Energia, Ambiente e Territorio

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Energia, Ambiente e Territorio Luglio 2012

FAI, Mulino di Baresi, Roncobello (BG)


1 Indice

Introduzione L’Italia che sarà

Indice Introduzione, L’Italia che sarà

Il quadro normativo in sintesi Foto M. Mazzoleni

Gli obiettivi della politica energetica del FAI Primo obiettivo: Efficienza energetica

Secondo obiettivo: Le energie rinnovabili

Eolico

Fotovoltaico

Biomasse

Geotermia

Conclusioni FAI, Bosco di San Francesco, Assisi (PG)

FAI, Mulino di Baresi, Roncobello (BG)

Il FAI sente una nuova responsabilità nella sua missione: la tutela del patrimonio del nostro Paese ci impone nuove sfide soprattutto se guardiamo al futuro, alle generazioni che verranno. L’energia è essenziale alla nostra vita e i cambiamenti climatici sono una sfida che deve indurre a nuovi comportamenti, dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra e prepararci a scenari diversi. Anche per evitare ulteriori danni al nostro patrimonio culturale, ai nostri amati paesaggi, dobbiamo ridurre il consumo di combustibili fossili e accrescere la generazione di energia da fonti rinnovabili.

Dobbiamo imparare a conservare l’energia, ottimizzarne l’uso che ne facciamo, risparmiandola quanto più possibile ed essere cauti e parsimoniosi. La sfida per convertirci ad una energia pulita e razionale può essere una nuova grande opportunità di crescita per uno sviluppo sostenibile e duraturo per l’ambiente e per l’economia. Dobbiamo indirizzare i cittadini, i politici, gli imprenditori verso un nuovo stile di vita, responsabilizzandoli sui consumi energetici, per garantire un futuro al nostro Paese.


Il quadro normativo in sintesi 2

Il quadro normativo in sintesi FAI, Villa Necchi Campiglio, Milano: particolare della centrale frigorifera a pompa di calore, con sistema di raffreddamento ad acqua di falda

1.1 Il Protocollo di Kyoto: le basi La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul tema dei cambiamenti climatici è il risultato della Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi a Rio De Janeiro nel 1992, che ha determinato negli anni un continuo adeguamento degli obiettivi. Punto di partenza è il Protocollo di Kyoto, strumento che impone un vincolo giuridico ai paesi firmatari che si impegnano a ridurre, per il periodo 2008–2012, il totale delle emissioni di gas ad effetto serra almeno del 5% rispetto ai livelli del 1990.

Inoltre i Paesi membri sono tenuti a perseguire alcuni obiettivi per promuovere lo sviluppo sostenibile, tra i quali: • l’elaborazione di politiche nazionali che portino al miglioramento dell’efficienza energetica in settori rilevanti dell’economia nazionale; • la promozione di forme sostenibili di agricoltura; • la ricerca, la promozione, lo sviluppo e la maggiore utilizzazione di forme energetiche rinnovabili. La Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile del giugno 2012 “Rio+20” determina i prossimi parametri.

1.2 L’Unione Europea: le linee di indirizzo Nel 2007 la Commissione Europea ha predisposto una Comunicazione dal titolo “Due volte 20 per il 2020. L’opportunità del cambiamento climatico per l’Europa” con l’obiettivo di rendere l’economia europea il modello di sviluppo sostenibile del XXI secolo. Il Consiglio Europeo ha definito due obiettivi principali: la riduzione, entro il 2020, delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 20% e il raggiungimento entro il 2020 di una quota di energie rinnovabili pari al 20% del consumo dell’UE. Sono seguiti altri strumenti normativi per guidare i Paesi membri nel raggiungimento degli obiettivi fissati nella Comunicazione, tra cui la Direttiva 2009/28/CE del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Questa definisce la ripartizione dell’obiettivo complessivo comunitario del 20% National Trust, Dunster Castle, Minehead UK: impianto solare fotovoltaico

della quota di fonti rinnovabili nella copertura dei consumi finali, in obiettivi individuali per ogni Stato membro, in relazione alla diversa situazione di partenza dei paesi per quanto riguarda il mix energetico e il livello di energia da fonti rinnovabili e in relazione al PIL di ciascuno Stato. Per l’Italia è stato calcolato un obiettivo del 17% con una quota del consumo di fonti rinnovabili al 2005 del 5,2%.

1.3 la situazione italiana Il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011 è il decreto che recepisce la Direttiva 2009/28/CE e definisce dunque gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020, in materia di quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e di quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti. Questo Decreto modifica dunque il sistema degli incentivi

introdotto dal Decreto 79/1999 relativamente ai Certificati Verdi e quello introdotto dal D.Lgs 387/2003 relativamente al Conto Energia. Nel 2012 il Ministero per lo Sviluppo ribadisce che le rinnovabili sono un pilastro fondamentale della strategia energetica nazionale e che l’Italia intende persino superare gli obiettivi dati dalla UE e per questo ha emanato due Decreti Ministeriali: • DM Incentivi a Rinnovabili elettriche non Fotovoltaiche (Ministero dello Sviluppo Economico, in concerto con Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali • DM Incentivi Fotovoltaico (“Quinto conto energia” – Ministero dello Sviluppo Economico, in concerto con Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare)


3 Gli obiettivi della politica energetica del FAI

Gli obiettivi della politica energetica del FAI 2.1 Il primo obiettivo: efficienza energetica Il FAI indica come prioritari gli obiettivi del risparmio e l’efficienza energetica sia nella produzione che nel consumo di energia. Nel “Piano d’azione per l’efficienza energetica: concretizzare le potenzialità” del 2006 la Commissione Europea pone l’obiettivo di mobilitare la società civile e i responsabili politici a tutti i livelli, oltre agli operatori di mercato, e trasformare il mercato interno dell’energia, in modo da fornire ai cittadini della UE edifici, elettrodomestici, processi, veicoli e sistemi energetici che siano globalmente i più efficienti sul piano energetico. Data l’importanza del fattore umano per la riduzione dei consumi di energia, il presente piano d’azione mira inoltre a incoraggiare i cittadini a utilizzare l’energia nel modo più razionale possibile, perché l’efficienza energetica non è solo legislazione bensì scelta consapevole dei singoli. L’obiettivo dato è la riduzione del 20% del consumo di energia entro il 2020. L’Italia da questo punto di vista è ancora estremamente carente, perchè manca una programmazione a livello nazionale, un piano più vasto sul medio e lungo termine. Sarebbe invece fondamentale innescare un’azione che riguardi l’insieme complesso dei settori, dall’edilizia ai trasporti, dal terziario al commerciale, attraverso forme di disincentivazione e politiche fiscali. Un recente rapporto (2007) del Gruppo Erg-Efficiency Research Group del Politecnico di Milano ha evidenziato come i settori considerati di maggior peso per il risparmio energetico sono l’industria con il 47% del risparmio ottenibile entro il 2020, il terziario commerciale con il

33%, seguiti dall’amministrazione pubblica e dal residenziale, con rispettivamente il 7 e il 13 %; tra gli usi finali l’illuminazione e i motori elettrici rappresentano i 2/3 di tutti i risparmi con una buona convenienza economica. L’investimento sul fronte del miglioramento dell’efficienza e del risparmio energetico è prioritario se si vuole che cresca l’apporto delle rinnovabili rispetto al consumo complessivo di energia. Questo deve essere il primo obiettivo per chi intende occuparsi di politiche energetiche e deve essere compito del FAI promuovere un consumo più consapevole ed efficiente delle risorse, nel rispetto della tutela dell’Ambiente e del Paesaggio.

FAI, Bosco di San Francesco Assisi (PG), chiosco informativo: edificio ad alta efficienza energetica realizzato con materiali naturali (legno e sughero) con elevato isolamento termico

2.2 Il secondo obiettivo: le energie rinnovabili Orientarsi verso le energie rinnovabili è una scelta inevitabile che il FAI non può che sostenere. Esiste però un altro aspetto significativo per la definizione di obiettivi in campo energetico e i dati relativi vengono direttamente dalla compagnia petrolifera BP che ha stimato per quanti anni le riserve di petrolio, di gas e di carbone potranno soddisfare il consumo di oggi (rapporto riserve/produzione). È facile comprendere che l’affidamento ai combustibili fossili, oltre a non essere ecologicamente sostenibile, non lo è neanche temporalmente, essendo queste risorse finite e non riproducibili. Le energie rinnovabili, per definizione, sono invece risorse il cui utilizzo non pregiudica la loro disponibilità futura, di conseguenza occorre investire sulle tecnologie più avanzate ad esse associate. Se le rinnovabili non presentano problemi per quanto riguarda la disponibilità delle fonti, non sempre “rinnovabile” è sinonimo di “pulito”, non tutte per esempio sono ‘carbon neutral’ (come nel caso delle biomasse). In Italia la lunga assenza di linee guida nazionali (promulgate solo nel settembre 2010) per lo svolgimento del procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili ed in particolare per assicurarne un corretto inserimento nel paesaggio, ha determinato una crescita priva di regole e causato spesso grossi problemi sia di accettabilità degli impianti da parte della cittadinanza e sia di impatti sulla biodiversità, sul paesaggio e sui Beni Culturali. Di seguito un accenno alle principali tecnologie, con rilievo di alcune criticità.

È bene però misurare queste criticità in base al grado di reversibilità di tali impianti, in quanto, per esempio, pale eoliche o pannelli solari possono essere smontati senza danni permanenti all’ambiente in cui si trovano.


Gli obiettivi della politica energetica del FAI 4

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paesaggistica diviene elemento necessario e non accessorio, così come la pianificazione. Esistono linee guida adeguate e dettagliate, sia a scala nazionale sia regionale, per la valutazione degli impianti ed è importante chiedere che vengano considerate e rispettate.

2.2.2 solE

2.2.1 VENTO L’energia del vento viene trasformata in energia elettrica attraverso l’uso di aerogeneratori (pale eoliche); le dimensioni degli impianti vanno dalla singola pala (mini-eolico) fino ai campi eolici (wind farms) realizzabili sia sulla terra ferma sia in mare (offshore). I possibili effetti indesiderati degli impianti hanno luogo sia su scala locale, sia su area vasta, e sono: l’occupazione del territorio, l’impatto visivo, il rumore, gli effetti su flora e fauna, gli impatti sul paesaggio. L’impatto paesaggistico, prodotto dalla realizzazione di impianti eolici, può essere significativo, ma questo varia fortemente in relazione alle loro caratteristiche costruttive, alla topografia, alle condizioni metereologiche, all’assetto idrogeologico del territorio. Non solo. Come per ogni altra infrastruttura è sulla qualità progettuale – sia dei singoli artefatti sia della composizione del loro insieme – che si gioca la differenza. L’impatto viene oggi notevolmente amplificato dal fatto che gli impianti, progettati separatamente, vengono poi spesso aggregati in aree di confine tra più comuni. È evidente che la progettazione

La fonte solare è la più promettente e si sta largamente diffondendo grazie alla versatilità dei pannelli solari, che possono trasformare l’energia del sole in energia elettrica (fotovoltaico) o in calore (solare termico). Correttamente, il Decreto Legislativo del 28 marzo 2011 (n. 28) ha regolamentato la diffusione dei pannelli solari su terreni agricoli (campi fotovoltaici) rendendo più difficile ottenere gli incentivi, oltre a ridurli; ovviamente l’uso dei suoli agricoli a questo scopo è improprio. Per quanto riguarda l’impatto dei pannelli solari sui tetti privati, nei centri storici e in aree di sensibilità paesaggistica ricordiamo che anche il National Trust ha tra i suoi obiettivi l’autosostentamento energetico e per raggiungerlo ha installato nei suoi preziosi Beni impianti medio-piccoli, che possano produrre energia per il consumo interno: a testimonianza di come sia possibile inserire, anche in ambiti di particolare pregio culturale e paesaggistico, queste innovazioni tecnologiche.

2.2.3 biomasse Le biomasse sono “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ed animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali

ed urbani” (D.Lgs. 387/2003). Esistono diverse tecnologie per lo sfruttamento dell’energia che le biomasse contengono o possono produrre (per esempio con un processo di digestione anaerobica). Tecnologie diverse (come le centrali a biomasse o gli impianti per la produzione di biogas) ma anche dimensioni molto diverse da impianto: dal domestico all’industriale. Per quanto riguarda i grandi impianti a biomasse, gli impatti ambientali possono essere notevoli: uno degli aspetti più problematici per esempio è legato alla materia prima per la produzione dell’energia. La difficoltà nel disporre di una fornitura continua di biomassa può determinare situazioni di non sostenibilità che sfociano nell’importazione della materia da lontano con conseguente perdita dei vantaggi relativi ad un utilizzo dei materiali di scarto e della produzione locale. Gli impianti sovradimensionati possono inoltre causare uno sfruttamento intensivo dei terreni ed una conseguente perdita di spazio per le colture tradizionali e l’attività agricola vera e propria.

il sottosuolo superficiale, per mezzo di una pompa di calore. Provenendo il calore nel sottosuolo in gran parte dal Sole e in parte dal nucleo terrestre, la geotermia a bassa entalpia è classificata come fonte di energia rinnovabile, particolarmente adatta agli impianti domestici di piccola e media dimensione. Il FAI ha già adottato questa tecnologia sia in occasione del restauro di Villa Necchi a Milano, sia nella Chiesa di Santa Croce ad Assisi.

2.2.4 geotermia Vale la pena di citare solo la geotermia a bassa entalpia, che sfrutta lo scambio termico con

FAI, Bosco di San Francesco, Assisi (PG), Centro visitatori di Santa Croce: posa in opera dell’impianto di riscaldamento a pannelli radianti alimentato da una pompa di calore con sonde geotermiche

Reflui zootecnici / letame Il letame e i reflui zootecnici in genere prodotti negli allevamenti, se ben trattati e compostati, sono i migliori fertilizzanti per far crescere un’agricoltura vivente e sana per gli uomini. I loro sostituti chimici che necessitano di maggior quantità di acqua, pur producendo sovente rese più abbondanti, distruggono alla lunga la biodiversità e la fertilità del terreno, con tutti i suoi batteri, funghi, enzimi ecc. L’uso dei reflui zootecnici (liquami animali, letame, concio di bovini, cavalli, maiali, polli) per la produzione di biogas può rappresentare uno spreco di risorse preziose.


35 Conclusioni

Conclusioni Sono otto i punti fondamentali sui quali costruire le linee d’indirizzo delle politiche energetiche del FAI: 1. Ridurre la domanda di energia e favorire un incremento significativo della efficienza energetica 2. Favorire una produzione decentrata in modo da ridurre l’impatto ambientale causato dalle infrastrutture necessarie al trasporto dell’energia 3. Favorire l’incremento delle energie rinnovabili valutando attentamente la tipologia di fonte energetica più adatta ai luoghi e sostenere le micro-produzioni 4. Richiedere una programmazione e una pianificazione energetica chiara ed operativamente utile sia a scala nazionale sia locale. A scala nazionale occorre una Strategia Energetica Nazionale frutto di scelte trasparenti e partecipate. Molte regioni si sono dotate di Piani Energetici, così come alcune Province. Molti Comuni stanno producendo Piani Energetici comunali con risultati incoraggianti. 5. Richiedere alle Regioni i Piani Paesaggistici, ai quali spetta la salvaguardia dei valori espressi dal paesaggio e direttamente tutelati dall’art. 9 della Costituzione 6. Assicurare il coordinamento tra il contenuto dei Piani regionali di sviluppo energetico, di tutela ambientale (reti ecologiche) e dei piani paesaggistici

Veduta di San Gimignano (SI)

7. Richiedere che la localizzazione di tutti gli impianti per la produzione di energie rinnovabili – per la quale è necessario prevedere un sostanziale incremento sul territorio – avvenga sotto la guida attenta di una pianificazione capace di considerare i parametri ambientali e di protezione del paesaggio e della biodiversità alla scala della pianificazione locale. 8. Richiedere che gli impianti ottemperino le necessarie Valutazioni dell’Impatto Ambientale e Paesaggistico, come previsto dalla legge. Consapevoli che comunque l’obiettivo di incremento del settore delle rinnovabili comporterà un adattamento ad un nuovo paradigma estetico

Occorre agire all’interno del quadro normativo e dei principi definiti a scala prima europea e poi nazionale. Laddove insorgono criticità nella localizzazione di impianti, i problemi vanno valutati caso per caso, secondo l’entità dell’impianto, la sua collocazione, la destinazione dell’energia prodotta e l’impatto che l’impianto può avere sul paesaggio e sull’agricoltura.


Ringraziamenti per la disponibilità e l’aiuto si ringrazia il Professor Federico Butera, Dipartimento BEST del Politecnico di Milano www.fondoambiente.it


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