progetti e suggestioni del corpo
Catalogo: coordinamento, progetto e impaginazione grafica a cura di Trury Prod. Art Solving Fotografie di: Francesca Caraffini, Sara Russo La foto di Sara Russo e Daniele Brunotti è di Adriano Facchi I testi di Francesca Caraffini, Sara Russo e Daniele Brunotti sono parte integrante della ricerca che ciascuno di essi conduce, Aprile 2011
Presentazione ..................................................................................................................................... 05 Francesca Caraffini Secret Observation ....................................................................................................................... 07 Bio ......................................................................................................................................................... 16 Sara Russo Io Pelle ................................................................................................................................................. 17 Bio ......................................................................................................................................................... 26 Sara Russo con Daniele Brunotti Porzioni d‘Io .......................................................................................................................................... 27 Bio ......................................................................................................................................................... 32 Andrea Carbone & Indian Tattoo Family ................................................................................ 33
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progetti e suggestioni del corpo
L’insieme delle risposte può sembrare casuale: il nostro è uno slang visivo ricco e basato su una matrice individuale. Ognuno di noi parla una lingua diversa.
di Francesca Caraffini
Milano, Gennaio 2011 All’interno dell’Indian Tattoo una mostra. Fuori, mentre si gela, parliamo. Io, Sara, Andrea, Daniele. Pensiamo sarebbe bello fare qualcosa qui, in questo spazio. Magari per rispondere a questa domanda che ho nella testa: fino a che punto possiamo, col nostro corpo, essere un progetto?
Ma non è un caso la scelta della sede (uno dei più conosciuti studi di tatuaggio di Milano) e non è un caso il contesto in cui vogliamo rendere visibile la nostra risposta a questa domanda, quella “design week” che, ciclicamente, impone una riflessione sulla progettualità. Quel che risulta dai lavori in mostra è più una suggestione che un progetto: è l’idea che attuiamo per costruire noi stessi e l’immagine che ci rappresenta.
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12 /17 Aprile 2011 Fuorisalone Milano Design Week Indian Tattoo Family presenta Progetti e suggestioni del corpo in mostra fino al 14 maggio 2011 Francesca Caraffini Secret Observation Sara Russo Io, Pelle e, con Daniele Brunotti Porzioni d’Io un progetto a cura di Trury Prod. Art Solving
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Secret Observation Sono ossessionata dalle foto in cui “Io non sono Io” quelle che gli altri scattano e nelle quali io non mi riconosco, perché non mi immagino così. Ho iniziato a raccogliere autoritratti. Secret Observation è il mio modo di progettare la visione, un modo per niente democratico. Forzo l’occhio dello spettatore ad essere allineato col mio. Obbligo lo sguardo in una direzione, altero l’autonomia dei meccanismi dello sguardo. Amo il dettaglio, la ripetizione, l’osservazione plastica delle forme, la qualità evanescente della fotografia che si sgrana e diviene pittura. Mi ripeto, mi inscatolo, mi cristallizzo. Sono modi di comporre un tipo orientato, di visione. Per secoli l’ostensione delle reliquie nelle teche. E la gente che guardava. Le mie teche contengono luce e immagini e pensieri. E la gente guarda i miei segreti che si svelano ma che allo stesso tempo congelano l’attimo, rendendo queste mie istantanee fedeli all’idea che ho di me. 01
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a lato: 03. A ludic Peep Show, 2001-2011 Polaroid digitalizzate e riportate su plexiglass trasparente opalino retroilluminato, Ogni immagine cm 20 x 20 nelle pagine precedenti: 01. Secret Observation, 2001: Stampa digitale su forex 3mm, cm 80 x 120 da originale in pellicola colore 35 mm 03
02. 1998 Six Anatomic Caskets le immagini nella versione light-box del 2001. Stampa su plexiglass trasparente opalino retroilluminato. Ogni foto cm 18 x 18 da originale in pellicola colore 35 mm
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04. I am a beautiful place Installazione fotografia digitale stampa diretta su Perspex trasparente testo incluso in un light-box misure complessive sono cm 220 x 100
Cerco di amarmi, di riappropriarmi del valore della nuditĂ . Sono un corpo, ma mi sento anche una tela su cui tracciare il senso del mio lavoro. 05. Estratte dalla stessa serie, le immagini che compongono Loving Man Ray.
Immagini fortemente solarizzate in omaggio al maestro della fotografia riprodotte a formare l’esploso temporale tra due immagini statiche. 20 cartoline in Perspex cm 12 x18
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06. Le storie nella capsula di Petri Installazione Chiudo nelle capsule di Petri le impronte raccolte imprimendo direttamente i segni della mia pelle. Aggiungo china diluita in acqua. Attendo che questa coltura si sviluppi. a lato 07. impronte di china su cartoncino pagina seguente 08. Retrò self-portrait 06 Immagine digitale solarizzata
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Francesca Caraffini La mia mente è allo stesso tempo calma e caotica, impulsiva e rigorosa: amo il bianco e nero e i colori squillanti, il silenzio e il rumore. Raccolgo autoritratti, ritratti fotografici di città e dipingo visioni alterate della realtà naturale. Amo il cinema, il mare e la buona cucina. Sono nata nel 1975. Diplomata in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e in Decorazione Pittorica all’Istituto d’Arte di Sassari, sono stata parte della redazione della rivista VIRUS MUTATIONS. Sviluppo progetti di comunicazione visiva in un crossover creativo che definisco ART SOLVING. Vivo e lavoro a Castiglione Olona, ma sono cresciuta in Sardegna, e questo è più che un dato di fatto...
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Alcuni miei testi sono nei volumi Virus Art e Virus Moda a cura di Francesca Alfano Miglietti, Skira editore, per tutto il resto www.trury.com
Io, pelle Io, terra Io, corpi Io, pelle …sono i titoli di alcune fasi del mio percorso artistico/personale. Ci sono molti argomenti in comune, quello più evidente è la prima persona singolare… si parla sempre di me! Autoritrarsi… ma è un “Io” in generale, io e l’altro, io donna, io persona, io esisto… è un’affermazione di se, una presa di coscienza.
in queste pagine 09. un dettaglio di Io, pancia. Edera, 2010 10. Io, corpi, 2011 09
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I materiali utilizzati sono legati all’uomo, alla creazione; sono umili e allo stesso tempo preziosi, insieme creano dall’informe una forma: un corpo, dove è evidente la pancia, simbolo della creazione, della vita, della trasformazione. La scelta è figurativa ed è data dal calco, riproduzione fedele non solo del corpo ma anche del palpito umano. Il mondo fisico è estrapolato ma non astratto. Una pancia non è solo una pancia, è semplice, è un simbolo, è un frammento che comunica, aggiungendo nuovi significati. La forma non riproduce la forma stessa, ma la arricchisce di personali rielaborazioni. La sottrazione evoca, eliminando i rivestimenti, e ciò che resta sono le strutture primarie. La forma è ridotta al suo primario valore di segno. Scomporre e ricomporre è come ripetere il movimento naturale, intervenire nell’infinito gioco semantico della costruzione di senso. Ne risulta un senso quasi primordiale di completezza, una figurazione in piena autonomia nei confronti del reale in cui il reale, però, ad ogni curva risuona e brilla. Il ventre evoca la madre, la terra.
nelle pagine precedenti 11. Io, corpo. Italia, 2011 12. Io, pancia/vestito, 2008 13. Io, pancia/corteccia, 2008 14. Io, pancia. Impronte, 2010 pagina a lato 15. a sinistra Io, pancia. Radici e legàmi, 2010 a destra La donna di plastica, 2010. Resina, radici, terra, ceramica.
Pezzi realizzati in ceramica da calchi in gesso del corpo. Lavorazione ad ingobbio, incisione, smalti e raku. pagina seguente 16. Sara Russo nel suo laboratorio tra le sue opere
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Sara Russo, artista ed arteterapeuta Nata il 14.11.80. Diploma di maturità scientifica. Laurea in pittura e Perfezionamento in Terapeutica Artistica all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Dal 2008 gestisce insieme alla madre, Mariafrancesca Rognoni, un laboratorio d’arte “la tana delle costruzioni” “[...] un laboratorio dove si impara facendo e sperimentando, un capolavorificio di idee al servizio della tecnica nel nome dell’arte. [...]”?, uno spazio-laboratorio dove ci si può incontrare e creare, dove l’arte è sia tecnica che espressione. Qui organizza mostre, incontri culturali di vario tipo, corsi suoi e di altri, feste, laboratori creativi per bambini, adulti, disabili, famiglie, ...Alla ceramica, che è l’origine di tutto con cui realizza gioielli, oggetti, arredamento, arte ...tutti pezzi unici realizzati a mano, affianca il lavoro e la sensibilità di arte terapeuta con esperienze soprattutto in ambito psichiatrico, ma segue anche progetti con bambini, anziani, casi singoli, sperimentandosi continuamente.
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“la tana delle costruzioni”, via papa innocenzo XI n.32, Vedano Olona (VA). Tel. 3470794013 sara@sararussoarte.it www.latanadellecostruzioni.it www.sararussoarte.it *Cristina Cappa Legora, Che Bauhaus!, Mazzotta, 1996,
sara russo & daniele brunotti porzioni d’io
Porzioni d’Io La pelle è il nostro organo più esteso, definisce il confine tra esterno ed interno, è il luogo dove si combatte costantemente la guerra conoscitiva e di definizione del proprio io. Sulla pelle contraddittorie lotte interiori affiorano pronte al duro confronto con il mondo esterno, confronto che si può pensare essere la stessa essenza dell’esistenza. L’immensità creativa della mente umana capace di creare innumerevoli mondi è costretta alla razionalità corporea è costretta al dialogo con l’esterno è costretta a subire le conseguenze del proprio operare sul proprio corpo sulla propria pelle. La pelle è luogo di contatto tra il conosciuto e il conoscibile, luogo dove i segni più forti della nostra interiorità si confrontano con “disegni” che qui si affollano e ci sollecitano costantemente dal mondo esterno e dalle più oscure profondità del nostro essere. Non siamo forse il nostro io-pelle costantemente alla ricerca di una decodificazione e codificazione? Non siamo forse alla ricerca di un nostro linguaggio corporeo in equilibrio con noi stessi in modo da poterci esprimere secondo coscienza? La pelle “nasconde” un intreccio di tante informa17
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zioni che l’attraversano. Ciò che siamo è un essere complesso sospeso tra dentro e fuori che si confronta costantemente nel mondo, mutabile nel tempo, alla ricerca di coerenza, punti fermi e della famigerata ragion d’esistere. Quando si parla di pelle quindi s’intende un sistema umano naturale che racchiude una sacralità d’intenti legati all’esistenza (sacralità che vogliamo simboleggiare con la cornice), preziosa in quanto unica (terra) e fragile in quanto effimera (ceramica),
indefinibile nella percezione della totalità del corpo e del disegno. L’immutabilità dell’opera richiama la permanenza naturale del tatuaggi. Il disegno scelto, attraverso un operazione dolorosa, segna per sempre la pelle. Il tatuaggio diventa in quest’opera simbolo di quel faticoso cammino che ogni essere umano compie per definire se stesso . Le opere nella loro complessità sono porzioni d’IO, vogliono essere un omaggio alla nostra ricerca individuale equilibrista nel Mondo.
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nelle pagine precedenti: 17. disegno tradizionale delle popolazioni del Nagaland, India 18. disegno tradizionale Yap tatuaggio maschile nella pagina a fianco particolari di: 19. Old School omaggio a Sailor Jerry 20. ispirazione ai tribali anni '90 21. disegno femminile nord africano 1880 in questa pagina: 22. ispirazione disegno femminile nord africano 1880 Pezzi realizzati in ceramica da calchi in gesso del corpo. Lavorazione ad ingobbio, incisione, smalti e raku. 22
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Daniele Brunotti è nato nel 1974 in Lussemburgo. Dopo la maturità scientifica ottiene, nel 1999, il diploma in Illustrazione dopo aver frequentato il corso triennale presso l’Istituto Europeo di Design. Si iscrive in seguito all’Accademia delle Belle Arti, ma dopo tre anni interrompe gli studi e si dedica alla passione per i tatuaggi che matura già dal 1994. Oggi, dopo aver fatto del tatuaggio la propria professione, si riavvicina al mondo dell’arte più tradizionale iniziando una collaborazione con Sara Russo nella realizzazione del progetto “Porzioni d’Io”. www.myspace.com/dattattox
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a lato 23. Daniele Brunotti e Sara Russo 24. Targhetta in rame/ottone cesellata a mano
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Andrea Carbone & Indian Tattoo L’avvicinamento al mondo del tatuaggio è conseguente alla passione che io e i miei fratelli avevamo per le Harley Davidson: spesso mi recavo con loro ai raduni, dove avevo la possibilità di conoscere e ammirare diverse persone straniere e tatuate. In una di queste occasioni, faccio la conoscenza di Giuliano Marchesan, che mi invita nel suo studio di Gorizia, dandomi suggerimenti preziosi e permettendomi di osservarlo mentre era al lavoro. Da quel momento, comprata la mia prima attrezzatura, comincio a tatuare in casa amici e conoscenti, iniziando da soggetti semplici. In seguito, spinto dalle numerose richieste e dai continui spostamenti, decido di fermarmi in un “posto” dove poter ospitare i miei clienti: nasce così, il 9 gennaio 1994, l’Indian Tattoo. Con mia grande sorpresa, riscuoto fin da subito successo: inizialmente tendo ad assecondare la clientela, affascinata dalla novità del tatuaggio e dalla moda dei tribali.
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Tuttavia, l’influenza da parte di artisti del calibro di Darren Stares, Brian Everett e Tin Tin, non tarda a manifestarsi: la mia vera passione è lo stile realistico, che da sempre esprimo nella pittura ad olio. Comincio ad acquisire maggior sicurezza e a proporre questo stile ai miei clienti, iniziando a tatuare soggetti figurativi, come gli indiani d’America, rigorosamente in bianco e nero. Parallelamente, frequentando le diverse conventions del panorama italiano ed europeo, subentra anche l’interesse e la curiosità verso lo stile giapponese. I miei ispiratori sono indubbiamente Horihoshi III e Filip Leu. Per approfondire direttamente questo stile, decido di farmi tatuare da Filip una vipera del Gabon sul braccio sinistro. Siamo così giunti al 2004, a dieci anni di apertura dell’Indian Tattoo.
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Considero questo un anno di svolta: la clientela diventa più esigente e consapevole, e comincia a richiedere disegni personalizzati. Inizio a tatuare completamente a mano libera, in modo da proporre direttamente la mia arte e la mia ispirazione su pelle. È fondamentale studiare la giusta composizione del disegno e la morbidezza con cui esso va ad avvolgere la muscolatura. Per questo motivo, non mi considero un “maestro”, ma sono alla continua ricerca di nuove fonti di ispirazione e conservo l’ambizione di migliorarmi quotidianamente. Ad oggi, il mio obiettivo è quello di perfezionare e di approfondire ulteriormente lo stile realistico, cimentandomi nell’uso del colore. Contemporaneamente, sto sperimentando con discreto successo la riproduzione di opere d’arte, in forma di tatuaggio. È la definitiva riconciliazione dell’arte pittorica con il mondo della body art.
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nelle pagine precedenti 25. una realizzazione di Andrea 26. Primo premio Trieste Tattoo Expo 2010, categoria Black&White
nella pagina a lato: 27. grafico geometrico moderno in questa pagina 28. Secondo premio Milano Tattoo Convention 2011, categoria Best Ornamental�
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Grazie mille... agli Encode (especially Marco Sessa!) per il sample di Ausfahrt utilizzato nel promo, tratto dal loro ultimo album Core, per gentile concessione di Ghost Records & Publishing S.n.C. a Michele Battistella, abile cesellatore a Rocco, il fabbro a “la tana delle costruzioni, laboratorio d’arte in Vedano Olona (VA) a Trury Prod. e... a tutti gli artisti, le collaborazioni, gli scambi...l’arte e la cultura! (A noi tutti... belli e bravi!)
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Indian Tattoo Family Milano 12 Aprile - 15 Maggio 2011