Edward Jonhstone: railway sanserif

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Edward Jonhston: Railway Sanserif

Storia del libro e della stampa prof. Luciano Perondi ISIA URBINO A.A. 2010 / 2011 Francesca Danesi



Edward Jonhston: Railway Sanserif

Storia del libro e della stampa prof. Luciano Perondi ISIA URBINO A.A. 2010 / 2011 Francesca Danesi



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Biografia Edward Johnston

(11 February 1872 – 26 November 1944)

Allievo di William Morris, fu un calligrafo, tipografo e insegnante inglese che dedicò tutta la sua vita alla tipografia. Johnston è stato un membro di spicco della comunità artistica conosciuta, dal 1920, come la Guild of St Joseph and St Dominic, è stato presidente della Arts and Crafts Society (1933–36), ha insegnato al Royal College of Art e si è aggiudicato il CBE nel 1939. Ha prodotto una vasta gamma di lavori, molti dei quali calligrafici, dai testi ecclesiastici e civili a testi di poesia e le sue iscrizioni, di solito eseguite in due colori (nero e oro o nero e rosso), su pergamena. Scrisse anche dei testi sulla tipografia come il famosissimo manuale «Writing and Illuminating, and Lettering» (1906), il «Manuscript and Inscription Letters» (1909), ed il «A Book of Sample Scripts» (1914). La sua influenza come designer delle lettera e come insegnante di calligrafia è stata molto diffusa e tra i suoi allievi di spicco figura Eric Gill che si ispirerà al famoso carattere del maestro per disegnare il suo «Gill Sans». Johnston non disegnò ovviamente solo il carattere per la metropolitana londinese ma anche altri, sebbene meno famosi, come «Hamlet-Type» (1912–27) utilizzato per un testo sul “Hamlet”; e il romano «Imprint Antiqua» del 1912 — 1913 per la Monotype Type Drawing Office insieme a Gerard Meynell, Ernest Jackson e J. H. Mason ed è stato il primo carattere sviluppato specificatamente per la composizione meccanica. Il design è stato stanziato per il gruppo di nuove pubblicazioni sulla tipografia e stampa, opportunamente intitolato “The Imprint”Modellato sulle forme del «Caslon» di Frank Hinman Pierpont e della Monotype


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1. Edward Johnston nel 1903.

Corporation, «Imprint Regular» si diffuse acquistando molta popolarità, e andò a influenzare un certo numero di caratteri da testo successivi. Dal suo «Johnston» sono stati ricavati altri caratteri, sempre per i trasporti londinesi come il «Omnibus alphabets» una variante condensata dell’originale per l’utilizzo delle indicazioni di percorso degli autobus londinesi e il «Johnston Sans bold». Inoltre, dato il grande successo dell’originale, le forme sono state “clonate”, “adattate” o digitalizzate da altre fonderie come per esempio il «ITC Johnston» versione digitalizzata progettata da David Farey per la ITC e altre versioni per la P22 come il «P22 London Underground» del 1997 e il «P22 Underground», in diverse variabili, del 2007 digitalizzati da Richard Kegler con l’introduzione delle lettere accentate non presenti nell’originale in quanto nella lingua inglese non né viene fatto uso.


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L’umanistica sanserif: Gran Bretagna, primi del ‘900 All’alba del ventesimo secolo, la Gran Bretagna vedeva il movimento delle Arti e Mestieri, guidato da figure come William Morris e John Ruskin. Vivendo in un mondo pieno di prodotti di massa e volgarità commerciale nel ventesimo secolo, gli inglesi Morris e Ruskin provavano nostalgia per la semplicità della vita e artigianalità immacolata del Medioevo. La Kelmscott Press, istituita da Morris cinque anni prima della sua morte, stampava libri splendidamente decorati con caratteri disegnati da Morris stesso, si respirava un’aria di freschezza in quello che fu considerato, da alcuni, il declino estetico della qualità della stampa commerciale dell’epoca.


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2. Johnston Sans, 1916. Questa sintesi, ottenuta dalla grafica originale, illustra il Johnston Sans esattamente come era disegnato.


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Edward Johnston: Railway Sanserif

1 Howes: “Johnston’s Underground Type” p.26 Una citazione da Priscilla Johnston’s Edward Johnston, 1959. 2 Twyman: “Printing 1770–1970” p.75

Un maestro calligrafo che ha seguito il linguaggio del movimento delle Arti e dei Mestieri, Edward Johnston è stato responsabile della rinascita della calligrafia in Gran Bretagna, e ha sollevato il suo status, da un mestiere a una forma d’arte. Il suo influente manuale di istruzioni in materia, “Writing & Illuminating Lettering” pubblicato la prima volta nel 1906 è servito come un libro di testo sulle norme calligrafiche per oltre un secolo. Nel suo libro egli sostiene la ‘qualità della “buona scrittura” includendo la leggibilità e la bellezza del carattere. Sebbene non sia considerato anche da lui stesso come un disegnatore di caratteri e resistette all’idea di una produzione meccanica, egli fu la causa di un effetto fenomenale sullo sviluppo dei caratteri tipografici, in particolare il sanserif. Accettò la commissione di Frank Pick di progettare un ‘alfabeto’ ad uso esclusivo del sistema di metropolitana di Londra per la segnaletica e la cartellonistica delle stazioni. Parte del progetto di Pick era quello di creare una tipografia che fosse autentica e ‘appartenesse inequivocabilmente’ al ventesimo secolo1. Il carattere definitivo rispecchiava completamente e senza dubbi il bozzetto, il suo effetto era incisivo; per questo Jonhston fu responsabile di rendere famoso il sanserif nel XX secolo2. Il design di Jonhston fu per molti versi di “rottura”. Eric Gill fu citato nel libro di Colin Banks’s book London’s Handwriting, “Fu qualcosa di rivoluzionario… salva il completo impiego del sans


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3. Le maiuscole dell’ Egyptian’ di William Caslon IV e quelle del Johnston e confronto.

serif dopo la corruzione che subì nel secolo XIX”1. Le maiuscole di Jonhston sono considerevolmente simili ai primi caratteri sans serif del Caslon IV, anche se quelli di Jonhston sono più raffinati. Egli basò le sue maiuscole nella proporzione classica romana. Jonhston sosteneva l’uso delle proporzioni delle maiuscole romane per la calligrafia nel suo Writing & illuminating lettering: L’alfabeto romano è la base di tutti i nostri alfabeti

1 Banks: London’s Handwriting p.14 2 Johnston p.233

3. Iscrizione della Colonna Traiana a Roma, c144 AD. Disegno di Eric Gill da un modello fotografico.

[…]. E sin dal suo completo sviluppo delle sue forme monumentali, circa 2000 anni fa, le maiuscole romane hanno avuto un luogo eccelso, a differenza delle altre, per la loro leggibilità e bellezza. Sono la miglior forma delle più grandi e importanti iscrizioni, e, per quanto riguarda l’uso del carattere in generale, un ottima regola da seguire è la seguente: “in caso di dubbi, ricorrere alle maiuscole romane2.


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4. ‘Slanted-pen’ small-letters, by Edward Johnston ‘I. Foundational Hand. II. Italic Hand. III. Roman-Small-Letter Hand.


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Jonhston continua a proporre ai suoi lettori di studiare le iscrizioni della Colonna Traiana (3), e sforzarsi di incorporare le sue virtù, nel tratto del pennino, inventado una forma che lo renda possibile1. Le proporzioni che egli propose sono riassunte qui di seguito: 5. Proporzioni delle capitali romane secondo Edward Johnston.

1 Johnston p.233 2 Carter, Harry: ‘Sanserif types’ pp.41–42

Tuttavia, quando egli disegnò il carattere sanserif per la metropolitana, scelse di fare la “E”, la “F” e la “L” - che dovrebbero essere lettere “strette” (narrow) - leggermente più larghe. Questa rivisitazione delle forme della calligrafia tradizionale può essere attribuita all’ammirazione di Jonhston per il carattere Caslon Old Face (6). Harry Carter scrive: “ La sanserif di Jonhston è membra della famiglia dei caratteri old -face. Basata sul modello di iscrizione romana, la forma essenziale delle lettere è uguale a quelle di Jenson o Caslon: solo lo stile di queste due è stata dettata dalla loro funzione”.2


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6. Maiuscole del Caslon Old face. Punzoni originali incisi da William Caslon nel 1720 circa.

Per le sue minuscole, fu naturale per Jonhston ricorrere al libro di testo che studiò in maniera tanto esaustiva per quanto lo ammirasse (4). Questo punto di partenza è stato unico nella storia del sanserif. Anche se la forma strutturale delle lettere di Jonhston erano basate su proporzioni umanistiche, egli tradusse queste forme in un carattere monolinea con l’ausilio della geometria. La base per le minuscole è una circonferenza perfetta “o”, con altre lettere usa segmenti di questa circonferenza, per esempio la “C”, “n”, “m”. Una delle derivazioni calligrafiche più distintive è il “gancio” della” l” minuscola, che fornisce una chiara distinzione dalle “L” maiuscole e il numero “1”.


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7. Forme alternative che Jonhston ha esplorato per il carattere della metropolitana.

1 Banks: London’s handwriting, p.30 2 Harling: The letter forms and type designs of Eric Gill p.36

Jonhson ha esplorato varie forme alternative di lettere nella sua prima fase di disegno dei caratteri. Stava tentando di tradurre la sua forma calligrafica alquanto ornata, in uno stampatello monolinea. Sperimentò anche la a con un solo piano. Tuttavia questi non sopravvissero fino ai caratteri definitivi, ad eccezione ovviamente dei punti calligrafici a forma di diamante della “i” e della “j”, il punto finale e la virgola affusolata. Il metodo di calcolo di proporzioni, tra peso e altezze, di Jonhston era, fino ad allora, del tutto sconosciuto alla progettazione dei caratteri. Per quanto riguarda il suo lavoro calligrafico, ha misurato le “x” e l’altezza maiuscola del suo carattere con la larghezza delle aste. L’altezza maiuscola ha un rapporto di 1:7 mentre l’altezza della “x” era 1:4; esattamente come quelle che fondò la sua mano1. Tracy criticò inoltre il metodo di Jonhston di misurazione dell’altezza delle lettere con la misura delle aste. Egli assicura che mentre il suo metodo funziona per la scrittura calligrafica non lo fa anche nell’applicazione del type design. Il manierismo calligrafico di Jonhston fu duramente criticato da Harling: “Il design di Johnston fu una rottura della forma grottesca del XIX secolo, un disegno ben delineato che continuò ad avere alcune “intrusioni” manieriste, in particolare la “l” minuscola, i punti a forma di diamante sopra la “i” e la “j”, per esempio”.2 Nonostante le carenze nel sans da parte di Johnston e la sua limitata disponibilità dovuta al fatto che era una tipografia privata, anche così le sue innovazioni apportarono un esempio unico per lo sviluppo successivo dei caratteri sanserif. Fino all’arrivo della Jonhston Sans, i critici e gli


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storici di tipografia furono spesso abbastanza sprezzanti. Ciò era dovuto all’audacia quasi oscena dell’uso dei grassetti (bold) e dei ristretti (narrow) di questi caratteri, però principalmente per il loro disprezzo delle proporzioni tradizionali della forma dei caratteri romani. Uno di questi critici era Stanley Morison. Dopo l’esperimento trionfante del carattere sanserif “Jonhston” per la metropolitana, Morison riconobbe il merito dei caratteri sanserif che si erano basati nelle proporzioni di scrittura calligrafica umanistica. Egli era convinto che anche le sanserif “funzionali” potevano essere realizzate con una forma gradevole ed esteticamente piacevole, così chiese ad Eric Gill di disegnare un carattere sanserif per la Monotype Corporation.



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Bibliografia Banks, Colin London’s Handwriting: the development of Edward Johnston’s Underground railway block-letter London: London Transport Museum 1994 Harling, Robert The letter forms and type designs of Eric Gill New York: The Typophiles 1978 Howes, Justin Johnston’s Underground type Middlesex: Capital Transport Publishing 2000 Johnston, Edward Writing & illuminating, & lettering London: Adam & Charles Black 1983 Twyman, Michael ‘The bold idea: the use of bold-looking types in the nineteenth century’ Journal of the Printing Historical Society No.22 1993

Fonti di consultazione James Mosley, Radici della scrittura moderna, Stampa Alternativa & Graffiti. 1999 http://en.wikipedia.org/wiki/Edward_Johnston Giò Fuga - type blog http://blog.giofugatype.com Edward Jonhston Foundation http://www.ejf.org.uk/


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Indice delle immagini 1. Edward Johnston nel 1903. Dalla “Edward Jonhston Foundation”

http://www.ejf.org.uk/

2. Howes: “Johnston’s Underground type”, p.39 3. Johnston: “Manuscript & inscription letters”, Lastra 12 4. Johnston: “Manuscript & inscription letters”, Lastra 6 5. Johnston: Writing & illuminating, & lettering, p.233 6. Johnston: “Manuscript & inscription letters”, Lastra 11 7. Howes “Johnston’s Underground type”, p.35


stampato a Roma nel 2011



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