Web magazine komaros sub n. 5

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©FRAFLO


NEWS

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6

PUNTI D’IMMERSIONI AL CONERO Scogli delle Due Sorelle e Cava Davanzali

pag. 14

di Federico Betti

FOTOSUB Profondità di campo

pag. 16

di Marco Boncompagni

 prima di tutto grazie per il tempo che avete dedicato alla lettura del nostro Magazine in questi mesi. Ad essere onesti, quando siamo partiti con questo piccolo progetto editoriale non credevamo di riuscire a portarlo avanti così a lungo, visto che nessuno di noi (Marco Boncompagni , e Federico Betti compresi che mi danno una mano) poteva contare su precedenti esperienze simili. Invece eccoci qua con il quarto numero!! Sicuramente non è facile ogni volta mettere insieme le idee, trovare le notizie e comporre il tutto . Dopo ogni uscita sensazioni positive, negative e dubbi sulla qualità del risultato si rincorrono, senza contare il minimo di ansia che crea la domanda che si genera inevitabilmente: "cosa metteremo nella prossima pubblicazione?" Recentemente però un amico che non aveva mai collaborato, ci ha chiesto espressamente di poterlo fare con un articolo sulle sue esperienze sub. Sono le cose come questa, che ci fanno capire che il messaggio che questo magazine vuole trasmettere, comincia a passare tra le persone. Il Magazine non vuole essere meramente un promemoria degli eventi o un mezzo con cui divulgare le notizie relative all'associazione. Il Magazine vuole essere anche e soprattutto uno strumento di aggregazione, di coinvolgimento e di condivisione delle nostre passioni, il Magazine vuole essere la voce di tutti quelli che lo leggono, per questo aspettiamo a braccia aperte tutti i contributi che vorrete darci.

I NOSTRI SOCI RACCONTANO CROCIERA THOR 17-20 Giugno Giuseppe Sauria, Daniele Gerch, Carlo Avio, Tiziano Ciccone e Luca Borra

I NOSTRI SOCI RACCONTANO MASSA LUBRENSE 10-11-12 Luglio

pag. 18

pag. 24

di Cristiana Pavan & Paolo Bontempi

ATTUALITA’ Moria di Cernie – Tricase e Leuca Settembre 2011

pag. 28

di Teresa Chiappini e Roberto Casali “ Tonno”

CORSO DI FOTOGRAFIA SUBACQUEA Fotosub in Assonautica

pag. 30

di Francesco Flores

SEZIONE BIOLOGIA Gli Squali

pag. 32

di Federico Betti

SEZIONE ARA Il Forame Ovale Pervio e l’attività subacquea

pag. 38

di Dr. Paolo Grosso

SEZIONE NUOTO Il Miglio Del Passetto XIX edizione

pag. 42

di Fabio Fiori

SEZIONE PESCA IN APNEA 29° Trofeo Komaros-12° Memorial Bolli

pag. 50

di Fabio Fiori

ATTIVITA’ VARIE XII Regata del Conero

pag. 52

di Francesco Flores

GADGET KOMAROS

pag. 58

A tutti buona lettura….  WEB-MAGAZINE: KOMAROS SUB ANCONA IN QUESTO NUMERO FOTO DI: Francesco Flores, Federico Betti, Marco Boncompagni, Maurizio Perinetti Casoni, Michele Schiaroli, Giuseppe Sauria, Daniele Gerch, foto concesse da Regione Marche Assessorato all’Ambiante

HANNO COLLABORATO: Dott. Claudio Zabaglia, Federico Betti, Marco Boncompagni, Fabio Fiori, Cristiana Pavan e Paolo Bontempi. Giuseppe Sauria, Daniele Gerch, Carlo Avio, Tiziano Ciccone, Luca Borra, Teresa Chiappini e Robero Casali del MAMASA CLUB E’ vietata la riproduzione parziale o integrale dei contenuti e delle immagini presenti nel web-magazine

è possibile tenersi informati sulle iniziative del club attraverso il gruppo KOMAROS FACEBOOK

FIOCCO AZZURRO A CASA Del Monte

VALENTINA e FRANCESCO annunciano l’arrivo di Edoardo

A.S.D. Komaros Sub Ancona - Mole Vanvitelliana 60125 Ancona Tel 071/204558 cell 337/640879 e-mail info@komaros.it - www.komaros.it


Ci siamo riusciti……!!!!!!!!!! Nell’intento di allargare sempre più le offerte formative rivolte a tutti coloro che amano il mare Komaros Sub Ancona riparte questo Autunno con:

I CORSI PER LE PATENTI NAUTICHE Dopo aver firmato un protocollo di intesa e di collaborazione con la Lega Navale Italiana sezione di Falconara parte il primo corso per patente nautica organizzato dal Komaros. Si inizia con la patente nautica vela e motore entro le 12 miglia al quale seguiranno altri corsi.(entro e fuori) La prima lezione sarà il 13 Ottobre 2011 alle ore 21,15 presso la sede del club. Di seguito riportiamo le caratteristiche del corso: A-Si terranno 2 lezioni alla settimana, il Martedì ed il Giovedì con inizio alle ore 21,15 e termine alle ore 22,30 ca. B-Il corso prevede N° 16 lezioni con li Ottobre Novembre Dicembre

seguente calendario: giorni 13-18-20-25-27 giorni 8-10-15-17-22-24-29 giorni 1-6-13-15

C-Gli esami si svolgeranno prima di Natale , nella sede della Capitaneria di Civitanova Marche (trasporto a cura del Komaros). D-Le prove pratiche si svolgeranno a Civitanova Marche (trasporto a cura del Komaros). E-Alcune lezioni, dove è necessario l’uso e la visione di attrezzature, si svolgeranno a Falconara presso la sede della Lega Navale (trasporto a cura del Komaros). F-Costi:

Corso € 250,00 Domanda esami e bolli vari € 110,00 Kit corso € 50,00 Prove pratiche € 25,00/30,00 ad uscita NB-Le prove pratiche necessarie dovrebbero essere un massimo di due più la prova d’esame. Ogni corsista dovrà presentare il Certificato Medico Il costo del corso (€ 250,00) andrà regolato entro la 3° lezione. Il corso è riservato agli iscritti Komaros Sub Ancona Per qualsiasi informazione rivolgersi in segreteria o Maurizio Perinetti Casoni 339/2951265 o slamslamblues@tiscali.it



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5 5°° E ED DIIZ ZIIO ON NE E FFE ES STTIIV VA ALL IIN NTTE ER RN NA AZ ZIIO ON NA ALLE EA AD DR RIIA ATTIIC CO OM ME ED DIITTE ER RR RA AN NE EO O Quest’anno

al

Festival

Internazionale

Adriatico

Mediterraneo, tenutosi ad Ancona dal 20 Agosto al 4 Settembre, si è parlato anche di biodiversità marina: accanto al ricchissimo menù di proposte musicali, di dibattiti e di mostre, la rassegna ha ospitato due eventi organizzati dall’Assessorato all’Ambiente regionale: il convegno “Sulla scia della tartaruga marina… per conoscere la biodiversità dei nostri mari”, tenutosi Sabato 3 Settembre presso il Ridotto del Teatro delle Muse di Ancona e la liberazione di due esemplari di tartaruga marina (Caretta Caretta), di cui uno dotato di radiotrasmettitore, avvenuta Domenica 4 Settembre nell’ambito della Festa del Mare.

Tali iniziative, sostenute con un contributo finanziario

dell’Assessorato

Cooperazione

regionale

Internazionale,

alla

intendono

promuovere una riflessione sullo stato di conservazione della ricchezza biologica del nostro mare e delle specie presenti;

in

particolare la tartaruga marina considerata un ottimo indicatore biologico rappresenta un parametro di riferimento per valutare le variazioni nella funzionalità e quindi nella produttività degli ecosistemi marini. L’impegno per le tartarughe marine, in adesione al Piano nazionale promosso

dal

Min.

Ambiente

tiene

conto dello stato critico in cui versano le

popolazioni

di

tali

animali

sul

territorio italiano che rende urgente ed ineludibile

l’approvazione

implementazione coordinata azioni

in

che

di

una

definisca

materia,

tra

le

ed politica

stringenti altre,

di

monitoraggio, gestione dei conflitti con le attività umane, tutela dell’ambiente e contenimento dei fattori di minaccia.


A tal fine è stato sottoscritto nel 2010 un Accordo regionale tra vari soggetti interessati: Regione Marche (settori Ambiente, Pesca e Salute), Aree protette costiere (Parco del San Bartolo, Parco del Conero, Riserva della Sentina), Fondazione Cetacea di Riccione, Direzione marittima di Ancona (Capitanerie di porto), ARPAM, CNRISMAR di Ancona, CFS. Le azioni prioritarie previste da tale accordo riguardano: 1) il recupero, il soccorso, l ’affidamento e la gestione ai fini della riabilitazione e del rilascio per la manipolazione a scopi scientifici; 2) la formazione e l’informazione degli operatori delle strutture di soccorso e dei pescatori, di diportisti e di chiunque possa rinvenire in mare e sulla costa esemplari vivi o morti; 3) ricerca scientifica ed interventi per ridurre i fattori di rischio di origine naturale causati direttamente o indirettamente da attività antropiche. Nel primo anno di attività della rete sono stati soccorsi 17 esemplari di cui 7 ospedalizzati presso il centro Cetacea (e 5 successivamente liberati i vari punti della costa marchigiana).

In questi otto mesi del 2011 nel territorio marchigiano sono state rinvenute dieci tartarughe vive e dodici morte, secondo i dati arrivati alla Fondazione Cetacea, ma le morte sono molte di più. Negli ultimi anni si è notato, rispetto al passato, la tendenza delle tartarughe marine, che durante i mesi invernali

un

tempo

si

dirigevano

in

acque

più

meridionali o verso l’altro versante dell’Adriatico, a stazionare nelle nostre zone; probabilmente questa situazione è stata favorita da temperature più miti del mare dovute ai cambiamenti climatici; una conferma di questa

tendenza

è

l’aumento

degli

spiaggiamenti

invernali di questi animali.

I due esemplari di tartaruga marina della specie Caretta caretta che sono stati rilasciati si chiamano KOMAROS e VITTORIO EMANUELE, entrambi sono stati ospedalizzati presso l’Ospedale delle Tartarughe marine di Riccione della Fondazione Cetacea mentre per le cure specialistiche ci si è avvalsi della clinica veterinaria Modena Sud del dott. Nardini Giordano con la collaborazione dell’Associazione Benessere Animale. La degenza più lunga spetta a KOMAROS, che si è spiaggiato a Porto Garibaldi (FE) il 13 settembre del 2009 per una grave ferita all’occhio


sinistro e sul carapace, dovuta probabilmente

ad

un’elica.

La

tartaruga è stata oggetto di cure cliniche

specializzate

come

la

terapia laser per cicatrizzare le ferite. La tartaruga pesa 25 kg ed è lunga

60

cm,

con

un’età

approssimativa di 18 anni. Grazie al

contributo

Conero,

sul

del

carapace

tartaruga è stato satellitare

che

Parco

del della

applicato un permetterà

di

seguire l’animale per diversi mesi

© ©FFR RA AFFLLO O

attraverso il suo viaggio nell’Adriatico

Tartaruga Marina Komaros – prima della liberazione

poi chissà forse, nelle acque del Mediterraneo, quasi come un tedoforo marino, messaggero di pace. La rotta sarà visibile anche al pubblico, collegandosi al sito web www.seaturtle.org

© ©FFR RA AFFLLO O VITTORIO EMANUELE, invece è un esemplare molto più giovane, di circa 5-6 anni, ritrovato il 27 febbraio

del

2011

a

Porto

Recanati (MC), spiaggiato con un amo nell’esofago, che è stato estratto chirurgicamente e affetto anche da una grave parassitosi fungina che ha causato la perdita della parte apicale di una delle natatoie anteriori.

Tartaruga marina - Vittorio Emanuele prima della liberazione

Komaros è una tartaruga che sta entrando in una fase adulta della sua vita, per le dimensioni raggiunte, la cui dieta sarà composta principalmente da crostacei e molluschi che andrà a ricercare nei bassi fondali mentre Vittorio Emanuele, è ancora un giovane per cui si nutrirà di animali che stanno più in superficie come le meduse. Per entrambe l’Adriatico è un mare fondamentale per la sopravvivenza, è la loro zona di alimentazione principale mentre non ci sono siti di nidificazione a causa dell’eccessiva antropizzazione; questi, si possono trovare, per quanto riguarda l’Italia, in Calabria, Sicilia, Sardegna.


La presenza naturale di questi rettili marini nelle acque adriatiche e mediterranee ha portato, con sempre maggior frequenza, all’interazione tra le attività umane e quelle naturali di questi animali e alla conseguente necessità di tutelare questi importanti protagonisti dell’ecosistema marino. Proprio qui, nelle Marche, è nata una delle prime reti regionali per la cura e la conservazione di questi antichi e longevi Rettili; infatti le tartarughe sono presenti da più di 200 milioni di anni e possono vivere per 80-90 anni ma, oggi, sono sempre più in pericolo e minacciate di estinzione. La sinergia fra enti, pubblici e privati sta lentamente portando i suoi frutti: sensibilizzazione, educazione, ma anche e soprattutto maggiori capacità di intervenire per raccogliere questi animali, feriti o spiaggiati e curarli e restituirli al loro mare. Dott. Claudio Zabaglia Dirigente P.F. Biodiversità, Rete Ecologica eTutela degli Animali Servizio Territorio, Ambiente ed Energia – ASSESSORATO ALL'AMBIENTE REGIONE MARCHE




S SC CO OG GLLII D DE ELLLLE ED DU UE ES SO OR RE ELLLLE EE EC CA AV VA AD DA AV VA AN NZ ZA ALLII di Federico Betti Proprio alle pendici del Monte Conero si trovano le famose Due Sorelle, che delimitano a sud una piccola baia con una sottile striscia di spiaggia emersa, sassosa. L’estremità nord della cala è costituita da alcune rocce e da un moletto artificiale in rovina; da lì si apre una seconda caletta, che prende il nome di Cava Davanzali, in quanto sulla striscia emersa sono ancora visibili piccoli edifici e strutture utilizzate in epoca passata per imbarcare materiale derivato da cave (per un certo periodo chiamate proprio Davanzali, dal nome del proprietario) situate sul monte retrostante.

Queste due cale sono molto simili tra loro, e costituiscono a livello biologico il prototipo e l’esempio migliore dei popolamenti faunistici della zona. Il fondale è costituito da grossi massi e veri e propri scogli sommersi che ricoprono un fondale sabbioso e fangoso, il quale spunta qua e là a chiazze e prende il sopravvento a qualche centinaio di metri dalla costa, man mano che gli scogli si diradano fino a scomparire del tutto. Le rocce sono colonizzate da alghe verdi e brune, da spugne, da cozze e da una grande quantità di anemoni Anemonia viridis, Aiptasia diaphana e Cereus pedunculatus. Una incredibile quantità di crostacei, fra cui il granchio facchino Dromia personata, la granseola Maja spp., la Macropodia sp., l’astice Homarus gammarus ed il gamberetto Palaemon spp., abita l’ambiente così strutturato, insieme a grossi murici Hexaplex trunculus, nudibranchi, diverse specie di bavose e ghiozzi, triglie, scorfani e gronghi. Nella colonna d’acqua nuotano branchi di boghe Boops boops, piccole occhiate Oblada melanura, saraghi Diplodus spp. e grossi cefali Mugil cephalus.

Nelle zone più prossime alla piana sabbiosa aumentano gli spirografi Sabella spallanzanii, mentre nel fango si possono fare incontri con animali tipici dei fondi molli; guardando sotto i ciottoli, invece, si apre un mondo meraviglioso, fatto di chitoni, nudibranchi e vermi diversi.


Incontri meno frequenti sono lepri di mare Aplysia fasciata, e addirittura, molto raramente, con cavallucci marini Hippocampus guttulatus.

Davanti agli Scogli delle Due Sorelle, su un fondale di una decina di metri, si trovano i resti del Pothos, un’imbarcazione adibita al trasporto di legname affondata il 14 marzo 1962 durante una tempesta; tutto ciò che si può vedere sono alcune ampie lamiere, una caldaia, l’elica e poco altro. La caldaia offre spesso rifugio a piccoli gronghi; le lamiere, posate su un fondale fangoso, fungono da tane per diversi organismi.


L LA AP PR RO OF FO ON ND DIIT TA A’’ D DII C CA AM MP PO O di Marco Boncompagni Chi pratica la fotografia come hobby, di solito conosce il concetto di profondità di campo e l’importanza del suo controllo ai fini dell’ottenimento di una buona immagine. Ciò non di meno, sempre più spesso mi capita di incontrare fotografi subacquei agli inizi, che non hanno un grosso background di tecnica fotografica, così ho pensato che poteva essere utile spendere due parole su questo concetto basilare. Cominciamo ad inquadrare la cosa attraverso un primo abbozzo di definizione: la Profondità di Campo (PdC) rappresenta lo spazio davanti e dietro al soggetto messo a fuoco, entro il quale le cose inquadrate appaiono comunque nitide. Ovviamente tutte queste cose non sono perfettamente a fuoco come il particolare traguardato nell’area di messa a fuoco della fotocamera, è solo che lo scostamento per l’occhio umano risulta trascurabile, tanto da farle sembrare appunto nitide. Potremmo anche dire che la loro sfocatura risulta impercettibile. Questa area di nitidezza prima e dopo il soggetto, assume ai fini dell’interpretazione e comprensione dell’immagine una notevole importanza, avendo ad esempio la capacità di valorizzare ed esaltare lo stesso soggetto rispetto al contesto e allo sfondo. Abbiamo detto che l’area si estende sia davanti che dietro al punto di messa a fuoco, più precisamente per ragioni legate alla propagazione della luce, l’area davanti è sensibilmente minore rispetto a quella dietro.

L’ampiezza dell’area può sensibilmente variare principalmente in funzione di tre fattori:  Lunghezza focale dell’ottica;  Apertura del diaframma;  Distanza dal punto messo a fuoco. Brevemente, un’ottica grandangolare ha una notevole PdC, mentre un teleobbiettivo ha una PdC minima. Più il diaframma è chiuso (numeri “f” alti) maggiore è la PdC. Minore è la distanza dal punto messo a fuoco e minore sarà la PdC. La costruzione di una buona immagine passa per l’attenta considerazione di questi fattori e le azioni conseguenti di regolazione dei parametri di scatto, scelta dell’ottica e posizionamento rispetto al soggetto. Su questo argomento ovviamente sono stati scritti fior di manuali e fiumi di parole, per cui ritengo non valga la pena approfondire oltre la teoria del fenomeno (basta digitare in un motore di ricerca “profondità di campo fotografia” per rendersene conto e/o approfondire le conoscenze); credo invece possa essere utile fare quattro chiacchiere pratiche riguardo la sua applicazione nell’ambiente subacqueo. In generale l’ambiente subacqueo ha alcune peculiarità specifiche che determinano scelte o considerazioni più limitate rispetto all’ambito terrestre.


Intanto non si prende in grossa considerazione la questione della variazione dei tempi di scatto in funzione della variazione dei diaframmi (cosa comune fuori dall’acqua). Come noto la quantità di luce che investe il sensore è funzione non solo dell’apertura del diaframma, ma anche del tempo di apertura dell’otturatore. Il prodotto della famigerata coppia Tempo/Diaframma (trovata la giusta esposizione) deve rimanere invariato perché la quantità di luce che entra sia costante (es.: se si apre il diaframma di uno step, si deve ridurre il tempo di uno step). Ora non è che in acqua si stravolge il concetto, è solo che la fonte di luce principale non è più il sole (che eroga in modo costante) ma il flash (che può variare la sua intensità di erogazione). Per cui al variare (entro certi limiti) del diaframma sopperisce la variazione di intensità del flash, senza che ci si debba preoccupare dei tempi di scatto. Questo meccanismo può essere manuale (impostato dal sub) o automatico (con funzionamento in TTL del Flash). Inoltre in acqua a causa della sospensione e del fluido stesso, si cerca di avvicinare il più possibile il soggetto per guadagnare nitidezza. Questa tipicità non comune alla fotografia terrestre, determina di per se (vedi righe precedenti) una contenuta PdC. Questa ultima caratteristica peculiare della fotosub, viene spesso bilanciata nella fotografia di ambiente sottomarino dall’utilizzo di lenti grandangolari molto spinte (< 20 mm equivalenti in formato pieno) quando non addirittura di ottiche tipo fisheye (<14 mm equivalenti in formato pieno) . Chi per fotografare ambiente utilizza ottiche particolarmente performanti, sa che si agisce sul diaframma in funzione dell’interesse per lo sfondo e ai fini della componente di luce ambiente desiderata, rispetto a quella fornita dal/dai flash per illuminare la scena. Chi si trova invece per le mani un’apparecchiatura meno performante come una compatta ad esempio, dovrà limitarsi nell’ampiezza della scena (raramente le compatte vanno oltre un 24 mm eq. in formato pieno). Questo comporterà inevitabilmente una scelta forte rispetto allo sfondo. Uno sfondo troppo nitido a volte crea confusione, mentre in altri casi consente di leggere meglio il soggetto. Nel primo contesto si tenderà ad aprire un pochino di più il diaframma, nel secondo a chiuderlo. Nell’effettuare queste regolazioni, non va mai dimenticato però che un diaframma troppo aperto può provocare fastidiose distorsioni nell’immagine, soprattutto ai bordi. Aggiungo che notoriamente le ottiche non hanno il maggiore rendimento alla massima e alla minima apertura di diaframma. Quindi riassumendo evitiamo gli estremi, soprattutto quelli di massima apertura (numeri più bassi di “f”). Con una attrezzatura compatta, la fotografia più praticata sott’acqua resta comunque quella cosiddetta ravvicinata, spesso erroneamente definita macro (di solito si parla di macrofotografia quando il rapporto di riproduzione è almeno 1:1 tra dimensione reale del soggetto e dimensione dello stesso riprodotta nel sensore). La nostra PdC, in questo tipo di foto va tenuta in considerazione per lo sfondo alla stregua di quanto già detto per l’ambiente, ma più spesso va attentamente considerata per avere l’intero soggetto nitido. In apertura ho detto che la PdC rappresenta lo spazio davanti e dietro al soggetto messo a fuoco, entro il quale le cose inquadrate appaiono al nostro occhio nitide. In realtà non sono stato abbastanza preciso. Quando si mette a fuoco, lo si fa su un punto posto ad una certa distanza dal nostro sensore, pertanto tutti i punti presenti nell’inquadratura posti alla stessa distanza saranno egualmente a fuoco, mentre gli altri saranno più o meno sfocati. Quando la distanza dal soggetto e le dimensioni dello stesso sono grandezze paragonabili e nell’ordine dei centimetri, inevitabilmente ci sarà una buona parte dello stesso soggetto sfuocata. Ecco che la nostra PdC viene in aiuto, per rendere più nitido l’intero soggetto o la parte di esso che ci interessa. Pertanto signori, diaframma il più chiuso possibile, cercando di isolare il soggetto dallo sfondo per mezzo di un diverso livello di illuminazione (allontaniamo lo sfondo con un’inquadratura ad-hoc o direzioniamo diversamente il flash). Tra l’altro una maggiore PdC su soggetti ravvicinati, garantisce una maggiore tolleranza rispetto ad imperfezioni di messa a fuoco, abbastanza frequenti in condizioni logistiche difficili come quelle sottomarine. Non dimentichiamo anche (a meno di particolari esigenze creative) che può giocare a ns. favore il posizionamento del soggetto rispetto all’asse dell’ottica. Ripreso frontalmente o lateralmente lo stesso soggetto potrebbe avere una lunghezza sviluppata in profondità ben differente. Diamo sempre un’occhiata alla foto scattata sul nostro monitor e se possibile cerchiamo di scattare più foto dello stesso soggetto, anche dopo aver trovato la giusta inquadratura ed esposizione. In questi scatti variamo in più ed in meno il diaframma, la “forcella” o “bracketing” come lo chiamano gli Inglesi, ha sempre il suo bel perché. Controlliamo poi a casa sul PC il risultato delle variazioni, confrontandole con quanto riportano i metadati delle foto, per comprendere il meccanismo ed appurarne i benefici. Buon divertimento!




C CR RO OC CIIE ER RA A TTH HO OR R 1 17 7--2 20 0G GIIU UG GN NO O2 20 01 11 1

Dopo il solito tuffo mattutino e un’abbondante colazione, eravamo impazienti di scendere in

Quando alla presentazione del corso 3° grado FIPSAS ci è stata presentata la possibilità di svolgere le immersione di fine corso sulla Thor, la ex baleniera del Mare del Nord varata nel 1952, che grazie alla passione di un giovane comandante ha ripreso vita solcando i mari italiani,

siamo

stati

subito

entusiasti

acqua per cercare conferma delle nostre aspettative. La prima immersione ci ha portati al “Salto di Tiberio”; dopo una nuotata in superficie ci siamo immersi lungo una parete, dove una volta raggiunto il fondo ci ha accolti una murena fuori tana e poco più avanti una fantastica parete ricca di aragoste che non avevano paura di farsi vedere e fotografare.

dell’esperienza che avremmo potuto svolgere. Nessuno di noi era mai stato sull’isola di Capri o a Positano, e tantomeno avevamo visitato i loro

fondali,

ma

dalle

nostre

conoscenze

“teoriche” e da qualche ricerca su internet siamo partiti sicuri di poterci godere dei fondali fantastici

e

incantevole.

un Un’altra

panorama

altrettanto

prospettiva

molto

interessante per noi “lupi di mare” e amanti dei viaggi

in

barca, è stata il

fatto

di

dover trascorrere tre giorni in mare godendoci

la

navigazione, quei

bei

bagni

di prima

mattina appena svegliati, le chiacchierate tra amici la sera sul ponte e perché no, anche le piccole scomodità che rendono i viaggi in barca un’esperienza unica dal nostro punto di vista. Dopo un lungo viaggio in macchina attraverso l’Appennino e un pasto frugale nel porto, abbiamo finalmente preso il mare dal porto turistico di Marina di Stabia in rotta verso l’isola di Capri,

dove abbiamo passato la notte alla

fonda in rada, davanti al paesino di Marina Grande.

Non

dimenticando

il

lato

didattico

dell’immersione, abbiamo svolto la puntata a -40 m e siamo risaliti in sicurezza, prestando particolare

attenzione

sfortunatamente

in

nell’uscita

queste

zone

poiché non

c’è

grande rispetto per i subacquei da parte dei natanti, quindi il pedagno è risultato ancora più importante del solito. Dopo aver visto cosa ci offrivano questi fondali non vedevamo l’ora di tuffarci per la seconda immersione nel punto “Scoglio di Marcellino”, dove abbiamo provato a condurre il nostro gruppo in immersione, e così è stato anche per le successive immersioni scegliendo a rotazione chi apriva e chi chiudeva. Dopo

pranzo è stata la volta di visitare il

paesino di Marina Piccola, che si articola su per un promontorio e si raggiunge attraverso stradine

strette

e

inerpicate,

dove

è


incredibile

come

gli

autisti

degli

autobus

riescano a districarsi. Qui abbiamo potuto apprezzare tipiche granite con i limoni della costiera

amalfitana

e

una

stupenda

“biodiversità femminile autoctona”. Scherzi a parte, il panorama dell’isola era veramente eccezionale e offriva uno scorcio sul punto dove ci saremmo immersi di lì a poco: “I Faraglioni”. L’immersione

notturna

offre

spesso

degli

“Lo Scoglio dell’Ischitella” è stata la prima delle due, su una parete che scende a picco fino ai -80 m, ricca di gorgonie gialle, gorgonie rosse e falso corallo nero (Gerardia savaglia), che si trovava però a profondità a noi non concesse. Sui rami delle gorgonie rosse non era raro trovare delle uova di gattuccio

(Scyliorinus

canicula)

all’interno

delle quali era possibile osservare, con un po’ di attenzione, l’embrione in fase di sviluppo nel suo astuccio corneo semitrasparente. L’ultima

immersione,

“Scoglio

di

Capo

d’Aniello”, è stata la meno impegnativa dal punto di vista batimetrico, ma non per questo meno interessante, in quanto è stata svolta all’interno di un’ampia grotta che abbiamo esplorato in ogni suo piccolo anfratto e che ci Foto di Giuseppe Sauria

ha dato delle emozioni particolari. Le specie

incontri interessanti ed esclusivi che in altri orari è impossibile fare, qui a Capri non è stato da meno: scorfani rossi, polpi, seppioline, gigli di mare e bellissimi parapandali che, con i loro occhi illuminati dalle torce, sbucavano dalla posidonia e dagli anfratti rocciosi.

Foto di Giuseppe Sauria

che hanno caratterizzato questa immersione sono state un buon numero di cerianti (di cui alcuni anche di grandi dimensioni) e

il

ghiozzo gattopardo (Thorogobius macrolepis), caratteristico degli ambienti di grotta. Foto di Giuseppe Sauria

Una volta risaliti in barca e aver consumato una bella cena, ci siamo diretti verso Positano, dove il giorno seguente avremmo svolto le ultime due immersioni della crociera e poi una visita al paese.

Un aspetto caratteristico dal punto di vista ecologico di questi fondali è sicuramente la presenza

di

una

madrepora

coloniale

incrostante, Astroides calycularis, termofila dalla distribuzione limitata alle coste dell’Italia


Sulla via del ritorno, con un mare in rinforzo e una

luce

giornate

crepuscolare trascorse

immersioni

e

in

risate.

ripensavamo

alle

compagnia

tra

Una

bellissima

esperienza, sicuramente da consigliare a chi mai si è concesso una crociera di questo tipo. Un ringraziamento particolare a Marco e Cristiana che ci hanno seguito durante l’intero corso e in queste bellissime immersioni e a Foto di Daniele Grech

meridionale e a brevi tratti della costa africana del bacino mediterraneo occidentale. Dopo aver sciacquato e riposto le attrezzature, ci siamo goduti una visita a Positano, un ambiente più sobrio e caratteristico rispetto alla più turistica Capri.

Sandro

"Sandrone"

Galassi,

potuto

partecipare

alla

che

crociera

non e

ci

ha è

mancato per la sua simpatia; sicuramente le sue battute e le sue storielle avrebbero rallegrato ancora di più le serate sul ponte della Thor. Tiziano Ciccone, Daniele Grech, Giuseppe Sauria, Carlo Avio, Luca Borra

Infine siamo tornati sulla Thor per riprendere la rotta verso Castellammare di Stabia, dando un ultimo sguardo alle falesie a picco sul mare.

Foto di gruppo con istruttori





M MA AS SS SA A LLU UB BR RE EN NS SE E 1 10 0--1 11 1--1 12 2 LLU UG GLLIIO O2 20 01 11 1

ristorante vicino, chi invece si è spinto fino a Sorrento per una visita della città.

Ore 8.00 di domenica 10 luglio parcheggio IKEA. E’ da lì che inizia la nostra avventura con destinazione Massa Lubrense. Io alla guida del furgone con a fianco Gianni, davanti Maurizio Per inetti Casoni e signora a fare da navigatori e a seguire dietro di me i vari allievi e free Elisabetta, Letizia, Edoardo, Gerardo, Fabio, Cristian, Simone e Valerio Cristiana e famiglia ci avrebbero raggiunto in serata. Sosta obbligata quando si va a Massa Lubrense alla Pizza Metro per soddisfare i nostri palati. Arrivo nella seconda metà… del pomeriggio, scarichiamo tutta l’attrezzatura e prepariamo ognuno le nostre ceste. Con Cristiana appena arrivata procediamo ai saluti e chiacchierata con Sergio e signora (proprietari del diving), una rinfrescatina e poi tutti insieme a cena al ristorante consigliato da Sergio per gustare le specialità locali. Ottima la sistemazione degli alloggi, spaziosi, puliti e soprattutto ubicati proprio sopra il diving. Il piccolo molo con la nostra barca era situato proprio di fronte.

La mattina successiva ci ha visto impegnati in altre due immersioni in questa zona parco marino ricca di pesce. Si era ormai creato un ottimo affiatamento tra tutti noi e questo ha aiutato a maturare la consapevolezza di essere finalmente subacquei. Il branco di barracuda avvistati in superfici nell’immersione effettuata presso lo Scoglio a Penna e l’azzurro che affiorava attraverso l’ingresso della Grotta dello Zaffiro ci hanno riempito di emozione.

Lunedì mattina tutti pronti alle 8.00 per montaggio attrezzatura da caricare in barca. 8.30 breefing, con gli allievi, e a seguire destinazione Cala Mitigliano. Si respirava una leggera tensione da prima volta subito andata calando e trasformatasi in entusiasmo alla vista di un branco di tonnetti, immediata la voglia subito di ridiscendere per la seconda immersione fatta nel primo pomeriggio a Punta Campanella Più tardi io, Cristiana e i Perinetti ci siamo ricavati uno spazio per la notturna fatta a Marina di Puolo. Foto di Maurizio Perinetti Casoni

Successivamente diversi “atleti” si sono esibiti in tuffi caratteristici e acrobatici effettuati dalla barca, ed hanno pertanto annunciato la loro prossima partecipazione alle Olimpiadi del Conero. (sigh!!) Nel primo pomeriggio purtroppo ci aspettava la partenza per il ritorno a casa, per renderla meno amara ci siamo tutti fiondati nella più vicina pasticceria ad acquistare le varie specialità locali che ci hanno allietato il viaggio di ritorno. Una immersione di ben 67 minuti, mentre gli allievi dopo un meritato riposo a fine pomeriggio, chi ha finito la serata al

Cristiana Pavan & Paolo Bontempi


M MA AS SS SA AL LU UB BR RE EN NS SE E:: IIL LM MA AR RE ED DE EL LL LE ES SIIR RE EN NE E Divisa dall'isola azzurra, da una piccola striscia di mare tra Punta della Campanella ed i Faraglioni, Massa Lubrense, esplode di colpo nei colori delle sue baie, delle rocce degli uliveti, dei limoneti e della sua macchia mediterranea. Un territorio ricco di tesori naturali e di cultura che ci riportano al mito di Minerva, di Ulisse e delle Sirene, ma soprattutto un lembo di terra circondato da un tratto di mare tra i più belli ed interessanti di tutto il mediterraneo. Una vacanza nella storia e verso la natura, nel cuore dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella, il paradiso dei sub e di tutti gli amanti del mare. Splendide coste scoscese si alternano a promontori con antiche torri saracene, a piccole baie dalle acque cristalline, a minuscole spiagge raggiungibili solo via mare. Tra Sorrento e Positano, di fronte l'isola di Capri....

I fondali sommersi di questa zona sono infatti incredibilmente ricchi di vita e di colori, per l'infinità di forme biologiche che li popolano e vari dal punto di vista morfologico, con pareti rocciose a volte dolcemente degradanti verso il largo, e a volte paurosamente strapiombanti nel blu. La natura calcarea della zona favorisce, su entrambi i versanti della costa, la presenza di numerose grotte, anfratti e cavità.

Direttamente sul mare del porticciolo di Marina della Lobra, caratteristico borgo di pescatori a Massa Lubrense, si sviluppa su tre livelli con un giardino antistante.Il Residence è costituito da 10 appartamenti divisi in monolocali da 2 posti, bilocali da 4 posti e trilocali da 5 a 6 posti, per un totale di 34 posti letto. Tutti gli appartamenti sono dotati di servizi privati, biancheria da bagno e da letto, angolo cottura per i monolocali, cucina separata per i bilo e trilocali completamente attrezzata, frigo, tv, arredati in modo semplice e funzionale. Entro 20 metri dalla struttura si trovano bar, pizzerie, ristoranti e parcheggio convenzionato. All'interno dello stessa struttura è ospitato il TGI Diving Center, che dista soli 10 mt. dal molo d'imbarco.


profondità;

M MO OR RIIA AD DII C CE ER RN NIIE E

la

carcassa

non

presentava

nessun segno evidente di trauma.

T Trriicca asse ee eL Le eu ucca a sse etttte em mb brre e

Qualche

giorno

fa,

alla

fine

di

un’immersione nei pressi di Leuca abbiamo

2 20 01 11 1

trovato un bel dotto di circa 2kg morto, tra le

Chi di noi non si ricorda da bambino che

rocce sul fondale, mentre a pochi metri di

almeno una volta ci hanno detto “sano come un

profondità vedemmo un piccolo dotto con un

pesce”: ecco, tra le vecchie dicerie questa è

isopode

forse una di quelle dettate dalla scarsissima

apparentemente non correlati fra loro erano

conoscenza che nel passato si avesse del

solo il preludio di un diastro di proporzioni

pianeta

stragrande

bibliche che sta interessando con sicurezza

maggioranza delle persone crede che i pesci

almeno il tratto di costa che va da Tricase a

siano immuni da qualsiasi malattia, e forse

Santa Maria di Leuca.

mare.

Ancora

oggi,

la

sulla

coda.

Questi

eventi,

anche molti subacquei ritengono questa ipotesi ancora valida. Ovviamente mi sono ricreduta dopo questa esperienza appena trascorsa e devo dire che la visione di una cernia morente non è uno spettacolo molto bello, anzi va contro tutte le filosofie subacquee tradizionali: nessun diving o centro brevetti pubblicizzerà mai

questo

aspetto

della

vita

del

mare.

Navigando poi in internet, ho scoperto che fenomeni simili non sono rari (solo in Italia, almeno 4-5 articoli negli ultimi anni ed in zone Cernia morta

diverse). Nel settembre 2010, durante un’immersione da terra nei pressi di Tricase (LE) mi imbattei in una cerniotta che stranamente rimaneva a pancia in su ma non era morta; dopo averla fotografata mi avvicinai

e l’animale, con uno

scatto improvviso, fece per scappare e si andò ad

infilare

nella

tasca

laterale

del

gav,

credendo che fosse un rifugio. Uscii dall’acqua per mostrare agli altri increduli il fortunato incontro, dopodiché lo ributtai in mare anche se l’anomalo comportamento mi fece presupporre che la cernia non stesse bene.

La vigilia di

Pasqua del 2011 ci siamo recati nuovamente in Puglia per fare immersioni e a Punta Meliso (Leuca)

trovammo

una

tartaruga

morta

rovesciata sul carapace, a circa 20-25mt di

Rimasto qualche giorno in più a Tricase, il Tonno decide di andare a fare un’immersione in una zona da sempre molto ricca di pesce, ma con grande sorpresa, di pesce non c’era neanche

l’ombra.

temperatura

L’ipotesi

dell’acqua

che

(26°)

l’alta avesse

provocato lo spostamento del pesce nelle zone al di sotto del termoclino (situato a quasi 50mt di profondità) non era accettabile in

quanto

l’anno

scorso

l’acqua

era

egualmente calda (24-25°) ma il pesce c’era: “Mentre filmavo incredulo quello che ho poi ribattezzato Il deserto dei Tartari mi accorgo che

effettivamente

un

pesce

c’era:

una

cernia. L’animale però presentava evidenti problemi: nuotava di fianco e a scatti, e


sembrava non riuscire a vedere gli ostacoli

L’analisi dell’esemplare e la visione dei filmati

contro i quali continuava a sbattere. Il dubbio

ha confermato l’ipotesi che mi ero fatto: un

che qualcosa di catastrofico stesse succedendo

virus le sta uccidendo tutte. Per la cronaca,

ha

nella zona dove ho osservato la prima cernia,

trovato

conferma

il

giorno

successivo

quando, durante un’immersione a Leuca ho

oltre

alla

stessa,

trovato poggiata sul fondo un’altra cernia con

abbiamo rinvenute altre due, una morta da

gli stessi problemi. Decisi quindi di portarla in

un paio di giorni e una in evidente stato di

superficie e di consegnarla alla Capitaneria di

decomposizione, oltre ad una serie di ossa di

Porto, che ha poi provveduto ad informare un

varie

veterinario.

spaccature”.

specie

di

trovata

pesce,

poi

morta, ne

disseminati

nelle

Teresa Chiappini e Casali Roberto, detto “il Tonno”.

Resti di una murena


F Fo otto ossu ub b iin nA Asssso on na au uttiicca a di Francesco Flores Con l’avvento delle macchine digitali molte più persone si sono avvicinate al mondo della fotografia, questo grazie ai costi più contenuti dell’attrezzatura e alla praticità della stessa e sicuramente grazie anche all’immediatezza del risultato. Per gli stessi motivi anche nel mondo subacqueo la fotografia ha sensibilmente aumentato i suoi proseliti, coinvolgendo ogni giorno sempre più persone. La mia passione di fotosub è abbastanza datata, ma per mia natura sono sempre interessato ad imparare e migliorare la mia tecnica fotografica, per questo quando l'amico Marco mi ha proposto di partecipare ad un corso di fotosub, non ho esitato un attimo a dire di si e a coinvolgere altri amici della associazione. Un drappello di appassionati fotosub del Komaros ha avuto così il piacere di partecipare alla prima edizione del corso di fotografia digitale subacquea tenuto da Franco Profili che si è avvalso della preziosa collaborazione del nostro Marco Boncompagni e di Federico Betti (per la sezione di approccio all'ambiente marino). Il Komaros ha anche messo a disposizione il gommone per l’interessante uscita didattica di fine corso. Ai 7 incontri serali tenutisi presso la sede di Assonautica, hanno partecipato 12 fotografi, raggiungendo così il numero massimo degli iscritti che gli organizzatori si erano prefissi per consentire uno svolgimento ottimale ed una corretta fruibilità. Le lezioni hanno approfondito sia gli aspetti tecnici che quelli pratici peculiari della fotografia subacquea, ma hanno anche toccato più in generale gli argomenti tipici della teoria della fotografia digitale e dei metodi e logiche di ripresa. Sono anche stati puntualizzati aspetti di biologia marina e di metodologia comportamentale per il corretto approccio ai soggetti e la loro ricerca, con particolare attenzione alla realtà locale del Mare Adriatico.

( foto Marco Boncompagni )

I partecipanti


LLA A FFO OTTO OG GR RA AFFIIA AS SU UB BA AC CQ QU UEEA A IIN N D DIIG GIITTA ALLEE

L'avvento del digitale ha contribuito all'incremento del numero di persone che si avvicinano alla fotografia subacquea. Tuttavia, le particolari condizioni ambientali e il diverso comportamento della luce nel mezzo acquatico rendono la fotografia subacquea tutt'altro che semplice. Questo volume intende fornire, attraverso le esperienze degli autori, nozioni e suggerimenti sulle attrezzature e le tecniche per realizzare al meglio immagini fotografiche sott'acqua. Il manuale, completo, agile, ricco di esempi e immagini, corredato da interviste a fotosub di calibro internazionale e da un'interessante sezione sui regolamenti delle più importanti gare di fotografia subacquea. Argomenti: - le basi della fotografia digitale - l'attrezzatura - la composizione dell'immagine - le immagini subacquee: la macrofotografia - la foto d'ambiente - la presentazione delle immagini

Autori: Alessia Comini, Cristian Umili

G Gllii aauuttoorrii Chi sono Alessia Comini e Cristian Umili? Ovviamente una coppia di fotografi. Lo siamo“per dovere e per diletto”, nel senso che operiamo professionalmente in modo stabile nel settore per così dire “terrestre” ed in maniera un po' più sporadica in quello “subacqueo”. Siamo marito e moglie, rispettivamente reggiano e bresciana per nascita ma liguri “per incanto e per amore”, titolari di due studi fotografici nella splendida e problematica cornice di Sestri Levante. La nostra professionalità è cresciuta col tempo: dopo le prime esperienze da dilettanti (io, Alessia, vengo dal settore ingegneristico, Cristian dal commerciale) e i primi grattacapi come assistenti siamo approdati al libero professionismo dapprima solo come fotografi di cerimonia e ritratto, ed estendendo gradualmente il campo agli interni ed allo stilllife. Ora possiamo dire di essere abbastanza trasversali, operiamo più o meno in tutti i settori della fotografia commerciale. Al di là di questo manteniamo la passione per un ambito più creativo e che di commerciale ha ben poco, ma è sicuramente più divertente: la fotografia subacquea e di viaggio. Cristian fotografa sott'acqua dalla tenera età di 13 anni, io, Alessia, mi sono “accodata”, dal momento che, pur subacquea da tempo, non avevo mai fotografato sott'acqua prima di conoscere il gentil consorte. Cristian ha passato la maggior parte delle tappe “obbligate” di quasi tutti i fotosub italiani, gare e concorsi,ed ha accresciuto la sua esperienza in un senso più “tradizionale” dal punto di vista compositivo e tecnico: attualmente è anche istruttore e tecnico fotosub FIPSAS, io le ho saltate tutte e, pur attenendomi a certe regole necessarie per realizzare immagini “passabili”, ho sviluppato una mia visione personale della fotosub, attualmente condivisa anche da Cristian, che cerca di distaccarsi dal “già visto” e di essere, per quanto consentito dalla difficoltà del mezzo in cui si opera, innovativa. Abbiamo entrambi collaborato con molte delle testate giornalistiche italiane dedicate ai viaggi ed alla subacquea, pur non facendo di questo la nostra fonte principale di sostentamento.

Editore: Magenes Edizione: 2011 Formato: 23x17 Lingua: italiano

Se volete sapere qualcosa in più di noi, o vedere i nostri lavori, potete consultare i nostri siti www.immaginephoto.it , www.cristianumili.com e facebook.




Chiedete a dieci persone scelte a caso cosa pensino degli squali, e accumulerete un campionario di frasi di paura o ribrezzo. Ripetete lo stesso esperimento con subacquei che abbiano incontrato uno squalo almeno una volta nella vita, e sentirete sognanti parole di rispetto, discorsi sull’eleganza e la bellezza di questi animali.

In effetti questo piccolo esperimento chiarisce cosa oggi sappiamo e pensiamo degli squali: tanti luoghi comuni, tante dicerie su questi “animali mangiauomini” ed una paura diffusa ed ingiustificata, derivata da una grande ignoranza sull’argomento. Chi invece ha avuto la fortuna di incontrare questi splendidi animali nel loro ambiente è spesso folgorato dall’eleganza e dalla bellezza di tutte le specie di squali.

Gli squali sono animali decisamente antichi, i cui primi rappresentanti risalgono addirittura a 400 milioni di anni fa; ciononostante, ancora oggi sono predatori apicali, senza cioè nemici (a parte l’uomo, purtroppo), e in grado di colonizzare tutti i mari del Mondo.

Foto di Federico Betti

L’evoluzione ha affinato sempre più le abilità e le capacità degli squali, rendendoli dei predatori perfetti, e per questo estremamente affascinanti: l’eleganza, la velocità, l’idrodinamicità di questi animali li rende bellissimi alla vista, mentre uno studio un po’ più approfondito delle loro peculiarità,


una maggiore comprensione delle loro vite, non può che incantare chi si approccia con curiosità alla scoperta del loro mondo.

Purtroppo l’uomo ha spesso paura di ciò che non conosce o non può dominare, e per questo gli squali sono da sempre oggetto di un odio diffuso ed ingiustificato: la reale pericolosità di questi animali è decisamente inferiore a ciò che si ritiene, mentre al contrario l’uomo è oggi un reale e forte pericolo per la sopravvivenza di buona parte delle circa 350 specie di squali note.

Un mare senza squali, però, non è un mare più sicuro, ma un mare più povero, non più equilibrato, e le conseguenze le pagheremo sicuramente noi; l’aumento dell’abbondanza di meduse lungo le nostre coste è solo uno dei tanti esempi possibili.

Foto di Federico Betti


Wobbegong o Squalo tappeto

Wobbegong o Squalo tappeto


Squalo Bamboo

© © SScchhiiaarroollii M Miicchheellee


sin , alla periferia ossigenando ( anche con la

IIll P PF FO Oe e ll’’a attttiiv viittà à ssu ub ba accq qu ue ea a

pervietà del dotto di Botallo ) tessuti e organi. Summa del convegno FIPSAS in data Aprile 2010 a Piacenza

Alla nascita l’aumento delle pressioni nella parte

sinistra

del

cuore

fa

accollare

la

membrana che copre il forame ovale e, nel giro

di

un

anno,

avviene

la

completa

saldatura della membrana al setto. Questo interrompe quello che si chiama lo shunt interatriale destro/sinistro.

1. Quale il presupposto. Perché un portatore sano di PFO ( Patent Foramen Ovale o Forame Ovale Pervio ) possa andare incontro a malattia da

decompressione

neurologica

è

o

SEMPRE

a

sintomatologia

indispensabile

la

formazione di micro bolle. Questo è importante perché è la causa sine qua non c’è patologia da decompressione,

pur

con

PFO.

Questo

,

ovviamente , nella considerazione delle regole di

rispetto

dell’immersione

e

della

3.

Perché

la

MDD

e

l’embolia.

Normalmente le bolle e le microbolle di azoto, che dai tessuti periferici in accordo con la

decompressione eventuale.

cinetica dei gas, arrivano nel sangue venoso e 2. Che cosa è il PFO : è una anomalia in cui l’atrio destro del cuore comunica con l’atrio sinistro. Questa comunicazione avviene a livello della

fossa

ovale

Fisiologicamente

del

questo

setto foro

interatriale. si

chiude

al

momento della nascita, sostenendo fino a quell’istante la circolazione fetale che non prevede

passaggio

di

sangue

attraverso

i

polmoni che non sono ventilati. L’ossigenazione avviene attraverso il flusso placentare e il sangue refluo in atrio destro, non potendo attraversare il circolo polmonare, viene inviato in atrio sinistro e da qui, attraverso il ventricolo

ritornano al cuore in atrio destro, vengono espulse all’esterno con l’espirato attraverso il filtro polmonare ( dal grande circolo al piccolo circolo ). Se il filtro polmonare, ossia il piccolo circolo, viene by-passato perché l’atrio destro comunica con l’atrio sinistro attraverso un PFO, le micro bolle non espirate entrano nel circolo sistemico arterioso (atrio sinistro – ventricolo sinistro- aorta – arterie centrali e periferiche ). L’embolia è quindi una bolla o un aggregato di bolle di azoto che, presente in una arteria periferica, la occlude creando danni ischemici a valle dell’occlusione.


4. Casistica:

nel

25-30%

della

popolazione

clinica suggestiva e sintomatica. Il sintomo

adulta questa membrana non si salda al setto

più frequente è la cefalea o una MDD. La più

ma rimane solo accollata, grazie alle differenze

attuale diagnostica strumentale prevede:

di pressione tra atrio sinistro ( maggiore ) e destro

(

minore

).

Questa

anomalia

è

o EcoCardiografia transtoracica

asintomatica nella vita di tutti i giorni. La sua

o EcoCardiografia transesofagea

evidenza diventa tale in particolari circostanze

o EcoCardiografia

in cui le differenze di pressione tra atrio sinistro

con

ecocontrasto

e

Manovra di Valsalva

e atrio destro si equivalgono , o addirittura, si

o EcoColorDoppler transcranico

invertono con aumento della pressione in atrio

o EcoDoppler carortideo con contrasto

destro. Nella attività subacquea questo può esser vero in queste circostanze:

o Formazione di bolle e micro bolle con passaggio di bolle da destra a sinistra o Profondo e prolungato Valsalva o Broncopatia cronica ostruttiva e/o bronchite acuta o Accessi di tosse o Mancato rispetto dei tempi di risalita o Mancato

rispetto

delle

tabelle

di

EcoColorDoppler transcranico

decompressione o Immersioni ripetute

6.

Cosa fare se la diagnosi di PFO è

positiva. Un singolo episodio di embolia o Se tutto questo è assolutamente vero, è altresì

MDD con studio diagnostico positivo per PFO

vero che una Malattia da Decompressione

non prevede una

(MDD) in un PFO si può avere anche quando

subacquea. Prevede, però, assolute norme da

tutte le cautele e tutto quanto di corretto è

rispettare per evitare ulteriori episodi:

previsto

nell’immersione

venga

Secondo uno studio del DAN

interruzione dell’attività

osservato. l’evenienza

o Evitare di gonfiare il GAV con la bocca

( morbilità ) di una embolia in portatore di PFO

o Evitare compensazioni pesanti con Valsalva

, varia dallo 0.002% allo 0.03% dei subacquei

o Evitare profondità > 30 mt

sportivi.

o Evitare di stare al sole e di fare docce calde

La morbilità attesa dovrebbe essere

ben diversa se

ci si aspetta che 1/3 dei

subacquei dovrebbe essere portatore di PFO!

o Evitare affaticamenti per almeno

3 ore

prima e dopo l’immersione o Evitare la stipsi e sforzi evacuativi

5.

Diagnostica:

ad

oggi

non

esiste

una

o Mai immergersi se è presente tosse

normativa che regoli l’idoneità medico sportiva

o Evitare profili tipo : bounce dive, second

subacquea con lo studio strumentale per il PFO.

dive deeper, saw tooth profile, reverse profile.

La diagnostica , di fatto, viene richiesta quando il dubbio di un PFO esiste con riguardo ad una


Se si ripetono gli episodi rispetto

delle

considerare

la

“ombrellino

tipo

embolici, pur nel

cautele

previste,

messa

a

si

dimora

o

può

o

traumi

dell’encefalo

di

un

o

Ictus Celebrale

vada

ad

o

Attacchi Ischemici Transitori (TIA)

occludere meccanicamente il forame ovale.

o

Angina stabile ed instabile

Tale metodica prevede un cateterismo cardiaco

o

Aritmie

AMPLATZ”

che

l’atrio destro del cuore.

con

danno neurologico permanente.

per via percutanea, attraverso cui raggiungere

(eccetto

extrasistoli

ventricolari occasionali) o

Cardiopatia Arteriosclerotica

o

Ictus Cerebrovascolare

o

Scompenso Cardiaco

o

Asma bronchiale

o

Enfisema polmonare e bronchiectasie

o

Bronchite Cronica

o

Malattie polmonari restrittive

o

Sarcoidosi polmonare

o

Pneumotorace spontaneo recidivante

o

Otite media ed esterna

o

Impianto di protesi auricolari

o

Pregressa chirurgia dell’orecchio interno

NITROX.

o

Laringectomia

L’utilizzo del Nitrox è raccomandato con queste

o

Rottura finestra ovale orecchio medio

avvertenze:

o

Perforazione della membrana timpanica

o

Sinusite cronica

dell’immersione

o

Paralisi del nervo facciale

Utilizzare la miscela NITROX più ricca per

o

Diabete insulino dipendente ( tipo 1 )

l’immersione programmata

o

Gravidanza

o

Pregressa MDD ed EGA

Posizionamento AMPLATZER

7.

o

o

o

Utilizzo

di

Saturazione in

Utilizzare

miscela

O2 per 15 min. prima

profili

e

tabelle

come

se

Hanno partecipato al Convegno con i loro contributi:

utilizzassimo una miscela di aria o

Saturare

in

O2

per

30

min

dopo

l’immersione 8. Quali

sono

le

controindicazioni

assolute all’immersione in presenza di PFO. o

Malattie

MDD

o

EGA

precedente

con

neurologici o

Epilessia

o

Tumori o aneurismi intracranici.

o

Emicrania ricorrente con aurea

o

Miastenia Grave

o

Narcolessia

Prof. Dr. Paolo Grosso Direttore del Dipartimento d’Emergenza Specialista in Anestesia e Rianimazione Policlinico di Monza – Monza

Prof. Dr. Mario Fabbrocini Specialista in Cardiochirurgia Direttore del Centro di Cardiochirurgia Casa di Cura Città di Alessandria

esiti Dr.ssa Carla Bertucci Direttore della U.O. di Cardiologia Casa di Cura Città di Alessandria

Dr. Luigi Carvani Commissario Federale FIPSAS Vice Presidente Sezione di Piacenza

Dr. Salvatore Visalli Specialista in Medicina dello Sport Piacenza


C.ON.I. - F.I.P.S.A.S. - C.M.A.S.

Gita Marina Della Lobbra (Sorrento) – ESAMI I gradi - 29 Ottobre / 1 Novembre ‘11

Sabato 29

Programma : arrivo e sistemazione nel residence e diving

Domenica 30 : 2 immersioni Lunedì 31

: 2 immersioni

Martedì 1

: 1 immersione - Partenza nel primo pomeriggio Quota sub in appartamento da 2……….Euro 290,00 a persona Quota sub in appartamento da 3/4…..Euro 275,00 a persona Quota sub in appartamento da 6……...Euro 255,00 a persona Quota non sub in appartamento da 2……….Euro 120,00 a persona Quota non sub in appartamento da 3/4.….Euro 105,00 a persona Quota non sub in appartamento da 6…..….Euro 85,00 a persona

Caparra: € 100,00 da dare entro e non oltre il 30 Settembre 2011

Sistemazione : c/o DIVE RESIDENCE Marina della Lobra

Trattamento

Pacchetto immersioni: 5 immersioni (comprensive di Zavorra, Bombola e Guida;immersioni da barca)

Diving

Trasferimenti: Ancona / Marina Della Lobra / Ancona - con mezzi propri **

Assicurazione viaggio

Colazione, pranzi e cene

Altro : e tutto ciò non espressamente indicato alla voce la “Quota comprende”

** In base al numero dei partecipanti possibilità di organizzare un pullman

Cose da portare : Brevetto Brevetto sub – Log Book - Copia del Certificato Medico –

: Solo pernottamento

: TGI Diving Center

I partecipanti dovranno essere in regola con la quota sociale e certificato medico per attività sportiva non agonistica

Per qualsiasi informazione rivolgersi in segreteria o a Flores Francesco 360/487170 o floresfrancesco@libero.it




IIll M Miig glliio od deell PPaasssseetttto oX XIIX X eed diizziio on nee

Podio tutto napoletano tra gli uomini con la vittoria di Rodolfo Valenti, tesserato delle

Diciannovesima edizione per il “MIGLIO DEL PASSETTO” che si è svolto sabato 16 luglio 2011. Ben 240 (DUECENTOQUARANTA) i concorrenti iscritti alla manifestazione, giunti da ogni parte d’Italia per contendersi i punti per il circuito italiano del mezzo fondo in mare o, per il semplice gusto di partecipare, come amatori, alla più antica manifestazione del genere in Ancona, che è anche una delle più belle in Italia ed è considerata dagli appassionati come la “Milano/Sanremo” del nuoto. Il

mare

increspato

sufficientemente

calmo

al

largo,

sotto

costa

ma e

la

straordinaria cornice del Passetto hanno reso la gara molto spettacolare, tanti gli spettatori ed i curiosi assiepati sulle scalinate e sulle terrazze dell’ascensore. Il

gran

numero

dei

partecipanti

ha

reso

necessarie ben quattro partenze differenziate tra

agonisti,

masters

(2)

ed

amatori.

L’assistenza veniva assicurata dai dieci mezzi nautici dei soci del Kòmaros Sub Ancona, coadiuvati da una mezza dozzina di barche e pattini condotti dai grottaroli del Passetto, sui vari mezzi erano dislocati due medici, i sub di assistenza ed i giudici di gara. Fondamentale per assicurare che lo specchio d’acqua fosse sgombero di barche estranee e sicuro per i nuotatori l’intervento dei mezzi navali della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco. Sullo splendido percorso, che si è svolto a rettangolo davanti alla spiaggia del Passetto, con arrivo e partenza nei pressi dell’ascensore, si sono dati battaglia atleti di tutte le età, dal giovanissimo Giacomo Babbi (classe 1999) fino a Domenico Antonio Casolino nato nel 1927.

Fiamme Oro Napoli, con il tempo di : 25’.34”. 9, al secondo posto Andrea Bondanini Fiamme Oro Napoli, al terzo posto Piergiorgio Gagliotti Fiamme Oro Napoli Prima assoluta tra le donne, con il tempo di : 26’.41”.2, è risultata l’atleta Greta Sandrini tesserata della Centro Nuoto UISP che bissa il successo del 2010, al secondo posto Valentina Luconi del Circolo Canottieri Aniene, al terzo posto Francesca Naldi della A.S.D. Nuovo Nuoto. Primo anconetano tra i maschi come nella scorsa edizione è stato Francesco Tritto della Vela Nuoto Ancona, vincitore del prestigioso “Memorial Fabio Bolli”, prima delle donne anconetane Valentina Lucconi. Con uguale entusiasmo atleti di ogni età sono giunti tutti al traguardo, per poi rifocillarsi presso lo stabilimento “La luna al Passetto” ed essere premiati all’ombra della Pineta del Passetto, dal Comitato d’Onore della manifestazione e dagli sponsor della gara, in prima fila, il Comandante Felice Tedone in rappresentanza del Comando Guardia Costiera di Ancona, il presidente del CONI Regionale Fabio Sturani, il Dirigente del Servizio Sport della Regione Marche dott. Pietro Talarico, il dirigente della Banca

di

Credito

Cooperativo

di

Ancona

Andrea Bartoletti ed titolari delle aziende sponsores

calzaturificio

Nova

Rosa

Srl

e

Carmar Sub Ancona. Ad arricchire il montepremi oltre alle coppe e trofei anche i prodotti tipici offerti dalla Azienda Dolciaria Giampaoli ed i vini offerti dalle

aziende

Leopardi

vinicole

Dittaiuti,

Berluti,

Moncaro,

Gambelli,

Moroder

Piersanti. FABIO FIORI

e







2 29 9°° T Trro offeeo oK Ko om maarro oss – –1 12 2°° M Meem mo orriiaall FFaab biio oB Bo ollllii Vittoria individuale dell’atleta di casa Lorenzo Cioffi, alle piazze d’onore Fabio Galli del Sub Tridente Pesaro e Marco Clemente del Centro Sub Pesaro. Vittoria a squadre per il Kòmaros Sub di Ancona.

Atleti pronti al via

Domenica 2 ottobre si è svolta ad Ancona la ventinovesima edizione del Trofeo KOMAROS Sub e 12° Memorial “Fabio Bolli” di pesca in apnea, in ricordo di Fabio Bolli ex agonista, fondatore del club anconetano e giudice di gara federale, prematuramente scomparso. Quaranta gli atleti iscritti, appartenenti a sei società di Marche e Romagna, ma solo trentacinque si presentavano alla partenza ed alle 8,45 prendevano il mare dal porto turistico di “Marina Dorica”. L’acqua nel tratto di mare del campo di gara, che si trovava tra la baia di Portonovo ed il promontorio del Conero, era torbidissima e la forte corrente da nord non riusciva a migliorare la situazione, una spaventosa fioritura di alghe rosse rendeva l’acqua simile ad una enorme zuppa. Tutti gli atleti, dopo aver tentato qualche tuffo al largo dove la visibilità era inferiore ad un metro, si buttavano sotto costa alla ricerca di qualche preda in acque basse. Ottima come sempre l’organizzazione del Kòmaros Sub di Ancona che disponeva lungo il

campo di gara quattro mezzi veloci per la direzione di gara e l’assistenza, con a bordo il medico, il direttore di gara, il giudice ed i sub di soccorso, mentre una dozzina di gommoni assistevano gli atleti. Presenti inoltre, per gran parte della competizione, una motovedetta della Guardia di Finanza ed una della Guardia Costiera, di preziosissimo aiuto per evitare che imbarcazioni estranee attraversassero il campo di gara mettendo a repentaglio la vita degli apneisti. I pesci erano veramente scarsissimi, visto il perdurare del gran caldo ed una stagione autunnale che ancora non si faceva sentire. Sola eccezione per qualche rara corvina e qualche cefalo di piccole dimensioni in tana, completamente assenti i saraghi le mormore e le spigole. Per tutta la prima ora si segnalavano solo alcune sporadiche catture, un cefalo sottomisura nel carniere del pesarese Banini ed uno in peso nel carniere di Fabio Galli nella zona centrale del campo gara, un cefalo catturato da Cioffi poco più a nord. Alcuni dei favoriti, che avevano scelto come tattica di recarsi contro corrente alla estremità settentrionale del campo gara, restavano con i carnieri vuoti. A metà gara sembrava che non si riuscisse neanche a realizzare il minimo di cinque carnieri per rendere valida la gara. Alla estremità meridionale del campo gara l’anconetano Cioffi individuava una tana frequentata da corvine riuscendo a catturarne un paio nonostante la corrente fortissima e la scarsa visibilità. L’ultimo scorcio della competizione vedeva alcune catture di cefali in peso. La pesatura veniva svolta al rientro al Porto Turistico MARINA DORICA, il giudice di gara Diego Fiori, sbrigava in pochi minuti le formalità e stilava la breve classifica che vedeva solo cinque atleti classificati e ben 30 cappotti.

Raduno gommoni atleti nel campo gara


La preda più grande della giornata era una corvina di 731 grammi presentata da Cioffi, ben poca cosa su un campo di gara che in passato aveva dato grosse soddisfazioni ai partecipanti.

5° Massimo Lucarini (Kòmaros Sub Ancona) con un cefalo – punti 872 Seguono preda.

trenta

concorrenti

con

nessuna

La classifica per società ha visto prevalere il KOMAROS SUB ANCONA con punti 37, secondo il SUB TRIDENTE PESARO con punti 21, terzo il CENTRO SUBACQUEO PESARO con punti 20, quarto il SUB RICCIONE-GIAN NERI con punti 18, quinto il MONSUB JESI con punti 3, sesto il CLUB APNEA DELFINO MAROTTA con punti 2. La premiazione si svolta nella sede della LEGA NAVALE ITALIANA di Ancona, prima della consegna dei premi sono stati ricordati sia l’ex atleta Fabio Bolli, cui è intitolata la gara, che il giudice di gara, istruttore ed ex presidente della società, Celestino Molinari scomparso lo scorso anno. Consegnato a Lorenzo Cioffi il Trofeo del 12° Memorial “Fabio Bolli”, destinato al miglior atleta anconetano.

Lorenzo Cioffi I° classificato

Questa la classifica finale : 1° Lorenzo Cioffi (Kòmaros Sub Ancona) con due corvine ed un cefalo– punti 3.101 2° Fabio Galli (Sub Tridente Pesaro) con un cefalo – punti 963 3° Marco Clemente (Centro Sub Pesaro) con un cefalo – punti 922 3° ex equo Gianfranco Iacovelli (Sub Riccione Gian Neri) con un cefalo – punti 922

Particolarmente ricco il montepremi grazie agli sponsores : CARMAR SUB, ALL SPORT FALCONARA, BONIFAZI CENTER SHOP NUMANA, CRESSI SUB e BANCA DI ANCONA CREDITO COOPERATIVO. FABIO FIORI.



© ©FFR RA AFFLLO O


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