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©FRAFLO


 In questo numero voglio fare un omaggio, anche se piccolo, agli amici con cui condivido questa esperienza del Web Magazine ospitando in queste pagine una breve descrizione dei siti web ai quali dedicano i lori sforzi e sui quali perseguono le loro passioni. Inoltre mi piacerebbe sottolineare l’importanza di inviare i dati delle immersioni e degli avvistamenti fatti in modo da poter contribuire alla ricerca .

NEWS

pag.

5

Presentazione siti web curati dai nostri collaboratori

pag.

7

I NOSTRI INCONTRI SUBACQUEI Dromia personata “Lottatori di Sumo“

pag.

18

di Francesco Flores

PUNTI D’IMMERSIONI AL CONERO I Sassi Neri

pag. 24

di Federico Betti

FOTOSUB Il Flash

pag. 26

di Marco Boncompagni

IMMERSIONE PARTICOLARI Lo Scolgietto di Portoferraio

pag. 32

di Claudia Scali

I NOSTRI SOCI RACCONTANO Esami di I e II grado - Argentario

pag. 38

di Alessandro Babbini

A tutti buona lettura…. 

WEB-MAGAZINE: KOMAROS SUB ANCONA IN QUESTO NUMERO FOTO DI: Francesco Flores, Federico Betti , Gianfranco Rossi Alessandro Babbini,foto concesse da Enfola diving Center e dal Sub Tridente Pesaro

HANNO COLLABORATO: Prof.Boero Ferdinando, Federico Betti, Mario Giuseppe Leonardi, Fabio Cori Carlitto, Francesco Flores, Marco Boncompagni, Lorenzo Burattini, Luca Giaccaglia e Claudia Scali

FIOCCO AZZURRO A CASA BURATTINI

I NOSTRI PROGRAMMI mete sub e corsi

SEZIONE BIOLOGIA Meduse scomode compagne di vacanza

pag. 42 pag. 48

di Federico Betti

SEZIONE ARA Sicurezza ed immersioni subacque

pag. 55

di Mario Giuseppe Leonardi

SEZIONE NUOTO

pag. 57

di Lorenzo Burattini

SEZIONE PESCA IN APNEA Campionato zonale Marche/Umbria e Semifinale B Campionati Italiani

pag. 61

di Fabio Fiori e Luca Giaccaglia

SEZIONE APNEA 9° Trofeo Monsub – Gara di apnea dinamica con e senza attrezzi

pag. 65

di Fabio Cori Carlitto

GADGET KOMAROS

pag. 71

AGENDA KOMAROS

pag. 72

LUCIA, LORENZO E SARA annunciano l’arrivo di MATTEO

è possibile tenersi informati sulle iniziative del club attraverso il gruppo KOMAROS FACEBOOK E’ vietata la riproduzione parziale o integrale dei contenuti e delle immagini presenti nel web-magazine

A.S.D. Komaros Sub Ancona - Mole Vanvitelliana 60125 Ancona Tel 071/204558 cell 337/640879 e-mail info@komaros.it - www.komaros.it


- L’EDITORIALE IIll cco on nttrriib bu utto od de eii ssu ub ba accq qu ue eii rriiccrre ea attiiv vii a a ssu up pp po orrtto od de elllle ea attttiiv viittà àd dii m mo on niitto orra ag gg giio oa am mb biie en ntta alle e cco ossttiie erro o La presenza di aree del pianeta ad elevata biodiversità ma al tempo stesso anche le più vulnerabili e quindi maggiormente a rischio di perdita di questo loro patrimonio è stata ben documentata dall’ecologo britannico Norman Myers in un suo articolo, pubblicato nel 2000 dalla rivista Nature, intitolato “Biodiversity hot spots for conservation priorities”. La protezione della biodiversità è diventata, dopo il vertice sulla Terra di Rio de Janeiro, una priorità per numerose nazioni che hanno sottoscritto accordi per impegnarsi a intraprendere azioni in tal senso. Fra gli “hot spot” del pianeta possiamo certamente annoverare due ambienti molto noti ai subacquei: il Mediterraneo, grazie alla sua ricchezza di endemismi, ed ovviamente le scogliere coralline, seconde solo alle foreste tropicali. Gli ecosistemi non sono in equilibrio ma al contrario sono soggetti a continui cambiamenti. Purtroppo noi non disponiamo di una serie di istantanee nel tempo che possano documentarne lo stato di salute. La percezione dell’uomo che qualche cosa bisogna fare a protezione di questi ambienti è spesso influenzata da eventi catastrofici, come avviene ad esempio in occasione di sversamenti di petrolio che per la loro portata colpiscono facilmente l’immaginazione delle persone. Purtroppo i cambiamenti lenti, che a volte avvengono nel corso di numerosi anni, anche se sottili possono portare ad eventi ancor più gravi di quelli di singoli eventi catastrofici. E’ questa quella che Pauly chiamò “Shifting Baseline Sindrome” ovvero lo spostamento continuo nel tempo di quella che possiamo considerare la baseline ovvero lo stato normale di un ecosistema. Per evitare questo rischio quello che bisognerebbe fare è incominciare ad avere delle istantanee di inizio e far seguire ad esse una serie di monitoraggi continui nel tempo delle specie e dei relativi habitat. Purtroppo i ricercatori che potrebbero occuparsi del monitoraggio dei fondali marini sono troppo pochi rispetto all’estensione dell’area da studiare, e hanno poche risorse a disposizione. Ma è altrettanto noto che il numero di subacquei che regolarmente si immergono in qualsiasi mare del mondo è attualmente elevatissimo. Solo in Italia sono almeno 400’000. Dal punto di vista teorico pensare di combinare l’attività di questo enorme numero di potenziali osservatori con l’impegno dei pochi ricercatori disponibili potrebbe rappresentare una soluzione quasi scontata. D’altronde il ruolo del volontariato è già ben conosciuto in ambito terrestre e anche nell’ambiente marino esistono esperienze documentate. Un’analisi molto dettagliata di queste esperienze è stata pubblicata dall’organizzazione britannica English Nature che ha dedicato un intero report al ruolo dei volontari subacquei. In questo report si legge: ‘Insieme i volontari rappresentano un’impagabile forza lavoro, disponibili ad offrire il loro tempo, conoscenza ed entusiasmo in cambio di sostenere una causa lodevole, un’occasione per ampliare i loro orizzonti e la soddisfazione che i loro sforzi saranno per il bene comune” (Irving, 2003). Le motivazioni che potrebbero spingere dei subacquei a partecipare ad attività di monitoraggio ambientale marino possono essere diverse. Queste possono essere interiori oppure venire dall’esterno, ad esempio partecipo perché così facendo potrò ampliare le mie conoscenze sulla vita negli ambienti in cui amo immergermi. Oppure potrebbe trattarsi di una soddisfazione personale per aver contribuito a proteggere e conservare gli stessi ambienti. L’attività di volontariato non è rivolta ad alcuni subacquei in particolare, infatti non vengono richieste abilità specifiche, solo un minimo di preparazione e di interesse per gli organismi marini. Esperienze di coinvolgimento di subacquei come supporto al monitoraggio degli ambienti marini sono già state fatte sia a livello internazionale che nazionale. Fra quelle attualmente più affermate e ormai riconosciute dalle maggiori organizzazioni possiamo annoverare a livello internazionale per l’Australia Reef Watch, in Gran Bretagna Seasearch e negli Stati Uniti Reef Check che fa parte del Global Coral Monitoring Network delle Nazioni Unite. Anche in Italia sono state avviate esperienze di questo genere ad opera del Marine Science Group dell’Università di Bologna, una iniziativa in collaborazione tra Icram e Fipsas fino alla attuale nascita di Reef Check Italia Onlus.

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L’organigramma della società biennio 2011-2012

ORGANI DIRETTIVI DELLA SOCIETA’ PER IL BIENNIO 2011/2012 Sono stati eletti nel corso della assemblea ordinaria del 2 Aprile u.s. gli organi direttivi e di controllo della A.S.D. Kòmaros Sub di Ancona per il biennio 2011/2012. Questo lo staff che guiderà la nostra associazione per questi due anni : PRESIDENTE : Fabio Fiori VICE-PRESIDENTE: Dott. Marzio Merli (pubbliche relazioni, medico sociale e responsabile archeosub)

VICE-PRESIDENTE: Maurizio Perinetti Casoni

(pubbliche relazioni, organizzazione manifestazioni)

CONSIGLIERE : Lorenzo Cioffi

(coordinamento attività agonistica)

CONSIGLIERE : Francesco Fiori

(responsabile didattica apnea e settore pesca in apnea)

CONSIGLIERE : Francesco Flores

CONSIGLIERE : Gianni Pinat

(staff di segreteria ed attività di biologia marina e fotosub)

(coordinatore attività nuoto agonistico piscina e mare - corsi nuoto)

CONSIGLIERE : Michele Schiaroli

(collaboratore organizzazione eventi e manifestazioni)

CONSIGLIERE : Marco Ammassari

(responsabile didattica ara e settore ara) REVISORI DEI CONTI:

Diego Fiori , Sandro Galassi, Donatella Paolozzi PROBIVIRI : Leonardo Giovenco, Mario Giuseppe Leonardi, Riccardo Pelliccia

INCARICHI TECNICI : DIRETTORE DIDATTICO: DIDATTICA NELLE SCUOLE E MINISUB:

Marco Ammassari Marco Ammassari

RESPONSABILE MEZZI NAUTICI, FURGONE ED ATTREZATURE SUB: Marco Ammassari, Andrea Sacchetti


Volevamo far conoscere meglio quelli che sono i nostri collaboratori più assidui, ma la solita scheda con dati anagrafici, interessi ecc. ci sembrava sapesse un pochino di stantio. Abbiamo pensato così di pubblicare in questo numero, una presentazione dei loro siti web personali

o

di

riferimento; leggendo

le

presentazioni

e

scorrendo

le

pagine

web,

probabilmente, si potrà capire di queste persone molto di più.

Tra l'altro riteniamo che all'interno dei 4 siti, ci siano anche molte interessanti informazioni e spunti di approfondimento, sia per chi coltiva la passione per la subacquea, sia per chi ha soltanto voglia di curiosare un po' dentro questo fantastico mondo e le sue tante sfaccettature.

I siti sono:

www.subenormali.it curato da Marco Boncompagni;

www.federicobetti.it curato ovviamente dal nostro amico biologo;

www.lmgsoft.com curato da Mario Giuseppe Leonardi;

www.reefcheckitalia.it curato da Gianfranco Rossi. Buona letture e soprattutto buona navigazione!


www.subenormali.it è un sito senza scopi commerciali, pensato, realizzato e gestito da

Paolo Piaggesi & Marco Boncompagni. Nasce dalla volontà di condividere con gli utenti della rete le esperienze di viaggio di un gruppo di amici (accomunati dalla passione per la subacquea) e dalla voglia di aiutare a far conoscere la bellezza dei fondali del Conero.

Il viaggio è oggi uno degli argomenti per i quali si ricorre più spesso alla rete. La rete è una preziosa ed inesauribile fonte di informazioni sulle mete ed un ottimo strumento di valutazione dei vari fornitori di servizi. In altre parole in rete è possibile ampliare i propri orizzonti, approfondire le conoscenze per le potenziali aree di interesse, capire se le aspettative e speranze sono corrette o ben riposte. Per queste ragioni ad ogni occasione di viaggio noi cerchiamo informazioni e per ogni nostra esperienza cerchiamo di pubblicarne. Do ut des. Le informazioni che pubblichiamo sono sia descrittive, sia valutative. Le valutazioni sono più che altro racchiuse in una sorta di piccola pagella schematica, mentre l’esperienza è descritta con una nota corredata anche da qualche immagine esplicativa. A questo affianchiamo anche una galleria fotografica e/o video, con immagini subacquee e di superficie.


Cerchiamo anche di divulgare informazioni ed immagini riguardanti il Conero e i suoi fondali sia perché vorremmo aiutare chi fosse turisticamente interessato al nostro mare, sia perché vorremmo dare ai nostri conterranei il modo di conoscere meglio lo stupendo patrimonio biologico che abbiamo proprio sotto il naso. Siamo convinti che si possa e si debba fare molto di più per valorizzare localmente la subacquea. Il primo passo da compiere in questa direzione, è quello di allargare tra noi che viviamo qui, la consapevolezza del valore di questo patrimonio. Succede spesso (troppo spesso) che i sub delle nostre parti, siano i primi a sottovalutare (quando non svalutare) il nostro angolo di mondo sottomarino. Fermo restando che i gusti non si discutono, rimane sempre valida la regola che le cose si apprezzano tanto più si conoscono e parlando con certi detrattori, ci si rende conto che spesso le conoscenze sono abbastanza approssimative o superficiali.

Coscienti di quanto possa cambiare e crescere di interesse l’habitat dei fondali del Conero, al crescere delle conoscenze nel campo della biologia marina, cerchiamo di stimolare interesse e curiosità per poter apprezzare quello che c’è, per quello che è. Uno slogan di per se abbastanza banale e scontato. Se pensiamo però che molti subacquei locali, soddisfano la loro passione soltanto 1 o 2 volte l’anno (quando vanno da qualche altra parte), mentre potrebbero divertirsi più spesso e spendendo molto meno a due passi da casa, allora lo slogan potrebbe sembrare meno banale. Nel sito è presente una sezione interamente dedicata alla zoologia marina del nostro mare, dove è possibile leggere delle brevi note esplicative e vedere una carrellata di immagini utili a riconoscere gli organismi, o anche semplicemente sapere che esistono. La ricerca è guidata attraverso un albero realizzato nel rispetto delle logiche scientifiche che tassonomicamente suddividono in raggruppamenti i vari organismi. Per cui chi vuole può scendere man mano nelle varie ramificazioni se ha sufficienti conoscenze, oppure può inserire un nome in un apposito campo di ricerca.


In entrambi i casi il risultato sarà l’accesso ad una galleria fotografica di identificazione, con immagini complete di dati fotografici e qualche cenno scientifico. La galleria ovviamente è in continua evoluzione.

Per tutto questo collaborano con noi (che siamo semplici appassionati di subacquea) alcuni amici molto più esperti e ferrati in materia, come Federico Betti e Gianfranco Rossi, ai quali va il nostro più sentito ringraziamento.


www.federicobetti.it Il sito ha lo scopo di presentare le mie attività di biologo marino in ambito divulgativo, per ciò che riguarda corsi ed incontri di biologia marina rivolti a diving center, associazioni subacquee e non, ed enti di varia natura, oltre ad una serie di attività collaterali quali la stesura di articoli divulgativi per varie riviste, e la partecipazione ad attività di monitoraggio ambientale costiero (Reef Check Italia) o di produzione di database di specie marine (SeaDB) o di riconoscimento tassonomico (YMBT).


www.lmgsoft.com

Benvenuti nel sito web di supporto tecnico del programma shareware "Immersioni". Questo sito web ha lo scopo di migliorare i servizi di supporto tecnico offerto ai subacquei utenti del programma. In questo sito troverete una serie di risorse che vi consentiranno di risolvere i problemi, segnalare i difetti di funzionamento e suggerire miglioramenti che rendano più intuitivo e facile l'uso del programma ma troverete anche interessanti spunti per l'approfondimento delle vostre conoscenze sugli algoritmi decompressivi. Facendo un clic qui di seguito su una delle parole sottolineate potete passare alla pagina per la registrazione del programma, alla pagina per il download del programma, alla pagina informativa su che cos'è "Immersioni" e quali sono le sue caratteristiche e le ultime novità inserite, oppure potete ottenere assistenza tramite le pagine domande frequenti e problemi riscontrati oppure infine inviare le vostre osservazioni tramite la pagina suggerimenti. Un CD-ROM contenente il programma d'installazione di "Immersioni" viene distribuito allegato al libro "Decompressione al computer" di Mario Giuseppe Leonardi pubblicato dall'Editoriale Olimpia S.p.a., Via Fermi, 24 – loc. Osmannoro - 50019 Sesto Fiorentino (Firenze), disponibile per l'acquisto via Internet tramite il sito web www.edolimpia.it, per l'acquisto telefonico da rete fissa tramite il Numero Verde 800-018356 e da rete cellulare tramite il Numero 055-315803 e disponibile infine per l'acquisto diretto nelle migliori librerie. Il libro è inoltre stato inserito nel catalogo libri del DAN (Divers Alert Network) e può essere acquistato via Internet visitando il sito del www.daneurope.org.


Il file

setup.zip, che contiene il programma d'installazione di "Immersioni", può anche essere

scaricato dalla pagina Download. Le applicazioni aggiuntive realizzate per aggiungere ulteriori funzionalità a "Immersioni" possono essere installate ed aggiornate automaticamente tramite la connessione internet sfruttando la tecnologia ClickOnce del Microsoft .Net Framework, semplicemente facendo un click qui di seguito sui relativi nomi: Logbooks_converter, Ftp_uploader. Attenzione: per poter utilizzare la tecnologia ClickOnce è necessario che nel computer sia già stato installato il più recente aggiornamento del Microsoft .Net Framework e che venga utilizzato il più recente aggiornamento del browser Microsoft Internet Explorer (o altro browser compatibile). Per segnalare eventuali problemi riscontrati nell'uso del programma potete utilizzare l'apposito Modulo per la segnalazione dei problemi. Ditta produttrice del software: Leonardi Mario Giuseppe via Camposanto Vecchio 27/a 60019 Senigallia (tel. e fax 071 7924964 P.IVA 00013318886) La Ditta è nata nel 2002 allo scopo di produrre, distribuire ed aggiornare continuamente il programma "Immersioni" mantenendolo compatibile con tutte le modifiche che vengono apportate nel tempo ai computer prodotti dalle principali ditte produttrici di computer subacquei e rendendone i dati importabili nei database dei centri di ricerca medica subacquea ed iperbarica. E' stato rilasciato il nuovo pacchetto software applicativo "Immersioni" 1.0.5.1 che funziona con i sistemi operativi Microsoft Windows® XP, Windows® Vista™ ed è "Compatibile con Windows® 7". Il software "Immersioni" ha superato i test sviluppati da Microsoft per la compatibilità ed affidabilità sui PC con sistema operativo Windows® 7 e può essere installato senza preoccupazione ed eseguito in modo affidabile con Windows® 7. Windows è un marchio registrato del gruppo di società Microsoft.


www.reefcheckitalia.it S SU UB BA AC CQ QU UE EII E ER RIIC CE ER RC CA AS SC CIIE EN NT TIIF FIIC CA A U UN N’’O OP PP PO OR RT TU UN NIIT TÀ ÀD DA AN NO ON NP PE ER RD DE ER RE E Finalmente

anche i subacquei italiani hanno la

possibilità di partecipare attivamente alla protezione e salvaguardia delle zone costiere che circondano la nostra penisola. Continua con successo l’attività di Reef Check Italia onlus, l’organizzazione dedita al monitoraggio dei fondali marini che

prevede

la

collaborazione

tra

ricercatori e subacquei volontari non professionisti. statunitense

La Reef

Fondazione Check,

a

cui

l’iniziativa italiana fa riferimento, è nata

nel

1996

quando

numerosi

scienziati si riunirono a Miami per un congresso sullo stato di salute delle scogliere coralline del pianeta e in quell’occasione constatarono che tutti i

reef

del

pianeta

stavano

attraversando una crisi globale che avrebbe portato nel tempo alla scomparsa di questo patrimonio naturale. Furono concordate, da parte degli scienziati che parteciparono al congresso, varie strategie di difesa: al dott. G. Hodgson, ecologo marino, fu affidato il compito di organizzare un protocollo, chiamato “Reef Check” allo scopo di essere utilizzato da subacquei ricreativi volontari, addestrati e condotti da biologi marini. Esso fu basato sull’uso di organismi indicatori di elevato valore e facilmente identificabili.

Scheda organismi Adriatico

Scheda organismi Mediterraneo


Presente in oltre 80 paesi, la Fondazione Reef Check (www.reefcheck.org) è oggi riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite come Rete Globale di Monitoraggio delle scogliere coralline basata sul contributo di subacquei volontari. In questi oltre dieci anni di attività il protocollo si è affermato in tutto il mondo e i dati raccolti da Reef Check sono stati spesso utilizzati a scopo sia scientifico che gestionale. Nel 2008 è nata una partnership fra la Fondazione Reef Check è il progetto MAC (Monitoraggio Ambiente Costiero Mediterraneo) ideato da alcuni ricercatori delle Università di Genova, Politecnica delle Marche e Bologna. Grazie a tale collaborazione ora anche i subacquei italiani hanno la possibilità di dare il loro contributo alla protezione e salvaguardia delle zone costiere che circondano la nostra penisola. Attraverso corsi

la

proposta

differenziati

creato

un

è

di

stato

programma

denominato

Programma

EcoDiver

per

MAC

indistintamente subacquei

a

offrire tutti

l’opportunità

i di

dare il loro contributo alla protezione e conservazione dell’ambiente marino.

Brevettati al primo corso EcoDiver MAC organizzato in collaborazione con il Komaros






Lottatori di sumo

© ©FFR RA AFFLLO O

Un “facile” avvistamento che si può fare in immersione qui da noi, specialmente ai Bianconi o alle Quattro Grotte, è la “Dromia personata” detta più comunemente Granchio Facchino.

E’ un granchio di colore marrone, dall’aspetto tozzo. Guardandolo si nota subito che ha il carapace convesso più largo che lungo, zampe corte e che è ricoperto da un piccola ed Il

abbondante peluria.

granchio

facchino

è

soprannominato

così

proprio perché si porta sulle “spalle” una spugna, Parlando delle zampe, che, come già detto, sono

corte

rispetto

alla

sua

stazza,

sono

caratteristiche quelle posteriori che, sono girate verso l’alto; non servono per i movimenti, ma per

sostenere il materiale utilizzato

per il

mascheramento, nella maggior parte dei casi una spugna, ma non è poi così difficile vederlo “trasportare” ascidie, alghe ed altro. Anche le chele lucide, di colore rosa certamente non

che si è ritagliato su misura. Questa spugna serve da protezione al granchio con

cui

vive

in

simbiosi,

mimetizzandolo

perfettamente con l’ambiente che lo circonda. Sicuramente il titolo dell’articolo trae in inganno, ma penso sia il più azzeccato sia per l’aspetto del granchio che per la foto di copertina. A dire il vero

questo

granchio

non

è

un

animale

aggressivo, anzi è schivo, è territoriale, vive su fondali rocciosi e spesso si trova in anfratti scuri

possono passare inosservate.

ben ricoperto dalla spugna e quindi non così facile da avvistare. Penserete ad una contraddizione avendo parlato di “facile” avvistamento dalle nostre parti; ma mi riferivo alla presenza numerica, infatti qui da noi ce ne sono in abbondanza, evidentemente hanno trovato un habitat favorevole. E’ più facile vederlo in movimento di notte, perché di giorno è un dormiglione. Un segreto per scovarlo è osservare bene gli scogli e quando si notano le spugne, soprattutto quelle nelle spaccature, avvicinandoci, noteremo che la spugna si muove di qualche millimetro…è il segnale giusto: sotto c’è il facchino…… Una raccomandazione, che vale un po’ per tutto quello che si incontra, non lo toccate perché se impaurito, nello

scappare, potrebbe lasciare la

sua preziosissima spugna e quindi essere esposto Dromia personata

all’attacco dei suoi predatori. Francesco Flores


(foto Federico Betti)

Granchio Facchin o-Dromia personata

Š ŠFFR RA AFFLLO O Granchio facchino- Dromia personata




II S SA AS SS SII N NE ER RII di Federico Betti La zona dei Sassi neri, così chiamata a causa dei grossi massi di colore scuro che ne caratterizzano la spiaggia, rappresenta uno dei punti di immersione più meridionali della Riviera del Conero, prima che le sabbie ed i fanghi dei fondali adriatici prendano il sopravvento sulle rocce tipiche del promontorio. L’immersione si svolge poco più a sud della propaggine del Conero e delle Due sorelle, su un fondale di una decina di metri, a poca distanza dalla costa. Il fondo è costituito da una serie di canali con pareti verticali, alte mediamente un metro, disposti parallelamente gli uni agli altri, ed estesi per centinaia di metri. L’ambiente appare più brullo di altri presenti in zona, ricco di alghe brune, ma soprattutto di grandi spirografi (Sabella spallanzanii), su cui spesso si appende il piccolo granchio decoratore Pisa sp., e di spugne come il rognone di mare (Chondrosia reniformis) o Aplysina aerophoba, che attirano in zona una grande quantità di granchi facchino (Dromia personata) che le utilizzano per scopi di mimetismo. Le

spaccature

presenti

lungo

le

pareti, o fra le pareti ed il fondale , sabbioso, fungono da tane per gli

( foto Federico Betti )

Sabella spallanzanii con Pisa sp

ambitissimi astici (Homarus gammarus) e gronghi (Conger conger). Inoltre, le grandi ed abbondanti alghe offrono cibo e rifugio alle bellissime lepri di mare (Aplysia

fasciata),

che

giungono in massa durante l’estate,

e

in

particolare

durante il mese di agosto, per riprodursi nelle nostre acque. Questi affascinanti molluschi, lunghi

anche

centimetri,

sono

generalmente presenti

trenta quindi

molto

lungo

le

più pareti

dell’immersione dei Sassi neri che

in

immersione ( foto Federico Betti )

Aplysia fasciata - Lepre di mare

altri della

punti

di

zona.

Un

motivo in più per farci un tuffo



IIL LF FL LA AS SH H di Marco Boncompagni Nella fotografia spesso il flash viene annoverato tra gli accessori di un buon corredo, ma quando si scatta sotto il pelo dell’acqua, il nostro flash assume ben altro rango, trasformandosi in attrezzo fondamentale. Credo sia noto ai più, che l’acqua incide diversamente dall’aria nel fenomeno della propagazione della luce. Senza voler fare un trattato di fisica possiamo dire che per varie ragioni, man mano che si scende in profondità, la luce naturale non solo cala in intensità, ma modifica la sua stessa composizione, perdendo via via i vari colori fondamentali dello spettro visivo a cominciare dal rosso. Pertanto il nostro flash è responsabilizzato di una duplice funzione, ripristinare la gamma cromatica e intervenire in aiuto alla luce ambiente per garantire una corretta esposizione dell’immagine. In acque limpide, fino a certe profondità, in una bella giornata di sole, la fotocamera potrebbe tranquillamente fornire un’immagine correttamente esposta senza che il flash ci metta del suo. I colori invece, già dai primi metri vengono filtrati selettivamente dalla colonna d’acqua, fenomeno questo che produce il classico paesaggio dominato dal verde o dal blu Figura 1 : filtrazione selettiva dei colori in acqua

(figura 1).

Le compatte digitali nella stragrande maggioranza dei casi dispongono di un flash incorporato, sono solitamente scafandrabili con una custodia in policarbonato trasparente, quindi diciamo che potremmo chiudere qui la storia. In realtà chi ha provato a fotografare sott’acqua con una compatta facendosi aiutare dal suo flash, è sicuramente incappato in qualche problema di luce o di colore. Non tutti i problemi di luce e di colore possono sempre essere risolti, ma sicuramente il flash di bordo ha dei limiti altrimenti superabili come la scarsa potenza e, aggiungerei soprattutto, la sua immobilità. Quest’ultimo è forse il suo limite maggiore, perché la potenza entro certi limiti di distanza dal soggetto sarebbe anche sufficiente. Ricordiamoci che le ottiche di cui le compatte sono fornite, raramente hanno grandi angoli di inquadratura, tali da non poter essere coperti dal flash incorporato. La posizione fissa del flash incorporato, rappresenta invece un problema più consistente e genera principalmente tre effetti negativi: backscattering, limiti minimi di distanza dal soggetto, limiti creativi. Figura 2 : le macchie chiare attorn o e sopra allo Janolus cristatu s son o il tipico effetto del backscattering sulla sospen sione.

Premesso che chi scrive è convinto del fatto che anche con il solo flash di bordo si possano ottenere delle immagini piacevoli, indubbiamente gli effetti negativi citati e di seguito descritti, prima o dopo possono pesare sull’evoluzione del fotografo. Backscattering letteralmente significa retro dispersione ed è il fenomeno di riflessione della luce emessa dal flash, quando questa incontra le particelle in sospensione nella colonna d’acqua. In altre parole quell’effetto di aloni luminosi più o meno nitidi, che disturbano la lettura dell’immagine. Problema tipico delle foto fatte in acque abbastanza torbide (come ad esempio le nostre del Conero).


Questo effetto fastidioso può essere fortemente ridotto. La cura è molto semplice, evitare di posizionare il flash con il fronte complanare alla lente del nostro obiettivo. Il che significa, vista l’immobilità del flash di bordo della macchina, poter usare un flash esterno posizionato a lato della fotocamera. Ricordiamoci però che stiamo agendo sull’effetto, pertanto la causa (la sospensione) non scompare, ecco perché riusciamo solo a ridurre e non ad eliminare il problema. Le particelle in sospensione non sono tanti piccoli specchi tutti orientati allo stesso modo verso di noi, quindi pur spostando la fonte luminosa, alcune particelle potrebbero continuare a riflettere anche se non con la stessa intensità. Quello che sicuramente riusciremo ad ottenere però, è un’immagine più leggibile e gradevole. L’entità della riduzione è proporzionale alla quantità di sospensione, all’angolo di incidenza del lampo rispetto al piano della lente frontale e alla diffusione dell’illuminazione generata dal lampo. Ciò significa che spostando il flash lateralmente e allontanandolo il più possibile dal soggetto e dalla macchina, le nostre fastidiose particelle compariranno illuminate in maniera più discreta.

Figura 4 : la fotocamera è posta ad una distanza dal soggetto tipica della fotografia macro

Figura 3 : immagine scattata con flash di bordo della fotocamera e soggetto posto alla distanza di Figura 3

Il flash esterno risolve anche il problema dei limiti minimi di distanza dal soggetto. Intanto spieghiamo quali sono questi limiti, perché da quando persino le fotocamere compatte riescono a mettere a fuoco a meno di tre centimetri, verrebbe da dire: - ma di che stiamo parlando ? Parliamo di fotografia ravvicinata o macro. Provate a fotografare con il flash di bordo e la macchina dentro lo scafandro, un soggetto a cinque o sei centimetri dalla lente dell’obiettivo (Figura 3). Quello che otterrete sarà un’immagine in parte illuminata ed in parte scura (Figura 4); l’area in ombra sarà quella non illuminata lampo, ostacolato dall’ingombro della custodia subacquea. Un limite del genere non è cosa da poco almeno per due motivi: 1. la fotografia ravvicinata e la macro sono tra i generi fotografici più interessanti sott’acqua; 2. come già accennato causa acqua e sospensione, più vi avvicinate al soggetto più la vostra foto sarà nitida. Volutamente ho lasciato per ultimo il discorso dei limiti creativi, perché si tratta di una questione attorno alla quale ruota l’essenza stessa della fotografia. La fotografia è luce, non è il soggetto che crea l’immagine, ma la luce che da questi viene riflessa. Usando consapevolmente la luce, possiamo creare nella maniera più rispondente alle nostre aspettative l’immagine. Viene da se che in una condizione come quella subacquea, dove la fonte luminosa non è solo il sole, anzi spesso più che altro è il flash, diventa fondamentale poterlo manovrare per illuminare il soggetto nella maniera più consona. In altra occasione potremo approfondire le logiche di posizionamento dei flash esterni in funzione del tipo di fotografia, dei soggetti e dei risultati attesi, per ora ci basta essere giunti a quella che ormai possiamo definire la solita conclusione, ci vuole il flash esterno!

Figura 5 : tra sparenza realizzata con flash laterali


Forse vi ho convinto e forse no, ma a questo punto parliamo un po’ di questi flash esterni. Intanto si dividono in due grandi categorie, quelli stagni, nati appositamente per l’uso subacqueo e quelli comunemente usati fuori dall’acqua che hanno la possibilità di essere scafandrati per mezzo di una custodia stagna. I flash di questa seconda categoria, dal mio punto di vista hanno due vantaggi: 1. sono normalmente utilizzabili in TTL 1 con controllo completo anche delle funzioni accessorie, ovviamente a patto che siano della stessa marca della macchina (o compatibili) e che la macchina abbia il modo di trasmettere verso l’esterno i segnali per comandarli; 2. sono utilizzabili anche fuori dall’acqua, con risparmio di ingombro e peso, che in caso di viaggio non guasta. Di contro hanno principalmente tre svantaggi: 1. la necessità di uno scafandro dedicato e spesso non riutilizzabile in caso di sostituzione del flash, 2. il maggiore rischio di allagamento e il maggiore danno derivante dallo stesso (i flash subacquei di solito hanno il solo vano batterie ispezionabile e potenzialmente allagabile vedi figura 8) 3. la scarsa maneggevolezza determinata dalla conformazione.

Figura 6 : cu stodia per flash Olympu s

Figura 7 : flash INON

Probabilmente dalla disamina non traspare una predilezione per questa soluzione. In effetti ho scattato per qualche periodo con un flash scafandrato, ma sono tornato al tipo subacqueo, lasciando la mia brava custodia nella scatola, pronta ad eventuali casi di emergenza.

Figura 8 : flash INON

Il flash subacqueo negli ultimi anni si è molto evoluto tecnologicamente e rispetto a quello di qualche tempo fa, ha perso la sua fama di attrezzo estremamente delicato. Oggi

Figura 9 : flash Ikelite con illuminatore integrato

anche i modelli meno prestanti delle marche meno blasonate, garantiscono durata della circuiteria sicurezza di tenuta all’acqua e versatilità d’uso. Inoltre hanno notevolmente ridotto gli ingombri e le necessità energetiche. In effetti sempre più


spesso adottano le batterie stilo ricaricabili, semplici da trovare e molto economiche se comparate ai pacchi batteria dedicati, ma comunque capaci di consistente autonomia. Sono arrivati da poco in commercio modelli che addirittura integrano il flash con un potente illuminatore, per consentire con un unico strumento di scattare foto e girare video.

Figura 10 : flash Intova

Sul mercato operano diversi produttori, che in considerazione delle caratteristiche tecniche e costruttive, della qualità e dei prezzi dei loro prodotti, si rivolgono generalmente ad un diverso target di clientela. Citando i più noti, possiamo dire che Intova (www.intova.net) ed Epoque (www.epoque-japan.com), si rivolgono ad una clientela neofita o comunque di fotoamatori senza grandi pretese prestazionali, proponendo pochi prodotti ad un prezzo abbastanza contenuto. Abbiamo poi Inon (www.inon.jp), Sea&Sea (www.seaandsea.com) e Ikelite (www.ikelite.com), che invece propongono una gamma di prodotti più vasta, con caratteristiche tecniche e prestazioni mediamente forse un pochino più alte e tecniche costruttive più ricercate. Questo ovviamente determina un livello medio di prezzi un pochino più consistente (anche se a volte non di molto). In questo caso la clientela è quella dei fotoamatori più evoluti, ma spesso anche dei professionisti, soprattutto quando si parla di fotografia macro, dove le potenze in gioco non sono necessariamente consistenti, mentre gli ingombri e i pesi diventano molto importanti. Da ultimi citiamo i costruttori forse più blasonati, che non lesinano materiali, prestazioni e potenze, rivolgendosi espressamente ad un pubblico professionale o comunque in grado di sostenere costi di un certo livello; parliamo di Seacam (www.seacam.com), Hartemberger (www.hartenberger.de) e Subtronic (www.subtronic.de).

In ogni caso volendo generalizzare, i prezzi dei flash subacquei con l’allargamento del mercato grazie all’avvento del digitale, non sono Figura 11 : flash Epoque trascurabili, ma non sono più neanche proibitivi. Si va dai circa 200 Euro dei più economici, fino ad arrivare ai 1500 ed oltre dei più cari.

Detto questo credo sia giusto non indugiare oltre e passare all’elenco delle caratteristiche principali di un flash subacqueo (molte delle quali identiche a quelle di un qualsiasi flash) che poi sono anche il mezzo per poter comparare ed orientarsi nella scelta.

1.

Potenza

Viene espressa con il Numero Guida (NG o GN come dicono gli anglofoni), che va generalmente da un minimo di 12 ad un massimo di 32. Per un normale uso amatoriale, un NG da 20 a 24 è di solito sufficiente. Comunque più ce n’è e meglio è (non si sa mai). Per definizione, NG è pari al numero di diaframma (f), necessario a 100 ISO con flash alla massima potenza, per fotografare un soggetto alla distanza di un metro. In altre parole se fotografando questo soggetto ho ottenuto la corretta esposizione con f/22, NG del mio flash è proprio pari a 22. Figura 12 : flash Sea&Sea

Bisogna tenere presente che la condizione sopra descritta è riferita all’aria, in acqua NG si riduce di circa 2/3. Attenzione ai dati di targa dei produttori americani che espongono il GN misurato alla distanza di un piede, il numero va diviso per tre.


2.

Angolo di copertura

Identifica in gradi l’ampiezza del cono del lampo prodotto (cono che potrebbe essere regolare o schiacciato, nel qual caso gli angoli forniti sono due). Anche stavolta più è ampio e meglio è, soprattutto per l’uso “foto ambiente” con lenti grandangolari spinte; comunque sarebbe bene non fosse inferiore a 90°. Se il cono di emissione è circolare, semplifica il posizionamento dei flash. 3.

Tempo di ricarica Figura 13 : flash Seacam

Rappresenta il tempo che impiega la circuiteria con batterie cariche, a fornire l’energia per un nuovo lampo. Nel caso di un’eventuale comparazione di questa caratteristica tra modelli diversi, fare attenzione a considerare apparecchi con lo stesso NG. Non si tratta di una prestazione fondamentale in genere, anche se ultimamente l’avvento del safari fotosub l’ha notevolmente rivalutata. 4.

Figura 14 : flash Hartenberger

5.

Numero di lampi per carica

Viene misurata con accumulatori completamente carichi e in condizioni perfette; si tratta di una caratteristica da valutare a seconda degli utilizzi, se abbiamo in mente di fare diverse immersioni consecutive senza possibilità di ricarica, assume una certa importanza, ma se l’immersione normalmente è una sola, allora difficilmente scatteremo tante foto da esaurire una ricarica completa. Se il flash adopera batterie stilo ricaricabili e non ha un accumulatore dedicato, eventuali comparazioni vanno fatte con lo stesso tipo di batterie ricaricabili.

Modalità di funzionamento

Tutti i flash sono capaci di funzionare in automatico, che significa impostare nella macchina un diaframma tra quelli ammessi dal flash e consentire al flash di tarare la lunghezza del lampo a seconda della quantità di luce riflessa che la sua fotocellula capta durante l’emissione. Molti sono capaci di funzionare anche in manuale, che significa poter impostare lo stesso diaframma sul flash, scelto ed impostato nella fotocamera senza limitazioni. Si tratta di una modalità molto utile che consente la massima creatività, ma richiede anche conoscenze tecniche di base e pratica di utilizzo. Un certo numero di Figura 15 : flash Subtronic flash sono inoltre capaci di funzionare in TTL, che significa far controllare alla fotocamera la durata del lampo, in funzione della sua lettura esposimetrica. La comunicazione avviene attraverso un cordone elettrico multifilare, collegato tramite due connettori a 4 o 5 pin (a seconda dei flash) ad accoppiamento stagno. Tranne sporadici casi, fotocamera e flash non parlano la stessa lingua, per ovviare a questo spesso è necessario installare all’interno della custodia della fotocamera, un convertitore di segnale che traduca la comunicazione. Si tratta di una modalità di funzionamento molto avanzata ed indubbiamente utile, ma che spesso viene erroneamente scambiata dai neofiti per una sorta di via libera a scattare “alla come viene”. Per concludere l’argomento e per dovere di cronaca, bisogna dire che negli ultimi anni si sta facendo strada un nuovo modo di funzionamento definito S-TTL. In pratica si trasferiscono le informazioni sulla durata del lampo, sfruttando una connessione ottica anziché un cavo elettrico. Il pregio principale di questo sistema è l’assenza di innesti stagni per connettere il cavo. Verrebbe da dire che il TTL ottico è indubbiamente migliore rispetto a quello elettrico, ma in realtà l’interazione macchina flash, non funziona sempre perfettamente con tutti i modelli e le marche di macchine fotografiche, quindi la cosa va valutata attentamente.


6.

Temperatura colore

La temperatura del colore del lampo può variare dai 4700 K ai 5600 K, di solito per la fotografia d’ambiente fatta con grandangolo è da prediligere una temperatura più bassa, ovvero una luce più calda, in maniera da ottenere per il gioco del bilanciamento del bianco, toni più intensi di blu nella colonna d’acqua. In generale comunque, una temperatura di 5000-5400 K è buona per qualsiasi utilizzo. 7.

Dimensioni e peso

Ovviamente più sono ridotti e meglio è, non solo per l’utilizzo ma anche per il trasporto; superfluo dire che qualsiasi comparazione va fatta quantomeno a parità di potenza, autonomia e modalità di funzionamento. 8.

Luce di puntamento

Figura 16 : scala Kelvin della temperatura dei colori della luce

Alcuni flash sono dotati di una lampada (a LED o alogena) con tanto di parabola, che una volta accesa consente di capire come sono orientati i flash rispetto al soggetto e può anche aiutare per la messa a fuoco in condizioni di scarsa o difficile illuminazione, per il sistema autofocus della fotocamera. A mio parere per questa seconda funzione, sono comunque da prediligere dei piccoli illuminatori stand alone, da posizionare sulla custodia o sui bracci laterali.

1

TTL è un acronimo inglese che significa Through The Lens (letteralmente attraverso l’obiettivo) che identifica una lettura esposimetrica della luce attraverso l’obiettivo anzichè con una cellula esterna (quindi la cosa e più attendibile). Con questa lettura, la macchina elabora e fornisce l’indicazione della corretta esposizione. Applicato al flash, il concetto consiste nel trasmettere dalla fotocamera a questi, un’indicazione che mantenga la durata del lampo, fino a che la quantità di luce incamerata dal sensore sia sufficiente a garantire la corretta esposizione. Valore quest’ultimo risultante dalla lettura esposimetrica TTL eventualmente modulata dalle indicazioni di sovra o sotto esposizione introdotte manualmente dal fotografo.



D A T I

I M M E R S I O N E

Difficoltà

Facile - Media

Profondità

Da 0 - 21 mt; 21mt ÷ 36 mt

Periodo ottimale

Maggio – Giugno o Settembre

Temperatura

Maggio- Giugno 21° - 16°, settembre 26° - 18°

Visibilità

Buona - Ottima nudibranchi, cernie, dentici , barracuda, aquila di mare (giugno-luglio), pesce luna (maggio), tonni e ricciole (settembre), scorfani, murene, saraghi, castagnole, salpe Macchina fotografica consigliata

Organismi Attrezzatura


S SC CO OG GL LIIE ET TT TO OD DII P PO OR RT TO OF FE ER RR RA AIIO O Lo Scoglietto di Portoferraio è l’unica zona di tutela biologica presente sul territorio dell’Isola d’Elba. Con precisione quest’area si estende dalla punta estrema a nord est di Portoferraio, toccando appunto lo scoglietto, per poi finire sulla punta di roccia che forma la bellissima spiaggia di Capobianco. Su questa superficie è proibita qualsiasi tipo di pesca dal 1971, rendendo quindi, per ovvie ragioni, lo Scoglietto di Portoferraio la zona più popolata da pesce pelagico. Franata delle Cernie 1° parte ( 0 m – 25 m ) livello : facile 2° parte ( 25m - 41m ) livello : medio – difficile Sul versante nord-est del grande scoglio affiorante si trova un pianoro roccioso, intorno agli 8 metri di profondità, ideale per l’ancoraggio e per iniziare l’immersione . Qui inizia infatti la “Franata delle cernie” che inizia con un imponente masso sommerso, che crea una naturale tana ricoperta di margherite di mare (Parazoanthus axinellae) dove trovano spesso rifugio un paio di esemplari di cernie brune (Epinephelus marginatus).

in collaborazione con il corpo di sommozzatori dei vigili del fuoco e della sovrintendenza, nel giugno del 2007. A fianco dell’ ancora è stata collocata una splendida targa, preparata per l’occasione dal maestro Nevio Leoni. Arrivati alla sua altezza, diamo uno sguardo nel blu, dove è ormai garantito l’incontro con numerosi banchi di dentici ( Dentex dentex), alcuni di notevoli dimensione e di barracuda (Sphyraena sp) . Ci sporgiamo sull’estremità della franata sulla quale è stata adagiata l’ ancora e la targa, ancora in direzione est, ad una profondità di circa trenta metri ci lasciamo cadere, fino ad una massima profondità di 41 metri. Nella parte più profonda si possono ammirare nudibranchi specie le vacchette di mare (Discodoris atromaculata), scorfani (Scorpaena scrofa), aragoste (Palinurus elephas) e, con un pizzico di fortuna, banchi di palamite ( Sarda sarda) ed esemplari di pesci luna (Mola mola) soprattutto nei mesi che precedono la calda stagione.

© ©FFR RA AFFLLO O Ad una profondità di 8 mt, la limpidezza dell’acqua ci lascia intravedere in maniera chiarissima il limite della cigliata dove ha inizio la franata di roccia con lo scoglietto alle spalle, in direzione Est e qui scende dai 12m in poi. Nuotiamo tenendo la formazione rocciosa sulla sinistra, dove pian piano prende spazio un pianoro di sabbia e posidonia (Posidonia Oceanica) . Proseguiamo sulla batimetrica dei 25 metri, finchè arriviamo di fronte ad uno splendido ancorone ammiragliato dell’ 800, che è stato ritrovato insabbiato nel porto turistico di Portoferraio, sotto le vedette della guardia di finanza, ed è poi stato collocato qui, dai sommozzatori dello stesso nucleo,

© ©FFR RA AFFLLO O I pesci luna si trovano spesso statici nell’acqua, sembrano ipnotizzati ma basta un secondo per farli schizzare e spariscono nel blu.


Arrivati al termine della franata profonda, un pinnacolo di roccia da la direzione di ritorno verso la lingua di sabbia che risale a profondità minore. Passaggio obbligatorio sulla posidonia dove nei mesi estivi è praticamente garantito l’incontro con le aquile di mare ( Myliobatis sp.) che popolano la zona. Questi esemplari fantastici che quando si muovono sembrano danzare, deliziano e incantano sempre i subacquei per il loro elegante movimento delle pinne. Nei mesi primaverili e invernali è invece molto comune imbattersi con pesci S.Pietro ( Zeus faber ), che in questo periodo risalgono dalle profondità per venire a deporre le uova aggirandosi intorno ai 10m – 18m e stupendoci per la loro forma unica e inconfondibile. Possimao sempre incontriamo decine e decine di esemplari di cernie brune, innumerevoli banchi di saraghi ( Diplodus sp.), corvine (Sciaena umbra) , nuvole di castagnole, mennole (Spicara maena) , che schizzano da una parte all’altra per sfuggire agli attacchi dei predatori.

© ©FFR RA AFFLLO O Arrivati alla fine della franata, non ci resta che risalire sul pianoro, ad una profondità compresa tra gli 8 e i 4 metri, per finire con calma la nostra sosta di sicurezza. In questo punto scrutando ogni centimetro delle roccie si possono trovare minuscoli nudibranchi coloratissimi, appuntamento quasi sicuro con la tritonia (Tritonia striata) e la caloria (Caloria elegans - 0,5 cm!!!!!) Ma non è finita qui infatti per i più pazienti e scrupolosi si nasconde una grande sorpresa tra i ciuffi di posidonia. Si possono incontrare diversi esemplari di pesce ago cavallino (Syngnathus typhle), ma bisogna aguzzare la vista! Questi pesci vivono, infatti, tra le foglie della verde pianta e si mimetizzano in modo incredibile tre di loro, assumendo anche le colorazioni degli epifiti che crescono sulle foglie. E quando si accorgono di essere visti nuotano con una timida ed efficace pinnetta caudale senza mai lasciare il ciuffo di posidonia.

I Grottoni (0m- 38m) livello: Mediodifficile Direzione Nord-Est dallo Scoglietto. Dal versante Nord dello Scoglietto prese le mire giuste e l’ecoscandaglio che segna 25m ci tuffiamo. Appena in acqua cominciamo la discesa, non troppo lenta per evitare un possibile scarroccio, anche in condizioni di scarsa corrente. La visibilità generalmente ottima ci aiuta a scorgere il fondale e il nostro salto nel blu diventa ad ogni metro più emozionante. Il punto di ingresso ai grottoni è una lingua di sabbia che si incanala sotto una cigliata. Il “primo” grottone, una profonda spaccatura orizzontale nella roccia dove uova di gattuccio ( Scyliorhinus stellaris) si trovano appese a vecchi tramagli e gorgonie gialle ( Eunicella cavolini) creano sprazzi di colore sulla parete. Alla nostra destra il blu dove nuotano branchi di saraghi (Diplodus sp), qualche dentice (Dentex dentex) e non rare le corvine (Sciaena umbra) i che periodicamente si trovano stanziali.

© ©FFR RA AFFLLO O Il secondo “grottone” ( 30m-32m) è più grande, più profondo orizzontalmente e curando l’assetto ci passiamo dentro, alla


nostra destra la parete con mille spugne gialle e rosse (Clathrina clathrus e Aplysina aerophoba), ricci diadema ( Centrostephanus longispinus), vacchette di mare ( Discodoris atromaculata), e uno sguardo al soffitto dove le nostre bolle fungono da specchio,e ancora colori che si intensificano man mano che con le torce esploriamo questa cavità. Anfratti e spaccature ospitano tipici organismi di grotta, gamberetti e piccoli crostacei dimorano in queste tane contornate da spugne viola ( Phorbas phorbas) e briozoi che sembrano trine (Sertella sp). Sotto di noi sabbia dove un paio di ceriantus (Cerianthus membranaceum) si nascondono al nostro passaggio, e fuori dal grottone in posizione centrale un ramo di rarissima Leptogorgia (Leptogorgia sarmentosa) controlla l’ingresso in questo spettacolo naturale. Percorrendo parallelamente queste grandi spaccature la via su un lato si trova sempre aperta nel blu, che fuori immobile ci accompagna. Giungiamo poi al terzo “grottone” (32m-38m), una sporgenza di roccia ricoperta da spugne gialle (Axinella axinellae) ospita spesso diversi nudibranchi, qua si è vista nuotare la lepre di mare (Aplysia depilans) che incanta per la sua eleganza nel muovere il mantello così leggiadra, e non lontano nelle spaccature della

parete non è raro trovare paguri, ed enormi stelle marine. Attraversiamo l’ultima spaccatura che si articola in una tana profonda e molto sottile, là dimora un astice (Homarus gammarus) furbissimo che ha aspettato anni prima di farsi scoprire, ben nascosto e protetto con le sue grandi chele rosse. La parete termina in una franata di massi ,dai quali risale la cigliata che si ricongiunge alla franata dello scoglietto proseguendo su una grande distesa di posidonia. Sotto quei massi un gattuccio ormai si trova stanziale e lì ha creato il suo nascondiglio estivo, e una musdea ( Phycis phycis) trova la sua tana tra vecchie nasse lasciate sul fondo.. Uno sguardo sempre nel blu ci porta sopra la cigliata dove si possono scorgere le sagome di grandi cernie e dentici e, in estate, di aquile di mare ( Myliobatis sp.) che nuotano in formazioni con le loro meravigliose pinne. Tagliamo sulla posidonia verso lo scoglietto, per arrivare alla piccola franatina dove ci attende la nostra barca. Possiamo così trascorrere il tempo dedicato alla sosta di sicurezza in mezzo ai saraghi, le cernie e cercare di scovare sotto i massi qualche curioso abitante di questi meravigliosi fondai. Claudia Scali


©FRAFLO




E Essa am mii d dii ffiin ne eC Co orrsso o II e e IIII g grra ad dii Il

week

end

splendida

del

cornice

26-29 del

la

seconda

immersione

2011

la

accontentati

Argentario

in

l’albergo con ingresso da terra.

maggio

Monte

Per

della

ci

paretina

si

è

poi

antistante

Toscana ha visto gli allievi Komaros dei corsi p1 e p2 affrontare gli esami per il conseguimento del brevetto di sommozzatore. In località Porto S.Stefano (Gr) l’hotel La Caletta e il Cica Sub hanno proposto ai nostri subacquei

una location ideale per svolgere in

tutta tranquillità le immersioni previste, in quanto

albergo,

d’imbarco,

diving

e

spogliatoi,molo

lettini ed ombrelloni, sono tutti

all’interno della stessa struttura. Non ci si è accontentati invece al ristorante, dove tutto il gruppo dei secondi gradi non si è fatto mancare proprio niente!!!. Il venerdì per il gruppo dei p2 è stato molto impegnativo

in

quanto

si

sono

fatte

3

immersioni: la prima all’Argentarola Nord, che riserva sempre bellissime sorprese, anche sul filo dei 30 mt, con la splendida parete di gorgonie; la seconda a Cala Grande Lato Nord dove l’immersione si conclude attorno ad una roccia a 5/6 mt di profondità che da una parte fa da riparo ad un bellissimo presepe deposto E così a cominciare dal giovedì pomeriggio i

questo Natale appena trascorso, e dall’altra

secondi

parte fa da tane ad una cerniotta stanziale; la

gradi

Vania,

Manuel

e

Graziano e

terza in notturna di nuovo a Cala Grande, con

coadiuvati dall’assistenza e dalle guide del

il maestrale già montante, dove i nostri allievi

Centro

hanno

accompagnati

dall’Istruttore

Immersioni

Costa

Alessandro

d’Argento

hanno

cominciato a battere i 30 mt previsti dal brevetto lungo la parete Sud Dell’Argentarola, dove, oltre a saraghi, murene, scorfani e una splendida parete di gorgonie rosse, alla fine dell’immersione, ad una profondita’ di circa 14 mt ha fatto loro visitra per un paio di volte un bel dentice solitario di circa 7 chili che con incurante dei subacquei cacciava senza nessun timore. Sempre gradito l’ingresso nella grottina a 6 mt di profondità.

potuto

provare

un’immersione di notte.

il

fascino

di


Nel frattempo il venerdì

è arrivato anche il

il

gruppo

di

Marco

gruppo dei p1 accompagnato dagli istruttori

e Cristiana ci provava ma le onde ed il

Marco e Cristiana,

mare mosso guastava sia l’immersione che il rientro…soprattutto per qualcuno…… Alessandro Babbini

subito portato in acqua da terra da davanti l’albergo…..impresa molto dura visto che per qualcuno era la prima immersione della vita!!!!!

Il sabato purtroppo il maestrale ha modificato le carte in tavola e così mentre il gruppo di Alessandro con i P2 riusciva comunque ad immergersi sul presto e tranquillamente

a

Cala Grande ( nudibranchi e un bel polpo a degno completamento ).



IIll M Miig glliio od deell PPaasssseetttto o

Luigi

20 anni di nuoto in mare E ragionevole pensare che il nuoto come

esigenza

primordiale

dell’epoca

sia nato

dell’uomo,

una

possibilità in più di muoversi, di raggiungere un’altra sponda, di vedere altri posti, conoscere altre genti oltre che di salvare la vita in caso di

A noi subacquei piace pensare che esso sia nato in mare e per il mare, come se il mare stesso sia stato la culla ideale della disciplina. città

testimone

nonché

e

cronista

organizzatore

sportivo

insieme all’intrepida moglie di manifestazioni sportive popolari, è l’unica fonte attendibile da cui trarre notizie sulla manifestazione ai suoi esordi: 1952 e ’53: vittorie di “Moretto” (Pacenti Mario), poi lo scettro cade in mani pesaresi fino al 1958 allorchè il mitico “Gatto”

caduta in acqua.

Molte

Stefanelli,

rivierasche

hanno,

nelle

loro

tradizioni, competizioni di nuoto in mare ed

(Roberto Tucci) riportò la vittoria in campo anconetano

bissando

la

prova

nell’anno

successivo. Dopo

2

anni

di

stop

la

manifestazione,

agonizzante, fu rianimata dalla Polisportiva Olimpia Garibaldina che “mandò in onda”

Ancona è tra queste.

varie edizioni successive in cui si misero in luce, tra gli altri, gli anconetani Davide Refe, Mauro

Mingoia,

Eusebio

Belvederesi,

Alessandra Fiorani, i fratelli Magliola, Anna M. Tuzi, Massimo Pallotta in un contesto in cui cominciavano a comparire anche atleti da altre parti d’Italia e dall’estero. Cosa fu a determinare l’estinguersi definitivo della “Traversata del Porto” ? L’inquinamento delle acque dello scalo? Le nuove regole sulla fruibilità delle stesse per Notizie certe di tali manifestazioni nella Dorica si hanno dal 1951 allorchè, nell’ambito del “Palio

di

Ancona”,

“Traversata

del

ebbe

Porto”

luogo

vinta

dal

la

prima

portuale

manifestazioni?

le

componenti. Ma i coniugi Stefanelli, già più volte citati insieme

campo Il “campo gara” , neanche a dirlo, era il porto della città dorica, che allora era tutt’uno col centro abitato che lo abbracciava come un suggestivo anfiteatro costituito da quello che della

entrambe

alla

loro

creatura

“Olimpia

Garibaldina”, pensarono bene di trasferire il

Silvano Lorenzini.

rimaneva

Sicuramente

scenografica

ingegneria del

Vanvitelli, dopo tanti rifacimenti e modifiche, e le distruzioni della seconda guerra mondiale; la distanza da percorrere era di circa 750 metri.

gara

nello

splendido

anfiteatro

del

Passetto e la gara diventò “La Traversata del Passetto”. La colorata comunità dei “Grottaroli” onorò per anni la gara con la sua rumorosa e generosa ospitalità, degna cornice di

una

manifestazione di genuino sport popolare e molta parte della città, sollecitata dagli incliti Stefanelli, contribuiva al monte premi in ogni forma.


Purtroppo lo sport popolare spesso non trova supporter adeguati, né economici né politici, presi come sono da altre attività con più evidente ritorno di immagine e nel 1988 la gara si estinse. Ci vollero 2 anni perché una giovane Società Sportiva, nata come Associazione di subacquei nella città di Ancona, riprendesse in mano il discorso

del

nuoto

in

mare

così

malauguratamente interrotto. Facendo tesoro dell’esperienza degli Stefanelli e con la fondamentale collaborazione del coniugi De Cecco, il “Komaros

Sub”

reintrodusse la

gara di nuoto in mare col nome di “Miglio del Passetto” sulla distanza, appunto, dei 1852 metri del miglio marino. Per

la

unanime è il parere

che la gara

del Komaros sia la più bella del circuito nazionale, ma quanta fatica! In assenza di sponsor importanti ci si rivolge ad

una

miriade

di

piccoli,

volenterosi

collaboratori che danno quel poco che, con le

manifestazione,

subito

iscritta

nel

Circuito Nazionale delle gare di nuoto in mare, si

Pressochè

volle mantenere aperto anche l’aspetto

ludico-competitivo lasciando partecipare anche gli amatori di tutte le età e di tutte le provenienze.

quote di iscrizione, permette di realizzare tutto l’apparato organizzativo;

il Comune di

Ancona offre il suo prezioso patrocinio, alcune ditte

amiche

(in

primis

la

“Giampaoli

Dolciaria”) forniscono alimenti da distribuire ai partecipanti,

alcuni

“grottaroli”

continuano

fattivamente a collaborare così come i gestori di esercizi del Passetto quali il sig. Cerusico titolare del ristorante “La luna al Passetto” ed il sig. Andreatini titolare del bar ”La Pineta”. Il resto è tutto volontariato: per mettere le boe che segnalano il percorso, per la capillare assistenza in mare, per il trasporto ed il recupero di tutto quello che serve per la segreteria, l’accoglienza

per di

l’assistenza atleti,

medica,

accompagnatori,

comitato d’onore etc.. Ogni anno ci sono Il successo dell’organizzazione porta ogni anno nel capoluogo marchigiano dai 2 alle 300 concorrenti

che,

con

l’indotto

di

accompagnatori, si è stimato che si avvicinino quasi al raddoppio.

almeno

50-60

persone

che

partecipano

attivamente, anche con mezzi di terra e nautici, alla buona riuscita della gara. Piace ricordare l’iniziativa dell’Associazione organizzatrice

che

alcuni

anni

fa,

senza

copertura finanziaria di chicchessia, invitò a


sue spese un atleta di ognuna delle principali

la

città slovene e croate affacciate sull’Adriatico

internazionale,

per farli gareggiare nel “Miglio”, così come

trasformare la gara in una “due giorni”

piace ricordare

aggiungendo una manifestazione di “gran

inserita

tra

che l’edizione 2010 è stata

le

manifestazioni

sportive

di

competizione come

da

nazionale

pure

sarebbe

in bello

fondo” il giorno successivo al Miglio (che si

maggior spicco nella città di Ancona.

svolge sempre l secondo sabato di luglio),

Altro ricordo particolare è la più volte realizzata

magari nel contesto incantato di Portonovo –

gara per diversamente abili a latere dell’evento

Mezzavalle.

principale, con momenti di gioia e commozione

Si

per tutti.

splendida costa incrementando la presenza

Nell’albo doro figurano i migliori nuotatori

turistica nella città di Ancona e portando

d’Italia, la partecipazione di atleti stranieri è

ulteriore lustro sportivo alla città; il Komaros

sempre rappresentata; dopo 20 anni dal suo

Sub, tra le mille difficoltà di tutte le Società

esordio e nonostante la durezza dei tempi

sportive

anche e soprattutto per lo sport dilettantistico,

situazione e chissà che dopo un ventennio dal

il Miglio sembra godere di splendida salute.

suo esordio il Miglio non trovi una forma più

E il futuro?

matura, più compiuta, più bella di esprimersi.

Sarebbe molto bello aprire stabilmente le porte ai

nuotatori

stranieri

e

trasformare

la

darebbe

sta

ulteriore

visibilità

prendendo

la

alla

misura

nostra

della

Marzio Merli


C.O.N.I. - F.I.P.S.A.S. - C.M.A.S.

Komaros Sub Ancona -

Mole Vanvitelliana ANCONA

Cari Soci, ecco il programma del corso di ARA I Grado che si terrà da Lunedì 12 Settembre 2011, per 7 settimane. Le lezioni verranno tenute dagli istruttori Francesco Flores e Mauro Severini. Obiettivo del corso: Il corso vuole fornire all’allievo le conoscenze teoriche e pratiche di base dell’immersione con Autorespiratore ad Aria (ARA), utilizzo e la gestione delle attrezzature ARA, delle tecniche di base dell’immersione ARA e le norme comportamentali per la sicurezza in immersione e il primo soccorso. Argomenti che verranno trattati:  Presentazione del corso – attrezzatura di base 

Cenni di fisica

Attrezzatura ARA

Cenni di Anatomia e Fisiologia

Tecnica di immersione 1 e 2

Emergenze e primo soccorso

Educazione all’ambiente e osservazione biologica

Presentazione Corso: Venerdì 2 Settembre 2011 ore 19,30 c/o piscina di Ponterosso (Ancona) INIZIO corso: Lunedì 12 Settembre 2011 c/o piscina di Ponterosso (Ancona) Uscita di fine corso: Week-end 29-Ottobre 1 Novembre Loc. Costiera Sorrentina – Marina della Lobra - Sorrento La quota Euro 330,00 (La quota comprende:Kit didattico, iscrizione al Komaros per anno 2011 e alla FIPSAS – utilizzo delle attrezzature ARA durante il corso, e nel week-end degli esami; n.3 immersioni sottocosta di cui due da terra e una da gommone ) Strutture utilizzate: Pratica - Piscina di Ponterosso (Ancona) tutti i lunedì e Mercoledì dalle ore 19,30 alle 20,30 Teoria - Sede sociale Komaros Sub Ancona ( giorno da stabilire ) P.S: le informazioni dettagliate del corso verranno date il giorno della presentazione (orari piscina sono da intendersi indicativi)

Per iscrizioni rivolgersi direttamente alla segreteria 071/204558 o info@komaros.it o a Francesco Flores 360/487170 o floresfrancesco@libero.it


C.O.N.I. - F.I.P.S.A.S. - C.M.A.S.

Komaros Sub Ancona -

Mole Vanvitelliana ANCONA

Cari Soci, ecco il programma del corso di BIOLOGIA MARINA I Livello che si terrà Settembre ed Ottobre 2011, per 6 settimane, c/o la sede sociale. Le lezioni verranno tenute dal biologo marino Betti Federico. Scopo del corso: Il corso vuole fornire conoscenze di base in ambito biologico, specificatamente rivolte a subacquei che vogliano capire meglio le caratteristiche dell’ambiente e della vita che li circonda durante le immersioni. Argomenti che verranno trattati: Il mare: caratteristiche generali, parametri fisici e chimici, cenni di ecologia marina

Cenni di sistematica - le alghe e le piante marine

Gli invertebrati - prima parte

Gli invertebrati - seconda parte

I vertebrati: pesci cartilaginei, pesci ossei, rettili, mammiferi marini - mimetismo e simbiosi

Gli ambienti marini

Presentazione corso: Giovedì 15 settembre 2011 ore 19,30 c/o sede sociale ( per motivi organizzativi gli interessati sono pregati di lasciare il nominativo in segreteria entro e non oltre mercoledì 31 agosto 2011 )

La quota Euro 140,00 ( immersioni escluse ) (La quota comprende:Kit didattico, iscrizione al Komaros per anno 2011 e alla FIPSAS)

Pacchetto immersioni sottocosta (litorale Passetto – Trave) n. 3 immersioni € 40,00 (alle immersioni didattiche i partecipanti dovranno essere tutti presenti al fine di poter usufruire del prezzo del pacchetto )

Per iscrizioni rivolgersi direttamente alla segreteria 071/204558 o info@komaros.it o a Francesco Flores 360/487170 o floresfrancesco@libero.it




meduse che ogni anno mietono vittime lungo Odiate e temute da molti bagnanti, spaventati dai loro tentacoli urticanti, le meduse sono considerate spesso solo alla stregua di pericoli invisibili,

vaganti

nella

colonna

d’acqua,

portatori di dolorose ustioni; in realtà, buona parte delle specie più comunemente osservate lungo le nostre coste sono innocue, o tutt’al più provocano pruriti e gonfiori di lieve entità, e molte di esse sono estremamente affascinanti. La medusa più comune lungo le coste della Riviera del Conero, soprattutto all’inizio del

le coste australiane. Le cubomeduse non appartengono alla classe degli Scyphozoa, che comprende tutte le altre meduse dei nostri mari, ma a quella dei Cubozoa, raggruppamento che include poche specie, tipiche delle acque del Pacifico indooccidentale; si tratta di animali caratterizzati da un’ombrella di forma appunto cubica, e non

rotondeggiante

o

semisferica

come

avviene negli scifozoi, da cui si dipartono quattro tozzi tentacoli.

periodo estivo, è Aurelia aurita, la cosiddetta medusa

quadrifoglio:

di

forma

appiattita,

semitrasparente e caratterizzata da quattro anellini viola visibili al centro dell’ombrella, è completamente innocua per l’uomo. Altre meduse molto belle e altrettanto innocue, avvistate in zona durante l’estate, sono il polmone di mare Rhizostoma pulmo, bianco e viola,

di

grandi

dimensioni,

e

la

medusa

cassiopea Cotylorhiza tuberculata, dall’ombrella gialla e dotata di corti tentacoli terminanti in palline bianche e viola.

(foto Federico Betti)

Cubomedusa - Carybdea marsupialis

Carybdea marsupialis risulta essere l’unica ad oggi

incontrata

decisamente

in

meno

Mediterraneo, urticante

delle

ed

è

cugine

tropicali. L’ombrella, semitrasparente e decorata da piccoli

punti

di

colore

biancastro,

non

raggiunge i dieci centimetri di lunghezza, mentre

i

tentacoli,

biancastri

o

rosati,

vengono tenuti in genere in forma molto contratta, ma possono essere fortemente estesi © ©FFR RAAFFLLO O

fino

a

raggiungere

il

metro

di

lunghezza. Polmone di Mare - Rhizostoma pulmo

Questa medusa è capace di un nuoto molto

Ma l’incontro più particolare avvenuto durante

veloce e ben direzionato, e di solito si muove

la stagione appena trascorsa è probabilmente

rapida appena al di sotto della superficie

quello

dell’acqua, alla ricerca di piccoli pesci e

con

la

cubomedusa

Carybdea

marsupialis, stretta parente delle temibili

crostacei di cui si nutre.


La sua puntura è piuttosto dolorosa, ma non è pericolosa e non lascia strascichi rilevanti.

Carybdea marsupialis si avvicina alle nostre coste durante il periodo più caldo, e trova rifugio in aree riparate; lo scorso anno alcuni esemplari passarono il mese di agosto davanti

IIn nv viia a lle e ttu ue e sse eg gn na alla azziio on nii

alla Spiaggiola di Numana, mentre quest’anno numerose meduse sono state osservate fra gli

Se hai visto una o più meduse, segnalale.

scogli delle Due Sorelle.

Così darai Un

incontro

“pericoloso”,

forse,

ma

una mano a fare una mappa

aggiornata utile a tutti e aiuterai la ricerca

decisamente intrigante, vista la bellezza, la

scientifica

promossa

dall'Università

particolarità e la rarità di questa specie!

Salento-CoNISMa e dalla Ciesm.

del

Per fare la segnalazione basterà collegarsi al Federico Betti

sito

http://www.focus.it/meduse/

compilare

il

e form

(http://www.focus.it/meduse/avvista-lamedusa.aspx) , oppure inviare un sms o un mms

al

numero

333/2400712

facendo

precedere il testo dalla scritta MED. Ricordati di segnalare il nome (se non lo sai, prova a dare un'occhiata alle schede delle meduse

più

comuni,

http://www.focus.it/meduse/identikit.aspx)

.

Puoi allegare una foto (in formato jpg o zip) e ricorda

di

segnalare

dell'avvistamento

il

luogo

(specificando

esatto

anche

se

lungo la costa, al largo o spiaggiate), il giorno, il numero, la distanza tra le meduse (pochi centimetri o metri) e la densità per metro quadrato degli esemplari. Inoltre è utile specificare se l'osservazione è stata fatta durante la pesca, navigazione, immersione, nuoto, cammino lungo costa.

( foto Federico Betti )

Chrysaora hysoscella


IId de en nttiik kiitt d de elllle em me ed du usse e Ogni essere gelatinoso incontrato in mare viene etichettato

come

urticante.

Ma

urticanti;

molte

“medusa”

non

tutte

sono

e

le

innocue

considerato

meduse per

sono

l’uomo,

anche se è sempre meglio evitare di toccarle. Riporto

un’altro

link

molto

interessante,

http://www.focus.it/meduse/identikit.aspx, dove troverete una mini guida, realizzata a cura di Fabrizia Sacchetti con la collaborazione del Prof. Ferdinando Boero (Univ. Salento), con illustrazioni Alberto Gennai e grafica poster Fabio

Tresca,

per

riconoscere le principali

meduse e le specie del cosiddetto plancton gelatinoso più diffuse nei nostri mari.

Basterà

cliccare

sulle

illustrazioni

delle

© ©FFR RAAFFLLO O Pelagia

singole meduse per saperne di più sulla specie.

( foto Federico Betti )

Aequorea sp




© ©FFR RA AFFLLO O


S Siiccu urre ezzzza ae ed d iim mm me errssiio on nii ssu ub ba accq qu ue ee e Lo scorso venerdì 13 maggio 2011 la Sezione Provinciale FIPSAS di Pesaro ha organizzato un incontro col Prof. Alessandro Marroni, presidente del

DAN

Europe,

immersione

sul

tema

subacquea:

“Sicurezza

nuove

ed

acquisizioni

scientifiche in tema di prevenzione della MDD e degli incidenti subacquei”.

Anche se il rispetto di un opportuno profilo decompressivo

in

preventivamente

con

risalita, metodi

calcolato matematico-

statistici tramite le tabelle di decompressione od in tempo reale nei computer subacquei, è gli ordanizzatori

Il Prof.Marroni ha ricordato come le bolle di azoto

siano

rilevabili

con

sempre le

presenti,

opportune

e

facilmente

apparecchiature

doppler, dopo ogni immersione e soprattutto dopo quelle consecutive, e come esse siano

fondamentale

per

decompressivi,

è

evitare

importante

problemi tornare

ad

osservare anche le reazioni fisiologiche del corpo del subacqueo, rivalutando l’indagine di tipo biologico e basandosi su una medicina “osservativa”.

responsabili delle PDD, anche di quelle definite “immeritate”, ovverosia non derivanti da un evidente errore del subacqueo.

Quindi, se necessario, si dovranno rivedere le regole su cui si basa l’attività subacquea e, attraverso alcune modalità, modulare la risposta biologica dell’individuo.

Ad

esempio,

modificando

il

profilo

d’immersione con l’inserimento di soste più profonde si diminuisce il numero di bolle e si migliora la sicurezza della decompressione, e le modalità di risalita con soste profonde sono state

con

precisione

definite

nell’ultimo

Protocollo con sosta profonda FIPSAS-DAN, Prof. Alessandro Maroni

frutto di anni di collaborazione.


L’arricchimento

con

ossigeno

della

miscela

respiratoria, mantenendo immutate le modalità

apposite e non proprio facilmente reperibili apparecchiature.

di decompressione come se ci si immergesse utilizzando aria, aiuta ovviamente a ridurre di

Infine è importante l’osservazione degli effetti

molto il rischio di PDD.

della narcosi da azoto sul subacqueo ed a tal fine il DAN Europe ha inserito fra le normali

Ma sono risultati molto importanti anche alcune

analisi di routine che effettua sui subacquei

pratiche di pre-immersione particolarmente facili

volontari la valutazione del grado di lucidità

o

il

mentale in immersione usando strumenti che

particolare

permettono di rilevare al di sopra di quale

addirittura

consumo

di

gradite

da

applicare,

antiossidanti

(in

quali

l’assunzione di 30 grammi di cacao fondente al

frequenza

70-80%

subacqueo

un’ora

prima

dell’immersione)

e

di

accensione-spegnimento avverte

come

il

accesa

l’idratazione con ingenti quantitativi di acqua, al

continuativamente la luce di un led che in

fine

il

effetti si accende e spegne con una frequenza

di

sempre più elevata (Flicker Fusion Frequency).

di

“precondizionare”

subacqueo,

modificando

positivamente i

processi

assorbimento e liberazione di azoto e le reazioni fisiologiche allo stress decompressivo.

Infine l’incontro è terminato con l’invito a tutti i subacquei di continuare ad inviare al DAN

L’attività

fisica

all’immersione

moderata

sembra

avere

precedente effetti

Europe i profili delle loro immersioni ricavati

positivi,

dai computer subacquei, seguendo le istruzioni

mentre l’attività fisica pesante dopo l’immersione

reperibili sia sul sito internet del DAN che della

ne ha sicuramente di negativi.

FIPSAS.

Altre pratiche pre-immersione che sembrano avere effetti positivi sono il pre-riscaldamento e

Mario

Giuseppe

Leonardi,

Commissario

l’esposizione a vibrazione ma richiedono

Federale d’Esame C.O.N.I. – F.I.P.S.A.S.




Ottima prestazione della Kòmaros Nuoto Sub Ancona alla ormai tradizionale manifestazione sportiva natatoria per la 16° edizione del Master Day tenutosi a Fano, la domenica 3 Aprile del 2011. Protagonisti nella Classifica di Società ci vede all’8°posto su 32 squadre delle società iscritte con un totale di punti 10344,60. Ci siamo aggiudicati quindi l’ambito trofeo riservato alle prime dieci squadre partecipanti alla competizione.

Entrando nel dettaglio delle gare ecco il il ricco medagliere riportato a casa dagli atleti della Kòmaros Nuoto con il totale di ben11 successi così suddivisi:     

200 50 50 200 200

    

200 200 200 50 200

Stile Femminile Master 30 o Fidei N°5Francesca medaglie d’oro Dorso Maschile Master 50 Paolinelli Fabrizio Dorso Femminile Master 30 Fidei Francesca Rana Maschile Under 25 Gregorio Matteo Rana Maschile Master 35 Vecchietti Francesco

:

Medaglie d’argento: Stile Maschile Undero 25N°5 Gregorio Matteo Stile Maschile Master 35 Vecchietti Francesco Stile Maschile Master 65 Nicoletti Bruno Farfalla Maschile Master 50 Paolinelli Fabrizio Rana Maschile Master 65 Nicoletti Bruno o N°1 Medaglia di bronzo: 200 Stile Maschile Master 50 Mister Pelliccia Roberto



Domenica 22 maggio si è concluso con il “27° TROFEO FIPSAS– 1° Memorial Celestino Molinari” il campionato zonale 2010/2011. Titolo regionale individuale conquistato da Luca Giaccaglia del Kòmaros Sub Ancona. Titolo per società al Club Apnea Delfino Marotta.

Il campionato zonale (Marche ed Umbria) era iniziato nello scorso autunno con il tradizionale “Trofeo Kòmaros – Memorial Fabio Bolli” che si è svolto nelle acque di Portonovo domenica 3 ottobre. In quella prima prova del campionato erano stati trentadue gli atleti scesi in acqua in una giornata di mare reso molto torbido dalle mareggiate dei giorni precedenti. In quella occasione a salire il gradino più alto del podio era stato l’anconetano Luca Giaccaglia con un bel carniere composto da quattro corvine, un cefalo ed un tordo. Dietro di lui il compagno di squadra Lorenzo Cioffi, al terzo posto il portacolori dell’Apnea Delfino di Marotta, Andrea Coli, al quarto posto un altro atleta del Kòmaros Sub l’esperto Mirco Barbotti. Dopo la pausa invernale la tappa successiva del campionato si è svolta l’8 di maggio a Pesaro con l’omonima coppa organizzata dal Centro Subacqueo Pesaro. Trentaquattro gli atleti che si sono cimentati nel campo di gara, che si estendeva a nord del Porto di Pesaro, fino a Fiorenzuola di Focara. L’acqua era insolitamente limpida ed i pesci erano concentrati in poche zone di acqua bassissima o negli anfratti delle scogliere frangiflutti. La spuntava su tutti il giovane atleta pesarese Fabrizio Rossi del Sub Tridente Pesaro con dieci cefali, alle sue spalle Andrea Coli e Danio Palazzetti entrambi dell’Apnea Delfino Marotta, quarto Adalberto Massanelli del Centro Sub Pesaro e quinto Mirco Barbotti del Kòmaros Sub di Ancona.

La terza tappa del campionato si è svolta domenica 15 maggio ad Ancona, nel campo di gara che si estendeva a nord del Trave. La gara, organizzata dallo Yacht Club Ancona, ha visto scendere in acqua ben trentasette concorrenti che si sono dati battaglia alternando pesca in acqua bassa e tuffi in profondità sulle secche più al largo, alla ricerca di qualche bella preda.

Alla fine la spuntava su tutti Luca Giaccaglia del Kòmaros Sub di Ancona grazie alla cattura di una bella spigola e due cefali, alle sue spalle tre atleti di Marotta, Salvatore D’Angelo, Andrea Coli e Marco Manfrini, al quinto posto l’anconetano Lorenzo Cioffi.


La finale si è svolta domenica 22 maggio sul campo di gara del Passetto di Ancona. La ventisettesima edizione del “Trofeo FIPSAS” è stata intitolata alla memoria di Celestino Molinari, ex presidente del Kòmaros Sub, dirigente della Federazione, istruttore di immersione, giudice di gara ed instancabile organizzatore di manifestazioni, scomparso pochi mesi fa per un male implacabile. La gara si è svolta con un tempo finalmente stabile con mare calmo ed acqua abbastanza limpida, anche se ancora fredda per la stagione.

Scarsi i pesci in peso, nessuna preda superava i mille grammi e così non scattava il bonus per le prede superiori al chilo. La classifica della quarta prova era pertanto: 1° Danio Palazzetti (Apnea Delfino Marotta) con una spigola, tre corvine e quattro cefali – punti 7.194 2° Marco Manfrini (Apnea Delfino Marotta), 3° Andrea Coli (Apnea Delfino Marotta), 4° Luca Giaccaglia (Kòmaros Sub Ancona), 5° Mirco Barbotti (Kòmaros Sub Ancona), 6° Lorenzo Cioffi (Kòmaros Sub Ancona). Alla premiazione sono intervenuti Elisabetta figlia di Celestino Molinari, l’assessore allo sport del Comune di Ancona Michele Brisighelli e la presidente della Prima Circoscrizione signora Susanna Dini.

Ben trentaquattro i concorrenti iscritti e presenti alla partenza. Ottima l’organizzazione delle associazioni unitesi in un pool per questa importante occasione. La Lega Navale Italiana di Ancona metteva a disposizione la base logistica ed i propri scali di alaggio presso il porto turistico di Marina Dorica, Kòmaros Sub ed Ancona Yacht Club fornivano cinque mezzi veloci per la direzione di gara, la giuria e l’assistenza, con a bordo medico e sub di soccorso mentre dodici gommoni trasportavano ed assistevano gli atleti. Fondamentale per la sicurezza anche il mezzo navale dei sommozzatori della Guardia di Finanza. Dopo un minuto di raccoglimento la gara iniziava alle ore 9,10 al centro del campo di gara davanti al “Passetto” di Ancona.

Grazie ai punti conseguiti nelle quattro gare la classifica finale del campionato 2010/2011 è stata : 1° 2° 3° 4° 5° 6°

Luca Giaccaglia – Kòmaros Sub Ancona Andrea Coli – Apnea Delfino Marotta Danio Palazzetti - Apnea Delfino Marotta Lorenzo Cioffi - Kòmaros Sub Ancona Mirco Barbotti - Kòmaros Sub Ancona Marco Manfrini - Apnea Delfino Marotta

La classifica per società è stata : 1° 2° 3° 4° 5° 6°

Apnea Delfino Marotta Kòmaros Sub Ancona Sub Tridente Pesaro Monsub Jesi Centro Sub Pesaro GIUNELBLU Perugia. FABIO FIORI.


S SEEM MIIFFIIN NA ALLII C CA AM MPPIIO ON NA ATTO O IITTA ALLIIA AN NO O PPEES SC CA AS SU UB B iinn A APPN NEEA A Nei giorni 17 e 18 Giugno scorsi, nello specchio di mare antistante Alimini (LE), si è disputata la semifinale B (sud) del campionato italiano di Pesca

in

Apnea

2011.

Teatro

dell’intera

manifestazione è stato il suggestivo porticciolo di

S.

Foca,

dove

hanno

avuto

luogo

le

operazioni di varo, pesatura, e premiazione.

Alle sue spalle, con 8 pesci validi tra cui un’orata di 2 Kg, Luca Giaccaglia, atleta Dorico del Komaros Sub Ancona, campione regionale

Marchigiano

uscente,

seguito

dall’atleta di casa, Fidenzio Rollo.

Scorrendo

la

classifica

parziale

colpisce

vedere, almeno in questa prima giornata, due I campi di gara sorteggiati per le due giornate

big come De Sivestri e Riolo fuori dalle 9

di competizione si trovavano di fronte ai laghi

posizioni che contano per aggiudicarsi un

Alimini, qualche Km a Nord del porto di

posto alla finale Marsala.

Otranto. I fondali, ricchi di anfratti e zone pescabili fin dalle batimetriche di 5-6 m, hanno permesso a tutti i concorrenti di esprimersi al meglio in funzione della tecnica di pesca preferita e della preparazione atletica di ciascuno. La prima giornata è stata caratterizzata da una fase iniziale esaltante, con diverse catture di dentici e orate di taglia, seguita da una lunga fase di stasi in cui le catture si sono fatte desiderare. Alla consegna dei carnieri è stato chiaro a tutti che la vittoria di giornata si sarebbe giocata sul

La seconda giornata, disputata sul campo di

filo del rasoio. Alla fine Adriano Riggio, atleta

gara che comprendeva la secca Missipezza,

Siciliano, con un carniere di 9 pesci validi si è

ha

ritrovato

una

Sebastiano Rosalba, giovane atleta Siciliano

classifica in cui i primi sette provengono tutti

che ha portato al peso ben 17 prede valide

dalle selettive.

tra cui 10 saraghi di peso e alcune orate.

di

pochi

punti

in

testa

ad

visto

trionfare

uno

straordinario


Soltanto

l’atleta

della

Nazionale Bruno

De

Completano

la

lista

di Marsala

dei

qualificati

per

Silvestri, dopo il decimo posto della prima

l’assoluto

il Marchigiano Luca

giornata, è riuscito a tenergli testa con uno

Giaccaglia, autore di una seconda giornata

splendido carniere che gli ha permesso di

non certo all’altezza della prima, ottavo, e

aggiudicarsi la semifinale.

l’atleta di Mola di Bari Diego D’Alessandro, nono, bravo e fortunato nella cattura di un

Finiscono sul podio insieme De Silvestri anche

grosso dentice occorsa nell’ultimo tuffo della

Rollo e Cascione, protagonisti di due ottime

seconda giornata.

giornate all’insegna della costanza. Al quarto

Nota dolente di questa semifinale B è la

posto

retrocessione

Sebastiano

Rosalba,

protagonista

del

pluricampione

Italiano

indiscusso della seconda giornata, seguito dal

Nicola Riolo, giunto undicesimo. Sembra che

vincitore della prima giornata, Adriano Riggio.

Riolo,

Con 2 giornate regolari si sono classificati sesto

annunciato

e settimo rispettivamente il Siciliano Christian

mondo delle competizioni.

dopo

la

cocente

ufficialmente

delusione, il

suo

abbia

ritiro

dal

Mortellaro ed il Campano Luca Sepe. Luca Giaccaglia


©FRAFLO



9 9°° T TR RO OFFE EO OM MO ON NS SU UB B A APPN NE EA AD DIIN NA AM MIIC CA AC CO ON NE ES SE EN NZ ZA A A ATTTTR RE EZ ZZ ZII La nona edizione del Trofeo Monsub, come

A bordo vasca sono frequenti

i momenti in

cui alcuni atleti dei vari club si confrontano e si

scambiano

affrontare

al

pareri meglio

e

consigli

questa

su

come

affascinante

disciplina sportiva;

spesso accade nelle gare di apnea, si apre all’insegna della fusione fra contenuti agonistici e momenti di divertimento e d’incontro. L’organizzazione curata dal Monsub Jesi si conferma sempre per la professionalità e la cura nei dettagli oltre che per la nota cordialità del club del presidente Brecciaroli.

© ©FFRRA AFFLLO O

altri si isolano

per

rilassarsi e ricercare

profondamente il proprio sé allo scopo di ascoltarsi e percepire il proprio corpo in vista dell’ultimo

respiro

da

fare

prima

dell’immersione.

© ©FFR RAAFFLLO O

Fra i partecipanti annoveriamo il club Acquatica da

Palermo

(Presidente

Dario

Puglia)

capitanato da Daniele Bissanti, il Dive Free Roma (Mauro Sotgiu), il GAS Siena (Alessandro Bassi), il Sub Rimini Gian Neri (Francesco Lagari), il Sub Riccione Gian Neri, il Komaros Ancona e ovviamente il Monsub Jesi. Tutta la gara viene seguita sugli schermi che riprendono le perfomance agonistiche degli

© ©FFR RAAFFLLO O

atleti e permettono ad avversari e istruttori commenti e analisi in tempo reale della gara mentre il pubblico assiste momenti a di pura adrenalina. La sfida individuale dei singoli atleti dei vari club fa spesso trattenere il fiato al pubblico mentre segue l’atleta nella ricerca del limite della propria prestazione.

La

classifica

attrezzi

vede

nella

gara di dinamica

primeggiare

gli

atleti

con del

Monsub: Andrea Posanzini, sale sul gradino più alto del podio così come Barbara Cotulelli che

ha

battuto

per

pochi

centesimi

la

corregionale Raffaella Menicagli del Komaros Ancona (tra l’altro protagonista del suo record personale).


Nell’elite

maschile

assistiamo

all’ottima

prestazione di Luigino Ceppi del Monsub che percorrendo 171,3 m e uscendo benissimo dimostra un buono stato di forma e una chiara fase di miglioramento in vista dei prossimi impegni ovvero i campionati Italiani di Lignano. Al secondo posto un promettente Sergio Soria con 131,6 m

© ©FFR RA O AFFLLO

La seconda categoria maschile è stata vinta da Dario

Puglia, Presidente di Acquatica, che

conquista il podio chiudendo i suoi 100 m con 15 centesimi di scarto. Nella prima categoria femminile svetta Laura Mattei, anche lei di Acquatica che oltre a

© ©FFR RA O AFFLLO

centrare il suo obbiettivo di 100 metri, ferma il

Nella categoria d’ingresso degli esordienti

cronometro a soli quattro centesimi dal tempo

cinque nuovi atleti hanno iniziato il loro

da lei dichiarato! Il secondo posto è invece di

percorso agonistico completando la distanza

Jessika Giraldi che con questa prova mette al

dei 50 m. Il primo e secondo posto è

sicuro la prima delle due necessarie per l’ormai

assegnato

prossimo ingresso in Elite.

Komaros

Nella massima categoria femminile, Anna Maria

Fortunati che fanno conquistare una insperata

Boccolini del club Monsub, conferma la distanza

doppietta

dei 100 m e la sua presenza in elite rosa,

Komaros

meritando ancora una volta di salire sul podio.

nonostante

rispettivamente Galeazzi

al

club

agli

Francesco

dorico.

I

atleti e

del

Fabrizio

ragazzi

del

una

preparazione precaria dovuta ai pochi

allenamenti

conquistano con le unghie

e

con

i

denti un risultato di assoluto sono

rilievo

proprio

e le

© ©FFR RAAFFLLO O

giovani leve a lanciare la nuova sfida nella competizione per il primato regionale. © ©FFR RAAFFLLO O

Fabio Cori Carlitto



©FRAFLO


G GA AD DG GE ETTS SE EA AR RTTIIC CO OLLII IIN NV VE EN ND DIITTA AA ALL K KO OM MA AR RO OS S

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A AG GE EN ND DA A– – II N NO OS STTR RII PPR RO OS SS SIIM MII A APPPPU UN NTTA AM ME EN NTTII

LUGLIO 2011 Giovedì LUGLIO

Sabato - Domenica LUGLIO

Domenica - Martedì

10-12 luglio 2011

Sabato 16 luglio 2011

19,30

Sede

Immersione Notturna – Tutti i giovedì del mese di luglio

Sede

Immersioni Sottocosta – Tutti i sabati e Domenica ( escluso Sabato 16 Luglio )

Marina della Lobra

Uscita di fine corso – esami sub 1 Grado

ANCONA Passetto

19° MIGLIO DEL PASSETTO

A GO S T O 2 0 1 1 Sabato - Domenica AGOSTO

Sede

Immersioni Sottocosta – Tutti i sabati e Domenica

SETTEMBRE 2011 Venerdì 2 Settembre 2011

Sede ore 19,30

Presentazione Corso Sub ARA I grado

Lunedì 12 Settembre 2011

Piscina Ponterosso

Inizio Corso Sub ARA I Grado – Piscina Ponterosso

Giovedì 15 Settembre 2011

Sede ore 19,30

Presentazione corso di Biologia Marina I grado


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