Parole di altri a cura di Franti
My Way And now, the end is near; And so I face the final curtain. My friend, I’ll say it clear, I’ll state my case, of which I’m certain. I’ve lived a life that’s full. I traveled each and every highway; And more, much more than this, I did it my way. Regrets, I’ve had a few; But then again, too few to mention. I did what I had to do And saw it through without exemption. I planned each charted course; Each careful step along the byway, And more, much more than this, I did it my way. Yes, there were times, I’m sure you knew When I bit off more than I could chew But through it all, when there was doubt I ate it up and spit it out. I faced it all and I stood tall And did it my way
Soprattutto accreditato all’interpretazione originaria di Frank Sinatra (1915-1998), del dicembre 1968, My Way ( A modo mio) è un brano musicale epocale. L’autore Paul Anka [che a sedici anni, nel 1957, folgorò con il suo Diana, cult generazionale], lo ha compilato sulle note della canzone francese Comme d’habitude, di Claude François, che -a propria volta- aveva utilizzato un motivo composto da Jacques Revaux. Interpretata e incisa da molti (e quella di Luciano Pavarotti è tra le versioni più sventurate), è consacrata tra le canzoni internazionali più conosciute e amate. In italiano, diverse versioni, con testi estranei alla cadenza di partenza, per quanto -alcuni- ne riprendano il senso e il contenuto. Soltanto le trasposizioni in spagnolo, A mi manera, offrono traduzioni ricalcate sul testo inglese.
I’ve loved, I’ve laughed and cried I’ve had my fill; my share of losing. And now, as tears subside I find it all so amusing.
Anche se la genesi di My Way, di Paul Anka, ne registra l’ispirazione francese, il contenuto inglese non è un adattamento, ma un testo a sé stante, che ha poco o nulla a che vedere con la versione originale: For what is a man, what has he got? è la storia di un uomo, If not himself, then he has naught To say the things he truly feels forse vicino alla morte, And not the words of onw who kneels che traccia un bilancio della propria vita The record shows I took the blows e non ha molti rimorsi, And did it my way poiché ha sempre vissuto a modo suo. Yes, it was my way. In nostro QR Code, Paul Anka (1941) l’interpretazione dal vivo in propria interpretazione, nel 1969 di Elvis Presley (1935-1977), al quale la canzone non piaceva affatto, non sentendola sua. Comunque, fu inserita nel fragoroso concerto Aloha from Hawaii, a Honolulu, il 14 gennaio 1973, dove e quando personalizzò con la ripetizione del finale The record shows I took the blows / And did it my way, Dal 1991, i logotipi dei TIPA Awards identificano i migliori prodotti fotografici, video e imaging dell’anno in corso. Da ventinove anni, con acuto finale conclusione. i qualificati e autorevoli TIPA Awards vengono assegnati in base a qualità, prestazioni e valore, tanto da farne i premi di indipendenti della To think I did all that; And may I say, not in a shy way, Oh no, oh no not me, I did it my way
fotografia e dell’imaging dei quali potete fidarvi. In cooperazione con il Camera Journal Press Club of Japan.
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