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Al di sotto di Mosca

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Quei fotocronisti

Quei fotocronisti

Il progetto fotografico OuterMoscow, di Tatiana Bormatova, è realizzato in grotte, naturali e non, della capitale russa. Ma non è solo il soggetto che conta, come sempre, del resto. Oltre l’aspetto documentativo di questa intensa indagine visiva, rivolta alla conoscenza/conoscenza dell’osservatore, si deve prendere in considerazione il soggetto come pretesto dell’autrice del e per il suo narrare per immagini. Non necessariamente ciò che la Fotografia mostra e rivela è quello che vediamo, dobbiamo vedere, possiamo comprendere. Nel rapporto individuale con l’autentico linguaggio visivo del Novecento. Ci piaccia o meno AL DI SOTTO DI MOSCA

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di Antonio Bordoni

Consideriamola così. Anchecosì. Nel proprio insieme e complesso, oltre che attraverso le mille sfaccettature dei propri soggetti e delle proprie intenzioni originarie, la Fotografia è l’autenticolinguaggiodal Novecento (non soltanto visivo). Attraverso le sue maglie, è nata e germogliata una consapevolezza sociale del proprio d’intorno, irraggiungibile da altra comunicazione. A questo proposito, però, come spesso sottolineato, non ci associamo al clichésecondo il quale varrebbe mille parole, perché siamo fermamente convinti che ci siano, comunque, parole irraggiungibili dalla Fotografia; in ripetizione doverosa, daaltri nostri interventi precedenti: M’illuminod’immenso (Giuseppe Ungaretti); favotichetisialungalavia, / ecolma divicendeeconoscenze(Costantino Kavafis [FOTOgraphia, novembre 2019]); Letteraperchihasolorimorsi, daleggere avocealta/ maapiccolisorsi(Enzo Jannacci).

Ciò valutato, siamo grati a tutti quei fotografi, e sono tanti, che assolvono il proprio impegno professionale aggiungendovi personalitàindividuali e intenzioni pertinenti, oltre il solo dovuto.

Così come, con identico passo, apprezziamo in misuraalmeno uguale quegli altri fotografi (a volte, sono perfino gli stessi; spesso, lo sono) che agiscono con e verso attinenti progetti visivi, svincolati da mandati ricevuti (e retribuiti).

O L O U S T O T O S L E D I L O C I R E P I E D A I R O M E M O R P O C I N O R I . . . I L E S I K A T A N I F A S S O F A N U : ” E R O S N E C S A ’ L L E D A B M T O “

À T I D I M U ’ L L A D I A T I G G E N N A D O N O G N E V N O N E H C I C I T E T N I S I L A I R E A T M O N A S U I G O L O E L E P S I L G ; E N O I C S I R T S O N U A D T O R E P O C È T A T O R G A L L A O S S E R G N I ’ L

È propriol’insiemedi questetanteFotografiecheinfluiscesulle coscienze; certo, non pretendiamo effetti rapidi e immediati tra causaed effetto: sarebbe troppocomodo, e se così fosse -grazie alla Fotografia, al Cinema, alla Poesia, alla Letteratura, al Pensiero-, il nostrosarebbe un Mondopienamente migliore di quello cheèedi comesi presenta.Ma,perquantoNullapossacambiare nulla, Tuttoinfluisce a trasformare tutto.

Questo doveroso prologo, applicabile a tanti e tanti progetti dellaFotografiain intenzione d’Autore, perintrodurre in maniera debitae opportunaunaserie fotograficadellatalentuosaTatiana Bormatova, fotografa a Mosca, in Russia.

Tra formazioni naturali e intervento dell’Uomo, nella capitale russa ci sono antiche cave sotterranee, entro le quali tutto è in pieno svolgimento, di giorno come di notte. Sia i girovaghi, sia speleologi sono particolarmente interessati a queste caverne. La speleologia è lo studio delle grotte presenti in natura, con propria sotto categoria di studio delle cavità sotterranee non utilizzate per gli scopi previsti: ed è soprattutto questo il caso che stiamo per incontrare.

Ecco l’origine del coinvolgente progetto fotografico Outer Moscow, di Tatiana Bormatova, rivolto a un fenomeno che non ha eguali in altre parti del Mondo.

Nel quattordicesimosecolo, si cominciòascavare il sottosuolo di Mosca. Questaattività(spontanea? necessaria?) durò fino al (continuaapagina34)

A C I T S A L P I D E I L G I T T O B I D O N I D N A V A L N U A T O N A C C A E N O P A S

E L I B T A O P A U Q C A ’ L E R E I L G O C C A R E L I B I S S O P È

K S V O N Y A S I D A L A S

K S N E L V O N I D E T T O R G E L L E N , À T I L I B T A N O C I D A M E T S I S O I H C C E V

(continuadapagina31) Diciannovesimo secolo. Durante i tempi governati daStalin, era severamente vietato l’ingresso nel sottosuolo; maquesto divieto non ha impedito alla gente di avventurarvisi, facendo nascere un fenomeno allungatosi fino agli anni Sessanta.

Anche dopo che furono fatti esplodere gli ingressi alle grotte, in una crescente difficoltà di accesso, rimase vivo e palpitante l’interesse per le grotte sotterranee antropogeniche. A partire dagli anni Ottanta, dissolto il Regime, gli speleologi hanno ricominciato a cercare caverne sotterranee, precedentemente vietate in epoca sovietica.

L’analisi di vecchie macerie, lo scavo e l’esplorazione di passaggi e le indagini topografiche impongono di rimanere sottoterra, per diversi giorni alla volta. Per questo, nel sottosuolo di Mosca, gli specialisti e gli spereologi hanno realizzato servizi igienici, spazi perdormire, mangiare e raccogliere acqua; hanno anche rafforzato aree inclini al collasso.

Testimonianzadi molti e molti passaggi, le pareti interne sono coperte di disegni, iscrizioni, manufatti e graffiti: certificazione di tempi vissuti, che hanno fatto nascere autentiche sottoculture.

Oggigiorno, indagare le grotte concede un’esperienza appagante, da molteplici punti di vista. Sempre più spesso, il sottosuolo viene visitato dapersone in cercadi brivido, gruppi che amano bere e escursionisti non ufficiali. Spesso, molti vanno sottoterra senza conoscere le precauzioni di sicurezza.

Ciò premesso, nelle grotte sotterranee, i rischi non sono certo pochi; addirittura, è vero l’esatto contrario: ci si potrebbe perdere, o rimanere bloccati sotto un crollo di roccia. Gli speleologi giudicano negativamente i dilettanti che si avventurano senza aderire ai parametri dei tour ufficiali e sicuri. Inoltre, oggi, i ricercatori debbono studiare le caverne sotterranee disturbati da presenze invadenti. Tanto che mantengono segreti i luoghi dove si trovano le grotte scoperte di recente.

Lefotografiedel progettoOuterMoscow,diTatianaBormatova, sonostatescattatenell’Oblast’ di Mosca,nellegrottedi Syankovsk e Novlensk e nella cava di Kamkinsk, più nota come Kiseli.

Manon dobbiamolimitareal solosoggettolospessoredi questa indaginevisiva,condottaancheversolaconoscenza/conoscenza dell’osservatore.Infatti,indipendentementedai luoghi fisici effettivi, si deve prendere in considerazione il soggetto come pretesto dell’autrice Tatiana Bormatova del e per il suo narrare per immagini. Precisamente, non solo luoghi -come pure sono-, ma emozioni: larealtàè unacosa, lasuarappresentazione un’altra. Ciòdetto,ènecessariorilevareerivelarelaprepotentepersonalità linguisticadellaFotografia, che è raffigurativapernecessità(per forza di cose, deve rivolgersi a un soggetto effettivo, naturale o costruitoche sia), e rappresentativapersceltae volontà: non necessariamente ciò che mostraè quello che vediamo, dobbiamo vedere, possiamo comprendere.

Anche nel sottosuolo di Mosca. ❖

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