FOTOgraphia 258 febbraio 2020

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editoriale ARCHIVIO FOTOGRAPHIA (2)

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rasversale a molto, per quanto non a tutto (forse), la Fotografia si offre e propone come fantastico s-punto di partenza, per osservazioni, riflessioni e valutazioni che si estendono ben oltre i propri confini istituzionali e di attinenza specifica. Per quanto non pretendiamo che si prospetti come elemento capace di indurre cambiamenti sociali forti -quantomeno non in un rapporto statico di causa ed effetto immediati-, siamo perfettamente consapevoli del fatto che il suo essere autentico linguaggio (non soltanto visivo) dal Novecento sia in qualche misura sostanziale e concreto. È attraverso la Fotografia (e suoi derivati) che si è affermata una coscienza del Mondo e dei suoi accadimenti, come mai prima nella storia evolutiva dell’Uomo. In questo senso, complice la Fotografia, oggigiorno, si stanno rendendo visibili a tutti molti discorsi di parità ed equilibrio che riguardano un rinnovato modo di osservare e considerare l’universo femminile (era ora!). Per proprio mandato, la Fotografia supporta questo passo con il proprio linguaggio esplicito: su questo stesso numero, segnaliamo due cadenze recenti che rappresentano l’avanguardia di un pensiero da sostenere con tutte le proprie forze. «La marcia del progresso è inarrestabile», afferma perentoriamente l’edizione speciale di National Geographic declinata per e su Women - A Century of Change, con edizione coeva Donne - Un secolo di cambiamenti, di National Geographic Italia. Quindi, British Vogue sottolinea quindici Donne che possono guidare Forze per il cambiamento. Non siamo lontani dal vero, quando appuntiamo che la Fotografia non è soltanto utile (e pratica) per queste visualizzazioni, ma possiede i termini per una propria declinazione in sostegno e apporto e supporto e rinforzo di questo pensiero sovrastante. La marcia al femminile che si è manifestata in centottanta anni di nostra Storia è stata talmente potente ed energica, da aver stabilito princìpi fondamentali nell’evoluzione del linguaggio espressivo, la cui narrazione non sempre ne ha tenuto conto (rileviamolo con amarezza, quasi mai). A questo punto, è fondamentale proiettare in avanti quelle personalità che hanno tracciato solchi indelebili: da cui, ancora, un ulteriore apporto della Fotografia a un cammino che va assolutamente percorso. Personalmente, abbiamo spesso preso le distanze da eccessi fonetici sulla personalità fotografica di Tina Modotti (su questo stesso numero, in biografia graphic novel di Cinzia Ghigliano). Soprattutto, ci siamo tenuti distanti dalla beatificazione acritica della sua Fotografia. Però, distinguo a parte, è oggi imperativo che la Fotografia italiana proietti Tina Modotti oltre i confini del proprio solo ambito “localizzato”. È stata una personalità controversa, singolarmente affascinante, che ha lasciato un segno nella Cultura e nella Vita. Soprattutto se pensiamo ai suoi tempi, ha realizzato cose sorprendenti. Ha avuto una vita avventurosa: densa di mistero, sacrificio, frivolezze, sangue, politica e intrighi. Ha frequentato artisti che hanno scritto la Storia. Lei stessa ne ha compilati dei capitoli. Maurizio Rebuzzini

Per celebrare l’ Informazione fotografica, il 30 giugno 1978, le Poste Italiane hanno emesso un francobollo sul quale è stata riprodotta una fotografia di Tina Modotti: Linee del telefono, Messico, 1925.

Annullo filatelico del giorno di emissione (30 giugno 1978) del francobollo con cui le Poste Italiane hanno celebrato l’ Informazione fotografica. La cartolina illustrata, realizzata da Ippolito Cattaneo di Genova, ai tempi distributore del marchio Leica, accosta una antica Leica Compur a una moderna Leica R3 Electronic, allora di sostanziale attualità tecnica.

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