2 minute read
Editoriale
Trasversale a molto, per quanto non a tutto (forse), la Fotografiasi offre e propone come fantastico s-punto dipartenza, perosservazioni, riflessioni e valutazioni che si estendono ben oltre i propri confini istituzionali e di attinenzaspecifica. Perquanto non pretendiamo che si prospetti come elemento capace di indurre cambiamenti sociali forti -quantomeno non in un rapporto statico di causa ed effetto immediati-, siamo perfettamente consapevoli del fatto che il suo essere autenticolinguaggio(non soltanto visivo) dal Novecento siain qualche misurasostanziale e concreto. È attraverso la Fotografia (e suoi derivati) che si è affermata una coscienza del Mondo e dei suoi accadimenti, come mai prima nella storia evolutiva dell’Uomo. In questo senso, complice laFotografia, oggigiorno, si stanno rendendo visibili a tutti molti discorsi di parità ed equilibrio che riguardano un rinnovato modo di osservare e considerare l’uV I O F O T O G R A P H I A ( 2 ) niverso femminile (eraora!). Perproprio mandato, laFotografia C H I supporta questo passo con il proprio linguaggio esplicito: su A R questo stesso numero, segnaliamo due cadenze recenti che rappresentano l’avanguardia di un pensiero da sostenere con tutte le proprie forze. «Lamarciadel progresso è inarrestabile», afferma perentoriamente l’edizione speciale di NationalGeographicdeclinata pere su Women-ACenturyofChange, con edizione coeva Donne-Unsecolodicambiamenti, di National
Geographic Italia. Quindi, BritishVogue sottolinea quindici
Advertisement
Donne che possono guidare Forzeperilcambiamento.
Non siamo lontani dal vero, quando appuntiamo che la Fotografianon è soltanto utile (e pratica) perqueste visualizzazioni, mapossiede i termini perunapropriadeclinazione in sostegno e apporto e supporto e rinforzo di questo pensiero sovrastante.
Lamarciaal femminile che si è manifestatain centottantaanni di nostra Storia è stata talmente potente ed energica, da aver stabilito princìpi fondamentali nell’evoluzione del linguaggio espressivo, la cui narrazione non sempre ne ha tenuto conto (rileviamolo con amarezza, quasi mai).
A questo punto, è fondamentale proiettare in avanti quelle personalitàche hanno tracciato solchi indelebili: dacui, ancora, un ulteriore apporto della Fotografia a un cammino che va assolutamente percorso. Personalmente, abbiamo spesso preso le distanze da eccessi fonetici sulla personalità fotografica di
Tina Modotti (su questo stesso numero, in biografia graphic novel di Cinzia Ghigliano). Soprattutto, ci siamo tenuti distanti dallabeatificazione acriticadellasuaFotografia. Però, distinguo aparte, è oggi imperativo che laFotografiaitalianaproietti Tina
Modotti oltre i confini del proprio solo ambito “localizzato”. È stataunapersonalitàcontroversa, singolarmente affascinante, che ha lasciato un segno nella Cultura e nellaVita. Soprattutto se pensiamo ai suoi tempi, harealizzato cose sorprendenti. Ha avuto una vita avventurosa: densa di mistero, sacrificio, frivolezze, sangue, politicae intrighi. Hafrequentato artisti che hanno scritto la Storia. Lei stessa ne ha compilati dei capitoli. Maurizio Rebuzzini