centri siano queste terre di nessuno. Tempo fa, salendo lo spartiacque appenninico in val Quaderna, ho avuto una sensazione agghiacciante. Se fossi caduto in un burrone mi avrebbero trovato dopo 6mila anni come l’uomo di Similaun. Ed ero a solo 15 km da Bologna». In una giornata fitta di propositi e testimonianze, sono saliti sul palco i primi cittadini di paesi coinvolti nel progetto, come Ulassai (NU), Troina (EN), Castelnovo ne’ Monti (RE), Roncobello (BG). Hanno raccontato le sfide della vita quotidiana: dalla «semplice» apertura di un ristorante, fino alla necessità di proteggere dalla criminalità organizzata i campi abbandonati. Spopolamento, isolamento, sono di colpo diventati concetti fin troppo reali. «Un’Italia profonda da cui ripartire» sono le parole di Renato Balduzzi, professore di Diritto costituzionale alla Cattolica di Milano. «Il presentismo è il tarlo di questa epoca, mette al centro il “me” e non crea comunità. FAI è invece determinante, perché è un “noi”». Il Convegno è stato realizzato grazie al fondamentale contributo di Ferrarelle, partner e acqua ufficiale del FAI, dal 2010 sostenitore dell’evento nell’ambito di una consolidata partnership pluriennale. Si ringraziano, inoltre, per aver deciso di sostenere questo importante evento istituzionale significative realtà parmensi: Delicius, azienda storica legata alle tradizioni del territorio, per la prima volta a fianco del FAI in qualità di Main Sponsor, Opem e Chiesi Farmaceutici - già vicine al FAI da anni come Corporate Golden Donor – che anche in quest’occasione confermano il loro contributo in qualità di Sponsor. Il convegno si è svolto con il patrocinio del QUI MiBACT. Ringraziamo la Regione EmiliaA Romagna e il Comune di Parma che ha concesso anche un contributo. 9


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SOSTIENI I RESTAURI DEL FAI, CLICCA E DONA ORA! Basta un gesto per rendere l’Italia più bella!

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Foto Davide Marcesini © FAI

In bilico su un ponteggio a pulire affreschi rinascimentali. Ai piedi di una torre alla scoperta di una antica sepoltura longobarda. Nei cantieri FAI si scava, si ricostruisce, si restaura per valorizzare i nostri Beni. In questi mesi ci siamo dovuti fermare, ma non vediamo l’ora di poter riprendere e concludere i lavori per offrirvi visite sempre più ricche e stimolanti

Foto Davide Marcesini © FAI

Dove eravamo rimasti?

ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO (GE) Restauro Torre Doria e Canonica Grazie al prezioso contributo di Compagnia San Paolo e di Friends of FAI, all’inizio del 2019 è stato avviato il restauro della Torre Doria in contemporanea con quello della casa della Canonica. La Torre edificata nella seconda metà del ‘500 per volere dei fratelli Giovanni, Andrea e Pagano, eredi di Andrea Doria, si eleva sulla baia di San Fruttuoso, incastonata sul crinale adiacente al complesso dell’Abbazia. Le due facciate della Torre rivolte verso la baia, decorate con gli stemmi della famiglia Doria e con emblemi militari, hanno richiesto operazioni di restauro molto delicate e calibrate; la posizione scoscesa rende estremamente difficile e costoso ogni intervento, e la salinità presente nell’aria non fa che aumentare il degrado. Prima dell’interruzione dei lavori siamo riusciti a rimuovere i ponteggi, operazione ancor più complessa a San Fruttuoso, data la necessità dell’uso dell’elicottero. Purtroppo però, non abbiamo potuto proseguire come dai nostri piani l’intervento all’interno della Torre, dove verrà recuperato un alloggio a disposizione dei visitatori. 10


VILLA NECCHI CAMPIGLIO (MI) Realizzazione uffici e nuovi spazi espositivi

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tunatamente completati in tempo, mentre all’interno, al momento dell’interruzione, si era appena conclusa la realizzazione del vespaio areato. Tutti gli altri arredi sono pronti per essere allestiti, così come un armadio di servizio storico, disegnato da Portaluppi, già restaurato e adeguato alla sua nuova funzione di archivio. Nel piano sottotetto i restauratori hanno terminato la revisione e la verniciatura di tutte le porte e le finestre, ma non si è potuto procedere con la tinteggiatura delle sale.

MONASTERO DI TORBA (VA) Gli scavi archeologici c o n te

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n Foto © Archeologia Medioevale Padova - Università di Padova

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All’inizio del 2020 sono partiti i lavori di restauro e adeguamento funzionale del garage storico del complesso, adiacente alla casa del custode e alla biglietteria. Qui si sarebbero dovuti spostare gli uffici del personale della Villa, liberando degli spazi nel piano sottotetto, da destinare invece a mostre ed eventi. Mancavano poche settimane alla conclusione, quando i lavori si sono dovuti purtroppo interrompere: gli interventi alla copertura del garage, compromessa in molte sue parti, sono stati for-

Le campagne archeologiche condotte nella Torre del Monastero di Torba dall’Università degli Studi di Padova, grazie al contributo di Regione Lombardia, hanno permesso di conoscerne meglio la storia più antica, di datarne le fasi costruttive con maggiore precisione e di scoprire al suo interno tracce di incendi e depositi alluvionali. Una delle scoperte più interessanti riguarda tuttavia la sepoltura di un cavallo risalente alla metà del VI secolo, sulla soglia di ingresso della stessa Torre. La tomba, nota dal 1978, è stata recentemente ristudiata dal team di Padova: potrebbe trattarsi della sepoltura rituale di cavallo e cavaliere, a simboleggiare l’alto rango del guerriero longobardo che all’epoca presidiava il castrum, pratica ancora molto diffusa alla metà del VI secolo, oppure potrebbe essere connessa a un rituale propiziatorio, attraverso cui la comunità longobarda di Castelseprio-Torba ha rinunciato a qualcosa di prezioso - come un costoso cavallo - in cambio della protezione divina per mura, torre e città. beni fai cantieri

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Foto Filippo Poli © FAI

Foto © FAI

— I lavori di adeguamento funzionale permetteranno di ospitare gli uffici del personale liberando il sottotetto per poter ospitare mostre ed eventi

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Foto Carlo Borlenghi © FAI

Foto Carlo Borlenghi © FAI

— La fase della ricostruzione dello scafo in legno di castagno, completata presso il cantiere Ernesto Riva di Maslianico (CO)

— Una gondola di 19 metri

trasformata in un gioiello di design. Ci vorranno ancora alcuni mesi prima che anche gli arredi originali della Velarca siano restaurati

VELARCA Rinviata l’inaugurazione La Velarca è una magnifica casa-barca progettata dal celebre studio milanese dei BBPR alla fine degli anni Cinquanta, donata al FAI da Aldo e Maria Luisa Norsa nel 2011. La gondola tradizionale lariana, grazie allo spirito pratico dei progettisti e alla loro scrupolosa attenzione al dettaglio, si è trasformata in una dimora comoda e moderna frequentata da intellettuali, umanisti e architetti, ormeggiata stabilmente a Ossuccio sulla sponda occidentale del Lago di Como. Conclusa l’indispensabile ricostruzione dello scafo e della «casa» soprastante, stava procedendo, prima dell’interruzione, il recupero e il montaggio di tutte le partizioni interne, la predisposizione dell’impianto elettrico e il restauro degli arredi originali. Sospesi, purtroppo nel pieno delle attività, anche lavori onerosi come il recupero del piccolo giardino e il consolidamento del pontile, che ci avrebbero portato a festeggiare l’approdo della barca al suo storico ormeggio e l’apertura al pubblico, prevista proprio per questa primavera. Il rimorchio, denominato «Tenace», che ha accompagnato la Velarca attraverso il lago all’inizio dei lavori, prima che venisse trasferita in cantiere a Como, dovrà aspettare putroppo ancora alcuni mesi prima di poter riportare la casa-barca, finalmente restaurata, al suo posto sulle rive del lago. Ringraziamo i coniugi Norsa per il sostegno con cui ci hanno affiancato anche nei lavori di restauro.

ABBAZIA DI CERRATE (LE) Le nuove scoperte

beni fai cantieri

Foto © FAI

Nel territorio agricolo dell’Abbazia di Cerrate (LE), il FAI ha condotto un progetto finalizzato all’impianto di un oliveto sperimentale per l’individuazione di nuove specie di ulivi resistenti al batterio Xylella. L’intervento nato in collaborazione con il CNR e con l’IPSP - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante di Bari è stato l’occasione per indagare alcuni resti archeologici databili all’età protostorica, rinvenuti nell’area a sud dell’Abbazia. Gli scavi, condotti in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto, gettano nuova luce sulle vicende insediative di questo importante sito e aprono nuovi scenari sulla storia dell’Abbazia.

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— L’ortaglia di Palazzo

Giornate FAI all’aperto

Foto Stefano Casiraghi © FAI

Moroni (BG), protagonista dei giardini, aperti in anteprima il 26 giugno, in omaggio alla città di Bergamo

27–28 giugno: alla scoperta del patrimonio verde del nostro Paese È piacevole e istruttivo aggirarsi in mezzo a una vegetazione che non si conosce. Le solite piante, come qualsiasi oggetto che ci sia noto da tempo, non ci suscitano alcun pensiero, e a cosa vale guardare senza pensare? Johann W. Goethe, Viaggio in Italia Ci piace introdurre questa edizione speciale delle Giornate FAI con le parole che ci hanno ispirato nella progettazione di questo importante evento. Sorprendenti parchi cittadini custodi di alberi monumentali, riserve naturali, boschi e foreste, orti e campagne, ulivi millenari, sentieri immersi nella natura più selvaggia e passeggiate nel verde urbano, giardini privati seicenteschi, una sequoia gigante sopravvissuta al disastro del Vajont nel 1963 fino al semenzaio che ogni anno produce il verde urbano della città di Roma. Sono solo alcuni dei luoghi che si potranno visitare e conoscere in questa edizione speciale delle Giornate FAI, in un’inedita veste rigorosamente «all’aperto», che sabato 27 e domenica 28 giugno 2020 si svolgeranno in oltre 200 luoghi in più di 150 località d’Italia, su prenotazione e nel rispetto delle norme di sicurezza, grazie all’infaticabile spinta organizzativa dei gruppi di Delegati FAI sparsi in tutto il Paese, a cui va il nostro più sentito grazie! RIPORTIAMO AL CENTRO L’AMBIENTE

Questa edizione delle Giornate FAI si carica di un significato speciale ed emblematico: il momento storico che stiamo vivendo ha imposto alla collettività di riorganizzarsi e reinventarsi, e il FAI vuole farlo mettendo al centro della propria proposta il patrimonio di natura, ambiente e paesaggio del nostro Paese. Un modo per portare a compimento un obiettivo che la Fondazione persegue dalla sua giornate fai all’aperto

nascita, invitando gli italiani a riavvicinarsi agli spazi verdi aperti, a riscoprire in essi una fonte di benessere ricreativa e salutare e far propria quella «cultura della natura» che necessariamente deve diventare il fulcro di un nuovo progetto educativo per le generazioni presenti e future. «Si protegge ciò che si ama e si ama ciò che si conosce», ripetiamo sempre: comprendere la natura, dunque, si rivela il modo per educarci a «proteggerla». LUOGHI INSOLITI E MONUMENTI «VERDI»

Ci siamo quindi impegnati a offrire ai nostri visitatori una proposta articolata di luoghi straordinari tra cui scegliere. Ecco alcuni esempi: • Alberi monumentali come la Sequoia del Vajont a Longarone (BL), 33 metri di altezza e 160 anni di età, sopravvissuta alla tragedia del 1963 che causò la morte di 2.000 persone e la distruzione del paese di Longarone; • Aree naturalistiche tra cui la Riserva naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi (TE), un tratto di costa incontaminata, tra dune e calanchi, con flora e fauna tipica, salvata dalla cementificazione grazie a un gruppo di volontari, oggi guide della riserva; • Tra i borghi storici: ad esempio Monesteroli a La Spezia, località a picco sul mare in fondo a una scala di 1.000 gradini che vive solo grazie a energie rinnovabili come pannelli solari e un acquedotto irriguo. Sito tra i più votati del censimento de «I Luoghi del Cuore», ora in corso, sarà meta di una camminata in collaborazione con il CAI; • Monumenti antichi immersi nel verde: una scoperta sarà il Villaggio operaio Pirelli a Milano, sentiero metropolitano in un sobborgo di 26 villette costruite tra il 1920 e il 1923 per i lavoratori della Pirelli secondo un modello romantico di città-giardino e una concezione ottocentesca di casa-azienda; 13


Foto Carolina Prieto © FAI

— Il giardino di Villa del Balbianello a Tremezzina (CO) con le sue straordinarie potature tra cui quella a ombrello del leccio frutto di maniacale precisione

I RACCONTI VERDI NEI NOSTRI BENI

Visite guidate speciali, quindi, attività incentrate sul «patrimonio verde» e percorsi di birdwatching: attraverso brevi lezioni di botanica e visite accompagnate da esperti, il pubblico potrà scoprire aneddoti e curiosità e conoscere le molteplici anime della natura curata e protetta nei Beni FAI. A Villa del Balbianello sul Lago di Como, ad esempio, si racconterà il «verde violentato» forzato dalla mano dell’uomo in forme ardite come quello rappresentato dal grande leccio potato «a ombrello» o dal ficus ripens che avvolge in una spirale le colonne della Loggia Durini, mentre all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce ci si concentrerà sul «verde malato», quello colpito dell’epidemia di Xylella che da anni affligge la Puglia. E ancora, il «verde documentato» del Castello di Masino a Caravino (TO), quello custodito negli archivi della Biblioteca che ci ha permesso di realizzare il labirinto e di reimpiantare un vigneto del locale «Erbaluce».

Altrettanto ricca è la proposta di visita nei Beni della Fondazione, cui si aggiungono ora i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, che il FAI apre per la prima volta – e definitivamente – ai visitatori. Un’apertura anticipata eccezionale fortemente voluta dal FAI (in attesa dei necessari restauri all’interno e all’esterno previsti per l’autunno 2020) che dopo un primo parziale intervento di pulizia e manutenzione rende fruibile alla cittadinanza il più grande parco storico privato di Bergamo: un polmone verde e suggestivo nel cuore della città, con i suoi terrazzamenti tipici dei giardini all’italiana, le aiuole fiorite e le siepi potate, e una grande ortaglia un tempo produttiva, con prati, viti su pergole, alberi da frutto e un tipico roccolo. Un nuovo Bene del FAI, un luogo di benessere ritrovato con vista panoramica sullo sfondo delle Alpi Orobie, che vuole contribuire alla ripresa della città gravemente colpita dalla pandemia. giornate fai all’aperto

— La Riserva del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi (TE) conserva intatte dune embrionali di vegetazione alofita e tratti di macchia mediterranea

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Foto © www.guidedelborsacchio.it © FAI

• Musei d’arte immersi nella natura, come l’Art Park La Court a Castelnuovo Calcea (AT), progetto di land art firmato da Emanuele Luzzati con sculture contemporanee tra i vigneti delle Langhe e del Monferrato, Patrimonio dell’UNESCO; • Tra i giardini urbani, imperdibile l’Aranciera e il Semenzaio di San Sisto Vecchio a Roma, dove dal 1810 si coltivano le piante per il verde pubblico di Roma, comprese le azalee di Trinità dei Monti, in un angolo di verde urbano sconosciuto tra il Celio e le Terme di Caracalla; • Si visiteranno inoltre molti orti botanici, come il Centro di Ricerca CREA di Orticoltura e Florovivaismo a Sanremo (IM), situato nel giardino ottocentesco di una villa liberty dove i genitori dello scrittore Italo Calvino fondarono nel 1925 la Stazione Sperimentale di Floricoltura.


non iscritti – richiesto all’atto della prenotazione online, i visitatori potranno offrire un contributo aggiuntivo, anche in piazza: un importante gesto di generosità e amore nei confronti del nostro Paese e un aiuto per il mondo culturale che, ora più che mai, ha bisogno di essere tutelato e protetto.

Foto Adriano Bercelloni - Corte © FAI

UN GRAZIE ANCORA A QUANTI CI SOSTENGONO

— La Sequoia del Vajont a Longarone (BL), di 160 anni e 33 metri

di altezza, tra i pochi sopravvissuti alla tragedia del 1963

A Pantelleria, il Giardino Pantesco di Donnafugata ci permetterà di parlare di «verde isolato», dove un solo albero di arancio viene protetto da un muro a secco in pietra lavica per ripararlo dal vento e dalla luce diretta del sole, secondo un antichissimo metodo di coltivazione. Il «verde spirituale» sarà invece quello raccontato dal Bosco di San Francesco ad Assisi, un sentiero che invita i «pellegrini del XXI secolo» a meditare sull’armonia tra Uomo e Natura, tema su cui riflette anche l’artista Michelangelo Pistoletto, autore dell’opera di land art Terzo Paradiso realizzata per il Bosco, sintesi ideale tra Natura e Cultura volta a generare una nuova umanità. UN MODO PER SOSTENERE LA MISSIONE DEL FAI

Prendere parte alle Giornate FAI è anche un modo per partecipare alla missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione, che negli oltre due mesi e mezzo di chiusura ha interrotto tutte le attività, dalle visite nei Beni ai cantieri di restauro, agli eventi nazionali. Ora il FAI è ripartito, per questo, oltre al contributo minimo – 3 euro per chi è già iscritto al FAI, 5 euro per i

giornate fai all’aperto

Le Giornate FAI all’aperto 2020 sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende illuminate. Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo tra i luoghi visitabili e impegnata insieme alla Fondazione in attività di sensibilizzazione sul corretto riciclo del materiale plastico. FinecoBank, realtà leader nel trading online e nel Private Banking, è il prestigioso Main Sponsor dell’evento che da sempre sostiene il valore del patrimonio. Rekeep, principale gruppo italiano attivo nel facility management e amico del FAI dal 2018, che sostiene l’evento in qualità di Sponsor. Grazie anche a Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine, dell’azienda Leonardo, che valorizza il patrimonio archivistico-museale industriale, Golia Herbs che sostiene gli eventi verdi, Nespresso, nuovo importante sostenitore della Fondazione. Infine grazie a DHL Express Italy, che rinnova per il sesto anno consecutivo il suo sostegno al FAI in qualità di Logistic Partner. L’iniziativa si svolge con il Patrocinio del MiBACT, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per la collaborazione la Commissione europea, da alcuni anni partner delle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di Rappresentanza in Italia. Anche in questa edizione speciale di Giornate FAI il Servizio Pubblico Rai conferma il proprio impegno per i beni culturali e paesaggistici italiani. Il FAI in questi anni è riuscito a raggiungere tanti sfidanti obiettivi anche grazie alla costante collaborazione della Rai, partner fondamentale nel racconto del nostro patrimonio storico artistico, naturalistico e paesaggistico a tutti gli Italiani. Un ringraziamento particolare infine per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione alla Protezione Civile e ai suoi volontari, e all’Arma dei Carabinieri per il loro contributo alla sicurezza dell’evento.

CLICCA, SCOPRI TUTTE LE APERTURE E PRENOTA LA TUA VISITA!

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Foto © Fondazione Zegna

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Mai come ora godere di parchi, giardini, boschi, significa rimetterci in sintonia col mondo per non distruggere noi stessi

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Foto Roberto Segattini © FAI

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C’è chi ha paragonato le virulenze storiche della peste all’attuale pandemia e questo in minima parte può anche essere vero. Ma mai come oggi emerge chiara la responsabilità di un’umanità che ha premuto e preme sui confini più remoti della natura, distruggendone gli ecosistemi e aumentando così esponenzialmente la probabilità di passaggio tra un virus e l’homo sapiens. La pandemia generata dal Covid-19 ha messo in grande evidenza il bisogno di ritrovare un corretto equilibrio tra Uomo e Ambiente. Ci ha fatto capire quanto siamo vulnerabili in un mondo globale, dentro un sistema naturale fuori equilibrio: assieme ai suoi doni più importanti come il cibo, l’acqua, il legname, la natura ci ha portato anche uno dei suoi peggiori servizi, la malattia. Eppure da tempo era stato lanciato l’allarme, completamente inascoltato. È possibile che questa esperienza, pur essendo ancora in emergenza Coronavirus, ci servirà ad imparare la lezione e rompere la serie di future pandemie? Come ci ricorda il World Economic Forum, ogni 4 mesi in media appare una nuova malattia infettiva nel mondo e nel 75% dei casi gli animali sono vettori, come è stato per il coronavirus con il pangolino. Continuare a deforestare gli ultimi polmoni verdi della terra o tollerare il commercio di animali vivi nei wet market ci metterà sempre più a rischio. E così anche l’esposizione crescente ai virus immagazzinati nel permafrost o nelle calotte polari, che si fondono per le crescenti temperature conseguenti al riscaldamento globale. Siamo da tempo usciti da una sintonia che dovrebbe invece essere al centro dell’agenda quotidiana, sia politica che economica, culturale e sociale. Ci siamo accorti tutti di come durante il lockdown gli animali si sono presi alcuni nostri spazi, come i cieli del mondo erano più puliti, c’era più silenzio in strada. La questione ora non è quella di misurare questo fenomeno, ma di trovare vie nuove per tornare a vivere garantendo questi standard di qualità ambientale, che solo per qualche giorno abbiamo apprezzato. Qualcuno ha det-

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La ricerca di un nuovo equilibrio tra uomo e natura

— In alto, immersa nel Bosco di San Francesco ad Assisi,

l’opera di Michaelangelo Pistoletto Il Terzo Paradiso, simbolo dell’armonia fra uomo e natura. Qui sopra, sui sentieri dell’Alpe Pedroria e Alpe Madrera

SOSTIENI IL VERDE DEI BENI FAI, CLICCA E DONA ORA! Basta un gesto per rendere l’Italia più bella!


Foto © FAI Foto Studio Larus © FAI

to: la terra respira quando noi non respiriamo; dobbiamo ora riuscire a tornare a respirare in sincrono con il pianeta. TORNARE A RESPIRARE IN ARMONIA CON IL PIANETA

Tornare in contatto con la Natura quindi, prendere consapevolezza delle grandi bellezze attorno a noi, così come dei problemi e delle distorsioni che la specie umana ha prodotto. Cogliamo allora l’occasione delle Giornate FAI all’aperto e delle Sere FAI d’Estate, sono una bella opportunità per sperimentare l’equazione ambiente=salute che troppo spesso non riusciamo a risolvere. I giardini, i parchi, le aree naturali e paesaggistiche dentro e fuori i nostri Beni sono il vettore (questa volta in senso positivo) per rientrare in «contatto» con la Natura, attraverso l’incontro con le piccole e grandi bellezze, gli alberi, i fiori, le api, le farfalle, le lucciole, gli uccelli, i mammiferi, i pesci. Una visita ai nostri Beni può offrire un modo per godere della bellezza del Creato e allo stesso tempo essere l’occasione per apprendere, riflettere e prendere consapevolezza della loro importanza. Osservare la biodiversità in tutte le sue forme, è spesso anche un modo di «leggere» importanti indicatori ambientali che ci dicono se un sistema, un ambiente, un territorio è sano o inquinato; le lucciole, le farfalle, le api ad esempio, con la loro presenza o meno ci indicano se questo equilibrio è sano o se lo abbiamo stravolto. Oltretutto vedere, ascoltare, annusare, osservare, studiare o anche solo godere di queste bellezze è una forma di «cura» del corpo e dello spirito, quindi della nostra salute. I Beni FAI, da scrigni di storia e cultura diventano anche punti di osservazione e studio, punti di «incontro» con quell’ambiente che forse abbiamo trascurato e degradato. Un piccolo esempio concentrato di come titoli, parole, slogan come Friday for Future, Green Deal, Obiettivi Sostenibilità 2030, Agenda Verde ed Economia Sostenibile diventino realtà concreta e tangibile, misurabile e visitabile. Un equilibrio ritrovato. Maurizio Rivolta VICEPRESIDENTE FAI

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— Ritrovare la bellezza. Nei viali fioriti da migliaia di

spiree bianche del Castello e Parco di Masino (in alto), o all’ombra dei Giganti della Sila (qui sopra), pini larici ultracentenari alti anche 45 metri


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Foto Aldo Magruccix © FAI

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Aperture al pubblico e progetti per le scuole. Siamo ripartiti, affrontando una nuova normalità, con entusiasmo e all’insegna della sicurezza

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Ultime notizie dal mondo FAI

— A Villa Necchi

Campiglio (MI), alla presenza della nostra Presidente Onoraria Giulia Maria Crespi, la premiazione dei vincitori dei concorsi nazionali 2019

«Il paesaggio dell’alpe»: i vincitori dei concorsi nazionali «Il Covid-19, all’improvviso ci ha separati, ma siamo rimasti uniti nella distanza... Siamo stati ogni giorno in contatto e abbiamo potuto lavorare insieme in gruppi», così la professoressa Flavia Saini della Scuola secondaria di I grado Viale delle Acacie di Napoli ha descritto gli ultimi mesi che l’ha vista coinvolta con la sua classe sul percorso formativo del FAI. Le catene montuose che da Nord al Sud dell’Italia, isole comprese, caratterizzano il paesaggio delle terre alte, ricche di insediamenti rurali, piccoli borghi, biodiversità, sono state un banco di prova per più di 10.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado nell’ambito del progetto «Il paesaggio dell’alpe» promosso dal FAI per l’anno scolatico 2019-2020. Con l’aiuto dei loro docenti le classi hanno ideato e strutturato una gita alla scoperta delle aree interne delle terre alte del loro territorio, mettendone in risalto le bellezze antropiche e paesaggistiche, le attività tradizionali, i prodotti tipici, e hanno elaborato itinerari di visita da news

attuarsi nell’ottica di un turismo sostenibile. Nonostante la chiusura delle scuole il progetto ha offerto alle classi la possibilità di continuare a lavorare con strategie diverse da quelle utilizzate con la didattica tradizionale, come ha evidenziato la professoressa Francesca Ferraro del Liceo Scientifico Luigi Siciliani di Catanzaro, «consentendo agli studenti di mettere in campo le loro competenze con l’utilizzo di mezzi informatici e del web, accelerando un processo di comunicazione già attivo nella nostra scuola… Gli studenti hanno alimentato, anche a distanza, la consapevolezza del valore che i beni artistici e paesaggistici rappresentano per il sistema territoriale». Il FAI ringrazia Ferrero per il fondamentale sostegno al progetto dimostrato nel corso degli anni. Clicca qui e scopri tutti i vincitori dei concorsi! 18


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d’ingresso e lasciare le visite (su prenotazione obbligatoria online) a contributo libero volontario, confidando nella generosità dei visitatori. Riaprire una casa non ha senso se non c’è chi porta vita nelle sue stanze. Allo stesso modo, non possiamo agire da soli, ma solo insieme agli Italiani: in un certo senso, ogni giorno è il 2 giugno nelle ville, nei parchi, in quella che è l’immensa ricchezza dei Beni del FAI. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore tutti coloro, aziende e privati cittadini, che ci hanno sostenuto, specie in questo periodo difficile, e hanno reso possibile la riapertura dei nostri Beni. Un grazie particolare a Rosa Giovanna Panza Di Biumo e ai suoi figli che hanno donato 150mila euro, per far fronte alle attività di gestione ordinaria e servizi di sorveglianza delle sale di Villa e Collezione Panza, per garantire lo svolgimento di tutte le attività dedicate ai ragazzi e alle famiglie e consentire alcune manutenzioni conservative tra cui quelle di portoni, infissi e serramenti.

RISULTATI DELL’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI Con 2.502 voti il 5 febbraio 2020 l’Assemblea degli Iscritti ha eletto Luca Siciliano Consigliere del FAI. «Sono molto orgoglioso di essere entrato a far parte del consiglio di amministrazione del FAI. Condivido a pieno la sua mission: la tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale, aspetto, quest’ultimo, che porto avanti anche con il mio lavoro. In un momento come quello che stiamo attraversando, in cui il nostro ambiente è stato alterato dall’uomo e con una crisi climatica alle porte, il FAI può diventare uno dei riferimenti per creare una maggiore consapevolezza sulla tutela del territorio italiano e per cercare di consegnarlo alle future generazioni il più intatto possibile. Questo anche grazie alla rete territoriale che il FAI è riuscito a costruire in questi anni, coinvolgendo molti giovani entusiasti. Ha creato l’opportunità di fare aggregazione su tutto il territorio italiano, anche lontano dalle grandi città, come ad esempio in Calabria, territorio dove svolgo l’attività di volontario».

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L’abbiamo fatto, abbiamo finalmente riaperto! Spalancare porte, schiudere le finestre, è stato come tornare dopo un lungo viaggio, quando la mancanza di casa è diventata ormai insostenibile. E lo abbiamo fatto tenendo in mente le parole di Carlo Azeglio Ciampi: «Dobbiamo avere fiducia nel nostro futuro». Era il 2 giugno del 2001, Ciampi annunciava così il ripristino della Festa della Repubblica, rievocava il senso di aspettativa con cui italiane e italiani erano andati al voto per la prima volta tutti insieme, nel ’46. Abbiamo deciso di celebrare simbolicamente l’apertura il 2 giugno, a dieci giorni da quella ufficiale del 22 maggio, per festeggiare insieme la forza del Paese che finalmente inizia a guardare avanti con speranza. Rendere omaggio all’amore per la bellezza che da sempre ci sostiene: è anche per questo che il 2 giugno abbiamo voluto rinunciare al biglietto

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Villa e Collezione Panza ha riaperto le porte per accogliere nuovamente i visitatori

Si riparte dai nostri Beni!

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Foto www.tenderinifotografia.com © FAI

— A Varese,

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La grande famiglia dei nostri volontari Di tante cose ci ha privati questo periodo di isolamento forzato, ma cosa non è mai venuto meno? La passione e la voglia di ripartire Se il FAI è diventato forte è anche per merito dei suoi volontari, una forza strepitosa che si dedica anima e corpo al lavoro della Fondazione. È una rete che continua a crescere: oggi conta 128 Delegazioni, 97 Gruppi, a cui vanno affiancati i 96 Gruppi Giovani, e i 4 gruppi di FAI ponte tra culture, oltre ai quasi 1.000 volontari attivi nei Beni. Questi i loro pensieri sui giorni dello stop forzato.

Sono volontaria FAI solo dal 2012, eppure mi sembra di esserlo da sempre. Ero iscritta da anni, ma non avevo mai pensato di entrare a farne parte dal di «dentro». È stata ed è un’esperienza entusiasmante, poi a spezzare l’entusiasmo è sopravvenuto il Covid-19. Cosa mi ha tolto questo malefico virus? Tanto, troppo. Mi ha costretto a stare in casa, io che amo andare in giro. Mi ha impedito di partecipare alle Giornate Fai di Primavera, poi annullate. Stessa sorte per la Tre giorni per il giardino al castello di Masino, alle rose di villa Bozzolo e agli eventi del monastero di Torba. Non ho potuto vedere le modifiche apportate a villa Panza e l’allestimento della permanente. Per non parlare del banco FAI con le mission sempre più alte, e quanto ci siamo sentiti gasati per i risultati ottenuti, vero Stefania? Vero Giovanni? Più di tutto, mi ha tolto il contatto coi visitatori. Con loro spesso si è instaurato un rapporto di familiarità, grazie al reciproco interesse e la passione suscitati dal «bello», sia esso un’opera d’arte, una pianta, un mobile, un edificio e la sua storia. Riuscire a comunicare agli altri quanto è importante la funzione del FAI e quindi indurli all’iscrizione, ci fa diventare un tutt’uno, noi che la proponiamo e loro che la effettuano. Sono certa che tutte queste cose ritorneranno e saremo pronti a ricominciare con lo stesso entusiasmo di sempre, me lo sento. Itala Angeleri VOLONTARIA NEI BENI

VOLONTARI ENTUSIASTI CERCASI Arricchisci il tuo tempo libero! Scopri luoghi pieni di bellezza. Incontra persone che condividono le tue stesse passioni. Con il tuo tempo contribuirai concretamente a realizzare la nostra grande missione: proteggere l’Italia più bella. Diventa un volontario FAI. Clicca qui per informazioni!

i volti del fai

Mi chiamo Albana Temali, sono nata a Scutari, antica città del nord dell’Albania, e vivo in Italia, a Bologna, dal 1994. Era inizio della primavera di alcuni anni fa, quando per le Giornate FAI di Primavera alcuni meravigliosi giardini di ville e palazzi bolognesi aprirono per la prima volta al pubblico. Mi ripromisi di non perdere altri eventi del FAI. Fu così che venni a sapere del corso «FAI ponte tra le culture»: non ci pensai due volte a fare domanda. Vedevo e vedo tutt’ora in questo progetto l’aspirazione dello straniero a essere coinvolto nella conoscenza e protezione del bene comune. Per molti stranieri, soprattutto per quelli che hanno raggiunto le coste in età adulta, spesso la cittadinanza rimane un pezzo di carta, utile per l’inserimento lavorativo, formativo etc, ma che non diventa mai un biglietto di coinvolgimento sociale. Quello, lo straniero se lo deve cercare da solo; altrimenti resta isolato, escluso dalla vita pubblica. L’ingresso alla Delegazione FAI di Bologna è stato un bel momento e un segnale per tutti i mediatori FAI: qualcosa di ancor più luminoso si stava proiettando per il nostro futuro. Purtroppo l’emergenza Covid-19 ha fermato tutto, tranne la nostra voglia di ripartire. FAI ha smosso in me una voglia di fare che cancella la paura, dà coraggio e speranza. Albana Temali VOLONTARIA PONTE TRA CULTURE Per maggiori informazioni sul progetto clicca qui!

Mi sono mancate le strette di mano, gli incroci di sguardi, le pacche sulle spalle. Gesti che uniscono sconosciuti, persone che hanno trovato un interesse comune e sono diventate amiche. È stato così con i volontari del Gruppo FAI Giovani di Pordenone di cui faccio parte. Mi sono mancate le nostre riunioni; la trepidazione nella fase organizzativa e la soddisfazione a fine evento. Non abbiamo però smesso di cercare la bellezza e l’abbiamo trovata tra i Luoghi del Cuore, in Villa Ottelio Savorgnan (Ariis). È la dimora che ha ispirato la storia di Romeo e Giulietta: due amanti separati, un po’ come gli innamorati dell’Italia in questi tempi. Siamo stati sempre connessi e ci hanno fatto compagnia le immagini di «Italia Mi Manchi», però abbiamo capito che l’emozione di una visita di persona non si può sostituire. Italia Mi Piaci e non vedo l’ora di riabbracciarti, insieme ai volontari del FAI. Malika Franzo CAPO GRUPPO FAI GIOVANI PORDENONE

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Sere FAI d’Estate 2020

Dal 3 luglio al 30 agosto vivi una giornata all’aperto nei Beni del FAI, anche dopo il tramonto Mai come quest’anno dopo i mesi trascorsi in casa, si ha voglia di uscire per trascorrere una giornata all’aperto, a contatto con la natura e con l’arte, alla scoperta di luoghi vicini e spesso poco noti, che meritano una gita, o una breve vacanza. Così i Beni del FAI prolungano l’orario di apertura, per accogliere più persone, in tutta sicurezza, e offrire un’esperienza diversa: proseguire la visita fino al tramonto e oltre e godere così di un’atmosfera particolare, di un tempo lento e di iniziative speciali. Come per le Giornate FAI all’aperto, gli eventi proposti quest’anno rispecchiano il nostro crescente impegno nella diffusione di una «cultura della natura». L’obiettivo è promuovere la conoscenza del patrimonio verde (dalla botanica al giardinaggio, dalla storia dei giardini a quella del paesaggio rurale italiano) con una particolare attenzione ai bambini e ragazzi. Venite a vivere un’intera giornata immersi nel verde: potrete camminare a piedi nudi in un bosco; leggere in una biblioteca all’aria aperta; partecipare a un’esplorazione guidata da un esperto botanico; imparare a riconoscere alberi, piante, foglie e insetti; andare in cerca di lucciole; ascoltare i suoni del bosco e riconoscere il canto degli uccelli; «visitare» alberi centenari. E ancora: picnic sul prato al tramonto, cene in una vigna o in un agrumeto, brevi lezioni di astronomia, o semplici passeggiate alla scoperta di angoli del territorio italiano inediti e pieni delle bellezze che circondano i nostri Beni. Sere FAI d’Estate sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al prezioso sostegno di FinecoBank, realtà leader nel trading online e nel Private Banking, main sponsor dell’iniziativa. Grazie a Pirelli che conferma per l’8° anno consecutivo la sua vicinanza alla Fondazione, Golia Herbs che rinnova nel 2020 il sostegno agli eventi del FAI, Nespresso nuovo importante sponsor della Fondazione. Si ringrazia infine la Rai Main Media Partner del FAI.

TRA LE ATTIVITÀ IN PROGRAMMA: • Villa e Collezione Panza (VA) – Incontri al tramonto: a Villa Panza con Luca Buzzi

Un viaggio tra spazio e tempo. L’incontro con Luca Buzzi, ricercatore e divulgatore scientifico dell’Osservatorio Astronomico Schiaparelli di Varese, sarà un’occasione per comprendere i misteri delle distanze astronomiche e osservare direttamente l’ammasso stellare nella costellazione di Ercole, la nebulosa ad anello nella costellazione della Lira… e tanto altro ancora. • Parco Villa Gregoriana (RM) – Lucciole per lanterne

Quando cala la sera, lo scenario cambia e si fa magico. Tra le ombre degli alberi monumentali, una visita speciale a porte chiuse consentirà di attraversare il parco sulle orme dei viaggiatori dei secoli passati. Le passeggiate guidate si concluderanno con una cena all’ombra dei templi dell’Acropoli tiburtina. • Bosco di San Francesco (PG) – Bat night

Una serata dedicata ai pipistrelli in compagnia di giovani esperti: dalle passeggiate in notturna per studiarne movimenti e volo, alla «caccia» con il bat detector, per imparare a rispettare e amare questi fondamentali protagonisti dell’ecosistema.

Foto effedueotto.com © FAI

— A Casalzuigno di sera si illumina la scenografica scalinata con terrazze di Villa Della Porta Bozzolo per uno spettacolo unico d’arte e natura

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FACCIAMO STRADA ALLA BELLEZZA DEL NOSTRO PAESE FIRMA DOPO FIRMA

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