PRIMO CONTRIBUTO ALLA CARTA ARCHEOLOGICA DI SOLETO (LECCE)

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Thierry Van Compernolle

PRIMO CONTRIBUTO ALLA CARTA ARCHEOLOGICA DI SOLETO (LECCE)* 1. Quadro geografico.

Situato a 19 km. in linea d'aria a Sud-SudEst di Lecce, l'abitato di Soleto sorge su un rialto di calcare compatto ippuritico, alto m. 90 s. l. m., de! tutto privo di acque sorgive'. Occupa una posizione centrale nella penisola salentina, quasi ad equidistanza dalle coste dello Ionio, dell'Adriatico e del Canale di Otranto (fig. 1)'. È circondato da un territorio relativamente pianeggiante, tranne verso Sud-Est, dove una serra si rialza progressivamente fino a Corigliano d'Otranto. Condizionato dalla roccia spesso affiorante, il paesaggio delle campagne era probabilmente piuttosto arido, coperto di macchia, con alcune zone meno pietrose e quindi più favorevoli ad un'agricoltura di tipo estensivo.

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2, Storia della ricerca.

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Ben presto nella ricerca storica, nonostante la mancanza di prove, Soleto fu identificata con l'antica Soletum', nominata nella descrizione pliniana del Salento'. Questa ipotesi è stata recentemente accreditata da una nuova analisi del brano pliniano: ne risulterebbe resistenza di un itinerario stradale che, passando per Soletum (Soleto) e per Neretum (Nardò), avrebbe attraversato la penisola salentina da Otranto, sulla costa orientale, fino ad un porto situato sulla costa occidentale, fra Taranto e Gallipoli'. Del tutto incerta rimane, invece, \'identificazione di Soleto con Sallentia', città dei Messapi ricordata da Stefano di Bisanzio', Fin dal 1511, Antonio de Ferrariis Galateo, nel suo De situ Iapygiae, menzionava l'esistenza

Fig. l. Principali insediamenli e santuari messapici del Salento centro-meridionale con v isualizzazione delle relative superficie fortificate (dis, R. Margos).

'" La stesura delle Appendici II e III è stata realizzata Con la collaborazione, rispettivamente, di G.P. Ciongoli e di A. Siciliano.

Terra d·Otranto...• Lecce 1871. p. 178; H. NISSEN. ltalische Landeskuruk, II, Berlino 1902. p. 882. n. 5; M. FLUB, Sole· tum, in RE, ser. II, 3, 1929, col. 917.

Descrizione fisica, geologica e idrografica della Provincia. di Lecce, 1897 (A. Vignola ed., Lecce 1960). p. 292. f Rispettivamente a km. 19, km. 21 e km. 26 in linea d'aria. I S. CASTROMEDIANO. Soleto (rns.). 1841 (A. COFANO AN. ORIOLO ed., in Suppl. a Rassegna Salentina, l, 2, 1976, p. 3); L. MAGGIULLI, Monografia numismatica della Prouincia di l C. DE GIORGI.

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(l'UNE, H. N., 11 (16), 101), in Latomus XLIV, 1985, pp. 849-854. , CASTROMEDIANO, Ioc. cito Più caut;i sono MAGGIULLI, lac. cito e C. DE GIORGI, La Provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio, 11, Galatina 1975 [1883), pp. 39-40, f STEFANO DI BISANZIO, Ethnika. s. '\/. L<XÀ>'&vria, p. 551.


328 a Soleto di una cinta muraria antica, tuttavia allora visibile solo in alcuni tratti'. Questo cattivo stato di conservazione poteva spiegarsi con l'assenza di pietra da taglio nel sottosuolo soletano, e quindi con il continuo recupero, attraverso i secoli, dei materiali edilizi disponibili. Nei secoli successivi, l'ubicazione di queste mura è stata dimenticata', come fu poi dispersa la collezione archeologica e numismatica costituita nell'ottocento dal canonico Giuseppe Manca". Solo occasionali rinvenimenti fortuiti di selci, cocci, sepolture e monete, di età preistorica, messapica e medievale, hanno mantenuto vivo il ricordo, ormai incerto, dell'antico insediamento di Soleto". Ricognizioni preliminari furono avviate dallo scrivente a Soleto nell'ottobre del 1988. Nel maggio del 1989, esse portarono alla scoperta di un tratto di una cinta muraria di età messapica. Altri tratti delle medesime mura furono identificati nell'aprile e nel maggio del 1990. La collaborazione del Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Lecce", della Soprintendenza Archeologica della Puglia" e del Comune di Soleto" ci ha consentito il recupero di numerose informazioni e di vari materiali presso cittadini di Soleto,

appassionati della storia del loro paese, che avevano raccolto con cura e pazienza dati ricavabili da numerosi cantieri pubblici e privati aperti a Soleto negli ultimi quindici anni". Le vecchie scoperte già pubblicate, i rinvenimenti registrati nell'Archivio della Soprintendenza di Taranto e i dati nuovi sono stati riuniti su di una prima carta archeologica di Soleto e del suo territorio (fig. 21), realizzata sulla base dei fogli I.G.M. in scala 1:25.000, di rilievi aerofotogrammetrici in scala 1:10.000, 1:2.000 e 1:500 e delle fotografie aeree del territorio di Soleto. Si è pure ritenuto opportuno elaborare una carta dettagliata dell'abitato di Soleto (fig. 22), la cui espansione ha occasionato, nell'ultimo cinquantennio, danni notevoli ai resti dell'insediamento antico. Nonostante si tratti di rinvenimenti per lo più non accertati dallo scavo, risulta possibile delineare fin d'ora un primo bilancio dell'indagine storicoarcheologica nel territorio soletano. Si possono anche proporre, come problematica di base per un futuro programma di ricerche sistematiche", alcune ipotesi di lavoro sia circa le varie fasi di occupazione del territorio" sia circa alcuni aspetti più generali della civiltà iapigio-messapica".

A. DE FERRARIIS GALATEO, Epistole salentine (M. PAONE ed.), Galatina 1974, p. 150: Ampliam fuisse hac urbem vesti· gia murorum aliquìbus in locis ostendunt. g L'esistenza di antiche mura di cinta è sconosciuta a F. LENORMANT, Antiche mura e necropoli (Académie des Inscriptions et des Belles-Lettres, 25-XI e 16·XlI·1881). in G. DOTOLI e F. FIORINO, Viaggiatori francesi in Puglia nell'ottocento, IV, Il uiaggio di F. Lenarmant,Fasano 1989, pp. 340-341. lO DE GIORGI, La Provincia, cit., pp. 44-45. 11 V. ZACCHINO, Soleto nota e malnota, in Paesi e figure del vecchio Salento (A. de BERNART ed,), lI, Galatina 1980, p. 2; IDEM, In umbilico totius peninsulae: Galatina e dintorni dai Bizantini ai Napoleonidi, in M. CAZZATa, A. COSTANTINI e V. ZACCHINO, Dinamiche storiche di un'area del Salento: Ga· latina, Soleto, Cutrofiano, Sogliano, Neviano, Collepasso, Galatina 1989, p. 233. 12 Desidero esprimere la mia gratitudine al Prof. Fr. D'Andria, che mi ha incoraggiato e consigliato in questa ricerca. Molto stimolanti sono stati i frequenti scambi di idee e opinioni con i Proff. C. Pagliara, M. Lombardo, M. Guaitoli, A. Siciliano, P. Arthur, E. Ingravallo e L. Giardino, e con i Dott. B. Belotti, M. Caggia, L. Campagna, M. T. Giannotta, K. Mannino, V. Melissano, A. M. Orlando, H. Patterson, D. Rubis, G. Semeraro e A. Travaglini. Occasionalmente, mi hanno anche aiutato i Tecnici A. Guercia e A Piccinno, l'Ing. G. Carluccio e gli Studenti E. Costantini e G. A. Indino. il Un vivo ringraziamento al Prof. P. G. Guzzo, già Soprintendente Archeologo della Puglia, che mi ha consentito di avviare queste ricerche preliminari, e al Dott. G. Andreassi, ora Soprintendente. Sono particolannente lieto che i dati conservati nell'archivio della Soprintendenza mi siano stati preparati per la pubblicazione dal Dott. G.-P. Ciongoli, Ispet-

tore della Soprintendenza per la Provincia di Lecce (v. Appendice II): è una testimonianza concreta dell'ottimo spirito di collaborazione che ha presieduto a tutta la fase iniziale dei lavori a Soleto. I. Oltre al loro appoggio morale, le successive Giunte di Soleto, e in particolare i Sindaci Prof. A. Cagnazzo, Dott. D. Palmisano e, nuovamente, il Prof. A. Cagnazzo, l'Assessore Prof. A. Zollino e il Consigliere Prof. R. Sponziello, mi hanno fornito una documentazione cartografica completa ed aggiornata del territorio comunale. I~ Fra i tanti cittadini di Soleto che mi hanno aiutato durante le mie ricerche, vorrei ringraziare più particolannente il Sig. G. Stanca, l'Arch. G. Miccoli, il Sig. A. Palmisano e l'Arch. T. Rizzo. 1$ Tale programma verrà avviato nell'estate del 1991 dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'.Università Libera di Bruxelles nell'ambito di convenzioni di cooperazione con l'Università di Lecce e con il Comune di Soleto, e in stretta col· laborazione con la Soprintendenza Archeologica della Pu· glia. 17 Essendo costretti a studiare e interpretare i reperti prescindendo dal loro contesto originario di appartenenza, preferiamo rimandare a più tardi la loro esaustiva pubblica· zione, quando dati di scavo consentiranno un loro più preciso inquadramento. Si è, però, ritenuto opportuno dare in appendice una breve descrizione dei diversi ritrovamenti (v. Appendici I e II), in modo di favorire la tutela delle zone e strutture archeologiche evidenziate. 13 Sintesi sullo stato della ricerea in F. D'ANDRIA, Messapi e Peuceti, in Italia omnium terrarum alumna. La civiltà dei Veneti, Reti, Liguri, Celti, Piceni, Umbri, Latini, Campani e lapigi, Milano, 1988, pp. 651-715.

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Fig. 2. SOLETO - Ceramica tardogeometrica e subgeometrica iapigia (dis. R. Margos e T. Van Compernolle).

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Fig. 3. SOLETO - Frr. di ceramica ad impasto.

3. Soleto nella preistoria. Le più remote frequentazioni umane note nel territorio soletano risalgono al Paleolitico superiore. Piccole stazioni all'aperto furono evidenziate dal De Giorgi negli anni 1874-1879". l materiali Iitici allora raccolti sono stati studiati nel 1939 ed attribuiti dal Cardini alla facies romanelliana del Paleolitico superiore". Non meglio attestate sono le fasi del NeoEneolitico e dell'età del Bronzo".

4. L'età del Ferro. Ampiamente documentata risulta invece la prima età del Ferro: rinvenimenti di frammenti di ceramica figulina a decorazione dipinta del Tardogeometrico e del Subgeometrico iapigio l~ DR GIORGI,

La Provincia, cit., pp. 41-42 (v. Appendice

II, nrr. 15,59). ~, L. CARDINI

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C. DRAGO,

Catalogo della Mostra preistori·

ca dell'antica Messapia, Lecce 1939, pp. 20, 35; L. CAnDINI, Il paleolitico superiore delle stazioni all'aperto di Soleto (Lecce), in RivScPr, l, 1946, pp. 223-225; R. PERONI, Archeologia della Puglia preistorica, 1967, p. 31. Il toponimo Appidè citato dal Peroni (forse al posto di Ampeli) non è attestato nel terri-

(fig. 2)22, di fabbrica locale, testimoniano la presenza di un ampio e fitto abitato sin dalla seconda metà dell'VIII sec. nelle odierne contrade Quattrare, Rangali, e Fontanelle. Questo momento di grande incremento demografico è ben attestato dalle ricerche condotte in atri insediamenti iapigi23.

Le produzioni tardogeometriche e subgeometriche iapigie di Soleto sono caratterizzate dalla presenza, accanto a forme comuni a vari centri produttori (fig. 2, nrr. 1-2,4,6-7), di forme insolite che non si potrebbero mettere a confronto con oggetti rinvenuti in altre località salentine. Così due piedi con perforazioni intenzionali integrate nella sintassi decorativa del vaso (fig. 4, nrr. 5-6), confrontabili solo con frammenti di vasi situliformi ad alto piede perforato del tardo seria l'Appidè, a SW. del paese). " V. Appendice Il, nr. 16. -n V. Appendice II, nrr. 26-28, 35, 37, 44-46, 56. u F. O'ANDRIA, Osservazioni sui materiali arcaici di Vaste, in StAnt, 2, 1981, pp. 120-121; F. D'ANDRIA, Documenti del commercio arcaico tra Ionio ed Adriatico, in Magna Grecia, Epiro e Macedonia. Atti del XXN Conu. di Studi suLLa Ma~na, Grecia (Taranto, 1974), Napoli, 1975, p. 357; F. O'AN-


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Fig. 4. SOLETO ~ Ceramica ad impasto, ceramica tardogeometrica greca, ceramica tardogeometrica e subgeomctrica iapigia (dis. R. Margos).


332 Neolitico albanese". Difficilmente si potrebbe stabilire se si tratti di qualche reminiscenza culturale di origine illirica" o di una creazione originale dell'artigianato iapigio soletano. Lo scarto cronologico ovviamente troppo ampio fra il Neolitico albanese e l'età del Ferro salentina indurrebbe a preferire la seconda ipotesi, anche se un frammento di beccuccio filtro (fig. 2, nr. 5), unicum a nostra conoscenza nella ceramica iapigia, trova confronti generici nell'ambiente daunio, anch'esso di origine illirica. Spesso di alto livello qualitativo si rivelano i frammenti di vasi di ceramica ad impasto bruno rossastro o nerastro", per lo più di grandi contenitori (fig. 3) ma anche di fornelli (fig. 4, 1-2), fra i quali spicca un piede a forma di zampa leonina. Questi materiali sono tuttavia difficilmente databili: la loro produzione potrebbe essersi proseguita fino al V sec. a. C.". Molto rilevanti, sia per la datazione, sia per !'inquadramento storico-archeologico di questa fase insediativa, sono alcuni frammenti di vasi greci importati. Un frammento di un bocaletto risalente al momento finale del Tardogeometrico

corinzio (fig. 4, nr. 3)", verso il 720 a_ C., attesta contatti indiretti con il mondo greco tramite l'insediamento portuale di Otranto. Con il proseguirsi e lo svilupparsi delle indagini archeologiche nel Salento centro-meridionale, il ruolo di questo approdo, evidenziato negli ultimi quindici anni da Fr. D'Andria", appare sempre più fondamentale per la penetrazione di influenze elleniche in questa fase della civiltà iapigia". Un frammento di hydria a fasce di fabbrica cicladica o greco orientale del VII sec. 31, frammenti di anfore commerciali arcaiche soprattutto corinzie, due frammenti di kotylai del Corinzio medio o tardo" forse del secondo quarto del VI sec., un frammento di band cup attica a vernice nera" della metà del VI sec. e tre frammenti di crateri attici a figure rosse (fig_ 5)" attestano una continuità nelle relazioni con gli approdi della costa adriatica", in particolare con Otranto. Un frammento di bocaletto del Subgeometrico iapigio con decorazione a raggi intorno alla base (fig. 4, nr. 4) rivela quanto profonda fu !'influenza dei modelli corinzi sulla produzione artigianale iapigia del VII sec. a. C.30·.

,. P. LERA, Vendbanimi i neolitit te vane ne Barç, in lliria. 1987, l, p. 41, lav. XlI, orr. 1-4; P. LERA, Vendbanimi i neolitit li! vone ne Dersnik, in !liria, 1988,2, p. 40, tav. XN, orr. lO e 12. ~ Altro caso alquanto problematico in T. VAN CoMPERNOLLE. Céramiqu.e géométrique messapienne: deux petits uase~ jum.elés de la fin du VI' siècle, in BMAH, 56, l, 1985, p. 93. x V. Appendice Il, nrr. l, 13, 17,25-30,37,43,46,48,56, 60; Appendice I, Dr. 2. U D. YNTEMA, Gli artigiani della Messapia, in Magna Graecia, XXVI, 1-4, 1991, p. 6. VI Inv. SL 90 A121, dalla zona App. II, nr. 28, Cfr. M. RoBERTSON, Excavations in Ithaca, V. The Finds, I, The Pottery, in ARSA, XLlIl, 1948, pp. 65-67, fig. 40; tav. 22. 'llI F. D'ANDRIA, Salento arcaico: la nuova documentazione archeologica, in Salento arcaico. Atti del Colloquio internazionale - Lecce 5-8 aprile 1979, Galatina, 1979, pp. 15-25; F. D'ANDRIA, Osservazioni, cit., pp. 120-122; F. D'ANDRIA, Il Salento nell'VIII e VII sec. a. Co: nuovi dati archeologici, io ASAA, LX, 1982, pp. 101-116. Per la presenza di cero tardogeometrica corinzia a Otranto, Vaste, Muro Leccese, Rocavecchia, Cavallino, Porto Cesareo e Valesio, v, F. D'ANDRIA. Documenti, cit., p. 357; D. YNTEMA, Attività della Missione olandese della Libera Università di Amsterdam a Valesio (BR), in Ricerche e Studi, XIII, 1980-1987, p. 81, fig. 11; AA.VV., Archeologia dei Messapi, Bari, 1990, pp. 39-43, 5455, 205-207, 229. .. D. YN'TEMA, Diffusione di alcuni ornamenti di origine balcanica nelle ceramiche matt-painted dell'Italia meridio-

nale, in Salento porta d'Italia. Atti del Convegno internazionale (1..ecce 27-30 Novembre 1986), Galatina, 1989, pp. 89-90; F. D'ANDRIA, Messapi e Peuceti, cit., pp. 656-657. u Iov. SL 90 A3 7, dalla zona App. II, nr_ 12. Cfr. per es. F. D'ANDRIA, Cavallino (Lecce): ceramica ed elementi architettonici arcaici, in MEFRA, 89, 1977, pp. 538-539, fig. 8; AA_W., Archeologia dei Messapi. cit., p. 46 (da Otranto). n Inv. SL 90 Al 133, dalla zona App. II, nr. 28. e Inv. SL 90 K4 37, dalla zona App. II, or. 56. Cfr. H. PAYNE, Necrocorinthia, Oxford, 1931, pp. 309-310, 323, 324, 334-335; R. S. YOUNG, in Corinth, XIII, The North Cemetery, Princeton, 1964, pp. 106-108; F. D'ANDRJA, Cavallino, cit., p. 536, ligg. 6·7. Per lo sviluppo della forma: D. A. AMyx e P. LAWRENCE, in Corinth, VII, 2, Archaic Corinthian Pottery and the Anaplaga Well, Princeton, 1975, pp. 73-78. n lnv. SL 90 F2 286, dalla zona App. II, nr. 27. Cfr. B. A. SPARKES e L. TALCOTI, The Athenian Agora. XlI, Black and Plain Pottery 01 the 6th, 5th and 4th Centuries B. C., Princeton, 1970, pp. 90, 389-391, nrr. 389-391, tav. 18, fig. 14. Inv. SL. 90 Al 134, dalla zona App. Il, nr. 28; invv. SL 90 VL 2 140 e SL 90 Z 15b VL l dalla località Violeddra (zona App. I, nr. 2). Sulla distribuzione della classe: K. MANNINO e D. RUBIS, Due crateri attici a figu.re rosse dalla necropoli di Vaste, in Stu.d.Ant, 6, 1990, pp. 138 e 145. • Su Questo tema: G. SEMERARO, Ceramiche arcaiche di importazione greca nel Salento: prime note, in Salento porta d'Italia. Atti del Convegno Internazionale (Lecce 27-30 No· vembre 1986). Galatina, 1989, pp. 93-99. ;)I Altri casi di simile influenza a Cavallino: F. D'ANDRIA, Documenti, cit., p. 359. )l


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Fig. 5. SOLETO - Fr. di cratere a colonnette attico a figure rosse, secondo quarto del V sec. a. C. circa.

Fig. 6. SOLETO - Porta offerte o focaccetta votiva di terracotta, fine del VII o inizio del VI sec. a. C. circa.

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Fig. 7. SOLETO - Forme numericamente dominanti nel deposito in zona App. II, nr_ 27 (dis. R. Margos). Nel corso del VI secolo compaiono oggetti di produzione coloniale greca, in particolare coppe ioniche da fabbriche metapontine e tarantine", a testimonianza di una corrente di scambi collegata agli approdi messapici della costa ionica del Salento". In questa corrente possono forse inserirsi una moneta incusa di Metaponto 39 , di cui abbiamo l'impronta su un peso da telaio, ed un triobolo di argento di Thourioi, della fine del V sec., anch'esso rinvenuto nell'insediamento peri-

ferico in località Violeddra". Accanto a queste testimonianze di contatti indiretti con il mondo greco, un oggetto singolare nel Salento illustra un aspetto ancora poco conosciuto della civiltà iapigio-messapica: le pratiche cultuali". Si tratta di una porta offerte o focaccetta votiva (fig. 6), confrontabile solo con manufatti simili rinvenuti in contesti sacri del Lazio arcaico", Una datazione dell'oggetto verso la fine del VII o l'inizio del VI sec. è ipotizzabile.

J~ Inv. SL 90 A5 2, dalla zona App. Il, nr. 17; inv. SL 90

'" Sulle relazioni stabilite dai Metapontini con il mondo messapico: F. D'ANDRIA, Messapi e Peuceti, cit., p. 662. .0 V. Appendice I, or. 2 ed Appendice III. " Vedi C. PAGLIARA, Prime note per una storia dei culti nel Salento arcaico, in Atti dell'VIlI Convegno dei Comuni messapici, peuceti e dauni (Alezio, 14-15 novembre 1981), Bari, 1983, pp. 143-151; F. D'ANDRIA, Messapi e Peuceti, cit., pp. 658. 662. 01 Cfr. ad es. A. SOMMELLA MURA, in Civiltà del Lazio primitivo, Roma, 1976, pp. 145~146; tav. XVII, nr. 10; G. DE

A7 18, dalla zona App. lI, nr. 26; inv. SL 90 F2 9-10 e 285, dalla zona App. II, nr. 27 (coppe del tipo B2 della tipologia di F. Vlu.AnD e G. VALLET, Mégara Hyblaea. V. Lampes du VII' siècLe et. chronologie des coupes ioniennes, in MEFR, 67, 1955. pp. 14-31). ,~ A conferma di questa ipotesi la relativa scarsità delle coppe ioniche a Otranto: v. G. SEMERARO, Otranto dal VI sec. a. C. all'eta ellenistica (scavi 1977-79), in StudAnt, 4, 1983, pp. 157-158.


334 È molto probabile che un contesto archeologico distrutto nel corso di lavori edilizi in contrada Quattrare" abbia avuto funzione di deposito votivo. Si tratta di una profonda buca nel banco roccioso, nella quale furono raccolti circa 1450 frammenti ceramici. Questo complesso, abbastanza unitario anche se si possono individuare pochissime intrusioni di frammenti di vasi di età medievale provenienti sicuramente dai lavori di sistemazione del viale Italia, comprende 1,7% di ceramica ad impasto, 3,6% di ceramiche geometriche iapigia e messapica, 4,3% di ceramica a vernice nera, 14,3% di ceramica da fuoco, 13,9% di ceramica a decorazione lineare e 58,7% di ceramica acroma. Dentro queste ultime due classi, tre forme sono numericamente dominanti: la coppa echiniforme monoansata, il boccale monoansato e la lekane (fig. 7). La datazione assoluta di questi vasi rimane molto problematica: fra i materiali in associazione, si notano frammenti di vasi del Tardogeometrico iapigio, di una band cup attica a vernice nera, di tre coppe ioniche, di stamnoi a decorazione fitomorfa o lineare e di vasi a vernice nera di età ellenistica. Conviene quindi, per stabilire la cronologia della produzione a Soleto di queste forme dominanti nel deposito, aspettare di essere in possesso di dati stratigrafici da scavi regolari. Questo insieme di materiali, notevole per la straordinaria frequenza di un numero ridotto di forme, ricorda, sotto una forma meno ellenizzata, i depositi votivi del santuario di Monte Papalucio di Oria". Le condizioni del rinvenimento invitono ad una interpretazione in chiave cultuale legata alla sfera ctonia o delle acque. Problematica rimane la più antica documentazione dal territorio. La scoperta di due depositi di asce di bronzo ad occhio" conferma quanto dinamica fu l'attività artigianale nella prima età del Ferro. Non si può tuttavia stabilire se già in questo momento !'insediamento periferico in località Violeddra fosse occupato: pur essendo pre-

senti molti frammenti di ceramica ad impasto. mancano finora frammenti di ceramica dipinta anteriore al VI sec. Nel VI sec. sorse anche un ampio abitato nei pressi di Corigliano d'Otranto". Può darsi che questo periodo sia stato caratterizzato da una più fitta e più organica occupazione del territorio, da collegare con un nuovo incremento demografico. L'esistenza di questi abitati periferici è in contradizione con il modello di occupazione centralizzata del territorio nel VI sec. a. C. pro· posto dopo le ricognizioni sistematiche condotte dall'Università di Amsterdam ad Oria". La si· tuazione osservata ad Oria, probabilmente con· dizionata da relazioni conflittuali con i Greci di Taranto, non potrebbe quindi essere considerata come emblematica del sistema occupativo del territorio nell'insieme del mondo messapico. Nel Salento centro·meridionale, troppo lontano da Taranto per incorrere il pericolo di improvvise incursioni belliche, si potevano sfruttare le terre migliori senza dover concentrare la popolazione in un unico insediamento di tipo urbano.

PALMA, in Enea nel Lazio: archeologia e mito, Roma, 1981, pp. 40·41; P. VIRGILIO, ibidem, p. 124; A. MAGAGNANI, ibidem, pp. 146·147.

lento, Trani, 1955, p. 26; R PERONI, Archeologia, cit., p. 126. .. V. Appendice I, nr. 5. .7 D. YNTEMA, La ricerca topografica nel territorio oritorw, in ASP, XXXIX, 1986, pp. 22·24. ... G.-P. CIONCOW, Soleto (Lecce), uiale Italia, in Taras, Xl, 1991, p. 291. uV. Appendice Il, nrr. 4-5. "" J.-L. LAMoOLEY, Vaste, in AA.W., Le fortificazioni messapiche della Prouincia di Lecce: itinerari, Galatina, 1990, s. p.

uV. Appendice 11, nr. 27. H

F. D'ANDRIA, Oria. Seaui in località Monte Papalucio,

in Salento arcaico. Atti del Colloquio Internazionale· Lecce 5·8 aprile 1979. Galatina, 1979, pp. 27-28; Archeologia dei Messapi, cit., pp. 237·306. •~ M. BERNARDlNI, Panorama archeologico dell'estremo Sa-

5. L'età ellenistica. Considerazioni più articolate possono formu· larsi riguardo all'organizzazione sia del centro urbano, sia del territorio in età ellenistica. Il centro urbano era costituito da piccoli edifi· ci, con basamento dei muri in piccoli blocchi di pietra calcarea locale, affacciati su strade a bat· tuto di pietrame e tufina". Ha restituito fram· menti di ceramica dipinta a decorazione floreale o fitomorfa di fabbrica locale (fig. 8). Era circon· dato da un'ampia cinta muraria. Del tratto me· glio conservato, situato in località Gatta", a Nord dell'abitato, rimane visibile un solo filare di blocchi squadrati isodomi di carparo (figg. 9lO). La struttura del muro ricorda la cinta mu· raria di Vaste, datata al IV sec. a. C.'" I tratti fio


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Fig. 8. SOLETO - Ccramica mcssapica dci IV scc. a. C. (dis. R. Margos c T. Van Compcrnollc).


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Fig. 9. SOLETO, loe. Gatta, tratto N. della cinta muraria messapiea (zona App. II, nr. 4). Fig. IO. SOLETO, loc. Galla, trallo N. della cinta muraria messapiea (zona App. Il, nr. 5).


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Fig. Il. SOLETO - Bacile di bronzo martellato (dis. R. Margos).

Fig. 12. SOLETO - Fr. di skypllOS dello stile di Gnalhia.

Fig. 13. SOLETO - Elemento di sostegno pcr la cottura di vasi.

nora individuati:il non consentono la restituzione dcI tracciato dell'intero sistema difensivo. Le neeropoli sembrano estendersi dentro le mura, negli spazi liberi fra l'abitato e la cinta.

Estremamente numerose le segnalazioni ed i rinvenimenti fortuiti che sembrerebbero consentire !'identificazione di diversi nuclei di sepolture: verso Nord in contrada Rangali, contrada

~l v. Appendice II, nrr. 1-5,7.


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Fig. 14. SOLETO - Loc. Violeddra (dis. R. Margos).


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Fig. 15. SOLETO - Altare tripartito di calcare, dalla località Yioleddra (App. I, nr. 2), età ellenistica.

Fontanelle e località Pozzelli, verso Nord-Est in località Varra, verso Est in località Trappeto, verso Sud-Est in località Cupone, verso Sud in via Piave, verso Ovest intorno a via Risorgimen~ to". Ai pochi materiali recuperati già noti" possiamo aggiungere frammenti di un cinturone bronzeo con fermagli "a corpo di cicala" (fig. 14 nrr 3-4), di un tipo comune nel IV sec. a. C.", e parte di un bacile di bronzo martellato di fabbrica locale o regionale (fig. 11)". Come osservato in altre zone della Messapia, in particolare ad Oria, nel corso del IV sec. a. C., lo spazio extraurbano viene fittamente occupato da nuclei abitativi rurali". Materiali di età ellenistica sono stati raccolti nei territori comunali di Cutrofiano (contrada Badia), Sogliano Cavour (contrada Iacoaro) e Soleto (iocalità Violeddra, Masseria di Colamaria)".

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v. Appendice II, nrr. 6, 8·11, 19, 22·24, 32-33, 36-37, 40,47,51·52,54,57-58,61·64. U P. ROMANELLI, Corpus Vasorum Anliquorum, Lecce, Museo Provillciale, II ([talia, VI), IV Dr, tav. 17,4 (Italia, 256) e lavo 38, 6 <Italia. 277); M. BERNARDINI, Vasi dello stile di Gnathia. uasi a vernice nera, Bari, s. d., tavv. lO. 6; t7, 5; t9, 22; 24, lO; 31, 4; 38, 3; 39,13; 46, 7; 59, 4; 61, t3. M Cfr. G. OELLI PONTI, l bronzi del Museo provinciale di

In località Violeddra, intensi lavori agricoli hanno riportato alla luce parte di un corredo funebre con skyphos frammentario dello stile di Gnathia (fig. 12). Rilevante anche la presenza di attrezzi artigianali: frammenti di enormi pithoi a decorazione incisa (fig. 14 nr. 8), alcuni pestelli (fig. 14 nr. 7), un elemento di sostegno per la cottura di vasi di grandi dimensioni (fig. 13). Pratiche religiose sono attestate da un altare tripartite di calcare con fregio scolpito di dadi ed astragali (figg. 15-16) e da un frammento di cippo calcareo iscritto con lettere e cornice incise dipinte di nero (fig. 14, nr. 2). Che si tratti di un frammento di cippo piuttosto che di lastra tombale può dedursi dalle piccole dimensioni delle lettere e della cornice. Il frammento è troppo minuto per consentire qualsiasi ipotesi riguardo al testo iscritto. A questo documento epigrafico viene ad

Lecce, Galatina, 1973, p. 49, nr. 71, tav. 45 (da Rudiae); M. LABELLARTE, in AA.W., Archeologia di una città. Bari dalle origini al X secolo, Bari, 1988, p. 339, nr. 737, fig. 483 (da Ceglie del Campo); A. ALESSIO, in AA.VV., Archeologia dei Messapi, cit., p. 329, nr. 9 (da Li Castelli>. $S Cfr. G. DELLI PONTI, J bronzi, cit., p. 29, nr. 32, tav. 25 (da Rudiae). ~ F. D'ANDRIA, Messapi e Peuceti. cit., p. 692. ~l V. Appendice I, nrr. 2-3, 7·8.


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Fig. 16. SOLETO - Altare tripartito di calcare, dalla località Violeddra (App. I, nr. 2), età ellenistica (dis. G. Carluccio e C. Ortigoza). Fig. 17. SOLETO - Blocco calcareo frammentario da un altare, con fregio di metope e kymation lesbio, dalla Masseria di Colamaria (App. I, nr. 3), età ellenistica (dis. G. Carluccio e C. Ortigoza).


341

Figg. 18-19. SOLETO - Blocco calcareo frammentario da un allare. con fregio di melope c kymationlesbio, dalla Masseria di Calamari a (App.!, nr. 3), età ellcnistica.

aggiungersi un graffito su di un peso da telaio (fig. 14, nr. l) trovato nel centro urbano di Soleto. Anche nei pressi della Masseria di Colamaria si è recuperata una importante testimonianza di pratiche cultuali di età ellenistica in ambiente rurale. Si tratta di un blocco calcareo scolpito (figg. 17-19) ornato da un fregio di metope e triglifi e da un kymation lesbio (fig. 18) ispirato da modelli tarantini della seconda metà del IV sec. a. C.". Il blocco è stato ritagliato e riutilizzato come soglia in età romana. Una metopa è stata sezionata con questo intervento. Perciò sembra verosimile che il blocco fosse stato ritagliato in due parti. In tale caso, la sua lunghezza complessiva sarebbe stata di circa 85 cm. L'altra estremità del blocco è quasi intatta come dimostrano tracce di anatirosi. Non si tratta, quindi, di un blocco isolato bensì di una struttura edificata, di dimensioni tuttavia ridotte visto la piccolezza delle metope, larghe appena 13,5 cm. Siamo dunque in presenza di parte di un altare di un tipo noto tramite scene mitologiche raffigurate su vasi apuli a figure rosse". La presenza di un frammento di ceramica a vernice nera di età ellenistica fra i numerosi frammenti di ceramiche di età romana imperiale raccolti sul sito

Cfr. H. KLUMBACH, Tarentiner Grabkunst, Reutlingen, 1937, p. lO, or. 42, tav. A; J. C. CARTER, The Sculpture of Ta· ras, Philadelphia, 1975, pp. 53-54, nr. 88, tav. lSe. S!t A. D. TRENDALL, Red Figure Vases South Ilaly and Sicily: a Handbook, Londra, 1989, figg. 179, 205, 206. .... Lo stesso fenomeno si può osservare in altri centri mes· sapici; v. F. D'ANDRIA, Messapi e Peuceti, cit., p. 712. "V. Appendice II, nr. 27. SIO

or

attesta una sua frequentazione in età preromana. I depositi archeologici di età ellenistica sono probabilmente stati cancellati dall'abitato di età romana nel quale fu riutilizzato il blocco scolpito, poi riportato alla luce, insieme alle ceramiche romane, da arature finora non molto profonde. 6. L'ctà romana. La conquista romana del 267/6 sembra coincidere con una distruzione ed un abbandono, almeno parziale, dell'abitato di Soleto e degli insediamenti del territorio". Pochissimi frammenti di ceramica a pasta grigia attestano sporadiche frequentazioni a Soleto nel Il e nel I sec. a. C. Dal deposito votivo in contrada Quattrare" proviene una coppa a parete espansa e ad orlo estroflesso con doppia scanalatura al di sotto dell'orlo, in pasta grigia, databile verso la metà del)) sec. a. C.", che potrebbe dare testimonianza di una sopravvivenza del culto fino a questo periodo. Questo vaso si inserisce in un gruppo di prodotti regionali di scarso livello qualitativo" caratterizzato da una vernice grigiastra, opaca e squamata e da una pasta molto porosa. Tre lastre tombali iscritte, rinvenute a Soleto e in loca-

"2

Cfr. L. GIARDINO, Sulla ceramica a pasta grigia di Me·

taponto e sulla presenza in essa di alcuni bolli iscritti: studio preliminare, in StAnt, l, 1980, p. 268, tipo b. 6l J.-P. MOREL, Obseruotions sar l'artisanat dans le Sa· lento à l'époque heLLénistique et romaine, in Salento porta d'Italia. Atti del Convegno Internazionale (Lecce 27-30 Novembre 1986), Galatina, 1989, p, 118.


342 Iità Pisanello di Galatina, sono datate, sulla base di criteri paleografici, l'una del IIIIIl sec., le • due altre del lI1I sec. a. C.... E molto probabile cbe questi scarsi dati siano pertinenti a piccoli nuclei di abitato sparsi nel territorio dopo la distruzione del centro urbano e della sua cinta muraria65 . All'età graccana risalirebbe, secondo R. Compatangelo, l'impianto di una centuriazione nel territorio soletano", allora integrato nell'a· ger di Lupiae. Varie tracce del reticolo di questa centuriazione, ben nota dagli studiosi locali", si vedono ancora oggi nella campagna soletana dove, però, nello stato attuale della ricerca, nessun rinvenimento archeologico consente di confermare la datazione proposta dalla Compatangelo. I materiali di età romana raccolti nell'insediamento rurale della Masseria di Colamaria non sono anteriori al I sec. d. C. (fig. 20), quelli dalla località Zuccala di Sternatia sono ancora in corso di studio 68 • Gli insediamenti di località Pisanello (Galatina), di contrada Badia e contrada Scacciato (Cutrofiano) e di località Padulaci (Corigliano d'Otranto) sono molto probabilmente esterni al reticolo della centuriazione". In ragione di queste evidenti lacune documentarie 70 , si riterrà per il momento ipotetica la datazione avanzata dalla Compatangelo. Il III sec. d. C. sembra corrispondere ad un periodo di più intenso sfruttamento del territorio. Le sigillate cbiare africane (fig. 20) e le ceramiche comuni, da cucina e da mensa, sono fre~ quenti negli insediamenti rurali ed anche pre· senti sporadicamente a Soleto. I più importanti abitati rurali sembrano sopravvivere fino al VI sec. d. C. (fig. 20)".

Da Soleto (v. zona App. II, or. 47), prima del 1935: O. PARLANGELI, Studi messapici, Milano, 1960, p. 177, 1M 20.12; C. DE SIMONE, Die messapischen Inschriften, Wiesbaden, 1964, p. 103, nr. 180. Da Soleto, 1856: L. G. DE SIMONE. Note Japygo-meSMlpiche, Torino, 1877, p. 60; O. PARLANGELI, Studi, cit., pp. 176-177, 1M 20.11; C. DE SIMONE, Die messapj· schenlnschriften. cit., p. 106, nr. 190. Dalla località Pisanello di Galatina, 1882: NSA, 1884, p. 132; O. PARLANGELI, Studi, cit., p. 178, 1M 21.11; C. DE SrMONE. Die messapischen Inschriften, cit., p. Hl, or. 194. ,,~ Situazione simile a Vaste: P. CAGGIA, in AA.VV., Archeologia dei Messapi, cit., p. 50. R. COMPATANGELO, Un cadastre de pierre: le Salento ro· main. Paysages et structures agraires, Besançon, 1989, pp. A<

<;ti

119 e 141, figg. 7b, 34 e 62. vedi Appendice I, nr. 11.

Fig. 20. SOLETO - Frr. ccmmici di clà romana imperiale.

7. L'età medievale. Studiosi locali hanno ipotizzato che la pianta ortogonale del centro storico di Soleto possa risalire all'età romana imperiale". Mancano tuttavia indizi a sostegno di una tale ipotesi. Visto il suo diretto rapporto topografico con la cinta muraria edificata nel 1334", sembrerebbe infatti più verosimile cbe questa pianta risalga al periodo medievale. Il fatto che la seconda metà del XIII e il XIV sec. siano stati per Soleto un periodo di particolare floridezza è attestato più dal patrimonio monumentale del centro storico74 che da rinvenimenti archeologici. Frequenti, però, i ritrovamenti di frammenti di ceramiche medievali. Degno di nota è il rinvenimento di una tomba a cassa di lastre di carparo, da cui proviene una

., A. COSTANTINI, in M. CAZZATO, A. CHINO, Dinamiche, cit., p. lO.

COSTANTINI e V. ZAC-

.. V. Appendice I, nrr. 3-4. /i!o V. Appendice I, nrr. 6, 8-10. '" V. anche V. MELISSANO, Ricerche archeologiche MI ter· ritorio di Cutrofiano ([.ecce), in StudAnt, 6, 1990, pp. 294-

295. V. Appendice I, nrr. 3,8-9. ft T. R1ZW, Un centro minore del Salento: Soleto, in Parametro, 170, 1989, p. 20. '13 A. COSTANTINI, in M. CAZZATO, A. COSTANTINI e V. ZAC11

Dinamiche, cit., p. 80 e fig. 61. H Vedi V. ZACCHINO, Soleto nota e mainota, in Paesi e fi· gure dei vecchio Salento (A. de BERNART ed.), Il, Galatina 1980, pp. 1·78. CHINO,


343 brocca triansata in argilla arancione, decorata da semplici scanalature (fig. 14, nr. 6), risalente al tardo XIII O al XIV sec."

8. Conclusione. Nello stato attuale della ricerca, sarebbe presuntuoso precisare di più il quadro sopra delineato. Abbiamo ritenuto opportuno focalizzare l'attenzione sulle novità più rilevanti in modo di evidenziare le notevoli prospettive di una futura

., Confronti generici in F. D'ANDRIA, La documentazione archeologica negli insediamenti del Materano tra tardoantico e alto medioevo, in Habitat - strutture - territorio. Atti del terzo Convegno internazionale di studio sulla civiltà rupestre medioevale nel Mezzogiorno d'Italia (Taranto· Grottaglie. 24· 27 settembre 1975), Galatina, 1978, p. 162, tav. LXVIII. 5 (da

ricerca finalizzata allo studio dei vari aspetti dell'occupazione umana del territorio soletano attraverso i secoli. Ciò sta anche a significare che le problematiche a cui si è accennato potranno risolversi solo con un organico programma di ricognizioni sistematiche e di scavi archeologici, secondo il modello dell'esplorazione condotta nell'ultimo decennio dal Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Lecce a Vaste. Non è un caso se dieci anni dopo la Carta archeologica di Vaste", dedichiamo uno studio simile a Soleto e al suo territorio.

Carpignano); H. PATTERSON e R. WHITEHOUSE, The Medievai Domestic Pottery, in Otranto I (in corso di stampa), nr. 436 (da Otranto). ... G. CARLUCCIO, La carta archeologica di Vaste, in StAnt, 2, 1981, pp. 87-107.


344 di cero a vern. nera potrebbero attestare una precedente occupazione del sito in età ellenistica.

APPENDICE l CARTA ARCHEOLOGICA DEL TERRITORIO DI SOLETO (fig. 21)

4.

Dieci zone archeologiche individuate con certezza sono indicate sulla carta archeologica del territorio di Soleto. Si è ritenuto opportuno scartare per il momento altri rinvenimenti, incerti per la possibile presenza di terre riportate. I vari ritrovamenti avvenuti a Soleto sono descritti nell'Appendice Il, relativa alla carta archeologica dell'abitato di Soleto (fig. 22). Sulla mappa del territorio, è evidenziato il tracciato, parzialmente ipotetico, di gran parte della cinta muraria messapica. Un quadrato segna la zona più intensamente frequentata in età messapica. Due triangoli neri capovolti indicano le "pozzelle" di contrada Fontanelle e di Masseria Puzzelli, importanti luoghi di rifornimento in acqua fino a pochi decenni fa. Quanto al centro storico di Soleto, di età medievale, è evidenziato con un triangolo grande. 2. L'insediamento in loc. Violeddra, situato a poche centinaie di m. a SW. di Soleto, occupa un ampio pianoro che domina la pianura dell'odierna Galatina. Il pianoro è circondato da un muro a secco il cui andamento curvilineo risulta piuttosto anomalo nel circostante paesaggio. Poco a S. del muro, una depressione carsica conteneva fino a pochi anni fa un nucleo di "pozzelle". Numerosi frr. di cer. ad impasto testimoniano una occupazione del sito sin dall'età del Ferro. Non si sono ancora rin· venuti, tuttavia, fIT. ceramici dipinti anteriori al VI sec. a. C. Al sec. successivo risalgono due fIT. di crateri a colonnette attici a figg. rosse (Lecce, Lab. Arch. Università, invv. SL 90 VL2 140 e SL 90 Z15b VL l) e un triobolo di argento di Thurioi, della fine del sec. (v. Appendice IIIl. Del corredo di una tomba di età ellenistica messa alla luce nella parte SW. del sito, furono recuperati frr. ceramici (fig. 12) e fibule di ferro (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 VL l). Circa quindici anni fa, sul muro di recinzione di un campo fu trovato un altare tripartite di calcare con fregio scolpito di dadi ed astragali (figg. 15-16). Di particolare interesse, anche, il rinvenimento di alcuni attrezzi di vasaio (figg. 13; 14, nrr. 7-8) e di un frammento di cippo iscritto (fig. 14, nr. 2). L'insediamento fu abbandonato con la conquista romana. Pochi frr. ceramici testimoniano frequentazioni di età medievale. 3. Vicino alla Masseria di Colamaria, a circa 2 km. a N. di Soleto, alcuni campi sono coperti di frr. di tegole e di vasi databili fra il l sec. d. C. e l'età bizantina (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Z 13, v. fig. 20). Parte di un blocco scolpito, proveniente da un altare (figg. 17-19) e un frammento

A circa 1 km. ad E. di Sternatia, in località Zuccala, è stato individuato un abitato di età romana. Materiale da raccolte superficiali è conservato presso il Centro di Studi Chora-Ma di Sternatia. È in corso di studio a cura di a.A. Indino. Per i rinvenimenti monetali avvenuti a Sternatia, v. A.

Inventario dei rinvenimenti monetali del Salento. Problemi di circolazione, Roma, 1982, p.27.

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5.

È ben nota in loco l'esistenza, a poco più di 1 km. a NW. di Corigliano d'Otranto, di un insediamen· to messapico di età arcaica, soprattutto del VI sec. a. C. Da questo abitato di altura, verosimilmente situato lungo la strada che collegava Soleto con Otranto, provengono materiali da raccolte superficiali conservati presso la Biblioteca comunale di Cutrofiano.

6.

Si è già segnalato l'esistenza di un piccolo abitato rurale di età romana in località Pisanello, a circa 2,5 km. a SE. di Galatina (V. MELISSANO, Ricerche archeologiche, cit., p. 294). Ancora in loc. Pisanello, ma forse in un fondo più vicino a Galatina, fu rinvenuta nell'agosto del 1882 una iscrizione messapica datata dell'età repubblicana sulla base di criteri pa!eografici (v. NSA, 1884, p. 132; O. PARLANGELI, Studi, ciI., p. 178, 1M 21.11; C. DE SIMONE, Die messapischen Inschriften, cit., p. III, nr. 194).

7_

Tombe di IV-llI sec. a. C. sarebbero state distrutte dall'espansione dell'abitato di Sogliano Cavour in contrada lacoaro. Alcuni materiali ceramici sono conservati presso la Biblioteca comunale di Cutrofiano (v. V. MELISSANO, Ricerche archeologiche, cit., p. 262, n. 25).

8.

Un insediamento rurale di età ellenistica, romana imperiale e medievale è stato individuato in contrada Badia a meno di 1 km. a N'W. di Cutrofiano (V. MELISSANO, Ricerche archeologiche, cit., pp. 261-275).

9.

In contrada Scacciato, a meno di 1 km. a NE, di Cutrofiano, è stata riconosciuta una villa rustica attiva dall'età tardo-repubblicana fino al VI sec. d. C. (V. MELISSANO, Ricerche archeologiche, cit., pp. 279-292).

lO. Un insediamento rurale di età romana e medievale è stato individuato in loe. Padulano, a circa 2 km. a S. di Corigliano d'Otranto (E. LIPPOUS, Corigliano d'Otranto (Lecce), Padulano, in Taras, VllI, 1988, p. 128; V. MELISSANO, Ricerche archeologiche, cit., p. 260).

IL Diversi tratti del reticolo di una centuriazione romana sono osservabili nel territorio di Soleto. Quattro assi sono orientati NE.-SO. Il più lungo


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Fi!!. 21. Carta archeologica dci Territorio di Soleto. • •

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346 (circa 2,8 km.). segnato nel paesaggio da un muro a secco. corre ad O. della strada provinciale Sternatia-Soleto e di quest'ultimo paese e ad E. del Casone Padulaci e della Masseria del Moro. Il secondo si conserva nei pressi della Masseria Angelina e a NE. del Cimitero di Soleto. Il terzo corrisponde ad una carreggiata a NE. della Masseria La Torre. Il Quarto, ormai difficilmente rintraccia路 bile in campo, si trova poco ad E. della Masseria

Spalungano. al limite del territorio comunale di Corigliano d'Otranto. Due assi sono orientati NO.SE. H primo, vicino al limite del territorio comunale di Sternatia, corre a N. della superstrada Maglie-GaIatina-Lecce. Il secondo, passando poco a N. deHa Masseria Le Monache, 猫 in gran parte percorso dalla strada comunale Campanella. Vedi ora R. COMPATANGELO. Un cadastre de pierre, cit., pp. 119 e 141, figg. 7b, 34 e 62.


347 APPENDICE II

munale Fontanelle, è stato identificato, nel maggio del 1990, un altro tratto della cinta muraria messapica segnato anch'esso dalla presenza di blocchi squadrati isodomi alla base di un muro di recinzione a secco.

CARTA ARCHEOLOGICA DELL'ABITATO DI SOLETO (fig. 22) Sulla carta archeologica dell'abitato di Soleto, sono indicate con i numeri da l a 66 le zone interessate da rinvenimenti archeologici di cui abbiamo avuto conoscenza prima del 15/06/1991. Non è stato possibile controllare l'assoluta esattezza di alcune indicazioni: le scoperte non verificabili sono state segnate, sulla carta archeologica, con cifre di dimensioni ridotte. Al Dott. G.-P. Ciongoli dobbiamo la ricerca dei dati conservati nell'Archivio della Soprintendenza archeologica della Puglia a Taranto (zone nrr. 9, 22, 24, 40, 47, 63,64; segnalazioni nrr. 67-68).

L

Nei campi situati ad W. di via Vespucci, in loe. Pizzimeno. furono raccolti in superficie, neU'aprile del 1990, frr. di vasi risalenti prevalentemente all'età ellenistica oltreché frr. di cero ad impasto. di cero tardoromana da mensa (un solo fr,) e di diver· se cerro medievali (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 21). 2. Un intervento di emergenza, effettuato dalla 80pro Arch. della Puglia alla fine del maggio del 1990. in occasione di lavori per il prolungamento di via Nenni in loc. Pizzimeno, ha confermato il tracciato del tratto NW. delle mura messapiche ipotizzato, sulla base della fotografia aerea LG.M. del 1947 (v. T. RIZZO, Un centro minore, cit.I p. 20, fig. 8) e di ricognizioni preliminari, in una breve relazione consegnata dallo scrivente alla Sopr. il 12-V-1990 Cv. G.-P. CIONGGLI, Soleto (Lecce), uia P. Nenni, in Taras X, 2, 1990, pp. 397-399). 3. Alcuni blocchi squadrati pertinenti al tratto NW. della cinta muraria messapica sono stati individuati nell'aprile del 1990 alla base di un muro di recinzione a secco, in loc. Mega. Una pulitura dei blocchi consentirebbe di calcolarne il numero e le dimensioni. 4. Nel maggio del 1989, è stata osservata, in 10c. Gatta, la presenza, alla base di un muro di recinzione, di un filare di blocchi squadrati isodomi, coperti di muschio e parzialmente sotterrati, per· tinenti al tratto N. della cinta messapica Cv. fig. 9). 5.

Altri blocchi dello stesso tratto di mura si vedono decine di m. più ad E. Importante risulta il dislivello (più di m. 1,5) tra i fondi situati all·int. e all'est. della cinta muraria (v. fig. lO).

6.

In occasione di lavori edilizi in loc. Puzzelli, furono recuperati parte di un corredo funebre di IV sec. a. C. e pochi frr. di cerro tardoromana, medievale e moderna (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 BI).

7.

In loc. Puzzelli, tra via Kennedy e la Strada co·

l

8.

Fra questo muro e via Kennedy, le arature avreb· bero portato alla luce alcune lastre tombali.

9.

In data 6-1-1911, furono sequestrati numerosi vasi recuperati da tre tombe nel 1910 nel fondo Varra, nonché altri vasi rinvenuti "in diverse tombe e in diversi fondi del territorio di Soleto qualche anno fa". I materiali, inediti, sono conservati a Taranto (Sopr. Arch., L G. 6370-6391).

IO. Il 1O-XI-1976, un intervento di emergenza curato dal Prof. Fr. D'Andria dell·Univ. di Lecce in loc. Varra, alI'angolo delIe vie Fratelli Bandiera e Ciro Menotti, ha consentito lo scavo di parte di una tomba a cassa di età ellenistica con deposizioni molteplici. I materiali sono conservati a Lecce (Museo Prov., inv. 6972-6982). IL Altre tombe a cassa si sarebbero rinvenute poco

più a S. in via Ciro Menotti. 12. In via Ciro Menotti. in seguito allo scavo ad opera di mezzi meccanici per l'edificazione di una casa privata, furono raccolti, il 25-VIIl-1984, frr. ceramici prevalentemente dell'età ellenistica, fra cui fanno spicco un fr. di ansa a fungo con decoro geom., di fabbrica messapica, e, soprattutto, un fr. di parete di una hydria cicladica o greco·orientale del VII sec. a. C. (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A3).

13. In loc. Cava, ai margini E. del paese, furono raccolti, nell'aprile del 1990, nelle terre provenienti dallo scavo della trincea di fondazione del nuovo muro di recinzione di un campo coltivato ad ortag· gi, vari rrr. ceramici prevalentemente di età ellenistica e medievale, fra cui anche un fr. di cero ad impasto e un fr. di cero tardoromana (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 25). 14. Pochi frr. di cerro ellenistica e tardoromana furono raccolti nel 1982 nei campi situati fra via delle Mi·

niere e la Strada comunale Bambino, in loc. Sam· bati (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A4). Nuove ricognizioni non hanno consentito altri nn· venimenti. Si ha tuttavia potuto notare come in questa zona non affiora il banco roccioso: eventuali giacimenti archeologici, forse ipotizzabili sulla base di tracce rettilinee e ortogonali osservabili sulla fotografia aerea LG.M. del 1947, potrebbero trovarsi sotto il livello raggiunto dalle arature. 15. La loc. Bambino, a NW. dello sbocco di viale Italia neIla Strada provinciale Soleto-Martano, è una delle zone in cui, tra il 1874 e il 1879, furono raccolti manufatti di se1ce e vasi d'impasto, in parte riferibili a stazioni all'aperto del paleolitico supe-


348

SOLETO

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Fig, 22, Carla archeologica dell'abitato di Soleto.

nore, (v, DE GIORGI, La Provincia, cit" pp. 41-42;

Descrizione geologica ed idrografica della Provincia di Lecce, Lecce 1922, pp, 439-440; L, CARDtNt, Il paleolitico, cit., pp. 223-225). Finora, nonostante frequenti perlustrazioni nella zona, concernata da arature profonde, non è stato possibile riscoprire queste stazioni. IDEM,

16. È stato segnalato il rinvenimento di "almeno un vaso intero" in loe. S. Nicola. poco a N. dello sbocco della Strada comunale dell'Ampeli nella Strada comunale dei Martinaci. Le vicine locc. S. Giorgio (poco ad W.) e Ampeli (poco ad E.) hanno dato, tra il 1874 e il 1879, molti manufatti di selce e di ossidiana e alcuni rrr. di cero ad impasto, riferibili a


349 culture neo-eneolitiche e dell'età del Bronzo (v. DE GIORGI, La Provincia, cit., p. 42; IDEM, Descrizione geologica ed idrografica, cit., pp. 439-440; CARDINI, Il paleolitico, cit., p. 225). 17. Fra i pochi frr. ceramici raccolti nel 1982 in un terreno situato a S. della Stazione delle Ferrovie del Sud-Est, in fondo Paluccherello, si notano un fr. di cero ad impasto, un fr. di coppa ionica, un,fr. di cero a vern. nera, un fr. di cero tardoromana da mensa e due frr. di cero medievale (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A5). Lo stato di abbandono di questo terreno, incolto da anni, ha finora impedito di verificare se siamo in presenza di un giacimento archeologico o di terre riportate. 18. Il 28-IX-1984, in occasione di lavori edilizi presso l'incrocio di via Alfieri con via Piave, in fondo Trinità, fu recuperato un vasetto miniaturistico risalente all'età ellenistica (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 B2). 19. Diverse persone testimoniano la scoperta di tombe a cassa con corredi di vasi interi nel corso di lavori stradali in via Piave, tra il passaggio a livello delle Ferrovie del Sud-Est e l'incrocio con via R. Giuliani. 20. In occasione di lavori edilizi in via Duca d'Aosta, di fronte alla nuova Villa comunale, furono raccolti vari reperti ceramici dei quali si sono conservati quattro pesi da telaio (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Hl). 21. Lo sbancamento per la costruzione della nuova Villa comunale, tra via Colombo, via Duca d'Abruzzi, via Cavour e via Caduti Soletani, mise alla luce una tomba a cassa di lastre di carparo lunga m. 1,89 e larga m. 0,69. Circa una settimana dopo j lavori, il 18-XI-1984, furono recuperati in loco un dente molare e 13 frr. di una brocca risalente al tardo XIII o al XIV sec. d. C. (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 B3; v. fig. 14, nr. 6). 22. 121 e 22-VII-I981, è stato effettuato sotto la direzione del Dott. G.-P. Ciongoli, della Sopr. Arch. della Puglia, lo scavo di emergenza di una tomba a cassa di lastroni, con corredo databile alla seconda metà del IV sec., rinvenuta nel corso di lavori edilizi nei pressi di via Risorgimento, in un fondo aperto su via Colombo. I materiali, inediti, sono conservati a Taranto (Sopr. Arch., I. G. 145179-145212 e 145596-145602). 23. All'angolo di via De Gasperi e via Risorgimento, si sarebbero rinvenuti lastre tombali, bronzi e vasi interi. 24. Nel dicembre del 1966, nel corso di lavori di scavo per la rete idrica in via Cavour, fu rinvenuta una tomba dalla quale fu recuperato materiale di corredo. 25. Il 27-11-1980 furono raccolti a N. di via Cavour un

osso umano e alcuni frr. di cerr. acroma e a decor. lineare e inoltre pochi frr. di cero ad impasto e di vasi del Tardo geometrico e del Subgeometrico iapigio (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A6). 26. In occasione dello scavo per l'edificazione di un'abitazione privata poco più ad E. in via Cavour, è stata segnalata la "presenza di blocchi e di massi". Dopo rimozione di queste strutture con mezzi meccanici sono stati recuperati, tra altri, frr. di cero d'impasto, di vasi del Tardo geometrico e della fase finale del Subgeometrico iapigio (fig. 2, nr. 9), un fr. di anfora commerciale corinzia del VII sec. a. C., un fr. di coppa ionica, un fr. di cratere a colonnette a vern. nera opaca, un fr. di cero italiota a figg. rosse, frr. di cero a vern. nera e frr. di cero medievale (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A7). 27. Nel corso di lavori edilizi in contrada Quattrare, a N. di viale Italia e ad E. di via Risorgimento, è stata svuotata "una grande buca nel banco roccioso, profonda diversi metri e così larga da poter essere utilizzata per la sistemazione del pozzo nero di tutto !'isolato". Gran parte dei materiali furono raccolti, fra i quali sono stati recuperati circa 1450 frr. ceramici, prevalentemente risalenti alla prima età del ferro e all'età arcaica, classica ed ellenistica (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 F2 e SL 90 F4; v. figg. 2, or. 1; 4, orr. 1-2; 7, nrr. 1-4; 8, nr. 1; 14, nr. 5). Dai lavori di sistemazione del viale Italia, davanti allo stesso isolato, provengono materiali di età preromana e medievale (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 F5). 28. In occasione dell'edificazione di nuovi edifici scolastici, in contrada Quattrare, sono state raccolte grandi quantità di materiali archeologici, di cui sono stati recuperati circa 540 reperti (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Al). Accanto a fiT. di cero tardogeometrica e subgeometrica iapigia e messapica (figg. 4, nr. 4; 8, nrr. 3, 5-6), di un bocaletto del Tardogeometrico corinzio (fig. 4, nr. 3), di una kotyle del Corinzio medio o tardo e di un cratere attico a figg. rosse (fig. 5). Numerosi i frr. di cerro ad impasto (fig. 3), acroma, da fuoco, a vern. nera e a decor.lineare (v. anche figg. 6; 14, nr. 1). 29. Un altro gruppo di materiali, costituito da un centinaio di reperti, fu stato raccolto il 30-VIII-1986 nel corso di lavori nel cortile della nuova Scuola media, in contro Quattrare (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 9001). 30. Frr. ceramici di età arcaica, classica ed ellenistica furono raccolti in superficie nel fondo di proprietà Montinaro situato via Machiavelli in contro Quattrare (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Z8).

31. Pochissimi reperti sporadici, difficilmente inqua-


350 dTabili dal punto di vista cronologico, furono raccolti nel 1986 in un fondo situato a N. di viale Italia e ad E. di via Isonzo (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A8). 32. Nel corso di lavori edilizi in via Michelangelo, in contrarla Rangali, fu distrutta almeno una tomba a cassa. Nel 1984 e nel 1985, molti frr. ceramici risalenti prevalentemente all'età ellenistica (cerr. a vern. nera, italiota a figg. rosse e c. d. di Gnathia) e due frr. di cero tardoromana furono raccolti nello stesso fondo (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 A9).

33. Un cospicuo numero di rrr. di vasi a vero. nera di età ellenistica furono rinvenuti in occasione di la· vori di terrazzamento in via Michelangelo (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 B4). Una o più tombe potrebbero essere state distrutte nel corso di questi lavori.

conda metà del IV sec. a. C. I materiali sono conservati a Lecce (Museo Prov., inv. 4446-4464). 41-42. I lavori di sistemazione del viale Italia hanno portato alla luce cospicui materiali archeologici che, purtroppo, non furono raccolti. 43. Dopo sbancamenti con mezzi meccanici per la sistemazione del viale Italia, nel corso dei quali si sarebbe rinvenuto un vaso d'impasto contenente ossa umane, furono raccolti, il 14-IX.-1981, frr. ceramici risalenti alla prima età del Ferro, all'età arcaica, classica ed ellenistica e, in misura minore, ai periodi tardoromano e medievale (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K2; v. fig. 2, nrr. 4 e 7). 44. Pochissimi frr. di vasi del Tardogeometrico e del Subgeometrico iapigio e di cero italiota a figg. rosse furono raccolti in superficie nel fondo Fontanella (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Z9).

34_ Nei mesi di ottobre e novembre del 1990, uno scavo di emergenza in contro Rangali, viale Italia, ha consentito al Dott. G.-P. Ciongoli, della Sopr. Arch. della Puglia, di evidenziare livelli abitativi di VI, IV e 1II sec. a. C. (v. G.-P. CIONGOLI, Soleto (Lecce), viale Italia, in Taras XI, 1991, p. 291; N. DE PAULIS. in Quotidiano di Lecce, Le Cronache, 28-XI- 1990 e 1-11-1991).

45. In occasione dell'apertura di una nuova via in fondo Fontanella, a S. di via Italia e ad E. di via Machiavelli, fUFono raccolti pochi frr. di cero tardogeometrica e subgeometrica iapigia e messapica (figg. 4, nr. 5; 8, nr. 4), un fr. di antefissa di tipo tarantino di età ellenistica e rrr. di cerro a vero. nera, italiota a figg. rosse, e tardoromana (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Z6).

35. Frr. ceramici risalenti all'età ellenistica, oltreché pochi frr. di vasi del Tardogeometrico iapigio, furono raccolti nel 1983 sia aU'interno di uno dei fondi della contro Rangali, in occasione di lavori edilizi, che davanti ad esso, nel corso dei lavori per la sistemazione del viale Italia (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 B5).

46. Nel corso di lavori edilizi e di terrazza mento in fondo Fontanella, ad E. di via Machiavelli, un muro in blocchi squadrati fu distrutto ad opera di mezzi meccanici. Furono raccolti frr. e di cerro ad impasto, tardogeometrica e subgeometrica iapigia e messapica, a vern. nera e un fr. di cer. tardoromana (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K1; v. figg. 2, nrr. 2 e 6; 8, nr. 2).

36. Almeno una tomba a cassa fu distrutta nel corso di lavori edilizi in contro R3.ngali, viale Italia. Si ha potuto recuperare materiali da una o più deposizioni esterne alla tomba, risalenti al IV-III sec. a. C., (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. 8L 90 B6; v. fig. 14, nrr. 3-4). 37. Dopo la distruzione di diverse tombe nel corso di lavori edilizi in contr. Rangali, viale Italia, si sono raccolti frr. di cerro a vern. nera e C. d. di Gnathia. Dallo stesso fondo provengono due frr. di cero ad impasto, un fr. di cero subgeometrica iapigia e un fr. di cero tardoromana (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 B7).

38. Si segnala il rinvenimento di "vasi interi" nel fondo Ampelo. 39 Una ventina di frammenti ceramici, per metà di età ellenistica, per metà di età tardoromana, furono raccolti in superficie nel fondo Catarinella, in loc. puzzelli (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 F3). 40. Nel 1935, nel corso di lavori agricoli in proprietà privata, in fondo Fontanella, si rinvenne una tomba a cassa di lastroni, con corredo databile alla se-

47. In un fondo di proprietà privata, presso il Convento dei Cappuccini, sono state rinvenute alcune tombe con materiali di corredo. Si recuperò, inoltre, una lastra di copertura di una tomba con iscrizione kraotedonas (v. O. PARLANGELI, Studi messapici, cit., p. 177, 1M 20.12; C. DE SIMONE, Die messapischen Inschriften, cit., p. 103, nr. 180).

48. Frr. di cerro d'impasto, a vern. nera e medievale furono raccolti in superficie a N. del Convento dei Cappuccini (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Z7). 49. Cocci sarebbero stati raccolti nei giardini del Convento dei Cappuccini. 50. Frr. ceramici sarebbero stati raccolti in via Beato Egidio. 51. Si sarebbero rinvenuti bronzi in via Beato Egidio. 52. Si segnala il rinvenimento di almeno una tomba in fondo Fontanella. 53. Materiali ceramici sarebbero stati raccolti a N. di via Gramsci.


351 54. A N. di via Gramsci, si sarebbero rinvenuti tombe, cocci e bronzi. Si ha potuto recuperare un peso da telaio (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 Il). 55. Una fuseruola fu raccolta il 17-IIl-1983 all'estremità NW. di via Gramsci (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K3). 56. Un cospicuo numero di rrr. di cero d'impasto e di vasi del Tardogeometrico e del Subgeometrico iapigio, spesso di notevole livello qualitativo (figg. 2, nrr. 3, 5 e 8i 4, nr. 6), oltreché un fr. di una kotyle del Corinzio medio o tardo, relativamente pochi frr. di cerro di età classica ed ellenistica ed un fr. di cero tardoromana e di cero medievale, furono recuperati dopo la rimozione con mezzi meccanici di un pozzo riempito di materiali archeologici, in via Gramsci (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K4).

57. Si segnala la scoperta di tombe in fondo Cave. 58. Viene segnalata la scoperta di almeno una tomba con corredo di vasi interi di fronte a via Boccaccio, in fondo Sambati. 59. Nella località Trappeto, nota anche per la presenza di frantoi e di sili a campana sotterrati di età medievale e moderna, furono raccolti manufatti di selce e vasi d'impasto, in parte riferibili a stazioni al· l'aperto del Paleolitico superiore (v. sopra zona 15). 60. Materiali risalenti alla prima età del Ferro, all'età arcaica e classica e prevalentemente all'età ellenistica furono raccolti in via delle Miniere nell'agosto e il 30-IX-1984 (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K5). 61. Si sarebbero rinvenute tombe con corredi di vasi interi in occasione dell'edificazione delle Scuole elementari in loc. Cupone.

62. Lastre tombali sarebbero state rinvenute nel corso di lavori in località Cupone. 63. Nel 1907, nel corso di lavori di scavo per la costruzione dell'Ospizio "Madonna delle Grazie", in fondo Tutuzza, presso la Masseria Curti Cupone, fu rinvenuta una tomba di cui fu recuperato materiale di corredo, databile alla fine del IV sec. a. C. 1 materiali, inediti, sono conservati a Taranto, presso la Sopr. Arch. della Puglia.

64. In data 5-Il-1935, nel corso di lavori di scavo per piantagione di alberi, in Piazza Ospizio, furono rinvenute due tombe dalle quali fu recuperato materiale di corredo, databile al IV sec. a. C. I materiali sono conservati a Lecce (Museo Prov., inv.4428-4445). 65. Frr. di cerr. di età ellenistica e prevalentemente di età medievale furono raccolti nel 1981 in occasio· ne di lavori per la fogna bianca, in loc. Cupone (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K6).

66. Viene segnalato il rinvenimento di almeno un vaso intero in via Trento Trieste. L'Archivio della Soprintendenza Archeologica della Puglia contiene due altre notizie pertinenti a Soleto. Tuttavia, non siamo in grado di precisare l'esatta localizzazione di questi rinvenimenti. 67. Nel 1911, nel corso di lavori agricoli in fondo Petragni, in proprietà privata, si rinvenne un numero imprecisato di vasi antichi. Il fondo Petragni è sconosciuto. Se dovesse trattarsi del fondo Petraci, questa notizia riguarderebbe !'insediamento periferico in località Violeddra (vedi Appendice I, nr.2). 68. Nel 1911, nel corso di lavori agricoli a Soleto, in proprietà privata, si rinvennero uno o più vasi antichi.


352 APPENDICE III

Thourioi, AR triobolo; gr. 0,90; rom. 11,0; c. q. b.; DI Testa di Atena con elmo attico laureato (?), a destra; RJ eOYPJnN Toro gradiente con testa parzial-

Moneta raccolta in superficie in localitĂ Violeddra Cv. Appendice I, nr. 2; struttura della scheda e abbreviazioni in A SICILIANO, Reperti monetari degli scavi di San Foca, in StudAnt, l, 1980, p. 89):

mente abbassata, a destra; in esergo, pesce, a destra. Prima del 400 a. C. S.N.G., The Royal Collection or Coins and Medals, Danish National Museum, Italy, VoI. I, Copenaghen, 1942, nr. 1470.


353 gio Il, inv. SL 90 Z6 1, dalla zona App. Il,

APPENDICE IV

nr. 45, ultimo quarto dell'VIII sec. o inizio

CATALOGO DEI MATERIALI ILLUSTRATI Fig. 2.

Fig. 3.

Fig. 4.

Ceramica tardogeometrica e subgeometrica iapigia (dis. R. Margos e T. Van Compernolle) - 1. Fr. di olia, inv. SL 90 F2 286, dalla zona App. Il, nr. 27. Tardogeometrico I, terzo quarto dell'VIII sec. a. C. circa. 2. Fr. di olia, inv. SL 90 K128, dalla zona App. Il, nr. 46. Tardogeometrico Il, ultimo quarto dell'VIII o inizio del VII sec. a. C. circa. 3. Fr. di scodellone, inv. SL 90 K 4 19, dalla zona App. Il, nr. 56. Tardogeometrico Il o Subgeometrico I, fine dell'VIII o prima metà del VII sec. a. C. circa. 4. Fr. di scodella, inv. SL 90 K2 7, dalla zona App. II, nr. 43. Tardogeometrico II, ultimo quarto dell'VIII o inizio del VII sec. B. C. circa. 5. Fr. di vaso con beccuccio filtro, inv:. 8L 90 K4 23, dalla zona App. Il, nr. 56. Subgeometrico I, prima metà del VII sec. a. C. circa. 6. Fr. di olla, inv. SL 90 Kl 27, dalla zona App. Il, nr. 46. Tardogeometrico Il, ultimo quarto dell'VIII o inizio del VII sec. a. C. circa. 7. Fr. di olletta, inv. SL 90 K2 3, dalla zona App. Il, nr. 43. Subgeometrico I, secondo quarto del VII sec. a. C. circa. 8. Fr. di brocca, inv. SL 90 K4 18, dalla zona App. Il, nr. 56. Subgeometrico, VII o inizio del VI sec. a. C. 9. Fr. di olletta, inv. SL 90 A7 5, dalla zona App. Il, nr. 26, fase finale del Subgeometrico, prima metà del VI sec. a. C. Frr. di ceramica ad impasto, inv. 8L 90 Al 4 (largh. 11,0), 1 (largh. 8,3), 8 (largh. 13,7) e 2 (largh. 6,9), dalla zona App. Il, nr. 28, età del Ferro.

Ceramica ad impasto, ceramica tardogeometrica greca, ceramica tardogeometrica e subgeometrica iapigia (dis. R. Margos). - 1-2. Frr. di fornelli d'impasto, inv. SL 91 F2 1+2, dalla zona App. Il, nr. 27, età del Ferro. - 3. Fr. di bocaletto della fme del Tardogeometrico corinzio, inv. SL 90 Al 21. dalla zona App. Il, nr. 28, 720 a. C. circa. - 4. Fr. di bocaletto del Suhgeometrico iapigio, inv. SL 90 Al 17, dalla zona App. Il, nr. 28, Vllsec.a.C. - 5. Fr. di piede con perforazioni, di una forma sconosciuta. Tardogeometrico iapi-

del VIl sec. a. C. - 6. Fr. di piede con perforazioni, di forma sconosciuta, Tardogeometrlco iapigio II o Subgeometrico iapigio I, inv. SL 90 K4 22, dalla zona App. Il, nr. 56, fine dell'VIli o prima metà del VII sec. a. C. Fig. 5.

Fr. di cratere a colonnette attico a figure

rosse, inv. SL 90 Al 134 (lungh. 4,35; largh. 4,95), dalla zona App. Il, nr. 28, secondo quarto del V sec. a. C. circa.

Fig. 6.

Portaofferte o focaccetta votiva di terracot-

ta, inv. SL 90 Al 135 (diam. 4,7), dalla zona App. Il, nr. 28, fine del VII o inizio del VI sec. a. C. circa.

Fig. 7.

Forme numericamente dominanti nel depo-

sito in zona App. Il, nr. 27 (dis. R. Margos) 1. boccale monoansato acromo (inv. SL 90 F2 184); 2. coppa echiniforme monoansata a decorazione lineare (inv. SL 90 F2 115); 3. coppetta echiniforme miniaturistica acroma

(inv. SL 90 F2 140); 4. lehane a decorazione lineare (inv. SL 90 F2 173). Fig. 8.

Ceramica messapica del IV sec. a. C. (dis. R. Margos e T. Van Compernolle): 1. Fr. di stamnos a decorazione fitomorfa (inv. SL 90 F2 49), dalla zona App. Il, nr. 27. - 2. Fr. di stamnos a decorazione fitomorfa (inv. SL 90 Kl 4), dalla zona App. Il, nr. 46. 3. Fr. di trozzella (inv. SL 90 Al 141), dalla zona App. Il, nr. 28. 4. Fr. di pithos a decorazione fitomorfa (inv. SL 90 Z6 23), dalla zona App. Il, nr. 45. 5. Fr. dipithos a decorazione floreale (inv. SL 90 Al 140), dalla zona App. Il, nr. 28. 6. Pr. di bacile a decorazione fitomorfa (inv.

SL 90 Al 22), dalla zona App. Il, nr. 28. Fig,11, Bacile di bronzo martellato (dis. R. Margos): Centro di studi Chora-Ma di Sternatia, da Soleto, contrada Rangali.

Fig, 12, Fr. di shyphos dello stile di Gnathia (inv. SL 90 VLl 2), dalla località Violeddra (App. I, nr. 2); alt. 9,5; largh. 11,6. Fig. 13. Elemento di sostegno per la cottura di vasi (inv. SL 90 VL 2), dalla località Violeddra (App. I, nr. 2), lungh. 12,2, alt. 3,5.

Fig. 14. - 1. peso da telaio frammentario con graffito (inv. SL 90 Al 24), dalla zona App. Il, nr. 28, età ellenistica.

- 2. Frammento di cippo iscritto (inv. SL 90


354 VL), dalla località Violeddra (App. I, nr. 2), età ellenistica. 3-4. Frammenti di cinturone bronzeo (inv. SL 90 B6 17 a-b), dalla zona App. II, nr. 36, IV secolo a. C. - 5. Coppa in pasta grigia (inv. SL 90 F2 262), dalla zona App. II, nr. 27, metà del II sec. a. C. circa. 6. brocca triansata in argilla arancione (inv. SL 90 B3 I), dalla zona App. II, nr. 21, tardo XlII o XlV sec. d. C. - 7. Pestello di terracotta (inv. SL 90 VL 2), dalla località Violeddra (App. l, nr. 2),

probabilmente età ellenistica. - 8. Fr. di pithos a decorazione incisa (inv. SL 90 VL 2 197), dalla località Violeddra (App. I, nr. 2), probabilmente età ellenistica (dis. R. Margos).

Fig. 20. Frr. ceramici di età romana imperiale (inv. SL 90 Z 13) dalla Masseria di Colamaria (App. I, nr. 3). 1 Fr. di sigillata italica; 2 frr. di sigillata chiara africana; 1 fr. di anfora commerciale greco orientale, 1 Cr. di anfora commerciale chiota di età bizantina con decorazione a pettine.


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